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Un calice di rosso
Tra fantasia, realtà, storia e immaginazione si collocano i racconti di Marisa Cecchetti, Sara Landucci, Massimo Cecchetti. Ogni autore vi porta il proprio linguaggio con la propria visione e interpretazione delle cose. L'uva, la vendemmia, il vino, la campagna, hanno la centralità dell'attenzione, con i riti che si ripetono, uguali nel tempo. Cambiano le tecnologie ma la festa dell'uva non cambia, occasione di incontro, di socializzazione, di giochi, di emozioni. La Toscana è il contesto più o meno evidente, ma comunque trasversale ai racconti e alle curiosità. Il lettore può scegliere da dove iniziare: può lasciarsi trasportare dalla delicata creatività di Sara, che si rivolge ai bambini; può scoprire con Massimo le cantine buie della trascorsa società contadina; può scoprire con Marisa storie verisimili del presente e del passato. Se preferisce togliersi qualche curiosità, lo faccia con un bel calice di vino a portata di mano! -
Anisha
Anisha studia in Italia dove vive col nonno, Madhaw, un ex soldato Gurkha, che ormai conduce una vita sempre più ascetica, oppresso dai rimorsi per le azioni commesse nel suo passato violento di soldato e dal rimpianto per la morte della sua amata moglie, Sarika. Anisha è una giovane indipendente, vuole studiare e realizzarsi nel lavoro. Ben presto però questo suo desiderio di emancipazione la porterà a scontarsi con i genitori, nepalesi trapiantati a Parigi, i quali tentano di combinarle il matrimonio con il figlio del socio d'affari del padre. Attraverso le vicende dei protagonisti, che si snodano e si intrecciano tra l'Italia, Parigi, Londra e il Nepal tra gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale e la fine degli anni Settanta, si osserva lo sviluppo delle relazioni sociali e più in generale gli effetti di queste interrelazioni nel contrasto tra i valori tradizionali della vecchia generazione e i nuovi costumi della generazione postbellica e come la tolleranza possa essere la chiave necessaria per rendere possibile la loro integrazione. -
La bolla di Onar. I guardiani dei sogni
In questo preciso momento milioni di bambini sulla Terra stanno per chiudere i loro occhi e abbandonarsi al suono dolce del consueto augurio ""Sogni d'oro!"""", sussurrato con affetto dai genitori pochi istanti prima dell'accogliente abbraccio della notte. Rabdos, il Folletto Pennaio, sta per rivelare l'esistenza del suo popolo e le verità legate al suo mondo: la Bolla di Onar. Non tutti, infatti, sanno che dietro al semplice augurio notturno espresso dai genitori si nasconde l'infaticabile lavoro dei folletti della Bolla di Onar, che con i loro fedeli cavalli alati Burak sono pronti a intervenire per garantire a tutti i bambini di vivere nei loro sogni fantastiche avventure, proteggendoli da un temibile e acerrimo nemico: Efialtes, la cui presenza sul pianeta Terra sta mettendo in pericolo l'innocenza, la spensieratezza e l'incanto dell'immaginazione nei più piccoli. È questa un'opportunità per i giovani lettori di scoprire una realtà finora inesplorata e misteriosa, capace di coinvolgere anche i grandi in una sfida che stimola la loro fantasia e la loro immaginazione. Siete pronti a vivere la magia che avvolge il mondo dei sogni? Età di lettura: da 6 anni."" -
La rosa nera
A Vissia, venticinquenne impiegata, piace acquistare materiale scolastico. Colpita dalla rosa nera in copertina, decide di regalarsi un diario da usare come agenda. Da quel momento è tormentata dallo stesso incubo, ogni notte sogna il nulla. Tutto cambia grazie a una webserie dove vede un ragazzo scrivere in un diario identico al suo e tutto ciò che lui scrive diventa realtà. Vissia, dopo aver scritto per tanto tempo del suo incubo nel diario, per la prima volta scrive del ragazzo. Quella notte lo sogna: si chiama Davide e anche lui possiede un diario con la rosa nera sul frontespizio. Inizia così per Vissia una doppia vita mentre crea il suo ""mondo"""", di giorno scrive, di notte sogna ciò che ha scritto. Quando inizia ad avere i primi dubbi sulla veridicità di quello che sta facendo, riceve un invito a cura del Sodalizio della Rosa Nera. L'invito promette importanti rivelazioni e soprattutto risposte alle domande che l'assillano."" -
Il Ponte di Revery. Oltre il visibile
La poesia, secondo alcuni, si riconduce a una scepsi. L'istinto che si perde nella notte dei tempi, per alienarsi e ricomporsi in frammentarie bramosie liriche. Ricostituendo quindi uno stato enigmatico doppio condotto dal sentimento che diffonde interrogazioni a ogni verso, il plausibile contiguo fittizio, il desiderio equiparato alla ragione. Dualità pregnante. Un'anima come vergine d'esca, che prestandole adito in scomposte acque occulte, descrive alla fine discinti misteri umani orecchianti, retinici e consci. Le poesie sono schizzi suggestivi, per i quali non servono autorevoli e ragionevoli garanzie estetiche. Già in prima ed estemporanea lettura, la loro potenzialità inespressa, è da amare con i sensi, da accarezzare con occhi e dita genuflesse affinché ci parlino. E il silenzio dura poco. La pagina è sempre generosa e selvaggia percorrendo tutte le vene visibili del foglio. Il verso si adagia piano e ricopre di un fitto strato di tinte forti e suggestive. Una convulsa fascia sonora intessuta in un filo di perle che di lemmi e di cuore prendono forma. La poesia è l'esito cicatriziale di un ideogramma d'emozione, nell'appuntamento Principe con il Grande Sentimento. Una silloge impegnativa, ammaliante, capace di annullare il qui e ora per tessersi in un altrove immaginifico in cui la realtà diventa il controcanto della vita. -
La confessione di Tommaso
Il 15 aprile 1927, in pieno ventennio fascista, a Napoli viene ritrovato il cadavere di Francesco Gaetani, scrittore e poeta amico di Gabriele D'Annunzio. Il commissario incaricato del caso accredita la versione del suicidio: Francesco è riverso sul letto, due flaconi di Veronal aperti, di cui uno completamente vuoto, qualche compressa sparsa sul pavimento e accanto al corpo. Quarantenne, di famiglia facoltosa, orfano di padre, nessuna intesa col serioso fratello, addolorato per la recentissima scomparsa della madre cui era molto affezionato, reduce, stando ai pettegolezzi dei vicini da una delusione d'amore. Caso chiuso. Passa inosservata la presenza, sul comò, di un pastore in terracotta raffigurante una vecchia al telaio nell'atto di recidere il filo della tessitura. Cinquantacinque anni dopo, al termine di una cerimonia massonica, un giornalista napoletano riceve da un fratello ancora incappucciato un misterioso biglietto firmato dalla contessa Maria D'Algran in cui lo si invita a farle visita il giorno successivo. Nell'occasione la donna dopo avere rievocato alcuni dei fatti a sua conoscenza in merito alla morte di Francesco Gaetani, gli consegna un plico di documenti pregandolo di fare finalmente luce sulla vicenda. Le carte e i racconti della contessa lo conducono nella Napoli del ventennio fascista, tra bordelli e società segrete, alla ricerca della verità su un inspiegabile suicidio. La vicenda si dipana coniugando storia e fantasia, e l'intreccio, antico e attuale, fra politica e malavita. La tremenda confessione dell'omicida chiosa la trama del romanzo. -
Mali
I deserti del Mali sembrano essere usciti direttamente dalle pagine dei Racconti delle mille e una notte: carovane del sale, i turbanti dei tuareg color indaco, l'aroma del tè versato dall'alto e i tramonti rosso porpora, Questa vasta zona dell'Africa occidentale ha, però, molte altre sorprese nascoste tra le sue dune del deserto. Con edizione potrete scalare la Main de Fatma di Hombori, partecipare a una danza rituale in maschera, esplorare le verdi piantagioni di tè e le fresche cascate del Sikasso od osservare gli elefanti del deserto del Gourma. -
I colori del terrore
"I colori del terrore"""" si svolge all'inizio del XXI secolo in una Bulgaria completamente isolata dal resto del mondo. La caduta dello Stato totalitario, dieci anni di guerra nei Balcani occidentali e le rivolte per la fame in Romania, Ucraina e Russia hanno sgretolato il Paese che si è ritrovato fuori da ogni controllo. E un luogo governato da Sua Maestà il Caos dove la vita umana non ha valore. L'unica speranza è fuggire: ma dove? e come? In questa situazione terribile e surreale, un filosofo-bracconiere, suo figlio di sette anni e un ex calciatore fuggono attraverso un regno di terrore. L'incubo è sempre dietro l'angolo: scappi e te lo ritrovi davanti. Lo strano gruppo attraversa un Paese che gli è completamente estraneo, dove ogni singolo villaggio ha la propria legge, confrontandosi con situazioni al limite del surreale. II libro appartiene alla tradizione dei romanzi distopici, come """"Noi"""" di Evgenij Zamjatin, """"La guerra dei mondi"""" di Herbert George Wells e """"1984"""" di George Orwell." -
Videopol. Con DVD
Nell'ottobre del 1988 i cileni tornarono, dopo quindici anni, alla democrazia. Il dittatore Pinochet usciva sconfitto dal referendum, da lui stesso indetto, con il quale aveva chiesto ai cittadini di confermarlo per altri otto anni alla carica Presidenza dello Stato. Il 58% dei cileni aveva però barrato il ""no"""" sulla scheda elettorale, respingendo la tracotanza del dittatore che, in uno slancio di magnanimità, aveva concesso alle opposizioni la possibilità di produrre alcuni spot televisivi durante la campagna elettorale. Fu l'errore fatale: per la prima volta nella storia lo spot elettorale contribuì ad abbattere una dittatura. E' proprio dalla visione di alcuni degli spot realizzati dalle opposizioni a Pinochet che è nata l'idea di realizzare un libro. Gli spot elettorali possono contribuire a cambiare i destini delle comunità, come è accaduto in Cile. Alcuni spot hanno fatto la storia, nel senso che hanno contribuito a darle una svolta inaspettata. Questo libro è un omaggio a una particolare forma di comunicazione politica - lo spot elettorale - che ormai da quasi sessant'anni si accompagna alle altre forme di propaganda elettorale ed è la forma di comunicazione che - assieme ai manifesti - più orienta e fa discutere gli elettori."" -
Verba non volant. Quello che i politici dicono in Tv ma non hanno mai scritto (cinque anni di politica televisiva)
Immaginate di prendere in mano il telecomando della Tv e premere il tasto fast-forward, avanzamento veloce. Leggere questo libro sarà come far scorrere sullo schermo/pagina cinque anni di immagini televisive. Battute, controbattute, ragionamenti, insulti, contraddizioni, appelli alla ragione e al sentimento e quant'altro il linguaggio della politica ha offerto agli italiani nel tentativo di creare consenso. Può sembrare l'elogio del 'bla, bla, bla', e in parte lo è. Laddove lo scorrere frenetico di immagini e parole televisive può apparire l'aspetto meno nobile della comunicazione politica, esso rappresenta d'altra parte - e in massima parte - ciò che gli italiani hanno ascoltato e visto della rappresentazione politica: dunque la loro fonte primaria di informazione politica. Ciò che leggerete in questo libro, infatti, è stato visto e ascoltato dai milioni di italiani che, notoriamente, guardano molto la televisione e leggono poco i giornali. Per questo, ma non solo, non si può ragionare di comunicazione politica a prescindere dai volti e dalle parole trasmesse in Tv. Significherebbe fare l'analisi di una comunicazione muta. Postfazione di Gianpietro Mazzoleni. -
La ginnastica sale in cattedra. L'educazione fisica nell'ordinamento scolastico italiano dall'Unità ad oggi
Nel travagliato processo che ha condotto all'emergere di una nostra specifica identità nazionale, un ruolo davvero centrale è stato svolto dalla ginnastica e, più in generale, dal movimento sportivo. Ripercorrerne la storia significa quindi spingersi alle radici del nostro Stato. -
Dieci vite in una sola. Due voci per una biografia
"Le generazioni sono legate da un vincolo inscindibile di responsabilità e si passano la consegna."""" Così scriveva Antonio Greppi ne """"La coscienza in pace"""". Cinquant'anni di socialismo e per assicurarsi che nulla andasse perduto della sua testimonianza di vita, nel dicembre del 1981, meno di un anno prima di morire, iniziava a scrivere la sua autobiografia. Dal 22 ottobre 1982, giorno della sua morte, sono passati quasi trent'anni e la responsabilità di raccogliere questa consegna me la sono assunta io quando ho iniziato ad aprire le casse con i documenti dell'archivio Greppi. Tra le tantissime lettere, articoli, discorsi, c'era una cartellina con gli scritti e i documenti ritrovati nella scrivania del suo studio e tra questi un dattiloscritto più voluminoso degli altri, tenuto insieme da un fermaglio arrugginito, con un titolo sottolineato in rosso, seguito da un sottotitolo: Dieci vite in una sola. Ottant'anni di storia italiana." -
Novant'anni di socialismo. Scritti scelti
Antonio Greppi, il sindaco della Liberazione, è stato definito un socialista cristiano perché ha sempre messo l’uomo al centro delle sue attenzioni e delle sue cure. Allievo di Filippo Turati, dal 1919 fino alla propria morte partecipò alla vita politica italiana, sempre da socialista riformista. Direttore de “La libertà”, settimanale della gioventù del PSU, collaboratore di “Critica sociale”, negli anni del fascismo fu tra i protagonisti della ricostituzione del PSI, cosa che pagò con il carcere. Espatriato in Svizzera, fu raggiunto dalla notizia della uccisone del figlio Mario ad opera dei fascisti. Rientrato in Italia partecipò alla lotta partigiana nelle Brigate Matteotti e fu indicato dal CLNAI quale sindaco di Milano, incarico che assunse il 27 aprile del 1945. Impegnato nella ricostruzione di Milano, Greppi viene premiato dai milanesi con un risultato elettorale straordinario, che faceva del Partito socialista il primo partito. Dal 1951, lasciata la carica di sindaco, partecipò a tutte le vicende del socialismo italiano, schierandosi prima con Saragat e rientrando nel PSI dopo la battaglia contro la legge truffa. Parlamentare per due legislature, fu anche un brillante avvocato e un prolifico autore di drammi, saggi e racconti. -
Chi ha governato in Lombardia (1970-2005). La formazione del ceto politico
"Ecco, 'Chi ha governato in Lombardia (1970-2005)' di Giuseppe Nigro rientra per li rami in quelle ricerche volte ad approfondire la formazione e il ruolo della classe politica in una particolare istituzione politico amministrativa, la Regione Lombardia, ed in un preciso periodo storico, gli anni 1970-2010. L'opera documenta come con il trascorrere del tempo quel vento di rinnovamento del modo di fare politica e del reclutamento della classe dirigente auspicato dal primo presidente della Giunta regionale, Piero Bassetti, nel suo Discorso di insediamento come una lunga marcia attraverso le istituzioni per far sì che il cittadino non sia più amministrato, ma amministrante cioè protagonista attivo del vivere assieme, si sia sempre più affievolito nel non essere riuscito a cercare un ricambio generazionale duraturo e stabile né di mentalità né di cursus honorum della classe politica regionale, che si è quasi sempre adagiata a scimmiottare l'immobilità della classe politica nazionale. """" (dalla Prefazione di Robertino Ghiringhelli)" -
Un Barbarossa a Palazzo Marino. Emilio Caldara e la Giunta socialista (1914-1920)
“Un Barbarossa a Palazzo Marino è la riedizione, dopo un lavoro accurato e puntuale di revisione, del volume La Giunta Caldara, pubblicato nel 1987 (anche se porta la data 1986). Il clima politico e culturale di quel periodo era profondamente diverso da quello attuale: a Palazzo Chigi era insediato Bettino Craxi, il primo presidente del consiglio socialista della storia d’Italia, e a Palazzo Marino c’era Paolo Pillitteri, l’ultimo (ma allora non lo si poteva immaginare) di una lunga serie di sindaci socialisti, inaugurata nel 1914 proprio da Emilio Caldara e proseguita ininterrottamente, dopo la fine della dittatura, con Antonio Greppi, Virgilio Ferrari, Gino Cassinis, Piero Bucalossi, Aldo Aniasi, Carlo Tognoli.” (dalla Prefazione) -
Nietzsche disintossicato. Temi e mitemi sulla verità negli scritti giovanili
Il breve scritto di Nietzsche ""Su verità e menzogna in senso morale"""" risale al 1873 ed è destinato a diventare uno dei suoi testi più influenti in una larga gamma delle discipline letterarie, umane e sociali nella seconda metà del Novecento per le sfide che lancia all'idea che il linguaggio possa essere portatore di verità. Mettendo alla gogna una serie di fraintendimenti sul funzionamento delle lingue naturali e sul ruolo della verità nelle nostre interazioni comunicative, Nietzsche mobilita una batteria di argomentazioni a sostegno di quella diffidenza nei confronti della mera nozione di oggettività che spesso si chiama """"post-moderna"""". Il presente volume cerca di diagnosticare i nodi argomentativi (""""mitemi"""") che hanno portato a questo atteggiamento tossico, e di toglierne il veleno."" -
L'arte della smentita nella prima Repubblica
La politica, in certe epoche, è lotta durissima o addirittura cruenta; in certe altre è adagiarsi nell'accettazione di un regime; in altre ancora è un'Arte raffinata e allo stesso tempo una strategia per prevalere sugli avversari con metodi che possono sembrare ancora tolleranti, ma in realtà spietati, e spesso ipocriti. L' ""Arte della smentita nella prima Repubblica"""" ne fornisce un esempio, piccolo ma preciso. Una imperdibile occasione per rivivere avvenimenti, polemiche, scandali, momenti drammatici della nostra storia recente. In appendice due contributi di Johnatan Swift e John Arbuthnot."" -
Vivere e morire a Milano. Quando Milano non ha il cuore in mano
"In questo libro si sostengono due tesi ambedue probabilmente sgradite alla maggioranza dei milanesi. La prima è che, negli ultimi duecento anni, la città di Milano sia decaduta culturalmente con una velocità progressivamente accelerata. La seconda è che, sempre la città di Milano, non abbia nella storia moderna d'Italia contato nulla e le decisioni importanti siano state prese sempre altrove, a Parigi, a Vienna, a Torino e a Roma. Mi rendo perfettamente conto che la maggioranza dei lettori, se mai ce ne saranno, troverà queste tesi assurde e indimostrabili anche perché Milano ha avuto, nella prima metà del '900, un grande sviluppo industriale e finanziario che l'ha portata ai vertici dell'economia italiana. D'altronde, sembra a molti che parte dei movimenti politici che hanno fatto la storia del nostro Paese, a incominciare dal fascismo per finire a 'Forza Italia', siano cominciati proprio a Milano e da qui abbiano influenzato tutto il resto dell'Italia. A me pare tutto ciò non vero e facente parte di quel 'mito milanese' costruito per rassicurare la laboriosa popolazione ambrosiana dedita agli affari e al lavoro senza molto capire di quello che avviene intorno.""""" -
EurAmerica. Viaggio nella storia degli Stati Uniti con lo sguardo rivolto all'Europa
Il ruolo degli Stati Uniti d'America nella vita europea è essenziale in questo nuovo millennio in cui sembra siano andate perse molte coordinate della società nel suo insieme e siamo divenuti incapaci di condividere persino il significato delle parole. Per chi voglia cercare di capire dove vanno Europa e America e se continueranno ad andare insieme, si tratta di valutare se l'Oceano Atlantico sarà ancora ""stretto"""" come è stato nel Novecento. A partire dai caratteri originari, politici e culturali delle due entità in gioco. La cancellazione delle frontiere, il mercato unico, la legislazione comunitaria non sono concetti vuoti per la generazione """"Erasmus"""" e per i milioni di Europei che hanno lavorato e lavorano in questo spazio coerente e omogeneo più di quanto si pensi."" -
Sandro Pertini. Gli anni giovanili
La prima parte della vita di Sandro Pertini è stata fino ad oggi poco studiata. Molto è stato scritto a partire dal suo espatrio dall'Italia, nel 1926, quando aveva già compiuto i trent'anni, ma poco o nulla si conosceva della sua giovinezza, vissuta tra Stella e Savona. In modo totalmente inedito, il libro racconta le vicende che caratterizzarono la prima parte dell'esistenza di Perdili: anni cruciali per la sua formazione umana e politica. Giuseppe Milazzo ha compiuto un'accurata e approfondita ricerca negli archivi pubblici di Stella, di Savona e di Genova, ricostruendo i suoi rapporti familiari, la sua partecipazione alla Grande Guerra, le sue amicizie e le frequentazioni di quegli ambienti e di quei personaggi che lo influenzarono nel suo divenire antifascista e socialista. Ne emerge un Pertini che, nella Savona degli anni Venti, non fu affatto un isolato, ma fece parte di un gruppo di antifascisti bene organizzato ed attivissimo, di cui fu, sostanzialmente, l'elemento più giovane, ma anche più agguerrito. Grazie all'esame di documenti privati comprendiamo come le scelte di Pertini e le sue posizioni politiche, i principi e gli ideali che avrebbe manifestato negli anni della maturità, ebbero la loro origine nelle esperienze vissute in quegli anni lontani.