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«La sua chiarezza séguita l'ardore». Studi di linguistica e filologia offerti a Paola Manni
Il volume raccoglie gli studi offerti a Paola Manni da allievi, amici e colleghi in occasione del suo settantesimo compleanno. I contributi, quaranta in tutto, ripercorrono in modo vario e originale le molteplici direttrici di ricerca attraversate dall’attività scientifica della festeggiata: accanto a studi storico-linguistici, filologici ed esegetici dei testi italiani antichi (con particolare riguardo a quelli danteschi e vinciani), si trovano così indagini etimologiche, lessicografiche e dialettologiche che aprono l’arco diacronico considerato anche ai secoli successivi, fino alla lingua contemporanea. -
Buffalo Bill Show. Il west selvaggio, l'Europa e l'americanizzazione del mondo
Contrariamente a quanto si crede la diffusione del pensiero e dei modi di fare americani non fu segnata dall'avvento della prima guerra mondiale ma già dalla metà dell'Ottocento l'Europa aveva cominciato a sentirne gli effetti. Lo raccontano bene due storici americani in questa ricostruzione che, risalendo indietro nel tempo, arriva a individuare nei primi spettacoli sul selvaggio West, portati in Italia da Buffalo Bill, il montare di un'onda lunga che con i bluejeans e il rock'n'roll è arrivato fino ai giorni nostri. -
Ne succedono anche di più strane
Il volume raccoglie storie bizzarre e inquietanti, che cancellano il confine tra il reale e il fantastico per stanare il senso nascosto della vita, magari con una risata. Storie a lieto fine, ma non per questo pacificanti, che prendono corpo, dentro atmosfere di stralunata magia, dai reparti discount di un grande magazzino, o dal tinello di casa, dalle ossessioni quotidiane di una moglie e un marito, o dall'apocalittica partita a poker di un fine settimana tra amici. -
L'Europa alla prova del consenso
Che cos’è la patria europea? Ed è vero che esiste un’Europa dei popoli e un’Europa delle istituzioni? Sono domande a cui noi tutti, cittadini dell’Unione, siamo chiamati a rispondere. Specie dopo l’allargamento della Comunità ai paesi dell’ex blocco comunista e la crisi di identità e prospettive segnalata dalla bocciatura della Carta costituzionale nei referendum francese e olandese.Invitati dalla Casa delle Letterature di Roma e dalla Fondazione Antonio Ratti di Como, ventiquattro intellettuali e opinion maker provenienti da altrettanti Stati dell’Unione provano in queste pagine a rispondere al quesito più difficile, che si nasconde nelle pieghe del dibattito politico: crediamo davvero nell’Europa?Diverse le risposte, e non sempre univoche. C’è che mette l’accento sulla crisi del modello fin qui seguito, chi invece rintraccia nei temi dell’immigrazione e del rapporto con l’Oriente e con l’Islam i nodi cruciali da sciogliere. Chi, ancora, indica nel ruolo inclusivo delle città o nel potere dei media e dei loro assetti la vera scommessa su cui si giocano i nostri destini comuni.L’Europa insomma risulta alla sua prova più difficile: la costruzione di un consenso che non sa appassionarsi alle lontane ingegnerie istituzionali ma pretende valori condivisi e cultura partecipata. Tenendo insieme storia e vita concreta di chi, talvolta anche attraverso la protesta o il rifiuto, rivendica il proprio diritto di cittadinanza. Presentazione di Walter Veltroni. Saggi di: Juri Andruchowytsch, Vaclav Belohradsky, Ugo Misfud Bonnici, Rudolf Burger, Liutauras Degesys, Jean-Marc Ferry, Lorand Hegyi, Pekka Himanen, Michael Hvorecky, Francisco Jarauta, Anne Knudsen, Nellija Locamele, Viivi Luik, Giacomo Marramao, Fintan O’Toole, Brankica Petkovic, Artur Portela, Tom Reisen, Joyce Roodnat, Arne Ruth, Pawel Smolensky, Polly Toynbee, Kamiel Vanhole, Vassilis Vassilikos. -
Il silenzio delle sirene. Percorsi di scrittura nel Novecento francese
In queste pagine l'autrice traccia un percorso lungo un secolo, che prende le mosse da quest'ottica: la rilettura di Mallarmé, Valéry e Proust, una volta dismesso il canone critico che ne ha fatto rispettivamente il capostipite del movimento simbolista, lo sperimentatore solitario nonché ""maitre-a-pensar"""" del tempo, e il cantore di una classe in via di estinzione. L'autrice si concentra piuttosto su ciò che le loro opere sono tuttora: un'interrogazione ardita del linguaggio poetico che schiude nuove interpretazioni dei fondamenti universali, per Mallarmé; una meditazione ostinata sulle esperienze-limite, sull'""""altro stato"""" del pensiero per Valéry; un'esplorazione dell'inconscio con gli strumenti della letteratura, per Proust."" -
I misteri del Bengala. Storie e racconti di famtasmi
La lotta perenne tra sensibilità e crudeltà, tra ingenuità ed erotismo, tra natura e spirito, tra donna e uomo: i racconti di Tagore non si limitano a dipingere con stupefacente maestria le tensioni e le pulsioni che fanno grande ogni grande letteratura; le calano corposamente nel paesaggio materiale e simbolico di un'India coloniale alle prese con la modernità. E per rendere meglio l'allucinata contraddizione, le vestono dei panni di spiriti e di scheletri parlanti, di umanissimi e impalpabili fantasmi. Su tutto aleggia un'aura di mistero, la consapevolezza di quanto l'uomo possa restare prigioniero dei suoi sogni. Ed ecco la sostanza dei suoi racconti, popolati da inquietanti creature che pencolano tra questa e altre vite, e che in preda ai loro tormenti amorosi creano un turbinio di immagini in cui non sempre è la morte ad avere l'ultima parola. All'alba del XX secolo, l'Occidente aveva guardato a Rabindranath Tagore come al padre nobile dell'India e per questo nel 1913 lo aveva voluto Premio Nobel per la letteratura. L'integrazione tra la cultura orientale e l'Occidente era stata una costante della sua opera di intellettuale, che si definiva ""il frutto di un incontro fra tre culture: quella induista, quella musulmana e quella britannica"""". Questa raccolta, di recente pubblicata in traduzione inglese e francese, propone al pubblico occidentale e italiano la prosa di un grande maestro, la cui vena immaginifica si sposa con una straordinaria precisione descrittiva."" -
L' idea di progresso. Possiamo farne a meno?
La storia della moderna idea di progresso, fondata sul connubio del miglioramento etico dell'uomo, del buon governo e della marcia positiva della scienza, della tecnica, dell'economia, è per un verso la storia di una speranza, nata nell'età dell'illuminismo, e per l'altro quella di un mito e di un'illusione, travolti dalle due guerre mondiali, dalle dittature totalitarie, dai grandi genocidi del Novecento. Ma può il mondo odierno archiviare come obsoleti un concetto e una tensione tanto connaturati alle sue aspirazioni al miglioramento? Noi contemporanei sembriamo vivere infatti in un paradosso: proprio nella fase della nostra storia che più ha conosciuto e conosce strabilianti progressi, ci vediamo costretti a prendere atto dell'inadeguatezza della nostra stessa idea delle ""magnifiche sorti e progressive"""". Più che archiviare, è forse il caso di ripensare e recuperare un senso nuovo del progresso, che sia compatibile con la nostra storia passata e presente. Ecco perché uno dei massimi intellettuali italiani e storico delle dottrine politiche traccia qui la parabola di questa idea nel corso del XX secolo e analizza le cause dello scacco cui è andata incontro. Salvadori prova al tempo stesso a dare una risposta alla domanda se si possa fare a meno di una rinnovata idea di progresso avente come fine uno sviluppo compatibile e capace di ispirare una condotta più razionale, più efficace e più solidale dell'agire umano per """"dare un futuro al futuro""""."" -
Io, pellerossa
La consapevolezza del ruolo marginale attribuitole dalla storia in quanto nativa, e per di più donna, fu la molla che spinse Sarah Winnemucca a tentare la via della scrittura. Nacque così il racconto di una vita, che è al contempo un pezzo di letteratura e di storia americane. Dalle pagine di Winnemucca emerge lo sforzo straordinario di una donna che tenta di disegnare uno spazio possibile di convivenza tra bianchi e indiani, pur senza risparmiare nulla alle crudeltà e alla corruzione della politica del governo di Washington. ""Sono nata intorno al 1844, ma in quale giorno preciso non saprei dire. Ero solo una bambina quando i primi bianchi arrivarono nei nostri territori..."""": inizia così la storia di Winnemucca, e in poche righe ci troviamo in un mondo alla rovescia, dove i bianchi sono i """"migranti"""", e tutta la loro vita è fatta di usanze e oggetti che mancano di un corrispettivo nella lingua dei nativi: """"l'amico di carta"""" di Truckee - nonno di Sarah e importante capo indiano -' ovvero il lasciapassare guadagnato nella guerra contro il Messico; le """"case viaggianti"""", cioè le carovane, e poi ancora la tavola, le sedie, i piatti e i bicchieri, oltre che l'immancabile fucile. Il tutto scandito da una consapevole ironia, svelata innanzitutto dall'uso dell'inglese, la lingua stessa dei dominatori."" -
La stanza sul tetto
Solo le erbe selvatiche e la roccia avrebbero potuto resistere all’acqua, solo le erbe selvatiche o la roccia potevano resistere alla vita», sembra suggerire Ruskin Bond attraverso le vicende di Rusty e Ruth, i due ragazzini protagonisti dei racconti raccolti in questo volume. Due storie diverse, ma un comune destino, quello di vivere e affrontare lacerazioni e conflitti non solo personali, ma che appartengono a una terra intera, l’India di fine Ottocento, in preda ai tentativi inglesi di rafforzare ed estendere il dominio coloniale. All’odio etnico e religioso che impera, Rusty e Ruth oppongono la forza della giovinezza e i valori di amicizia e solidarietà ereditati da una lunga tradizione umana e culturale. Sono soprattutto le donne e i bambini, infatti, a farsi portavoce di una nuova speranza, a lottare in silenzio, con un’intelligenza che abilmente riesce a farsi beffe della crudeltà degli uomini e a rivelare la profonda stupidità di una guerra e delle sue ragioni solo in apparenza «logiche». È questa l’India che ci racconta Ruskin Bond, con la semplicità e la limpida saggezza della sua scrittura: i milioni di piccole vite di un continente sterminato, i suoi villaggi più remoti e meno toccati dal progresso tecnologico. Con Il treno di notte, il lettore italiano ha imparato ad amare la nostalgia, il fascino, la dolcezza, l’umorismo delle atmosfere che lo scrittore indiano è capace di creare, trasmettendo quel particolare sapore agrodolce che sembra riassumere i mille volti di una terra magica e contraddittoria. Così accade ne La stanza sul tetto – esordio narrativo di Ruskin Bond, all’età di soli diciassette anni –, che comunica al lettore la spontaneità e la gioia di vivere della giovinezza.Una cifra che Bond non abbandona neanche quando il suo racconto recupera la memoria dei fasti e delle drammatiche vicende del passato coloniale. È il caso de La tigre di Shahjahanpur, un altro classico proposto per la prima volta al pubblico italiano in questo volume. Basata sulle vicende reali della presa di Delhi da parte dei britannici nel 1857, questa novella, trasformata nel 1978 in uno dei film più famosi di Bollywood, è una tagliente riflessione sugli scherzi del destino e sull’intreccio tra storia e percorsi individuali. Nella lettura di questi racconti è molto probabile che ci si senta sospesi in una singolare alchimia: il dispiacere di averli divorati così rapidamente e la precisa sensazione che le emozioni intense e contrastanti che trasmettono ci accompagneranno a lungo. -
L' ultima copia del «New York Times». Il futuro dei giornali di carta
Secondo i calcoli di Philip Meyer, studioso dell'editoria americana, l'ultima sgualcita copia su carta del ""New York Times"""" sarà acquistata nel 2043. La crisi di vendite che affligge i quotidiani da una ventina d'anni lascia pensare che la previsione sia realistica, se non addirittura ottimistica. Per quale ragione imprese editoriali che in tutto il mondo hanno generato per secoli utili di bilancio, e contribuito in modo determinante a salvaguardare democrazia e valori civili, vedono minacciata la loro stessa sopravvivenza? Editori e giornalisti tendono ad attribuirsi reciprocamente la colpa. Ma il vero nemico dei giornali, quello che li sta inesorabilmente condannando a morte, è la tecnologia. Il tempo a disposizione della gente è diminuito, e ognuno di noi ha ormai la possibilità di essere informato quando vuole, dove vuole e sui temi che preferisce senza dovere per forza ricorrere alla lettura di un giornale. Il giornalista che ha guidato la redazione de """"La Stampa"""" per circa vent'anni, accompagnandone anche le trasformazioni tecnologiche e grafiche, racconta come i quotidiani italiani, europei e americani hanno cercato di reagire, spesso con successo, alla crisi e quali sono le opportunità che le tecnologie stanno offrendo a molti di loro per creare un legame più solido e duraturo con i propri lettori."" -
Lettera al re
La notte prima di essere ordinato cavaliere del re, Tiuri un ragazzo di sedici anni, si ritrova suo malgrado protagonista di una esaltante e pericolosa missione. I classici ingredienti della letteratura cavalleresca castelli, tornei, faide nobiliari, misteriosi monasteri, solenni giuramenti, scudi, lance ed elmi - si arrichiscono di un ritmo tipicamente contemporaneo. Le vicende e i capovolgimenti sorprendono grazie a meccanismi semplici e di agile comprensione, che non impongono al lettore impossibili e arzigogolate spiegazioni. Età di lettura: da 13 anni. -
Il gioco della cooperazione. Autonomie e raccordi istituzionali nell'evoluzione del sistema italiano
Questo libro dà principio a una nuova collana, i «Quaderni sspal» – la seconda, dopo quella intitolata «Saggi» – che la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale ha inaugurato con la Donzelli editore, confermando il proprio impegno nell’ambito del «fare cultura», oltre che in quello tradizionale della formazione.Il volume raccoglie e ordina gli atti del convegno tenutosi a Roma il 22 febbraio 2006, durante il quale studiosi ed esponenti del mondo delle autonomie si sono incontrati per discutere degli sviluppi delle recenti riforme istituzionali, con l’intenzione di offrire un’opportunità di approfondimento che vada oltre le questioni contingenti del dibattito politico-istituzionale in corso. Questo è possibile partendo dalla centralità delle Autonomie locali e ampliando, al tempo stesso, la prospettiva di «autonomia» dei vari soggetti e delle articolazioni funzionali che evolvono nelle relazioni fra sfera pubblica e privata. L’obiettivo più generale è quello di proporre con decisione l’esigenza di salvaguardare e favorire lo sviluppo e la crescita delle varie forme di autonomia, territoriale e funzionale, insieme alle reciproche modalità di cooperazione, come cardine ed elemento di novità del sistema italiano, per garantire la competitività dei territori sui più ampi scenari europei e internazionali. Sono stati per questo esaminati i percorsi di riforma in atto e i luoghi e le forme di raccordo fra i vari ambiti istituzionali, rimarcando il valore della sussidiarietà, verticale e orizzontale. -
Verde a mezzogiorno. Storia dell'agricoltura abruzzese dall'Unità a oggi
L’Abruzzo, per la sua ricca varietà di suoli e di climi, presenta significativi tratti di peculiarità nel panorama italiano, accentuati dalla scelta di fare del protezionismo ambientale una condizione del proprio sviluppo, in quanto «regione verde d’Europa». La storia del rapporto tra l’uomo e questo territorio non è dunque un semplice tassello della più generale storia agraria italiana, bensì il racconto di una diversità che è al contempo un arricchimento problematico. Proprio nel momento in cui l’agricoltura sembra ridotta a un ruolo marginale dai processi di industrializzazione e terziarizzazione dell’economia, ecco che il sistema agroforestale abruzzese riemerge prepotentemente come realtà di primo piano per la conservazione e la tutela degli elementi di naturalità indispensabili alla sopravvivenza del genere umano.La crescente divaricazione tra storia e natura dovuta a un lungo processo di agrarizzazione del territorio, la recente inversione di tendenza con la «scelta strategica» dei parchi e delle riserve, il Fucino con le sue eccezionali vicissitudini in ogni ambito dell’agire umano – dall’economia alla tecnica, dalla letteratura alla politica –, i meccanismi disgregativi di quel classico binomio monte/piano che con la transumanza e le migrazioni periodiche ha garantito per secoli un coerente sistema d’integrazione economica e sociale, la preponderante montuosità che ha reso il rapporto tra l’uomo e l’ambiente difficile e precario: ecco i motivi che fanno del mondo agricolo abruzzese un osservatorio se non unico certamente assai privilegiato. Emerge da queste pagine un quadro variegato delle trasformazioni profonde che hanno investito l’Abruzzo in età contemporanea, con la messa a fuoco di questioni cruciali per l’odierno dibattito storiografico e culturale. -
La pittura del tardo Rinascimento. A Roma e a Firenze. Ediz. illustrata
Hermann Voss portò a conclusione questo studio sulla pittura italiana nel 1920. L'opera, subito riconosciuta come un pilastro della critica d'arte internazionale, e a tutt'oggi strumento di studio, gli valse la libera docenza e lo consacrò uno dei massimi conoscitori dell'arte italiana tra Cinque e Settecento. Hermann Voss appartiene a quella schiera di uomini ""terribili"""" le cui ricerche sconvolgono i cartellini e i cataloghi delle pinacoteche, togliendo il sonno a sopraintendentì e organizzatori di mostre improvvide. L'impianto della ricerca è strettamente consequenziale: della pittura tardorinascimentale Hermann Voss indaga e discute le suddivisioni temporali, le coeve correnti spirituali, la scansione dei generi e i """"compiti"""" della pittura romano-fiorentina, in un discorso che dall'eredità di Raffaello e Michelangelo conduce fino alle stagioni dell'alto Rinascimento e del manierismo fiorentino e romano."" -
Quando torni
Generoso, impegnato, idealista, maschilista, prepotente, arrogante, perché ha fatto il Sessantotto alla Renault: è Vittorio Sparàti, operaio specializzato, di fatto un tecnico metalmeccanico con grandi capacità professionali, delegato di fabbrica, comunista militante, protagonista di questa storia vera, che rispecchia la parabola vissuta dall’intera classe operaia nel nostro paese tra la fine degli anni sessanta e l’avvio di un nuovo millennio. È in realtà la storia di un uomo innamorato del suo lavoro, che tuttavia sogna di cambiare condizione sociale perché considera un’ingiustizia dover fare l’operaio. Quando si decide a compiere il passo che deve dare un altro senso alla sua vita, le trasformazioni e l’evoluzione della società italiana lo metteranno di fronte a una situazione sorprendente. Filtrati nel calore di un’esistenza individuale che si rivela carica di illusioni e passioni, di ingenuità e coraggio, passano qui i fatti che hanno contrassegnato trent’anni di storia politica e sindacale: l’autunno caldo, i preti operai, l’incubo terrorista, Autonomia operaia, la contestazione a Lama, la marcia dei quarantamila, il problema dei ceti medi, l’uscita dalla cultura fordista, Mani Pulite, la questione morale, sino ai cambiamenti che hanno portato alla scomparsa del Pci e al processo di disgregazione della Prima Repubblica. Rilette attraverso l’esperienza del protagonista – i suoi dubbi, i suoi problemi, gli affetti, i fallimenti, i messaggi che scambia con la moglie su un’agenda, perché anche lei è operaia e fanno i turni, per cui si vedono solo nei fine settimana – queste vicende riacquistano non solo il loro spessore storico ma anche la materialità umana. Fino all’inattesa svolta conclusiva. -
Il Risorgimento. Storia e interpretazioni
Il Risorgimento, fase cruciale di gestazione dell'Italia contemporanea, nella memoria collettiva di molti italiani è percepito come un periodo su cui non è più necessario interrogarsi, oppure come un dato da rimettere in discussione quanto alla sua epica tradizionale: l'eroico risultato delle gesta di un pugno di audaci che spezzarono il giogo straniero finendo immortalati nella toponomastica di tutte le città d'Italia. Le rivoluzioni risorgimentali dal 1820 al 1860 sconvolsero il sistema politico creato dal Congresso di Vienna, avviando tra i ceti dirigenti, e in parte anche tra le classi popolari, quel processo di ""costruzione della nazione"""" che avrebbe gettato le fondamenta dello stato italiano. Fu un processo che si sviluppò fra limiti e difficoltà: la rottura fra moderati e democratici; la presenza dello Stato della Chiesa come fattore destabilizzante dell'unità appena ottenuta; il malcontento sociale, l'instabilità politica, l'endemico stato di rivolta delle campagne; un assetto assai tradizionale dei rapporti di produzione; e non da ultimo la presenza di un sistema economico geograficamente molto squilibrato. Questo volume è una ricostruzione storiografica che muove da un approccio per temi: dalla storia sociale dell'Italia preunitaria all'analisi delle ideologie nazionalistiche, dalle dinamiche dello sviluppo economico agli assetti politico-istituzionali dell'ancien regime, fino alle recenti acquisizioni della nuova storia culturale."" -
Storie di artisti. Storie di libri. L'editore che inseguiva la bellezza. Scritti in onore di Franco Cosimo Panini
Fin dall'inizio della sua attività editoriale, Franco Cosimo Panini ha dedicato grande attenzione alla documentazione e allo studio del nostro patrimonio artistico e architettonico, con opere che al rigore delle indagini storico-critiche uniscono la qualità e la completezza delle campagne fotografiche. Eloquente testimonianza di questa missione dell'editore modenese è la collana ""Mirabilia Italia:"""", diretta da Salvatore Settis, una serie di atlanti dei principali monumenti italiani illustrati capillarmente e dotati di esaurienti apparati scientifici. Non meno innovativo è stato l'approccio della casa editrice nei confronti della miniatura, interesse che ha portato alla nascita della collana di edizioni in facsimile """"La Biblioteca Impossibile"""", mentre i volumi di commentario che corredano tali edizioni e altri titoli analoghi hanno formato nel tempo un corpus di testi di riferimento che hanno dato un contributo fondamentale alla conoscenza e alla valorizzazione dell'ars illuminandi. Storici dell'arte e dell'architettura, archeologi e codicologi, esperti delle più svariate discipline, accomunati da un senso di riconoscenza per le occasioni di studio fornite dalla collane di Franco Cosimo Panini, consegnano oggi a questo volume alcuni recenti frutti della loro attività di ricerca, suggellando con le loro competenze scientifiche l'avventura intellettuale e imprenditoriale dell'editore."" -
Gli exploit e le avventure del brigadiere Gerard
«Ho visto Napoleone dieci volte a cavallo e una sola a piedi, e credo sia saggio da parte sua mostrarsi alle truppe in sella, giacché la sua figura se ne giova parecchio. Con quella grossa testa rotonda, le spalle curve e il volto ben sbarbato, sembra più un professore della Sorbona che il primo soldato di Francia. È una questione di gusti, certo, ma a me pare che se potessi assestargli un bel paio di favoriti da cavalleggero come i miei non gli arrecherei alcun danno». Intrepido, spavaldo, vanesio, fascinoso, Etienne Gerard, brigadiere degli ussari al servizio di Napoleone, è lo spadaccino più valente, il cavaliere più consumato e l’eroe più amato dalle donne che mai abbia servito nelle file dell’esercito di Francia. O almeno tale si ritiene, e come tale si racconta, una volta appesa al chiodo la spada e con un bicchiere di vino in mano, in questa serie di avventure che si dipanano dagli anni del pieno fulgore dell’impero napoleonico a quelli finali della sconfitta e dell’esilio. A fare di Gerard un personaggio irresistibile è la sublime arguzia di Sir Arthur Conan Doyle – sì, esattamente il padre di Sherlock Holmes – il quale gli cuce addosso i panni di un eroe tanto valoroso quanto ingenuo e avventato, tanto affascinante quanto spocchioso, tanto dal cuore grande quanto dall’ingegno evanescente. Niente di meno che il più tipico spaccone di Francia, ritratto da una delle più brillanti penne d’Inghilterra. Ne nascono le eroicomiche vicende di un personaggio che racchiude in sé tutti gli stereotipi affibbiati dagli inglesi ai cugini d’Oltremanica, ma a cui Conan Doyle vuole un gran bene, spingendo i suoi lettori ad amarlo incondizionatamente. A dispetto della sua buffa prosopopea e della sua gaia ingenuità, Gerard riesce sempre a portare a termine missioni impossibili, e a prevalere su tutto e tutti. «Elementare, mio caro imperatore», sembra dire il brigadiere, parafrasando Watson, il compagno d’avventure dell’altra più nota creatura del genio di Conan Doyle. Al pari delle storie dell’investigatore, quelle del brigadiere comparvero inizialmente a puntate su rivista tra il 1894 e il 1903. Il successo fu enorme, grazie a quella miscela di humour ed exploit, intrighi e colpi di scena, amori e galanterie, che ne fanno ancora oggi una lettura capace di deliziare gli amanti di Conan Doyle e tutti gli appassionati della letteratura d’avventura. Un lettore d’eccezione come Michael Chabon ha potuto affermare: «Nelle avventure del brigadiere Gerard, ancor più che nelle celeberrime storie di Holmes e Watson, si scopre la mano di un impareggiabile maestro». -
Birra vs vino
Perché mai nell’accezione comune il prodotto più nobile è il vino, quando è la produzione della birra a essere tecnologicamente più complessa? Perché in qualunque ristorante degno di nota la carta dei vini è un fiorire di etichette, mentre alla voce «Birra» si stenta ad annoverare poco più che la scelta tra birra in bottiglia e birra alla spina? Perché le proprietà benefiche del vino trovano tanta eco, quando è la birra ad avere i valori nutritivi maggiori? Perché quando si pensa al vino si evoca subito l’immagine di cene à la page per sapienti intenditori, mentre la birra è più spesso sinonimo di chiassose feste tra giovani? Charles Bamforth esplora questi e tanti altri paradossi a proposito delle due bevande più amate al mondo, prestando particolare attenzione alle culture che le circondano. Da esperto di scienze e tecnologie della produzione della birra, ci dimostra come la bionda, la rossa e le decine di loro sorelle non abbiano nulla da invidiare, in fatto di saperi e tradizioni, alle più celebri etichette enologiche. Tanto il vino che la birra possiedono infatti una storia millenaria e, malgrado il proliferare di pubblicazioni sull’uno e sull’altra, il libro di Bamforth è il primo che li metta a confronto, per compararne le tecniche di produzione, la natura dei mercati, le qualità, le tipologie e i rispettivi effetti sulla nostra salute e sulla nutrizione. A lettura finita, i gusti e le abitudini probabilmente non cambieranno, ma è certo che sarà difficile continuare a scambiare la birra per la parente povera del più raffinato vino. -
Fiori. Manuale di poesia per chi va a piedi
Buongiorno arte: si comincia così. Perché? Salutando restano visibili i passaggi.Il fondamento del saluto si chiama: esistono solo passaggi, il buono del mondo è un solo dire: buongiorno, e venite di qua, che siete cose