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Il Cáuto
"Abitavo in un vicolo popolarmente detto il Caúto, dal buco, munito di griglia, che vi si apriva, di un condotto fognario che raccoglieva le acque piovane e le convogliava in basso. Questo luogo presto divenne per me come il polo di un campo magnetico e qui io sentii prima la coscienza di crescere e di essere; qui, a preferenza di tutti gli altri luoghi del paese, io imparai ad amare l’esistente, l’argilla della vita, l’umanità calorosa e contraddittoria dei nostri simili.""""" -
Firmato Diaz. Il dopoguerra prepara una pace vendicativa
"La Grande Guerra terminò sul fronte italiano alle ore 15 del 4 novembre, mentre la tromba del definitivo """"cessate il fuoco"""" suonò alle ore 11 dell'11 novembre. Non ci si ammazzava più, soldati contro soldati. Ma i problemi, il dolore, i conflitti si riversarono su altri fronti, all'interno delle nazioni che avevano combattuto, e che ora si trovavano a dover ricucire tessuti sociali definitivamente stracciati e anche soltanto strappati. Scomparvero imperi, nacquero nuovi stati; dopo l'euforia giunse la delusione""""." -
Il quaderno del vento
Questo quaderno educa all'istinto e raramente si occupa di regole. Parla di bisogni e desideri e cerca negli errori i momenti belli della vita. L'età di chi legge o ascolta oppure sfoglia il quaderno è quella giusta per farlo. Conosciamo i diversi nomi del vento, dove nasce, come si misura e in quanti modi può essere utile. Scopriamo che a volte può essere pericoloso e metterci paura. Il vento è vita, lavoro, divertimento. Quando passa scompiglia i capelli, i pensieri, le foglie. Sposta le nuvole e ci avvisa che il tempo sta per cambiare. Molte volte sentiamo dire: qual buon vento? Questa espressione si utilizza quando si incontra dopo tanto tempo una persona e si è contenti di rivederla. È come se quella persona fosse portata da un vento buono, favorevole all'incontro. Così l'autore si augura sia per i lettori, un incontro buono come il vento di cui, sfogliando le pagine di questo quaderno, conosceremo molte cose nuove che ci stupiranno. Prefazione di Pino Roveredo. -
Il quaderno della birra
Fare la birra in casa. Quali sono gli strumenti necessari, gli ingredienti? Quale tipo di birra posso produrre e qual è il procedimento da seguire? Come degustare al meglio la birra e come accostarla ai piatti dolci e salati? Quanti tipi di birre esistono e che cosa le differenzia? Come orientarsi tra le proposte dei pub e come non farsi ingannare sulla qualità? E al supermercato come scegliere? Quale birra portare dagli amici a cena? Cosa è importante leggere nell'etichetta? Come incide la provenienza tra una birra e l'altra? Nel Quaderno della Birra, Francesco Selicato, beer-blogger per passione e publican di professione, risponde a tutte queste curiosità: troveremo tutte le informazioni necessarie per orientarci al meglio nel mondo della birra e potremo anche provare a farla da soli! -
Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo
Nato nelle botteghe dei liquoristi torinesi del Settecento è il più importante vino aromatizzato italiano, profumato di erbe e spezie esotiche, protagonista dell'aperitivo in tutto il mondo. Il Vermouth di Torino è per eccellenza un simbolo dell'aperitivo in tutto il mondo. Nasce nel 1700 dalla maestria dei liquoristi torinesi, poi diventa un prodotto esportato ovunque. Immagini indimenticabili sono state create da importanti artisti per la sua réclame. Stupende etichette con la loro speciale grafica ne hanno portato e ne portano il nome in mille Paesi. Questo vino sta vivendo un'epoca di grande apprezzamento, tanto da aver ottenuto dall'Unione Europea il riconoscimento dell'Indicazione Geografica che identifica e sancisce il legame con una terra, una tradizione, un ""saper fare"""" unico. Bevuto puro o in celeberrimi cocktail, il Vermouth di Torino è protagonista di un racconto avvincente che parte dalla mondana """"ora del Vermouth"""" tipica di Torino, per giungere al moderno rito sociale dell'""""happy hour""""."" -
Il quaderno dell'estate. La cucina in vacanza
Ma chi lo dice che in estate passi la voglia di mangiare? E che il caldo soffochi gli appetiti... La stagione calda è invece quella che ci permette di avere più tempo da dedicare alla cucina, più momenti da passare in compagnia della famiglia e degli amici. Il tempo giusto per preparare ottime insalate e, perché no, gustosi piatti di pesce o sfiziosi aperitivi. Il tutto con un occhio attento ai prodotti di stagione, alle verdure e alla frutta che il sole dona in quantità. Allora non scordate di mettere questo quaderno in valigia o nello zaino e... buone vacanze! -
Il quaderno degli errori
Sbagliare è un problema da grandi... Quando ero bambino stavo ore, giorni interi, seduto in disparte a giocare con i sogni, a mettere in fila i pensieri. Li allineavo uno ad uno come panni stesi al sole, come il catalogo di un bibliotecario. Questo mio modo di fare allarmava gli adulti. Ero sbagliato, e in qualche modo ero cattivo. Dicevano che ero strano, che non era normale passare le giornate seduto in disparte. Errore. A me è sempre piaciuto rubare. Lo so, è sbagliato. Non si fa. Mi piaceva rubare i ricordi a mio nonno, gli sguardi alle figure dei libri, la frutta sugli alberi d'estate. Una volta volevo rubare ""La Gioconda"""" al museo del Louvre di Parigi, ma per fortuna non ci sono riuscito. Poi un giorno qualcuno mi ha rubato l'infanzia. Mi sono svegliato con una strana sensazione nel corpo: i muscoli intorpiditi, le mani, le gambe e la faccia più grandi e la voce che non era più la mia. C'è un margine di grande verità in tutti gli errori. Proviamo a scoprirlo. Se il presente è sbagliato o imperfetto, il futuro può essere perfetto. Ecco a cosa servono gli errori... Prefazione di Fulvio Ervas."" -
Pellico, turista per forza. In viaggio tra le prigioni di mezza Europa
Nel 1822 a Venezia, Silvio Pellico veniva condannato a morte, e poi graziato dall'imperatore d'Austria Francesco I. L'anno precedente, accusato di cospirare contro l'autorità imperial-regia e di far parte di una società segreta, era stato arrestato a Milano, e rinchiuso nel carcere dell'ex convento di Santa Margherita. Lì iniziò il suo lungo viaggio, turista per forza, che lo portò a Venezia, nella prigione dei Piombi e poi in quella dell'Isola di San Michele, e infine a Brno (allora Brünn), a marcire in una cella dello Spielberg. Un lungo e penoso viaggio, in catene, dalla Lombardia al Veneto, dalla Patria del Friuli alla Carniola; e poi la Stiria, la Bassa Austria, la capitale imperiale Vienna, la Moravia. Pellico narrò con pietoso distacco la sua avventura nell'allora ""best-seller"""" """"Le mie prigioni"""", il quale - convenne il cancelliere Metternich - fece più male all'Austria di una battaglia perduta. Questo libro ricorda personaggi, aspetti e congiunture di vicende che rappresentarono una parte vitale ed emozionante della narrazione risorgimentale dell'Italia: per non dimenticare."" -
Grado babo da Klosterneuburg l'unità di misura del mosto diffuso in tutte le cantine
Grado Babo è il titolo che dedichiamo al nome della collana omonima per spiegarne l'origine, la diffusione e il suo inventore: August Wilhelm von Babo, direttore della cantina di Klosterneuburg. Nei vigneti e nelle cantine questo nome in codice ormai da oltre cent'anni fa parte della tradizione e del lessico, ma il grande pubblico non ne conosce l'origine. Esso è legato a un semplice strumento di valutazione del contenuto zuccherino del mosto, il cui inventore è egli stesso parte della storia della moderna vitienologia. Prefazione di Enzo Michelet. -
Donnas. I vini della Valle d'Aosta tra signorie alpine e dominio sabaudo
Un vino che profuma di fiori e di erbe di montagna, già conosciuto nel medioevo, quando in Valle d'Aosta le signorie alpine affrontavano le sfide sulle franchigie con le comunità di viticoltori e agricoltori. I castelli e l'egemonia politica in Valle d'Aosta da parte delle famiglie come i Savoia e gli Challant fanno da scenario alla diffusione di vitigni come il Donnas e il Nebbiolo (localmente chiamato Picotendro). Nel medioevo, intorno alla coltivazione di queste uve, si cominciarono a creare delle fratture con i viticoltori relative alle franchigie per il commercio dei vini. Il dominio Sabaudo ""risolse"""" in qualche modo la diatriba. Il libro ne ripercorre le tappe storiche soffermandosi sulla conoscenza dei vini locali, proponendo anche un percorso sui luoghi da visitare nell'area del Donnas doc, e focalizzando l'attenzione sulla conoscenza delle erbe di montagna che si ritrovano nel bouquet tipico di questi vini. Elena Erlicher. È laureata in filosofia e giornalista, dopo varie collaborazioni con altre testate, oggi coordina la squadra di redazione di Civiltà del bere. É certificata Level 3 del Wine & Spirit Education Trust. Prefazione di Marco Reinotti."" -
Il quaderno della cucina vegetale. Piatti vegani e vegetariani
Cucina Vegetale non significa necessariamente rinunciare alla tradizione gastronomica ma può voler dire anche ricercare gli stessi valori e affetti in modo differente e originale. Potendo aggiungere all'alimentazione salute, creatività, ma anche gusti inattesi e sapori accattivanti. In questo quaderno l'autore presenta una ""traduzione vegetale"""" di piatti tradizionali e di fantasia, proponendo una quarantina di ricette prive di ingredienti di origine animale, che spaziano dall'antipasto al dolce: una cucina attenta alle combinazioni degli ingredienti che può integrare l'alimentazione di ognuno in modo semplice, appagante e salutare. Dopo la presentazione di cosa significa """"Cucina Vegetale"""" seguono le ricette, organizzate per tipologia, per chiudere con due sezioni pratiche: una nella quale si offrono suggerimenti sul """"come sostituire"""", l'altra sulle tecniche di non-spreco, che si rifanno allo stesso concetto di rispetto degli ingredienti che è alla base della Cucina Vegetale."" -
Vini proibiti. Clinton, Fragolino, Bacò e gli altri vitigni ribelli
Parlare dei vitigni / vini proibiti o ribelli significa ritornare indietro di circa 170 anni per capire il perché della loro storia, nata per le necessità emerse nei principali Paesi viticoli dell'Europa. Si trattava infatti di porre rimedio a una serie di situazioni fitosanitarie succedutesi, una dopo l'altra, per cause pressoché accidentali. Un tuffo nel passato che ci obbliga a rileggere indagini e studi biologici ed epidemiologici su tre avversità parassitarie della vite per cercare di capire la situazione sorta in Europa a partire dalla metà dell'Ottocento con l'arrivo dell'oidio, della fillossera e della peronospora. Tre avversità che, da quel momento, hanno cambiato, la millenaria storia vitivinicola mondiale. Il titolo dato a questo volume attrae il lettore verso la scoperta del mistero che si nasconde dietro il termine ""proibito""""..."" -
Carnet di degustazione. Piccolo vademecum per riconoscere i vini e saperli apprezzare
La Collana ""GRADO BABO"""" parla di vino e di storia, di uomini e di viaggi, di cambiamenti lungo la storia di ogni singolo vitigno; si sofferma a raccontare le qualità che fanno di ogni vino un grande vino, anche se il suo nome non è importante o blasonato. Non poteva quindi mancare un piccolo taccuino per accompagnare i momenti piacevoli in cui, oltre alla conoscenza nelle pagine, il vino si incontra nei calici o nei bicchieri. Completano il volume alcune indicazioni sui principali vini, le loro caratteristiche organolettiche, qualche aneddoto storico, ma soprattutto le schede per la conoscenza e la valutazione, redatte da un tecnico professionista."" -
Bioavversità. Il vizio delle monocolture nelle terre alte
L'autore intraprende un nuovo viaggio nelle Terre Alte per indagare la perdita di biodiversità nel nostro Paese a causa del proliferare delle colture intensive. Un dialogo con diversi protagonisti per capire la diffusione del Prosecco nel nordest, dei meleti in Val di Non, dei noccioleti in Centro Italia, riportando accurate testimonianze sulle conseguenze ambientali, sanitarie e sulla biodiversità, causate dalla diffusione delle monocolture in Italia. Non solo aspetti negativi, ma anche storie virtuose e vincenti che vanno dal Veneto fino all'Alto Molise passando per il Lazio, dimostrando che è possibile anche un'agricoltura diversificata e sostenibile, basata sul rispetto del territorio e della sua storia rurale. Prefazione di Letizia Bindi. -
Primitivo. The wine of the two worlds
Armonia, ordine, bellezza del paesaggio, qualità del vino, che nel caso del Primitivo si aggiungono ad un termine irrinunciabile: tradizione. Se il vino nasce dalla composizione delle vigne, dobbiamo considerare che i cambiamenti nell'ambito produttivo viticolo sono per natura lenti, legati al fatto che trentennale è la normale vita di un impianto. I trent'anni poi sono il seguito della tradizione mitigata da ponderata innovazione. Chi scelse il nome del Primitivo? La memoria, che è storia ed è anche leggenda, ci racconta di un religioso, appassionato di botanica, don Francesco Filippo Indellicati, di Gioia del Colle, la città pugliese a metà strada dallo Jonio all'Adriatico. Sul finire del Settecento individuò il vitigno, oggetto di scambio con la costa orientale adriatica, confacente alla sua idea di rinnovamento viticolo. Un vitigno che fruttificava presto, primo a maturare. Nel 2000 Antonio Calò individuò il felice futuro del Primitivo, qualità emergente fra i rossi, accanto al Negroamaro, al Nero d'Avola e a pochi altri. Aveva ragione. (S.T.) -
Milàda e le altre. Cecoslovacche «contro» dal 1948 alla Primavera di Praga
Il palcoscenico è la Cecoslovacchia dopo il colpo di stato comunista del febbraio 1948, l'esplosione dei processi spettacolo contro i nemici del popolo (e gli avversari interni al Partito comunista cecoslovacco), la persecuzioni degli ordini religiosi maschili e contro le suore, il terrore e il terrorismo (quello internazionale, allevato nella scuole di partito e nei centri di addestramento, tra mitragliette Skorpion ed esplosivo Semtex, made in Czechoslovakia). Accanimento particolare contro le donne: la deputata socialista moderata Milada Horáková impiccata, come anche l'agente della Terza Registenza Helena Rokicanská. E non solo esse: la persecuzione della cultura underground espressa di Jana Černá, orfana di Milena Jesenská (la musa di Kafka), che assieme a Bohumil Hrabal e altri, mise in piedi la casa editrice clandestina Půlnoc, iniziatrice del fenomeno dei samizdat. Ma anche le donne inviate dal PCI nella redazione della sua radio clandestina a Praga, per la redazione della trasmissione ""Oggi in Italia"""". Anni di feroce e ottuso stalinismo, caratterizzato da un regime poliziesco brutale, da tribunali spietati, da una vita grama, sovrastata da una nomenklatura ingorda."" -
Coltivare la natura. Cibarsi nutrendo la terra
Si potrà nutrire l’umanità senza devastare l’ambiente e senza gli attuali insostenibili impieghi di risorse? Come ritrovare un equilibrio tra quello che asportiamo dai terreni e quello che restituiamo loro? Le nostre conoscenze sono davvero così estese come diamo per presupposto? Le nuove tecnologie saranno davvero sempre determinanti, come si afferma spesso? Cosa ci insegnano le diverse forme di agricoltura del passato e presenti sui nostri rapporti con la natura? Agricoltura biologica e convenzionale sono davvero agli antipodi? A queste domande risponde lo scrittore Giacomo Sartori, esperto di suoli, inserendosi con le sue grandi competenze e la sua passione in un dibattito che egli stesso ci mostra essere purtroppo sbilanciato: i sostenitori degli approcci ecologici devono continuamente difendersi dallo strapotere delle visione riduttive che vedono la natura come un oggetto inanimato che possiamo riorganizzare a nostro piacimento, un serbatoio da sfruttare fino in fondo. Nei suoi scritti conoscenza e pratica scientifica incontrano l’impegno civile e il passo della narrazione letteraria, mostrandoci che nell’attuale convergenza di crisi che riguardano tutto il pianeta, l’agricoltura ha un posto centrale. È con essa, e con le nostre abitudini alimentari, che i nostri margini per ottenere soluzioni sostenibili sono più ampi, è da essa che possiamo imparare a utilizzare prospettive e metodi compatibili con i complessi funzionamenti naturali. Prefazione di Carlo Petrini. -
Mentorskills. Una teor-etica del lavoro
Cos’è l’alternanza scuola-lavoro? Quali sono le sue potenzialità? È possibile pensare a un modello unico che punti a valorizzare le esperienze degli studenti, favorendo la loro autonomia? Sono queste le domande a cui rispondono Amanda Coccetti e Maria Diaco, proponendo il programma Mentorskills. Un percorso educativo che vuole accompagnare gli adolescenti nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Coinvolto in questo processo, lo studente, con l’aiuto di un facilitatore, diventa mentore di se stesso, imparando ad autovalutarsi e a riconoscere quali sono le proprie capacità e quali invece deve ancora acquisire. Una rielaborazione del Bilancio delle competenze che lo rende più adatto ai giovani liceali, per dare loro una vera e propria introduzione al lavoro, che coniughi sapere, saper fare e saper essere. Dopo una prima parte teorica, Coccetti e Diaco forniscono delle schede pratiche, di cui descrivono nel dettaglio la modalità di somministrazione, obiettivi e finalità di ogni esercizio. -
Apri gli occhi
Dopo gli anni Settanta nulla è tornato più come prima. È stato il tempo degli stravolgimenti epocali, del terrorismo a due colori, delle sommosse studentesche, del massacro del Circeo, di via Caetani. Anna, cresciuta nel quartiere Libertà di Bari, ora ritaglia dai giornali titoli, immagini e articoli che conserva come preziose testimonianze nel suo quaderno. Ascolta rapita il telegiornale, cercando di comprendere le motivazioni di tali atrocità. Ma la sua città è lontana da Roma, dalla stazione di Bologna, da piazza Fontana e nessun adulto ha la capacità e la voglia di rispondere alle sue domande. Eppure, quei mostri sono tutti così incredibilmente reali da apparirle come incubi nella notte. Per sconfiggerli, sa che non può chiudere gli occhi, ma deve andare a fondo nelle ragioni della storia e seguire quel vento che ha sconvolto l’anima del Paese, colpendolo dritto in mezzo al petto. La giovane protagonista si fa attenta e disincantata osservatrice di una cronaca fatta di esplosioni, stupri e morti ammazzati, nel tentativo di trovare una risposta ai propri disperati interrogativi. -
Il pacco
Il pacco è l’oggetto misterioso che attrae la curiosità di tanti, che passa di mano in mano, che scatena di volta in volta interesse, paure, drammi. Fin dal principio, una banda di giapponesi senza scrupoli vuole recuperarlo, ad ogni costo. Quello che sembra un banale contenitore diventa una presenza ingombrante, pericolosa, portatrice di sventure. Nessuno dei protagonisti ne conosce il contenuto ed è questa la drammatica prerogativa che determina svolte inaspettate nella loro quotidianità, causando a volte vere e proprie disavventure. Quale enigma cela il pacco? Si svelerà mai per quello che è davvero? Undici microstorie raccontate da altrettante voci si amalgamano fra loro per rendersi romanzo. Ognuno degli autori del collettivo PseuDomino ci offre una storia, il cui vero primo attore è questo oggetto ambiguo che, nel corso della narrazione, si sviluppa, cresce e si trasforma fino a divenire archetipo della insondabile personalità umana.