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Acqua corre e sangue stringe. La mia, una famiglia rurale
"Chi mi conosce sa che amo definirmi 'rurale'"""". Inizia così il libro di Anna Livia Marcomeni ed è nell'accezione più profonda di questo aggettivo che si trovano le ragioni che l'hanno spinta a scrivere: 'Rurale' come amore per la natura, [...] come sentimenti e legami che hanno valore di fondamenta e sopravvivono al tempo. Due delle tre parti in cui è diviso il libro ripercorrono le tappe delle sue famiglie di origine: le loro storie di lavoro e di affetti si snodano attraverso i grandi avvenimenti della prima metà del '900 tra dolori, privazioni e sofferenze che non hanno risparmiato nessuno. Un passaggio di testimone che non andrà perduto. È così anche nella terza parte del libro [...] da ricercare [...] l'arte della cucina povera che doveva sfamare con gusto, la preparazione laboriosa destinata a chi si vuole bene, la fatica della cuoca che vuole santificare a tavola i giorni di festa. Ben vengano questi libri. Sono il segno di come la narrazione del passato, filtrata dall'amore, lascia segni profondi che ci fanno migliori." -
Le voci e le ombre. Il teatro di Marguerite Yourcenar
"Questo lavoro è il rifacimento abbreviato e raccontato, in forma di saggio dialogato, sul Teatro di Marguerite Yourcenar e della sua fortuna scenica pubblicato nel 2009. È la prima pubblicazione in Italia sull'argomento dopo gli Atti di un convegno veronese raccolti nel 1991. Ho ritenuto giusto rielaborarlo e ripubblicarlo in questo anno 2017, in occasione del Trentennale della morte della grande scrittrice francese. Di Elettra, di Fedra e Arianna, di Alcesti, di Pia, di Marcella, delle donne di Fuochi e di altri personaggi e personagge teatrali parla questo libro, frutto di anni di lavoro e di raccolta di materiali preziosi, lettere, atti di convegni, biografie, articoli, recensioni, note di regia, testimonianze dirette di attori e registi e interessanti interviste, nel tentativo di un racconto generale e il più possibile aggiornato sulla produzione drammatica yourcenariana, ritenuta più adatta alla lettura che alla rappresentazione, sulla sua fortuna scenica dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, e sulla sua particolare possibilità performativa anche in base al rinnovamento dei linguaggi e alla loro contaminazione proposta e imposta dai nuovi tempi.""""" -
Dieci baci
Questi racconti formano lo specchio di una vita che le bufere hanno piegato come una canna senza spezzarne il legno e senza intaccarne le radici. C'è la meraviglia infantile, c'è l'incontro con l'amore e la sua perdita lacerante, c'è la fatica giornaliera, la ricerca di un Dio che salvi e che riscaldi il cuore. Il riferimento ai baci è trasparente: il bacio è il tocco, è il tatto, è lo sfiorare con le labbra il volto della vita qualunque esso sia. È il filo rosso degli affetti, il messaggio silenzioso dell'amore. Questa raccolta è uno scrigno che racchiude fremiti e paure, e questa peculiarità lo rende vivo e prezioso nel saper trasmettere al lettore il respiro dell'universo. -
Tre donne nella rivoluzione. Marina Cvetaeva, Anna Achmàtova, Aleksandra Kollontaj
A cento anni dalla Rivoluzione di Ottobre, mentre molte ombre si aggirano ancora per l'Europa e l'Occidente tutto, numerosi scrittori: storici, filosofi, saggisti, si cimenteranno in riflessioni e commenti ben documentati, su un periodo storico che sconvolse un'epoca dalle fondamenta, e su cui non è stata detta la parola definitiva. Ma io ho pensato alle donne russe che quella Rivoluzione hanno vissuto, a quelle che se ne sono fatte attraversare, a quelle che hanno cercato di schivarla, a quelle che ne sono state trafitte - in un modo o nell'altro -. E fra tante ho scelto queste tre, con cui ho legami di vicinanza, che durano da molto tempo. Benvenute, dunque, Marina Cvetaeva, Anna Achmàtova, Aleksandra Kollontaj. -
Bibe viator. Le fontane di Spoleto
Le fontane pubbliche ad utilitatem civitatis sono state uno dei primi esempi di ""bene comune"""" perseguito dai governi comunali fin dalla loro origine. Una buona politica che al contempo esaltava il prestigio della città. Il perseguimento della pubblica utilità non era disgiunto dalla ricerca dell'ornamentum; le fontane infatti erano quegli elementi urbanistici che meglio riuscivano a coniugare l'utile e il dilettevole, la funzionalità e la bellezza. Costruzioni a volte costose, ma di elevata qualità estetica, si alternavano a manufatti spesso semplici e umili. In questo lavoro proponiamo un percorso alla (ri)scoperta delle fontane e dei lavatoi di Spoleto. La loro grandezza, i materiali, la ricchezza o l'assenza dei loro ornati ancora oggi rivelano le condizioni storiche, politiche ed economiche della città nelle varie epoche. Circa 80 le fontane spoletine; individuarle, ascoltarle e descriverle è stato il nostro piccolo contributo al censimento delle cose belle, ricche di storia, che Spoleto serba in ogni via."" -
Bernardino Gagliardi. Gli affreschi del Chiostro dell'ex Convento dei Frati Minori Conventuali di Trevi. Ediz. illustrata
Nato a Città di Castello ed allievo di Avanzino Nucci (1552-1629), Bernardino Gagliardi è un artista dal proteiforme ingegno, che con la sua attività ha saputo veicolare in provincia le più importanti novità della pittura classicista bolognese e romana, traducendole in un linguaggio più popolare ma capace, al contempo, nei lavori maggiormente studiati, di creare opere di qualità notevole. Anche grazie alla sua capacità di inserirsi proficuamente negli ambienti più influenti, il tifernate, che nel 1640 ha ricevuto da Papa Urbano VIII l’onorificenza di Cavaliere della Milizia Aurata, è stato un pittore di grande successo, non soltanto in patria e in altre città umbre -prima fra tutte Perugia, dove Gagliardi, ottenuta la cittadinanza, è stato protagonista della vita politica, ha aperto una scuola ed ha ottenuto importanti commissioni- ma anche nelle Marche, a Bologna e, soprattutto, a Roma: proprio nell’Urbe, infatti, l’artista è stato annoverato fra i Virtuosi del Pantheon nel 1652 ed eletto Principe dell’Accademia di San Luca per l’anno 1655. Il recupero dell’intero ciclo di affreschi raffigurante le storie della vita di San Francesco ha permesso una nuova lettura iconografica. -
Sull'orlo dei crateri
Ogni poesia di questa raccolta è così densa che bisogna centellinarla con attenzione e con prudenza, come si fa con le essenze delle erbe medicinali. Come se si camminasse sull'orlo dei crateri. E allora ci ricompenserà allargando il nostro respiro e il nostro orizzonte. Sono versi rapidi, poesie che brevemente aprono sipari, discendono nella profondità di significato, come un tuffatore in apnea risalgono poi di colpo per portarlo alla luce. C'è la rabbia e l'indignazione per le ingiustizie profonde del mondo in cui viviamo da millenni, in questa poesia ardente; c'è l'impazienza esortante di chi non tollera conformismo, c'è il dolore di chi si macera nella ricerca di un diverso sentire e agire dello spirito umano. Prefazione di Sonia Savioli. -
Marguerite. La notte americana
Nell'anno 2017, in cui si celebra dappertutto il Trentennale della morte di Marguerite Yourcenar, ecco una performance fra teatro e danza. Attori e danzatori insieme alle prese con alcuni momenti salienti della vita di Marguerite, questa austera letterata che nascondeva dietro una grande maschera i suoi lati di grande umanità. Proprio questa umanità piace mettere in risalto. Il gioco scenico immagina, infatti, due periodi importanti della vita di Marguerite: quello della giovinezza, con i suoi viaggi nel Mediterraneo, in Grecia, in Turchia e soprattutto in Italia, fino al momento in cui abbandona la sua amata Europa per imbarcarsi sulla nave Manhattan che la porterà in America, e quello della sua vita in America, dal '39 fino alla sua morte, nel 1987. -
Isadora e le altre. Della danza il palpito...
Sei ritratti di donne che hanno reso la danza non solo una grande arte ma anche un'esperienza sociale e di partecipazione rituale collettiva. Introdotta da Loïe Fuller, Ruth St.Denis e Doris Humphrey, avanza in scena la prima donna: è la mitica Isadora Duncan, danzatrice di bellezza fulgida e di grazia splendida, che orientava i propri movimenti al disvelamento completo e che, quasi nuda e a piedi nudi, sprigionava una sensualità plastica nella sua torsione insieme dolce e scultorea, emanando un fascino estatico e divino. La segue Mary Wigman, allieva e collaboratrice didattica di Laban nella comunità dei danzatori di Monte Verità e sostenitrice dell'autosufficienza espressiva e tecnica della danza tedesca. Arriva, poi, superba, con il suo metodo di danza rivoluzionario, Martha Graham, signora della Modern dance e creatrice di un nuovo linguaggio della corporeità. E dopo Martha è la volta della santa sui pattini a rotelle, come la definì Fellini, Pina Bausch e il suo Tanztheater tedesco che, con la sua originale poesia del mondo, ha terremotato il panorama delle arti dal vivo. Chiude questa sfilata di gran galà la poetessa della danza, Carolyn Carlson. -
Isthintini
"Il paese sorge su una costa bassa, esposto anch'esso all'incalzare di ogni raffica. L'approdo e il ricovero delle barche è assicurato da due profondi budelli di mare che delimitano il promontorio con l'abitato. Isthintini, intestini, budelli è l'antico toponimo di queste insenature naturali che il paese ha ereditato."""" In queste pagine Stintino è un cosmo, un paese metafisico, dotato di anima e, verrebbe da dire, fatto di carne viva: altrove non si darebbero storie così. Tra terra, acque e cielo percorsi da venti incessanti, l'autrice ci racconta con una lingua poetica il quotidiano di uomini e donne che hanno dentro se stessi ciò che è fuori." -
Viaggio interiore
"Già la Nota introduttiva 'Ai Lettori' scritta dalla poetessa è essenziale, significativa ed emozionale e spiega molto bene il percorso poetico di questi anni. Le sezioni sono cinque, ognuna con un titolo evocativo: """"Versi che schizzano di notte"""", """"Sciamano nella notte pensieri"""", """"Il tempo riprende la sua corsa"""", """"Così continua la vita"""" e la quinta, la più corposa, quarantasei poesie religiose, """"Tu solo conosci il mio intimo"""". Ne viene fuori un lavoro poetico molto bello e completo, che si legge bene, poesie che scorrono senza noia e sempre diverse, e quelle finali, le religiose, chiudono teneramente e spiritualmente una sorta di 'opera omnia' di questi ultimi anni""""." -
Da Perugia a San Marco. Viaggio storico-antropologico emozionale paesaggistico attraverso il territorio a nord-ovest della città
Potrebbe stupire che in piena era automobilistica e digitale gli autori abbiano deciso di percorrere a piedi le due strade che dalla cinta muraria medioevale di Perugia dirigono a San Marco. Il fine di tale ""viaggio"""" è stato quello di osservare una realtà storico-antropologica che potrebbe anche emozionare e che la vita frenetica dei nostri giorni non ci consente di mettere a fuoco. Cinque chilometri percorsi a piccole tappe durante le quali è stato possibile visitare e studiare edifici di importanza storica e raccogliere testimonianze di vita comunitaria vissuta da alcuni abitanti ancora residenti nella zona mentre altri si sono trasferiti altrove. Tale panoramica è integrata anche da ricordi legati a usanze tradizionali non più attuate da alcuni decenni, ma rimaste impresse nella memoria degli autori."" -
La solita vera luna
Solita Capitoli non è un nome che promette bene. Persino la gatta Margherita pensa che a questo punto sarebbe meglio chiamarsi Fiocchetta. Eppure, a dispetto del proprio nome, Solita è una bambina particolare: la sua famiglia è composta da sei nonni taciturni e una gatta, la sua scuola è un pollaio e il suo parco giochi il cimitero dello Scirocco. Ma con il passare del tempo, si renderà conto di come questa oasi di bellezza e di libertà, celi un risvolto pieno di insidie per altri esseri viventi: gli animali. Sarà per loro che Solita rinuncerà al suo bene più prezioso, l'isolamento, permettendo l'intervento di Vera Rosa, attrice mancata, strega insicura, ma potente. Il tutto con l'aiuto della gatta Margherita e sotto gli occhi benevoli della ""Luna"""". Il racconto, ambientato in una imprecisata città del centro Italia, rientra nel filone noto come 'realismo magico', con velati cenni tratti liberamente dalla medicina tradizionale cinese."" -
Nervenlink. Cantor e l'infinito-Ipazia. Figlia delle stelle
Ipazia, unica matematica donna per più di un millennio, sarà la sola figura femminile rappresentata nella ""Scuola di Atene"""" di Raffaello. Enzo Cordasco opera una rielaborazione di Ipazia, permettendo una lettura attuale dello scienziato, della donna, dell'intellettuale. Nel testo teatrale """"Nervenklinik. Cantor e l'infinito"""", Georg Cantor, fondatore della teoria degli insiemi, studia l'infinito e gli insiemi ordinati. Enzo Cordasco, attraverso la figura di Cantor, opera un processo di significazione ove il teatro diviene medium di un profondo pathos: la solitudine ed in alcuni casi l'incomunicabilità dell'Intellettuale, che diviene corpo estraneo alla società. Enzo Cordasco, in queste due opere, focalizza due aspetti diversi della figura dello scienziato intellettuale. In entrambi casi il pensiero divergente, non lineare, ma creativo, genera alienazione e/o distruzione della donna, dell'uomo."" -
Luigi Bartolini. Trevi 1830-1902. L'impegno politico sociale e culturale dopo l'Unità di Italia
Questo volume è frutto di un'accurata e lunga ricerca attraverso la consultazione di migliaia di lettere e documenti, a volte indecifrabili, nell'archivio della famiglia Bartolini. Anna Paola Bartolini prosegue la storia di un personaggio di Trevi: Luigi Bartolini, di cui ha descritto gli anni giovanili in un precedente libro narrando la sua partecipazione alla Prima Guerra d'Indipendenza. Un racconto che si svolge dopo l'Unità d'Italia, in un periodo pieno di problematiche che Luigi affronta inizialmente con entusiasmo e determinazione, ma fermo nei suoi principi. Già dal 1861 si definisce: ""zelantissimo partigiano della legalità"""", motto a cui sarà fedele tutta la vita e che sarà la causa di molti suoi guai."" -
Conversazione con Piero Lanzetta
Piero Lanzetta nasce ad Alessandria d'Egitto da padre italiano e madre greca.In gioventù si trasferisce a Roma dove frequenta il Liceo Artistico e, successivamente, il Biennio di Architettura. Vi rimane per 40 anni, nei vicoli del rione Ponte, lavorando sempre nel campo della grafica e della pittura. Folgorato dalle bellezze di Tuscania, decide di trasferirsi in Tuscia andando ad abitare nel quartiere di Poggio Fiorentino. Stimolato allo studio delle più importanti famiglie del territorio, ha fatto dell'araldica tuscanese uno dei motivi principali dei suoi studi arrivando a disegnare, sino ad oggi, oltre 2500 stemmi. -
Nonna Barbara
Il primo racconto di Anna Lisa Siddi descrive la vita della nonna materna Barbara; donna sarda, forte, decisa, determinata, emancipata e indipendente attraverso i ricordi d'infanzia. ""[...] La narrazione scandisce i ritmi di vita di una ben definita comunità con i suoi rituali, usi e costumi, la fatica del lavoro, le sue feste, la sua lingua: [...] La lingua sarda [...] è la lingua dei sentimenti e del pensiero. [...] Da qui il ricorso a frasi e parole in lingua utilizzate, non come semplice forma dialettale, ma come espressione che permette di cogliere il senso profondo delle relazioni. [...] Il racconto [...] riesce a mantenere in equilibrata sintesi la singolarità di un vissuto e le voci plurali di una comunità."""" Prefazione di Battistina Vargiu. Postfazione di Annalina Mesina."" -
Appunti su Marco
L'autrice indaga sulla scomparsa di un giovane maresciallo dei carabinieri e sulla sua inspiegabile morte. Il lettore viene introdotto alle incertezze e ai dubbi, alle domande scomode, che prendono forma man mano che la vicenda si dipana. È la madre a tenere il filo della narrazione, a partire dall'ultimo incontro con il figlio: dieci giorni di assenza ingiustificata, sette giorni di ricerche, una gran profusione di mezzi impiegati, nessun risultato raggiunto. Molti si avvicinano alla vicenda: giornalisti, sciacalli, avvocati, poliziotti. Un percorso di indagini ""a trecentosessanta gradi"""" e in cui """"nulla sarà lasciato al caso"""", ma non è così: appare sempre più evidente che quella del suicidio è la soluzione più facile per chiudere di gran fretta il caso."" -
... Invecchiare stanca
Non ci sono - e non ci possono essere - regole per invecchiare bene, si possono stilare liste di prescrizioni che vanno dalla cura del corpo ai sempre necessari stimoli intellettuali, ma a me sembra di poter dire che la vera opportunità offerta dall'invecchiare sia proprio la possibilità di svincolarsi dagli schemi vissuti e da ogni altro schema eteroimposto; di riappropriarsi dell'ozio inteso come spazio personale di riflessione e piacere, offerto a quelle parti di sé che magari la ""vita attiva"""" aveva conculcato; di evitare che il tempo liberato dagli impegni lavorativi divenga tempo """"vuoto"""" e quindi un acceleratore dei processi di invecchiamento; di rimettersi in gioco, progettando nuovi percorsi e prefiggendosi nuove mete; di inseguire non tanto - non solo - la salute, intesa nel senso della medicina, ma il benessere, la soddisfazione di sé e il riconoscimento delle proprie risorse, soprattutto se immateriali..."" -
La mia storia. Mon histoire
Questo libro rappresenta una tappa per l'Associazione ""Make Art Not Walls Italia"""", nata nell'ottobre 2016 a sostegno dei migranti arrivati nel comune di Trevi (PG) con il progetto Arcisolidarietà Ora d'Aria. Attraverso l'attività di arte-terapia i migranti image-makers hanno potuto avviare un processo di integrazione sociale, culturale e lavorativa. Hanno acquisito strumenti e competenze utili favorendo relazioni sociali con gli abitanti locali e rendendo la loro vita di migranti meno faticosa... Aboubacar Diallo è nato a Kindea, in Guinea, nel 1997. A 11 anni ha perso sua madre e a 12 anni suo padre, ucciso durante un massacro politico nello stadio di Conakry. Questo libro, scritto e illustrato da lui, racconta questa storia...""