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Lo sguardo del demonio
Lo Sguardo del demonio (altrimenti detto l'Apoteosi dell'Ordine dei Benedettini) è un'opera rinascimentale del pittore Antonio Vassilacchi, custodito nella Basilica di San Pietro a Perugia. È il dipinto più grande d'Europa. La sua superfice occupa per intero la larghezza della navata centrale della chiesa. La particolarità di questo quadro (che ritrae più di 300 figure legate in qualche modo all'Ordine di San Benedetto) è che se lo si guarda da lontano appare l'immagine di un immenso volto demoniaco. Come è stato possibile che la Chiesa abbia permesso che un gigantesco volto del diavolo fosse realizzato proprio nella casa del Signore in un periodo in cui il solo concepirlo avrebbe portato l'autore di fronte al Tribunale dell'Inquisizione? Saranno quattro giovani studenti perugini a dare una risposta a un enigma rimasto irrisolto per secoli, in una avventura che li porterà, tra incredibili colpi di scena, sulle tracce della Croce perduta di San Benedetto da Norcia. Un thriller denso di storia, cultura, spiritualità. -
Anime di fuoco. Piero e Ada Gobetti. Una storia italiana
"Due amiche dell'Associazione Asi Cuba Umbria di Perugia mi dissero che avevano trovato del materiale molto interessante sulla figura di Gastone Sozzi e che avevano conosciuto a Firenze il figlio di Gastone, Sergio, che aveva dato loro altro materiale. Conoscendo il mio lavoro di scrittura teatrale, anche in relazione a tematiche antifasciste e di teatro civile, mi proposero di interessarmi a questo progetto e magari riuscire a costruire un testo scenico per realizzare uno spettacolo su Sozzi per la città di Perugia, visto che nel carcere fascista di questa città fu arrestato, torturato e ucciso nel '28.""""" -
Alcesti
Euripide (Salamina 485 ca - Pella 406 a.C.) è fra i tre più celebri tragediografi dell'Atene classica. Scarsi i successi riportati in vita (solo cinque vittorie agli annuali concorsi tragici in quasi cinquant'anni di carriera, secondo le fonti: Eschilo ne conseguì 13, Sofocle almeno 18); profonda e duratura, invece, l'influenza sul teatro antico a lui posteriore (tragico e comico, greco e latino), sul melodramma seicentesco e settecentesco, sulla drammaturgia moderna e contemporanea. Ci sono pervenuti integri 18 degli oltre 90 drammi a lui attribuiti: Alcesti risale al 438 a.C. ed è il primo da lui composto tra quelli in nostro possesso. -
Soldato di un'idea che non può tramontare. Storia del socialista Pasquale Laureti
Pasquale Laureti, immerso tutta la vita nella ""piccola città umbra"""" di Spoleto, è in continua relazione con le figure fondanti del socialismo e con protagonisti della cultura nazionale e del pensiero socialista come Ferri, Labriola, Turati e più indirettamente, Carducci (le carducciane """"fonti del Clitumno"""" sono proprio sulla via di Spoleto). Emblematica e simbolica al tempo stesso è la relazione già nel tardo '800 fra la realtà spoletina e l'università di Roma, in cui si forma, anche attraverso il coinvolgimento nelle prime proteste studentesche, la classe dirigente locale: una storia che è anche un frammento significativo della storia della formazione delle classi dirigenti nel nostro paese, di un ceto politico a lungo protagonista della storia d'Italia."" -
Anamorfé. Appunti inVersi
Anamorfé. Il titolo di questa raccolta di versi allude al fenomeno dell'anamorfosi, che in pittura si riferisce alla rappresentazione di una scena in deformazione prospettica, la quale necessita della rinuncia al punto di vista frontale per essere correttamente percepita. Il senso delle composizioni va dunque ricercato in relazione a un particolare punto di vista che non è dato una volta per tutte, tant'è vero che i testi sono raggruppati indipendentemente dal tempo e dal luogo in cui sono stati scritti (si aprono e si chiudono in un arco di 30 anni, tra Torino e Perugia), ma all'insegna di una forzatura: il punto di vista della fase presente, che ha consentito meglio: ha reso necessario - la loro collocazione in sub-raccolte, il cui titolo è di per sé un'indicazione prospettica. Appunti inVersi, è ugualmente un'indicazione spazio-temporale, che ribadisce l'eterogeneità delle inter-relazioni tra i testi, caratterizzati da una molteplicità di stilemi e spunti d'ispirazione. ""Appunti"""" che possono essere letti in ordine diverso, ma sempre come tappe d'un viaggio esistenziale, una specie di diario di bordo che si avvale della versificazione - e sovente di scelte metriche tradizionali -, che solo molto a bassa voce osa chiamarsi poesia, essendo """"anamorfé"""" soprattutto una psicografia, che si apre alla lettura e al confronto per quel bisogno di confine e contatto che anche le geografie interiori non possono eludere."" -
Vestite di spazio. Rosvita di Gandersheim, Juana Inès de la Cruz, Katherine Mansfield, Antonia Pozzi
Rosvita, la prima drammaturga del nostro teatro occidentale agli albori dell'anno Mille, Juana Inès de la Cruz, monaca messicana del Seicento, poeta e prima femminista del Nuovo Mondo, la scrittrice neozelandese Katherine Mansfield e la poeta lombarda Antonia Pozzi. Quattro donne vestite di spazio, visibili e trasparenti soltanto nei loro cuori messi a nudo, che parlano con le loro voci come in un dialogo drammatico o in un monologo. Pur lontane tra di loro nel tempo, presentano la differenza femminile, sono donne che hanno pensato e ragionato da sole, libere e forti, a volte leggermente arroganti, a volte radicali o intransigenti ma tutte visitate da tragedie o dolori. Quattro donne che si incontrano in modo simbolico, che fanno parte della storia senza mai incontrarsi direttamente ma solo con il pensiero, un pensiero luminosissimo che ha arricchito il mondo. Il loro viaggio, affascinante e profondo, dentro o fuori la soglia, è stato allo stesso tempo terrestre e celeste, chiaro e cupo, bianco e nero, canto e controcanto, inebriato nello spazio dell'autonomia e della libertà, della conoscenza e della poesia. -
Un piccolo mosaico di carta
L'autrice è voluta tornare indietro negli anni per recuperare ricordi che il passare del tempo a volte sembra cancellare o, perlomeno, offuscare. Un libro carico di emozione per il rievocare avvenimenti che hanno scandito il susseguirsi degli anni giovanili. L'eco di parole, musiche e suoni ha dato voce anche ai sentimenti più segreti, facendo riemergere, dallo sfondo grigio e indistinto dei giorni, gli ambienti, le situazioni, i paesaggi, dipinti con i colori vivi e caldi della memoria. -
La danza dei maschi. Da Béjart ai contemporanei
Dopo le grandi danzatrici del Novecento, dalla Duncan alla Carlson, in questo secondo volume sono di scena i grandi danzatori, da quelli dei Balletti Russi a Laban, da George Balanchine, punto di unione tra il classico e il moderno, a Nureyev e al ritratto di Maurice Bèjart con il suo Bolero, pietra miliare della danza, fino alla versione odierna di Roberto Bolle. Avanzano poi Roland Petit, Michail Barisnikov e Micha van Hoeke, seguiti dai corpi danzanti e dalle visioni dell'era digitale: le sperimentazioni di William Forsythe, la post-modern dance e il Motion Capture di Merce Cunningham e il Motion del rivoluzionario Alwin Nikolais. Si arriva, così, ai danzautori degli anni '80 e '90 in Italia (Giorgio Rossi, Michele Abbondanza, Virgilio Sieni, Enzo Cosimi) e in Francia e Belgio. E infine la danza e le danze del nuovo millennio, i paesaggi coreografici e i danzatori che sperimentano e producono una danza completamente fuori dagli schemi, accennando anche al rap/hip hop, forma coreica certamente identificativa del maschile. -
Visita guidata da Cortona a Chiusi per Castiglione del Lago e il Chiugi
La visita guidata da Cortona a Chiusi per Castiglione del Lago e il Chiugi prende in considerazione un territorio vasto, come si può arguire dal titolo, ma non per questo quel territorio è attraversato di corsa, col rischio di tralasciare testimonianze di importanza storico-culturale. Si susseguono nelle pagine della guida notizie di eroi, sovrani, artisti, santi e popoli, ai quali l'autore dedica una scheda, un appunto, una storia avvolta talora dal manto della leggenda, come quella di Santa Mustiola o dell'anello nuziale della Madonna. E una foto, l'etimologia del nome di un paese, la ricostruzione storica di un evento o di un'opera eseguita sul territorio, l'informazione circa un reperto o l'illustrazione di un'architettura, definiscono, insieme ad altre segnalazioni di rilievo, un organico quadro secolare. Si potrebbe dire che il lavoro di Leo Francesco Lorenzini, che naturalmente si presenta come guida e quindi vademecum del visitatore, si configura anche come un utile strumento per la scuola al fine di promuovere la conoscenza della storia locale. [...] lavoro degno di attenzione. Di facile e gradevole leggibilità."" (Vito Amedeo Cozzi Lepri)"" -
Epistolario: Adele Costa-Gnocchi scrive a Marianna Antonelli. L'amicizia elettiva fiorita nella terra umbra di Montefalco (1900-1950)
La pubblicazione dell' ""Epistolario"""", che raccoglie lettere e cartoline autografe di Adele inviate all'amica Marianna Antonelli, è preziosa non solo per l'ulteriore arricchimento della personalità di Adele ma anche per gli elementi storici, sociali e culturali del Novecento umbro inseriti nel contesto italiano ed europeo."" -
Il nodo e la forbice
Fra i nodi che non sanno districarsi e le forbici che sanno solo tagliare, sembra difficile salvare il filo dei rapporti. Romana e Marcello Rinaldi nascono gemelli in una famiglia di proprietari terrieri degli anni Cinquanta: il padre, fascista nostalgico, si è isolato in una rigida infelicità aggravata dall'assenza della giovane moglie, morta di parto. Allevati da due zie zitelle in una vecchia dimora dall'aria stantia, i due gemelli si legano in una simbiosi di straordinaria intensità, in cui ogni gesto, ogni oggetto e parola acquistano senso nel codice affettivo, linguistico e fantastico che li protegge dalla solitudine. La complicità assoluta dell'infanzia s'incrina nell'adolescenza, per farsi contrasto nell'età adulta, quando Marcello si dedica alle terre di famiglia e borghesemente si accasa, e Romana si esilia in Africa. Il contrasto prenderà le vie rigide e penose della Legge, in una contesa sull'eredità di famiglia che mescola il piano materiale e quello simbolico, portando infine entrambi alla consapevolezza della comune sconfitta. Sconfitta o forse liberazione: scioglimento di nodi, abbandono di inutili forbici. -
Potti, bardasci e bardascitti nella campagna spoletina degli anni '60
Il tuffo nei ricordi di un gruppo di ragazzini che negli anni '60 hanno vissuto l'infanzia in un paesino della pianura spoletina: sono i potti, bardasci e bardascitti che giocano in piazza con i calzoncini corti e con i calzettoni di lana fino al ginocchio e scorrazzano a far la gimkana tra strade piene di polvere d'estate e di buche colme d'acqua in inverno. È una vita semplice la loro, respirata a pieni polmoni in mezzo ai campi ma anche povera. La terra è dura e la vita nel casale ricca di sacrifici, eppure in quel decennio di grandi trasformazioni sociali si respiravano l'ottimismo e la speranza di un boom che si sentiva arrivare anche in periferia dove i valori, i sapori, il calore della vita contadina non verranno mai scalfiti dal tempo. -
Cuciniamo la nostra relazione. Ovvero come curare la maionese impazzita
Questo è un libro discorsivo, sui discorsi; un testo che vuole comunicare sulla comunicazione e il counseling, passando con tutta la sua goffaggine dalla porta della cucina, o della cultura del ""cucinare"""". Una semplice base che attinge alla psicologia, così come alla comunicazione, accentata da alcuni concetti di ordine filosofico, seppure molto pratica e spendibile, che costruiscono insieme una cassetta degli attrezzi pronta all'uso per la gestione delle nostre relazioni. Così come ignoriamo gli ingredienti segreti e nascosti dietro un eccellente piatto dello chef, esistono altri ingredienti nascosti che fanno di una comunicazione l'obiettivo per una eccellente relazione."" -
Trittico delle supplici. Le supplici di Istanbul o le madri del sabato. Le supplici di Riace. Le supplici di Lampedusa
"Mi perseguitano le supplici, mi ossessionano, mi incantano, mi toccano il cuore. Il Trittico si apre in forma di teatro-poesia con """"Le Sspplici di Istanbul"""", conosciute come le madri del sabato, madri e mogli curde che scendono ogni sabato in piazza per chiedere notizie della scomparsa dei loro cari. Seguono """"Le supplici di Riace"""", dedicato a Mimmo Lucano e simboleggiato dal Re Pelasgo, liberamente tratto da """"Le supplici"""" di Eschilo, immaginando che le figlie di Danao, perseguitate dai figli di Egitto, che le vogliono come spose e schiave, arrivino sulle coste dello Jonio e vengano accolte con benevolenza dal Re Pelasgo. Un esperimento con il mio dialetto calabrese, con testo a fronte, per avvicinarci di più al luogo dell'azione scenica. Si chiude con """"Le supplici di Lampedusa"""", in versione rinnovata, liberamente ispirato a """"Le supplici"""" di Euripide, immaginando che le donne, madri e mogli eritree, giungano a Lampedusa per chiedere i corpi dei loro cari morti durante il terribile naufragio dell'ottobre 2013. Al centro vi è il mare, quello di Turchia, di Calabria o di Sicilia, il Mediterraneo divoratore""""." -
Usami
"Versi ardenti (nomen omen), scintillanti, ricchi di sensualità, che si snodano improvvisi, rapidi, come un corso d'acqua che man mano si ingrossa impreziosendosi di vita. Tagli, sottolineature, emozioni dirompenti. Versi traboccanti di dolcezza, """"increspati dal vento"""". Una velata disperazione per l'assenza dell'amore così essenziale; quando lo smarrimento è rincorso da una riconquistata consapevolezza, cede a cromie delicate, trasparenze palpabili tra """"oro e turchese"""", percezioni di pacata bellezza. Sapienza del cuore, che sa riconoscere il cambiamento, la meraviglia, tra """"veli sottili"""" dietro cui il respiro torna sereno. È tempo di mostrarsi, di rincorrersi, di celebrare la vita. Inaspettata intensità che emerge dalle parole di questo giovane poeta""""." -
E poi la brezza soffiò leggera
Un pellegrinaggio laico nei luoghi del dolore. E le parole che in queste poesie lo cantano non sono altro che una danza, una parola che danza perché ne rincorre altre, in una coreografia di tracce e di fantasmi, e le cose, le persone, le sensazioni è come se sparissero. È una danza di parole di morte ma è anche una celebrazione della vita. C'è vita, tanta vita che pulsa in queste poesie, ricordi, erotismo, nostalgie, speranze, rinascite. Ma è la perdita del tempo, che ormai è andato, e porta con sé tutte le altre perdite, soprattutto le persone amate, a diventare protagonista. E qui il tempo perduto è come se ritornasse, non solo quello cronologico ma una temporalità tutta psichica, interiore. Nella seconda parte si recita il kaddish, il canto funebre ebraico, e il dolore fa il suo giro nei campi di concentramento dove ancora se ne sento l'eco. Qui la parola suona, diventa musica e lamento, recitazione a voce alta, e diventa corpo, e poi curva di suono impalpabile, una danza evanescente che porta una brezza leggera dopo la bufera. -
Latine ludere. Giocare con il latino
Il saggio si propone di rivitalizzare la lingua latina, di restituirle il prestigio nella comunicazione, renderle il valore culturale che sta alla base della civiltà occidentale e il ruolo che le compete nel contesto storico politico e religioso della nostra società. È un ""libellum"""" che spiega dettagliatamente lo svolgimento di una gara, dove gli studenti di scuola superiore, con lo spirito di un gioco a squadre, si misurano nel risolvere rebus, parole crociate, completamento di frasi, quiz linguistico-letterari, tutti rigorosamente in latino. L'idea della competizione nasce da una lunga esperienza didattica, per guidare i giovani nei loro percorsi formativi. Prefazione di Francesco Antolini e postfazione di Franco Mezzanotte."" -
Fruscio d'ali. Secondo movimento d'angeli
"Così ti percepisco mezzo biondo e atletico / e se tu sei la casa che abitiamo davanti al nostro giardino / come un nume generoso porti manna e carte nautiche per scalare gli orizzonti / E tu angelo tra il brusio di voci bianche e mescite di liquidi e neri colori / giochi al galoppo polveroso dell'inseguitore che non molla...""""" -
La fatina d'autunno
Una fatina determinata e intraprendente cambia la sua sorte e quella della sua bacchetta magica. Entrambe destinate ai grigiori dell'autunno, con l'aiuto di qualche fidata amica e con la giusta fantasia, trasformeranno la loro vita in un universo pieno di colori. Tutti quelli dell'arcobaleno. Età di lettura: da 4 anni. -
Miei colori amati. Visioni dalla Magna Grecia ionica
La bellezza di questo lungo tratto di Jonio è un enigma. Un senso di immensità tra i monti e il mare dove gli occhi si perdono in una luce sorprendente. Raccontare queste terre è come aprire un antico papiro e scorgervi i segni di fantastiche storie. C'è bellezza di giorno e di notte, bellezza del sole e dell'alba. E quella del tramonto. A quell'ora il cielo sullo Jonio si tinge di una miriade di colori. Il colore di mezzogiorno, in estate, è indescrivibile, violento di afa. Ora di silenzio e di riflessione, ora in cui si sentono le voci lontane degli antenati. Ora di luce, di musica della luce, insieme alle sue ombre E poi c'è la notte, con i suoi morsi teneri di caldo. E poi il mattino, il regalo di quella notte nera e lunare, traforata da stelle lucenti, che brillano sempre, eterne. Non è un caso che l'inquietudine si stempera quando si viene o si torna qui, e la dolcezza, l'incontro umano, diventano naturali e qualcosa di irreale si muove nel fondo dell'aria: il silenzio delle rovine e le voci dei vivi e dei morti, e quelle dei miti, vagando nel tempo, quando queste terre erano terre greche, piene di marmi, di templi, di dei.