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Pensiero politico e letteratura del risorgimento. Atti del Convegno
Il volume comprende gli Atti del Convegno tenutosi in due parti, il 29 novembre 2011 presso l'Aula Moscati della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma ""Tor Vergata"""" sulla letteratura, ed il 16 dicembre 2011 presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio sul pensiero politico, nell'ambito del Progetto """"Pensiero politico e letteratura del Risorgimento"""" della Fondazione Giacomo Matteotti in occasione delle Celebrazioiri del 150 anniversario dell'Unità d'Italia. Nelle rispettive Appendici si è ritenuto utile inserire due interventi in arricchimento e in sintonia con i temi del Convegno."" -
Rivista di politica (2012). Vol. 3
Contributi di: Giulio De Ligio, Joël Mouric, Benjamin Brice, Danny Trom, Pierre Manent, Daniel J. Mahoney, Allan Bloom. -
Voglio un orso. Bianco, tenero, elegante. I bambini di Cosenza scrivono a Babbo Natale
Questo libro racchiude le richieste, i desideri e le speranze dei bambini di Cosenza. Sono le letterine imbucate nelle cassette postali di Babbo Natale dislocate in città e nelle scuole nel dicembre del 2011, in collaborazione con Poste Italiane. Età di lettura: da 6 anni. -
«Recezione» del Concilio Vaticano II. Dal Magistero di Giuseppe Vairo vescovo di Gravina e Irsina al Magistero di Mario Paciello vescovo di Altamura...
Il tema della ""recezione"""" del Concilio Vaticano II, materia così discussa e controversa nel dibattito teologico attuale è la scelta fatta dall'autore del presente volume come un contributo ed un apporto di un dossier, che si aggiunge ai tanti già pubblicati per testimoniare i passi di una chiesa locale viva, conciliare e missionaria. Come ben afferma, infatti, il Pastore L. Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro: """"La recezione del Magistero del Concilio Vaticano il nella tua Chiesa particolare. Il tema è arduo, sia a livello teologico come a livello culturale e pastorale; tu ti sei impegnato in una ricerca molto accurata e puntuale del Magistero, soprattutto del grande mons. Vairo, e poi hai seguito le scansioni del Magistero e della pastorale del grande vescovo Mano Padello, di cui sei stato e sei uno dei collaboratori principali. Uno studio attento dei documenti, un tentativo di leggere l'attesa che il popolo cristiano aveva di questi documenti, un'attenzione anche alla fatica di cercare di attuare nella vita pastorale le indicazioni che venivano dal Concilio. Mi sembra che tu ci abbia messo di fronte a un lavoro storico e teologico che attualizza, in modo pieno, la grande direttiva esegetica sul Concilio che Benedetto XVI ha formulato in questi ul timi anni e che riprende con molta precisione Tu utilizzi una ermeneutica della continuità fra ciò che precede il Concilio e ciò che segue il Concilio, rifiutando una rottura che è stata ed è di carattere ideologico."" -
Giuseppe Pella (1902-1981). Raccolta di discorsi, interviste e scrittisull'Europa 1950-1960
Il contributo della generazione post degasperiana alla costruzione europea è ancora troppo poco approfondito dalla nostra storiografia. Con questo lavoro Gianluca Susta, vuole, con l'occhio attento all'attualità del dibattito sul futuro dell'Europa e sulla necessità/opportunità di un rafforzamento del suo processo di integrazione, togliere dall'oblio l'intenso lavoro profuso da Giuseppe Pella negli anni '50 per la costruzione europea. Da queste pagine esce un ritratto inedito di Pella, molto distante dallo stereotipo del ""cattolico di destra, vagamente nazionalista..."""" dai discorsi, dagli atti parlamentari, dalle interviste qui riportate emerge chiaramente il suo profilo europeista e occidentale, in netta contrapposizione a quello nazionalista a lui generalmente attribuito dopo la tensione per i fatti di Trieste. Certo, non fu indulgente con le politiche keynesiane del """"deficit spending"""" e fu una """"vestale"""" del rigore di bilancio, il che lo fece additare come di """"destra"""" dalle sinistre, anche interne alla DC, in un'epoca in cui i profondi mutamenti economici e sociali intervenuti nel passaggio da una economia rurale a una industriale misero al centro della """"questione democratica"""" la """"questione sociale"""". Resta, comunque, integro il contributo dato dal politico biellese al processo di costruzione dell'Europa che conosciamo, alla sua architettura istituzionale."" -
Cultura della crisi. La politica e il tramonto dello Stato imprenditore (1972-1992)
Questo è un paese affondato nella parola ""crisi"""" come in un mare mosso, periodicamente è costretto a immergerci la testa fin quasi ad affogare, poi le correnti e i venti permettono di prendere fiato illudendosi di essere in salvo, in attesa dell'arrivo di una prossima onda. Il libro ricostruisce sulla base dei documenti delle commissioni parlamentari, ministeriali, scientifiche, il dibattito che accompagnava la traiettoria di declino del sistema di economia pubblica italiana. Lo studio considera la parabola discendente delle partecipazioni statali, dal manifestarsi della crisi, al principio degli anni settanta, fino alla repentina privatizzazione, nel pieno della crisi istituzionale italiana, all'inizio degli anni novanta. La ripetitività degli argomenti, la fatale sterilità delle visioni di politici e tecnici, l'incapacità delle istituzioni di mutare il corso degli eventi, non possono che condurre ad una precisa lettura della storia italiana di questi decenni, e pure degli eventi più recenti."" -
La piazza è mia. Cronache dall'interno di un comune straordinario
È notte. Le strade sono deserte. Il pazzo del paese irrompe nella piazza vuota, gridando: ""La piazza è mia"""". È una delle scene più belle del film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Che la piazza (il paese, la città) sia dei suoi abitanti è una bugia. Quasi sempre la piazza (il paese, la città) è dei politici, dei tecnici, dei burocrati, degli imprenditori. A volte ci prova anche la mafia a prendersi la piazza; a volte ci riesce. Questo libro racconta la storia urbanistica di Villabate, un paese alle porte di Palermo di cui la mafia ha tentato di impossessarsi, e il lavoro fatto per impedirlo. È il racconto di un'esperienza emblematica di azione urbanistica in un contesto mafioso, dal quale è forse possibile trarre qualche riflessione utile sul rapporto tra straordinarietà e ordinarietà nella gestione del territorio. Il punto di vista è ravvicinato, interno, perché chi scrive è responsabile dell'ufficio urbanistica del comune. L'obiettivo non è la denuncia, ma una riflessione su come sia possibile fare urbanistica in enti pubblici difficili perché permeabili alla mafia."" -
Oltre la crisi. Cultura, occupazione, giovani nelle regioni del mezzogiorno
La crisi è una fase di mutamento radicale della quale non si può presagire l'esito. Nell'esperienza italiana una sorta di crisi cronica tocca da molto tempo un territorio complesso come il Mezzogiorno, un comparto unico e fragile come la cultura, uno strato importante della società come le nuove generazioni. Se ne parla in modo appassionato e spesso conflittuale ma non si riesce a costruire una strategia per estrarne il valore potenziale, che potrebbe rappresentare un punto di forza per la crescita. Questo volume affronta questioni la cui analisi critica può condurre a comprendere fenomeni pregnanti, a elaborare indirizzi di politica culturale, a identificare i possibili strumenti che stimolino l'emergere e il consolidarsi di imprese e di progetti capaci di attrarre giovani professionisti, di mettere a sistema risorse culturali inestimabili, di generare benessere per la comunità territoriale e valore per i visitatori. In una parola, per attraversare la crisi in modo fertile ed efficace. L'analisi mette a fuoco processi talvolta circondati da luoghi comuni, tentando di comprenderne il senso e le implicazioni: dal capitale sociale all'impatto della cultura, dal mercato del lavoro giovanile all'infrastruttura culturale del Mezzogiorno. Raccoglie e prende in esame alcune importanti esperienze che mostrano opportunità concrete di progettazione culturale colte da gruppi di giovani imprenditori ed esperti. -
Il pensiero riformatore calabrese. Gli intellettuali e la Repubblica del 1799
La Calabria repubblicana del 1799 nasce dall'impegno pubblico di un nutrito gruppo di intellettuali riformatori, uniti dall'orientamento politico realista, attenti alla prassi, al dialogo tra le istituzioni e ostili alla predestinazione teologica e al fatalismo storico. Il pensiero riformatore del Settecento calabrese è figlio di quell'Illuminismo ""conservatore"""" che proprio in Calabria trova i suoi esponenti più rappresentativi. Filosofi, giuristi, economisti, poeti, patrioti, preti, maestri di scuola liberi e coraggiosi spingono per la modernizzazione, l'abolizione del regime feudale, l'educazione al """"pubblico"""" e l'affermazione di una convivenza civile fondata sulla riforma dell'economia, dell'istruzione e della partecipazione politica. In linea con la tradizione repubblicana napoletana ed europea, i riformatori calabresi si riconoscono nei valori etici del patriottismo e della cittadinanza."" -
Law & mathematics. Il diritto nel prisma di un modello matematico
Esistono delle proporzioni matematiche connaturate alla valorazione giuridica? La risposta affermativa a questo quesito, ed il successivo sviluppo di un modello quantitativo conforme all'assiologismo giuridico, costituiscono il terreno di indagine nel quale è radicato il presente saggio. I due autori hanno intrecciato le rispettive competenze giuridiche e matematiche al fine di tessere un ordito idoneo ad ""imbrigliare"""" le circostanze e le situazioni della realtà giuridicamente rilevante in numeri, funzioni, vettori, matrici, grafici e tabelle. L'esito di questo sforzo dipana un tessuto organico, in cui il numero esprime i valori giuridici, garantendo un adeguato bilanciamento tra le ragioni del determinismo naturalistico e dell'indetenninismo discrezionale. Un set di leve e parametri garantisce un congruo margine di scelta per il titolare del potere di decisione. Rivolto, in prima battuta, alla comunità scientifica, questo saggio auspica l'introduzione di una nuova disciplina, la """"Law&Mathematics"""" (Analisi matematica del diritto). Tale obiettivo richiederà ulteriori approfondimenti interdisciplinari, test e validazioni da parte dei lettori."" -
L' intellettuale in rivolta. L'antagonismo politico nelle riflessioni di Michel Foucault, Michel Onfray, Herbert Marcuse, Noam Chomsky, Howard Zinn, Colin Ward...
Lo scopo del nostro saggio è stato quello di interpretare - attraverso la riflessione di Vittorfranco Pisano, Loup Francart e Francois Géré l'approccio antagonista dell'intellettuale militante rispetto ai capisaldi ideologici del sistema dominante e cioè rispetto alla forma giuridica dello Stato o allo Stato in quanto tale, al sistema economico, alla distribuzione del potere o al potere in quanto tale sottolineando come le modalità operative poste in essere dall'intellettuale militante per opporsi al potere in tutte le sue concrete articolazioni, si siano concretizzate nella azione diretta (cioè nel sabotaggio e nella disubbidienza civile), nella controinformazione e nella organizzazione di collettivi e/o organizzazioni sociali alternative - almeno sulla carta - a quelle esistenti. -
La famiglia. Il genoma che fa vivere la società
Di fronte ai profondi cambiamenti della famiglia, regna oggi una grande incertezza. Ci si chiede: la famiglia naturale, ovvero normo-costituita, è una istituzione del passata oppure ha ancora davanti a sé un futuro? Questo testo va alla ricerca di risposte plausibili, basate su fatti sociologici. La tesi di fondo è che la famiglia così concepita, nonostante i mutamenti in atto, rimane una istituzione del futuro. Le ragioni che vengono qui presentate sono di vario ordine, ma fondamentalmente si basano sull'argomento che la famiglia possiede un ""genoma"""" proprio, che non è biologico, ma sociale. Se questo genoma viene seriamente modificato, fino a perdere la sua identità, la società ne risente in termini di perdita di coesione sociale e di alienazione umana. La società dopo-moderna risente di queste modificazioni, ma deve anche elaborare delle risposte di empowerment del genoma familiare. Il testo spiega come ciò avvenga, con quali conseguenze e quali siano le possibili prospettive per la famiglia di domani."" -
La pretesa. Quale rapporto tra Vangelo e ordine sociale?
Il culto cristiano non è un atto privato, ma possiede un carattere pubblico che impegna le relazioni sociali, tra gli altri così la pensava Max Weber. L'analisi sociale può mettere in luce alcuni elementi di questa pretesa. Essa si manifesta in un atteggiamento non passivo dei credenti nei confronti delle istituzioni sociali. Ogni pretesa di neutralità viene smascherata e combattuta, al paradigma della laicità viene opposto quello della libertà religiosa. Il cristianesimo resta Chiesa, ovvero qualcosa la cui misura di riferimento è l'intera città e non una sua dimensione o una sua componente, siano essa la religione, la famiglia, il piccolo gruppo, la vita emotiva dell'individuo o altro. È il vangelo che irrompe nel tempo della storia e lo trasforma in saeculum. Alla pretesa laica si oppone una pretesa secolare. E il cristiano, anticipato dal vangelo, interpreta un ruolo dinamico all'interno della vita pubblica e dunque anche politica che lo ""smarca"""" da una visione clericale che ridurrebbe il suo agire ai confini della pastorale."" -
Think-tank all'italiana. Storia della Fondazione Magna Carta: dieci anni di attività
Attraverso la ricostruzione della storia della Fondazione Magna Carta, il volume fornisce uno spaccato della politica italiana negli anni della Seconda Repubblica, analizzato dalla prospettiva di uno dei primi think tank di stampo liberal-conservatore sorti nel nostro Paese. Ideata nel 2002 e costituita nel 2003, Magna Carta si dà l'ambizioso obiettivo di diventare il centro di riferimento ed elaborazione culturale del centrodestra italiano. Dai suoi esordi ad oggi, ripercorre in maniera critica i principali temi al centro dell'agenda nazionale e internazionale: il trauma dell'11 settembre 2001, la questione identitaria, il rapporto tra ragione e fede nel dialogo tra laici e cattolici, la riforma dello Stato e della Giustizia. La storia di Magna Carta è la storia di un think tank nato sul modello americano e cresciuto nella realtà italiana. Uno strano innesto che ha mostrato, in questi dieci anni, molti punti di forza ma anche di debolezza, che vengono indagati senza fare sconti. -
La croce e il filo spinato. Tra prigionieri e internati civili nella Grande Guerra 1914-1918. La missione umanitaria dei delegati religiosi
Nella Grande guerra 1914-1918 vennero per la prima volta creati grandi campi di concentramento di prigionieri e di internamento di civili, nei quali vennero rinchiusi milioni di persone che vi rimasero spesso per anni, sino alla fine delle ostilità e oltre, tra notevoli sofferenze per l'isolamento, la fame, le malattie e il rigore del trattamento, quando non vi trovarono la morte a seguito di ferite o di epidemie. L'azione di controllo e di soccorso della Croce Rossa Internazionale venne affiancata da organizzazioni umanitarie ma al contrasto della sindrome delle barriere di filo spinato, alla cura morale e spirituale e alla valorizzazione delle persone, insieme con la tessitura di legami con le famiglie e con concreti aiuti materiali, provvidero soprattutto le Chiese cristiane, la Santa Sede e gli episcopati, che si avvalsero di visitatori religiosi svizzeri cattolici e riformati, delegati ufficialmente dal loro Governo. Questi operarono in stretta solidarietà e spirito ecumenico, visitarono i campi di prigionia e di internamento delle due parti combattenti in tutta l'Europa e provvidero alla cura morale e spirituale e all'aiuto materiale dei prigionieri e degli internati civili, gettando così anche un seme di pace e di fratellanza. -
Istituzioni, persona e mercato. La persona nel contesto del liberalismo e delle regole
Il libro si prefigge lo scopo di analizzare alcuni aspetti rilevanti del pensiero economico moderno e contemporaneo. È diviso in quattro parti: ""Uno sguardo alla teoria"""", """"Alle origini dell'economia civile"""", 'Testimoni della libertà"""" e """"Una prospettiva"""". Nella prima parte, l'autore prende in considerazione la prospettiva teorica dell'economia sociale di mercato, individuando i suoi possibili nemici interni ed esterni. Oltre alla suddetta prospettiva teorica, nel saggio successivo, si affronta il tema della dicotomia tra etica ed economia e la loro rispettiva pretesa egemonica. Nella seconda parte, è presentata l'opera economica del filosofo tardo settecentesco Melchiorre Delfico, il cui contributo fondamentale ha interessato gli studi sulla libertà del commercio e sulla funzione della """"legge"""", in quanto strumenti di """"incivilimento"""". Come testimoni della libertà, l'autore presenta la figura di Luigi Sturzo, sottolineando il suo meridionalismo liberale, e un'analisi comparativa di alcuni documenti che hanno segnato il passaggio di un epoca, all'indomani della Seconda guerra mondiale: il Cadice di Camaldoli, il Manifesto di Friburgo e il Piano Beveridge. Il libro si conclude con un saggio di prospettiva, dove l'autore analizza alcuni temi chiave della più recente enciclica di Benedetto XVI: la Caritas in veritate, confrontandoli con la prospettiva teorica del liberalismo delle regole e dell'economia sociale di mercato."" -
L' Italia dimenticata. Dalla «brutte époque» all'Agenda Monti
Un debito pubblico di 2 mila miliardi di euro. Una disoccupazione giovanile ai massimi storici. Un'etica pubblica, un senso dello Stato e un senso civico ai minimi storici. Un Mezzogiorno abbandonato al suo destino. Un'enorme evasione fiscale. Un ventennio con la crescita media del PIL vicina allo zero. Il livello dei consumi fermo al 1997. Il dilagare dell'antipolitica e del neopopulismo. Sono questi i cardini dell'eredità che ci ha lasciato la brutte epoque, racchiusa negli anni fra il 1994 e il 2011. Tutto questo è avvenuto perché le classi politiche (e buona parte delle classi dirigenti), negli anni della brutte epoque hanno ""dimenticato l'Italia"""", e i suoi veri problemi. La """"rivoluzione liberale"""" promessa si è invece rivelata una pericolosa miscela esplosiva di vacua demagogia, deteriore populismo, negazione della realtà dei problemi, e corporativismo accattone. Se tante sono le responsabilità della destra, pure la sinistra spesso è stata obnubilata anche da un antiberlusconismo di comodo che, accanto a una certa dispersione di forze e demagogia, ne ha offuscato la capacità di governare o di essere una seria opposizione. Sulla base di questa impostazione, Luigi Tivelli, che ha potuto man mano osservare """"accanto alla stanza dei bottoni"""" il degrado progressivo dei governi e la progressiva impotenza dei Parlamenti, ripercorre, tramite capitoli basati su una scrittura insieme plastica e divulgativa (e alternando diagnosi e proposte innovative), le tante """"dimenticanze"""", in materia politica."" -
Gli accordi di sicurezza nel sistema internazionale contemporaneo (1989-2010)
Il sistema internazionale contemporaneo sperimenta sfide peculiari alla sicurezza degli attori internazionali e della comunità internazionale, che derivano da una mescolanza di matrici di instabilità che ci sono giunte dal passato, come la proliferazione degli armamenti convenzionali e non convenzionali, e che hanno le loro radici peculiari nelle dinamiche politiche del presente, come il terrorismo transnazionale. Di conseguenza, gli Stati hanno dovuto rivedere gli strumenti a loro disposizione per rispondere a un panorama strategico nuovo, complesso e in continua evoluzione. Questo volume intende contribuire alla comprensione di come ciò sia avvenuto studiando gli accordi di sicurezza: gli accordi formalmente stipulati dagli Stati per regolare gli scopi e i mezzi delle politiche di sicurezza. Esso presenta dapprima i risultati di una ricerca quantitativa originale che illustra come gli attori internazionali hanno cooperato fra il 1989 e il 2010 per produrre sicurezza comune, offrendo sia il quadro di insieme del sistema internazionale sia la comparazione fra le sue grandi potenze: Brasile, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Russia e Stati Uniti. Quindi, il volume approfondisce in modo qualitativo le prospettive individuali di questi Stati, interrogandosi sulle ricadute strategiche che la cesura del 1989 ha portato loro e su quali soluzioni essi hanno sperimentato per gestirle. -
L' autunno sindacale del 1969
Nell'autunno 1969 la straordinaria partecipazione dei lavoratori all'azione negoziale condotta dai sindacati in una difficile stagione contrattuale ha segnato un crinale importante nella storia sociale e politica del nostro Paese. Il volume presenta studi e interpretazioni che animano il dibattito scientifico sulla soggettività sociale dei sindacati degli anni Sessanta, sulle suggestioni e sulle contraddizioni delle relazioni di lavoro dell'""autunno caldo"""", sui lasciti che quel periodo di rivendicazioni sindacali ha lasciato nelle relazioni industriali degli anni Settanta, sul complesso rapporto tra regolazione sociale e politica. Si ripercorrono, dunque, le problematiche della programmazione economica e del mutamento sociale, il sovrapporsi delle proposte """"unitarie"""" nelle diverse prospettive sindacali, il cammino della legge """"Statuto dei Lavoratori"""", l'articolazione della vertenzialità sindacale, la ricerca di nuovi paradigmi di relazioni industriali. Riflettendo sull'autunno del 1969, infine, si è condotti a riflettere sul percorso complessivo della storia italiana."" -
Élite in crisi. La revoca degli eletti in democrazia
La democrazia rappresentativa si fonda sull'assunto che esista un'elite con la vocazione al potere politico. Ma fino a che punto può spingersi la delega che i governati conferiscono ai governanti? È pensabile che, in situazioni limite, li possano revocare prima del termine del mandato? Può essere utile per tenere alto il livello della classe politica e, insieme, alimentare il senso civico e la cittadinanza attiva? È il problema che cerca di affrontare questo libro, muovendo dall'istituto anglosassone del Recall, vale a dire della revoca dell'eletto a seguito di una petizione popolare. Nel 2003 Arnold Schwarzenegger ha assunto la guida politica della California proprio grazie al Recall del governatore in carica. L'istituto della revoca ha conosciuto così un'attualità inattesa nelle democrazie liberal-democratiche, al punto che il governo britannico in carica lo ha inserito nel proprio programma di riforme istituzionali. Questa sensibilità è uno dei prodotti più evidenti delle trasformazioni che sta conoscendo la democrazia contemporanea, in cui diversi fattori - si pensi alla sfiducia crescente che pervade i cittadini, al continuo ricorso ai sondaggi d'opinione, alla ""mediatizzazione"""" della politica et al. - premono sull'istituto della rappresentanza, segnalando l'opportunità di un ripensamento del suo profilo. Prefazione di Giuliano Urbani.""