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Rivista della Corte dei Conti (2016). Vol. 1-2
In questo fascicolo: La spesa per le funzioni statali ell'età del federalismo; Il Def 2016; I bilanci pubblici consolidati; Le spese del Csm; Giurisdizione e fermo amministrativo; L'evoluzione della contabilità pubblica; Le società pubbliche. -
Prospettiva persona. Trimestrale di cultura, etica e politica (2016) vol. 95-96
La rivista ""Prospettiva Persona"""" nasce nel 1992 a Teramo per iniziativa di Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola, in ideale continuità con la rivista francese """"Esprit"""", nel sessantesimo anniversario della fondazione ad opera di Emmanuel Mounier e con """"Progetto Donna"""". Si occupa di: filosofia, bioetica, economia, etica, politica, pedagogia, sociologia, religione, storia delle idee, arte, musica, letteratura, cinema dal punto di vista del bene della persona e lo fa attraverso studi, dibattiti, confronti, recensioni, interventi, profili, interviste."" -
Titolo. Rivista scientifico-culturale d'arte contemporanea. Vol. 12
La rivista, nella vecchia edizione, nasce nel 1990 con l'intento di occuparsi di arte, ed anche di architettura, contemporanea, senza seguire i richiami delle mode e del mercato. Hanno sempre trovato spazio le analisi di movimenti, situazioni, singoli artisti, non necessariamente recentissimi, non essendo la redazione affetta di ""giovanilismo"""" né volendo occuparsi solo di quello che avviene oggi, cioè è sempre attenta alla dimensione """"storica"""" (anche del presente). Ciò non ha impedito di presentare per primi artisti emergenti, ed anche molti critici, oggi presenti sulla scena dell'arte, hanno mosso i loro primi passi proprio su """"Titolo"""". A fronte dell'eccessiva esterofilia di larga parte del sistema dell'arte italiano, """"Titolo"""" dà maggior spazio all'arte italiana: questo non per uno sciocco nazionalismo, ma nella convinzione che, culturalmente e scientificamente, l'arte italiana non debba patire sensi di inferiorità rispetto alle altre. La rivista è stampata rigorosamente in bianco e nero - solo la copertina, disegnata appositamente ogni volta da un artista, affermato o emergente, come Castellani e Zorio o Chiesi e Airò, è a colori convinti che siano di cattivo gusto cravatte sgargianti, quando si richiede una più elegante """"cravatta nera"""". Dal 2010 la rivista cambia formato e periodicità, infatti diviene 2 Quaderni in uscita semestralmente."" -
Stalking e stalker. Profili normativi e criminologici
Il termine femminicidio non nasce per caso, né per impatto mediatico né per ansia di precisione o predilezione statistica. Dallo stalking al femminicidio nel profondo delle radici della violenza, in un viaggio verso la cultura del rispetto dell'uguaglianza e della parità di genere e della non violenza e discriminazione. Un contributo alla prevenzione e al contrasto alla violenza nel difficile percorso che deve necessariamente partire dall'età evolutiva per una crescita sana ed equilibrata dei rapporti umani e della vita di relazione, baluardo imprescindibile ai mali del nostro tempo. -
Lezioni di diritto costituzionale. Università di Roma 1908-1909
Questo volume raccoglie un corso di lezioni di Diritto costituzionale tenute da Luigi Luzzatti all'università di Roma La Sapienza, durante l'anno accademico 1908-1909. Dimenticate, sommerse dalla polvere del tempo, queste lezioni, raccolte da Riccardo Ventura, sono rimaste inedite per oltre un secolo, fin quando - su impulso di Giuseppe De Lucia Lumeno - ne è stata qui decisa la pubblicazione. Molte delle idee e delle anticipazioni di Luzzatti trovano piena rispondenza nelle istanze del mondo che viviamo e, sotto certi aspetti, risultano tuttora incompiute e fornite, perciò, di una forte carica per il futuro. Rimane l'ammirazione per la sorprendente modernità. -
Disoccupazione imprenditorialità e crescita. Cosa frena davvero i disoccupati?
Per favorire il superamento di un periodo recessivo sono spesso invocate politiche a sostegno dell'impreditorialità. Ciò ha una sua ragione: solo dalla creatività imprenditoriale possono emergere le soluzioni per la crescita. Tuttavia queste politiche vengono spesso pensate dall'alto, senza definire il problema della mancata scelta imprenditoriale dal punto di vista dei senza lavoro. Grazie ad una collaborazione con il CFI - Cooperazione Finanza Impresa, con la sua trentennale esperienza di workers buy-out, il gruppo di ricerca del Luiss-Laps cerca di capire quali sono i motivi che impediscono ai disoccupati italiani di trasformarsi in imprenditori - preferenze personali o accesso al credito, costi regolatori o mancate competenze, ecc. - così da poter dare ai policy makers indicazioni empiricamente fondate. -
Giovani e mercato del lavoro nella strategia Europa 2020. Competitività e istruzione tra speranza e illusione
Le competenze specifiche rappresentano un fattore chiave per i giovani ed il lavoro rimane un valore desiderato dell'esistenza umana. In un contesto in continuo cambiamento, i giovani italiani sono chiamati ad offrire un importante contributo alla crescita sociale ed economica dell'Europa. Ma il passaggio naturale e spesso scontato dal mondo della scuola e della formazione a quello del mercato del lavoro, nell'ultimo decennio si configura sempre più difficoltoso ed all'insegna di una strada incerta e tortuosa da percorrere, non essendo ancora ben chiari i legami e le corrispondenze tra formazione, sostegno all'occupazione e conseguente sviluppo economico. Un quadro dove si evidenziano diversi fenomeni sociali che rappresentano, in modo evidente, il ""disagio"""" del nostro sistema educativo ed economico. Ma nonostante l'elevata disoccupazione, si stima che in Europa un ingente numero di posti resta vacante, soprattutto nei settori della tecnologia ed informatica, e che dovranno essere occupati da giovani dotati di competenze adeguate e con una visione chiara e pratica di come """"va il mondo adesso"""". Nella speranza e forse nell'illusione che tutto cambi, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia non si può certo rimanere fermi. La conoscenza, la dinamicità e la preparazione dei giovani sono indispensabili alla costruzione di una loro identità ed alla realizzazione umana e professionale. Questi sono i fattori alla base di una società che vuole affrontare il cambiamento."" -
La Repubblica di Caulonia tra omissioni, menzogne e contraddizioni
Il volume nasce dal desiderio che non vadano disperse le testimonianze di un accadimento che ha avuto come teatro Caulonia, paese dell’Alto Jonio della provincia di Reggio Calabria. Una sommossa di alcune centinaia di persone, durata pochi giorni e conclusasi con l’omicidio di un sacerdote, consumatasi con violenze messe in atto in nome della politica e dell’antifascismo. Si avvalse di un improvvisato Tribunale del popolo che avrebbe dovuto “giudicare” agrari e fascisti, ma che in realtà agì duramente, più che altro per vendette personali, su povera gente che fascista non era, rimandando al contempo incolumi la maggior parte sia degli gnuri che dei fascisti. Nel ripercorrere quegli eventi l’autore ricostruisce, attraverso le testimonianze raccolte anche dai protagonisti, non soltanto quanto accaduto nei giorni della sommossa, ma anche il contesto sociale del tempo. Molti di coloro che presero parte alla rivolta erano povera gente, alcuni privi di ogni forma di sostentamento, ed a loro un sindaco dal passato malavitoso aveva fatto sognare “vita civile per tutti, liberazione dall’oppressione, da ogni sfruttamento”. Ben presto essi compresero che la speranza di impossessarsi delle terre per lavorarle in proprio e trarne direttamente i benefici, non si sarebbe realizzata. Scuteri sostiene che quei giorni videro protagonista sicuramente Pasquale Cavallaro, il sindaco, ma anche il Partito comunista. Un lavoro di ricerca appassionato per cercare di fare chiarezza su alcuni accadimenti di una triste pagina di storia locale. -
Francescana e bonariana. Gavina Beatrice Manca (Ozieri, 1910-Palermo, 1979)
Il Sant’Uffizio, la S. Congregazione dei Religiosi, il card. Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, mons. Giuseppe Petralia, futuro vescovo di Agrigento, i Cappuccini, i Frati Minori, le Francescane Missionarie d’Egitto, i salesiani Dante Forno e Gino Corallo, pedagogista di fama internazionale, le sorelle Corallo, Figlie di Maria Ausiliatrice, il domenicano Roberto Stomeo, penitenziere della basilica romana di S. Maria Maggiore, sono alcune tra le Istituzioni e le persone la cui vita si è intrecciata con quella di Gavina Beatrice Manca (1910- 1979), una donna sarda che, dopo alcuni anni di vita religiosa, ha fondato a Palermo l’Istituto Nostra Signora di Bonaria per l’educazione dei fanciulli. Il volume costituisce il primo studio storico-critico sulla vicenda biografica di questa donna il cui ricordo è vivo tra quanti l’hanno conosciuta. -
Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale. Vol. 21-2
La ricchezza del patrimonio storico e archeologico della Calabria, dalla protostoria all'età ellenistica, non si esaurisce nello splendore della cultura delle città magno-greche fiorite lungo le coste ionica e tirrenica, ma include la serie di insediamenti degli Enotri che con esse avevano in varie forme interagito fino all'epoca classica e di quelli dei Brettii strutturatisi dalla metà del IV secolo a.C. in poi. Disseminati nelle aree collinari, a controllo dei punti di accesso dalla costa e della viabilità interna favorita dal sistema idrografico, tali insediamenti solo negli ultimi decenni hanno cominciato ad essere sistematicamente indagati. Con questo secondo volume si porta a compimento il progetto ""Enotri e Brettii in Magna Grecia"""", avviato un decennio fa allo scopo di favorire la conoscenza e la valorizzazione di tutti questi siti presenti nel territorio regionale in un'ottica di continuità e con attenzione alle modalità di interazione fra Greci e Italici."" -
Ospedale da campo. Memorie di un medico cattolico, dalla guerra di Libia a Caporetto
Ottobre-novembre 1917, dodicesima battaglia dell'Isonzo, disfatta di Caporetto. Di quel tragico momento sente l'eco il giovane ufficiale medico Filippo Petroselli, appena trasferito con il suo reparto a Bassano del Grappa. «Non dite - avverte - che il soldato italiano ha tradito.» E nelle sue memorie ammonisce: «Ricordatelo! La guerra non purifica. È una menzogna! La guerra è una melma che tutto copre e imputridisce». Già in Libia con gli alpini, Petroselli ama la «santa immagine della patria». Ma è intriso di spirito cristiano, e in lui amor di patria e pietà per il costo umano della Grande Guerra si confondono in una lettura critica degli eventi. Scritte nel 1920-21, le sue memorie antiretoriche, talvolta ironiche, talvolta cupe, sempre realistiche, aprono uno spaccato sul clima culturale italiano del travagliato secondo decennio del Novecento. Risorgimentale ""riluttante"""", formatosi in un ambiente familiare e sociale clericale, il primo conflitto mondiale è stato per Petroselli l'«inutile strage» di Benedetto XV."" -
Gabriele De Rosa
Gabriele De Rosa (1917-2009), storico e figura di primo piano nella vita culturale, politica e sociale del nostro Paese, ha insegnato nelle Università di Padova, Salerno – ove è stato a lungo rettore – e Roma “La Sapienza”. È stato presidente dell’Istituto Luigi Sturzo dal 1979 al 2006, senatore della Repubblica per due legislature dal 1987 al 1994 e deputato dal 1994 al 1996. È stato fondatore e segretario generale dell’Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa di Vicenza e fondatore e presidente dell’Associazione per la storia del Mezzogiorno di Salerno e Potenza. I suoi contributi sulla storia del movimento cattolico italiano, su Luigi Sturzo, sulla storia della Chiesa e della pietà popolare e sulla religiosità nell’Italia moderna e contemporanea, sempre sorretti da un rigoroso metodo scientifico, hanno consentito una rilettura originale e incisiva della storia politica, sociale e religiosa del nostro paese. L’Istituto Luigi Sturzo, in occasione del centenario della nascita di Gabriele De Rosa, ha deciso di raccogliere e pubblicare una serie di contributi, a opera di allievi, colleghi e amici, su aspetti e momenti del suo impegno sul piano accademico, culturale e politico. Ne esce un quadro ricco e variegato, che ci consente di mettere a fuoco la personalità di un intellettuale animato da una intensa passione civile e da una viva sensibilità morale e religiosa, che ha lasciato una traccia profonda della sua presenza nella storia del Novecento italiano. -
Lavoro indecente. I braccianti stranieri nella piana lametina
L'indagine che presentiamo è il risultato a cui è pervenuta l'Associazione Comunità Progetto Sud svolgendo una ricognizione di dati e materiali attinenti alle condizioni dei braccianti stranieri nell'area lametina. Il volume pertanto si inserisce in quel filone di studi che pongono l'attenzione a quelle forme occupazionali che si configurano come indecenti e sovente anche in maniera para-schiavistica. Ovvero tutte quelle forme occupazionali che si caratterizzano - come recitano le norme correnti - con un lungo orario, con un salario basso e con la mancanza di protezione contro gli infortuni. Questi aspetti seppur in maniera dissimile da quelli riscontrati in altre aree agricolo-rurali della Calabria, ad esempio nella Piana di Sibari o in quella di Gioia Tauro, sono ben presenti all'interno di contingenti bracciantili immigrati. L'indagine, da questa prospettiva, ha scandagliato la dimensione specifica del mercato del lavoro regionale, i segmenti del medesimo dove maggiore è la presenza straniera e all'interno di questi dove maggiori sono le modalità occupazionali più dure e pericolose, facendo emergere una realtà che tutti percepiscono ma che nessuno riconosce come modalità di sfruttamento grave e dunque sanzionabile giuridicamente. Le attività lavorative ai limiti della legalità non appaiono episodiche o semplicemente marginali, ma del tutto incardinate nelle pratiche usuali del mercato del lavoro locale. Sono dunque pratiche che non appartengono al passato remoto, ma purtroppo sono di presente attualità. -
Gli amici senza volto di Corleone. Tramonto insanguinato di una Repubblica nata male
Il libro rievoca la drammatica storia di sangue e di fango che ha avuto inizio con la nascita della Repubblica e dura tuttora. Ricorda le pagine buie di questa storia, caratterizzata dalla presenza inquietante di organizzazioni che hanno rappresentato un pericolo per la stabilità delle istituzioni; la morte di Enrico Mattei e le altre numerose morti ""misteriose"""", che hanno scandito i passaggi più scabrosi della storia repubblicana; le stragi e gli omicidi del terrorismo nero e rosso; la strage di Ustica; il sequestro e l'uccisione del presidente DC Aldo Moro, il sequestro e la liberazione dell'assessore regionale DC Ciro Cirillo; Tangentopoli e Mafiopoli. Si sofferma, in particolare, sulle c.d. stragi di mafia, da Portella della Ginestra a Capaci, Roma, Firenze e Milano, cercando di dimostrare come esse non siano state soltanto stragi di mafia, ma stragi, nelle quali, oltre alla mafia, vi erano presenze esterne; e sottolineando come, accanto alle verità giudiziarie, non sempre facilmente raggiungibili, vi siano, comunque, da ricercare le verità politiche e morali, che misurano il grado di civiltà del paese e della sua classe dirigente."" -
Un prete
Un prete novantenne, per nulla stanco, anzi contento di barcamenarsi tra i vivi, ricapitola il suo inglorioso passato: l’ordinazione sacerdotale imposta da ascendenze familiari; il ministero esercitato da burocrate senza entusiasmo e senza depressioni; l’attaccamento ai principi tradizionali; il sesso consumato con donna d’altri. E, sullo sfondo, i mutamenti sociali, le emigrazioni, le alluvioni e i loro riflessi sulla vita di una piccola comunità tra le due guerre. Intimo come una confessione, involontariamente comico, minuzioso come un registro parrocchiale, ""Un prete"""" riporta l’ordinaria avventura di una coscienza che nella vita ha cercato, senza affanni, di assecondare il proprio destino."" -
Cambia Calabria che l'erba cresce
La Calabria ha conosciuto per troppo tempo, anche nel periodo più recente, una forma di stasi e di immobilismo che l'ha fatta andare indietro ma non c'è scritto da nessuna parte che il cambiamento non sia possibile anche a queste latitudini. In passato la Calabria è cambiata, e molto: se pensiamo alle condizioni dell'immediato secondo dopoguerra ad esempio. Ma oggi resta molto indietro, e non solo e non tanto perché tutti gli indicatori la danno in caduta. C'è una sostanziale debolezza delle classi dirigenti a tutti i livelli, una pochezza di ambizioni, visioni poco alte che hanno alla fine allargato una storica marginalità e perifericità anche in riferimento ad altre aree del sud Italia. Un solido terreno di cambiamenti è però presente da alcuni anni nello stesso gracile tessuto economico e molto si potrebbe fare in collegamento alle risorse naturali e turistiche se solo sfruttate meglio di quanto non lo siano oggi. Ma si tratta di esempi, di iniziative che non fanno rete. La rete, appunto. Questo appare il punto più debole su cui si dovrebbe lavorare di più e meglio. Creare cioè un tessuto connettivo in grado non solo di far dialogare tra di loro le mille esperienze positive che ci sono e che ogni giorno portano i loro sforzi a eccellere in campo nazionale e a volte anche internazionale. Un tessuto connettivo che tenga assieme e dia un segnale unitario (se non unico) di cambiamento già oggi in atto e che renda ancor più visibili gli atti concreti che non trovano invece una cornice entro cui essere calati e valorizzati appieno. -
Fatti foste per viver di turismo
Perché il turismo non è mai divenuto l’asset economico principale della Calabria, nonostante la regione abbia una forte vocazione in tal senso? Perché i calabresi non sono mai riusciti a campare di turismo, nonostante questo sia un tema ricorrente nel dibattito politico? A questa e ad altre domande il libro, scritto anche per i non addetti ai lavori, tenta di dare risposta. Attraverso una raccolta di riflessioni, nate prendendo spunto da fatti realmente accaduti negli ultimi sei anni, l’autore mette in evidenza pregi e difetti dei comportamenti dei calabresi (sia in veste di classe dirigente che in quella di imprenditori o semplici cittadini) in materia di turismo. Il turismo è affare di tutti i calabresi, avverte l’autore, non deve essere un obiettivo delle istituzioni come erroneamente si tende a pensare ma, semplicemente, una conseguenza dello stile di vita di una popolazione. Finché i calabresi non staranno bene con se stessi, finché non vivranno bene essi stessi, finché la qualità della loro vita non migliorerà, non potranno far stare bene e accogliere neanche i loro ospiti e non potranno apparire attrattivi agli occhi dei potenziali visitatori. -
Rogerius (2017). Vol. 1: Gennaio-Giugno.
Bollettino dell'Istituto della Biblioteca Calabrese. -
Siamo molto popolari. Controstoria di una riforma che arriva da lontano e porta all'oligopolio bancario
La riforma delle banche popolari ha colpito un sistema che per centocinquant'anni ha finanziato la crescita delle piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto connettivo del paese. Perché questo sistema è stato colpito in Italia e mantenuto altrove? A chi faceva comodo - magari in Europa - indebolire il nostro apparato industriale già messo a dura prova da dieci anni di crisi economica e dalla moneta unica? Fino all'arrivo dell'Unione Bancaria le banche popolari non hanno mai pesato sui contribuenti visto che la categoria risolveva i problemi al suo interno. Diversamente da quanto accaduto con le banche commerciali a cominciare dalla nascita dell'Iri negli anni '30. La riforma delle banche popolari è stata fatta con un decreto. Una procedura certamente anomala già condannata da diversi giudici. La scelta del governo Renzi precede di poche settimane la svolta della Bce che avvia il programma di acquisto di titoli di Stato in Europa. Il piano mette in sicurezza il debito pubblico italiano e consente allo Stato di risparmiare circa venti miliardi di interessi. Il sistema delle popolari non era una foresta pietrificata ma un universo in evoluzione che stava già disegnando una proposta di riforma. Perché il governo non ha dato tempo e modo di confrontarsi su questo progetto? Ora che le principali banche popolari non sono più popolari, il credito al territorio - col giusto criterio - non sarà più assicurato. Le banche dei grandi fondi punteranno tutto sul risparmio gestito, senza rischi. E le imprese che vorranno finanziarsi dovranno ricorrere al capitale di rischio. Chi potrà lo farà, ma ai piccoli imprenditori cosa resta? -
Oro e piombo. Il mercato della grande guerra. Pubblicità, cinema, propaganda. 1914-1918
Nella prima Guerra mondiale, la propaganda che aveva il compito di mobilitare le masse trasse spunto dalla pubblicità e la pubblicità sfruttò il conflitto per vendere al meglio le merci, diventando al contempo parte integrante della comunicazione bellica. In definitiva la pubblicità si trasformava in propaganda così come la propaganda utilizzava la pubblicità: un intreccio diabolico costruito per vendere sia le merci che la guerra. Incuranti del massacro, della violenza, dei sacrifici che milioni di uomini erano costretti a subire, le aziende del fronte interno sfruttavano l'evento per aumentare i loro profitti: il patriottismo degli affari non aveva alcun pudore. Lo Stato divenne onnipresente nella vita sociale, e il marketing patriottico collaborò traendo profitto dalla guerra delle immagini. E in questo tragico contesto che nasce la moderna fabbrica del consenso.