Sfoglia il Catalogo ibs043
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6001-6020 di 10000 Articoli:
-
Belice. Il terremoto del 1968, le lotte civili, gli scandali sulla ricostruzione dell'ultima periferia d'Italia
Un terremoto nell'ultimo angolo d'Italia, dove già si muore ogni giorno di fame e di soprusi. Un gennaio con un freddo eccezionale. I paesi distrutti. Anni di vita nelle baracche. Una ricostruzione fatta di promesse tradite e mai davvero completata. Questa è stata nel 1968 - ed è oggi - la tragedia del Belice, la prima grande catastrofe naturale nella storia della Repubblica italiana. Ma il Belice è stato ed è molto altro. È stato teatro delle lotte non violente di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori per le dighe, il lavoro e la scuola; dell'attivismo di Lorenzo Barbera contro la speculazione sulla ricostruzione e in favore del servizio civile al posto di quello militare. Nel Belice Ludovico Corrao ha lavorato per attuare il suo sogno utopistico su Gibellina e sul Mediterraneo intero e poco distante, ad Alcamo, ha offerto il suo sostegno a Franca Viola, che rifiutò il matrimonio riparatore con il mafioso che l'aveva rapita. Nel Belice, donne eccezionali come Piera Aiello e Rita Atria hanno trovato il coraggio di dare una svolta alla loro vita diventando testimoni di giustizia. -
Vasandhi. Schiava in India, schiava in Italia
Il viaggio di Vasandhi comincia da Alagapuri, nel sud dell'India, luogo povero d'acqua e di cibo ma ricco di spiritualità, amicizia e amore, unici antidoti contro prevaricazione, violenza e morte, all'ordine del giorno. Data in sposa giovanissima e contro la sua volontà a un italiano molto più anziano di lei, arriva nell'Italia settentrionale e qui conoscerà l'abisso. Ma non si arrenderà mai e farà di tutto per sfuggire al mondo sommerso in cui è stata calata e per ridare dignità al dolore, trasformando le ingiustizie in ragione di lotta e di resistenza. Una storia vera, dei nostri giorni, che entra nel cuore del lettore e ci rimane per sempre. ""Spero che Vasandhi possa diventare parte di voi, come è stato per me"""". (Alessandro Haber)"" -
Messico in bilico. Viaggio da vertigine nel paese dei paradossi
Muovendosi tra dimensioni umane e sociali e lambendo versanti politici e geopolitici, questo libro offre un biglietto per un viaggio da vertigine sulle ""montagne russe"""" dei paradossi messicanirnUn repentino, brusco rimbalzo tra estremi di bellezza ed eccessi di violenza: viaggiare in Messico significa questo. Viverci vuol dire tutto questo. Il Paese più a sud dell'America del Nord ammalia con il suo fascino, ma è difficile muoversi da cronista per andare in cerca delle persone e delle storie vere che entrano nelle drammatiche statistiche sulla criminalità e sul narcotraffico. Quando le trovi, l'impatto è scioccante. Il Messico ti sconvolge con la nitidezza dei suoi colori, ma quasi ti assuefà agli intrecci tra smerci di droga, armi ed esseri umani. Ti risveglia al sorriso con la piacevolezza della cucina, ma ti colpisce con un pugno allo stomaco per la familiarità con la corruzione. Ti fa sentire accolto dalla giovialità della sua gente, ma ti spiazza con l'omertà. Ti porta in alto con la sua radicata spiritualità, ma ti atterrisce con la banalizzazione del valore della vita umana. """"È nel Messico che si gioca il destino delle Americhe, Stati Uniti in testa"""". (Lucio Caracciolo)."" -
Senza grazie. Ventisette storie nella metropolitana di Londra
Pino Sassano, in Senza grazie, ci conduce nel viaggio in senso proprio e interiore che i passeggeri affrontano nell’underground della capitale britannica nell’indisponibilità di comunicazione con gli altri e, di conseguenza, senza “grazie” da dover scambiare con chicchessia. rnrnrnrn""Metropolitana di Londra, una delle più grandi """"metropoli italiane"""", se è vero che ci vivono un quarto di milione di nostri connazionali. I passeggeri affrontano il loro viaggio interiore nell'underground della capitale britannica nell'indisponibilità di comunicazione con gli altri e, di conseguenza, senza """"grazie"""" da dover scambiare con chicchessia. Come """"senza grazie"""" - sans serif - è il carattere tipografico della London Underground, ideato ad hoc nel 1916. Un carattere privo di elementi che segnano i tratti terminali delle lettere. Tratti terminali che - tout court - rimandano al carattere dei personaggi e delle storie di questo libro, davvero simbolici del periodo dis-grazia(to) che viviamo. """"Senza grazie"""" profuma dei miasmi psichedelici del 'fumo di Londra'; è una sorta di rappresentazione scenica, ma soprattutto sonora, di un'esperienza underground. Un'esperienza acre, rumorosa, stridente, maleodorante e commovente come una giornata nel down world, nel Mondo di Sotto""""."""" (Leon Pantarei)"" -
L' Afrique c'est chic. Diario di viaggio di un medico euroafricano
Diario di viaggio di un medico impegnato da anni in missioni umanitarie in Africa, ""L'Afrique c'est chic"""" è scritto in prima persona da un protagonista ironico, a volte un po' impacciato ma appassionato nel compiere il proprio lavoro.rn«In macchina verso la città, ripensando all’accaduto e alla comprensibile provocazione del collega, ho un flash.rnPerché non inventare qualcosa di automatico che metta in comunicazione una particolare richiesta clinica con un’opportuna risposta?»rnrnrnMalawi, Mozambico, Togo, Tanzania, Centrafrica e altri Paesi sono narrati in presa diretta anche attraverso le contraddizioni di alcune capitali africane che si muovono verso una veloce """"occidentalizzazione"""" e spaccati di vita locale, come la storia di Isaac, bambino di strada in Togo, o l'incontro con Salimu, ragazzino in cura in un ambulatorio tanzaniano. Le missioni, organizzate per tenere corsi di formazione a personale sanitario locale o per aprire nuovi centri di telemedicina, dipingono un nuovo modo di fare cooperazione che si sta sempre più diffondendo negli ultimi anni. È il raccontare come lo slogan """"aiutiamoli a casa loro"""" viene realizzato in modo quasi naturale da molte realtà di cooperazione internazionale. Ne deriva un libro leggero, divertente, mai superficiale, che aiuta il lettore a guardare all'Africa e alla globalizzazione con occhi diversi: una chance, non qualcosa da cui difendersi."" -
Memorie da due mondi. Storia di Stelita, tra dittature sudamericane e libertà
La vita straordinaria di una donna nata in Cile e vissuta nell'Italia fascista, sfuggita, per un funambolico equilibrio della fortuna, ai massacri della dittatura argentina. “La storia personale della protagonista di questo libro è un chiaro riflesso del fatto che il lavoro per la Memoria, la Verità e la Giustizia non conosce frontiere”. - Estela de Carlottorn“La vita di Stelita è stata avventurosa, intrigante, ricca di episodi e avvenimenti. Ma con tanta sofferenza e resistenza, per vicende storiche, politiche e personali di cui è stata protagonista”. - Riccardo Nouryrn“Di Stelita si apprezzava il calore e la cordialità della comunicazione; il garbo, finezza e gentilezza di un’antica educazione; la vivacità e apertura intellettuali; l’impegno politico e umanitario; la profondità spirituale”. - Maria Cristina BartolomeirnNarrata come il lascito di memoria di una formidabile novantenne, la biografia ripercorre la nascita di Stelita a Valparaíso, in Cile, l'infanzia nell'Italia del regime tra un collegio di suore e l'altro, l'università a Urbino durante la guerra, il matrimonio in Inghilterra con un soldato polacco, l'approdo nell'Argentina peronista degli anni Cinquanta. Un percorso itinerante che sembra fermarsi nella grande Buenos Aires, ma che sarà squarciato dalla repressione del regime militare. La persecuzione dei sacerdoti terzomondisti e la scomparsa di amici e persone a lei molto vicini la portano a tentare allo stremo una fuga che si rivelerà tanto surreale quanto salvifica, verso, per ironia della sorte, il Cile del dittatore Augusto Pinochet... -
Tempesta
La potenza del corpo e della parola. La potenza dell'evocazione. La potenza della guerra e della pace. Dell'amore e dell'oblio, in un libro dalle emozioni forti, con un apparato fotografico firmato da Mario Boccia. ""A tutto c'è, dovrebbe esserci, una spiegazione. Riflettevo sulla grandezza di questo mondo, sulla moltitudine e le diversità che possono arricchire una persona. Eppure ci si dimentica spesso della delicatezza delle mani sulla pelle, tra i capelli. Spesso non ci è permesso neanche di ricordare chi siamo, da dove veniamo. Anzi, spesso capita che, con orrore, ci impongano di cancellare questi ricordi. Io invece vorrei lasciarmi travolgere dalla Tempesta mentre le vado incontro..."""". (Salih Selimovic)"" -
L'ultimo barile. Tutto si sta esaurendo, inclusa la libertà
I grandi libri hanno spesso anticipato gli eventi, raccontando mondi futuribili che poi si sono materializzati. La lotta al terrorismo, la brutale propaganda mediatica e politica, la rinuncia ai diritti in nome di una non meglio precisata sicurezza sono temi contemporanei che ci accompagneranno nei decenni a venire. E nello sviluppo di questo grande libro. Alì, un tempo soldato, un tempo cristiano, si è convertito all'Islam per amore di Aisha. Con lei ha accettato di vivere in un bunker sotto le lapidi di un cimitero abbandonato. Il loro compito è di custodire l'ultimo barile di petrolio rimasto. In un clima di propaganda brutale, in uno scenario di guerra e di odio, di tecnologie avanzate e di povertà assoluta, le frequenze della ""Radio Nazionale"""" tengono informati i cittadini sugli sviluppi della lotta al terrore e sulle intenzioni dell'esercito e della politica nei confronti della comunità islamica. """"Prendetevi una giornata libera e leggete 'L'ultimo barile' tutto d'un fiato. Anche perché, se non sarete organizzati, vi troverete costretti a farlo comunque in quanto non riuscirete a smettere"""". (dalla Prefazione di Marco Cortesi)"" -
Fuga dall'Egitto. Inchiesta sulla diaspora del dopo-golpe
Un'inchiesta all'interno della nuova diaspora egiziana, composta dagli esuli di ultimissima generazione. Giornalisti, sindacalisti, artisti, medici, poeti, politici e attivisti per i diritti umani scappati dal loro Paese quando, dopo íl golpe dell'estate del 2013, i militari sono tornati al potere. rn«Azzurra Meringolo con questa panoramica umana sugli esuli da un Paese governato da una dittatura ci sollecita a non lasciare nel dimenticatoio donne, uomini e processi che non abbandonano il campo a seguito di una sconfitta, ma la metabolizzano e riprendono il cammino con altre modalità, ma con lo stesso orizzonte ideale» - Moni Ovadiarn«L’Egitto è considerato da molti Paesi occidentali un partner chiave nella lotta al terrorismo a livello regionale e questa è la giustificazione usata per rifornirlo di armi, software di sorveglianza e altro materiale, nonostante le prove che dimostrano il loro utilizzo per commettere gravi violazioni dei diritti umani» - Riccardo NouryrnrnUn viaggio che parte da New York e Washington, tocca la Silicon Valley, Londra, Berlino, Doha, Istanbul e arriva quasi al Polo Nord. I nuovi esuli egiziani sono arrivati fin qui per sfuggire al carcere, a sommari processi di massa, a tentativi di cooptazione, alla censura di chi non voleva che raccontassero - ad esempio - dettagli scomodi sulla tragica fine di Giulio Regeni. Per alcuni l'esilio è arrivato dopo lunghi periodi di detenzione, segnati da torture fisiche e psicologiche. Dalla diaspora raccontano il viaggio con il quale è iniziato il loro esilio, spesso una fuga improvvisa che li ha resi parte di quella che alcuni storici hanno già definito la più importante ondata migratoria nella storia dell'Egitto contemporaneo. E tra gli esuli che sognano di tornare in patria nasce anche una nuova intellighenzia, che lavora per quando in Egitto tornerà la libertà. -
Il coraggio e la follia. Ritorno a Mostar
È difficile dopo trent'anni di vita e di lavoro in Italia reintegrarsi nel proprio Paese d'origine, sconvolto dalla guerra degli anni Novanta. Soprattutto quando quel Paese, la Bosnia Erzegovina, è stato sprofondato mezzo secolo indietro nella storia da un conflitto spaventoso, dalla corruzione, dalla difficoltà di comunicazione tra gruppi nazionali, ma a volte anche tra persone che vivono nello stesso palazzo. Le difficoltà in cui versa il Paese, quelle quasi insormontabili dell'associazionismo, la crudeltà della politica, la corruzione delle istituzioni, il maschilismo dilagante e la difficoltà d'essere donna vengono ricostruite e raccontate in questo prezioso diario di una donna contro-tendenza e contro-mano, tornata a vivere in una Mostar spaccata in due e orfana del suo cantore più magnifico, l'amico e maestro Predrag Matvejevic. Prefazione di Aldo Di Biagio. Introduzione di Fatima Neimarlija. -
Sotto la cenere. Nel ventennio, quando vivere era in qualche modo resistere
Dodici vicende realmente accadute, di ordinaria quotidianità, eppure divenute oggetto di indagini, causa di processi e a volte di dure condanne durante il ventennio fascista. Storie di donne e di uomini esistiti, riproposti con libertà narrativa nel tentativo di restituire il loro universo interiore, fatto di incertezze e di speranze, di delusioni e di paure, di fronte a un mondo che, con proclami epocali e annunci roboanti, si allontanava sempre più dai loro bisogni reali, rendendo le loro difficoltà ancora più insopportabili. Storie che ricordano, come un monito, ciò che può accadere a chiunque, nella vita di tutti i giorni, quando l'esistenza del singolo viene subordinata a indefinibili mete o a fumosi interessi superiori o quando per sfuggire alla miseria morale e materiale di un periodo poco felice ci si lascia ammaliare da prospettive mirabolanti, da semplificazioni o da ideologie che individuano la soluzione di tutti i problemi nella lotta apocalittica contro il ""nemico"""" di turno. Presentazione di Alessandro Portelli."" -
Il sognatore di specchi
Tutto cominciò quella sera, nel giorno in cui il mondo smise di avere un senso... Fu un risveglio agitato nel cuore della notte, l'eco di un nome, forse quello di una persona amata e inspiegabilmente dimenticata, che risuonava nella mente confusa di un uomo. In un viaggio profondo attraverso le tempeste dell'inconscio, il protagonista di questo fin troppo realistico romanzo di fantascienza lotta per restituirci la consapevolezza di noi stessi. Una sinfonia ambientalista, un inno alle emozioni e, al contempo, un'amara istantanea della società contemporanea dove gli incubi diventano reali e solo i sogni possono salvarci, a patto che si abbia il coraggio di ascoltarli. Solo alla fine di una lettura che scorre via rapida come in un film, sapremo se la nostra umanità abbia o meno una possibilità di salvezza e un'ultima inaspettata occasione di ricominciare. -
Vivi e lascia morire
«Doma l’animale incapace di resistere.»rnL'occasione poetica sgorga dall'entusiasmo d'una nuova amicizia. La dedicataria di ""Vivi e lascia morire"""" è penna che non stenterà a emergere e scalare ogni vetta, nonché una preziosa consolatrice e consigliera eclettica. Il miracolo avviene attraverso il filtro d'un telefono che, da strumento di tortura, si fa tramite indispensabile a colmare la distanza. Si susseguono dieci frenetici giorni primaverili in cui Luca Perrone si scortica le mani in una solitaria standing ovation a Dioniso e al Caos. Le uniche pause, gli unici intervalli che si concede, le sobrie apollinee apparizioni, che getta su carta, sono le disciplinatissime ore dedicate alla stesura di trenta dei trentatré componimenti della silloge. Solo tre poesie hanno infranto una regola personale: sono state scritte in stato d'ebbrezza e appartengono alla sezione """"Vivi e lascia morire. Sbronzo"""". Non si tratta di poesia intima e impellente, di sfogo personale, di ritagliare uno spazio d'espressione lirica in una vita altrimenti comoda e inalterabile: """"Vivi e lascia morire"""" è il messaggio nella bottiglia; il poeta si è dedicato ai versi col bisturi e la mano ferma, il cervello acceso e vorticosamente in cerca di lemmi da sventagliare con un mitra cordiale ma letale."" -
La Bosnia e il rinoceronte di pezza. Alima e altre voci
Testimonianze in presa diretta, lacrime e speranze in un libro in cui al centro non vi è la guerra, ma le donne, e in cui una di loro, Alima, si erge come protagonista grazie alla sua voglia di andare avanti per fare sì che il dialogo prevalga sulla violenza, la vita abbia la meglio sulla morte. C'è un doppio piano narrativo in questo libro, che cerca un linguaggio nuovo, in bilico tra teatro civile e racconto: la ricostruzione dei fatti che sconvolsero la Bosnia Erzegovina durante la guerra d'inizio Anni '90 è squarciata dalle pagine in cui Alima tratteggia il suo personale percorso di superamento del dolore. Alima non rappresenta solo se stessa, è il simbolo di tutte le donne bosniache che hanno vissuto sulla propria pelle l'intero campionario degli orrori di un conflitto ancora oggi quanto mai attuale. ""Aleotti ricostruisce le ragioni, le motivazioni e le conseguenze di una storia collettiva, dando vita a un teatro di narrazione che è allo stesso tempo teatro civile, nel quale l'autore si fa carico di trasmettere qualcosa che oggi diventa sempre più sottile: la memoria dei fatti"""". (Simona Silvestri)"" -
Venezuela, l'eden del diavolo
Un popolo senza medicine, senza cibo, vittima di un’iperinflazione incontenibile, brutalizzato da un regime repressivo e corrotto e dalla violenza di gruppi paramilitari che agiscono indisturbati. Così si vive in Venezuela.rn«Hanno strappato alle persone il desiderio di vivere e di emergere, quindi oggi la grande sfida che abbiamo è seminare speranza»rnrnL'angoscia di un popolo attraverso la testimonianza diretta di undici vescovi e due cardinali, che nel corso di una straordinaria visita Ad Limina Apostolorum hanno incontrato papa Francesco rendendosi portavoce delle tribolazioni dell'intero Paese. La gente del Venezuela è senza medicine, affamata, vittima di un'iperinflazione incontenibile, brutalizzata da un regime repressivo e corrotto e dalla violenza di gruppi paramilitari che agiscono indisturbati. Questo libro raccoglie le testimonianze dei prelati e la loro ricetta per portare il Venezuela fuori dall'attuale tremenda crisi economica, sociale e politica, che lo rende a tutti gli effetti l'Eden del diavolo. ""In questi oramai vent'anni di potere chavista, nel Paese si è prodotta una distruzione delle istituzioni pubbliche e private, attraverso espropri e una riduzione immensa dell'apparato produttivo, con la concentrazione dell'impiego nelle mani dello Stato. Inoltre, la restrizione delle libertà di informazione e di opinione ha fatto sparire quasi completamente la presenza di mezzi di comunicazione indipendenti. La caduta drastica della popolarità del governo lo ha condotto a disconoscere la Costituzione e a non permettere elezioni di nessun tipo, perché sa che le perderebbe in maniera eclatante"""". (Card. Baltazar Enrique Porras Cardozo) Prefazione di Alessandro Monteduro. Introduzione di Asdrúbal Aguiar."" -
Rue la solitaria
Due sorelle adolescenti. Anastacia, la maggiore, bellissima, esuberante e volitiva, la figlia perfetta. Rue, la minore, chiusa e riservata, attenta al suo mondo e per questo non compresa, a cominciare dalla famiglia stessa. Tra loro due si inserisce Harry, il bel tenebroso fidanzato di Anastacia. Amori, feste, amicizia e dubbi adolescenziali si dipanano in questo romanzo breve scritto con un linguaggio e un ritmo narrativo incalzanti, verso un finale inaspettato e brillante. Prefazione di Luigi Contu. Postfazione di Benilde Naso Mauri. -
L'Africa non uccide più. Il percorso di un intero continente per l’abolizione della pena di morte
L’Africa non è solo sinonimo di miseria e arretratezza. Oggi il continente è cambiato, è diventato la terra delle mille opportunità, e sta dando un contributo notevole al percorso abolizionista della pena di morte, configurandosi come il secondo continente, dopo l’Europa, sulla strada dell’eliminazione della pena capitale. È convinzione comune che l’Africa sarà decisiva in questa battaglia di civiltà e di umanità, per i contenuti dell’umanesimo africano espressi lungo tutta la sua storia. In Africa l’abolizione della pena capitale è associata alla ricerca di una vera giustizia, non vendicativa ma riabilitativa. La maggior parte degli Stati ritiene la pena di morte una violazione irrimediabile della sacralità della vita e della dignità umana, che impoverisce e non difende le società che la applicano. Le recenti positive evoluzioni in questa battaglia, mostrano qual è l’apporto che l’Africa può dare in termini di civiltà al nostro tempo. Presentazione di Mario Giro. Introduzione di Luciano Eusebi -
Jugo-Rock. La vita e l'amore al tempo della guerra
Estate del 1990.rn«""Jugo-rock"""" è sì un romanzo, ma è fatto di avvenimenti tali che lo spavento e la miseria umana della guerra jugoslava scaraventano il lettore nell’abisso dell’odio fratricida» – Pierpaolo Capovillarn«La mia città è famosa per la birra. Quando dico che sono di Karlovac, tutti sorridono e mi fanno il segno della bottiglia, con mignolo e pollice alzati, esclamando “Karlovacko pivo!”.rnLa nostra birra si beve in tutto il Paese. Ce ne sono anche altre, ma la nostra è la migliore. E costa anche meno. Forse per quello la bevono tutti. Per me è sia la meno cara che la migliore. E di berne un’altra non mi passa neanche per la testa. A parte quando qualcuno porta qualche birra straniera, allora l’assaggio volentieri. Ma non capita spesso.rnIo e i miei amici ne beviamo molte, più che possiamo. Ci troviamo tutti i giorni al parco, nella parte più interna, vicino al lato posteriore del grande hotel. Lì non ci passa mai nessuno, solo qualche ospite ogni tanto si affaccia da una delle mille finestre del grande palazzo alto sei piani. Noi ci divertiamo a mandarli affanculo, tanto non ci sentono.»rnUn diciottenne di Karlovac, Croazia, ha appena terminato la scuola superiore. Passa il tempo tra musica punk e scazzottate. I genitori, preoccupati per il suo comportamento turbolento, decidono di mandarlo a lavorare in Germania. Un'esperienza intensa e formativa, interrotta però bruscamente dalla chiamata per il servizio militare. Un anno di fatiche, umiliazioni e violenza in una Jugoslavia che a dieci anni dalla morte di Tito non è più né unita né socialista. Durante il periodo di ferma la situazione precipita e scoppia il conflitto. Il ragazzo diserta per tornare nella sua città e arruolarsi a combattere nella polizia croata. Appena gli è possibile, torna in Germania e riesce facilmente a costruirsi una nuova vita, ma senza riuscire a integrarsi realmente. Torna allora in Croazia seguendo un destino di violenza che lo attrae come in un vortice."" -
La nota imperfetta
La somma di tante imperfezioni crea la perfezione, nonostante le imperfezioni ci spaventino.rn«Questo deve fare la poesia autentica, mai confermare sentimenti o pensieri (più spesso capita di veder confermati pensierini) ma rompere la crosta, aprire varchi, superare siepi, legare infinito e finito in nuovi nodi, nuove sorprese, nuovi incanti. Questo con la sua arte mai altezzosa compie Annalisa Frontalini» - Davide Rondonirn«Le poesie di Annalisa sono gesti composti, sono la preghiera di un corpo fragile. Non gridano, sussurrano. Parlano piano, a chi vuole ascoltare. Non fingono mai, non cercano metafore folli, impensabili, buone per stupire» - Giovanni Boganirn«Il tempo di un fiammifero accesorne di noi solo un’idea.rnE allora, perché?rnVale piu un bacio di mille ragioni.»rnAl centro di quest'opera coraggiosa e intimista vi è l'idea dell'imperfezione, sottesa a tutte le liriche: la perfezione della vita costituita dall'insieme di tante imperfezioni; l'imperfezione causa di paura e che pretende coraggio; la presa di coscienza della bellezza dell'imperfezione propria e dell'altro che favorisce la libertà di espressione di sé e l'accoglienza dell'altro nel modo più puro; l'imperfezione come essenza dell'essere umano che, proprio attraverso di essa, acquista il suo valore e la sua unicità; la ricerca della perfezione attraverso continue esperienze imperfette, quindi l'imperfezione come stimolo alla crescita e al miglioramento di sé. -
Come vivere felici senza mal di schiena. Affrontandolo e sconfiggendolo grazie ad alcuni utili consigli
Beghin ripercorre attingendo, non solo dalle sue esperienze personali ma anche da quelle professionali come fisioterapista, i comportamenti che ci possono aiutare a stare meglio e quelli invece da evitare.rn""Fin da giovane ho sofferto di un gran mal di schiena. Ho scelto per questo di fare degli studi che mi consentissero di capire che cosa stesse accadendo al mio corpo e che mi permettessero di prendermi cura di me stesso. Non ho smesso per un solo istante di lavorare su di me, per cercare di eliminare la sofferenza e allo stesso tempo di migliorare la mia condizione fisica. Un giorno ho deciso di mettere la mia esperienza e la mia positività al servizio degli altri. Da qui comincia il mio viaggio nelle parti del corpo più sollecitate dai dolori, in particolar modo la schiena e la cervicale. In questo libro cerco di mettere a disposizione di chiunque ne abbia bisogno dei consigli per vincere il mal di schiena, per tornare in forma o per mantenere il proprio corpo al meglio. La vita è una sola: cerchiamo di viverla come si deve e d'essere sempre positivi. E facciamo i semplici esercizi che consiglio in un capitolo ad hoc. Male non potrà di certo fare ma è probabile che ci faccia del bene"""".""