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La bambina con le infradito
Siamo tutti un po' profughi nella vita. A volte alla ricerca di radici che ci tengano ben saldi coi piedi a terra. A volte alla ricerca di valori. Poi ci sono i profughi veri, quelli che scappano da condizioni disumane, che i valori li hanno ben chiari ma non possono esercitarli perché privi di libertà. È dignità rubata, la loro. Ma in ogni storia di vita c'è sempre la speranza di un futuro migliore. Mery, la protagonista di questa storia, è l'esempio tangibile che ci sono persone ancora dotate della forza di elevarsi. Lei incarna la forza e la caparbietà di una ragazza che diventa una donna grande e una grande donna nonostante la vita l'abbia privata delle sue radici e l'abbia messa fin da piccola duramente alla prova. Ideale dai dodici anni in su, una storia controcorrente fatta di comprensione e tolleranza, ambientata in un mondo che ha bisogno di recuperare umanità. Età di lettura: da 12 anni. -
La pace fredda. È davvero finita la guerra in Bosnia Erzegovina? Con DVD-ROM
“La pace è fredda perché la guerra è ancora calda. Basta esaminare l’apartheid ancora dominante nel sistema scolastico o il rifiuto di una memoria non dico condivisa ma almeno solidale e rispettosa. Basta osservare il disinteresse delle autorità alla richiesta di giustizia che ancora si leva dalle donne sopravvissute allo stupro. Con la giustizia non si fanno soldi e non si ottiene consenso: col clientelarismo e la corruzione sì”. (Riccardo Noury)rnNel novembre del 1995 gli Accordi di Dayton hanno fermato la guerra in Bosnia Erzegovina, ma non hanno costruito una vera pace. Un quarto di secolo dopo la fine del conflitto del 1992-1995 uno scrittore, un cooperante e una film-maker sono andati alla ricerca dei testimoni del conflitto, le stesse persone che, dopo la firma degli accordi di pace, si sono rimboccate le maniche per cercare di ricostruire un Paese che invece è diventato prigioniero di nazionalismi, corruzione, povertà e odi instillati a tavolino, in una società duramente messa alla prova da lutti e abbandono. Jovan Divjak, Pero Sudar, Amor Mašovic, Staša Zajovic, Bakira Hašecic, Kanita Focak, Jacob Finci, Dervo Sejdic e tanti altri testimoni raccontano senza nulla tacere la guerra, il ritorno alla pace, le difficoltà, le speranze e le delusioni della Bosnia Erzegovina, ma anche della Serbia, di oggi. Da Sarajevo a Bratunac, via Belgrado, da Višegrad a Srebrenica, le voci dei protagonisti si rincorrono, superando le appartenenze culturali, per raccontare le tragedie individuali e familiari. Un quarto di secolo dopo, la Bosnia Erzegovina ha ancora attaccato alle caviglie il peso incalcolabile del conflitto, che la sta facendo sprofondare sempre più in basso. Sul presente e sul futuro si addensano nere nubi. Eppure, stando a sentire i protagonisti di questo lavoro, c’è ancora qualcosa che instilla una speranza di cambiamento nei bosniaco-erzegovesi. -
Terre di nessuno
C’è una parte d’Europa sconosciuta ai più, quella degli Stati fantasma: territori che hanno dichiarato l’indipendenza senza essere riconosciuti come tali a livello internazionale. Sono entità che vivono in un limbo diplomatico, nate quasi tutte negli anni Novanta.rnrn«Lì dove in questi anni era possibile intravedere un germoglio di appartenenza europea che lottava per affermarsi e crescere, prima o poi è sempre arrivato Paolo Bergamaschi per proteggerlo e raccontarlo». - Massimo Cirri e Sara ZambottirnrnAbchazia, Ossezia del Sud, Transnistria, Gagauzia e Nagorno-Karabakh sono luoghi ai più sconosciuti dove scoppiano conflitti locali spesso ignorati in Occidente, che hanno lasciato sul campo una scia di vittime, di relazioni spezzate e di separazioni violente. A esserne colpite sono Moldavia, Georgia e Azerbaigian, tutte ex repubbliche dell’Unione Sovietica. A cui va aggiunta, più di recente, la guerra in Ucraina per il Donbass. Ad appiccare il fuoco, con l’eccezione del Nagorno-Karabakh, è sempre la stessa mano, quella russa. E nelle terre di nessuno non esiste lo stato di diritto o, quando c’è, è estremamente precario.rnA questo si aggiungano l’indipendenza a metà del Kosovo e i casi di Scozia e Catalogna, che scuotono non solo l’Europa in quanto tale ma l’intera Unione europea. -
In Cina. Vino, società e costumi
"Sono arrivata in Cina con i miei punti fermi; non troppi, certo, ma almeno due o tre certezze su cui costruire la mia vita, quelle sì; vederle messe in dubbio le ha rinforzate. Per i giovani cinesi è difficile averne, in balìa di un mondo sempre diverso, con regole e ideali in continua trasformazione e il precetto di ubbidire più che di pensare"""". Un'analisi profonda e affascinante della Cina contemporanea scritta in prima persona con stile frizzante e colloquiale partendo dal lavoro dell'autrice in un'azienda cinese importatrice di vino italiano. Il vino offre la cornice per parlare di cultura, influenze storiche, gestione societaria, scelte imprenditoriali, cambiamenti e obiettivi politici della presidenza Xi Jinping, ma anche delle difficoltà quotidiane d'interrelazione e degli stereotipi che ci dividono. In appendice, un prezioso focus su dati economici generali del Paese, aziende italiane in Cina, relazioni Cina-Italia, sviluppo del settore enologico e descrizione delle regioni vinicole. """"Il libro di Bianca è frutto di un arduo lavoro, di tanta esperienza, di moltissimi momenti di sconforto, di qualche soddisfazione e di un continuo interrogarsi, con un occhio all'Italia e tutti e due gli occhi sulla Cina."""" (Renata Pisu)" -
Dottore le giuro che era morto
Attraverso le vicissitudini del dottor Clementi, medico dell'ospedale San Crispino, si dipingono, in modo leggero e con sagace humor, quadri di vita quotidiana colorati da sfumate contraddizioni della Sanità italiana: l'aumento sproporzionato del ricorso a esami strumentali, spesso inutili, ma che vanno di moda; il rapporto dei medici con i pazienti, i colleghi, gli infermieri e con gli informatori farmaceutici; i congressi scientifici, sorta di sfilate di moda; il grande business delle agenzie di pompe funebri che non conoscono crisi; il tutto intervallato da spaccati di vita ospedaliera che culminano nella clamorosa costatazione di un decesso... ""non andato a buon fine"""". Prefazione di Gabriele Cirilli. Introduzione di Sandro Petrolati."" -
Fortezza Libano. Tra tensioni interne e ingerenze straniere
La storia e le peculiarità del Libano di ieri e di oggi, specchio delle contraddizioni arabe oltre che cartina al tornasole dei contrasti che investono Oriente e Occidente. Il Paese dei cedri viene raccontato indagando le crescenti conflittualità interne, le ripetute crisi politiche, le aspre problematiche della regione, le inquietanti sfide economiche, il singolarissimo rapporto tra musulmani e cristiani e la scottante questione dei rifugiati siriani. Con uno sguardo che si nutre della ricchezza letteraria e culturale che ha caratterizzato il Levante. -
Come un pesce rosso
Un libro concreto, diretto, a tratti ironico e persino umoristico, scientificamente solido e simpaticamente autobiografico. Al centro di tutto, due protagonisti: un medico “pentito” diventato uno dei pionieri della Telemedicina italiana e un virus che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Un virus che il medico “pentito” è stato chiamato a sconfiggere e che nel breve volgere di una settimana ha invece sparigliato tutte le carte in tavola, portando il dottore spedito in “prima linea” sul confine di una gran brutta avventura sanitaria. Come un pesce rosso attraverso una narrazione brillante e incalzante fa luce sulle tante contraddizioni di questi tempi di pandemia, smonta tante fake news che hanno invaso la rete e suggerisce molte indicazioni concrete: come organizzare la casa se c’è un familiare con il Covid-19, cosa è bene fare e cosa è meglio evitare, quali accortezze mantenere. Il domani che tutti aspettiamo, il post-Covid, non dev’essere semplicemente il tornare come prima, ma un impegno a diventare migliori, scardinando alcuni vecchi modelli che hanno mostrato tutta loro inadeguatezza. In sanità come nella vita di tutti i giorni. Prefazione di Max Giusti. -
Reparto paternità
Tredici istantanee immortalano a ritroso i momenti cruciali nella vita di un padre, Agostino, e Hermann, il suo figlio ""speciale"""". Accanto a loro compaiono altri uomini alle prese con le stesse sfide: la paternità, il lutto, il tradimento, la solitudine, l'amore per il figlio più debole, l'incapacità di manifestare i propri sentimenti profondi. Così l'album dei ricordi diventa un libro universale, autentico e denso, in cui """"i rapporti e la vicinanza tra gli esseri umani trionfano, nel bene e nel male. Storie che ci accompagneranno, tenendoci per mano, come un piccolo patrimonio al quale attingere quando se ne ha bisogno"""". (Olivia Molteni Piro)"" -
Dieci dritte per essere viaggiatore
Se avete fatto un viaggio, dovrete ammettere che avete provato una sensazione duplice. Limite e libertà, conferma e cambiamento, partenza e ritorno. Perché il viaggio è questo, è partire per tornare, superare il limite per conoscerne uno nuovo, crescere e tornare alle radici. Per farlo, non c'è una modalità unica. Ogni viaggiatore e viaggiatrice crea un'esperienza a sé, un modo di vivere la vita, dunque di viaggiare, che della vita è parafrasi e metafora. Una cosa però ci accomuna tutti: le emozioni. Rabbia, gioia, paura, allegria, entusiasmo, speranza, fastidio, curiosità... ovvero i contenuti della valigia di ogni viaggiatore, di ogni epoca e luogo. Da Ulisse a Marco Polo, da Goethe a Terzani. Diverse motivazioni, modalità, esperienze. Ma stesse emozioni. Allora possiamo dire che un viaggio (anche stando fermi) è quando proviamo a provare emozioni. -
Harlem. You write the rules
Fine Anni '60: Pee Wee e Joe sono due teenagers neri di Harlem. Il primo, spigliato e disinvolto, è il più piccolo di una famiglia numerosa; il secondo è orfano e vive con la nonna. Entrambi si affidano al crimine per fare soldi. Li unisce il basket e il Rucker Park, il playground più famoso del mondo. I due crescono con molti soldi e secondo le regole della strada, ma senza il lusso di poter programmare il futuro. L'innato talento nel basket propone loro continue occasioni per uscire da quel mondo e da quel quartiere, ma nessuno dei due le afferra mai. Restano dèi dell'asfalto e a loro si inchina anche Doctor J (in una partita realmente giocata). Allo stesso tempo, i due non crescono e hanno paura di guardare il loro vero io. Dovranno farci i conti entrambi in modi diversi attraverso il carcere e la guerra, senza in realtà guarire mai. Diventeranno leggende in una New York che cambia facciata, ma che nel cuore nero resta uguale. -
Kahliamoci
Kahliamoci è un omaggio a Frida Kahlo, ai suoi dipinti, alle sue parole, alla sua poesia. Frida come simbolo di forza, stile e bellezza, ma anche di tormenti e sofferenze che l'artista è riuscita a convogliare e a rappresentare nella sua arte. Kahliamoci è anche un imperativo: caliamoci nel vissuto che non ci appartiene, scendendo giù dentro di noi, pur rimanendovi ancorati come chi scende da una montagna con altissime cime, per aprire la porta e accogliere l'altro, l'illustre ospite della nostra casa interiore. «Quest'opera restituisce tutta l'urgenza dell'artista che riconosce tale urgenza nell'universo di un'altra natura selvaggia, quella di Frida Kahlo, visionaria e seducente, la cui arte è ancor più di un ruggito che urge dentro, è un grido di dolore e una serenata d'amore». (Patrizia Bernardini) -
La democrazia contagiata. Come Sars-CoV2 riguarda tutti i cittadini
Vivere in una democrazia: la pandemia ha interrogato ognuno di noi su che cosa significhi. Nei mesi del lockdown gran parte della retorica si è concentrata sui concetti di Paese e di popolo, ma è la democrazia il tema a essere stato – e a essere – messo più a dura prova. La democrazia contagiata lo analizza da tre osservatori diversi: quello di chi ha dovuto informare e raccontare cosa accadeva giorno dopo giorno; quello di chi ha operato sul campo e solo in un secondo momento ha potuto pensare a ciò che stava vivendo; quello di chi ha dovuto da subito analizzare il virus, imparare a conoscerlo, predisporre tutto il necessario per fare ricerca, perché solo questa può garantire la salute alla popolazione mondiale. Tre persone – tre ruoli – che in modo diverso ma complementare hanno dovuto guardare il virus in faccia e la prima domanda che si fanno è: come è stata contagiata dal coronavirus la nostra democrazia? Prefazione di Moni Ovadia. Postfazione di Riccardo Noury. -
Amnesty International. Rapporto 2020-2021. La situazione dei diritti umani nel mondo
Il Rapporto 2020-2021 di Amnesty International documenta la situazione dei diritti umani in 149 paesi durante il 2020 e fornisce analisi globali e regionali. Il volume descrive le principali preoccupazioni e richieste dell'organizzazione nei confronti di governi e altri attori. È una lettura fondamentale per chi prende decisioni politiche, per gli attivisti e per chiunque sia interessato ai diritti umani. Durante il 2020, il mondo è stato scosso dal Covid-19. La pandemia e le misure prese per contrastarla hanno avuto conseguenze per tutti ma hanno anche messo in forte risalto, e in alcuni casi aggravato, le disuguaglianze e gli abusi sistematici esistenti. I lockdown e le quarantene hanno colpito in modo sproporzionato i gruppi marginalizzati, gli anziani e le persone che vivono nell'indigenza. Anche se prosegue la tendenza a criminalizzare la violenza di genere nel diritto interno, le denunce di violenza contro le donne sono aumentate. Molti governi hanno represso il dissenso, talvolta usando come pretesto le misure per controllare il Covid-19. Hanno fatto uso eccessivo della forza per sopprimere le proteste contro la brutalità della polizia e la discriminazione. -
Fino a che punto? Il traffico internazionale di giovani atleti
L'atleta come merce da comprare o vendere per realizzare una ""plusvalenza"""" e l'atleta come macchina, dalla quale ci si aspetta il massimo rendimento possibile. È in queste due metafore che affonda le radici il fenomeno noto a livello internazionale come football trafficking, definizione che comprende sia i casi di tratta che di traffico di esseri umani nel calcio. Il problema, che riguarda migliaia di giovani originari di zone economicamente povere, è diffuso anche in altri sport. La narrativa che va per la maggiore attribuisce le colpe a sedicenti agenti e intermediari, i quali sfruttano a proprio vantaggio l'ingenuità di giovani che nello sport intravvedono la loro unica possibilità di mobilità sociale e di realizzazione. La realtà è però ben più complessa, con responsabilità condivise da tutti gli attori del sistema: club, mezzi di informazione, federazioni e istituzioni politiche nazionali e internazionali e, talvolta, le famiglie stesse dei ragazzi coinvolti."" -
I sopravvalutati
Persino per chi è diventato adulto nell'era del Grande Ottimismo e dell'Eterno Presente, prima o poi arriva il momento dei bilanci. Non si è reduci da nessuna guerra e non ci sono nemmeno grandi sogni da cui risvegliarsi. Tutto è stato finora assolutamente ""normale"""". O, almeno, così abbiamo pensato e ci hanno fatto credere. Una normalità in cui spesso qualcosa di appena decente è stato spacciato per """"geniale"""" e in cui la ricerca del successo individuale ha elevato la mediocrità e l'egoismo a valore. Cinque racconti ambientati a Roma attraverso stagioni molto diverse: dagli anni Settanta del caso Moro ai giorni nostri, passando per i """"maldetti"""" anni Ottanta. Tempi belli o brutti? Facili o difficili? Forse solo (magari di molto) sopravvalutati."" -
L' antitarme. Poesie pe' nun tarla' i ricordi
Le poesie servono per non far rovinare i ricordi, perché ricordare fa bene al cuore. Questa silloge di inedite poesie in romanesco va per l'appunto dritta al cuore. Poesie sociali, politiche, esistenziali, talvolta d'evasione, senza i buchi delle tarme nonostante si occupino di temi a volte anche molto lontani nel tempo, ma scritte in quel romanesco scanzonato ed educato che strappa talvolta una risata, quasi sempre un sorriso. Di quelli che, tanto per ripetersi, fanno bene al cuore. ""Gasperini, come un Manfredi nei panni di Pasquino, non fa sconti e accoglie il verso su un palco disadorno per raccontare quello che siamo stati e siamo divenuti"""" (Stefano Pavan). """"In questa silloge, Fausto Gasperini dichiara senza esitazione che il suo maestro è il grande Trilussa"""" (Aldo Onorati)."" -
Gounou. Storia di un amore infinito
Pagine dedicate a tutte le donne, perché solo con la forza delle donne si può affrontare la gravidanza, il parto, la crescita dei figli coniugati con l'amore per se stesse in una società così complessa. Pagine dedicate, in particolare, a quelle donne che non possono avere figli, che hanno affrontato percorsi difficili per averne; a quelle donne che non vogliono averne; a coloro alle quali i figli sono arrivati ma non facevano parte dei loro progetti; alle mamme di bambini affetti da malattie gravi o addirittura rare; a chi li ha adottati e perfino a chi li ha abbandonati. Infine, alle mamme che, come l'autrice, sono state colpite dalla morte dei loro bambini in età gestazionale, neonatale e oltre. ""Ciò che colpisce, leggendo questo """"diario"""", è l'estrema normalità nell'anormalità. Perché proprio in un ambiente non certo facile, la loro storia è di una semplicità sconcertante: l'innamoramento, il corteggiamento ostinato di lui, le paure di lei, le piccole crisi, i timori della famiglia, lo scarto generazionale... Una sorta di Indovina chi viene a cena sullo sfondo di Treviso, città bella, ordinata, persino troppo, un salottino rinfrescato dalle acque dei tanti canali, ma anche la città di Signore e signori, dei vizi privati e delle pubbliche virtù, segnata da una profonda presenza leghista, non certo favorevole agli immigrati, perlopiù dalla pelle scura"""" (Marco Aime)."" -
Tacchi e sapori. Agenda 2022
Benvenuti nell'Agenda 2022 Tacchi & Sapori, 365 giorni vissuti su un tacco 12! Dodici mesi, dodici ricette. Anzi tredici. Tutte nate dalla tradizione culinaria italiana e mediterranea per poi fare il giro del mondo e assorbire caratteristiche e sfumature di altre culture gastronomiche. Un pot-pourri di parole e ingredienti, battute, sughi e creme a suon di mestoli e padelle. E per finire, attraverso un sogno che si concretizza - la Factory, un volto al seguitissimo blog Tacchi & Sapori nella città natale dell'autrice, Catania - un monito a tutte le donne: puntate sulle vostre attitudini e inclinazioni e fate di queste il segreto del vostro successo. -
Il mondo di EffePi
Il dialogo con le bambine e i bambini deve affrontare tutti i temi: il coraggio, la cattiveria, la forza, l'insuccesso, la sincerità, la paura, la sofferenza, la speranza, l'amore, i sogni. A loro non va nascosto quello che succede nella vita e nel mondo, anche perché nulla può essere loro nascosto. Vanno solo aiutati a trovare la giusta chiave di serenità per affrontarlo. Le loro paure nascono dalla mancanza di chiarezza degli adulti. Perché genera paura ciò che non si conosce. È un principio semplice e complesso, come lo sono le bambine e i bambini. A volte loro sono persino più pronti degli adulti ad affrontare i grandi temi della vita e chiedono solo una guida che li aiuti a sentire la propria voce interiore, quella che ci spinge ad affrontare tutto e a cercare le nostre personalissime chiavi per la felicità. Età di lettura: da 9 anni. -
L'avanspettacolo della flebologia
Così come esistono tre tipologie di Avanspettacolo, altrettante sono le società italiane di Flebologia - branca medica che si occupa dello studio delle vene, dunque di quella parte di circolazione sanguigna che porta il sangue al cuore - che a partire dagli anni Settanta operano nel mondo della Sanità italiana. L’autore di questo volumetto, uno dei padri dell’Angiologia italiana, ripercorre la genesi e l’evoluzione della Flebologia nel nostro Paese, delineando con tratto sicuro, talvolta con siparietti comici e con aneddoti, il carattere di alcuni dei suoi maggiori protagonisti. Un modo curioso e divertente di scoprire e conoscere una delle branche della nostra Sanità che si occupa della nostra salute.