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Sono all'antica, me povera illusa! Diario di un'insegnante
"'Sono all'antica, me povera illusa', una storia spuria, mista di romanzo e saggio (in presenza di una istituzione paurosamente dannosa e di una società ad alto rischio), tesa all'appello per un'improbabile rinascita, grazie ad una Scuola dignitosa e costruttiva. Basandosi, il mio discorso, su Amore e Rettitudine, doti che devono informare sia l'azione dell'Insegnante sia l'apprendimento dell'Allievo, il racconto ben si potrà prestare ad essere inteso anche come un ambizioso progetto educativo-didattico e, quindi, di salvezza morale e civile della Società, nonché dell'Umanità tutta intera.""""" -
Il segreto della città di K.
Un mattino grigio di fine inverno, nel mezzo di un funerale, Remo ricompare all'improvviso nei luoghi della sua prima giovinezza, come un fantasma. Anche i suoi vecchi compagni di gioventù stentano a riconoscerlo. Per dieci anni ha vissuto a Berlino, dove è diventato un poeta famoso, fino al giorno in cui è sparito senza lasciare tracce per molti mesi. Adesso Remo è tornato con un terribile segreto: come in un oscuro incubo confuso, ricorda di essere stato rapito da un uomo misterioso di cui non ricorda il volto, imprigionato nella città di K., e lì torturato. Eppure, tutto ciò rimane nella memoria come un buco nero di cui Remo stesso non riesce a capire il significato. Con l'aiuto di suo fratello Ettore e della moglie Giulia, cerca di ricostruirsi una vita, ma questa inizia ben presto a popolarsi di incubi e di allucinazioni, che si sovrappongono alla realtà fino a dissolvere il confine tra il sogno e la veglia. Attraverso una serie di incontri con personaggi inquietanti, ambigui e misteriosi, Remo si addentrerà sempre più a fondo nell'oscurità della propria coscienza, fino a comprendere che solo affrontando i propri demoni potrà svelare il segreto della città di K. e ritrovare se stesso. -
Ritorno a Castroverno
"Era una calda e limpida mattina, il profumo intenso del mare e il silenzio immutabile fino all'orizzonte gli infondevano un profondo benessere e gli facevano dimenticare le fatiche quotidiane, la durezza della vita e persino la fame che era una nota costante delle sue giornate. Era anche un buon periodo per catturare i grossi polpi e Matteo lo sapeva bene, anche se prenderli gli dispiaceva un po'; infatti, sapeva della loro intelligenza, suo padre gliene aveva sempre parlato, conosceva la loro cura davanti alla tana attraverso sassolini e pezzi di conchiglie e soprattutto non dimenticava i loro occhi espressivi; ma il bisogno e la fame erano più forti di qualunque sentimento di riguardo o di pietà."""" Sullo sfondo di una cittadina siciliana del nostro tempo trovano spazio alcune storie d'amore e di mera cronaca che mettono in risalto ombre e luci di una società di provincia." -
La principessa della costa orientale
Oriente e Occidente: una contrapposizione millenaria, un modo di guardare il mondo diametralmente opposto ma allo stesso tempo complementare, un odi et amo che ha segnato la storia del mondo. E proprio questo gioco di seduzione reciproca è al centro del romanzo di Marco Stefano Boietti. Una storia a tratti cupa e introversa, il cui fil rouge è appunto il rapporto tormentato ma comunque irresistibile che lega i due emisferi del pianeta. L'eroe della vicenda, un europeo emigrato in Cina per lavoro, vive l'Oriente in modo contraddittorio: da un lato è perfettamente integrato con le usanze e i costumi locali; dall'altro si percepisce ancora (e, a onor del vero, è percepito) come ""altro"""", come qualcuno che non potrà mai capire appieno il modus vivendi levantino. Il romanzo parla di una drammatica incomunicabilità, del fallimento di trovare un ponte tra Oriente e Occidente attraverso la relazione tra un uomo europeo e una donna orientale. Un microcosmo che rappresenta il campione di un macrocosmo, un rapporto umano che, nel suo piccolo, riflette quello tra culture opposte che tuttavia si attraggono reciprocamente. Ma è un matrimonio che """"non s'ha da fare"""", né per gli uomini né per il mondo: il protagonista non troverà l'amore, così come Oriente e Occidente non riusciranno mai a capirsi fino in fondo."" -
Segrete ricette. Versi e immagini
"Veloce. Prima che sbiadisca la carezza inconsapevole del buio"""". Così comincia la nuova raccolta di Stefano Boldorini. Attraversato dalle onde asincrone dell'impazienza, Boldorini prova a trascrivere le tracce evanescenti dell'incontro onirico con i dotti del tempio. Loro sì psicologi inflessibili, taumaturghi d'anime in panne, suggeritori da palcoscenico per coscienze colte da sospetta amnesia. L'atto creativo comprende due opposti: distruzione, creazione. E questo l'autore lo sa bene, e sa bene quanto deve evitare il suo solito acquario, la sua dolce minuta casetta, la routine, infiniti atti eguali a loro stessi, morte! In quel luogo apparentemente rassicurante, l'ombra della morte sopravanza il soffio generatore della creazione. Bisogna mettersi in moto, per dar strada agli atti generativi. Questa beata dannazione è il modo di esistere di colui che vive di creazione, e come tale, deve accettarla, imparare ad amarne il suo retrogusto velenoso pur senza soccombere. Segrete ricette raccoglie le immagini e gli scorci d'ispirazione sussurrati da ogni mattino apparentemente uguale a se stesso, in modo da tramutare l'orrenda orizzontalità in pillole di quotidiana sopravvivenza." -
La cuspide e il silenzio
Parole a noleggio, Una mano rigira il pavimento, Schegge di vetro cadono su di me, È una pioggia di stelle, File di ombrelloni, tra polveri di anfetamine, come paglia di stivali, ai piedi di bambine, e caramelle. -
Il nascosto dell'opera. Frammenti sull'eticità dell'arte
"Il nascosto dell'opera. Frammenti sull'eticità dell'arte"""" è una riflessione iniziata nei primi anni Novanta lungo lo svolgersi di un'esperienza poetica. Il movimento che ne ha segnato il senso si è manifestato in frammenti, ricomposti intorno a un'idea di esperienza estetica come apertura alla possibilità di un'autentica relazione con l'altro. L'altro che è in me, è nel mondo, ma anche e soprattutto è in chi è davanti a me ed è disposto a mettersi a fianco. L'opera ne è il punto focale, o ancor meglio il rapporto che con l'opera ognuno intesse, autore o destinatario che sia. """"Il nascosto dell'opera molto spesso è nascosto anche al suo autore"""". Il rapporto è dunque principalmente con il """"nascosto"""", ma l'opera ne restituisce il mistero svelando che """"ciò che resta nascosto, è soltanto su un piano differente"""". Forma musicale, pittorica, scultorea... L'opera è tale se è forma in grado di suscitare stupore. Artistica, quando autenticamente apra al possibile. Tuttavia, è quella della parola poetica la forma privilegiata in questi frammenti che, passo dopo passo, si ritrovano a scoprire che la dimensione estetica potrebbe essere soglia di una più proficua esperienza etica." -
Grumo di sangue nero
"Sotto ogni cielo, ovunque è una lira a suonare, una lira di sole tre corde, amore, pace, libertà; e nonostante si possa spezzare, sotto ogni cielo, sempre sia quella lira al tocco dell'uomo a vibrare un unico accordo, di sole tre note, amore, pace, libertà.""""" -
Il premio è restare
"Il premio è restare"""": molti anni di storia italiana visti attraverso gli occhi del calcio, di un bambino che cresce giocando nel campetto sotto casa e prova a farsi adulto, con lo stupore di vedere la fine del boom economico, i terremoti e Sandro Pertini, lo sport giocato e vissuto: i silenzi di Enzo Bearzot, le tirate di Carletto Mazzone. E i calciatori che impersonano storie: da Franz Beckenbauer a Romeo Benetti, da Evaristo Beccalossi a Enéas de Camargo, e poi Roberto Baggio, Javier Zanetti. Lungo il filo rosso del racconto poetico, non mancano i nomi di battaglia dei compagni di gioco: Manzo, Caddu, Ciucca e il Golpe, e molti altri. Giovanni Bollini viene da un percorso a contatto con figure culturali decisive per la divulgazione dell'esperienza poetica al di fuori dei circuiti poetici tradizionali a cavallo tra il secolo scorso e il nostro, da Roberto Roversi a Giorgio Celli. Memore dell'esercizio di alcuni grandi della poesia con il verso calcistico (Saba, Pasolini, Sereni, lo stesso Roversi), l'autore fa del gesto sportivo un pretesto per parlare di sudore e polvere, nel campo di gioco e fuori di esso, nella nostra attualità diffratta." -
Kafka senza zucchero
Tre storie che virano sul giallo, tre donne protagoniste. In Kafka senza zucchero una giovane libraia, Giulia, ha l'abitudine di offrire ai propri clienti un tè perfettamente ""intonato"""" al libro prescelto. Conosce Eros, intrigante ed enigmatico. Coinvolta in un omicidio, sarà costretta a prendere coscienza dei propri sentimenti, a dispetto di ogni rassicurante certezza. In Chiudi gli occhi è la volta di Alice, che lavora in un'impresa etica e si è creata alcuni nemici per la sua integrità professionale. Prigioniera del ricordo della bellissima voce di uno sconosciuto, che le ha fornito un appoggio insperato nel momento in cui è finita la sua lunga relazione con Robbie, Alice si rende conto di essere il denominatore comune di due incidenti a dir poco sospetti, e di dover fronteggiare un pericolo temibile e insidioso. In Rosso emicrania Viola alterna la propria esistenza - sempre alle prese con qualche problema di salute - tra lo studio medico in cui lavora e la biblioteca, luogo in cui può soddisfare la sua inesauribile passione per la lettura. In questo racconto si intrecciano un omicidio inquietante, un libro singolare e una vecchia compagna della protagonista - la sua emicrania -, che svolgerà un ruolo determinante nella soluzione del caso."" -
L'ultima lettera
«""L'ultima lettera"""" è una sorta di autobiografia contenuta in venti racconti, talora brevissimi; schegge di vita che tracciano un profilo volutamente incompleto e talvolta contraddittorio di me stessa. Non ne esco particolarmente bene; non era quello il mio scopo. Il mio scopo, l'unico che abbia mai davvero avuto da quando scrivo, è dedicare un libro alla mia migliore amica, morta in giovanissima età. Quando ho capito come la mia vita sia stata plasmata persino dalla sua assenza, mi è sembrato naturale ristabilire un ordine nei ricordi, individuare nel percorso compiuto una verità più profonda, concedermi l'opportunità catartica di gridarla a gran voce — perché questo significa scrivere di se stessi. L'ultima lettera è una sorta di vassoio di tartine della memoria da condividere idealmente con chi, in fondo, non mi ha mai lasciato.»"" -
Haiku e tanka
"Alla lumaca non interessa un gran che, serena com'è, di tutto quel che corre, va al passo giusto per sé!""""" -
The runners. Ediz. italiana, inglese e norvegese
Runners è un monumento di Leonardo Lustig, omaggio alle donne che hanno partecipato alla Midnight Sun Marathon nell’indelebile ricordo della leggendaria atleta Grete Waitz, da ascriversi a pieno titolo nello straordinario capitolo del binomio “arte e sport”. -
Le sedie dei baroni Dalla Seggiola
In un Medio Evo forse un po' picaresco ma sicuramente anche molto realistico hanno origine le vicende di una famiglia che raccoglie intorno a sé una piccola comunità di persone. Sono tempi difficili e poter contare sulla guida morale e materiale di un capo intelligente e coraggioso non è cosa da poco: è Giacomo ad assumersi questo onere, ma lo fa in maniera talmente ""democratica"""" (e quindi potremmo anche aggiungere: anacronistica) da dover in qualche modo salvare le apparenze. Cosa di meglio che farsi investire barone da un nobile giusto e illuminato? E dall'oggetto usato nelle udienze e preso come simbolo nasce subito anche il nome della famiglia: baroni Dalla Seggiola. Ogni barone, a partire dal successore di Giacomo, Pietro, avrà una sua sedia, nella quale sono rappresentati, scolpiti in riquadri, gli episodi salienti della sua vita; e di Pietro in Giacomo e di Giacomo in Pietro le sedie di questa singolare famiglia attraverseranno i secoli, testimoniando eventi, situazioni rocambolesche, problemi, personaggi. Dal fortilizio con torre alle più moderne dimore di campagna e di città, Gabriella Fulgenzi, qui al suo secondo libro, piacevolmente ci distrae e ci affascina con l'epopea semiseria dei suoi baroni Dalla Seggiola, testimoni e interpreti delle vicende dell'umanità nelle varie epoche storiche. E, senza pretese, ci insegna anche qualcosa: nel finale (ma non solo...)."" -
Memorie di commensali disperati
Le cene tra conoscenti si rivelano talvolta una trappola infernale; possono essere fonte di ansia da prestazione, noia, terreno fertile per tensioni e dissidi. Letteratura e cinema hanno spesso tratto ispirazione da uno spazio chiuso, che si fa poi teatro di rivelazioni inaspettate e confessioni clamorose. Una cena può seminare frustrazioni, creare nuove amicizie o distruggerne altre, disegnare strategie e alleanze. ""Memorie di commensali disperati"""" è una storia che si svolge nell'arco di una notte, in una villetta di campagna ai margini di una città imprecisata. In una sera fredda e piovosa, tre coppie si ritrovano intorno a una tavola esageratamente imbandita, riunite in un convivio organizzato per ragioni sconosciute tra soggetti che ben poco hanno in comune tra loro. Sei personaggi male assortiti si fronteggiano da subito con dedizione degna di miglior causa; inevitabilmente, ogni argomento toccato dalla conversazione diviene un pretesto per avviare sterili polemiche. I protagonisti sono la padrona di casa, supercontrollata, perfezionista, dominante, e il marito all'apparenza sottomesso; due coniugi ultra-cinquantenni, un piccolo imprenditore con moglie stagionata ma ancora bella, impegnati a rimbeccarsi di continuo con l'altra coppia di invitati, decisamente più giovane e con componente femminile piuttosto snob. Un ospite imprevisto scatena nuove dinamiche, destabilizzando i già precari equilibri. Quello che all'inizio sembra un semplice sguardo sulle ordinarie meschinità dei singoli si arricchisce di connotati misteriosi. Sotto una pioggia incessante, si manifestano segnali inquietanti e ognuno dei presenti subisce l'assalto di ricordi legati a episodi spiacevoli del passato, che credeva sepolti nella memoria. Una serata nella quale accade dunque qualcosa di più della rappresentazione della mediocrità: si assiste allo sbriciolarsi di presunte certezze, a un susseguirsi di piccoli ma accaniti conflitti e sgradevoli sorprese, fino a una conclusione..."" -
Una voce, una parola ancora
I morti, si sa, non scrivono. Le morte, a cui si dà voce nelle pagine che seguono, nemmeno: chiedono semmai spiegazioni, dispensano ammonimenti, invitano a una riflessione, offrono esemplarità loro malgrado. Altre, invece, testimoniano solo una solitudine che travalica ogni genere. Insomma, lottano anche dall'aldilà con l'unico mezzo che la loro condizione di assenti consente: il grido sommesso di un epitaffio - del tutto eccezionale - scritto ex post, che ha tutta la forza di un atto di ribellione e di solidarietà allo stesso tempo. -
Catena alimentare e altre storie feroci
Un ragazzo e una donna al lago, quattro muratori e una rom. La dimostrazione che a volte il cioccolato fa male, il compleanno di una bambina nell'estate del 1978: l'amore tra due vecchi in una casa di riposo, un'azienda infestata, due giovani deportati, un errore di valutazione e l'amore di una madre. Cosa hanno in comune queste storie? Parlano di suicidio, omicidio, eutanasia narrando una realtà imprevedibile. Sì, sono racconti neri, molto cattivi e politicamente scorretti, nei quali il caso la fa da padrone. Il caso folle, che in pochi istanti decide il corso di una vita e ribalta i piani e le prospettive, che, spesso, alla fine lascia l'amaro in bocca. -
L' amante e il calamaro
A trent'anni l'amicizia è sportiva e solidale tra Devis e Nico, tanto da accettare il passaggio della donna da uno all'altro con fair play e pacata accondiscendenza. L'amicizia è più forte, anche se Susy ha fregato tutti e due. Devis sta ricominciando con Lisa, Nico non c'è ancora riuscito. Ma, si sa, le amicizie danno il meglio di notte quando si confessano tra recriminazioni, autocritiche e uso smodato di erba e alcol. Tra il surreale e il bizzarro l'amore è un mantra e Susy addirittura una strega. Le idee si confondono, si giustificano i mezzi. Il confine tra realtà e fantasia diventa sottile e confuso. Ma la vita è meno brutta di quello che sembra. L'alba arriva come rito purificatore e remissione dei peccati. La speranza di fare funzionare le proprie vite è sempre possibile, basta sforzarsi. -
Limerick
"C'era una volta una donna di Ascoli Piceno che teneva una bella serpe nel proprio seno: aveva un cuore al veleno, senza sentimento, che impallidiva il sole e l'intero firmamento. Oh, stregaccia sulla scopa, senza alcun freno!""""" -
Lo scioglimento dell'ego
Raccolta di poesie.