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La nevicata perfetta
Ad Amperosi, un paese di montagna, c'è un inverno senza neve. ''È l'effetto del riscaldamento globale'', dicono. Ma gli abitanti, per ragioni di economia locale, per l'inverno successivo vogliono la neve lo stesso. Ennio Libbranti, un professore di fisica, è fissato col record del fiocco di neve artificiale più grande del mondo, allora propone una soluzione che verrà trasmessa in diretta a quaranta milioni di telespettatori la notte di Capodanno. Scatta così la corsa alla nevicata perfetta, garantita, che rivoluziona i ruoli di ognuno. Si scoprono motivazione e senso di appartenenza, che sviluppano unione tra i cittadini, fiducia reciproca e, alla fine, felicità. Amperosi diventa il paese del sorriso, anche se si intrecciano storie di desideri di cinquantenni e tradimenti, incomprensioni di coppia, adolescenti al debutto e attese incrociate che avranno una risposta proprio all'ultimo dell'anno. E su tutto, la traccia di una profonda amicizia, che permette la realizzazione di un sogno. -
L' esatta vertigine
"L'esatta vertigine"""" è un inizio. Il libro ha il ritmo del viaggio tra il dentro e il fuori delle cose. Un canto in battere e levare che fa del gioco (anche di parole), del ritmo e dell'ironia le cifre della propria ricerca poetica. L'autore ha il dono dell'inventio, dai suoi versi emergono la volontà sincera di farsi specchio delle cose del vivere e l'urgenza di affidare al canto il frutto di questo avvenire. La capacità di cogliere la poesia come accadimento del (e nel) quotidiano è solo una delle sfaccettature di questa raccolta in cui trovano posto il jazz di un paesaggio autunnale, il divertissement in onore di maestri e amici, la paradossale coesistenza di destino e caos, il dolore della perdita, lo stupore e la bellezza, il rovinare delle cose, i guizzi e la malinconia del vivere. A far da fondo a questa pluralità di temi e di stili, la ricerca rispettosa del mistero che abita le cose e la coscienza che solo attraversandole per intero sia possibile estrarne, come un alchimista, come Orfeo il canto: vero elisir dell'esistere. Trentotto componimenti che coprono circa vent'anni di cimento: un distillato dunque, frutto di un vaglio a monte che traccia una mappa di senso e un orizzonte culturale dai confini solo accennati. Bisognerà aspettare che Mauro decida di scrivere ancora: d'altro canto, è un inizio." -
Indizi di dimenticanze
Angelo si sveglia in una villa sconosciuta, abbandonata. Non sa dove sia né come vi sia capitato. Scappa, ma la città è deserta, macchine in fumo, silenzio assoluto... Cosa è successo nelle ultime ore, negli ultimi anni? Da un'altra villa una musica, un'ombra alla finestra. Lì incontra Agatone, drammaturgo travestito da Passato. E in un via vai di parole, provocazioni, emozioni e citazioni, il lavorìo per ricordare e per capire diviene una conquista difficile ma necessaria. Il non ricordo dei suoi giorni profuma con la dimenticanza di tutta una società disperata di sé. Perché non tutto quel che si dimentica è irrilevante: spesso, troppo spesso, è il più importante... -
Erba di vento
Nonna Maria, Luisa, il Re e la Regina, lo Smemorato, e ancora La Palma, Fata Occhiolina e Strega Parola... sono i personaggi che animano i dieci brevi racconti di questo libro. Ognuno di loro sperimenta la mancanza di qualcosa, ma non si perde d'animo. Tutti rimangono dentro il solco della loro vita, con coraggio e determinazione, per germogliare, rinnovarsi e rinascere. Anche altrove. Altra storia è quella di Oumar, protagonista del racconto lungo Il sentiero dell'asino, che narra le vicissitudini di un ragazzo maliano a caccia di sogni. Il percorso doloroso, disumano e spesso rischioso di chi decide di autodeterminarsi, anche a costo di rinunciare a tutto. ""Mi ha generato la terra. Ingoiato il deserto. Vomitato il mare"""". Con la benedizione di Nnah."" -
Opus metamorphicum
Opus Metamorphicum è il secondo elemento di una diade composta da monologhi o racconti brevi di cui il primo, intitolato Opus Metachronicum, uscì sette anni fa. Dopo la metacronicità, concepita come un passare attra- verso il tempo, è la volta del metamorfismo, dell'oltrepassamento della forma e della sostanza. Dando voce a personaggi tratti dalla storia della letteratura, del pensiero e dell'arte e catapultandoli ironicamente in un'epoca e in un contesto straniante e straniato, Sonia Caporossi mostra senza pietà le idiosincrasie e gli orrori della nostra società post-contemporanea e porta a un livello estremo la commistione tra momento narrativo e riflessione filosofica che caratterizza da sempre la sua scrittura in prosa. -
Gli amori di Cucù
Una donna sensuale e naif è alla ricerca della sua anima gemella. Attraverso la sua innocenza è in grado di capire il lato oscuro di ogni uomo che incontra. Cucù Salami, un'attrice quarantenne, adorabile e disarmante, sta cercando l'amore in una società cinica. Dopo una disastrosa storia con Antonio Boni, brillante regista ma tremendamente geloso, si innamora di Bernardo, un uomo apparentemente riservato, un vero gentleman. Finché una notte, Bernardo si presenta con un 'oggetto' tra le lenzuola e Cucù scopre che non era per lei, ma per lui. Per un sogno premonitore, si trasferisce a Los Angeles. In bilico tra la commedia e il dramma, prende forma la storia di Cucù e dei suoi amanti: lo stalker, il bisessuale, lo sciamano, il narcisista, il gigolò, etc. Altra componente fondamentale della storia è il tentativo della protagonista di diventare un'attrice di successo. Tra redcarpet, audizioni, feste, rituali religiosi e corruzione si comprende lo spaccato della società contemporanea. -
Crudeli tenerezze
Ventitré racconti dialogano con opere pittoriche di artisti contemporanei siciliani: brani e tele che dicono e dipingono scambiandosi messaggi sul mondo, aprendo l'orizzonte oltre l'isola. Un precipitare di compenetrazione tra due arti: la pittura e la parola che sono così legate da una reciproca comunicazione. Il fascino che le tele offrono, incantando lo spettatore, le leggiamo attraverso la lente visionaria dello scrittore che suggerisce una possibilità, che non è né traduzione né analisi. Libertà di creazione pittorica e poetica e libertà che si concede a chi legge e osserva, proponendo un gioco: se il pennello anticipi o segua la penna. Con uno stile commovente e musicale, immaginativo e potente quanto le opere scelte, Giuseppe Bella emoziona e trascina nel sogno e nella realtà, accompagnando il lettore in una galleria d'arte che dall'interno va verso l'esterno e viceversa, coinvolgendo tutti i sensi. -
L' eruzione del 1950. Memorie e immagini di un evento
L'eruzione del 1950-51 è stata tra le più lunghe e distruttive del secolo scorso. In particolare per gli abitanti di Milo fu un evento gravido di sofferenza che turbò la loro tranquilla quotidianità per oltre un anno. Attraverso una meticolosa ricerca delle fonti e delle immagini d'epoca, e un attento esame degli articoli che numerosi apparvero sulla stampa locale e nazionale, l'Autore ricostruisce momento per momento l'evolversi del fenomeno vulcanico, le ansie, le paure, le tribolazioni di tutta una comunità. Dal 25 novembre 1950 a tutto il mese di marzo del 1951, Milo apparve una zona di guerra, con centinaia di camion militari e civili, centinaia di soldati, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, un distaccamento della Prefettura, decine di migliaia di curiosi, ministri, alte cariche civili, militari e religiose. Gli articoli riportati dei giornali dell'epoca offrono uno spaccato della quotidianità violata dei milesi: processioni, preghiere, l'esodo, matrimoni mancati, altri celebrati frettolosamente, vino svenduto, vigneti e case rurali distrutti. A dare corpo ai documenti, un centinaio di immagini, molte delle quali inedite, che raccontano meglio delle parole questa piccola odissea. -
Bovetto e Pecuscardo. Tre dialoghi sulla stupidità
I dialoghi di questo strano libro si svolgono in situazioni estreme: i primi due a Palermo, rispettivamente in una giornata di afa e in una notte di tempesta, il terzo in paradiso a protagonisti defunti. Apparvero in rivista negli anni Novanta e nel 2001 erano stati approntati nella forma attuale dall'autore stesso, il quale poi cambiò idea e li lasciò inediti. Vengono ripresi oggi perché, in una scrittura che equilibra ammiccamento e ragionamento, sul fenomeno della stupidità offrono tuttora riflessioni godibili e acute, non superate, a distanza di vent'anni, dai contributi frattanto usciti. -
L' invenzione del nuovo. Modi dell'arte contemporanea
L'intento di questo volume è la sintetica delineazione di alcuni scenari complessi, a partire dalla constatazione che l'arte contemporanea presuppone una molteplicità di rimandi a tematiche specificamente artistiche ma anche agli slittamenti della storia culturale, dell'esperienza, del nesso tra automatismi e consapevolezza critica. -
Vivere la cecità nell'Ottocento
Questo volume affronta il tema della storia della cecità e della condizione dei ciechi e degli ipovedenti nel mondo ""occidentale"""" durante l'Ottocento. Il primo contributo, di Paolo Militello - Lo spazio dei ciechi: l'«Atlas of the United States, Printed for the Use of the Blind» (1837) - ricostruisce le vicende che portarono alla realizzazione di un atlante per ciechi. Il secondo contributo, di Emanuele Rapisarda - Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858). Un cieco nella Sicilia dell'Ottocento - ricostruisce e contestualizza la figura dell'intellettuale siciliano non vedente Vincenzo Tedeschi Paternò Castello: dalle tristi vicende personali (la malattia agli occhi e la conseguente perdita parziale della vista; l'eccidio della famiglia durante la rivoluzione del 1848-1849) alle """"battaglie"""" della vita. Il terzo contributo, di Zina Weygand e Catherine J. Kudlick - Una cieca nella Francia del XIX secolo: Thérèse-Adèle Husson. 1803-1831 - ricostruisce la vita e le opere di Thérèse-Adèle Husson, scrittrice parigina, autrice di un prezioso manoscritto del 1825 nel quale descrive lo «stato morale e fisico dei ciechi»."" -
Incomparabile bellezza... come volo di aquiloni
La giovane e coraggiosa Caterina salva la vita a quattordici ebrei, facendo splendere, nella notte della ragione, la luminosità di un animo intrepido e determinato. Passano gli anni. L'""Incomparabile bellezza"""" di quel gesto, insieme alla bellezza di vedere crescere i nipoti, accompagna Caterina, che non ha perso la freschezza interiore degli anni giovanili, nonostante la malinconia per la perdita dell'amato Giuseppe. L'anziana donna sente il fluire della vita che scorre nelle vene dei giovani di casa che, come naviganti attraverso mari a volte burrascosi, cercano il loro porto sicuro. Lo trovano nell'affetto della madre, Rachele, e della nonna. Il racconto di vite che si intrecciano si snoda sotto lo sguardo affettuoso dell'autrice, certa che la vita si rinnova ogni volta che un nuovo bimbo scende tra di noi. Shulamit ne è la conferma. Nasce in un mondo che sembrava destinato al buio, ma il suo arrivo riporta tenerezza e dolcezza infinite e nuove speranze."" -
Abitare la fortezza. La fondazione del Borgo Vilhena a Malta nel XVIII secolo
La ricerca contenuta in questo volume nasce dalla volontà di provare a ricostruire, attraverso la consultazione di una vasta ed eterogenea documentazione archivistica, le vicende storiche e sociali che durante il Settecento scandirono la genesi, la crescita e il successivo sviluppo del Borgo Vilhena a Malta. Si tratta di una iniziativa abitativa che l'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme - che dal 1530 al 1798 governava l'isola di Malta - affidò all'ingegnere militare Charles Franc?ois de Mondion, per attenuare il problematico sovrappopolamento della vicina La Valletta. L'insediamento è sorto all'interno di uno spazio militare fortificato, circoscritto una imponente cinta bastionata posta a protezione della capitale, che per vocazione era destinato a restare ""strategicamente"""" libero; un'area in cui non si sarebbero dovute erigere strutture perché in caso di assedio queste sarebbero diventate quasi certamente dei ripari per le truppe nemiche."" -
Aurelio Bertoni. Paesaggi montani e lacustri. Ediz. illustrata
In un possibile orizzonte di rimandi, o di ""tramandi"""" (con una parola ricorrente nella pagina di Arcangeli), Aurelio Bertoni si pone con un suo rigore, con una propria scelta di predilezioni: Friedrich (in uno spazio romantico, ascetico, assoluto), Böcklin (il mondo delle ombre, le rovine inventate, i paesaggi con la luna, quell'infinitezza del viaggio verso """"L'Isola dei morti""""), Hodler (in quei laghi svizzeri che sembrano iscriversi in un alfabeto fuori dal tempo)."" -
Tilde Poli. Doppio segno. Ediz. illustrata
"Il luogo espositivo che accoglie questa mostra antologica di Tilde Poli è singolare ma non eccentrico rispetto al lavoro perché, la riscoperta dei bozzetti originali che l'artista ha realizzato fra il 1959 e il 1961 per l'iniziativa """"Teatro delle novità"""" coordinata nel Teatro Donizetti da Bindo Missiroli, ha messo in moto l'ipotesi di un omaggio all'artista e al suo variato percorso. Mi sembra che in questo ultimo frangente si assista a un particolare """"mettere insieme"""" materiali di natura diversa, certamente disciplinato ma capace di riassumere le sapienze espressive che il percorso artistico di Tilde Poli ha compiuto: e credo sia, nel confuso panorama dell'oggi, una lezione su cui riflettere"""". (Alberto Veca)" -
Francisco Goya. Tauromachie e altre battaglie. Ediz. illustrata
"La serie della Tauromaquia è l'arena in cui Goya dà sfoggio della sua straordinaria abilità. I quaranta fogli si susseguono mostrando tutte le situazioni che si possono creare durante una corrida e presentano una sequenza di scontri tra uomini e tori che, per chi non sia appassionato o esperto del più tipico spettacolo nazionale spagnolo, non sempre sono di immediata comprensione"""" (Michele Tavola). """"Quando mi è stato chiesto di presentare i miei due cortometraggi durante l'esposizione delle stampe di Goya a Ponteranica ho pensato di realizzare una nuova versione dei miei film inserendo le immagini a colori dei dipinti. Questo insolito accostamento al bianco e nero delle incisioni ne ha esaltato il valore di testimonianza della realtà tragica dell'epoca nella quale Goya ha vissuto"""" (Luciano Emmer) ." -
Poveri con la griffe. Il lusso coatto e il ritorno al valore intrinseco
"In questo suo """"Poveri con la Griffe"""" Paolo Boggi ci offre un.accorata analisi dello stato di salute etica dell'Italia contemporanea. Un lungo sfogo che mescola indignazione e passione per un paese - un tempo """"geniale e generoso"""" - che da trent'anni svende le proprie migliori doti appresso alle sacerdotesse dell'inutile (televisione, pubblicità, spettacolo, moda) che ne hanno omologato i gusti e soffocato gli slanci."""" Alessandro di Lecce" -
Tesoro di bimba
Che scrivere sia riscrivere un po' lo si sapeva già. E anche che sia un progressivo e alternato movimento di allontanamento e di avvicinamento. Come con uno zoom. Ci si avvicina all'oggetto, lo si guarda, ci si allontana e si scrive, dopo avere visto, pensato, sentito, immaginato. Ogni scrittura è dunque una trascrizione di realtà fatta da un soggetto che ne costituisce il punto di vista. Da qui ha preso avvio il nostro progetto, da queste considerazioni che la pratica della scrittura, condotta insieme in questi anni, ci ha suggerito. Si è trattato di fare un gioco collettivo costruendo insieme un testo che ripercorresse con sguardi multipli una vicenda. Un insieme di inquadrature diverse, dunque, su un fatto, che fosse però già stato oggetto di riscritture, proprio per metterci sulla scia di un già visto, già scritto, già letto chiaramente dichiarati. Da esplorare e da ri-scrivere in un confronto di prospettive. Con quale obiettivo? Quello di scommettere sulla scrittura come azione che interroga il mondo, che lo scuote per dargli un senso, per cercare di dargliene uno. (A. Pozzi) -
Francesco Parimbelli. Ospiti. Disegni 2005-2011. Ediz. illustrata
"I paesaggi, gli alberi, i diversi personaggi, uomini, donne cose lasciano all'inizio incerti nella loro decifrazione. La grande maestria del segno anziché portare a soluzioni compiute, univoche, a una sorta, diciamo così, di realismo quasi atemporale, trasmette al contrario una sensazione di inquietudine, entro un contesto che rifiuta di definirsi in un qui e ora. Questa poetica in qualche modo avvicina le opere di Francesco Parimbelli a quelle di Alberto Giacometti, che pur entro una diversa temperie culturale e in una visione più laica e potremmo dire, più disincantata, evoca a sua volta le sue figure da un buio che non è buio, da un vuoto che non è vuoto, conservando nel segno morbido e nelle tracce sovrapposte dell'opera in fieri i segni di una perenne ricerca e approssimazione all'essenza dei soggetti ritratti."""" (Giulia Raboni)" -
Je prends congé de moi
"Quando il dottor I. mi comunicò i primi esiti circa la natura della mia malattia: Lesione aggressiva al pancreas, tradussi io: Cancro! Ricordo che mi sentii come assalito da un'onda impetuosa a cui riuscii, come una parete, a opporre resistenza nonostante fossi sommerso dall'impatto delle parole. Il potere dell'Io, straniante, oggettivante. Un'altra immagine, successiva. Mi sognai su una zattera di fortuna, senza nessuno strumento per governarla se non l'equilibrio del mio corpo, che scendeva le rapide di un corso d'acqua precipitante infine in una profonda cascata. Solo da un lato la corrente, più regolare, faceva pensare a uno stretto passaggio. Sulle rive le ombre di alcune persone, che non potevano darmi alcun aiuto. [...] La lentezza del tempo ritrovato dopo la dimissione seguita all'intervento chirurgico, resosi inevitabile per l'improvvisa emorragia, mi ha dato modo di guardare in faccia la realtà. La mia situazione mi richiamò quella descritta da Poe. Ora che sono letteralmente nelle fauci dell'abisso, mi sento più tranquillo; non essendovi molti motivi per sperare, mi sento liberato (di parte) dell'angoscia che mi aveva afferrato e di ogni inclinazione alla depressione."""""