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Il market(t)ing della salute
Uno psichiatra napoletano, colpevole di aver denunciato lo spreco di denaro pubblico e la gestione clientelare dell'azienda sanitaria in cui opera, viene licenziato su due piedi. Il provvedimento viene annullato dal Giudice del lavoro, ma la sentenza non viene applicata per anni, mentre continua indisturbata la distribuzione di prebende agli infermieri. Il medico verrà reintegrato in servizio, ormai alla vigilia della pensione, solo dopo il rinvio a di giudizio di alcuni amministratori, una campagna stampa martellante e l'intervento di esponenti del governo. Il lungo periodo di inattività al quale viene costretto gli offre, però, l'opportunità per una rivisitazione delle proprie vicende private che, essendo strettamente legate a quelle pubbliche, forniscono una testimonianza ""in diretta"""" dello scatafascio avvenuto in Campania nel sistema sanitario. Il libro vuole dare un'idea del progressivo degrado morale di una categoria di professionisti, incapace di opporsi all'invasione dei """"barbari"""" che hanno messo a ferro e fuoco i nostri ospedali, trasformandoli in un indecoroso mercato. Il racconto si sviluppa, pertanto, attraverso una serie di vignette che descrivono avventure tragicomiche, distribuite nell'arco temporale di circa un trentennio e collocate in contesti tra loro molto differenti; vi fa da contorno una varia umanità: un'autentica """"fiera della sanità"""", in cui non c'è più posto per la solidarietà e per il rispetto degli altri."" -
Guerre invisibili. La fine del reale. Dagli anni Settanta ai nuovi territori dei conflitti
Dove avvengono i conflitti se tutto è veicolato nello ""spazio dell'immagine"""", nel tempo reale dell'universo liquido dei media? Qual è il luogo dove ancora permane una zona libera dalla invasività delle reti della """"realtà integrale""""? In che modo l'arte preserva l'ambito invisibile e astorico di luogo interiore, spazio della visione e del silenzio? Nell'estetica immateriale del mondo contemporaneo, l'ultimo territorio in cui giunge la nuova colonizzazione è lo spazio della mente. Sono le guerre invisibili ad annullare, nella desertificazione emozionale delle reti, le relazioni etiche, nell'estetica dell'orrore come morte in diretta. L'autrice in questo saggio ripercorre la storia dell'arte degli ultimi cent'anni alla luce del confronto tra Oriente e Occidente. La prima parte del testo, partendo dagli anni Sessanta e Settanta, analizza i temi della dematerializzazione e dell'assorbimento dell'arte nel sistema economico dell'arte business, mentre la seconda è una riflessione estetico-critica sui temi della delocazione, del tempo reale e del concetto di """"vuoto"""". Nonostante la realtà irreale di un mondo glocalizzato, l'estetica dell'orrore mostra la crisi di un modello giunto al termine. La velocità con cui avviene questo processo necessita un ritorno alle origini, alle matrici del pensiero occidentale."" -
Birbe
Divertente e commovente, l'esordio letterario di Bruno Perrotta. La storia di Domenico, che il lettore impara ad amare seguendolo fin dalla tenera infanzia e ripercorrendone assieme drammi e avventure. Dai primi anni vissuti a Boscotrecase, popoloso comune del vesuviano, in una casa troppo fredda d'inverno e troppo calda d'estate, al trasferimento a Napoli; dalle prime esperienze sui banchi di scuola alle fabbriche di vetro e ceramica; dal ricordo di nonno Gennaro, uomo semplice e devoto, a quello della signorina Caminbene, insegnante intransigente ma affettuosa. I suoi primi cinquant'anni offrono a Domenico l'occasione di ripensare con tenerezza a quei momenti e a tutti quei bambini che hanno intrecciato la propria vita con la sua. Bruno Perrotta è al suo esordio narrativo. -
È notte anche per me
Sullo sfondo delle invasioni barbariche in Europa, si muovono i personaggi complessi e contraddittori di Onorio, imperatore romano d'Occidente, debole, bigotto, introverso e folle di gelosia, e di Galla Placidia, sua sorella, per la quale egli nutre una passione torbida e senza speranze che lo porterà a eccessi inauditi. Il titolo del romanzo suggerisce la condivisione di questa passione proibita, che tuttavia non arriverà mai a realizzarsi, dilaniati come sono i protagonisti tra gli slanci e i freni della religione. Intorno ai due fratelli agiscono comprimari di rilievo: il grande generale Stilicone, a cui non viene risparmiata l'uccisione per mano di un sicario da parte di Onorio, pur avendo egli ripetutamente salvato l'Impero dalla catastrofe; l'impetuoso re dei Goti Alarico, suo ammirato rivale, pazzo d'amore per Placidia, da lui presa come ostaggio e concubina durante il sacco di Roma; Ataulfo, amatissimo sposo di Placidia, che nutre il sogno di unire il popolo dei Goti e i Romani in un solo Impero, sogno condiviso anche da Attila, che vorrebbe un'Europa unita, e dalla stessa Galla Placidia. E infine, l'ultimo grande eroe della romanità, il generale unno Ezio, che ha sempre amato e servito in silenzio la sua imperatrice. Tutto questo mentre Roma è in fiamme, la Sicilia è perduta insieme alla Britannia e alle Gallie, l'Africa è devastata dai Vandali, gli Unni avanzano, e l'Impero è agonizzante... -
Prigioniera dell'isola
"Un profumo si sprigiona dai versi di Maria Froncillo Nicosia, un aroma lieve che si insinua, quasi inavvertitamente, sotto la pelle sino a produrre nel lettore una sorta di narcosi. Ma è una narcosi che non ottunde i sensi, al contrario li affina, li costringe con dolcezza a vedere ciò che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi, ciò che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi, ciò che ogni giorno rischiamo di dimenticare se non fosse per la musica della poesia appunto, grazie alla cui modulazione la vita si rispecchia in un'acqua che rimanda l'immagine riflessa arricchita di una terza dimensione, quella della coscienza e della conoscenza. Scrivendo di lei, il poeta Corrado Calabrò individuava nel lavoro della scrittrice un tema centrale e nevralgico, quello dell'attesa: """"L'attesa è lo stato d'animo dell'adolescenza; e l'anima di Maria Nicosia è adolescente. È passata attraverso il suo vissuto ma senza estraniarsi da sé, mantenendo quasi intatta la sua aspettativa"""". E il gesto dell'attesa, lo sappiamo, coincide in poesia con quello dell'ascolto e anche con quello, solo apparentemente discordante, del dono e dell'offerta. Dono che è la vita in tutte le sue forme, nei colori del mare tra Scilla e Cariddi come nel sorriso indomito della madre, nel fiore dell'ibisco che fiorisce a settembre sul balcone e annuncia i tramonti brevi e repentini dell'inverno, i giorni che si sgranano come chicchi di un invisibile rosario..."""" (Dalla Prefazione di Mario Specchio)" -
Napoli aspetta Godot? Cronache non turistiche per viaggiatori e residenti
Una tormentata dichiarazione d'amore a una città unica, Napoli. Ricomponendo il mosaico delle percezioni, delle riflessioni, della rabbia e del disincanto, Casaburi trasforma in avvincente scrittura narrativa la vita urbana. Restituisce al ""tempo della città"""" il suo carattere unitario e lo sottrae alle mode, agli stereotipi, ai compiacimenti estetizzanti. Il libro è dunque una stazione di sosta obbligata da cui ripartire per ricominciare a parlare di Napoli come città universale, soprattutto in un momento storico, come quello che stiamo attraversando, che impone di rifiutare l'abbraccio nefasto dei luoghi comuni. Un elogio del dubbio, perché solo i dubbi della ragione possono aprire le porte alla speranza. Per Napoli e per il Sud."" -
Una debole allegria. Antologia poetica. Testo originale a fronte
Màrius Torres (Lleida, 1910 - Sant Quirze Safaja, 1942), uno dei poeti catalani più originali della prima metà del Novecento, fu costretto a trascorrere gli ultimi sette anni della sua breve esistenza in un sanatorio. Nonostante la giovane età e la condizione di forzato isolamento, la sua è una voce lirica straordinariamente solida e profonda, elegante e raffinata. Quella che qui si presenta è la prima traduzione italiana di una parte significativa della sua opera. -
Solo per danaro, solo per potere
Come il più bello degli amori che accompagna l'uomo distogliendolo dal sonno e strappandolo al lavoro, come il più fedele amico che ascolta silenzioso gli sfoghi densi di speranza e delusione, così il diario di un notaio napoletano raccoglie il lungo viaggio interiore di un uomo. Un anno di riflessione e d'impulso con cui tingere l'autobiografia di satira politica, analisi dei costumi e miti greci, dove i più pungenti aforismi del passato fermano, con la loro precisa descrizione, l'istantanea del presente e dove la storia di un singolo individuo non prescinde mai dalle vicende nazionali. Un anno di vita in cui si condensa quasi un secolo di storia, di una società che cambia soltanto in apparenza perché rimane sempre in vigore la legge del più ricco e potente. -
Berlusconi, finale di partita
"Guardava avanti, quella sera, Silvio Berlusconi. Aveva il volto terreo. Era assorbito da un turbinio di immagini, di grida. Non scrutava quella muraglia umana che si era formata ai due lati di via Quattro Novembre. Gli sembrava un fatto incredibile dover passare tra ali di una folla che agitava le mani, sbeffeggiava, alzava lenzuola bianche. Da lontano, arrivavano gli echi di una contestazione mai vista, ritmata dalle grida di """"buffone"""", """"in galera"""". E sul selciato cadevano monetine, lanciate a distanza, da ragazzini dal volto sudato, con gli occhi sgranati. Tanta eccitazione per vedere lui salire al Quirinale. Da Palazzo Grazioli al palazzo del Quirinale, il nastro stradale si percorre in un baleno. Ma la sera del 12 novembre 2011, era un percorso accidentato, l'Audi andava a sbalzi, malgrado la maestria dell'autista. Non poteva correre, teneva l'acceleratore pigiato il meno possibile. Il lampeggiante proiettava fasci di luce azzurrognola e blu che deformavano i volti della folla assiepata. Sembravano mostruosi sguardi pieni di ferocia. Le loro bocche erano simili a fauci pronte a inghiottire anche lui, qualcosa di mostruoso e angosciante. Aveva in mente, in quegli istanti, soltanto le battute che avrebbe recitato al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.""""" -
Cerchiamoci ancora
Tutto può finire, meno la voglia di cercarsi ancora. È scritto nel nostro Dna, è la nostra speranza. È così oggi, era così alla fine del 1943, quando l'Italia crollò. Rasa al suolo, aveva una sola speranza per ricostruirsi: darsi amore, dopo tanto odio. I personaggi di questo libro sanno che i bombardamenti, la fame, le sommosse, la morte, così come l'amore e la solidarietà, sono acqua della stessa fonte: il fluido della vita che li fa avvicinare quando tutto li allontana. E il loro stare in più punti, e mai da nessuna parte, diventa così la metafora di quel grande cambiamento epocale che fu la Seconda guerra mondiale. Un grande tsunami di amore e odio che ancora oggi avvertiamo. -
Rossa lava di fuoco. Storie d'amore all'ombra del Vesuvio e in Costiera
Napoli, Capri, Ischia, la Costiera amalfitana e quella sorrentina: sono gli scenari in cui si muovono Angelina Jolie, Jackie Kennedy, la principessa Diana, Claretta Petacci, ma anche Vivien Leigh, Liz Taylor, Anna Magnani e Ingrid Bergman. Donne innamorate sullo sfondo del vulcano più famoso del mondo, la cui sagoma addormentata evoca, con la memoria dei fiumi di lava, la sua arcana potenza distruttiva. Sirene che nel mare del mito trascurano la voce per amore, come la Callas, o la ritrovano, come Diana, nell'estate in cui racconta la sua verità, che si abbatterà sulla monarchia come un'eruzione. Ci sono destini in cui si intrecciano amore e morte, ci sono amori che nonostante divorzi e nuove unioni si proiettano oltre l'ultimo respiro. E ovunque, un tramonto che incendia una baia, il respiro del mare, un canto di fontane ricordano che queste sono le terre dell'amore. Prefazione di Ugo Cundari. -
Dal Mattino. Note per la letteratura 1989-2011
Il volume raccoglie una meditata scelta degli articoli che l'autore, docente di Letteratura inglese presso l'Università di Napoli ""Federico II"""" e rinomato studioso, ha scritto per il quotidiano """"Il Mattino"""" dal 1989 - anno in cui ha iniziato la sua collaborazione al giornale - al 2011. Benché si tratti per la maggior parte di interventi su scrittori inglesi e americani, non mancano incursioni in altre letterature (J.M. Coetzee, Yasunari Kawabata, V.S. Naipaul, Orhan Pamuk, Susan Vreeland), in cui Manferlotti mette a frutto le sue competenze - anch'esse esito di un lungo magistero - di comparatista. Numerosissimi, in particolare, i riferimenti alla letteratura italiana e a quella europea considerate nel loro insieme. Lo stile, raffinato ma mai impervio, asseconda riflessioni acute e spesso inedite sulla scrittura creativa. In tal modo la raccolta può innalzarsi al di sopra dei confini che quasi sempre chiudono analoghe pubblicazioni, proponendosi anche come una sorta di prezioso """"manuale del critico""""."" -
Il bianco, il nero e il jazz
Vita e morte di una band di giovani scapestrati, The Pleasure. I sacrifici per la costituzione del gruppo e una passione condivisa e da condividere, fino all'agognato debutto in città. Il pubblico sembra apprezzare, le speranze farsi più chiare all'orizzonte, eppure qualcosa non va per il verso giusto. Quando l'amore si mette di mezzo, ogni altra aspirazione, illusione o sogno non può che farsi da parte. Un appartamento a scandire le tappe del sempre tormentato passaggio dall'adolescenza all'età adulta, un mondo popolato di allegri e bizzarri personaggi, situazioni al limite del surreale e una lievissima vena malinconica e romantica a nascondersi dietro la dura maschera few indie rock. C'è Say, giovanissima voce del gruppo, e c'è Jacques, bassista francese e bohémien; e poi Deb e il suo eterno fidanzato, atterrito all'idea del matrimonio, ed Elli, chitarrista della band, eccentrica e fuori dagli schemi, figlia di un hippie fuori tempo. Ci sono gli immancabili muffin a riempire ansie e dolori, ci sono i vestiti sgargianti, le stelle osservate dal terrazzo, il tè verde bevuto in cucina, tra cuscini e candele; c'è il bianco e nero di una dolce vita in musica, sotto il segno delle note di Miles Davis o dei Beatles, a scandire anni e respiri. Una dolce apologia dell'amore, in cui paure, errori, abbagli, ritmi e tempi sfuggono alla partitura scritta e al dominio delle regole universali. -
Io e il rock
Quando la sua vita sembra prendere una piega che non desidera, fatta di odiosa routine, accanto a una donna con cui non va più d'accordo e un lavoro che non ama, Francesco Normanno corre al riparo guardando indietro, lasciandosi coccolare, nutrire e divertire da un passato ancora pieno di speranze e sogni. Attraverso i suoi ricordi parte un viaggio in musica, con protagonisti indimenticabili e indimenticati: Bob Dylan e i Beatles, i Rolling Stones e i Led Zeppelin, Jimi Hendrix e gli Area, passando per Lucio Battisti, Fabrizio De André e Franco Battiato fino ad arrivare ai Queen e agli U2. Come in un refrain proustiano, attorno a lui rivivono vecchie fiamme e lotte politiche, governi rossi e neri, la beat generation e le bandiere sotto i cui colori sdoganare la propria dissidenza e il proprio grido di emancipazione. Una musica che lega mondi apparentemente lontani come l'amore, la passione politica, l'amicizia. In un juke-box dell'esistenza che tarderà a farsi scordare. Prefazione di Edoardo Bennato. -
Diario di prigionia. 23 settembre 1943-24 settembre 1944
Carlo Starace, napoletano, allora trentottenne, fu rastrellato a Teano il 23 settembre 1943, dove erano sfollati la moglie e i due figli. Il suo racconto si apre con la scena della razzia di uomini. Quel giorno partirono da Teano 6 camion carichi, circa 350 furono gli uomini deportati dal centro, altri 250 circa furono razziati nelle frazioni. La stessa scena avveniva contemporaneamente in tutti i paesi e cittadine della Campania e del Basso Lazio. Si tratta di una storia poco nota e poco raccontata, che emerge invece attraverso immagini evocative di straordinaria efficacia nel testo di Carlo Starace. Dopo l'episodio del rastrellamento il diario ci conduce sul carro bestiame fino alla prima fermata, Memmingen in Germania, poi nel campo di prigionia in Polonia, narra la dura vita nel campo, il freddo, la fame, la violenza ma anche la solidarietà tra i prigionieri, infine con grande onestà rievoca la difficile discussione che avvenne fra gli ufficiali sulla scelta della collaborazione o del rifiuto. Con la maggior parte degli ufficiali prigionieri Carlo Starace rifiutò di firmare l'adesione alla Repubblica Sociale in quanto militare. Rivendicò, però, la sua condizione di smobilitato, venne considerato ""lavoratore civile"""" e destinato al lavoro in una fabbrica di Dresda."" -
«Le ragioni narrative» 1960-1961. Antologia di una rivista
Sono scaduti i cinquant'anni dalla pubblicazione della rivista ""Le ragioni narrative"""", che segnano il decisivo passaggio dagli anni Cinquanta ai Sessanta in una Napoli, affollata di scrittori di sicuro respiro nazionale e avida di portare il proprio contributo all'acceso dibattito europeo sulle """"ragioni"""" della narrativa, sul suo presente e futuro. L'antologia, che qui si propone, mira a enucleare alcuni fondamentali percorsi critici proposti dalla rivista, facendo risaltare, oltre l'indubbia preparazione degli scrittori, la loro onestà intellettuale, in una solida congiunzione di attività creativa e impegno critico. Era giusto che la rivista, nella riproposta antologica, ritornasse all'editore napoletano che l'aveva promossa, nel segno di una continuità culturale che la capitale del Mezzogiorno rispetta e testimonia quotidianamente nelle sue grandi famiglie di librari-editori. In qualche modo, quel gruppo di scrittori rappresentò una schiera autorevole, che ha contribuito a scrivere pagine della letteratura italiana destinate a durare. Al loro significativo contributo civile e culturale è dedicato questo libro, che, ancora una volta, intende riaccendere il culto della memoria e ricordare a una città, spesso impermeabile, coloro che più l'hanno amata e raccontata con spirito europeo, segno distintivo della sua storia di sempre."" -
Compartimento 11
Nel corso della sua infanzia, il piccolo Danny è costretto a fare i conti con un gravissimo trauma, che minerà la sua intera esistenza. Un passato che nasconde tragiche verità e una sofferente reclusione in orfanotrofio segneranno la sua vita. Danny alimenterà bizzarre passioni e, vittima dei fantasmi della sua mente, si avvicinerà al mondo del crimine. Isabel, il Copista, Altro, Emma e il Professore saranno irrimediabilmente protagonisti dell'esistenza di Danny e lo condurranno a un destino ineluttabile. -
Ritorno a Zanzibar
Julius Applemayer, alla ricerca di Noname, sua schiava fuggita, va nella sua storia d'amore di scoperta in scoperta, una più stupefacente dell'altra, inseguendo le sue chimere attraverso l'Europa e soprattutto attraverso il Corno d'Africa. Alchimia di un'avventura singolare, dalla Piazza Arthur Rimbaud di Gibuti al Python Regius, dal Viaggio nell'altrove alla Femmina dell'alchimista, dalla Rift Valley all'Orgasmo, ""Ritorno a Zanzibar"""" schiude al lettore altrettanti universi che il protagonista attraversa nella sua ricerca."" -
Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti. La scena di Little Italy
"Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti"""" è la nuova edizione in più volumi, sensibilmente ampliata e aggiornata, di """"Italoamericana"""", una vasta opera che, edita da Mondadori nel 2001 e nel 2005, fu salutata a suo tempo come """"una bomba atomica nel campo degli studi italoamericani"""" (Robert Viscusi). Ancor oggi, in effetti, essa resta, a livello mondiale, l'unico repertorio completo della civiltà letteraria fiorita in quella specie di vago """"altrove"""" che furono, nei decenni della grande emigrazione otto-novecentesca, le numerose Little Italy d'America. Francesco Durante ha ora diversamente aggregato i molti materiali da lui raccolti in decine di biblioteche e archivi sulle due sponde dell'oceano Atlantico; non pochi di nuovi ne ha aggiunto; ha provveduto a colmare molte delle lacune documentali che ancora caratterizzavano la prima edizione del suo pionieristico lavoro. Il risultato è un'opera sostanzialmente nuova, molto più ricca. Il volume che la inaugura è il sesto del piano dell'opera, ed è quello che raccoglie uno dei frutti più cospicui della tradizione italoamericana, vale a dire la letteratura prodotta dentro e intorno ai teatrini e ai café chantant di Little Italy, e non di rado affidata a una lingua selvatica e inaudita, irresistibilmente espressiva, che era il risultato della contaminazione dell'americano con la pronuncia e il lessico dei dialetti d'Italia, specialmente quelli meridionali." -
Madrid, romanzo urbano. Topografie letterarie nella «novela» spagnola contemporanea
Il volume analizza il ruolo assunto da Madrid nel romanzo spagnolo contemporaneo, dal 1990 fino ai giorni nostri, tracciando alcune tappe della singolarissima storia urbana della città e delle sue tante coniugazioni narrative. La rappresentazione della capitale, che già dalla fine dell'Ottocento trascende la condizione di mero sfondo per legarsi alle vicissitudini dei personaggi che la popolano, oscilla oggi fra tradizione e post-modernità, consacrandosi come città-nazione, crocevia e immagine più autentica di un intero Paese. Questo lavoro offre una suggestiva topografia letteraria di Madrid e, allo stesso tempo, un ampio e inedito profilo della narrativa spagnola contemporanea, un profilo che attraversa le opere di autori quali Juan José Millas e Juan Manuel de Prada, Rafael Reig e David Trueba, Clara Sánchez e Julio Llamazares, Javier Marías e Belén Gopegui, Rafael Chirbes, Antonio Muñoz Molina e molti altri ancora.