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Una mente come un diamante. Scritti su Thomas More
Dai primi riferimenti a Thomas More e ai martiri inglesi del periodo precedente la conversione al cattolicesimo fino agli ultimi anni coincidenti con la canonizzazione dello statista martire, ogni qualvolta che Chesterton chiamerà in causa il suo eroe lo farà per sottolineare - attualizzando le parole di More - quanto l'Europa sia legata a Cristo non meno di un figlio al proprio padre naturale. Indubbiamente la difesa e la promozione delle comuni radici cristiane fu la più profonda passione di Chesterton. Era impensabile nella sua visione spirituale della società che l'Europa e l'Inghilterra potessero assumere una forma diversa da quella civiltà mediterranea e cultura latina che ha permeato la Britannia fin dalle origini. ""Se questa verità venisse taciuta - scrive - le pietre stesse la griderebbero, non soltanto le rovine, le pietre lungo le vie romane""""."" -
Cattolicesimo liberale e «religione della libertà». Stefano Jacini di fronte a Benedetto Croce
Il cattolicesimo liberale e il liberalismo di cultura laica si sono variamente intrecciati nella storia dell'Italia contemporanea, sperimentando il dissenso teoretico ma anche una profonda comunanza di valori morali. Il volume ripercorre la complessità di questa relazione, intellettuale e religiosa oltreché politica, attraverso la lunga amicizia fra Stefano Jacini e Benedetto Croce, che ne costituisce uno dei momenti più intensi e significativi nella prima metà del Novecento. Esponente del Partito Popolare e della Democrazia Cristiana, Jacini si impegnò ad approfondire culturalmente il rapporto fra cattolicesimo e libertà dall'esperienza modernistica del ""Rinnovamento"""" agli studi sulla politica ecclesiastica del Risorgimento, nati dal confronto con la grande storiografia crociana durante il fascismo. Fu proprio la """"religione della liberta"""", teorizzata da Croce in chiave laica e immanentistica, il riferimento dialettico al quale Jacini contrappose il cattolicesimo liberale ottocentesco come antecedente e fondamento di quello antifascista."" -
«La politica fa parte anche del nostro amore». Lettere a Lina Filbier (1918-1933)
II volume raccoglie il carteggio intercorso tra Francesco Luigi Ferrari e Orsola Filbier, durante il periodo prima del fidanzamento e poi del matrimonio, che copre gli anni dal 1918 al 1933, prendendo le mosse dalla dichiarazione d'amore ufficiale per chiudersi con il toccante testamento. Si tratta di 325 pezzi archivistici, tra lettere, telegrammi, cartoline e biglietti, che arricchiscono sensibilmente la sezione di documentazione inedita, pubblicata nell'Opera omnia del leader della tendenza di sinistra del Partito popolare italiano. L'intenso scambio a distanza, come mette incisivamente in evidenza l'ampio saggio introduttivo, si muove, senza separazioni forzate, in tensione tra ""amore"""" e """"politica"""", restituendo le ferite ancora aperte della grande guerra, il problematico reinserimento nella società, attraversata da spinte contrastanti, le battaglie per la difesa della democrazia, attaccata violentemente dallo squadrismo fascista, l'impegno pubblico in un ruolo di primo piano all'interno della compagine fondata da don Luigi Sturzo, il duro isolamento nell'esilio, al quale fu costretto per la strenua opposizione al regime mussoliniano, la faticosa tela intessuta negli ambienti del fuoruscitismo per rafforzare le basi dell'antifascismo, l'inserimento nel dibattito culturale europeo, attraverso una serie di audaci iniziative editoriali. Postfazione di Giampietro Cavazza."" -
Jacques Maritain e il Concilio Vaticano II
In occasione del cinquantesimo anniversario dalla chiusura del Concilio Vaticano II, questo libro approfondisce l'influenza esercitata da Jacques Maritain su di esso, in particolare su alcuni documenti: Dignitatis humanae, Nostra aetate, Apostolicam actuositatem e Gaudium et spes. Si potrebbe affermare, sotto molti aspetti, che il Concilio abbia realizzato il progetto teologico-umanistico-integrale del filosofo francese. Consegnando a Maritain il messaggio agli uomini di pensiero e di scienza, al termine dell'assise conciliare, sul sagrato di San Pietro, Paolo VI affermava: ""la Chiesa vi è riconoscente per il lavoro di tutta la vostra vita""""."" -
Paolo VI e il Concilio Vaticano II. Per un incontro fra teologia e pastorale
La presente raccolta di saggi di monsignor Giuseppe Colombo (1923-2005) si propone di porre l'accento sull'ultima fase della sua produzione teologica, più precisamente sui due luoghi da lui indagati con il rigore e la competenza di sempre, unitamente a una partecipazione e a un coinvolgimento esistenziale, per certi aspetti ""inusuali"""" rispetto alla sua immagine di studioso rigoroso e per nulla """"militante"""": da un lato, la ricostruzione della figura di papa Paolo VI e l'impatto del suo magistero sulla teologia e, dall'altro, una rilettura dell'influsso del Concilio Vaticano II sulla stagione teologica successiva. La scelta del sottotitolo di rilegare i 15 saggi raccolti nelle due sezioni rappresentate dalla figura e dal ministero di Paolo VI e, rispettivamente, dall'evento del Concilio Vaticano II - Per un incontro fra teologia e pastorale - vuol essere un omaggio al percorso intellettuale di don Pino che, riflettendo sulla determinazione storica della Chiesa, si ritrovò a cogliere il legame fra il dato dogmatico e le forme storico-concrete del messaggio cristiano, così da reclamare l'urgenza di mettere fine all'""""annoso divorzio tra teologia e pastorale""""."" -
Scienza e verità. Riflessioni
Ogni capitolo di questo libro può anche essere letto come un saggio, autonomo rispetto ai capitoli che lo precedono. Infatti, gli autori non intendono compiere una sistematica riflessione sulla scienza dal punto di vista filosofico, ma riflettere sul proprio lungo percorso di ricercatori confrontandosi con quanto vissuto e raccontato da alcuni illustri scienziati che li hanno preceduti. Con essi, infatti, sentono di aver condiviso un'esperienza, quella della ricerca scientifica, che è caratterizzata da fatiche, da momenti di dubbio e di incertezza, dalla continua scoperta dei limiti della ragione umana, ma anche da appaganti momenti di entusiasmo che è bello vivere e comunicare, soprattutto a chi si dispone ad iniziare questo stesso cammino. -
Verità e bellezza in Jacques Maritain. Atti del Convegno (Milano, 9-10 dicembre 2013)
Il volume raccoglie gli Atti del convegno internazionale tenutosi a Milano all'Università Cattolica nel 2013, che, per la competenza dei partecipanti e per la completezza degli interventi, costituiscono una panoramica ed una valutazione critica degli scritti di Maritain, rilevando l'attualità di messaggio filosofico che mette al centro della riflessione la persona umana. Un primo gruppo di relazioni analizza i diversi gradi del sapere umano, raccordando scienza e filosofia, teologia e mistica, ciascuno individuato nella sua autonomia e nelle sue relazione epistemologiche. Diversi contributi riguardano la creazione artistica e la fruizione estetica, considerata a livello della musica, della poesia e delle arti figurative. A documentazione, il volume riporta, nella loro integralità, le corrispondenze dei Maritain con G. Ungaretti, G, Papini, e W. Congdon. La terza parte analizza l'universo della morale, del diritto, e della politica, che vanno raccordati nella distinzione. Una nota bibliografica elenca in ordine cronologico gli scritti e le corrispondenze di R. e J. Maritain, garantendo il quadro storico degli interventi e delle testimonianze. -
Ad omnia. Zibaldone della formazione roncalliana
Nell'estate del 1901, rientrato a Bergamo per le vacanze e in attesa di svolgere il servizio militare, Angelo Giuseppe Roncalli si immerse nello studio, approfittando della biblioteca del Seminario di Bergamo. Da questa immersione emersero due piccoli quaderni, intitolati dal chierico bergamasco ""Ad omnia"""". I due quaderni testimoniano il suo precoce interesse verso il problema del rapporto fra Chiesa e mondo moderno. Osservando il risveglio del cattolicesimo, nelle sue riflessioni e nelle sue letture, il chierico Roncalli faceva convergere diverse esperienze - l'americanismo, l'associazionismo operaio, il cattolicesimo politico francese, il dinamismo democratico-cristiano - verso il complesso rapporto tra fede e ragione all'interno del vissuto religioso. Il confronto della Chiesa con la modernità, infatti, era avvicinato non tanto sul versante teologico, con i suoi risvolti dottrinali e le sue ricadute ecclesiologiche, quanto su quello pastorale, attraverso il suo incontro con i movimenti di massa e con l'ansia spirituale dell'uomo. Infine, come dimostrato per la sua spiritualità, con il recupero dei Padri della Chiesa e il riferimento edificante ai martiri e ai santi, oltre a rivelarne il metodo di studio, specialmente nel sintetizzare e annotare i testi, """"Ad omnia"""" mostra il formarsi di una cultura roncalliana mediata da letture terze, non solo di carattere letterario, ma spesso saggistico o giornalistico."" -
Joannes XXIII. Annali della fondazione Papa Giovanni XXIII Bergamo ( 2015)
"Il 14 ottobre 2015 il cardinale Loris Francesco Capovilla, l'antico 'contubernale' di papa Giovanni XXIII - come lui stesso ama definirsi - ha compiuto 100 anni. Dopo aver servito Roncalli per dieci anni, prima a Venezia poi a Roma, da oltre mezzo secolo Capovilla ne custodisce fedelmente la memoria, sempre pronto a dispensare perle preziose di quel tesoro di sapienza umana ed evangelica che papa Giovanni ha lasciato alla Chiesa e al mondo. Ancora oggi egli è punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia conoscere a fondo la figura di Roncalli. Basti pensare al lungo elenco di libri, saggi e articoli, redatto in modo accurato e minuzioso da Enrico Galavotti e presentato nella sezione Documenti su questo numero di 'Ioannes XXIII'. A ciò vanno aggiunte innumerevoli interviste a televisioni di tutto il mondo, partecipazioni a documentari storici, incalcolabili incontri personali con vescovi, preti e capi di Stato, studiosi e giornalisti, ma anche con uomini e donne semplici, giovani in ricerca, credenti e non credenti, provenienti da tutto il mondo.""""" -
Rivista di studi politici internazionali (2015). Vol. 4
La Rivista di Studi Politici Internazionali fu fondata a Firenze nel 1934. Dal 2006, con la direzione della professoressa Maria Grazia Melchionni ha inaugurato una Nuova Serie, che ne sviluppa il carattere interdisciplinare e transnazionale. Intendendo dar conto della nuova complessità del quadro internazionale e annoverando fra i suoi autori personalità di tutto il mondo, la Nuova Serie accentua il suo interesse per le problematiche connesse all'etica nelle relazioni internazionali, allo squilibrio economico e tecnologico fra Nord e Sud del mondo; si apre alle questioni connesse alla globalizzazione dell'economia, al controllo delle risorse, al degrado ambientale, al boom demografico e ai nuovi flussi migratori; discute della diffusione delle armi di distruzione di massa, della ricomparsa del fattore religioso ed etnico così come dell'uso dei concetti di democrazia, diritti umani, terrorismo nella politica internazionale. -
Il giubileo. Rinnovamento e riconciliazione
In occasione del Giubileo della misericordia indetto da papa Francesco, il volume raccoglie i più significativi interventi di Paolo VI nel periodo di preparazione e durante lo svolgimento del Giubileo del 1975. Superando le obiezioni di coloro che ritenevano superata la tradizione dei giubilei, papa Montini la ripropone a 10 anni dalla conclusione del Vaticano II anzitutto come mezzo per favorire l'accoglienza dell'insegnamento conciliare e per rinnovare la vita cristiana del popolo. Al centro dell'anno giubilare Paolo VI pone i temi del rinnovamento e della riconciliazione, che toccano la sfera personale, ecclesiale e sociale, insistendo in particolare sull'esigenza di rinvigorire la comunione nella Chiesa e gli sforzi per la pace nella convivenza civile e tra i popoli. La raccolta di scritti è curata e introdotta dal prof. mons. Giacomo Canobbio, docente della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e delegato per la cultura della Diocesi di Brescia. -
L' ultima eresia. Scienza e religione nel dibattito contemporaneo
Esiste la possibilità di dialogo tra scienza e religione? Oppure non c'è alcuna vicinanza tra il ""ragionar di Dio"""" e """"il ragionar sulla natura""""? Il dibattito culturale attuale è spesso polarizzato tra chi considera completamente antitetici l'approccio scientifico alla realtà e quello religioso (in particolare quello delle religioni storiche come il cristianesimo), e chi tenta di strumentalmente di piegare risultati scientifici a tesi teologiche. Il presente volume vorrebbe invece fondare il dialogo tra sapere scientifico e discorso teologico a partire da una comune eredità. All'interno delle idee della scienza (in particolare nella più fondamentale delle scienze, cioè la fisica) e di quelle con cui l'uomo dice e pensa Dio (in particolare il Dio cristiano) esistono strutture di pensiero che sono comuni ad entrambe le esperienze. Esse sono talmente radicate in profondità che suggeriscono un'ipotesi a prima vista sorprendente: la scienza è un'eresia cristiana, l'ultima grande eresia cristiana. Il testo prende in esame alcune categorie di pensiero comuni allo sviluppo della scienza e della teologia cristiana e propone delle nuove sfide per la teologia attuale a partire dagli ultimi paradigmi della scienza moderna, che potrebbero trovare spazio all'interno di una teologia che voglia confrontarsi fino in fondo con i risultati della scienza contemporanea."" -
Il diritto internazionale e il problema della pace
«Per quanto pubblicato più di sessant'anni fa (ma pensato ed elaborato già da diversi decenni) ""Il diritto internazionale e il problema della pace"""" non ha perso nulla in completezza di informazione, immediatezza e freschezza espositiva e lucidità di argomentazione. Quando venne per la prima volta dato alle stampe, questo libro apparve a molti come un testo agile sì, gradevole certamente, ma essenzialmente destinato alla scuola e meritevole quindi di essere letto e meditato soltanto da studenti di giurisprudenza. Mai giudizio fu più grossolano di questo. I lettori più attenti, infatti, non esitarono a ritenerlo e ben a ragione un piccolo capolavoro: una di quelle opere che si possono anche scrivere in pochi giorni, ma che richiedono anni di letture e di studio per essere pensate e successivamente redatte.» (dalla Prefazione di Francesco D'Agostino)"" -
Intorno alle mura. Brescia rinascimentale. Ediz. illustrata
Di una semplice linea Una linea che si spiega morbida in un calligrafico autografo, nel segno di una volontà, di una tecnica, di una capacità, di una umana consapevolezza, questo è il grande cantiere delle mura cinquecentesche. Un secolo di pixel organizzati compongono il ritratto della città in un profilo a china identitario, quasi iconico. È la linea dell'idea, del progetto, della geometria che uomini d'arme e d'ingegno piegano alla funzione militare, alla ragione politica, all'urgenza che la paura e l'incertezza impongono, in un disegno che ha valore per la sua stessa forma. Panoplie trionfi pestilenze e attese in un unico segno immagine di copertina del racconto medievale ormai compiuto e ancor oggi aperto. -
«Amate la terra!» Giovanni XXIII e la cura del creato
È una delle figure più interessanti del movimento cattolico che, tra Otto e Novecento, a Bergamo come nel resto d'Italia, offre la prima risposta sistematica alle sfide dalla società contemporanea. Il suo profilo biografico si snoda in varie tappe: l'ambiente familiare e parrocchiale, la formazione culturale, l'impegno associativo, la docenza nelle scuole di Bergamo e della provincia, la fondazione e la direzione delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. Abito laicale, apostolato a tempo pieno nella scuola pubblica, vita comune, ritmi di preghiera snelli e vita religiosa dallo stile ""secolare"""" sono i tratti caratteristici del nuovo Istituto, chiamato a operare «come lievito, senza chiasso», per dare anima e «linfa rigeneratrice» alla società. Personalità affascinante, riesce a trasmettere una spiritualità ricca e semplice al tempo stesso. Al centro c'è l'esperienza di Gesù, «l'unico affetto dominante» dal quale si lascia condurre e con il quale desidera «fare casa», a imitazione del """"sì"""" obbediente della Vergine Maria e di Teresa di Lisieux, la sua santa prediletta. La sua vita è intrecciata con quella di laici come Nicolò Rezzara, vescovi come Radini Tedeschi e Bernareggi, sacerdoti come Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Intelligente, sensibile, dotata di capacità organizzative e di governo non comuni, Maria Elisabetta Mazza ha molto da dire anche oggi."" -
Don Piermauro Valoti. Storia di un prete di cultura e di carità
Don Piermauro Valoti, prete tra i più rappresentativi del clero bergamasco nella prima metà del Novecento, fu un intelligente protagonista del cattolicesimo popolare, fedele ai valori della tradizione e capace di vivere un rapporto nuovo con il proprio tempo, in campo sociale e politico. Papa Giovanni ebbe con lui un fraterno legame di amicizia per tutta la vita. Costretto a lasciare la direzione de ""L'Eco di Bergamo"""" nel 1938, in un anno di forti e sofferte tensioni per le crescenti prepotenze del regime fascista, don Valoti fu nominato parroco di Chiuduno, dove rimase fino al termine della vita. Visse da prete di misericordia e di perdono, fedele e coerente, obbediente al vescovo. Morì a Roma nel 1963, dove si era recato per la beatificazione del beato Luigi Maria Palazzolo di cui aveva scritto la biografia. Introduzione di Ezio Bolis."" -
Narratori cristiani di un Novecento inquieto
"Vale la pena di apprezzare la tenacia letteraria dimostrata da [...] narratori cristiani i quali, anche quando la società letteraria li snobbava, si sentivano in pace con loro stessi nel voler scrivere bene e nel raccontare degli umili e degli sconfitti o di grandi figure esemplari della Chiesa. I grandi passaggi civili e religiosi dell'Italia repubblicana in cui vissero dal fascismo alla democrazia, dalla ricostruzione al consumismo, dal papato ieratico di Pio XII alla collegialità del Concilio Vaticano II - non furono fatti banali tanto è vero che continuano ad emanare, come brace sotto la cenere, un calore che scalda ancora la nostra storia. Leggere di scrittori italiani non dogmatici, ma nemmeno eretici, che insieme ai classici della letteratura praticavano i Vangeli, la patristica e gli autori francesi, le riunioni di partito e le redazioni o le chiese, vuol dire rivivere un'esperienza collettiva che oggi, nel settantesimo della Repubblica, appare ancora autentica. E questo libro di Nigro può essere letto come la mappa di una geografia letteraria che non risponde ai canoni di una scienza astratta ma a quelli della vita"""". (dalla premessa di Giuseppe Tognon)" -
Con l'altro e per l'altro. Una filosofia del dono e della condivisione
La pienezza dell'essere dell'uomo è nell'incontro dell'io con l'altro, nella condivisione della comune umanità. Legato all'io da uno rapporto di somiglianza e di prossimità e partecipe di uno stesso destino umano, l'altro non potrebbe mai essere o diventare un suo oppositore o un suo concorrente e tanto meno un suo nemico. L'altro è, soprattutto, il destino ultimo dell'io, il richiamo della sua massima responsabilità. Di questa comune responsabilità entrambi l'io e l'altro - sono nello stesso tempo i soggetti e i destinatari, i garanti e gli esecutori. I fili di un discorso sull'uomo e sul mondo sono dipanati e ritessuti sulla trama di un nuovo racconto sull'uomo, dove l'altro diventa la traccia della responsabilità dell'io. Non basta riconoscere all'altro la sua identità in rapporto all'io o affermarne la comune origine o la sua correlatività. È necessario disporre l'io e l'altro sullo stesso piano come due realtà plurali che si richiamano a vicenda e costituiscono l'espressione privilegiata dell'umano nel mondo. La responsabilità dell'io verso l'altro richiede che la responsabilità stessa si trasformi in azione con l'altro e per l'altro nell'assunzione della compassione come termine dell'azione stessa. Dono e perdono diventano, in questo contesto, i due paradigmi di una esistenza umana che fa del tempo presente lo spazio privilegiato del dono e nel perdono si riconcilia con un passato segnato dalla colpa e dall'offesa. -
Rivista di studi politici internazionali (2016). Vol. 1
La Rivista di Studi Politici Internazionali fu fondata a Firenze nel 1934. Dal 2006, con la direzione della professoressa Maria Grazia Melchionni ha inaugurato una Nuova Serie, che ne sviluppa il carattere interdisciplinare e transnazionale. Intendendo dar conto della nuova complessità del quadro internazionale e annoverando fra i suoi autori personalità di tutto il mondo, la Nuova Serie accentua il suo interesse per le problematiche connesse all'etica nelle relazioni internazionali, allo squilibrio economico e tecnologico fra Nord e Sud del mondo; si apre alle questioni connesse alla globalizzazione dell'economia, al controllo delle risorse, al degrado ambientale, al boom demografico e ai nuovi flussi migratori; discute della diffusione delle armi di distruzione di massa, della ricomparsa del fattore religioso ed etnico così come dell'uso dei concetti di democrazia, diritti umani, terrorismo nella politica internazionale. -
Studium (2016). Vol. 1: Le università cattoliche oggi
"L'Università tace, non solo in Italia. E tacciono le Accademie, l'altro spazio elettivo della dialettica concettuale, teoretica, ideologica. Senza dare nell'occhio, la stampa quotidiana, settimanale, mensile, comunque affidata a una periodicità che s'illude di creare un flusso continuo di idee, a prescindere dalla serrata concretezza del dialogo, una stampa che questo fa per oculata scelta di campo, affidandosi di preferenza a un paradigma breve - una pagina o poche -, pervade ormai lo spazio e il tempo della società odierna, compresa, duole dirlo, la scuola gelosa fino a ieri della propria oculata lentezza. Sembra essersi interrotta una lenta continuità, del riflettere in funzione dell'apprendere, del parlarsi e del dialogare nelle molteplici circostanze e ancor più nei successivi livelli, dove si realizza, o meglio si costruisce, l'identità di ciascuna persona e di quell' entità, spesso abusata, talora mentita, che è la patria: il tutto e il flusso storico ai quali si appartiene. Con la lingua che ne esprime l' essenza festosa e gioiosa, ancor prima di affrontarne il roccioso livello dei significati. Della lingua, nel suo costruttivo accomunare speditezza e rigore, la scuola ha saputo essere una garanzia inespugnabile."""""