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La rosa dei 20. Projectlab artisti e studenti dell'Accademia di Belle Arti a Napoli
"La Rosa dei Venti fin dalle origini rappresenta direzioni e provenienze - strumento statistico, necessario a misurare e prevedere - sul piano simbolico rappresenta un'immagine complanare di sintesi di diversità fondata su opposizioni fondamentali (est vs. ovest, nord vs. sud) apparentemente inconciliabili, ma senza la cui visione unitaria risulterebbe impossibile l'orientamento. Solo l'esperienza del confronto con l'alterità apre alla possibilità di navigazione e alla scoperta di nuove opportunità. Condotto nell'ambito della Cattedra di Storia dell'Arte contemporanea dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, in partenariato con la Fondazione Morra, l'esperimento della rosa dei venti è stato pensato come la possibilità di un nuovo patto tra le generazioni, il passaggio di un testimone ideale: gli allievi hanno incontrato 20 artisti napoletani (fotografi, designers, scultori, pittori, installatori, film-makers) generando una confluenza di narrazioni, un'esperienza di indagine sulla conoscenza e soprattutto un nuovo orizzonte per """"fare arte""""."""" (Dalla presentazione di Giuseppe Gaeta)" -
Il restauro del Ponte di Rialto a Venezia
I lavori di restauro del Ponte di Rialto a Venezia - complessivamente un anno e mezzo di cantiere - hanno assunto un rilievo esemplare nel panorama internazionale della valorizzazione dell'identità storica urbana, per la delicatezza estrema delle problematiche ambientali e architettoniche, per la complessità inusuale delle responsabilità culturali e tecniche da affrontare. La piena consapevolezza della necessità di tutela ineludibili, insieme ai vincoli di sostenibilità e alle proiezioni di valorizzazione integrata del manufatto, hanno rappresentato la trama rigorosa e innovativa, aggiornata alle ultime frontiere delle tecnologie di restauro, di un percorso orientato alla esaltazione di canoni estetici e funzionalità obbligate, fino a restituire un topos della storia di Venezia - tra l'area del mercato e campo San Salvador, per secoli baricentro ideale della repubblica - aggiornato all'immaginario, alle metamorfosi di una metropoli dell'occidente in cerca di nuovi orizzonti. -
Musicisti, leoni e fontane
"Non ci sono tanti modi di raccontare un museo perché la voce deve essere soprattutto quella delle opere che lo compongono. Esistono tuttavia, legate a ogni opera, infinite """"storie"""". Con """"Musicisti, leoni e fontane"""" Andrea Ventura ricostruisce un mondo: Milano, tra Otto e Novecento, scorre nelle sue tavole ispirate a tre opere presenti nella collezione della Galleria d'Arte Moderna di Milano, come un diario colorato in tre episodi, attraverso aneddoti e personaggi, storie scolpite e acclamate, luoghi reali o solo immaginati."""" (Dalla presentazione di Paola Zatti)" -
Le Cenerentole dell'arte. Viaggio bibliografico, iconografico e documentario attraverso la decorazione e l'ornamento
"I volumi della biblioteca Anna Caputi dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, editi tra 1849 e 1901, riflettono il gusto di cinquanta anni cruciali per la storia della civiltà iconografica europea. Rappresentano, soprattutto, un materiale didattico essenziale per la formazione dei futuri decoratori, scenografi, architetti, dei pittori, degli scultori, degli artisti in cerca di suggestioni originali. Nel termine decoro, e in tutte le sue possibili derivazioni, è insito il riferimento a un'idea di valore come risultante di spinte distinte, dove l'apparire, correlato indissolubile del mostrarsi, gioca costantemente un ruolo di primo piano. La decorazione e con essa le sue forme sociali, il decoro, o estetiche, l'ornamento, scardina il dispositivo di una fruizione del bello assoggettata alla necessità della comprensione, considerando plausibile l'espressione di un giudizio di gusto scevro da un necessario compimento del senso."""" (Dalla presentazione di Giuseppe Gaeta)" -
Zeusi. Linguaggi contemporanei di sempre. Sul confine
"La frontiera è lì perché la vedi, e se non la vedi non puoi fare a meno di pensarla. Sta nell'aria, vaga come un'inevitabile nuvola bassa, e nemmeno hai fatto in tempo a immaginarla che un'idea così ce l'hanno in testa già a migliaia. Sul confine si sintonizza sull'argomento assorbendo e modulando testi e gesti creativi si materializza nei numeri 5 e 6 della rivista ufficiale dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, Zeusi, che fin dall'inizio buca confini."""" (Marco Di Capua)" -
L' erbario dell'abbazia di Montevergine
Di competenza del monaco era non solo la raccolta delle erbe sulla montagna del partenio, ma anche la gestione e la cura di un'area all'interno delle mura del convento, il cosiddetto hortus simplicium o orto dei semplici, dove si coltivavano erbe officinali semplici e composte, dopo un'accurata selezione delle sementi. La medicina monastica è stata da sempre considerata parte del dovere religioso: la preparazione di tinture, tisane, unguenti, sciroppi ma anche bevande e liquori a scopo degustativo ancora oggi molto conosciuti. Con circa 700 specie, l'erbario benedettino - già richiamato nell'opera del 1592 ""Phytobasanos siue plantarum aliquot historia"""" del fine osservatore botanico Fabio Colonna - rappresenta una testimonianza unica di grande valore culturale."" -
Rosina Pignatelli. Vita di una principessa
Appassionata di musica e lettere, dotata di una cultura non comune per l'epoca, elegante nel portamento, di conversazione accattivante e dotata di fascino, Rosina Pignatelli - che in tenera età aveva sposato Diego Aragona Pignatelli Cortes, nipote ed erede del proprietario della cosiddetta casa Rothschild - accoglieva con modi raffinati e gentili i suoi illustri ospiti nella lussuosa e prestigiosa residenza, luogo di spicco nel mondo dell'aristocrazia napoletana a cavallo tra l'ottocento e il novecento. Il repertorio bibliografico, redatto da Cristina Liguori, offre numerosi spunti e curiosità: la trascrizione dei ventitré quaderni manoscritti conservati negli antichi armadi riportano i menù per i pranzi e i ricevimenti. Con meticolosa precisione, la principessa annota colazioni e pranzi di casa dal 15 febbraio 1914 al 16 gennaio 1952: le indicazioni scritte ai cuochi, le ricette dettagliate, il diario quasi maniacale degli ospiti, affinché non fossero ripetute le stesse pietanze, disegnano la storia del costume e del gusto. (Denise Maria Pagano) -
Evidence. A new state of art
"Il tempo della vita, del pensiero, delle visioni, di sedici artisti cinesi e sedici artisti italiani, tesse la trama di """"Evidence. A New State of Art"""", una mostra che vuole rappresentare una mappatura dell'arte attuale attraverso una strategia che mira a stabilire i rapporti di simmetria tra le ricerche dell'arte contemporanea in Italia e in Cina. Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Luigi Mainolfi, Liang Guan, Marisa Albanese, Eugenio Giliberti, Ma Kelu, Duan Zhengqu, Zhan Wang, Pierluigi Pusole, Botto & Bruno, Wang Shuye, Chen Giuzhi, Alberto di Fabio, Adrian Tranquilli, Paolo Grassino, Yin Chaoyang, Marzia Migliora, Ye Jianqing, Liu Bolin, Perino & Vele, Giuseppe Stampone, Li Hui, Domenico Antonio Mancini, Yang Xinguang, Elisa Strinna, Lu Song, Fabrizio Cotognini, Gi Lei, Liu Cong, Li Yan, Yu Linhan rappresentano figure fondamentali per un approccio fenomenologico allo studio del tempo, del luogo, e dell'identità dell'arte contemporanea cinese e italiana"""". (Alessandro Demma)" -
The shower. Tadashi Kawamata. Ediz. illustrata
"Il mio lavoro è sempre site specific. I luoghi, le loro storie, i loro abitanti, sono sempre il centro della mia ispirazione. Quando sono entrato per la prima volta nel chiostro di Santa Caterina a Formiello la prima cosa che mi ha colpito è stata la luce che arrivava dal tetto trasparente attraverso il quale noi possiamo vedere - dall'interno del chiostro - la cupola della chiesa a fianco"""". Tadashi Kawamata è un tessitore di materiali, perlopiù legno di scarto, e di relazioni umane. il processo di realizzazione delle sue installazioni, composte di solito da bancali, cassette di legno, tavole, listelli, cartoni, vecchie sedie e mobili dismessi, prevede in prima istanza il coinvolgimento delle persone del luogo prescelto per progetti che, modificando temporaneamente la percezione dell'ambiente, hanno un'incidenza sulla vita dell'intera comunità. (Demetrio Paparoni)" -
Il restauro di Palazzo dei Camerlenghi a Venezia
"In un ambito come Venezia assume grande rilevanza un importante progetto di restauro e di ammodernamento di un edificio di epoca rinascimentale, visto il suo inserimento urbanistico nel cuore pulsante della città lagunare, in uno degli scorci maggiormente ammirati di tutto il mondo. La pubblicazione dei risultati del restauro del Palazzo dei Camerlenghi, quale sede della corte dei conti di Venezia, condotto fra il 2012 e il 2017, non vuole essere esclusivamente la celebrazione della bellezza e unicità della fabbrica cinquecentesca oggetto di questo intervento, ma vuole bensì fornire uno strumento di conoscenza e divulgazione dei risultati ottenuti, oltre che la testimonianza del rigoroso lavoro svolto dal provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige"""". (Dalla presentazione di Francesco Sorrentino, responsabile del procedimento)" -
Roberto Capucci. Spettacolo onirico
Oltre un centinaio di costumi, l'idea di una messa in scena onirica dove protagonista non è più la figura femminile - musa d'elezione di Capucci - ma la maschera maschile. Un pianeta dove l'uomo, scardinando ogni stereotipo, indossa guardaroba estrosi degni della fauna esotica di un serraglio rinascimentale, delle grottesche visionarie concepite dalla fucina di Raffaello: un caleidoscopio di ibridazioni che rende maestoso ogni portamento, i costumi immaginari simili ai travestimenti estemporanei di un redivivo dionioso e del suo corteo camaleontico. -
Franco Dellerba. Percorsi
"Quando esordisce nella seconda metà degli anni settanta sulla scena barese, Franco Dellerba si muove in un contesto denso di contraddizioni, in un territorio periferico dell'arte che però aveva già registrato alcune significative esperienze... Il suo primario riferimento, sin dalla seconda metà degli anni settanta, è la Puglia, naturalmente, non in un'accezione stereotipata, legata magari al paesaggio ancestrale delle murge o degli uliveti, Dellerba osservava il contesto antropologico, sociale, storico e architettonico in cui operava. Entusiasta delle ricerche di Ernesto De Martino, sul fronte degli studi antropologici, o di un Mario Cresci, sul fronte della fotografia di ricerca, si può considerare un artista concettuale, per la sua capacità ineffabile di spaziare, di osservare, di far proprie determinate istanze, e di confrontarsi con differenti artisti conosciuti lungo il suo percorso, da Sol Lewitt ad Alighiero Boetti"""". (Dalla presentazione di Lorenzo Madaro)." -
Lucia Ausilio. Dalla terra al cielo
Enormi teste bucano il terreno e si ergono prepotenti verso l'alto. Visi primordiali cresciuti forse ad altre latitudini che invadono uno spazio-tempo non loro, cercando un posto nella contemporaneità e sollecitando nuove prese di coscienza. Sono teste di progenitori, o forse di figure venute da un futuro lontano che in qualche modo si ricollega, nella magia della circolarità temporale, all'infanzia dell'umanità, quando il semplice guardare verso l'alto ci distingueva dalle bestie, ci apriva le porte del sogno, dell'emozione interiore. Attraverso la scultura, anche la forma-oggetto del bacino diventa per Lucia Ausilio un centro dell'energia, punto di snodo e di connessione tra alto e basso, tra radicamento al suolo e posizione eretta. Il bacino si fa coppa per contenere energie vitali, perché in questo luogo preciso del corpo converga tutto ciò che arriva all'uomo e da lui possa ripartire: la forza fisica e quella spirituale. -
La parola alle cose. Sentieri e scritture della natura morta (1922-1972)
"Se intorno alla metà del secolo scorso si è ripreso ad affrontare la pittura di natura morta con adesione meticolosa e, spesso, appassionata, non si può dire altrettanto per le lingue adibite a questo tema di gradimento universale e, insieme, di così ardua decifrazione. Il nostro esame di alcune scritture, prevalentemente moderne, sulla pittura di genere dal '600 al '900, nasce da quest'assunto; oltreché da vari pretesti. Uno è stato metter mano a uno spicchio della biblioteca di un conoscitore come Raffaello Causa (1923-1984)"""" (Stefano Causa). Di Raffaello Causa viene riproposto in chiusura il saggio """"La natura morta a Napoli nel Sei e nel Settecento"""" pubblicato nel 1972 per la """"Storia di Napoli""""." -
L' immagine invisibile. La tomba del tuffatore. Nel cinquantesimo dalla scoperta. Catalogo della mostra (Paestum, 3 giugno-7 ottobre 2018). Ediz. illustrata
"Che succede se un'immagine dipinta 2.500 anni fa per non essere più vista irrompe in una tradizione moderna antichistica e classicista per la quale essere comprensibile essenzialmente vuol dire essere visibile? Che ne fa una cultura come la nostra, per la quale è vero quello che è evidente e visibile, di un'immagine che è stata realizzata sulle pareti interne di una tomba a cassa, ermeticamente chiusa durante il primo quarto del V secolo avanti Cristo? La mostra racconta 300 anni di scoperte archeologiche e riletture dell'antico che spiegano perché, oggi come oggi, la tomba del tuffatore non si spiega. In una specie di 'archeologia dell'archeologia', il percorso di oggetti archeologici e opere moderne vuole illustrare il bagaglio scientifico, culturale, artistico e ideologico che ha fatto sì che dopo 50 anni dalla scoperta della tomba la questione del significato è ancora aperta."""" (dalla prefazione di Gabriel Zuchtriegel)" -
The invisible image. The tomb of the diver. Catalogo della mostra (Paestum, 3 giugno-7 ottobre 2018)
Che succede se un'immagine dipinta 2.500 anni fa per non essere più vista irrompe in una tradizione moderna antichistica e classicista per la quale essere comprensibile essenzialmente vuol dire essere visibile? Che ne fa una cultura come la nostra, per la quale è vero quello che è evidente e visibile, di un'immagine che è stata realizzata sulle pareti interne di una tomba a cassa, ermeticamente chiusa durante il primo quarto del V secolo avanti Cristo? La mostra racconta 300 anni di scoperte archeologiche e riletture dell'antico che spiegano perché, oggi come oggi, la tomba del tuffatore non si spiega. In una specie di ""archeologia dell'archeologia"""", il percorso di oggetti archeologici e opere moderne vuole illustrare il bagaglio scientifico, culturale, artistico e ideologico che ha fatto sì che dopo 50 anni dalla scoperta della tomba la questione del significato è ancora aperta. (dalla prefazione di Gabriel Zuchtriegel)"" -
Dalle gioie degli etruschi. Un dialogo contemporaneo. Ediz. illustrata
Sette grandi tappeti di lana e seta annodati a mano, realizzati in nepal, propongono temi e rituali della vita quotidiana degli etruschi, rivisitati attraverso gli occhi di Linde Burkhardt, artista e designer contemporanea. Accostate a reperti del museo archeologico nazionale - ospitato nei sotterranei del complesso monumentale di Santa Maria della Scala - le creazioni della Burkhardt creano una sorta di dialogo nel tempo attraverso un linguaggio contemporaneo. I temi che l'artista ripercorre e reinterpreta - il convivio, la danza, la ritualità, la divinazione, la figura femminile - trovano rimandi e assonanze precise e puntuali negli originali etruschi che li accompagnano, creando un costante contrappunto fra passato e presente, ma determinando anche un'atmosfera di esplorazione della cultura etrusca, dei significati, delle pratiche, dei costumi, dei legami con altre culture, quella greca in particolare. -
Dallo stile alla storia. Adolfo Avena e il restauro dei monumenti tra Ottocento e Novecento
"La ricerca svolta da Valentina Russo costituisce un prezioso riferimento culturale per coloro che si occupano del restauro nel periodo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. La scelta di approfondire un personaggio come Adolfo Avena, responsabile della tutela e della conservazione nel mezzogiorno d'Italia, scaturisce dal desiderio di conoscere non solo le capacità tecniche di un architetto impegnato nel restauro dei monumenti, ma anche di comprendere i principi e le formulazioni teoriche che le sottendono. Adolfo Avena finalizzava l'intervento di restauro alla conservazione delle testimonianze di arte e di civiltà. Paragonava il monumento ad un libro di cui non si possa conoscere appieno la importanza ed il valore, se non siano state svolte, lette e meditate tutte quante le sue pagine."""" (dalla Prefazione di Stella Casiello)" -
Zeusi. Linguaggi contemporanei di sempre. Vol. 7: rinascere, Il.
"Il rinascere, un vero quaderno azzurro, un volume trasparente, fatto di materiali fragili, vitrei, dove il senso di quel sapere che se tutto muore, tutto rinasce pare che affiori di tanto in tanto dallo specchio di un'acqua che scorre parecchio ma resta sempre limpida."""" (Marco Di Capua). Dedicato a Lea Mattarella, la critica d'arte scomparsa nel gennaio 2018, questo numero coinvolge artisti che hanno in tanti anni lavorato con lei, corrispondendo perfettamente all'idea che lei stessa aveva della bellezza, come di cosa fuggevole, delicata e quasi aerea, ma piena di pensiero, colma di narrazioni possibili, tenute, perfino misticamente, in sospeso. Saggi di Marco Rinaldi, Paola Setaro, Bruno Di Marino, Gesualdo Bufalino, Gianluca Favetto, Caterina Bonvicini, Lea Mattarella, Gregorio Botta, Guglielmo Gigliotti, Olga Gambari, Diego Mormorio, Marco Goldin, Lorenzo Canova, Federica De Rosa, Antonio Monda." -
Girosi. Un'idea di scena
Scenografo, progettista, professionista e didatta, Giovanni Girosi è una figura cruciale nella storia recente dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, titolare della prima cattedra di scenotecnica dal 1969. I suoi allestimenti hanno lasciato il segno nei maggiori teatri italiani, con scenografie profondamente innovative e 'interattive' per il teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro alla Scala di Milano, il Kammerspiele Theatre di Monaco e per rassegne prestigiose quali Benevento città spettacolo, Festival delle Ville vesuviane, premio Troisi, Estate a Napoli. Spettacoli, concerti, mostre e allestimenti museali che hanno generato negli anni un laboratorio e una scuola esemplari, tra ricerca teorica e esperienza di scena, osmosi di invenzione e pratiche militanti di respiro internazionale.