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Novelle asiatiche
Diplomatico, scrittore e appassionato di culture e lingue orientali, Joseph Arthur de Gobineau pubblica le sue ""Novelle asiatiche"" nel 1876; sei racconti d'amore che si svolgono tra Caucaso, Afghanistan e Persia: La danzatrice di Shamakha, L'illustre mago, Storia di Gambèr-Aly, La guerra dei Turcomanni, Gli amanti di Kandahar e La vita di viaggio. Lo sguardo attento, lo spirito di osservazione e l'esperienza diretta dei luoghi e dei popoli hanno contribuito alla riuscita di una raccolta preziosa per la ricchezza di dettagli nella forma di una narrazione che sfugge all'ambito ristretto della semplice letteratura di viaggio. Un'opera romanzesca che inevitabilmente sconta l'eredità della produzione saggistica del funzionario, con particolare riferimento al ""Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane"", testo collocato fra quelli ispiratori delle teorie razziste. La dimensione poetica e la visione romantica dell'Oriente, sostenuta da una notevole erudizione, rispondono a canoni di autenticità non comune. Introducendo le novelle, l'autore rivendica l'intenzione di rappresentare fedelmente il temperamento persiano, nelle sue singole sfaccettature, evitando di ricorrere a stereo tipi e generalizzazioni. -
I 21 giorni di un nevrastenico
Composto da una cinquantina di racconti già pubblicati sui giornali e inseriti nella cornice di una località termale, ""I 21 giorni di un nevrastenico"" sono stati letti come una sorta di inferno dantesco, una parata teratologica beffarda, sarcastica, dolente e visionaria sulla condizione umana. Repertorio di crudeltà assortite narrate da tante Sheherazade nevrotiche, struttura narrativa a spirale o a imbuto con tonalità via via sempre più cupe fino allo spiraglio finale, libro vertiginoso e ricchissimo di registri stilistici, invenzioni narrative, personaggi memorabili, sorta di compendio di comici orrori e atrocità che non hanno nulla di comico, ""I 21 giorni"" sono il trionfo della risata sul punto di sconfinare nella demenza (il vento d'ala dell'imbecillità), sulle bassezze, le infamie sociali, individuali e politiche, le perversioni, la follia, le ingiustizie dell'epoca di Mirbeau nella quale è facilissimo riconoscere anche la nostra. -
Il carretto fantasma
La sera di San Silvestro sorella Edit sta morendo di tubercolosi. La giovane esprime un'ultima volontà: che si cerchi David Holm, noto ubriacone, che ha vanamente tentato di rimettere sulla retta via. Nello stesso momento, David Holm sente avvicinarsi il carretto dei defunti, quello che, secondo la leggenda, dovrà essere condotto da una persona malvagia, ultimo morto dell'anno. È il suo turno, ormai, di prendere il posto del cocchiere? -
Il ritorno del nativo
Romanzo degli elementi, ""Il ritorno del nativo"": in esso, terra aria acqua e fuoco si intersecano e interagiscono – ciascuno protagonista a suo tempo e a suo modo – secondo un eterno pòlemos, senza requie. Dramma universale degli elementi, allora; e dramma microcosmico dei desideri dei protagonisti, i quali, in una sorta di alchimia imperfetta, formano una quaterna giammai ricondotta all’unità, secondo lo spirito dei più profondi moduli tragici, da Hardy sempre amati e praticati. Sì, perché di ciò si tratta: non di un semplice pessimismo, come pure spesso è stato inteso, ma di una visione tragica che investe la struttura stessa di tutto ciò che esiste, e che nella vita umana si manifesta nella maniera più dolorosamente evidente. Di questo che, forse, dal punto di vista letterario, è il capolavoro dell’autore, si è cercato di fornire una nuova traduzione che rispettasse il più possibile lo stile dell’originale, con la sua complessa sintassi che tenta di riprodurre l’articolata dinamica elementare del mondo, il suo frequente impiego di termini rari e tecnici, il suo andamento consapevolmente poetico, la sua coinvolgente temperie emotiva. Si è voluto quindi rimanere il più possibile fedeli e aderenti al dettato hardyano, senza che questo incidesse sulla scorrevolezza dell’italiano. Il volume è inoltre arricchito da un’introduzione, che punta a fornire una lettura complessiva e in parte originale del romanzo, e da un ricco apparato di note, inteso a esplicare i punti poco chiari, i vocaboli desueti e alcune delle suggestioni nascoste che potrebbero sfuggire a una lettura superficiale. -
Le novelle del Keepsake
Tra il 1828 e il 1838 Mary Shelley scrive per alcuni annuari letterari che raccoglievano poesie e racconti illustrati, di autori vari. Tra i più apprezzati, il Keepsake nel quale Shelley pubblicò quindici racconti. Offerto come strenna natalizia alle giovani donne della borghesia medio-alta, ogni volume era un oggetto di cui fare sfoggio, un dettaglio di stile. Talvolta veniva donato per celebrare un anniversario o una proposta di matrimonio. Rivolto a un pubblico femminile, fu considerato una pubblicazione minore, ma vi contribuirono autori come Southey e Wordsworth, Coleridge e Scott. Pur costretta in uno spazio ""troppo esiguo"", Shelley è capace di sovvertire la vocazione mondana e la rappresentazione del femminile che si vorrebbe proporre per mettere in scena una donna nuova, diversa, che tenta di svincolarsi dalle strettoie di una visione patriarcale, a volte riuscendoci soltanto con la morte. Alle pagine del Keepsake affida i tormenti, le gioie svanite, il suo amore travolgente per il compagno di vita Percy B. Shelley. I racconti si snodano tra la campagna inglese e i paesaggi esotici della Grecia e soprattutto dell'Italia, il paese più amato. Italiani gli scenari più incantevoli; italiane le parole, quando il lessico si fa più intimo e privato. Della potenza distruttiva e creatrice messa in scena in Frankenstein qui restano le macerie, il richiamo al soprannaturale di alcuni racconti, il tentativo di sconfiggere la morte del corpo, ma soprattutto della coscienza e dei ricordi che essa custodisce: il più audace e sublime dei desideri. -
Il popolo degli abissi
""Il popolo degli abissi"" è l'opera dimenticata del grande scrittore americano. Per più di tre mesi, tra l'agosto e il novembre del 1902, Jack London si addentrò nell'East End e si calò completamente nella più disastrata delle realtà sociali: dormì nelle baracche, frequentò prostitute, poveri, ogni genere di umanità rifiutato dalla città ""alta"". Dagli abissi dell'East End riemerse con un capolavoro letterario e un vero e proprio trattato sociologico, riproposto in questa nuova edizione con le fotografie originali, scattate da London con la sua piccola Kodak modello Brownie. -
Transiberiana. Una via verso Est
Il viaggio in treno lungo la storica linea ferroviaria, da Mosca a Pechino, attraverso la Siberia, la Mongolia e la Cina, per oltre novemila chilometri. Da un caffè di piazza Barberini, dove nasce l'Idea del Viaggio, alla stazione Yaroslavskij di Mosca, l'autore descrive minuziosamente la quotidianità, i piccoli gesti dei casuali compagni di viaggio, viaggiatori provenienti da ogni parte dell'Asia, con ogni genere di mercanzia, e non mancano le ricche divagazioni culturali, sociali, storiche e geografiche, alternate a pensieri e riflessioni personali. ""La Transiberiana è un viaggio che si potrebbe definire quasi eroico, un momento eccezionale, ineguagliabile per osservare una tale moltitudine di paesaggi e avvicinarsi a etnie così diverse tra loro."" Con l'autore la Siberia riscatta il suo recente passato legato a prigionia, esilio, recuperando quell'idea di terra promessa, di terra di confine, avventurosa e romantica, così come ci veniva già descritta alla fine dell'800 da Jules Verne nelle avventure di Michele Strogoff, incaricato dallo zar di raggiungere Irkutsk a cavallo per oltre cinquemila chilometri... Un viaggio descritto da un viaggiatore lontano anni luce dal turismo di massa, alla riscoperta del gusto dell'esplorazione non solo di luoghi lontani ma di emozioni altrettanto inesplorate. -
Una maestra ribelle
È il 1906. L’Italia sta vivendo un grande decollo economico e sociale, ma non per tutti è così. In un mondo apparentemente perfetto, dove ogni cosa sembra rispondere a un ordine preciso, si dipana la vicenda di Agnese Paresti. Agnese è una maestra che viene chiamata a insegnare in un paesino di montagna. Qui il tempo si è fermato in un presente quasi magico ma, a poco a poco, la giovane si rende conto dell’esistenza di un terribile segreto che grava sull’intero paese. La maestra che l’ha preceduta si è suicidata e un crudele meccanismo di regole sta triturando la vita di Lena, di Igino e di Ughetto. Sono i diversi, presenze invisibili, vittime di una comunità primitiva e rassegnata. Quando Agnese ne verrà a conoscenza, troverà nella ribellione l’unica risposta possibile all’indifferenza. -
Le tue valigie sono dalla vicina
Giorgio Cavasin è un Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, di stanza a Belluno. Potrebbe avere una vita tranquilla se non fosse che cova una passione segreta: la moto Guzzi V7. Passione fieramente avversa alla moglie che gli impedisce di acquistarla. Cavasin, attraverso mille sotterfugi, riuscirà nel suo intento ma appena in sella alla moto verrà coinvolto in uno spaventoso incidente che lo lascerà illeso, bensì metterà a dura prova il suo matrimonio. Da quello stesso incidente partirà poi un'indagine che coinvolgerà gli strati più alti e insospettabili della società bellunese, rivelando che il malaffare è riuscito a inquinare anche la presunta innocenza di una città così tranquilla. -
Prigionieri del deserto
Il capo mandriano John Curry sta attraversando il deserto a cavallo per salvare la vita di un bambino indiano, quando viene disarcionato. Tratto in salvo per caso da una donna sposata, sola e con un marito geloso e intrigante che diventerà un suo mortale nemico, si trova via via coinvolto in un traffico illegale fra contrabbandieri e misteriosi riti indiani. A meno che Curry non cavalchi di nuovo, tre persone moriranno e una di loro è proprio lui stesso. Pubblicato per la prima volta a puntate in rivista con il titolo Desert bound, e l'anno successivo in volume con il nuovo titolo, Captives of the Desert si differenzia dalle tipiche narrazioni di Zane Grey per vari aspetti, e per altri è meritevole di interesse filologico. Nostalgico del mito della Frontiera come tutta la produzione del grande autore americano, questo romanzo è però già rivolto al nuovo secolo che avanza, con le sue contraddizioni e i suoi pericoli, trasportandoci in quell'America di inizio Novecento che stava affannosamente tentando di edificare un epos degno della propria identità nazionale. -
Estate sui laghi
""Estate sui laghi"" (Summer on the lakes) è il racconto introspettivo del viaggio di Margaret Fuller nella regione dei Grandi Laghi nel 1843, organizzato come una serie di episodi di viaggio intervallati da commenti letterari e sociali. Oltre ai suoi pensieri sui paesaggi naturali e gli incontri umani, Fuller include aneddoti, leggende, dialoghi allegorici, poesie ed estratti dalle opere di altri autori. Accompagnata durante parte del viaggio dai suoi amici James e Sarah Clarke, si è spostata in treno, battello a vapore, carrozza e a piedi dalle Cascate del Niagara a nord fino all'isola di Mackinac e Sault St. Marie, a ovest fino a Milwaukee, a sud fino a Pawpaw, Illinois, e di nuovo a Buffalo. Un commentario riguardante le difficoltà della vita da pioniera per le donne e il degrado del suggestivo ambiente naturale della regione, per la prima volta proposto in Italia in questa edizione. Con il saggio introduttivo ""L'estate indiana di Margaret Fuller"". -
Il richiamo della notte. Racconti di fantastoria e fantascienza
""Prima di Adamo"" (1906), racconto appartenente al filone ""preistorico"" di London, è incentrato sulle reminiscenze di un bambino che in sogno rivive i ricordi di un mondo preistorico grazie a un suo coetaneo dell'età della pietra, ""Dentone"", che abita in una giungla popolata di belve e di serpenti, regolata dalla legge del più forte e dalla lotta per la sopravvivenza. ""La peste scarlatta"", racconto di fantascienza scritto nel 1912, è il progenitore di tantissima letteratura e filmologia ""catastrofica"": nel 2013 una terribile pestilenza ha sterminato la popolazione e fatto precipitare la civiltà a uno stadio primitivo. Un vecchio professore d'inglese, l'ultimo sopravvissuto tra i pochi scampati all'epidemia, racconta ai nipoti la storia della diffusione del morbo ai tempi in cui il mondo era fittamente popolato e conosceva una tecnologia avanzata. -
Le novelle della Pescara
Gabriele D'Annunzio pubblicò ""Le novelle della Pescara"" nel 1902, utilizzando anche alcuni testi già apparsi nelle raccolte ""Il libro delle vergini"" (1884) e ""San Pantaleone"" (1886). L'opera nasce quindi da un'attenta selezione, che le conferisce, nella varietà dei temi affrontati, un carattere unitario. Il paese di Pescara (che diventerà capoluogo di provincia solo nel 1927 e proprio per iniziativa di D'Annunzio) è al centro di questa narrazione, insieme alla campagna circostante che spesso accoglie folle di persone in preda a impulsi non controllabili. Come i contadini in rivolta nel racconto dell'Eroe, dove il nobile protagonista si getta nel fuoco mentre i poveri assediano il palazzo. La rappresentazione di scene di vita quotidiana si risolve a volte in beffe di sapore boccaccesco, ma il legame più significativo risulta quello che avvicina D'Annunzio al Verismo. -
Un giardino sull'Oronte
""Un jardin sur l’Oronte"" (1922) è l’ultimo romanzo scritto da Maurice Barrès. Dietro la storia d’amore tra un giovane crociato e una principessa musulmana si annida un finissimo lavoro di riscrittura e di citazioni da molteplici testi, da Le mille e una notte alle tragedie di Sofocle ed Euripide, anche se è di poesia che il romanzo si nutre, soprattutto dei lirici persiani e orientali. Di questa opera la stampa cattolica giudicò scandalosa la commistione di spirituale e carnale, culminante in una trasposizione profana della Passione di Nostro Signore. Dopo tanti scritti ideologici, poco prima di spegnersi, questo gerarca dello stile che è Barrès torna alla musica, in equilibrio tra solennità classica e passione romantica, un «sogno dei vent’anni» che, diceva l’autore, «è il mio cuore messo a nudo». -
Sono Mattia, scala C
Lui è Mattia Castagna, Scala C, un ragazzo estroverso e brillante della periferia di Milano. È nell'Italia degli anni '70 che inizia la sua storia, quando la sua infanzia viene stravolta dall'improvvisa morte del padre. Mattia, però, non si dà per vinto e anche se ancora piccolo, fa di tutto per mantenere la madre Agnese e il fratello Uccio. Finché, come accade spesso nella vita, qualcosa va storto e niente sarà più lo stesso. Un'innocenza accusata e un'adolescenza consumata nei dintorni della Villa dei Gerani in compagnia di ragazzi interrotti e di una fidanzata determinata, amici che lo aiuteranno a non arrendersi e a combattere, giorno dopo giorno, contro la violenza di un destino che lo riporterà continuamente di fronte ai suoi eterni nemici. Una storia di passioni e sogni infranti, che s'intreccia con fatti e vicende del nostro Paese. -
Il mondo perduto-La bolla velenosa. Le avventure del Professor Ch...
La serie completa del professor Challenger, ovvero le pietre miliari della narrativa fantastica e d'avventura di Sir Arthur Conan Doyle. In due volumi, tutti i romanzi e i racconti tradotti ex novo, con saggio introduttivo e apparati iconografici: Il mondo perduto (1912), La bolla velenosa (1913), Il territorio delle nebbie (1926), La macchina disintegratrice (1927) e Quando la Terra urlò (1929). In questo volume sono presenti ""Il mondo perduto"", precursore di centinaia di remake e riferimenti in narrativa e su pellicola, e ""La bolla velenosa"", inquietante visione di quanto stiamo in qualche modo vivendo ai nostri giorni. Da oltre un secolo non c'è soggetto cinematografico o letterario del genere che non faccia riferimento a questi gioielli del creatore di Sherlock Holmes, ma che, oltre a essere pioniere del poliziesco, fu soprattutto un grande scrittore del fantastico. -
Impressioni italiane
Genova, Parma, Bologna, Venezia, Roma, Napoli, Milano, Siena raccontate dalla penna leggera, acuta, ironica di Charles Dickens, che soggiornò a lungo nel nostro paese, a partire dal 1844 e raccontò la sua esperienza in questa raccolta. Il grande talento, e il piacere, di Dickens nel giocare con le parole incantano ancora una volta il lettore, che si troverà a passeggiare in una Venezia uscita da un sogno dolce e lento, in una calda Roma come sempre affollata di turisti, dove solo chi osserva il passato può trovare quiete e refrigerio, in una Napoli che spiega la sua vitalità alle falde del minaccioso ma affascinante Vesuvio. -
Viandanti e viaggiatori
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Un figlio del sole. Le avventure di David Grief
David Grief è un ricco avventuriero con gli occhi azzurri e la pelle abbronzata. Come Jack London approda sugli atolli che circondano lagune di cristallo veleggiando sopra golette che sfiorano le scogliere coralline e navi a vapore che sfidano bufere equatoriali. Incontra indigeni simili a semidei e pirati mezzi diavoli e mezze bestie, in un mondo da leggenda dominato dalle emozioni e dall'avventura, dove il denaro viene sperperato con una partita a carte o conquistato a caro prezzo. Durante le sue scorribande sui Mari del Sud conosce e redime alcolisti cronici e canaglie, ricchi rampolli viziati e truffatori, re indigeni obesi e sottomessi, capi cannibali scheletrici e collerici. Malgrado tutto, è questo il vero Eden perduto, dove si vive ancora la vita vera, che va affrontata come un rischio da correre per il semplice gusto del rischio. -
La Chiesa di San Domenico a Monopoli. Ediz. illustrata
La chiesa e il convento di San Domenico a Monopoli costituiscono il risultato di interventi susseguitisi dal Cinque al Settecento che attestano il mutare dei gusti e gli incroci di culture propri della tradizione artistica pugliese; sia nella forma dello spazio architettonico sia nelle decorazioni plastiche e pittoriche, si confrontano esperienze salentine, veneziane, romane, napoletane. La costruzione dell'insediamento domenicano, avviata negli anni Trenta del Cinquecento, rappresenta anche un interessante episodio di storia urbana poiché costituì l'occasione per ripensare in chiave rinascimentale una porzione di spazio pubblico. Già dal XIII secolo la comunità domenicana aveva costituito un importante polo culturale di rilevanza regionale. Nel primo insediamento esterno alle mura urbiche (distrutto nel 1529), visse Reginaldo Pirano il celebre miniatore attivo tra Napoli e la Puglia; nella chiesa spiccava la tavola di Giovanni Bellini raffigurante San Pietro martire, oggi conservata presso la Pinacoteca Metropolitana di Bari. Frutto del lavoro di un'équipe di specialisti, alcuni impegnati ad indagare i documenti d'archivio, altri ad interrogare la fabbrica che è stata interamente rilevata, la monografia ricostruisce in maniera organica le vicende storico-artistiche di uno dei complessi architettonici più affascinanti dell'età moderna in Puglia.