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Sull'infinito
Da dove viene? E soprattutto dove va? E giunto fin lì, agli estremi confini del mondo, per poter guardare oltre: fermo e ben saldo sulla roccia, il viandante romantico di Friedrich sembra essere consapevole che l'infinito è più grande di lui, ma proprio da questa smisurata grandezza, da questa espansione soverchiarne è tentato. Irraggiungibile, l'infinito è però anche irrappresentabile. Perché allora non cessa di incuriosire e tormentare pittori, filosofi, matematici e letterati, e in generale tutti i comuni mortali? -
Viaggio nella terra dei sogni. Ediz. a colori
Impalpabili, evanescenti, i sogni sono creature fragili, che svaniscono nella memoria pochi momenti dopo la loro apparizione. Sono nostri, li facciamo noi («stanotte ho fatto un sogno...»), e però questi grandi suscitatori di immagini, sensazioni, emozioni, visioni sfuggono completamente al nostro dominio. Il libro accompagna il lettore in un viaggio nella terra dei sogni, là dove abitano quelli degli antichi, quelli dei moderni, e quelli che da tempo immemorabile visitano le notti dell'umanità, perché comuni a tutte le epoche. Nitidi o vaghi, enigmatici, spaventosi quando assumono i contorni dell'incubo, confusi o assurdi, spesso sono più emozionanti di un film, più commoventi di una poesia, più comici di qualsiasi gag che la mente (conscia) possa escogitare, donano momenti di perfetta felicità oppure di scorato smarrimento. A differenza di noi, che i sogni li «facciamo», i Greci e i Romani li «vedevano»; per loro i sogni cadevano prima di tutto sotto l'organo della vista. Anche per questo il nostro viaggio è accompagnato da un ricco corredo di immagini che dispiegano il modo in cui i sogni sono stati «visti» da una miriade di artisti, dall'Antichità al Medioevo e al Rinascimento, dall'Ottocento fin dentro l'epoca contemporanea, a testimonianza dello straordinario potere germinativo della materia onirica, serbatoio simbolico inesauribile. -
Il grande racconto della Bibbia
«Grande codice dell’Occidente», «giacimento culturale», «guida sapienziale», «libro-mondo», «grammatica dell’esistenza», «testo dell’essere nella storia e dell’esserci della storia», «specchio dell’invisibile volto di Dio»: l’elenco delle definizioni, sacre o profane, rigorose o evocative, potrebbe continuare. Nelle sue varie versioni, la Bibbia è il testo sacro per ebrei e cristiani; inoltre molte delle sue storie sono presenti nel Corano. La sua grande forza germinativa è attiva da secoli, oltre che nelle tradizioni religiose, nella cultura, nell’arte, nelle letterature, nella riflessione filosofica e politica, nella sfera civile. È possibile trovare il bandolo per raccontare il «Racconto dei Racconti», nella sua peculiarità di testo «rivelato» che rimanda alla fede, e di testo «secolare» che rimanda alla cultura? Sì, e il risultato sarà tanto più avvincente quanto più si terrà conto – come fanno queste pagine – che si è di fronte a un’opera nella quale le visioni di fede si esprimono attraverso un linguaggio radicato nella concreta esperienza umana. Troviamo infatti, nelle parabole e negli apologhi, nelle figurazioni, nelle vicende narrate, prove morali e materiali, conquiste spirituali, fraternità, inimicizie, fiducia, disperazione, cadute terrene, riscatti, e nel fondo un inestinguibile desiderio di pace. -
Il reddito di base. Una proposta radicale
L'idea, ardita e controversa, di riconoscere un reddito di base a ogni individuo, ricco o povero, senza chiedere in cambio contropartite lavorative, non è nuova, risale alla fine del '700. Sostenuta in passato da pensatori di diverso orientamento politico, come Paine, Stuart Mill, Galbraith o Hayek, è tornata alla ribalta con la crisi del welfare tradizionale ed è oggi la proposta di politica sociale più dibattuta al mondo. Nella loro appassionata difesa del reddito di base, gli autori si confrontano con le principali misure alternative di contrasto della povertà e rispondono alle obiezioni di natura etica, economica e politica rivolte a tale proposta, per mostrarne la sostenibilità. Nella convinzione che un'idea così radicale possa essere la soluzione politica più efficace per affrontare l'insicurezza economica e l'esclusione sociale del nostro tempo. -
Che guerra sarà
Quanto concreta è oggi la prospettiva di un conflitto su scala globale? Secondo l'autore la vera domanda non è se ci sarà una guerra (sì, ci sarà), ma che guerra sarà. La tecnologia ha introdotto nuovi armamenti, i sistemi di comando e i metodi operativi si sono affinati e specializzati, i combattimenti a controllo remoto e le piattaforme robotizzate sono già una realtà. Anche la disumanizzazione dei conflitti è un dato di fatto: il soldato non fa più domande e il robot dà solo risposte programmate. Meno prevedibile è invece l'atteggiamento mentale di chi ha ed avrà il potere di usare questi strumenti. Ma anche qui le alternative sono poche: o la strategia seguirà la tecnologia fino a farsene schiava o la oltrepasserà, con esiti inimmaginabili. Nel bene o nel male. -
Storia economica della felicità
C'è una relazione fra sviluppo economico e felicità? Nella storia umana, dalla comparsa dei primi ominidi fino ai nostri giorni, si succedono tre grandi rivoluzioni, economiche e culturali al tempo stesso, che cambiano il nostro modo di produrre, di pensare, di vivere. E anche la visione della felicità. Dopo la rivoluzione cognitiva, con cui nasce il pensiero simbolico e che proietta le tribù di cacciatori e raccoglitori alla conquista del mondo, la rivoluzione agricola vede la felicità collocarsi oltre i desideri e la vita terrena; con la rivoluzione industriale essa appare possibile, qui e ora, come risultato delle politiche e delle azioni umane. Oggi nel «villaggio globale» si confrontano due idee della felicità: una fondata sul piacere, l'altra etica. Sembrano contrapposte, ma non sono inconciliabili e forse una sintesi è possibile. -
Le forme del bello. Ediz. ampliata
Dal modello classico all'estetica dell'assenza di regole: la storia dell'idea di bellezza è segnata dal progressivo disgregarsi del paradigma armonico di un perfetto ordine cosmico in cui il bello si collega al vero e al bene. Se in età moderna si fa esperienza del molteplice e dell'individuale, a fine Settecento si approda a una netta rivincita del sublime e del brutto. Ma è soprattutto il Novecento che rivendica il valore estetico della deformità e delle dissonanze come generatori di ordini sconosciuti. Malgrado il discredito che in alcune teorie colpisce oggi il concetto di bello, sorprendentemente esso continua a rinnovarsi, sottraendosi a qualunque definizione univoca e conclusiva. -
Postverità e altri enigmi
Quanta verità c'è nella postverità? Anche se è forte la tentazione di dire che le bufale sono sempre esistite, che la menzogna è un ingrediente imprescindibile della politica e della vita, e che dunque non c'è niente di nuovo sotto il sole, anche se viene voglia di tagliar corto dicendo che si tratta tutt'al più di fare attenzione a quel che si legge così come si fa attenzione a quel che si mangia e si beve, la postverità è un concetto filosoficamente rilevante e la sua emergenza definisce una caratteristica essenziale del mondo contemporaneo: l'alleanza tra la potenza modernissima del web e il più antico desiderio umano, quello di aver ragione a tutti i costi. -
Perfidi giudei, fratelli maggiori
Quando il 13 aprile 1986 Giovanni Paolo II entrò nella sinagoga di Roma la notizia fece il giro del mondo. Non accadeva dai tempi di Pietro che un papa entrasse in sinagoga. Quel gesto, che marcava un eccezionale avvicinamento fra cristiani ed ebrei, era opera di due personaggi a loro volta d'eccezione, papa Wojtyla e il rabbino capo di Roma Elio Toaff. Per Toaff era il coronamento di una vita spesa per intero a servizio dell'ebraismo e degli ebrei. Egli volle allora ricapitolarla in questa memoria, che con un racconto sereno e saggio, ma non indulgente, attraversa il fascismo, la persecuzione, la guerra, la nascita di Israele, il rapporto della società italiana con l'ebraismo, l'antisemitismo ritornante. Arricchito da testi e testimonianze, il ritratto della maggiore e più amata figura dell'ebraismo italiano. -
Storia della finanza internazionale. Dalle origini a oggi
La finanza internazionale fa la sua prima sorprendente apparizione nelle incisioni cuneiformi dell'antica Babilonia. Nel corso di tremila anni non sono mancate crisi finanziarie, causate dal fallimento del coordinamento tra le banche, i mercati dei capitali e i governi. Ma nella storia del capitalismo finanziario quali sono state le concrete soluzioni che hanno contribuito sia a preservare i guadagni già raggiunti, sia a mitigare i pericoli delle crisi successive? Concentrandosi, più che sulle cause delle ripetute crisi, sulle soluzioni virtuose che nel tempo si sono trovate per prevenirle e risolverle, l'autore vuole rintracciare elementi comuni capaci di fornire indicazioni valide per le politiche del futuro. -
A che cosa serve il diritto
Perché il diritto viene così spesso e così impunemente violato? Per scarsa conoscenza delle regole, per insensibilità rispetto a tale violazione, per mancanza di meccanismi adeguati di reazione? E quali sono gli effetti di questo stato di cose? In realtà, perdiamo tutti qualcosa quando le regole non sono seguite, guadagneremmo tutti qualcosa se le regole fossero più rispettate. Ed è certo che, oggi più che mai, le società e gli individui hanno bisogno di risolvere il più alto numero possibile di conflitti per via diversa da quella giudiziaria, e ciò può avvenire solo attraverso la diffusione ampia di una cultura giuridica di base. -
La svolta dell'idillio. E altre pagine leopardiane
Con questo nuovo libro si arricchisce di decisivi capitoli il discorso critico di Blasucci sull'opera leopardiana, iniziato più di trent'anni fa con l'ormai classico ""Leopardi e i segnali dell'infinito"""". Al centro di queste ultime ricerche si pone la vicenda interna dell'«idillio», che dai progetti in terza persona ispirati al modello di Teocrito approda ai memorabili componimenti in prima persona, «esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo» (L'infinito, Alla luna, La sera del dì di festa). Completano il volume altri approfondimenti (Leopardi e Petrarca, la posizione dei Canti nello spazio mentale del loro autore), nonché alcune incursioni nel Leopardi prosatore {Zibaldone, Epistolario). Infine sono tratteggiati i ritratti critici di cinque insigni maestri degli studi leopardiani."" -
Esposizioni. Pasolini, Foucault e l'esercizio della verità
Le ultime opere di Pasolini («La Divina Mimesis», «Petrolio», «Trilogia della vita», «Salò») mettono più volte in scena il corpo nudo e la sessualità, considerati strumenti estremi per l'accesso alla verità sul presente. Negli stessi anni, anche Michel Foucault si interessa a temi analoghi e indaga i discorsi con cui l'uomo occidentale ha ricercato nuove forme di rapporto con la verità su di sé e sui propri comportamenti, inclusi quelli sessuali. Mettendo a confronto le intuizioni del filosofo francese e gli scritti dell'ultimo Pasolini, il libro indaga il legame tra forme espressive ed esercizio dell'esposizione del corpo, di sé, della sessualità come scelte scandalose, fortemente intrise di valore politico. -
L' Europa che fu. Fine di un ciclo
Sorta come entità storica dopo la dissoluzione dell'impero romano e l'avvento del Cristianesimo, l'Europa per secoli si è retta sull'asse tra il nuovo impero fondato da Carlo Magno e il papato romano. A partire dal Cinquecento inizia una lunga fase espansiva, che la porta a stabilire la propria egemonia culturale, economica, politica sul mondo intero. Ma i paesi che la costituivano sono venuti via via scontrandosi in lotte fratricide, fino alle due guerre mondiali del Novecento. Mentre sulla scena globale il ruolo dell'Europa si è drasticamente ridotto, la costruzione di un organismo europeo sovranazionale è costretta a fare i conti con il risorgere dei nazionalismi. Il libro delinea gli elementi portanti della società europea e le svolte del suo sviluppo, con sguardo disincantato che rifugge da miraggi utopici e da conclusioni consolatorie. -
Lo sguardo di Machiavelli. Una nuova storia intellettuale
Lo sguardo che Machiavelli porta sulla realtà gli consente di vedere cose che i suoi contemporanei non vedono, come la natura e il comportamento dei collettivi, il carattere mentale del vincolo politico e religioso o l'importanza dell'opinione nel governo degli stati. Nato dalla constatazione che Machiavelli costituisce un caso storico non ancora pienamente esplorato, questo originale studio pone domande nuove all'opera del segretario fiorentino, aprendo una serie di piste inedite sulle sue fonti, sulle sue conoscenze del Nuovo Mondo, sul suo modo di concepire pratiche intellettuali come la lettura e la scrittura. -
Le quattro crisi della Spagna
Negli ultimi anni la Spagna è passata attraverso la punizione elettorale dei partiti di governo; una profonda crisi della principale forza di opposizione; la nascita di una formazione politica contraddistinta da un messaggio «anticasta» (Podemos); il successo di un partito di centro e filo-europeo (Ciudadanos); l’emergere di una tangentopoli iberica; lo sviluppo di nuove forme di protesta sociale; la crescita della sfiducia nelle istituzioni politiche; e la fibrillazione del rapporto tra centro e autonomie regionali. Il libro ricostruisce questi eventi mostrando come, nel corso di un solo decennio (2008-2018), la Spagna abbia affrontato tre diverse crisi – una economica, una politica ed una territoriale – tra loro strettamente intrecciate, e come queste siano poi confluite in una quarta, dirompente, crisi istituzionale. -
Le leggi fondamentali della stupidità umana. Con 17 tavole a colori. Ediz. illustrata
«La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.» Quinta Legge Fondamentale -
Caporetto. Storia e memoria di una disfatta
Vincitore del Premio Minturnae 2019 - Sezione StoriarnrnIl 24 ottobre 1917, cento anni fa, truppe austroungariche e tedesche travolgevano le malpreparate trincee italiane sul Carso fra Plezzo e Tolmino, attorno a Caporetto. L'attacco portò alla conquista austriaca di tutto il Friuli, minacciando addirittura la pianura padana. Il fronte italo-austriaco precipitò sino al Piave e il rischio per l'Italia liberale fu enorme. Il comandante supremo Luigi Cadorna gettò invece la responsabilità sulle truppe, accusandole di aver ceduto, e su quelli che considerava gli avversari interni della guerra: socialisti, cattolici, liberali neutralisti. Nacque la paura che Caporetto fosse stata uno sciopero militare, quasi una rivolta. Qualcuno si apprestava in Italia a ""fare come in Russia""""? Disfatta militare o campanello d'allarme politico? Il libro ricostruisce lo scontro militare e politico giocato attorno a Caporetto e rilegge le spiegazioni che ne sono state date, da allora sino ad oggi."" -
La Chiesa tra restaurazione e modernità (1815-2015)
L'itinerario compiuto dalla Chiesa, dal Congresso di Vienna a Papa Francesco, e il confronto spesso aspro e conflittuale che essa ha avuto con il mondo contemporaneo, i suoi cambiamenti, le sue utopie, le sue diseguaglianze. Sono i temi del convegno da cui trae origine questo volume, organizzato nel giugno 2016 dal Dipartimento di storia, cultura e storia sammarinesi dell'Università degli Studi della Repubblica di San Marino e che ha visto la partecipazione dei maggiori studiosi italiani di storia della Chiesa. È stata una strada accidentata, ricca di ostacoli, di opposizioni, di conflitti, lungo la quale la Chiesa ha mostrato la sua duttilità ma ha anche dovuto scontare grandi ritardi e forti resistenze reazionarie al suo interno. La Chiesa ha spesso combattuto quella «modernità» che alla fine del Settecento si concretizzò nel mondo delle nuove rivoluzioni, da quella francese a quella industriale a quella politica, che portò negli anni a rivolgimenti di stati e nazioni (si pensi alla rivoluzione russa e alle due guerre mondiali). Rivoluzioni che toccarono in concreto la Santa Sede, che perse il suo potere temporale. E si aprirono anche quei nuovi conti con le altre religioni che, lungo questi due secoli, hanno condotto a una nuova visione dei rapporti tra le fedi. -
Democrazia in declino. Capire gli USA per capire l'Italia
Secondo Winston Churchill la democrazia è «il peggior sistema di governo a eccezione di tutti gli altri». Un'affermazione paradossale per dire che è invece il sistema migliore, quello che offre maggiori garanzie di uguaglianza e di giustizia per tutti. Eppure in America, così come in altri paesi, la democrazia sembra avere perso attrattiva. E se la vittoria elettorale di Donald Trump è un segno evidente di questo stato di cose, molti altri sintomi, meno clamorosi ma non meno preoccupanti, si erano manifestati da tempo. Come siamo potuti arrivare a questo punto? E soprattutto, cosa possiamo fare per arrestare il declino della democrazia? Per trovare una risposta a questo interrogativo Philip Kotler, padre del marketing moderno, ha provato a immaginare che la democrazia sia un prodotto e che noi cittadini ne siamo i consumatori disaffezionati. Ha individuato quelli che a suo avviso sono i quattordici punti deboli del «prodotto» e ha cercato di proporre soluzioni per renderlo nuovamente interessante ai nostri occhi; nel contempo, ha offerto una lucida riflessione sulla politica e sulla società americane che - come sottolinea Federico Mioni nell'introduzione all'edizione italiana - aiuta a capire perché anche in Italia il populismo rischi di avere la meglio sulla democrazia.