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Rimozioni. Lercaro 1968
«Rimozione». Così nel1986, con la pignoleria del canonista, Giuseppe Dossetti qualificavarnpubblicamente ciò che era accaduto a Bologna all’inizio del 1968, quandornuna successione episcopale già scritta – da quattro mesi Antonio Poma era coadiutorerncon diritto di successione del cardinale arcivescovo Giacomo Lercaro – conobbernun’accelerazione violenta, che con le sue valenze oscure, le menzogne reiterate, lernopacità e inconfessate e inconfessabili segnò il destino del postconcilio su scala universale,rnil ruolo delle chiese locali nella ricezione del Vaticano II, il clima della chiesarnitaliana. Un dossier inedito di carte private, gli archivi della Cia e del Quirinale, documentirnpolitici ed ecclesiastici scoperchiano i contorni di quella vicenda: e alla finernresta l’obbedienza di un uomo demolito dal potere e reso libero dalla verità. -
Tempus visitationis. L'intercomunione inaccaduta fra Roma e Costantinopoli
Nel giugno 1970 un quartetto di teologi incaricati dal patriarcato di Costantinopoli e dal papa di Roma completava la stesura di un rapporto sulla possibile concelebrazione eucaristica fra Athenagoras e Paolo VI. Quella liturgia era l'atto che avrebbe trasformato la levata delle scomuniche fra Roma e Costantinopoli, sancita negli ultimi giorni del concilio Vaticano II, in una comunione piena ed effettiva. L'argomento offerto al termine di una lunga serie di contatti - che videro attivi padre Duprey, monsignor Willebrands, il metropolita Meliton e i due stessi titolari dei troni di Pietro e di Andrea - era lineare: se fra le due chiese non c'è sufficiente unità di fede, allora la condivisione del calice sarebbe un atto spericolato, ma se fra le due chiese c'è unità di fede, allora non comunicare alla stessa mensa sarebbe un peccato. Quell'atto, che il vecchio patriarca Athenagoras sognava, sarebbe sfumato: cautele, timori, contraccolpi ne fecero sospendere la preparazione; e alla fine, con la sua morte, tutto svanì, lasciando traccia solo in una serie di documenti della fine degli anni Sessanta, inediti nella loro interezza e poco compresi nella loro portata: emergendo dal chiuso degli archivi illuminano il momento drammatico in cui per i capi delle chiese il sogno trainante dell'unità visibile è diventato il pezzo di una diplomazia religiosa. -
Gli anni della pazienza. Bea, l'ecumenismo e il Sant'Uffizio di Pio XII
Quando, nel giugno 1960, Giovanni XXIII nominò il cardinale Augustin Bea a capo del Segretariato per l'unità dei cristiani, molti, come il domenicano Yves Congar, restarono sbalorditi da quella che ritenevano una singolare scelta. Cosa aveva a che fare un porporato settantanovenne, esegeta conservatore tra i più fidati collaboratori di Pio XII e suo confessore personale, con la primavera ecumenica che dal Vaticano II, e proprio da quel Segretariato, ci si attendeva? Eppure il gesuita tedesco si sarebbe in breve tempo rivelato uno dei protagonisti più autorevoli del rinnovamento conciliare e tra gli interpreti più fedeli dell'eredità roncalliana. Cosa si cela dunque dietro quella che agli occhi di molti apparve come un'improvvisa conversione? Proprio tale interrogativo, che la storiografia ha indicato come ""l'enigma Bea"""", è al centro dell'indagine del volume, che, sulla base della documentazione degli archivi privati (tra cui l'inedito carteggio con il vescovo di Paderborn Lorenz Jaeger pubblicato integralmente in appendice), ricostruisce l'attività del gesuita nel decennio precedente al concilio, quando, dal 1949, era consultore del Sant'Uffizio. Quello che emerge è un originale profilo del futuro cardinale, divenuto progressivamente avvocato e intercessore dell'ecumenismo cattolico, in particolare tedesco, durante l'ultimo periodo del pontificato pacelliano. Fu proprio in quegli """"anni di pazienza"""" che Augustin Bea maturò gradualmente le competenze e i contatti in ambito ecumenico che nel 1960 lo avrebbero reso tra i più stimati collaboratori di Giovanni XXIII e paladino di quell'ecumenismo destinato a rivoluzionare la chiesa cattolica durante il Vaticano II."" -
Exodos. Storia antica di un vocabolo emblematico
Il libro indaga i diversi usi del vocabolo exodos, a partire dalla letteratura greca antica fino alla letteratura cristiana dei primi secoli, attraverso un percorso unitario e sistematico. Sono tre le domande principali che costituiscono il filo conduttore della riflessione: perché la partenza degli israeliti dall'Egitto viene chiamata exodos? la storia di tale sostantivo nella letteratura di lingua greca può spiegare questa scelta terminologica? fino a che punto tale scelta ha influenzato la ricezione dell'idea dell'esodo? Nella ricerca storica, filologica e biblica questa tematica non era stata finora affrontata in maniera sistematica ed esaustiva. Utilizzando un approccio lessicale, filologico e storico, il volume intende colmare una lacuna importante nella conoscenza di un termine che ha segnato la nostra storia sin dall'antichità. -
Leibniz e la cultura enciclopedica
Leibniz è stato forse l’ultimo genio enciclopedico. In una prospettiva ancora parzialmente rinascimentale, che presuppone la sostanziale unità del sapere, egli riassume in sé competenze che vanno dalla filosofia al diritto, dalla matematica alle scienze fisiche, dalla politica alla religione, dalla storia alla biblioteconomia. I saggi contenuti in questo volume illustrano il suo interesse per ciascuna di queste discipline, sottolineandone la complessità e i reciproci legami. Ne risulta la figura di un intellettuale versatile, al centro delle questioni fondamentali della modernità, di cui è uno dei maggiori rappresentanti. -
Dentro il conflitto, oltre il nemico. Il «metodo Rondine»
Rondine Cittadella della Pace promuove ormai da vent'anni una cultura della pace e del dialogo tra i popoli attraverso l'esperienza della World House, uno studentato internazionale dove giovani provenienti da paesi in conflitto, dunque potenzialmente nemici, vivono, studiano e progettano insieme un futuro di riconciliazione. Un'esperienza eccezionale, che nel 2015 ha meritato la candidatura ufficiale al premio Nobel per la pace. Il volume raccoglie i risultati di una ricerca condotta da due gruppi di lavoro dell'Università Cattolica di Milano e dell'Università di Padova, che hanno esaminato il «metodo Rondine» in prospettiva psicologica e filosofica: da un lato misurando le forme e i cambiamenti della relazione tra identità e comunità; dall'altro verificando la portata delle categorie della giustizia riparativa in un contesto non penale. Accanto a questo sguardo dall'esterno, il volume ricostruisce, attraverso le voci di operatori e studenti di Rondine, la genesi e lo sviluppo di un esperimento esemplare, dal quale è nato un percorso che, alternando riflessione e narrazioni, aiuta a decostruire la logica del nemico e ad attraversare i conflitti in modo generativo, mostrando concretamente come ricucire legami feriti dall'ostilità e dalla sfiducia. -
Mercati finanziari delle commodity agricole
I derivati su commodity agricole sono strumenti finanziari sviluppati negli Stati Uniti, per rendere trasparenti le quotazioni e per aiutare gli operatori economici a proteggersi dalla volatilità dei prezzi. In Europa, finché hanno funzionato i meccanismi previsti dalla PAC, le filiere agroalimentari non hanno avvertito il rischio di prezzo e la necessità di gestirlo. Solo con il superamento del protezionismo agricolo, gli operatori dei sistemi agroalimentari europei si sono trovati anch’essi ad affrontare un contesto di scambi radicalmente diverso, inserito e ricondotto al mercato internazionale delle commodity agricole con le sue fluttuazioni e le sue ciclicità. Il volume rilegge in una prospettiva applicativa i mercati dei future e delle option, illustrando come tali mercati, disponibili oggi anche in Europa, non rappresentano un’alternativa allo scambio della merce fisica, ma bensì uno strumento complementare, specifico per la gestione del rischio. L’autore analizza inoltre le coperture simulate per le principali commodity agricole negoziate nel mercato interno ed internazionale, evidenziandone l’efficacia e la variabilità del risultato. L’interesse che c’è in Italia per il risk management nell’agroalimentare fatica a tradursi in fatti concreti: occorre rimuovere molti pregiudizi e sviluppare le conoscenze e la familiarità con la realtà dei derivati finanziari sulle commodity agricole. -
Sanità digitale. Riflessioni teoriche ed esperienze applicative
Il rapido sviluppo delle tecnologie digitali e dell'intelligenza artificiale prospetta nuove sfide per i sistemi sanitari, per le professioni di cura e per i cittadini. Sul primo versante, occorre analizzare l'impatto dei nuovi prodotti digitali sui mercati privati e sulla capacità dei sistemi pubblici di adottare le nuove tecnologie in una logica di miglioramento — e non solo di razionalizzazione — dei servizi offerti. Sul secondo versante, ci si può chiedere se la crisi delle professioni intese in termini tradizionali e l'emergere di professioni sempre più inserite in ambiti organizzativi complessi non si debbano riconsiderare alla luce delle trasformazioni scientifiche e tecnologiche. Infine, ci si deve interrogare sulle ricadute della rivoluzione tecnologica sui cittadini e sulle relazioni di cura, in termini sia di maggiore empowerment, sia di crescente controllo sociale. La complessità delle trasformazioni in atto richiede una capacità di lettura multidisciplinare dei fenomeni osservati, anche al fine di orientare adeguatamente i policy makers. Questo volume, che raccoglie i contributi di studiosi di diversa provenienza — sociologi, economisti, ingegneri e medici —, si propone come un'occasione di dibattito multidisciplinare sul tema. -
Razzismi. Dalle crociate al XX secolo
Il libro indaga le forme che il razzismo - inteso come pregiudizio concernente l'origine etnica dei popoli con relative politiche discriminatorie - ha assunto nel corso della storia occidentale, dal Medioevo a oggi. Per l'autore il razzismo è un fenomeno relazionale, ossia il risultato di circostanze economiche o politiche specifiche. Nella storia europea vi sono tre svolte importanti: il momento delle crociate, di cui è un risvolto la discriminazione religiosa moderna dopo il Cinquecento, il momento delle scoperte geografiche e della mappatura delle civiltà, e il momento della costruzione delle società coloniali con le loro gerarchie, cui fa seguito il razzismo contemporaneo. -
Quando guidavano le stelle. Viaggio sentimentale nel Mediterraneo
«Piacevole e percorribile da cima a fondo, è un libro ricco di sapienza e di esperienza che tocca nodi cruciali della nostra storia» - Paolo Maurirnrn«Per gran parte delle storie narrate... mi è avvenuto di cedere deliziato al fascino intenso dell’opera» - Giovanni BrizzirnrnrnSentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall’Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all’Andalusia, da Ragusa a Cipro, e infine da Alessandria d’Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C., a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all’inizio del Novecento. Ogni approdo racconta un pezzo di storia del Mediterraneo, attraverso il ricordo di grandi eventi o la riscoperta di personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze. -
Eretici ed eresie medievali
Fra il XII e il XIII secolo, al moltiplicarsi delle esperienze religiose fa riscontro l’intolleranza ecclesiastica verso ogni forma di autonomia quale espressione di una volontà di inquadramento tesa a dirigere ogni aspetto della vita degli uomini. La sintesi non fu sempre possibile. Ne derivarono esclusioni, anche violente, e integrazioni proficue. Una parte prevalse, l’altra soccombette: storicamente vinti furono gli eretici, vincitori gli uomini di chiesa. Poiché il conflitto fu tra singoli e gruppi, il libro ruota intorno a figure-cardine individuali e collettive: da Pietro di Bruis a Dolcino di Novara attraverso valdesi, umiliati, catari, amalriciani, apostolici e «santi» eretici. -
Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume
Artisti e libertari con D’Annunzio a Fiumernrn«Una sarabanda furiosa, ricca di guasconate e beffe spettacolari. Così l’avventura di Fiume raccontata dalla parte degli “scalmanati”, di artisti e libertari che vi accorsero per dare vita a una festa mobile, “la festa della rivoluzione”» - Simonetta Fiorirnrn«Sta entusiasmando tutti quelli a cui l’ho consigliato» - Giordano Bruno GuerrirnrnrnL’impresa fiumana (1919-1920) coagulò una quantità di esperienze diverse, di ansie di ribellione, di velleità rivoluzionarie; fu come un lungo e febbrile carnevale all’insegna della festa e della provocazione, che si apparenta alle avanguardie del tempo, ma fu anche un momento «insurrezionale» come il Sessantotto. Il libro rivisita l’avventura fiumana raccontando una vita-festa fatta di bravate futuriste e di utopie, di trasgressione sessuale e di pirateria, di gioco e guerra. Sotto questa luce, Fiume è un capitolo significativo di quella cultura della rivolta che ha caratterizzato il Novecento. La riedizione aggiunge un capitolo nuovo su D’Annunzio e l’avanguardia. -
Occidente senza utopie
«In molti oggi parlano dell’Europa e dell’Occidente. Ma ben pochi risalgono alla sua origine scavando a fondo nel corpo della nostra tradizione, come fanno Massimo Cacciari e Paolo Prodi nel loro Occidente senza utopie.» - Roberto EspositornrnProfezia e utopia, due categorie fondanti dello sviluppo dell’Occidente moderno. La tensione dialettica che le ha caratterizzate nel corso dei secoli e il dualismo istituzionale che si è creato tra potere religioso e potere politico hanno permesso all’Occidente la conquista delle sue libertà, dallo stato di diritto alla stessa democrazia. Oggi, sbiadito ormai ogni progetto utopico, il declino dell’Europa non può essere letto solo come corruzione delle regole e delle istituzioni, ma come conseguenza di una crisi di civiltà. -
Piero Calamandrei e il nuovo Codice di procedura civile (1940)
Questo libro parla del nostro Codice di procedura civile. Un codice tuttora in vigore, che pur con le opportune revisioni è rimasto sostanzialmente immutato nell'impianto e nella visione complessiva. Messo a punto da una commissione di cui facevano parte Piero Calamandrei, Francesco Carnelutti e Enrico Redenti, per volontà di Dino Grandi, Guardasigilli fascista ma attento custode della tradizione romanistica contro la deriva del diritto libero germanico, fu presentato dallo stesso Grandi al re con una Relazione la cui traccia derivava da un testo autografo di Calamandrei. Un codice nato dunque in pieno periodo illiberale, concepito quando «a poco a poco nella nostra legislazione si introduceva la peste totalitaria». Codice «fascista», come alcuni studiosi hanno ancora di recente sostenuto, o «codice degli italiani», come ebbe a scrivere lo stesso Grandi a Calamandrei nell'agosto del 1943? Grazie a un'accurata ricostruzione storica e filologica predisposta da Giulio Donzelli, corredata da un saggio storico di Guido Melis e Antonella Meniconi e da saggi di esperti di diritto processuale civile quali Claudio Consolo e Romano Vaccarella, il volume propone una rilettura della Relazione, aiutando a distinguere quanto in quel testo sia da attribuire al giurista fiorentino e quanto al ministro e ai suoi collaboratori. E, soprattutto, permette di inquadrare storicamente l'impresa della gestazione del Codice e i rapporti fra Calamandrei e Grandi, grazie anche ad alcuni documenti inediti - riprodotti nell'Appendice - custoditi nella Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano a cura della nipote Silvia, con la collaborazione di Francesca Cenni. -
Dinamiche della forma di governo tra Unione Europea e stati membri
Il volume indaga le interdipendenze tra le forme di governo degli Stati membri e le dinamiche istituzionali dell'Unione europea. L'obiettivo è mostrare in che misura gli equilibri di ciascuno Stato siano influenzati dai processi decisionali che si svolgono nell'Unione. E, reciprocamente, quanto l'indirizzo politico europeo tragga ìl suo alimento, e, spesso, la sua direzione dalle dinamiche istituzionali che hanno luogo negli Stati membri. Scritti da studiosi di diritto costituzionale italiano, comparato ed europeo, i saggi che lo compongono esaminano l'evoluzione delle forme di governo degli Stati membri in rapporto agli sviluppi del processo di integrazione europea. Una specifica attenzione è rivolta al controllo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali sulle diverse componenti dell'«esecutivo frammentato» dell'Unione (Consiglio europeo, Consiglio, Commissione, Banca centrale europea, agenzie). Il volume si sofferma altresì sull'esperienza italiana, e precisamente sui riflessi dell'Unione europea rispetto all'evoluzione della forma di governo: sul rapporto tra Parlamento e Governo, ma anche sul Presidente della Repubblica e sulle stesse forme di governo regionali. -
Studi storici e vita civile
L'Istituto non vuole insegnare una dottrina della storia. Vuole educare al «concetto moderno della storia». Non vuole - per usare parole di Croce del 1923 - «fare una lezione o una lezioncina», che vuol dire «fare il professore, e fare il professore, vale ripetersi». Vuole educare a un metodo e suscitare una sensibilità: il metodo degli studi storici e la sensibilità al problema del rapporto di quegli studi con l'azione, e cioè con la storia presente e urgente intorno a noi. Ci riferiamo al bisogno di storia come essenziale e imprescindibile funzione sociale: che forma, conserva, trasmette, aggiorna la memoria storica, e vi provvede nei modi più varii presso qualsiasi comunità umana e in qualsiasi condizione di civiltà. -
Tradizione e modernità dello Istituto Italiano per gli Studi Storici
L'Istituto non è la chiusa cittadella d'una ortodossia filosofica, che respinge sviamenti e condanna eresie, ma il luogo, questo sì, dove si custodisce e si esercita un metodo di studio e uno stile didattico: il metodo di studio, che, congiungendo filologia e filosofia, ha cura dei particolari, dei concreti dati storici, e insieme li interroga e compone alla luce dei concetti proprî di ogni ramo del sapere; uno stile didattico, che è nel dialogo con i giovani, educati alla lettura delle grandi opere del passato, e pure aperti ai fenomeni della contemporaneità, quale ci è data dal progresso della tecnica e dallo sviluppo delle altre discipline mondane. -
Metodi di pagamento nelle acquisizioni di imprese. Determinanti e conseguenze economiche dell'earnout payment
Dalla scelta del metodo di pagamento (cash, stock o misto) mediante il quale finanziare un'operazione di acquisizione possono derivare importanti conseguenze economiche, fra cui il mantenimento (o la perdita) della governance dell'impresa e il conseguimento di rendimenti azionari positivi - o negativi generati dalla reazione degli investitori alla disclosure dell'operazione. Negli ultimi anni si è assistito alla diffusione di una nuova modalità di pagamento, l'earnout, mediante la quale l'impresa acquirente è tenuta a pagare una quota iniziale del prezzo di acquisizione alla data di conclusione dell'accordo e a rinviare al futuro il pagamento di una quota aggiuntiva a condizione che l'acquisita raggiunga determinati obiettivi di performance. L'earnout rappresenta un meccanismo attraverso cui l'impresa acquirente può ridurre il rischio dell'errata valutazione dell'acquisita, incoraggiando al tempo stesso i manager di quest'ultima a migliorare le performance economico-finanziarie dell'impresa. Il presente lavoro esamina la diffusione dell'earnout nei Paesi del G20, individuando le condizioni che ne hanno favorito la diffusione ed evidenziando gli effetti della sua adozione. Le conseguenze economiche dell'earnout sono state analizzate sia in termini di market outcomes, ossia di liquidità delle azioni dell'acquirente, sia di earnings quality, osservando le pratiche di manipolazione di bilancio seguite dalle imprese acquisite nel periodo che precede la conclusione degli accordi di acquisizione. -
I Balcani. Civiltà confini, popoli (1453-1912)
I Balcani diventano Balcani durante il lungo dominio ottomano, tra la caduta di Costantinopoli nel 1453 e le guerre balcaniche del 1912-13. Una Turchia in Europa in cui la cristianità ortodossa convisse per secoli con l'islam; un Oriente vicino e incombente, arginato dall'Antemurale militare di Venezia e degli Asburgo. Dopo la riconquista cattolica dell'Ungheria, nel Settecento si consolida il limes tra le civiltà. Nell'Ottocento, il crescente rifiuto del mondo ottomano si mescola con la scoperta delle identità nazionali e della modernità in un processo di moltiplicazione dei confini tra popoli che non sembra fermarsi neanche oggi. I Balcani rimangono un pezzo d'Europa sospeso tra mondi passati e il contemporaneo, testimoni di un tempo più profondo, eredi di Bisanzio e del dopo Bisanzio. -
Governare Milano nel nuovo millennio
Come molte altre città europee, Milano può essere studiata su scala cittadina, metropolitana, regionale e macro-regionale. Da qualsiasi punto di vista la si osservi, è al centro di un'importante area economica e sembra vivere un nuovo rinascimento. Che cosa accade oggi a Milano? In che misura le forme della governance urbana incidono sulle trasformazioni della città e dei servizi alla popolazione? Questo volume vuole essere un contributo utile per capire come sono stati gestiti alcuni dei cambiamenti che hanno segnato la città nella transizione al nuovo millennio. Gli studiosi che vi hanno contribuito si interrogano su quali attori pubblici e privati, attraverso quali strumenti, con quali continuità e discontinuità abbiano operato, e soprattutto sul tipo di relazioni che si sono sviluppate all'interno di diversi ambiti: sicurezza, assistenza sociale, pianificazione urbanistica, servizi di pubblica utilità, fino a settori economici particolarmente rappresentativi del contesto milanese, come la moda e l'economia della collaborazione. È così possibile ricostruire sia dinamiche di sviluppo che hanno attraversato Milano e sono tipiche delle città europee, sia dinamiche specifiche legate alla storia e alle caratteristiche della città. Per questa via, si sottopone a verifica empirica l'idea della debolezza o della forza della capacità di governo e del suo cambiamento nel tempo, evidenziando una rinnovata capacità di guida e direzione.