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La residenza contesa. Rapporto 2022 sulle migrazioni interne in Italia
Il volume mette al centro la questione della residenza anagrafica a partire dai flussi migratori interni e internazionali, tema che ha attirato recentemente polemiche e conflitti. I contributi ne ripercorrono le diverse sfaccettature con un approccio multidisciplinare: le implicazioni statistiche, le radici storiche, le battaglie politiche, le considerazioni di carattere sociologico, la ricostruzione delle dinamiche riscontrate dagli operatori nei quartieri delle grandi città. Ogni volta che spostiamo la nostra residenza entriamo nelle statistiche sulle migrazioni interne, fornendo un dato di flusso fondamentale per l'analisi sociale e le relative considerazioni politiche e amministrative. Ma cosa succede quando gli spostamenti effettivi non sono accompagnati da registrazioni ufficiali? Quali sono gli effetti della mancata iscrizione anagrafica? Gli orizzonti che si delineano sono complessi e includono anche esclusione sociale e disuguaglianze nell'accesso ai diritti, che nel Rapporto vengono ricostruite in profondità. -
La forza delle memorie. L'Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano
Può sembrare paradossale che un giornalista come Saverio Tutino, dopo aver viaggiato e soggiornato nelle più importanti capitali del mondo trovi riparo in un lembo di Toscana ai confini tra Umbria, Marche e Romagna, e decida di farne un polo di raccolta delle scritture della gente comune. Nel 1984 nasce l'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, centro di conservazione di un patrimonio documentario unico, divenuto ormai un monumento nazionale della memoria. Lettere, diari, memorie, prodotti da donne e uomini, anziani, giovani, bambini e bambine, offrono narrazioni capaci di sollecitare l'attenzione degli storici e di studiosi di diverse discipline e di favorire significative innovazioni nella ricerca. In occasione del prossimo centenario della nascita di Saverio Tutino, Patrizia Gabrielli e Camillo Brezzi propongono alcune fondamentali tessere della sua biografia e illustrano caratteristiche e vocazione dell'Archivio dei diari attraverso un duplice percorso di ricerca attento alla dimensione collettiva e individuale. Privilegiando un'esplorazione orizzontale di questa preziosa documentazione, gli autori sottolineano rilevanti snodi storici e tematici, mentre una lettura in verticale propone i ritratti di nove diariste e diaristi, veri e propri «simboli» del composito patrimonio archivistico. Completa il volume l'inserto fotografico curato da Luigi Burroni, che dà conto della cura e dell'affettività che autrici e autori riversano su quaderni, taccuini o fogli sciolti, così come dei diversi livelli di confidenza con la scrittura. -
L' economia utile. Percorsi nella via italiana allo sviluppo dall'Illuminismo al primo Novecento
L'economia può essere una scienza pura? È una questione che riguarda sia il metodo che l'oggetto della scienza economica, apparentemente risoltasi con la scelta di dotarla di fondamenti matematici rigorosi. Ma a questo punto si affacciano ulteriori interrogativi: nella ricerca della perfezione analitica l'economia dissolve la sua utilità? O, al contrario, nel suo voler essere una scienza utile smarrisce rigore e sistematicità? Sono queste alcune delle domande a cui indirettamente rispondono gli economisti italiani tra la metà del Settecento e il primo Novecento. Per la tradizione di pensiero che va da Pietro Verri fino a Carlo Cattaneo sviluppo e incivilimento costituiscono un unico oggetto di riflessione e di azione. Tra Otto e Novecento Vilfredo Pareto e Maffeo Pantaleoni - importanti promotori e protagonisti della svolta purista dell'economia - discutono sulla possibilità di analizzare lo sviluppo insieme economico e sociale nell'ambito della scienza economica. Le loro risposte sono differenti: Pareto approda alla sociologia; Pantaleoni ritiene di poter studiare anche fenomeni molto complessi senza allontanarsi dall'economia. La questione della natura «pura» o «sociale» dell'economia come scienza resta dunque controversa. In questi stessi anni una componente rilevante del pensiero economico italiano mostra una chiara propensione a riflettere sul rapporto tra teorie e politiche guardando insieme all'economia e alla società, sollecitata in questo anche dall'emergere della questione sociale. Ben prima che ne siano precisate le definizioni concettuali, appare evidente in questi percorsi che le forme di capitale immateriale - umano, sociale, culturale - imprescindibili per lo sviluppo, trovano spazio e cittadinanza nei contributi di chi continua a considerare l'economia una scienza sociale utile. -
L' isola che non c'era. Rete viaria e trasformazioni economiche nella Sicilia preunitaria
Il libro ricostruisce le vicende relative alla realizzazione della rete viaria nella Sicilia borbonica, privilegiando la dimensione del rapporto tra infrastrutture ed economie. Da questo particolare punto di osservazione, le nuove vie di comunicazione, più che ridefinirle, assecondano e, in alcuni casi, contribuiscono a consolidare le gerarchie e le disomogeneità territoriali che si vanno configurando in un primo Ottocento caratterizzato da due importanti processi economici: l'incremento delle aree agricole a produzione intensiva e il boom dell'estrazione dello zolfo, entrambi fortemente trainati dalla domanda internazionale. L'eversione giuridica della feudalità, con la conseguente dinamizzazione del mercato fondiario, e la razionalizzazione amministrativa sono importanti elementi del quadro istituzionale all'interno del quale si elabora una politica dei lavori pubblici che si gioca tra periferia e centro, o per meglio dire «centri». La tensione fra Napoli e Palermo e l'istanza dell'autogoverno isolano sono nodi ineludibili della vicenda delle strade in Sicilia. -
La rivoluzione come problema pedagogico. Politica e educazione nel marxismo di Antonio Labriola (1890-1904)
Nei «Quaderni del carcere», Gramsci considera Labriola il solo marxista italiano ad avere realmente posto le basi per la formazione della classe operaia come soggetto autonomo dal punto di vista teorico e politico. Nella stessa opera, tuttavia, giudica severamente le considerazioni del filosofo sull'opportunità di «fare schiavi» gli indigeni della Papuasia prima di poterli educare, come pure i suoi auspici per la colonizzazione italiana della Tripolitania. Come si conciliano in Labriola la rivendicazione dell'autonomia teorica e politica del proletariato, e una raffinata riflessione sulle modalità storiche di formazione dell'essere umano, con il giudizio sulla necessità dell'assoggettamento coloniale dei popoli extra-europei? Questo volume riconsidera la sua riflessione marxista (1890-1904) sotto l'angolo visuale del rapporto tra politica e educazione, e alla luce dei problemi posti al movimento socialista in questa congiuntura storica. L'autore prende in esame non solo gli scritti editi e il carteggio, ma anche carte inedite e finora scarsamente considerate tra cui, in particolare, gli appunti dei corsi universitari di Filosofia morale e Pedagogia. -
Ut turris. Il cardinale Nasalli Rocca tra le due guerre
In occasione del centenario dell’arrivo a Bologna (1922) e del settantesimo della morte, l’Archivio arcivescovile di Bologna si fa promotore di un volume sulla figura del cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano (1872-1952) e sul suo operato, considerata anche la non comune lunghezza del suo episcopato felsineo e il periodo storico ricco di implicazioni in cui ebbe a vivere. I saggi qui presentati si avvalgono per la prima volta di documentazione in larga parte inedita, conservata soprattutto nello stesso Archivio arcivescovile. Tracciando un ricco ritratto del cardinale, mostrano la complessità del suo inserirsi nella chiesa e nella società italiana e dischiudono ulteriori possibilità di approfondimento e ricerca. -
Alberto Predieri: percorsi, profili, insegnamenti
Ricorrendo il centenario dalla nascita, la Fondazione intitolata ad Alberto Predieri ha ritenuto di ripercorrere una serie di profili e di metodologie della sua vastissima produzione scientifica. Lo scopo non è tanto di onorarne la memoria, quanto di disvelarne la sensibilità ai retroterra storici, sociologici e politologici degli assetti normativi, che hanno fatto di Predieri uno studioso che ha sempre mirato al centro della complessità delle relazioni profonde che legano società civile, società politica, istituzioni e un continuo scopritore di nuove formule definitorie e nuove ipotesi interpretative e di lavoro. Tanto che molti dei suoi scritti hanno segnato tappe decisive dello sviluppo del pensiero costituzionalistico, così come della riflessione politologica. Il volume intende altresì mettere in luce i tratti peculiari della personalità di Alberto Predieri, che in sede scientifica si traduce in uno stile non curiale e irto di spunti polemici, perché nel diritto non vedeva astratte costruzioni, ma le condizioni di vita di tutti noi, e nello stesso tempo perché la polemica era insita nel suo carattere battagliero e indomito, forgiato da valori costantemente perseguiti e sentiti come indeclinabili quali onore, dignità, coerenza e senso del dovere. Talché le pubblicazioni erano per lui insieme e un manifesto e una testimonianza; il riflesso, anzi, della sua personalità e del suo coraggio di cui aveva dato del resto ampia prova da giovane ufficiale della Julia nella campagna di Russia e poi nella guerra partigiana. -
Europa e «sviluppo armonioso». La strada della coesione europea: dal Trattato di Roma al Nex Generation EU
La ""questioneµ della coesione non è mai stata così centrale nella vicenda europea. Le crisi che si sono succedute negli anni più recenti hanno reso sempre più evidenti le implicazioni in termini economici e sociali di differenziazioni e diseguaglianze territoriali, mentre la «geografia dello scontento» europea ne disegna i riflessi sul piano politico e le ricadute in termini di comportamenti elettorali e di rapporti tra cittadinanza e istituzioni. Mai come oggi è chiaro il nesso strettissimo che corre tra «sviluppo armonioso» e costruzione comunitaria e la necessità di caratterizzare l'azione europea e quella nazionale in questa direzione. La politica di coesione - cui è dedicata oramai larga parte del budget dell'Unione - è chiamata, dunque, al suo impegno più significativo, al pieno dispiegarsi di tutte le sue potenzialità: sul piano finanziario, su quello realizzativo e di «europeizzazione» amministrativa, su quello del rafforzamento del legame di fiducia tra cittadini e istituzioni europee. Il volume ripercorre la storia di questa politica, ponendo in luce i suoi punti di svolta, le modifiche nel suo funzionamento, le personalità e i contesti che ne hanno plasmato la direzione. Una vicenda che parte dagli anni Cinquanta del secolo scorso e arriva alla fase attuale, in cui, oltre ai Fondi strutturali, anche il Dispositivo per la ripresa e la resilienza europeo e il PNRR italiano hanno al centro il tema della coesione economica, sociale e territoriale. Nella prospettiva di un'azione pubblica sempre più incisiva e qualificante, lo scritto indica alcune tendenze di sviluppo possibili: per una politica di coesione più connessa alle grandi missioni europee, più attenta ai territori, più vicina alla cittadinanza."" -
Governance dei fondi pensione e regolamentazione Iorp2
Il volume affronta il tema dell'adeguamento dei fondi pensione alla normativa italiana di recepimento della Direttiva Iorp2 (Direttiva (UE) 2016/2341). Oltre alle disposizioni di legge, i fondi pensione italiani hanno dovuto tener conto delle indicazioni contenute in molti provvedimenti di regolamentazione secondaria, adottati a seguito di ampie e partecipate consultazioni. Il quadro complessivo vede notevoli interventi sulla governance, con l'introduzione delle funzioni fondamentali di gestione del rischio, revisione interna e attuariale, oltre a importanti assestamenti sul versante della trasparenza verso aderenti e beneficiari. Il volume vuole rappresentare un primo resoconto del percorso di adeguamento, nella consapevolezza che l'assimilazione delle novità e la diffusione delle buone pratiche richiederà tempo. -
Soldati e patrie. I combattenti alleati di origine italiana nella Seconda guerra mondiale
Tra le forze armate che presero parte alla Seconda guerra mondiale contro le potenze dell'Asse vi furono combattenti che avevano una chiara origine italiana, erano cioè figli di emigrati partiti dall'Italia fra Otto e Novecento. In particolare centinaia di migliaia di italoamericani vennero arruolati nella lotta contro i totalitarismi e ad essi si aggiunsero anche italo-britannici, italo-canadesi, italoaustraliani e italo-brasiliani, i quali sostennero lo sforzo bellico dei rispettivi paesi. Presenti in tutti i teatri di guerra, servirono anche in Italia, paese formalmente nemico ma col quale mantenevano ancora legami parentali e culturali. Il volume ricostruisce una storia affascinante e poco indagata dalla storiografia, narrando le vicende di uomini e donne dalla complessa identità - ma accomunati dallo stesso retaggio italiano - che contribuirono alla vittoria degli Alleati. -
Craxi e il ruolo dell'Italia nel sistema internazionale
Bettino Craxi resta una figura centrale per la comprensione della storia dell'Italia repubblicana tra la seconda metà degli anni Settanta e la fine della «Repubblica dei partiti». Se finora l'attenzione di chi si è occupato di quel periodo storico e del leader socialista si è concentrata prevalentemente sul contesto interno, non è possibile ignorare la funzione e l'immagine di Craxi rispetto al ruolo del nostro Paese nel contesto internazionale. Sono ora infatti disponibili importanti fonti archivistiche italiane e straniere, utili sia a tracciare un quadro dell'azione internazionale dell'Italia negli anni del Governo Craxi (1983-1987), sia a conoscere le opinioni dei maggiori attori internazionali sul leader socialista dal suo arrivo alla segreteria del partito fino alla fine degli anni Ottanta. Il volume, promosso dalla Fondazione Socialismo, con contributi di vari studiosi italiani, prende in esame temi quali le considerazioni delle autorità americane sull'ascesa politica di Bettino Craxi, le sue posizioni nei confronti della costruzione europea, l'«ostpolitik» del suo governo, i rapporti con l'Unione Sovietica, le relazioni col Medio oriente, i rapporti con alcuni importanti partner europei ecc. Ne emerge un quadro dai caratteri innovativi, non solo del ruolo di Craxi ma anche dell'azione internazionale dell'Italia e dell'atteggiamento dei suoi maggiori interlocutori. -
China and the world. The long march towards a comunity of Shared Future for Mankind. Vol. 3: Culture, ideas and art.
With this publication, «China and the World» becomes a triptych. The first volume, published in 2020, examined relations between China and the world through the lens of international relations. China's entry into the World Trade Organization (WTO) in 2001 had a profound impact on the global economy. Volume one considered economic matters, however, more recent developments have made an in-depth analysis necessary. Among them is the Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) that was signed in November of 2020, the largest trade bloc ever created. Therefore, the role of business and the figure of the entrepreneur became critical themes in volume two, published 2021. Whether from the angle of international relations or from the perspective of economic changes, mutual understanding was a recurring theme. The idea of preparing a new volume focusing on cultural aspects grew out of this notion. In «China and the World», culture comes chronologically after political sciences and economy. However, one should be aware that this is the most fundamental element in the articulation between the Chinese civilization and the other regions of our planet. -
Verso il museo multimediale della lingua italiana. Riflessioni, esperienze, linguaggi
Il volume prende le mosse dalle riflessioni presentate durante un seminario intitolato «Per un museo della lingua italiana». Un dibattito a più voci su patrimonio culturale immateriale e tecnologie digitali in cui riflessioni teoriche e suggestioni legate al contesto storico-culturale si alternano con il racconto di alcune rilevanti esperienze museografiche internazionali. Una riflessione collettiva che ha contribuito a porre le basi per la realizzazione di un innovativo progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca e portato avanti dalle università di Pavia, di Napoli L'Orientale e della Tuscia: il MULTI - Museo multimediale della lingua italiana, disponibile in rete a partire da giugno 2023. -
Dalla democrazia «incompiuta» alla «postdemocrazia». Percorsi storici del sistema politico italiano
Un regime di alternanza politica caratterizza normalmente le democrazie liberali. L'Italia non è mai riuscita a raggiungere questo livello di sviluppo del suo sistema politico. Nella prima Repubblica questo ebbe forma 'centrista' e fu, come lo definiva Aldo Moro, una 'democrazia incompiuta', essendo l'alternativa che il partito comunista proponeva, ideologicamente e politicamente respinta da tutte le altre forze democratiche. Cadute storicamente tali pregiudiziali, neppure la seconda Repubblica, dopo il 1992, è riuscita a dare stabilità a un regime di alternanza, per la debolezza dei partiti e delle coalizioni che vi si sono contrapposte nell'affrontare i problemi nodali di carattere economico e sociale. Sono maturati nel frattempo anche in Italia quei processi di intrinseca modificazione del modello stesso di democrazia rappresentativa, che caratterizzano anche altri paesi democratici e vengono definiti di 'postdemocrazia'. All'analisi di questa lenta trasformazione della nostra democrazia si uniscono, nelle pagine che seguono, i profili di quattro uomini politici, Aldo Moro, Ugo La Malfa, Enrico Berlinguer e Bettino Craxi che, fin dagli anni Settanta del secolo scorso, si posero il problema della necessità di un cambiamento politico del sistema, senza risolverlo. -
Giustizia. Il Sudafrica post apartheid nel racconto di un giudice costituzionale
Questo libro racconta la transizione democratica del Sudafrica attraverso le lotte di un manipolo di uomini di legge che, nelle aule di tribunale, sfidarono l'apartheid con le sole armi del diritto. Al racconto di queste imprese si intreccia la vicenda personale dell'autore, definito da Nelson Mandela il migliore talento fra gli avvocati della sua generazione. Ma Edwin Cameron, nominato nel 2009 giudice della nuova Corte costituzionale, è anche un sudafricano bianco nato in povertà, formatosi grazie alle borse di studio che lo hanno condotto fino a Oxford. Soprattutto, però, è l'unico membro dell'establishment sudafricano ad aver rivelato la sua condizione di malato di AIDS, testimone e protagonista insieme delle vicende giudiziarie che hanno garantito l'accesso universale ai trattamenti antiretrovirali contro l'HIV al tempo delle teorie negazioniste della diffusione del virus del presidente Thabo Mbeki. Quello che ne scaturisce è un originale libro di memorie, con un unico obiettivo: celebrare la legge come strumento capace di cambiare il destino di un popolo e la vita di milioni di singoli individui. -
Character skills e didattica digitale. Verso nuove relazioni educative?
Le ricerche sulla condizione di bambini e adolescenti in tempo di pandemia hanno spesso concentrato l'attenzione sulla scuola come ambito in cui l'impatto della crisi è stato particolarmente rilevante e problematico, sottolineandone soprattutto gli effetti negativi sull'apprendimento e sulla motivazione degli alunni. Questo volume esplora la connessione della digitalizzazione obbligata della scuola in tempo di pandemia con alcuni aspetti chiave dello sviluppo umano degli alunni, colti attraverso le competenze sociali ed emotive (o character skills) degli studenti quindicenni di alcune scuole dell'area torinese. In che modo le caratteristiche personali hanno inciso sulla reazione creativa dei giovani alla crisi? Come sono state a loro volta condizionate dalla trasformazione dell'ambiente educativo scolastico? Il libro risponde a queste e ad altre domande basandosi sui risultati di una ricerca sul campo, da cui si deduce che le esperienze educative digitali non sono soltanto un limite o un problema, ma rappresentano anche una risorsa per l'indagine e per la formazione stessa. La loro valenza dipende in gran parte dal fatto che siano impiegate nel contesto di idee e pratiche di educazione come capacità di relazione sensata. Le indagini qui presentate mostrano che dalle character skills i sistemi educativi possono aspettarsi non una «nuova» fonte che fondi il senso delle cose, ma una risorsa pratica per dischiudere tale senso. Conoscere meglio le capacità socio-emozionali degli alunni, entrare in sintonia con esse, stimolarne lo sviluppo, può servire a mediare l'accesso ai contenuti, ai significati, all'insieme del mondo naturale, sociale e pratico con cui le persone non possono - per ragioni di senso e di sopravvivenza - non entrare in relazione. -
Territori in bilico. Coesione sociale e sviluppo sostenibile nella metropoli policentrica
Nonostante il crescente interesse per le aree metropolitane, gli studi si sono sinora prevalentemente focalizzati sulle loro zone centrali, prestando meno attenzione ai territori sub e peri-urbani. Tuttavia i dati mettono in evidenza che sono i territori secondari a essere interessati dalle più significative trasformazioni nelle attuali metropoli policentriche. «Territori in bilico», laddove l'instabilità rimanda sia alla collocazione liminale sia all'equilibrio instabile che ne caratterizza la fase di sviluppo, di questi territori viene analizzato il tema della coesione e delle disuguaglianze. L'attenzione al caso milanese è finalizzata ad offrire evidenze empiriche al dibattito sui processi di metropolitanizzazione e sullo sviluppo sostenibile dei territori marginali. La scelta dei casi studio - il Nord Milano, l'Alto Milanese e il Vigevanese -, è motivata dalla centralità che essi hanno avuto nei trent'anni di forte industrializzazione del dopoguerra e dai diversi gradi di dipendenza che oggi, come in passato, i loro territori hanno rispetto al core metropolitano. Una seconda finalità del testo è indagare le risorse territoriali - attori, reti, strategie, politiche e visioni - attivate nei diversi territori per promuovere la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile. -
L'industria farmaceutica italiana, 1945-1978. Una storia economica
Come è cambiata l'industria farmaceutica italiana nel secondo dopoguerra? Perché ha avuto difficoltà a colmare il ritardo accumulato nei confronti dei principali competitori internazionali? E quali fattori le hanno invece consentito di avviare un processo di progressiva qualificazione della produzione? L'interazione tra i cambiamenti in corso a livello internazionale (la cosiddetta rivoluzione farmacologica), la forte espansione del mercato farmaceutico italiano e la regolamentazione del settore da parte dell'attore pubblico contribuiscono a determinare lo scenario competitivo all'interno del quale si muovono le imprese e, in ultima misura, le stesse caratteristiche di fondo del comparto farmaceutico. Da un lato l'intreccio di interessi economici spesso contrastanti, di motivazioni etiche e di pressioni politiche complica la modifica delle regole del gioco, anche quando esse sono evidentemente inadatte a governare un settore che ha fatto il salto dalla dimensione artigianale a quella industriale. Dall'altro, tuttavia, sembrano attivarsi processi di trasformazione che fanno leva sulle prassi e le procedure adottate da ministero ed enti mutualistici: una «supplenza legislativa» che, pur con tutti i suoi limiti, cerca di indirizzare lo sviluppo del settore, contemperando esigenze industriali e obiettivi sociali. -
La fisarmonica parlamentare tra pandemia e PNRR
Il periodo pandemico e il prolungato stato di emergenza hanno comportato una netta primazia del nostro governo nell'assumere decisioni urgenti, potenziandone il ruolo nei procedimenti deliberativi. Nel frattempo l'Unione Europea ha reagito alla pandemia puntando su una complessiva strategia di rilancio e di crescita, nel nome della sostenibilità. Da questa straordinaria operazione deriva il PNRR, una sfida inedita che, se vinta, potrebbe garantire al sistema Paese un cambio di passo epocale. Anche per questo il Parlamento italiano si è impegnato più di altri parlamenti europei, sia nella fase di elaborazione del piano, sia nel monitoraggio. Questo volume, cui hanno contribuito consiglieri parlamentari di lungo corso e giovani accademici, esamina la sfida PNRR dal lato delle istituzioni, chiamate per prime a contribuire e a trainare il salto di qualità del sistema Paese, sapendo cogliere le opportunità forse irripetibili offerte dalla cornice europea. -
Ottavo rapporto sulle città. Mobilità & Città: verso una post-car city
La transizione verso una mobilità urbana sostenibile, inclusiva e sicura è un obiettivo condiviso da diverse agende urbane, orientate a perseguire un modello di città meno dipendente dall'uso dell'auto che è stato definito post-car city. Il cambiamento di paradigma richiede azioni di progettazione e ri-organizzazione della mobilità urbana finalizzate al riequilibrio modale in favore del trasporto pubblico, della mobilità attiva e di quella condivisa e alla intermodalità, sostenuta anche dalla diffusione di piattaforme di infomobilità che possono migliorare l'organizzazione degli spostamenti individuali e ottimizzare la gestione dei servizi. La sfida si pone rispetto alle modalità e ai tempi per conseguire questa transizione. Non si tratta infatti (solo) di sostenere la ricerca e la diffusione di innovazioni tecnologiche, ma di ripensare il ruolo di tutte le componenti della mobilità urbana, nell'ottica di fornire servizi integrati per spostamenti door-to-door e per garantire una accessibilità diffusa. Il libro, che raccoglie contributi di studiosi di numerose università italiane, restituisce un quadro di misure avviate per traguardare un modello di post-car city, valutarne la significatività rispetto alle diverse condizioni insediative e la applicabilità rispetto al quadro normativo di riferimento. Il Rapporto offre tre prospettive di dibattito: si interroga sull'efficacia e trasferibilità di modelli di integrazione trasporto e usi del suolo come i TOD e le politiche per sostenere la accessibilità di prossimità; discute del ruolo delle innovazioni tecnologiche e digitali e delle implicazioni socio-economiche e spaziali della loro diffusione e, infine, si confronta con le necessarie innovazioni normative per perseguire la transizione.re - secondo il divenire dei singoli contesti - l'innovazione urbana e il suo contributo a quella del Paese.