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Il maestro del silenzio
Non esistono. Combattono una guerra invisibile. Sono gli agenti dell'Unità Zero. Giulio Massobrio riscrive il genere della spy story restituendo contraddizioni, debolezze e umanità di chi opera nelle più riservate agenzie di intelligence.rnrnFigure furtive scivolano nei caruggi, nelle ombre della casba di Genova tra il caos delle botteghe e i silenzi di vecchi bordelli. Da lontano occhi attenti osservano, perché il tempo incalza e gli eventi sbandano ora che sulla Superba, nei giorni della Conferenza Internazionale del Mediterraneo, incombe la minaccia di un attentato. A sventarla, in un clima di tensione e paura che opprime l'Europa intera, è chiamata l'Unità Zero dei Servizi italiani, capeggiata dal veterano Fosco e da Petra, la ""numero due"""" con cui è meglio non incrociare troppo a lungo lo sguardo. La squadra si avvale di scrupolosi analisti, abilissimi hacker, infallibili operativi e soprattutto di Mimo: il trasformista dai cento volti, l'agente segreto condannato a vivere mille vite. Ma stavolta la trama ordita dal nemico sembra invincibile. E solo calandosi nella mente dell'avversario, l'Unità Zero potrà riuscire a neutralizzarne gli intenti di morte. Grazie a una meticolosa ricerca sul campo, Giulio Massobrio crea una perfetta alternanza tra il ritmo dell'azione e le schermaglie del duello psicologico. Riscrive il genere della spy story restituendo le intime contraddizioni, le debolezze inconfessabili, la tormentata umanità delle donne e degli uomini che operano nelle più riservate agenzie di intelligence."" -
Se fosse tuo figlio
Vincitore del premio della Giuria Popolare al Premio Letterario ""I Fiori Blu"""". L'esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza.rnrnScopri chi sei e chi vuoi diventare. Prendi i tuoi sogni sul serio. Fai volare l'aquilone. Sii libero, Hammudi. Continua a brillare.rnrn«Mi chiamo Nicolò. E tu?» «Hammudi» dice, indicandosi. «Siria.» È sfuggito alla guerra, è sopravvissuto al mare, ma il suo sorriso è enorme. Nicolò sente che rischierebbe tutto, per non spegnere quel sorriso. Intorno a loro si estende l'hotspot di Samos, un posto che assomiglia all'inferno, in cui i profughi vivono ammassati nelle tende, senza acqua né luce, tra cumuli di immondizia. Per Hammudi e gli altri bambini del campo anche le cose più semplici, come giocare a palla o mangiare una pizza, sembrano impossibili. Nicolò è solo un volontario, ma di una cosa è convinto: il mondo, lui, lo vuole cambiare. Così decide di combattere il pregiudizio e l'omertà che circondano l'hotspot: vuole aprire una scuola, una scuola vera, un posto in cui i piccoli rifugiati possano finalmente sentirsi al sicuro. Imparando ad ascoltare, a perdonare e a credere nei propri sogni, Hammudi si lascia alle spalle gli orrori del passato e scopre, insieme a Nicolò, che la casa non è una questione di mura, ma di cuore, e la paternità non ha a che fare col sangue, ma con la fiducia. Con lo sguardo di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le ferite più scottanti della nostra attualità, Nicolò Govoni ci racconta l'esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza. II ricavato di questo libro servirà a costruire una scuola per bambini profughi in Turchia."" -
Sebastian
Il viaggio che ha cambiato la vita e la musica di Johan Sebastian Bach.rnrn«Mi chiamo Johann Sebastian Bach, ma puoi chiamarmi Sebastian.» L'aspetto impacciato e gli occhi impazienti, la giacca di una taglia più grande, le tasche piene di spartiti. «Facciamo due passi?» Georg Erdmann è interdetto: quel ragazzino è più giovane di lui, ma al liceo di Ohrdruf è già famosissimo grazie al suo orecchio prodigioso, capace di riconoscere le note in ogni cosa – dal fruscio delle foglie nel viale alla risata della figlia del pellaio. È l'estate del 1698, ed è così che tra i due studenti nasce un'amicizia fatta di sogni di gloria e concerti improvvisati all'organo, che presto li condurrà alla più grande avventura della loro vita: un viaggio fino a Lüneburg, trecento chilometri a piedi, quindici giorni nel cuore della Germania tra cime nebbiose, grandi foreste e suoni sconosciuti, tutti da scoprire. Lungo il cammino, Sebastian troverà il coraggio di seguire il proprio talento e trasformarsi nel celebre Bach, il primo compositore in grado di tradurre la melodia del mondo. A metà tra biografia e romanzo di formazione, Sebastian è l'esordio letterario di uno dei concertisti più eclettici e originali di oggi. Con amore e dedizione, Cesare Picco ci mostra un Bach inedito, colto nel momento di passaggio dall'adolescenza all'età adulta, e ci racconta una storia in cui l'amicizia e la musica si mescolano con la magia delle prime volte. -
L'attimo prima
Francesco Musolino, attraverso i colori e i sapori della Sicilia, indaga con una prosa intima l'educazione all'età adulta. Quando restiamo immobili, indecisi se combattere, solo grazie a un autentico atto d'amore possiamo trovare il coraggio di crescere.rnrn«I guerrieri non nascondono le cicatrici.»rnrnCosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l'attimo prima di diventare realtà? Lorenzo è cresciuto a Messina, sotto il tavolo di legno del ristorante dei genitori. Desiderava una carriera da chef ma, all'improvviso, tutto è cambiato. Impantanato, sospeso e ancora immaturo, Lorenzo inizia a lavorare in un'agenzia di viaggi. Nel frattempo, mentre la neve scende sull'Etna, lui si rifugia in un cibo insipido e immaginale vite degli altri. Toccherà a sua sorella Elena stanarlo e praticare un kintsugi degli affetti, rimettendo insieme i cocci della sua esistenza. Il timore di dimenticare chi abbiamo amato non dev'essere una scusa per rinunciare a guardare l'orizzonte. Sperando che al momento giusto, al bivio cruciale, i leoni nel cuore ricomincino a ruggire. -
Gli altri
Raccontando con ironia l’intolleranza tra vicini di casa, Aisha Cerami ci regala una galleria di personaggi memorabili e ci fornisce uno specchio per riflettere su noi stessi e sui nostri pregiudizi.rn«Un palazzo, tre nuovi arrivati, il caos»rnrnIl Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino?All’arrivo dei nuovi inquilini – una giovane coppia con un figlio di dodici anni – i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, “gli altri” sembrano i vicini perfetti... eppure c’è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l’aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati “gli stranieri” a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove? -
Dropsie Avenue
Un quartiere, un crocevia di culture, una parabola sull'integrazione. Il capolavoro che chiude la trilogia del Contratto con Dio.rnrn«Eisner ha portato nei comics una maturità e un senso di umanità che prima di lui non esistevano» – Frank Millerrnrn«I quartieri hanno un loro arco vitale. Nascono, evolvono, maturano e muoiono» racconta Will Eisner. «Anche se questa loro evoluzione viene evidenziata dal declino dei loro edifici, a me sembra che la forza interna che produce questo degrado sia la vita dei loro abitanti. Al cuore di questa trasformazione ci sono gli individui, non i palazzi.» Per questo suo canto d'amore agli angoli più negletti di New York, il maestro del graphic novel ha scelto una zona del Bronx dal nobile passato coloniale. Ma di quel passato, come è facile intuire, ormai non resta più nulla, se non i segni sommersi in decenni di svolte storiche: dalla Dichiarazione d'indipendenza al melting pot, dalla Grande depressione agli echi della Seconda guerra mondiale, dalla rinascita borghese del dopoguerra al degrado urbano degli anni Settanta. Come un cartografo dei sentimenti, Eisner traccia le coordinate di tante piccole vite che – in pochi isolati – hanno conosciuto grandiosi fasti e gloriosi fallimenti. -
Lo Stato necessario. Lavoro e pubblico impiego nell'Italia postindustriale
Coadiuvato da undici tra i massimi esperti in materia, De Masi indaga le variabili centrali che determinano l'evoluzione organizzativa della pubblica amministrazione.rn«Se c'era bisogno di dimostrare quanto sia importante disporre di un solido apparato pubblico, la fase in cui siamo entrati con la pandemia ha provveduto a farlo, soprattutto per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale, ma non solo. Suona dunque preveggente, dato che risale a poco prima dell'emergenza Covid-19, il titolo del libro Lo Stato necessario dell'autorevole sociologo Domenico De Masi» - Antonio Carioti, la LetturarnDall'unità d'Italia a oggi, l'inefficienza della nostra pubblica amministrazione è passata indenne attraverso un'infinità di scrupolose rilevazioni, coraggiose denunzie, volenterose riforme. Al fallimento di tali riforme può aver contribuito il fatto che i giuristi hanno proceduto da soli al disegno della macchina burocratica, laddove sarebbe stato necessario un approccio multidisciplinare. Eppure, lo sviluppo della società postindustriale impone servizi pubblici sempre più sofisticati, e per assicurare tali servizi si deve saper progettare con dovuto anticipo una pubblica amministrazione capace di erogarli. E per progettare occorre prevedere. Nasce da queste constatazioni la ricerca condotta da Domenico De Masi, focalizzata sul lavoro dei dipendenti pubblici: oltre tre milioni di persone tra operai, impiegati, funzionari e dirigenti cui spesso si imputa l'inadeguatezza della macchina statale, un apparato indispensabile che rappresenta anche il principale datore di lavoro del nostro Paese. Lo Stato necessario unisce una lettura storica del fenomeno burocratico e l'analisi sociologica di tale fenomeno inteso come «iperogetto» alla previsione dello scenario evolutivo più probabile, proiettato nel prossimo decennio. Coadiuvato da undici tra i massimi esperti in materia, De Masi indaga le variabili centrali che determinano l'evoluzione organizzativa della pubblica amministrazione: il rapporto tra domanda e offerta, la reazione ai trend demografici, l'impatto del progresso tecnologico, la gestione delle risorse umane, la conflittualità, il ruolo dei corpi intermedi come i sindacati, il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Una ricerca preziosa che va a colmare una lacuna profonda nel panorama sociologico non solo italiano, offrendo ai tecnici, agli studiosi, ai cittadini comuni e soprattutto ai dipendenti pubblici un ritratto dell'amministrazione statale severo ma non privo di speranza. -
Non ti scordar di me. #Ops. Libro2
Dopo il successo di #Ops, Elisa Maino torna in libreria con una storia di scelte importanti e passioni profonde. Una nuova avventura a passo di danza.rnrnL'estate è finita, per Evelyn è tempo di cominciare una nuova avventura: l'accademia di danza. Certo, è dura salutare nonna Lea e tutti gli amici conosciuti tra le montagne, e ancor più dura è staccarsi da Chris e dai suoi baci. Ma quando balla Evy dimentica tutto: tra grand jeté e pirouettes i pensieri tristi scompaiono e rimane solo lei, flessuosa e raggiante come una vera regina del palcoscenico. La danza, però, non è solo libertà. In accademia ci sono orari e regole da rispettare, e il maestro Paolo pretende sempre il massimo. Come se non bastasse, a Evy è toccata la peggiore compagna di stanza di sempre: Rose Villa, la bulla della scuola, che per vederla fallire ricorrerebbe a qualsiasi trucco. Per fortuna ci sono ragazzi simpatici come Cameron, che la incoraggia a credere nel suo talento e le ricorda il vero motivo per cui si trova lì: diventare una ballerina professionista. Evy ce la mette tutta ma, mentre la sua carriera è pronta a decollare, nei suoi pensieri Chris e gli amici di un tempo sono sempre più distanti... Per non perderli, dovrà guardarsi dentro e chiedersi: a cosa siamo disposti a rinunciare per inseguire il nostro sogno più grande? -
Come stai?
Il primo romanzo della webstar teenagerrnche ci insegna a sorridere colorando le nostrernemozioni.rn«Chiudi gli occhi, ascolta il tuo cuore.»rnrnrnGioia ha quindici anni ed è una ragazza allegra e solare. Mai nome fu tanto azzeccato: la gioia sembra proprio l'essenza del suo spirito. Almeno, questo è quello che tutti pensano... Nascosto sotto strati di positività, infatti, esiste un mondo turbolento in cui lei dovrà addentrarsi per diventare grande. Oltre alla scuola, è la ginnastica artistica ad assorbire le sue energie, in equilibrio su un'asse o appesa alle parallele alla ricerca di una vittoria. E poi agli allenamenti c'è Marco: occhi da principe azzurro, fisico scolpito, modi garbati, da lui Gioia aspetta un bacio che continua a non arrivare. Alex, invece, che pratica il parkour e va per la sua strada senza curarsi delle apparenze, vorrebbe conoscerla meglio; ma una come Gioia non dovrebbe dare confidenza a un tipo così ""strano"""", ci tengono a ricordarle """"Le Incredibili"""", le sue migliori amiche. Gioia, sballottata tra quello che pensano gli altri, non ha mai risposto con sincerità alla domanda più semplice: come stai? E per farlo dovrà imparare a dare un colore a tutte le emozioni che prova, quelle positive e anche quelle negative, disegnando un meraviglioso arcobaleno che la renderà finalmente se stessa. Con brio e passione, Valeria Vedovatti ci regala una storia che per la prima volta si può leggere sia attraverso le parole sia attraverso le foto e interpreta l'idea stessa di racconto per immagini, come un tempo è stato il fotoromanzo e adesso, forse, è Instagram."" -
Il futuro del mondo. Scritti giovanili
Vittorino Andreoli, libero dal pudore di un tempo, ci consegna una raccolta che si fa rappresentazione dell'esistenza di uno scrittore. Pagine dense di vita, dove emerge tutta la fatica del quotidiano e il dolore che contraddistingue la condizione umana a qualsiasi età.rnrnTemo il dolore che si fa storia e vorrei contribuire a frenarlo, ma ora temo ancor più il dolore della mia fantasia, di quell'anticipazione che permea il romanzo di un dolore ancora maggiore e di un dolore che non è nel mondo ma nel mio mondo, dentro di me. Esco ora dalla mia Dachau, e cambio un pennino, massacrato.rnrnTrasferire il passato nel futuro, trovare vita in ciò che sembrava morto. Non è per nostalgia che un vecchio scrittore riporta alla luce pagine che ha nascosto dentro bauli dimenticati. Rileggendo quei quaderni, capisce la ragione che lo ha spinto a sotterrarli tanto tempo prima: quei fogli erano troppo irruenti, carichi di eros, molto lontani dai temi che lo hanno impegnato nell'ultima parte della sua esistenza. Non vi trova alcuna traccia dei richiami alla fragilità che gli hanno dettato invece le sue opere più recenti. Questa scoperta gli permette di riscoprirsi, tanto che decide di riempire il suo futuro rimettendo ordine tra quelle carte passate. Un ordine che può essere solo apparente perché la vita, si sa, si consuma in un insieme caotico al quale è difficile assegnare una logica. E, anzi, è proprio questo disordine, fatto di ""variazioni"""" generate dalle novità, dalla speranza, dalle attese e dalle delusioni, a dare un senso. Vittorino Andreoli, libero dal pudore di un tempo, ci consegna questa raccolta che si fa rappresentazione dell'esistenza di uno scrittore. Sono pagine dense di vita, dove emerge tutta la fatica del quotidiano e il dolore che contraddistingue la condizione umana a qualsiasi età."" -
I sogni non sono in discesa
La vita di Simone Moro è un potentissimo sogno verticale. È una vertigine scatenata da una passione assoluta, divorante. Quella passione che è la forza propulsiva indispensabile per realizzare grandi imprese, per andare oltre.rnrnDopo diversi libri dedicati a singoli momenti ed esperienze – dalla tragedia dell’Annapurna alla storica conquista del Nanga Parbat in inverno, alle attività con l’elicottero –, Simone Moro, avendo appena superato il crinale dei 50 anni, sente ora l’esigenza di ripercorrere il proprio cammino di alpinista per coglierne l’evoluzione e soprattutto il senso profondo. In questo libro importante sceglie quindi una serie di imprese emblematiche che non ha mai raccontato e le utilizza per seguire il filo della sua biografia e capire i passaggi da un periodo all’altro, le difficoltà e le reazioni a esse, la graduale crescita della consapevolezza. Cominciando con lui bambino che intuisce la propria strada mentre ammira dal basso le Dolomiti, passa poi alle numerose tappe successive, dall’arrampicata sportiva all’alpinismo in alta quota in Himalaya, dalla voglia di esplorazione che lo ha portato in Patagonia ai grandi incontri (con Brukreev, Urubko…), dall’Everest con il padre-maestro Curnis ai campionati russi…, per poi naturalmente soffermarsi su diverse più recenti sfide invernali.Caratterizzato dall’irresistibile affabulazione di Moro ed emozionante come un romanzo d’avventura, I sogni non sono in discesa non si pone quindi come una semplice autobiografia, ma assume particolare valore in quanto, pagina dopo pagina, svela agli occhi di tutti noi quella urgenza interiore («Siate affamati, siate folli.») che distingue i grandi atleti e chi in generale riesce a raggiungere traguardi eccezionali spinto dalla propria passione. È una lettura che ispira e cattura, suggerendo quanto la vita e il mondo abbiano da darci. -
Gioco come sono
Luigi Datome, uomo-simbolo della nostra pallacanestro, scrive un autoritratto ironico, acuto, mai banale, articolato attorno a dieci oggetti per lui significativi.rn«Il giocatore e la persona che vedete oggi sono il frutto di tutto ciò che ho visto, degli incontri fatti, delle difficoltà affrontate e delle esperienze che mi hanno portato fino a qui. E allora, gioco come sono. Perché di strada ne ho fatta tanta, ma sempre correndo dietro alla palla a spicchi.»rnOrgogliosamente sardo, capitano della Nazionale e uomo-simbolo della nostra pallacanestro, attivissimo sui social, una personalità rara dentro e fuori dal campo, Gigi Datome guarda il mondo dall'alto dei suoi 2.03 metri e della sua inconfondibile barba. Nella sua carriera cestistica ha sfiorato uno storico scudetto a Roma; si è conquistato un posto sui parquet della NBA, arrivando a giocarsi i playoff contro i Cavs di LeBron James; ha alzato il più prestigioso trofeo europeo vincendo l'Eurolega con la corazzata Fenerbahçe. Carismatico senza essere ingombrante, non schivo ma determinato nello scegliere sempre le parole giuste. Come quelle che mette in fila in «Gioco come sono», un autoritratto ironico, acuto, mai banale, articolato attorno a dieci oggetti per lui significativi (e introdotto dalla prefazione di coach Obradović): dalla sua chitarra alla lavagnetta bianca (""quella dove il pennarello disegna gli schemi di gioco""""), dalle sue amate scarpe gialle al portachiavi africano regalatogli a quindici anni dalla zia, dalla canotta della Santa Croce, la prima squadra in cui abbia giocato, al poster di Allen Iverson devotamente appeso nella stanzetta di bambino. Ciascun oggetto evoca un pezzo della strada percorsa da Gigi, ispira racconti, ricordi, aneddoti e soprattutto un purissimo, sconfinato amore per la pallacanestro."" -
Io credo, noi crediamo. Una riflessione inedita sulle radici della nostra fede
Dopo aver percorso, verso per verso, il Padre nostro e l'Ave Maria, Papa Francesco affrontà le verità della fede, della speranza e dell'amore contenute nel Credo.rnrn«Alle volte pensiamo che custodire la Tradizione significhi costruire un museo, un museo delle cose; e la Chiesa diventa un museo. No, la Tradizione è viva, non una collezione di cose, riti... è viva. E cresce, deve crescere, come la radice fa crescere l'albero perché dia fiori e frutti. Dobbiamo sempre tornare alla Tradizione per attingervi quel succo, quella linfa che fa crescere.»rnrnIl Credo è la preghiera che contiene, distillata, la linfa vivificante della fede cristiana; per questo, dopo aver percorso, verso per verso, il Padre nostro e l'Ave Maria, in questa terza conversazione con don Marco Pozza Papa Francesco affronta le verità della fede, della speranza e dell'amore contenute nell'antico Simbolo degli apostoli. Il risultato è più di una semplice riflessione teologica, è una condivisione che nutre la vita cristiana: «il significato quotidiano, esistenziale, semplice eppure profondo, del nostro essere figli di Dio e dell'amicizia con i fratelli nella fede e con l'umanità intera». Leggere, vivere, pregare il Credo significa testimoniare la fede nel Dio creatore, nel Figlio che ha donato la vita per la nostra salvezza, nello Spirito Santo, nella Chiesa. Significa vedere attorno a noi – magari in un carcere, come racconta don Marco nella seconda parte del volume – quella risurrezione dei viventi che è la prova generale – la caparra, la dimostrazione – della risurrezione finale. Significa, soprattutto, affidarsi a un Dio «malato di misericordia». Nelle toccanti parole di Papa Francesco: «Immagino il momento in cui, nel tramonto della vita, mi avvicinerò a Dio, sedotto da quella bellezza, con animo umiliato, la testa china; immagino il suo abbraccio e il mio sguardo che si solleverà verso il suo. Non oserei guardarlo senza prima aver ricevuto il suo abbraccio». -
Oltre il muro c'è un placido fiume
Per tutte noi che vogliamo imparare a lasciar correre.rn«Sono sempre stressata, sotto pressione, non mi do mai tregua, non mi rilasso mai. Sento sempre una voce critica e feroce dentro di me che pretende sempre più e mi sminuisce sistematicamente, qualunque cosa io faccia. Ho un lato oscuro che faccio di tutto per tenere nascosto. Posso ingannare gli altri, ma di certo non me stessa».rnBéa aggrotta la fronte e le porge una tazza fumante. «Cosa intendi dire?»rn«Fingo di star bene» risponde Estelle, prendendo la tazza. «Cerco di far credere agli altri di essere felice, ma non ci credo nemmeno io. Prendo tutti in giro»rnIn ufficio o in palestra, a tavola o al matrimonio della sua migliore amica, Estelle controlla ogni cosa. Conta i chilometri e le calorie, non tollera alcun errore con la figlia, nei rapporti con i clienti o nel comportamento di ogni nuovo compagno, che scarica al primo passo falso. Sola con i suoi rimorsi, si consuma rimuginando sui fallimenti e sulla sua insoddisfazione. Fino al giorno in cui Béa, la sua vicina di casa, una splendida sessantenne, bussa alla sua porta. Con la sua allegria e la sua sensibilità, la sua schiettezza e la sua capacità di ascoltare, questa fata madrina le sconvolgerà la vita e l’aiuterà, finalmente, a lasciar correre... -
Omeopatia. Bugie, leggende e verità
Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Un'appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto alla ricerca della verità, senza diluizioni.rnrnMedici autorevoli sostengono che l'omeopatia non ha alcuna efficacia. Affidabili siti internet scrivono nero su bianco che nei preparati omeopatici non c'è nulla se non acqua o zucchero. Eppure ci sono altri medici che prescrivono e farmacisti che vendono cure omeopatiche, e molte persone che conosciamo, di cui non possiamo mettere in dubbio né l'intelligenza né la buona fede, affermano di avere tratto grandissimi benefici dall'omeopatia. In questo libro, Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Parla delle idee di Samuel Hahnemann, il fondatore, duecento anni fa, dell'omeopatia; della teoria dei quattro umori e del salasso come rimedio universale; di un elusivo batterio che un medico francese alla disperata ricerca di una cura per l'influenza spagnola trovò in grande quantità nel fegato e nel cuore di un'anatra muschiata; della tecnica delle infinite diluizioni alla base delle preparazioni omeopatiche, del numero di Avogadro, delle leggi della chimica e dell'esperimento che trent'anni fa rischiò di farle saltare, ipotizzando l'esistenza di una ""memoria dell'acqua""""; di un illusionista innamorato della razionalità scientifica; delle prodigiose proprietà della luce di Sole, Luna e Saturno, della nota Fa e del Muro di Berlino, tutti infinitamente diluiti; di effetto placebo e di sperimentazioni """"in doppio cieco""""; di omeopatia e Servizio sanitario nazionale. Questa appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto - alla ricerca della verità, senza diluizioni - si conclude con una domanda: gli omeopati hanno qualcosa da insegnare ai medici """"tradizionali""""? La risposta ci sorprenderà."" -
Fagianate, scatti e scie
Riccardo Magrini, per tutti ""Il Magro"""", e Luca Gregorio sono le voci del ciclismo di Eurosport e con le parole non si limitano a commentare le corse: piuttosto ci giocano in modo unico.rnrnrn«Dalle voci del ciclismo di Eurosport, una dichiarazionernd’amore poetica e scanzonata al mondo della biciclettarne a tutte le sue invenzioni linguistiche»rnrnCi sono le classiche (allungo, carovana, manubrio), quelle romantiche (bacio, cotta), quelle goliardiche (pissstop, trombatura, miciola), quelle autobiografiche (la presa della pastiglia) e quelle semplicemente improvvisate, che nascono dall'intuizione di un momento, da una complicità e da una passione comune che si rafforza telecronaca dopo telecronaca. Riccardo Magrini, per tutti """"Il Magro"""", e Luca Gregorio sono le voci del ciclismo di Eurosport e con le parole non si limitano a commentare le corse: piuttosto ci giocano in modo unico, attingono a un patrimonio consolidato dalla tradizione e lo rimodellano mescolando tecnicismi e goliardia, lo contaminano con riferimenti ora alti ora prosaici, lo reinventano per sintetizzare in un'espressione intere parabole umane. E con Fagianate, scatti e scie di queste parole propongono una insindacabile selezione. Perché, come ha scritto Paolo Condò nella sua prefazione, """"quella di Riccardo e Luca è una lingua """"aumentata"""", ed era nella logica delle cose che questa neolingua si dotasse di un dizionario""""."" -
Nella pelle
New York 1969. Berlino 1939. Un thriller erotico alla ricerca del libro perfetto.rnrnL'estate del 1969, per Jonathan Rosen, nemmeno vent'anni, è il tempo delle passioni forti: i libri e le infinite storie che li abitano, i granulosi chiaroscuri di New York e soprattutto le ragazze, belle, bellissime, che guarda e fotografa nei pomeriggi di Brooklyn, ma che non osa avvicinare. È in un giorno come questi che il ragazzo incontra Eisenstein. Quarant'anni, camicia bianca col colletto inamidato, l'uomo è seduto nel caffè dove Jonathan è entrato per spiare una giovane donna e sta parlando con lei di Emerson, il poeta. Quando i due se ne vanno insieme, Jonathan li segue, fino a ritrovarsi sul pianerottolo della casa di Willow Street. Un luogo di iniziazione dove Eisenstein gli chiede di incontrare le ragazze che insieme sedurranno per strada: vuole che faccia l'amore con loro e poi racconti, sensazione per sensazione, cosa ha provato. È così che trascorre l'estate di Jonathan; fino al giorno in cui, in quella casa dove sembrava di sentire il respiro dei libri, nessuno viene ad aprirgli. E poco tempo dopo, dalle acque dell'Hudson cominciano ad affiorare cadaveri di giovani donne: uccise, e scuoiate dalle caviglie fino alla base del collo. Serviranno decenni perché Jonathan trovi risposta a tutti i suoi dubbi su quel che accadde in quella torrida estate newyorchese e sull'identità di Eisenstein. Ne uscirà un profilo psicologico di impressionante profondità e una ricerca di verità che attraversa la storia tedesca del Novecento. Abile nel mescolare le atmosfere noir con il grande racconto storico, «Nella pelle» si muove sulle stesse note emotive de «Il profumo» di Patrick Süskind e disseziona l'amore in tutte le sue parti, compresa quella, terribile, che trasfigura il più nobile dei sentimenti nella più perversa delle ossessioni. -
Il tradimento dei numeri. I dark data e l'arte di nascondere la verità
In un'epoca dominata dai big data, conviene prestare maggiore attenzione al rovescio della medaglia, ovvero ai dati che sappiamo di non avere o – peggio ancora – che crediamo erroneamente di possedere.rnrnChiunque si occupi di raccolta e analisi dei dati lo sa bene, o almeno dovrebbe: le informazioni che non conosciamo possono essere altrettanto importanti di quelle che abbiamo a disposizione. Ha senso affermare che un prodotto è efficace perché ha solo recensioni favorevoli? Ed è davvero possibile prevedere il buon esito di un trattamento medico sulla base di un campione che, per quanto ampio, non corrisponde alla totalità dei casi? Considerazioni analoghe si possono applicare alla nostra vita di tutti i giorni: perché invidiare una persona per i successi messi in mostra sui social network, quando i suoi fallimenti ci vengono opportunamente nascosti? In un'epoca dominata dai big data, conviene prestare maggiore attenzione al rovescio della medaglia, ovvero ai dati che sappiamo di non avere o – peggio ancora – che crediamo erroneamente di possedere. Simili alla materia oscura che elude le rilevazioni dei cosmologi, i dark data influenzano ogni campo di studio e di lavoro, dalla ricerca medica all'industria, dalle politiche pubbliche e sociali al settore finanziario, e sono molto più numerosi di quanto pensiamo. Sottostimarli è dunque un grave rischio, che può portare a costruire modelli fuorvianti e inesatti, con conseguenze talvolta catastrofiche. Al contrario, smascherare questi numeri «traditori» e imparare a gestire i problemi che essi provocano può portare vantaggi nella nostra sfera professionale e in quella personale. I dark data ci insegnano, infatti, a capovolgere il modo di considerare l'analisi dei dati, facendoci comprendere più a fondo l'universo dell'informazione e ad affrontare l'imprevedibile in maniera più consapevole e ponderata. -
Il dittatore
La scalata al potere di Matteo Salvini e il destino di un'Italia che non ha saputo imparare dal passato.rnrnChi l'avrebbe mai detto? Matteo Salvini ci sembrava un politico di terza o quarta fila. Per di più cresciuto in una parrocchia da poco, la Lega Nord di Umberto Bossi. Il suo padrino appariva destinato a una misera fine. Un incidente cardiaco l'aveva portato sull'orlo della morte. Salvato per un pelo, non sapeva più parlare come un tempo. Tutti lo consideravano il più anziano handicappato di Montecitorio. Che futuro poteva avere quel milanesone massiccio, senza arte né parte, che non aveva neppure saputo prendere una laurea in Storia, una delle più facili, diventando un fuoricorso professionale? Ma la politica, almeno quella italiana, è un congegno magico che riserva mille sorprese. E così, anno dopo anno, il Salvini ha scalato il sesto grado del potere pubblico. E adesso, nella primavera del 2019, è diventato il primo dei nostri padroni politici. Nelle elezioni europee di maggio ha conquistato il 34 per cento dei voti. E ha subito iniziato a governare, pur non avendo il titolo costituzionale per farlo. Ma da semplice ministro dell'Interno ha cominciato a vendicarsi su quanti l'avevano osteggiato o si erano rifiutati di inchinarsi. Non sono pochi quelli che l'hanno aiutato. Per prima la sinistra italiana, con un Partito democratico che continua a suicidarsi. Poi i direttori di tanti media stampati e televisivi che non hanno saputo sottrarsi all'antica abitudine di sottomettersi al potere. Eppure questi signori avrebbero dovuto intuire che l'ascesa di Salvini non si fermerà se non quando lui sarà diventato il padrone assoluto del nostro Paese. Il titolo di questo nuovo libro è secco e duro come un colpo di fucile: il Dittatore. Ecco che cosa è diventato il capitano leghista. Le sue prime scelte lo confermano. Vorremmo sbagliarci. Ma siamo appena all'inizio di una storiaccia che durerà anni. -
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Vincitore del PEN/Faulkner AwardrnLa storia feroce di uno sfruttamento, il ritratto intimo di una madre e un figlio, una commedia grottesca di tagliente ironia, scritta in una prosa potente e spregiudicata.rnrn«Un libro di stupefacente potenza» – Dave Eggersrn«""Ultima fermata Delicious"""" seduce il lettore trascinandolo nelle esistenze dei suoi personaggi. Pagine in cui risuonano forti le parole libertà e schiavitù. Amore e sopravvivenza» – Jennifer EganrnrnMentiva, pensò Eddie. La verità era sempre una tigre e il passato, con le sue bruttezze e le sue lotte, era un pozzo talmente pieno di cadaveri che lo si poteva confondere con una notte senza stelle.rnrnA Houston c'è un furgone che di tanto in tanto attraversa i quartieri malfamati della città e raccoglie gente. Quelli che ci salgono, gli aveva detto un bluesman, non tornano più. È il sistema di reclutamento della Delicious Foods, impresa agricola del Sud, che rastrella emarginati e tossici costringendoli al lavoro nei campi con il bastone della violenza e la carota del crack. È lì che Eddie arriva per riprendersi la madre, una donna fragile, alla deriva da ormai troppo tempo. E in quel luogo nasce la speranza di una fuga che sembra impossibile, l'unica opportunità, forse, per ricostruire una vita insieme. Storia feroce di uno sfruttamento, ritratto intimo di una madre e di un figlio, commedia grottesca di tagliente ironia, «Ultima fermata Delicious» è tutto questo insieme. La prosa potente e spregiudicata di Hannaham, unita alla scelta di portare in scena la voce narrante del crack, dona grazia e humour ai suoi personaggi. Un romanzo osannato dalla critica americana, vincitore del prestigioso PEN/Faulkner Award, con cui Hannaham prende posto tra le voci più promettenti della narrativa contemporanea.""