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L' amore che dura
Teso come un thriller, forte di un montaggio cinematografico che tiene incollati alla pagina, L’amore che dura è la storia di un amore nato al tempo della rivoluzione femminista. Lidia Ravera coglie con esasperata sensibilità gli slittamenti della vita di coppia, interrogandosi sulle ragioni del sentimento amoroso: dura quando l’altro è il fantasma che insegui e che ti insegue, il tuo pezzo mancante?rnrnC'è chi ha bisogno di amare e chi no. C'è chi ha bisogno di amare a sedici anni e dopo no. C'è chi si sazia di realtà e non ha più spazio per il sogno. E se sei sazio di realtà, vedi i tuoi contemporanei per quelli che sono. Donne e uomini.rnNon è un appuntamento d’amore, quello che si sono concessi Emma e Carlo. È piuttosto una resa dei conti. A quarant’anni da quando hanno scoperto l’amore insieme, a vent’anni dalla fine del loro matrimonio: quando Carlo è volato a New York a sfidare se stesso ed Emma è rimasta a Roma, a insegnare in una scuola di borgata. Oggi lui è diventato un regista quasi famoso, lei un’idealista fuori dal tempo. Lui ha girato un film che racconta con nostalgia la loro love story adolescente, lei l’ha stroncato su una rivista online. Lui si è offeso, lei è pronta a scusarsi. Ma quella è la colpa minore. L’altra, ben più grave, si è piantata fra loro come una spina. Lui non la immagina neppure, lei vorrebbe confessare ma non sa come. All’appuntamento va in bicicletta, difesa da un gilet di velluto vintage, armata di una borsa a bandoliera che contiene quattro quaderni neri traboccanti di verità. Ma la resa dei conti non avrà luogo. Un incidente la impedisce, o forse la ritarda soltanto. Resta il mistero dell’amore che dura, che resiste, anche se più Carlo ed Emma si allontanano dalla prima giovinezza più aumenta la distanza fra loro. Che cosa continua a tenerli legati dai movimentati anni settanta fino al disincanto del presente? Quella che Emma chiama la chimica dei corpi? O qualcosa di più misterioso e tenace? -
Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare
A un certo punto del secolo scorso si è sentita risuonare una parola rotonda ed espressiva: ""creatività"""". I discorsi sulla creatività si sono presto infittiti e allargati a ogni ambito dell'attività umana: la creatività è dei designer ed è dei cantautori, degli stilisti e dei programmatori di computer, dei pubblicitari e dei bricoleur, dei bambini e dei tecnologi. Cosa esattamente esprima una parola tanto espressiva è difficile e anzi impossibile da precisare. Intanto però questi discorsi hanno finito per edificare una sorta di piramide che dalla terra punta verso il cielo. La creatività eleva: come l'artista con la sua opera pare voler emulare il Creatore, così chiunque può sperare di parere un artista, grazie alla propria creatività."" -
Atlante dei luoghi infestati. Ediz. a colori
Questo Atlante raccoglie cinquanta fra i luoghi più spaventosi del pianeta e racconta le storie maledette che li infestano. Dal Regno Unito alle località più remote dell'Africa e dell'Asia e fino all'Antartide, esploriamo vecchi castelli, foreste, porzioni di deserto, cimiteri, villaggi abbandonati, antichi ponti nella giungla, edifici modernissimi. Per chi non si sognerebbe mai di avvicinarsi a un cimitero maledetto o alla barca infestata dal fantasma di Errol Flynn, questo libro sarà una riserva di storie a cui attingere, nel silenzio di una stanza in penombra, per alimentare il piacere dell'inquietudine.Un edificio è sempre infestato: che sia abitato, disabitato, lasciato cadere in rovina, ristrutturato. Che non sia nemmeno più un edificio, ma le sue scarne macerie. Infestati sono tutti i luoghi vissuti, che porteranno per sempre le impronte di chi ci è passato, ci ha trovato casa, se n'è andato, è morto. Segni sulle piastrelle, graffi sui muri, scalfitture nelle travi dei tetti, solchi nel verde. È proprio lì, nei dettagli, che spesso si nasconde l'infestazione: nelle tracce lasciate da chi non è più tra i vivi, ma dall'altra parte non è riuscito a trovare dimora. I loro fantasmi ci affascinano e ci spaventano, ci attraggono e ci respingono allo stesso tempo. Sebbene rappresentino la nostra paura più profonda, non riusciamo a staccare gli occhi dal grande buio che li nasconde. Questo Atlante raccoglie cinquanta fra i luoghi più spaventosi del pianeta e racconta le storie maledette che li infestano. Dal Regno Unito alle località più remote dell'Africa e dell'Asia e fino all'Antartide, esploriamo vecchi castelli, foreste, porzioni di deserto, cimiteri, villaggi abbandonati, antichi ponti nella giungla, edifici modernissimi. Per chi non si sognerebbe mai di avvicinarsi a un cimitero maledetto o alla barca infestata dal fantasma di Errol Flynn, questo libro sarà una riserva di storie a cui attingere, nel silenzio di una stanza in penombra, per alimentare il piacere dell'inquietudine. Per i lettori più temerari invece sarà un libro di consultazione, una guida, un volume dal quale prendere spunto per organizzare viaggi da brivido e per rispondere finalmente a una domanda che tutti ci accomuna: perché vogliamo avere paura? -
The stand. L'ombra dello scorpione. Vol. 1
Adattato da Roberto Aguirre-Sacasa, autore teatrale, cinematografico e televisivo di successo, e illustrato da Mike Perkins e Laura Martin, questo primo volume del graphic novel di The Stand. L’Ombra dello Scorpione apre le porte al mondo di orrore creato da Stephen King, i cui protagonisti, che si sono imbattuti nel morbo e ne hanno respirato l’aria nefasta, devono adesso passare alla riscossa.Dio ci aiuti tutti.Gli addetti ai lavori lo chiamano Progetto Azzurro, un agente biochimico sviluppato dall’esercito e sfuggito di mano ai suoi arroganti custodi. Charlie Campion e i suoi cari lo chiameranno ben presto morte. Per la gente comune tra la quale Campion diffonde il contagio, il nome del virus sarà Captain Trips, infernale sinonimo di una condanna a morte inflitta al 99 per cento di coloro che saranno affetti dal morbo. Per pochi eletti, invece, è una figura senza volto e senza forma in un sogno delirante, uno spettro minaccioso che si staglia su scuri e oppressivi campi di granturco, che osserva e insegue... Chi sono questi fortunati – se di fortuna si può parlare – apparentemente immuni alla morsa letale di Captain Trips? Uno è Stu Redman, che, rinchiuso in laboratori segreti prima ad Atlanta e poi nel New England, si aggrappa alla caparbietà, alla diffidenza per le istituzioni e alla voglia di futuro dell’uomo della strada. Un’altra è Frannie Goldsmith, giovane donna che porta in grembo una vita mentre attorno a lei il mondo crolla letteralmente a pezzi. E che dire di Larry Underwood? Un suo brano sta scalando le classifiche, la fama è vicina, eppure, mentre l’ombra sinistra di Captain Trips si allunga sul paese, Larry sa di dover affrontare il lato oscuro della propria anima. -
The stand. L'ombra dello scorpione. Vol. 2
Chi sono le mele marce? Sono anche loro sopravvissuti, come il resto di quell'un per cento scampato all'apocalisse di Captain Trips, ma in quanto seguaci e accoliti di Randall Flagg sono anche gli esecutori di un piano malvagio che intende plasmare il nuovo mondo a immagine e somiglianza dell'uomo nero. Uno di loro, Bruciabidoni, dà sfogo ai propri istinti piromani dando fuoco alla città di Gary, nell'Indiana, ma è l'oscuro richiamo di Flagg a metterlo in cammino, a trascinarlo per mezza America. Indietro non si torna. È tempo che bruci il mondo intero.L'uomo nero vuole teo senti, Bruciabidoni? Lo vedi? Ti chiama, ti visita in sogno. L’Uomo Nero ha bisogno di te, tanto da garantirti il ruolo di braccio destro, da proteggerti lungo un cammino di incubi e tribolazioni, purché tu arrivi là ancora vivo. Là dove? Las Vegas, la città del vizio per antonomasia, ha subìto una trasformazione radicale da quando Captain Trips ha flagellato la terra. Nell’opulenta mecca si sono radunati coloro che hanno risposto alla chiamata di Randall Flagg e che ora, obbedendo ai suoi malvagi comandi, si adoperano per plasmare una nuova civiltà nel suo nome malvagio. E chi sgarra? Be’, è meglio che tu non veda cosa deve subire... anche se l’Uomo Nero ti obbligherà a farlo, come assaggio del suo castigo divino. Le mele marce non hanno pietà. Nel frattempo, coloro che sognano Ma’ Abagail cominciano lentamente ad aggregarsi, nella faticosa marcia verso ovest. Hanno tutti in mente la stessa destinazione. È a Boulder, in Colorado, che può iniziare a prendere forma una parvenza di civiltà, sotto la nobile guida di Stu Redman e Nick Andros. Ma è anche là che si rafforza il fascino malefico esercitato da Randall Flagg su Harold Lauder e altri, col rischio di vanificare quanto di buono sta nascendo nella Free Zone. -
Camilla, la Cederna e le altre
«Guai a chi perde la capacità di indignarsi, ho sempre pensato, quindi non ho mai rinunciato a quella che considero una forma di giovinezza. E così ho scandalizzato i benpensanti, cioè quelli che vivono nel chiuso di poche idee sbagliate.»La delusa, la snob, l'eterna bambina, l'ex bellissima. Ma anche Maria Callas, Anna Magnani, Ava Gardner. La fioraia della Scala e la regina Elisabetta; le pareti nere dell'inventata (ma quasi vera) contessa di Belminy e la vestaglietta rosa di Licia Pinelli la notte in cui rimase vedova. Le donne di Camilla Cederna sono tante che bastano da sole a raccontare un'epoca. E in questa raccolta di articoli pubblicati tra il 1939 e il 1991 emerge anche il ritratto di una cronista al lavoro, che svela trucchi del mestiere ancora attuali: quasi un manuale di scrittura di costume. Sono gli anni in cui nelle redazioni ci sono solo bagni maschili; e in cui i colleghi scrivono di lei che è una ""merlettaia"""", una """"zitella"""", e che difende gli anarchici perché """"perlomeno odorano d'uomo"""". Ma sono anche gli anni in cui solo le giornaliste – come la Cederna così la Fallaci, la Mulassano, la Aspesi, tutte con l'articolo davanti al cognome come una tassa o la cifra di una carboneria – si accorgono della rivoluzione più radicale tra quelle in atto: quella, appunto, delle donne. E nel racconto degli amori, delle frustrazioni, dei vezzi e delle nevrosi delle signore che diventano """"moderne"""" si vedono i germogli dei nostri vezzi, delle nostre frustrazioni, delle nostre nevrosi. E naturalmente dei nostri amori."" -
Sapiens. I pilastri della civiltà
Il secondo volume della versione illustrata del bestseller internazionale sulla storia dell'uomo.Quando Homo sapiens addomesticò alcuni animali e certe piante, poté abbandonare lo stile di vita nomade per adottarne uno sedentario. Vivere insieme agli altri stimolò la nascita di credenze e miti condivisi. Grazie a un immaginario comune i gruppi umani, nel frattempo accresciuti di numero, si lanciarono in progetti sempre più ambiziosi come la fondazione di città e regni, dando vita alle prime civiltà della storia. Questo secondo volume del graphic novel tratto dal bestseller Sapiens. Da animali a dèi continua la narrazione là dove Yuval Noah Harari l'aveva lasciata: Homo sapiens è l'unico a essere sopravvissuto all'estinzione delle altre specie umane e di gran parte dei grandi mammiferi, ed è pronto a conquistare il mondo. Ma si trattò davvero di una marcia trionfale? A questa domanda risponderà un gruppo assai eterogeneo di personaggi, tra cui lo stesso prof. Harari, che con autoironia interpreta se stesso, Doctor Fiction, con una passione a tratti pericolosa per le finzioni e i miti collettivi, il diabolico Mefistofele, che nei panni di un'umile spiga di grano cambierà il destino dell'uomo, la rigorosa ma non sempre equa Lady Justice, e infine l'acuto e gentile avvocato praghese Franz K. che ci aiuterà a vedere al di là del labirinto di regole in cui ci muoviamo – o rimaniamo intrappolati. Con Sapiens. I pilastri della civiltà l'analisi storica di Harari trova nel brio narrativo del racconto a fumetti un adattamento divertente e intelligente che non mancherà di entusiasmare tutti gli appassionati del cammino dell'uomo dall'antichità ai giorni nostri. -
Che hai fatto dei tuoi fratelli?
Inizio anni sessanta, periferia di Parigi. Un palazzone nuovo, il segno del mondo che cambia. Claude è un bambino curioso e timido che ama leggere di nascosto, a letto, la sera, così come fanno i suoi fratelli grandi, immersi in Chateaubriand e Tucidide. Il padre, che vorrebbe coglierli sul fatto, scivola sul pavimento lucido e si spacca il naso. È con una scena insieme buffa, drammatica e simbolica che si apre il romanzo-memoir di Claude Arnaud. Che ha dodici anni quando esplode il sessantotto e si getterà nelle braccia della controcultura, cambierà nome e pelle, assaggerà amori di ogni genere e l'estasi delle droghe. Intanto la famiglia si disperde, muore la mamma, Pierre precipita nella follia, Philippe va a fare il giro del mondo. Il vitalismo eccessivo e rischioso di una generazione, il contrasto fra euforia collettiva e drammi personali, la ricerca spasmodica dell'identità sono i temi-chiave di un libro sfaccettato e affascinante, scritto con slancio e precisione. -
Histoire d'O
Un insuperato, scandaloso e divisivo classico della letteratura erotica di tutti i tempi, tradotto in ventidue paesi, che ha stregato e fatto discutere milioni di lettori.«Questo romanzo va oltre il dicibile, rompe ogni inibizione, dissipa la passione e incarna la natura impossibile dell'erotismo» – Georges Bataille«O si denuda, o soffre, o adora, ""Histoire d'O"""" è ben più di un romanzo erotico. Spesso imitato, mai uguagliato» – Clara Dupont-MonodCondotta al castello di Roissy dal suo amante René, O è sottoposta a un duro addestramento come schiava sessuale. Posseduta e seviziata, obbligata a soddisfare più uomini, viene istruita a colpi di frusta, abituandosi al dolore e alle continue umiliazioni e sopportando infinite sofferenze in nome di un pensiero più alto e edificante: l'amore incondizionato per René. Al termine del suo apprendistato, verrà consegnata da quest'ultimo, in segno di ammirazione, a un nuovo padrone, Sir Stephen, un uomo potente abituato a ottenere quello che vuole. Con lui conoscerà nuove vette di dolore, brutalità e amore, trovando la felicità proprio nel progressivo e totale annullamento della sua volontà. Un insuperato, scandaloso e divisivo classico della letteratura erotica di tutti i tempi, tradotto in ventidue paesi, che ha stregato e fatto discutere milioni di lettori."" -
Diario di un parroco di campagna
«Per lei l'amicizia è una vocazione», osservava un giorno un mio vecchio maestro, il canonico Durieux. «Stia attento che non si trasformi in passione. Tra tutte, è l'unica da cui non si guarisce.»«Questo scrittore di razza merita il rispetto e la gratitudine di tutti gli uomini liberi» – Albert CamusDal diario di un giovane parroco del piccolo paese di Ambricourt, nel nord della Francia, emerge il percorso umano e spirituale di un'anima semplice, determinata ad avvicinare alla fede autentica una comunità chiusa e ostile. Sfilano tra luci e molte ombre personaggi come il conte e la contessa, la loro figlia Chantal e l'istitutrice, il dottore di paese e l'ex compagno di seminario. L'unica arma contro la diffidenza dei compaesani è la parola del Vangelo portata di casa in casa in sella a una sgangherata bicicletta. Insignito del Grand Prix de l'Académie Française nel 1936 e tradotto in tutto il mondo, il Diario è stato adattato per il cinema da Robert Bresson nell'omonimo film del 1951. Un classico che svela i tormenti della lotta contro il Male ma anche la passione della giovinezza e dell'amicizia con una prosa cristallina e potente, da riscoprire oggi nella nuova traduzione di Stefania Ricciardi. -
Conversazioni amorose
Musica, amiche, nostalgie, memorie di vecchi amori, l'arte, l'analisi, la terapia di gruppo. La vita di Lily, italiana a Parigi, è piena e densa, però quando arriva l'uomo dalla cravatta con le giraffe, Philippe, un medico che la ama bene, fa posto anche a lui. E invita d'impulso la madre, l'esuberante Teresa, a passare il Natale insieme con l'idea di riprenderla in un video che è il suo prossimo progetto artistico. La mamma arriva con la borsa piena di CD, i suoi retropensieri, i rimproveri velati di sempre. Lily ci mette un attimo a rimpiangere di averle concesso di invadere la sua vita, la sua casa. ""Da ragazzina pensavo: se devo diventare come mi vuole lei non sopravviverò. Io volevo essere libera."""" Ci sarà riuscita? Philippe è un uomo meraviglioso: però è sposato. Sarà l'inizio di un'altra storia in salita? Chissà. Ma ci sono conversazioni che a un certo punto non si possono più eludere. E così, ansiosa e temeraria, Lily le affronta, sullo sfondo di una Parigi invernale coi suoi cieli color Cézanne. Una storia narrata col sorriso, venata di un cauto romanticismo e insieme semplice e piana come la vita vera, accesa dai dialoghi inconfondibili di Rossana Campo."" -
Il senso della vita è la ricerca: Apologia di Socrate - Critone - Fedone
Pietra miliare del pensiero occidentale, la trilogia che si apre con l'Apologia di Socrate e prosegue con il Critone per terminare con il Fedone prende avvio dall'ultima giornata di vita di Socrate, che si conclude con la sua morte per cicuta. Tanti i temi trattati: la capacità dell'uomo di porsi in modo critico di fronte al potere e di cercare il bene fino alle estreme conseguenze, il rapporto con le Leggi che regolano la convivenza civile e la necessità di non eluderle, anche a costo della vita. E infine, nel Fedone, l'immortalità dell'anima, la teoria delle Idee (""seconda navigazione"""") e l'autentica vita morale."" -
Il primo bene deve essere dentro di noi. La felicità. Ediz. bilingue
Dalla Summa theologiae le questioni dedicate alla felicità. Un bisogno, quello della felicità, che accomuna tutti gli uomini, inclini per natura all'appagamento del desiderio. La difficoltà semmai sta nel riconoscere ciò che porta a essere felici: le ricchezze, i piaceri, il potere, la gloria? L'uomo, nelle parole di Tommaso, è un essere sempre desiderante, e per questo insoddisfatto, perché viene a patti con il limite della vita, e può trovare la compiutezza dell'essere, la vera e perfetta felicità, solo nell'aldilà, nella forma della contemplazione di Dio. -
474 risposte
474 risposte, tante quante sono le domande che Alain Elkann rivolge a Giuseppe Penone, è il racconto autobiografico di una vita da artista. Non l'ennesima intervista, ma una conversazione nella quale Penone rievoca il passato di un'infanzia protetta nel borgo di Garessio, nell'alta Val Tanaro, i giochi da ragazzo, la passione precoce per il disegno incoraggiata dalla madre, la rivelazione del legame intimo tra uomo e natura sperimentata nei boschi e nei campi, la seduzione della materia, la scoperta della fluidità dei suoi elementi, il profumo del legno, esperienze che avrebbero segnato il suo essere scultore. Insofferente a un approccio tradizionale all'arte, matura la sua personale inclinazione ricercando materiali e forme espressive non convenzionali che lo accomunano sul finire degli anni sessanta all'Arte Povera delineata da Germano Celant. Da allora Penone non ha mai smesso di esplorare i confini tra uomo, natura e cultura, in una ricerca che viene ora condivisa con il lettore attraverso gli episodi più salienti che hanno portato l'artista a esporre sino a oggi nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. -
Adriana e le altre
Emma, che per il suo dodicesimo compleanno vuole come regalo un maiale e scatena una disputa fra i genitori, salvo poi risolvere la questione da sola, con le sue risorse semplici di bambina; Marcella, che in un’isola greca aspetta l’arrivo della nipote Filomena e rilegge la sua vita, le frustrazioni, il percorso di moglie e madre, e al porto trova una sorpresa ad attenderla; Sibilla, che indossa con disinvoltura una collana di rubini appartenuta a un maharaja e poi alla madre, persona affascinante quanto incapace di sopportare l’idea della vecchiaia; Leini, che vola a New York a fare la nonna e si concede una nuova passione ma va incontro al dramma più grande; Adriana, divisa tra figli e amanti. Storie di bambini, di donne, di madri, di figlie (ma c’è anche qualche uomo), e in trasparenza storie tese di coppie che si perdono, si ritrovano, si trasformano: un gineceo qualche volta sorridente qualche volta esplosivo, una quotidianità fatta di piccole cose e grandi tragedie, la normalità attraversata dai ricordi e dai rimpianti, le tante forme che assume l’amore nel tempo. -
Il grande Meaulnes
Pubblicato nel 1913, un anno prima della morte dell’autore al fronte, e in parte autobiografico, l’unico romanzo di Alain-Fournier va oltre il realismo del XIX secolo per prendere posto tra avventura e nostalgia, sulla soglia del fantastico. François Seurel, ormai adulto, rievoca l’amicizia con Augustin Meaulnes, arrivato come pensionante nella sua famiglia in una fredda domenica di novembre di fine Ottocento. L’incontro con questo ragazzo affascinante, di due anni più grande di lui, segna in modo indelebile l’adolescenza di François, coinvolto da Augustin nella ricerca del suo grande amore perduto. Impulsivo, spericolato, eroico, Il grande Meaulnes incarna l’ideale romantico, racconta il desiderio dell’irraggiungibile, evoca il mondo misterioso che separa e unisce infanzia ed età adulta. -
Testimone la notte. Una nuova indagine dell'ispettore Miranda
Siena, 1978. Una gita scolastica, l'intera classe di un liceo della Milano bene. Ci si diverte. Troppo. Troppo alcol, scherzi pesanti, poi la tragedia. È cominciato tutto allora, un groviglio di legami, dolori e rancori che conduce diritto all'oggi. Siamo di nuovo a Milano e l'ispettore Dario Miranda indaga sul ritrovamento della mano di una ragazza al Parco delle Cave, meta prediletta dei suoi vagabondaggi, ma anche di qualcuno che si diverte a nascondere tagliole e a vederle scattare. Altri frammenti di cadaveri spuntano sia in quell'angolo verde sia in altre zone della città. Osteggiato da un superiore con cui ha avuto scontri in passato, sostenuto nell'ombra da una PM brillante e affascinante, complici i colleghi del commissariato di periferia che è la sua base, Miranda unisce i puntini, insegue gli indizi, non si lascia scoraggiare dall'arroganza della Milano altoborghese in cui si addentra con la sua noncurante ostinazione, acuto e brusco, molto odiato ma anche molto amato. Tanti dialoghi, una doppia vicenda misteriosa, la banale ferocia del male in un thriller robusto e sorprendente. Proprio come Dario Miranda. -
Canto di Natale
Ebenezer Scrooge, i fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro, la famiglia Cratchit, Londra imbiancata dalla neve e animata da cori natalizi. Figure e immagini che non sono solo invenzioni della fantasia dell'autore, ma vere e proprie icone del significato del Natale in un mondo dominato da cinismo e avidità. Eppure, come dimostra l'esperienza del protagonista di Canto di Natale, c'è ancora spazio per la speranza, la riscoperta del valore della solidarietà e della compassione. Fondendo il gusto del racconto gotico con l'impegno nella lotta alla povertà, allo sfruttamento minorile e all'analfabetismo, Charles Dickens in questo prezioso ""libriccino di fantasmi"""" ridefinisce il concetto stesso di spirito del Natale, e ci regala una storia magica, tra le più amate al mondo."" -
La Nobil Casa. Un romanzo di Hong Kong contemporanea
Hong Kong, 1963. Romanzo storico magistralmente intessuto, La Nobil Casa prosegue a un secolo di distanza le vicende narrate nel best seller Tai-Pan. Ian Dunross, tenace erede della Nobil Casa fondata da Dirk Struan, è impegnato in una lotta per salvare la posizione patrimoniale, compromessa dal precedente amministratore. Il quinto volume della saga asiatica di James Clavell è ricco di riferimenti ai libri precedenti e ci proietta al centro di intrighi politici e battaglie finanziarie nel decennio più teso della guerra fredda: sullo sfondo della meravigliosa gemma dell'oriente, Hong Kong, Clavell immerge i lettori in una trama avventurosa sospesa tra superstizioni e affari miliardari, popolata da una costellazione di personaggi memorabili, dalle spie del governo britannico agli emissari della Repubblica popolare cinese, dai nazionalisti di Taiwan agli uomini dell'Unione Sovietica. -
L'anno del fuoco segreto. Il novo sconcertante italico
Una battuta di pesca al siluro nell’Arno, un enorme pesce catturato e liberato in extremis, poi una notte ad alto tasso erotico e una sorpresa la mattina tra le lenzuola stropicciate; un concerto dove gli spettatori sono piante e fiori, ordinatamente disposti sulle poltroncine di un grande teatro, e si sente “l’universo tremare sul suo stelo”; un labirinto etrusco che conduce in un altrove vicino dove le conte della tradizione si confondono con il soprannaturale; un antico borgo del Centro Italia trasformato in una sorta di parco divertimenti con sinistra leggenda incorporata; un dono bianco e leggero arrivato troppo presto per un bambino non nato; il principe Ludwig che sogna un castello, l’ultimo, il più bello di tutti, sulla Luna... Il new weird è tutto questo e molto altro. Il progetto di questa antologia, la prima italiana, è nato con i contributi di alcuni degli autori pubblicati sul blog collettivo Nazione Indiana. Voci della narrativa, della saggistica, del fumetto, della poesia e della filosofia, tutti intenti, ognuno per la sua strada, ad addentrarsi nel grande bosco dell’immaginario collettivo rispondendo alla medesima domanda, che è anche una sfida: che cosa vuol dire scrivere un racconto sconcertante nell’Italia di oggi? La risposta è fatta di storie spigolose, spiazzanti, ironiche, erotiche e spaventose, che raccontano in modo nuovo i grandi tempi di sempre: il mondo che ci circonda, l’amore, la morte, le trasformazioni del corpo e dello spirito, l’ignoto, i demoni che ci scegliamo e quelli che ci vengono a cercare. Realismo e immaginazione si intrecciano e confondono per rilanciare la sfida di come narrare oggi la condizione dell’uomo che procede a tentoni nel buio.