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Racconti di un ottuagenario
Il tempo della memoria, con le sue malinconie, e con il rendiconto di esistenze faticose, per quanto brillanti, costituisce il filo rosso di questa serie di racconti, che si offre al lettore non solo per accompagnare a un inevitabile bilancio, ma anche per sostenere scelte coraggiose, e per rifuggire, se possibile, il rimpianto. Il distillato di una vita lunga e impegnata sul fronte professionale, come su quello personale, alimenta la narrazione di contesti i quali, sotto l'apparente immobilismo di una routine scandita da studi, lavoro, famiglia, nascondono ribellioni, sconcerti e rassegnazioni, che si stemperano nel movimento del quotidiano, ma non per questo si dissolvono. Con i suoi 80 anni, Franco Carinci dà forza alla propria esperienza, per rinfrancare il lavoro di ricomposizione dei sentimenti e insieme mettere in luce, con franchezza e onestà, i molti possibili, inediti, percorsi di vita. -
La colpevole
Una telefonata dall'ospedale di una città lontana avverte Nanni che sua madre sta per essere dimessa, ma non è in grado di camminare e non c'è nessuno nelle vicinanze a cui possa essere affidata. Nanni cade dalle nuvole, non sapeva neppure che fosse ricoverata. Per lui quella donna è poco più di un'estranea. Una colpa lontana e misteriosa l'ha esclusa dalla sua vita, condannandolo a un'infanzia di solitudine e di buchi neri. Soltanto un felice matrimonio ha posto fine a quel doloroso periodo dal quale ora gli giunge un segnale inaspettato con una richiesta di aiuto. Ma cos'era successo, allora? Nanni conserva nella memoria pochi frammenti della sua primissima infanzia. Ricorda che la madre, durante la guerra, si incontrava con un ufficiale tedesco e che lui, bambino di tre anni e mezzo, veniva affidato a una vicina. Poi, la notte prima della Liberazione, era avvenuto qualcosa di terribile, di cui conserva solamente barlumi confusi. Nanni, incoraggiato dalla moglie, parte per l'ospedale della città lontana. Sarà un viaggio grazie al quale, attraverso una serie di scoperte emozionanti, potrà ricomporre i tasselli mancanti della sua vita. -
Azzurre parole da volo. Fiabe in versi da leggere e recitare
È sempre importante raccontare fiabe ai nostri bambini, ma lo è ancora di più quando si è immersi in un periodo difficile o lo si è appena superato. I bambini, infatti, con le loro incredibili antenne, percepiscono immediatamente tensione e paura. Dobbiamo quindi sedere accanto a loro e raccontare o leggere queste affascinanti storie, così importanti per quello che ci dicono; perché sappiamo bene che il messaggio delle fiabe è, dalla notte dei tempi, sempre lo stesso: ""Il male, il dolore, la paura esistono, ma - sempre - vengono superati e vinti dall'amore"""". Roberta Parenti Castelli vi riesce grazie all'utilizzo di una lingua articolata in modo suggestivo, attraverso il ricorso a un verso ricco di sfumature foniche e ritmi melodici che favoriscono il rafforzamento mnemonico, l'analisi delle metafore e il conseguente approfondimento di quei contenuti che coinvolgono ogni momento della nostra esistenza e che nella fiaba sono esemplarmente manifesti."" -
RID. Rivista italiana di dialettologia. Vol. 45
Rivista internazionale con referaggio anonimo pubblicata annualmente dedicata a lingue, dialetti e società, diretta dal professor Fabio Foresti. -
Giuseppe Verdi. Luisa Miller
Melodramma tragico in tre atti. Musica di Giuseppe Verdi, libretto di Salvatore Cammarano dal dramma Kabale und Liebe di Friedrich Schiller. Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 8 dicembre 1849. Con un saggio di Angelo Foletto. -
Il carillon delle ombre
Una telefonata nel cuore della notte, a Berlino, spalanca una porta chiusa da troppi anni. Per Jacopo Coen, musicologo e direttore d’orchestra di origini italiane, non c’è più scelta: deve oltrepassarla una volta per tutte. Inizia così un lungo viaggio d’inverno attraverso l’Europa e i labirinti della memoria alla ricerca del passato, di musiche, voci e sguardi che affiorano per un attimo, lasciando intuire percorsi oscuri e attimi di felicità travolgente. Insieme a volti che appaiono e scompaiono come statue di un carillon, si ricostruisce l’intera esistenza di Jacopo e di sua moglie Julia: anni di apprendistato, amicizie, sogni, segreti accumulati in Italia e a Berlino, da entrambi i lati del Muro, e condannati a restare ombre – ironiche e straziate come i personaggi di questo romanzo, in cui prende forma l’affresco di un mondo diviso, pulsante di disperazione e di vita che respira insieme alla musica. -
Chissà, domani
Dopo aver trascorso un periodo di dubbi e apprensione sul futuro una volta terminato il liceo, Claudia inizia l’ultimo anno, quello della Maturità, con in testa e nel cuore una potenziale scelta: iscriversi a fisica. A guidarla su questa strada è la grande attenzione, frutto anche di un ingenuo amore adolescenziale, rivolta a una vulcanica professoressa. La docente, grazie all’ardore che solo una forte passione può concedere, riesce infatti a far conoscere alla ragazza e ai suoi compagni un mondo nuovo fatto di quesiti che non hanno risposte immediate e riflessioni fondamentali sulla vita e l’universo. -
Variazioni sul destino
Deuteragonisti: ecco la qualifica che potremmo assegnare ai personaggi che appaiono in questa seducente collezione di racconti saggistici, appellativo dell’antico teatro greco che denota il secondo attore del dramma. Ora: le figure di questa elegante collana di racconti hanno sfiorato l’esistenza di un qualche compositore e sono assurte, se non a secondi attori di tutta un’esistenza, certamente del minuto episodio rivelato da ogni capitolo. Episodio anche marginale, ma capace di provocare la genesi di un’opera o il realizzarsi di un nodale fatto biografico: nulla in questa raccolta è dunque secondario, tutto è complementare alla forma e al colore esistenziale della figura coinvolta, sempre quella di un noto musicista. Il cui volto non viene subito svelato: con scaltra tecnica di scrittura, Giannuzzi ci accoglie nella dolcezza della titubanza, e svela le proprie carte solo nell’epilogo di ogni pezzo, invertendo il rapporto di prestigio tra figura accessoria e primaria. E così alla fine – grazie anche alla struttura dell’opera: cinque racconti per ognuno dei quattro secoli visitati, dal Seicento al Novecento – ci accorgiamo di aver percorso, avvolti da una bella atmosfera melodica, quel che nessuno aveva ancora fatto: una «breve storia di casi singolari coinvolgenti musicisti». -
Gadda insolito. Appigli postille pretesti
Lettera d’amore, documento personale, divertente saggio o inedita analisi? Questo si chiederà il buon lettore, una volta sfogliato il testo di Marco Bortolotti. Profondo amante dello stile di Carlo Emilio Gadda – cui lo lega tangenzialmente l’affetto per un omonimo zio milanese, anche lui Carlo – l’autore, scanzonato esploratore di bancarelle e vecchie botteghe, grazie a inedite scoperte, passioni, memorie e battute, delinea la figura di un Gadda insolito: bordelliere, goliardo e “infatuato dell’iniqua parola petroniana”. Vero fine ultimo è quello di rendere omaggio all’autore-ingegnere, allontanandosi dalla rigida solennità della critica istituzionale per abbandonarsi a una dimensione più leggera, nella quale le parole gaddiane “mutate e metamorfosate” possano di nuovo emergere regalando, a nuovi e vecchi lettori, il brivido di un grande autore capace di far ritrovare la “delizia della lettura”. -
La crocifissione nella pittura, nella scultura e nel cinema. Un viaggio lungo due millenni
In questo racconto per immagini, Massimo Primavera passa in rassegna le raffigurazioni della Crocifissione coprendo un lungo arco di secoli, dalle espressioni artistiche dei primi cristiani fino ad arrivare al cinema dei giorni nostri. Un volume unico nel suo genere che – dagli ingenui graffiti catacombali fino alle tecniche digitali e alla realtà virtuale – illustra metodologie, strumenti e stili attraverso i quali l’uomo ha cercato di rappresentare l’immagine sacra. -
Feste crudeli e giochi di sangue
Eventi come la battaglia delle arance di Ivrea o il palio di Siena si inquadrano in una ricca tradizione folklorica, perpetuante riti e forme del festivo di carattere “antagonistico” che, dal primo Medioevo e per secoli, si sono articolate in Italia e in Europa. Concentrandosi sulla Romagna e dintorni Eraldo Baldini riscontra come, anche in questo territorio, certi giochi e festività siano stati caratterizzati da forme di ferocia e da azioni quasi incomprensibili per la contemporaneità. Analizza pertanto eventi che contemplavano crudeltà sugli animali – come le sanguinose “cacce al toro”, le sfrenate corse cittadine dei cavalli “barberi” o il selvaggio gioco del “tirare il collo all’oca”. Tratta di aspetti che coinvolgevano comunità cittadine (borgate, fazioni ecc.) quali le cruente “battagliole”, che esprimevano rivalità intestine o, più semplicemente, davano uno sfogo codificato all’aggressività e alle tensioni: scontri che vedevano soprattutto la partecipazione di bambini e ragazzi, i quali, in quei secoli, non mancavano di farsi interpreti dei caratteri di violenza della società. Passando dalle “brutalità” fisiche a quelle psicologiche e sociali, l’autore ci porta poi a conoscere le tradizioni popolari (del ciclo dell’anno in primo luogo) che prevedevano l’uso di capri espiatori animali o umani, e indicavano date e occasioni in cui mettere in atto scherzi anche pesanti o “dispetti” ritualizzati nelle Mischief nights. Sino al multiforme manifestarsi dello charivari, con cui si esprimeva in forme eclatanti e a volte crudeli la riprovazione per comportamenti individuali ritenuti impropri e non consoni alle regole della comunità, che in questo modo si ergeva a spietato giudice. -
Il cuore del cacao. 500 anni di storia del cioccolato
La tentazione per eccellenza, quella voglia che all'improvviso si presenta e non riusciamo a combattere se non appagandola: il desiderio di cioccolato. Forse è per questa sua potenza che viene detto il cibo più amato del pianeta. O forse perché coltivazione, produzione e consumo - in forte crescita negli ultimi 10 anni - sono diffusi in tutti i continenti. Napoleone Neri ne racconta la storia, a partire dalla pianta e dai suoi frutti, dai pionieri del cioccolato, fino alla nascita delle fabbriche dolciarie nel XIX secolo e poi delle grandi industrie moderne. Descrive in dettaglio la lavorazione e la trasformazione delle fave di cacao, le loro proprietà benefiche, le caratteristiche sensoriali del prodotto finito e condisce il tutto con mille aneddoti e curiosità che solo chi vive e lavora da così tanto tempo in questo mondo può conoscere. Il risultato? Un omaggio ai golosi, un approfondimento per i professionisti del settore, un viaggio per tutti nei piaceri del palato. -
Otello. Giuseppe Verdi
Dramma lirico in quattro atti. Musica di Giuseppe Verdi, libretto di Arrigo Boito. Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 5 febbraio 1887. Con un saggio di Carla Moreni. -
L' uomo che non sapeva baciare
Compiva appena otto anni Giancarlo Allegri quando la madre, stufa dei ripetuti pianti del suo figliolo, lo trascinò dal medico della mutua per un controllo della sua benedetta bocca. Benedetta bocca, involontaria causa dei frequenti malumori e pianti del bambino, regolarmente svillaneggiato e deriso da cattivi compagni che lo sfottevano per via della sua bocca malformata. ""Bocca di pesce"""" usavano chiamarlo. Anche le maliziose ragazzine erano sempre della partita, sia sui banchi di scuola, sia nel cortile di casa, di regola escludendolo dai loro giochi. E anche dalle prime maliziose avanscoperte nel mondo degli acerbi giochi d'amore."" -
Lo scatto rubato
Lasciata Torino, dove ha trascorso un'adolescenza abbastanza serena in una famiglia amorevole ma dalla mentalità un po' chiusa, Roberto si trasferisce a Milano per studiare Giurisprudenza e soprattutto per cercare se stesso, sperimentare cose nuove e fare i conti con la propria omosessualità. Divenuto un avvocato in carriera, si divide tra lo studio legale - che ha avviato insieme a due stimati colleghi - e le serate con gli amici. Un giorno, però, la sua tranquilla quotidianità viene sconvolta: sulla sua scrivania trova una busta, senza mittente, in cui è contenuta una foto ""compromettente"""". Nell'indagare sul possibile autore dello scatto e sulle eventuali motivazioni del gesto, il protagonista si imbatte in situazioni davvero poco piacevoli - una morte improvvisa, l'emergere di vecchi rancori, amicizie tradite. Un romanzo """"a tinte gialle"""" - in cui domina l'importanza dei valori, degli affetti sinceri e della lealtà - scandito da momenti di tensione e dolore, dove la scoperta e la consapevolezza di se stessi sembrano essere l'unica luce nell'inesorabile intrecciarsi di ombre."" -
Nella nebbia con il motorino. Biografia di un funzionario comunista
Nella nebbia con il motorino richiama l’inizio della formazione politica di Federico Castellucci quando, ventenne funzionario della Federazione giovanile comunista, percorreva le strade della Bassa Bolognese, il più delle volte “a tentoni nel nebbione con le ossa fradice”. Comincia così un percorso che lo porta a ricoprire ruoli importanti nel partito e nella pubblica amministrazione. La sua biografia politica è l’oggetto dello studio di Paola Furlan e della conversazione con Roberto Finzi, amico e compagno storico di Castellucci, ed è utile per indagare l’evoluzione di “organi democratici in una rapida trasformazione”, verso la costituzione del partito nuovo. Il libro raccoglie un’ampia antologia di scritti in cui Federico Castellucci affronta i temi più importanti dell’esperienza di funzionario, amministratore e rappresentante delle istituzioni. -
Lara. L'ultima valchiria
Questo romanzo, o saggio se si vuole, è basato su alcuni fatti veri, dai quali l’autore ha tratto lo spunto per sviluppare una trama tragica che tocca problemi esistenziali, la santità della famiglia e del matrimonio, l’ancoraggio degli uomini alla religione, la formazione di consenso universale che, sia per considerazioni etiche, sia per salvaguardia della sopravvivenza dell’uomo sul Pianeta, impedisca l’avanzamento della scienza in territorio vietato. L’autore descrive la vita, misteriosa e bella prima ancora che originale e ardita, di Lara e Helmuth, gli sfortunati protagonisti del racconto. È un romanzo sull’amore, sulla vocazione che ciascun essere che nasce in questo mondo sente per la vita, e che ciascuno interpreta a modo suo (non potrebbe essere altrimenti). Un cerchio che si chiude inesorabilmente, perché di vocazione si vive una sola. Il racconto inizia con la storia d’amore di Helmuth e Lara, un amore impossibile, eppure vivo e vero, prigioniero della incapacità di comprensione e coscienza, e si conclude con il dolore infinito della dipartita di uno dei protagonisti. L’autore descrive le contraddizioni reali e apparenti, le incomprensioni e il disincanto, che rendono il romanzo vero, e che rappresentano la tensione di cui il lettore ha bisogno, la suspense che è a tal punto reale che il lettore non riesce a sapere come sia veramente finita. L’autore racconta, ma non spiega, la parabola di questo amore irrealizzabile, abusato, più reale degli stessi protagonisti. La montagna è l’allegorico palcoscenico. La storia d’amore di Lara e Helmuth si svolge come ardita scalata, esposta a insidie e trabocchetti, sofferta passo per passo, e si conclude con un passo sbagliato che fa perdere l’appiglio agli ardimentosi alpinisti, facendoli volare dalla parete. -
Bologna ricorda il partigiano William nel centesimo anniversario della nascita di Lino Michelini
Il libro raccoglie una trentina di testimonianze per celebrare il centesimo anniversario della nascita di Lino Michelini. Tasselli di un mosaico comunque incompleto: troppo ricca e piena è stata la vita del partigiano William per racchiuderla dentro un libro. È interessante leggerli uno di seguito all’altro questi scritti, che rispecchiano diversi momenti della nostra storia recente: il rinnovarsi delle relazioni tra Anpi e amministrazioni locali; i mutamenti intervenuti nella storiografia e il progressivo allargamento del campo di interessi dell’associazione; il passaggio di consegne tra la generazione dei protagonisti e quella dei nati dopo il 1945; la costante ricerca di un confronto con i problemi posti dalla contemporaneità. Forte emerge, sempre, il carattere fermo di Michelini. Un uomo abituato a comandare, ma disposto anche a cambiare rotta, quando i tempi lo richiedevano. -
La nonna sul pianeta blu. Ancore di salvezza
“Quando le parlo mi guarda senza capire e mi sembra che se ne stia là, sul suo pianeta blu”. È da questa frase che nasce il titolo del Concorso Letterario “La nonna sul pianeta blu”. Cosa significa prendersi cura di una persona con Alzheimer? Come cambia la propria vita quando si affronta la demenza? Come si trasformano i rapporti con le persone che amiamo? A raccontarcelo sono proprio i cari delle persone con demenza, i cosiddetti caregiver. Con le proprie storie ci fanno entrare nel loro mondo, fatto d’imprevedibili cambiamenti, di continui alti e bassi, di ricordi sfuggenti e di attimi scanditi dalla complicata relazione con la persona malata. Trenta racconti, selezionati da una giuria d’eccezione presieduta da Michela Marzano, attraverso cui i caregiver hanno la possibilità di far sentire la propria voce e raccontare senza filtri la loro quotidianità. Questo libro è quindi scritto da loro e a loro dedicato. Il volume, infatti, sostiene i progetti dell’Associazione de Banfield in favore dei caregiver dei malati di Alzheimer. -
50 anni, una famiglia. 1972-2022: storia, presente e futuro della Polisportiva San Mamolo
“I tempi cambiano e bisogna adattarsi ai bisogni dei ragazzi, che sono diversi da quelli del 1972. Di più: i tempi cambiano sempre più rapidamente, e stare al passo è un impegno al quale non ci si può sottrarre. Ma restano i valori: quelli che ci hanno fatto partire, quelli a cui ci siamo sempre ispirati nel nostro lavoro, quelli che metteremo sempre davanti a tutto nei nostri progetti futuri”. Nelle parole di Romano Lanzarini, anima della Polisportiva San Mamolo fin dalla fondazione, c’è il senso di tutto il percorso e il significato di questo libro, che racconta mezzo secolo di vita di una società sportiva profondamente radicata nel territorio, capace di coltivare generazioni di ragazzi aiutandoli a diventare uomini e ad affrontare la vita, precorrendo i tempi con idee sempre innovative. Una grande famiglia che non ha mai preteso di sostituirsi alle famiglie, ma le ha aiutate e sostenute offrendo un “posto del cuore” ai loro figli. Essere “mamolini” è semplicemente questo: credere nei valori di amicizia e solidarietà, nello sport come occasione di crescita, in un agonismo sano e rispettoso delle regole. Essere “mamolini”, oggi, è ritrovarsi in queste pagine, in queste immagini che ripercorrono un pezzo di storia della nostra città, sentendosi orgogliosi di esserci o di esserci stati. Dagli anni Settanta del secolo scorso ad oggi sono successe cose belle “fuori porta San Mamolo”. Proviamo a raccontarle perché non se ne smarrisca la memoria: con quella al sicuro nella mente e nel cuore, sarà più semplice attrezzarsi per il futuro.