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Seni e uova
L'attesissimo romanzo della scrittrice salutata da Haruki Murakami come la più importante del Giappone contemporaneo.«Il libro che ha lasciato ""senza fiato"""" Murakami Haruki» - La Lettura«Non potrò mai dimenticare il senso di puro stupore che ho provato quando ho letto per la prima volta Seni e uova di Mieko Kawakami. Mi ha lasciato senza fiato» – Haruki Murakami«Mieko Kawakami con Seni e uova ha lanciato una granata letteraria nel mondo della fiction giapponese, polverosa e dominata dagli uomini» – The EconomistMescolando fine umorismo a un'avvincente profondità emotiva, Mieko Kawakami è oggi una delle scrittrici più importanti e più vendute del Giappone. Seni e uova racconta i viaggi intimi di tre donne mentre affrontano costumi oppressivi, incertezze sulla strada da intraprendere per trovare il benessere e la possibilità di scegliere il proprio futuro liberamente. Makiko va a Tōkyō alla ricerca di una clinica in cui possa mettere delle protesi al seno a prezzi accessibili. È accompagnata da sua figlia Midoriko, che non le parla da sei mesi, incapace di accettare i cambiamenti del suo corpo di adolescente e sconvolta dal desiderio della madre di modificare il proprio seno volontariamente. Dieci anni dopo, Natsu, sorella minore di Mikiko e scrittrice affermata, ritorna nella sua Ōsaka. È ossessionata dall'idea di invecchiare da sola e inizia il percorso per diventare madre, in una clinica specializzata, e si scontra con i pregiudizi della società giapponese e i problemi legali e fisici legati alla fecondazione assistita."" -
L' illuminazione del susino selvatico
Romanzo finalista all'International Booker Prize 2020L'illuminazione del susino selvatico è un'opera che affonda le sue radici nel rito stesso del racconto, nel bisogno umano del mito, contrapposti, come unica possibilità di salvezza, all'ottusa brutalità di un regime. E attraverso il destino di cinque personaggi indimenticabili, traccia il ritratto di un'epoca e una nazione sradicata con violenza dalla propria storia, scissa tra dolore e memoria, tra il mondo dei vivi e quello dei morti.Iran 1979. La famiglia di Bahar, un'eccentrica dinastia di mistici, poeti e filosofi, fugge da Teheran allo scoppio della Rivoluzione. Segnata da un terribile lutto – a raccontare la storia è il fantasma di Bahar stessa, arsa viva in un rogo in una sommossa –, si rifugia tra i boschi del Mazandaran, lontano da uomini e strade. Lo sperduto villaggio di Razan, immacolato e selvaggio, li accoglie all'ombra delle sue foreste millenarie, popolate da spettri e prodigi, vecchie leggende, le rovine di un antico tempio zoroastriano. Nel giro di un decennio, però, i tentacoli della nuova Repubblica Islamica giungono fino a loro, portando morte e distruzione, guerra e fanatismo, e spezzando per sempre l'equilibrio tra il mondo dei vivi e gli esseri della foresta. Anche la famiglia di Bahar verrà travolta e divisa, e ciascuno dei suoi componenti dovrà andare incontro da solo al proprio straordinario destino. Con una lingua potente e immaginifica, capace di rievocare la tradizione della narrazione orale persiana, Shokoofeh Azar ci regala un romanzo di feroce bellezza, confermandosi come una delle voci più intense e originali dell'Iran contemporaneo. -
Nives
Una telefonata lunga una vita.«Una narrazione in crescendo che non delude» - Robinson«Naspini è molto bravo a delineare personaggi e situazioni, maneggia con accortezza e disinvoltura la materia narrativa, ""sceneggia"""" caratteri e ambienti con rapide pennellate, lasciando al lettore il compito - ma anche il piacere - di comporre il puzzle della storia e dei profili umani in tutta libertà» - Sergio PentDopo la morte del marito, per Nives è un problema adattarsi alla solitudine e al silenzio di Poggio Corbello. Prendersi cura del podere senza scambiare una parola con anima viva la fa sentire come un fantasma... La notte è il momento più difficile. Poi ecco la soluzione: Giacomina. È la sua chioccia preferita, la vedova comincia a tenerla con sé. Tutte le angosce svaniscono d'incanto. Nives è sollevata, eppure non sa darsi una spiegazione: ha sostituito il marito con una bestiola. Arriva addirittura a pensare di essere felice... Finché avviene un fattaccio e a Nives s'impone l'ultima soluzione: chiamare Loriano Bottai, il veterinario. Quella che segue è una telefonata lunga una vita. Dall'emergenza di una chioccia imbambolata lo scambio tra Nives e Loriano devia presto altrove. Tra riletture di fatti lontani nel tempo e vecchi rancori si scoprono gli abissi di amori perduti, occasioni mancate, svelamenti difficili da digerire in tarda età. Finché risuonerà feroce una domanda: come è scoprire di aver vissuto all'oscuro di sé?"" -
Parli del diavolo
È fatto di legno. Cucina un ottimo gumbo. Le mucche lo adorano. Vive la prima storia d'amore del mondo... e ha avuto il primo cuore spezzato della storia. Dall'autore di Reincarnation Blues, un altro romanzo esilarante e intelligente.«Per certi versi una favola, per altri un deformato diario di viaggio nella storia, Parli del diavolo è un romanzo d’esordio affascinante costruito attorno alla domanda finora senza risposta: e se Satana non fosse poi un tipo così malvagio? Non so da dove sia uscito Michael Poore, ma sono contento che sia comparso» – Patrick deWitt, autore del bestseller ""The Sisters Brothers""""Fate la vostra conoscenza con il cupo e affascinante John Scratch, meglio conosciuto come il Diavolo. Dal momento in cui il suo vero amore, un altro angelo caduto di nome Arden, ha deciso che la Terra era un po' troppo terrificante e violenta, John Scratch ha cercato di convincerla a tornare da lui e a rinunciare al perdono divino del Cielo. Purtroppo né le meraviglie dell'Egitto, né la gloria di Roma sono state sufficienti per trattenerla sulla Terra, ma il Diavolo è convinto di aver trovato un nuovo Eden: l'America. John Scratch approfitta della ricchezza di questa Arcadia mentre la modella in una nazione a sua immagine e somiglianza. Poi, in una notte buia alla fine degli anni Sessanta, incontra tre musicisti in rovina e fa con loro un patto. In cambio delle loro anime garantirà fama, ricchezza e la possibilità di rendere il mondo un posto migliore..."" -
Colloqui di pace
Onesto, tragico, acuto, ricco di saggezza e dignità, semplicemente indimenticabile: Colloqui di pace parla di amore, di dolore, del nostro inalienabile desiderio di pace, e così facendo traccia una mirabile topografia dei luoghi più intimi e oscuri dell’animo umano.rn«Esistono storie di guerra e storie d’amore, ma solo raramente le troviamo intrecciate in un connubio così riuscito. Tim Finch ha scritto un romanzo magistrale: una storia intima, ma dal respiro epico. Con umorismo e malinconia insieme, l’autore tesse un resoconto confidenziale di ciò che significhi negoziare la pace, sia con gli altri che con se stessi». - Colum McCannrn«Un gioiello di ingegno». - independent.co.ukrnEdvard Behrens è uno stimato diplomatico di lungo corso, famoso per il suo lavoro di mediazione nell’ambito dei negoziati di pace internazionali. Grazie ai suoi interventi, atrocità inimmaginabili vengono messe sul tavolo e analizzate con rigore esemplare; confini ancestrali e invisibili, sconvolti e deteriorati dai conflitti, vengono riscritti.rnrnPer lavorare al suo ultimo incarico, Edvard soggiorna in un hotel di lusso non meglio specificato in Tirolo. Lì, in alta montagna, respira un’aria pura e incontaminata. Nei momenti di tregua dal lavoro, Edvard legge, passeggia, ascolta musica. La sua unica confidente è la moglie Anna. Anna, il suo grande amore; Anna, sempre al suo fianco, eppure irrimediabilmente assente. -
La verità dell'Alligatore
L’Alligatore è un ex cantante di blues. Ingiustamente condannato a sette anni di carcere, gli è rimasta addosso la fragilità degli ex detenuti e l’ossessione della giustizia.«Quando la vidi entrare, tailleur costoso e borsa rigida da professionista, capii subito che mi sarei perso parte del concerto di Cooper Terry che stava iniziando in quel momento. (…) Detesto che qualcuno mi disturbi mentre ascolto del buon blues, ma allora capitava piuttosto di frequente. Tutti sapevano che fare il giro dei locali era l’unico modo per trovarmi: il mio nome non appariva sulla guida telefonica e nessuno conosceva il mio indirizzo».L’Alligatore ha messo a frutto le sue “competenze” e le sue conoscenze nella malavita divenendo un investigatore molto particolare: più a suo agio nel mondo marginale ed extralegale che tra poliziotti e magistrati, ricorre volentieri all’aiuto di strani “personaggi”, primo fra tutti Beniamino Rossini, un malavitoso milanese con il quale ha stretto una bella amicizia malgrado le differenze culturali e di temperamento. I due intuiscono presto che gli omicidi di due donne, imputati a un povero tossico, sono in realtà maturati nei corrotti ambienti di una certa borghesia di provincia... -
Il corriere colombiano
L’Alligatore è in crisi. L’ex galeotto, ex cantante di blues, ora detective per necessità economiche e voglia di giustizia, si accorge che il gioco si è fatto più duro, è cresciuta la violenza, le vecchie regole sono saltate – quelle della criminalità e quelle degli sbirri – e soprattutto chi tiene le fila è troppo in alto, troppo potente.L’avvocato era magro e ben vestito. Si tolse i guanti e il cappotto. La sciarpa la tenne al collo. Si chiamava Renato Bonotto. Avevo già lavorato per lui. Pagava bene e gli piaceva vincere le cause. Quella che aveva per le mani doveva essere grossa per costringerlo a cercarmi durante l’ultimo weekend delle vacanze di Natale. «Cosa sta bevendo, Buratti?» domandò, indicando il mio bicchiere. Fissai il suo indice ben curato. «Sette parti di calvados e tre di drambuie» risposi, «molto ghiaccio e una fettina di mela verde da masticare lentamente alla fine per consolarsi del bicchiere vuoto. Si chiama Alligatore e l’ha inventato un barman di Cagliari per allietarmi l’esistenza».Per coprire un’operazione speciale, i corpi scelti delle forze dell’ordine incastrano un innocente con l’accusa di spaccio di cocaina colombiana. Tirarlo fuori di galera non sarà facile, anche perché l’uomo ha comunque dei conti in sospeso con la polizia. L’Alligatore, assieme ai due “soci” Rossini e Max la Memoria, va allo scontro con i narcotraficantes colombiani guidati dalla spietata Tía, con gli spacciatori di ecstasy che riforniscono scuole e discoteche del Triveneto, con le forze dell’ordine che giocano sporco anche loro. In questa guerra veloce, confusa e feroce, chi può vincere e chi può salvarsi l’anima? I cattivi sono tanti, e peggiori di prima. Ma i buoni chi sono? L’Alligatore ci sta pensando. -
Il maestro di nodi
«È scomparsa una persona… una donna».rn«Moglie, figlia, amante… su, non si faccia pregare».rnL’uomo si lisciò ancora i baffi.rn«Helena, mia moglie» disse piano.rn«Quando?».rn«Il 6 giugno, una ventina di giorni fa».rn«È scappata con l’amante?».rnGiraldi scosse la testa. Gli occhi gli si riempirono di lacrime. «è stata rapita».rn(…) «Perché non ha denunciato il sequestro?».rn«Non potevo».rn«Non poteva?».rn«Helena è stata rapita in circostanze un po’ particolari».rn«Quanto particolari?».rnSi schiarì la voce. «Mia moglie è una modella sadomaso» disse d’un fiato, non riuscendo a sostenere il mio sguardo.Il marito di una donna scomparsa, non osando confessare alla polizia il vergognoso segreto della partecipazione a un giro di orge sadomaso, si rivolge all’Alligatore, l’investigatore che della conoscenza degli ambienti dell’illegalità ha fatto il suo mestiere. Inizia una spaventosa discesa in un mondo di gente sola e ricattata dove predatori feroci si aggirano e colpiscono in modi efferati. A fianco dell’Alligatore ci sono i due fedeli soci. Max la Memoria ritrova e rinnova il suo impegno politico: è a Genova durante i drammatici fatti del G8. Beniamino Rossini ci stupisce con la sua personale etica di gangster della vecchia guardia quando discute su cosa è giusto fare e non fare, sulle regole di una “criminalità sostenibile”. -
La biblioteca di mezzanotte
Dall’autore dei bestseller Come fermare il tempo e Ragioni per continuare a vivere, un nuovo romanzo che commuove, diverte e scalda il cuore.rn«Matt Haig ha un dono: l’empatia per la condizione umana, per le sue luci e le sue ombre, di cui usa l’intero spettro per costruire meravigliose storie». - Neil Gaiman«Haig ha l'occasione di cucire in un solo romanzo diversi romanzi, i romanzi delle vite non vissute da Nora. L'intramontabile impianto metaforico delle sliding doors viene qui rimodellato - e serve allo scrittore inglese per indagare la natura dei nostri atti mancati, per chiedersi cosa rivela di noi ciò che non facciamo, ciò che non diciamo, ogni strada che non abbiamo il coraggio di prendere» - Paolo di Paolo, Robinsonrn«Tradurre Matt Haig significa - anche - cercare di dare conto di questo suo universo magico e immaginifico che procede a briglia sciolta, per accelerazioni e arresti improvvisi, inciampi e rimandi, di quello sguardo un po' fanciullo che sa cogliere l'essenza di un bambino o di un animale o di un fiore nel dettaglio che a molti parrebbe insignificante. Con quella impalpabile leggerezza venata di ironia che ritorna in molti dei suoi libri. Perché tradurre Matt Haig è anche divertente, così come lo è, ancora una volta, questo suo nuovo romanzo» - Paola Novarese, Tuttolibri«E se potessi tornare indietro e cancellare i tuoi rimpianti, cosa faresti in modo diverso?».rnFra la vita e la morte esiste una biblioteca. Quando Nora Seed fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte, le viene offerta l'occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di infelicità e scelte sbagliate. Le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Ma le cose stanno per cambiare. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della Biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, proiettando Nora in una versione alternativa della realtà. Insieme all'aiuto di una vecchia amica, può finalmente cancellare ogni suo singolo rimpianto, nel tentativo di costruire la vita perfetta che ha sempre desiderato. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani, e presto le sue nuove scelte metteranno in pericolo la sua incolumità e quella della biblioteca. Prima che scada il tempo, Nora deve trovare una risposta alla domanda di tutte le domande: come si può vivere al meglio la propria vita? -
La caduta del sole di ferro. N.E.O.. Vol. 1
Il primo volume di una grande saga distopica scritta da Michel Bussi, ambientata in una Parigi travolta da una straordinaria natura post-antropocene.«Bussi distopico racconta le lotte di giovani survivor». - Il Giornalern«Un thriller distopico che si legge d'un fiato» - Gabriele Di Donfrancesco, Robinsonrn«Un Harry Potter in salsa francese? È l'obiettivo più o meno dichiarato di Michel Bussi per N.E.O., un'insolita saga per adolescenti. Non c'è un maghetto all'orizzonte, ma sì, lo stesso mix di dramma e humor. E la medesima voglia di trasmettere qualche messaggio» - TuttolibriUna catastrofe ambientale ha spopolato il mondo. A Parigi gli unici sopravvissuti sono due gruppi di dodicenni, i ragazzi del tepee e i ragazzi del castello. Cresciuti senza genitori e senza l'assistenza di nessun adulto, i ragazzi del tepee sono una tribù abbastanza selvaggia che vive nella torre Eiffel tappezzata di pelli (il tepee, appunto) e si nutre andando a pesca sulla Senna o a caccia al Bois de Boulogne nel frattempo diventato una foresta. Anche i ragazzi del castello (il Louvre) sono cresciuti senza adulti, ma fin dalla loro nascita si sono ritrovati inseriti in un sistema di apprendimento che ha consentito loro di sviluppare un'organizzazione di vita diametralmente opposta a quella del tepee: sono vegetariani, coltivano loro stessi gli ortaggi che mangiano, sono istruiti. I due gruppi, pur sapendo dell'esistenza l'uno dell'altro, non sono mai venuti in contatto. A cambiare quello stato di tregua prolungata basato sulla reciproca diffidenza interviene uno strano avvelenamento dell'ambiente che comincia a sterminare uccelli e piccoli mammiferi. I ragazzi del tepee sono convinti che a diffondere il veleno siano quelli del castello. La guerra sembra inevitabile. -
I gatti della scrittrice. Ediz. a colori
Un testo sull’eterna poesia della quotidianità deliziosamente leggero e frizzante, fatto di umorismo felino e filosofia giapponese, accompagnato dalle raffinate e aeree illustrazioni di Maria Guitart.«Barbery cede la penna al gatto, anzi a uno dei quattro certosini che vivono con lei: Ocha, Mizu, Petrus e, appunto, l'autrice Kirin, ragatta di singolare bellezza e scrittura impeccabile» - Alberto Mattioli, TuttolibrirnrnLo scrittore… che essere misterioso! Attraverso la voce di Kirin, la sua gatta, Muriel Barbery svela il dietro le quinte della creazione letteraria e il ruolo misconosciuto che in essa hanno i suoi quattro alleati dalle zampe di velluto, quattro gatti certosini. Ognuno ha un proprio carattere e un nome giapponese dettato dalla passione che la scrittrice nutre per il Giappone. C’è Ocha, il capobanda, un duro dal cuore tenero. C’è sua sorella, l’affettuosa Mizu dalle zampe storte. C’è anche il placido e raffinato Petrus, e infine la narratrice, l’aggraziata Kirin. Come tutti i gatti passano il tempo a miagolare, mangiare e dormire… ma hanno la peculiarità di vegliare sulla loro adorata scrittrice, sempre pronti ad attenuare le sue angosce, placare i suoi dubbi e consigliarla con un movimento di zampa o facendo dolcemente le fusa. Non contenti del semplice status di compagni di relax, infatti, hanno spinto la devozione fino a imparare a leggere, guidando così nella scrittura quella scrittrice di una padrona. -
Diciotto anni e dieci giorni
Qualcuno ha piazzato una bomba a orologeria nella spensierata vita di Camilla.rnIl secondo romanzo breve della ""Quadrilogia della famiglia"""". Con Fabio Bartolomei si ride in maniera intelligente.Viziata dai genitori, spalleggiata dalle amiche del cuore, blandita dai follower, Camilla è impreparata ad affrontare i rovesci della vita. Se ne renderà conto nel giorno del suo diciottesimo compleanno quando un’imprevedibile e scioccante scoperta la costringerà ad avventurarsi fuori dall’orbita protetta del suo mondo e a mettere alla prova le sue amicizie, le sue ingenue certezze sulla vita e tutti i limiti degli insegnamenti ricevuti.rnrnDiciotto anni e dieci giorni, il secondo romanzo breve della “Quadrilogia della famiglia”, è una commedia incentrata su un esilarante viaggio intrapreso per rimettere insieme i pezzi di una famiglia allo sfascio che, disavventura dopo disavventura, diventa l’occasione per mettere in luce e celebrare il primo esitante passo nell’età adulta."" -
Per una scuola viva, per una scuola vera
Prima di fondare la sua piccola scuola per i bambini di Jasnaja Poljana, Tolstoj si pose domande più radicali di quelle stesse di don Milani più di un secolo dopo: “A che serve la scuola? e, in particolare, la scuola di Stato?”. Un diritto a educare non esiste, e perché mai un maestro avrebbe da insegnare qualcosa di necessario se la sua visione del mondo è più povera, più condizionata di quella di un bambino? Tolstoj giunse ad affermare il diritto del bambino a non andare a scuola e a pretendere un’educazione all’altezza della sua libertà. La scuola che conosciamo sottovaluta il confronto con la natura e non mette davvero in discussione un ordine sociale classista. -
Le cento città. L'apporto delle regioni alla storia della nostra letteratura dall'Unità a oggi
Un viaggio serrato nella letteratura del nostro Paese, grande via di comunicazione tra centro e periferie.rnDa un grande critico letterario una disamina incalzante sui rapporti che intercorrono tra letteratura e territorio del Belpaese.rnCon l'espressione ""le cento città d’Italia"""" Carlo Cattaneo constatava l'eterogeneità e le differenze fisiche, storiche e sociali del nostro Paese. Ancora oggi, colpisce chi si muove lungo la penisola quanto possano essere diverse antropologicamente e culturalmente città peraltro vicinissime tra loro, appartenenti a uno stesso territorio e a una simile storia. In questo saggio appassionante Goffredo Fofi indaga le originalità del nostro territorio e le sue mutazioni, come scrittori e registi lo hanno raccontato e quali siano i dialoghi tra centri e periferie."" -
Ognuno accanto alla sua notte
Un romanzo avvincente capace di narrare tutte le sfumature, i conflitti, i lati oscuri e meno noti originati dalle leggi razziali e dalla deportazione degli ebrei romani.rn«Lia Levi ha il dono di scrivere come se si confidasse». - Giulio Busi, Il Sole 24 Orernrn«Come in un ideale mosaico suddiviso in pezzi da incastrare, l'autrice ritorna alla Roma fascista funestata dalle leggi razziali e mette in scena tra gli altri un conflitto generazionale sulle responsabilità dei padri ebrei di non aver fiutato e magari sventato il pericolo» - Crocifisso Dentello, il Fatto Quotidiano«Lia Levi ha il dono di non parlare mai in astratto. Se nomina il male, anche quello assoluto della Shoah, lo fa calandolo nelle storie individuali». - Raffaella De Santis, la Repubblicarn«È incredibile quanta materia Lia Levi riesca a condensare dentro i suoi romanzi. Ed è ancora più incredibile la leggerezza con cui sa trattare questa materia densa e a tratti incandescente». - Paolo Di Stefano, Il Corriere della SerarnrnRoma nel periodo delle leggi razziali. Uno scrittore di teatro costretto a nascondersi all’ombra di un “prestanome”; una coppia di giovanissimi, Colomba nella schiera delle vittime designate e Ferruccio figlio di un persecutore, che riesce a strappare dal buio una notte d’amore; un padre e un figlio a duro confronto sul ruolo di una classe dirigente non all’altezza di proteggere il proprio gregge... Tre vicende diverse se pur collegate, in cui Storia e Destino intrecciano il loro enigmatico gioco. Una cornice iniziale, ambientata in una villa toscana nell’epoca contemporanea, tenta di sfiorare il tasto della Memoria nelle sue risonanze fra le generazioni dell’oggi. Un libro emozionante e potente che riesce a coinvolgere e scuotere a fondo il lettore. -
Squali al tempo dei salvatori
Una storia commovente che mescola il grande romanzo familiare americano con il realismo magico delle Hawaiirn«Un romanzo inventivo, dotato di una bontà, quasi fuori moda, di una scrittura lirica e visiva che non si compiace di sé stessa e neanche si vergogna e soprattutto tenta qualcosa di difficile per un esordiente: scrivere d'amore senza corrompere l'amore al fine di renderlo più nobile o interessante» - Claudia Durastanti, Tuttolibrirn«Ancora non lo sapete, ma questo è il romanzo che stavate aspettando. Gli antichi miti si scontrano con le nuove realtà, l’amore si mescola al dolore, la fede sconfina nella magia, e l’umorismo danza con la tragedia: il risultato è del tutto nuovo. Un esordio fulminante, scritto con spericolato lirismo». - Marlon Jamesrnrn«Squali al tempo dei salvatori esplode di vita. È luminoso e meravigliosamente rumoroso. È così buono che fa male e fa male dove poi guarisce. È rivelatore e da leggere tutto d’un fiato. Washburn è un nuovo talento straordinariamente brillante. Questa saga familiare ha la forma affilata di un dente di squalo. Le sue pagine scoppiettano di crepitii e scintille, e tu ne esci cambiato. È sublime». - Tommy Orangernrn«Dal giorno in cui gli esseri umani hanno iniziato a raccontare storie, abbiamo intrecciato un numero infinito di racconti sui nostri tentativi di fuggire dal passato e di trovare pace nel presente. È il nostro carico collettivo, e Washburn lo sa, si dimostra un esperto nel sezionare i modi in cui i luoghi - le nostre connessioni e disconnessioni da questi - ci spezzano e ci rimettono insieme». - The New York TimesrnrnUna famiglia povera alle Hawaii vede la propria vita cambiare radicalmente durante un viaggio in nave: il piccolo Noa cade in acqua e, sorprendentemente, invece di essere divorato dagli squali, viene da loro portato in salvo. Sembra l’eco di vecchie leggende, rafforzato anni dopo quando il ragazzo guarisce la vittima di un grave incidente. Il dono di Noa è fonte di meraviglia ma anche di gretto guadagno. I suoi fratelli prendo voce nel corso della storia, Dean e Kaui, crescendo, si sentono sempre schiacciati all’ombra del fratello. Dean è un professionista di basket, mentre Noa e la sorella Kaui seguono con successo i loro studi. Grazie ai doni di Noa e al denaro raccolto dalle sue guarigioni i genitori sono riusciti indirizzarli verso il sogno americano, lontano dall’isola di origine. Ma la famiglia è spezzata dalle gelosie, dalle incomprensioni e dal destino tragico della loro patria. Le Hawaii infatti sono un paradiso perduto, una terra, un tempo benedetta da una natura rigogliosa e bellissima, che ora è devastata dal turismo di massa e dalla speculazione edilizia. I due genitori e i tre figli, di cui seguiamo le vicende attraverso le crisi che li colpiscono e li dividono, lottano per ritrovare un equilibrio e un’identità messi a repentaglio dall’aridità dell’American-way-of-life e dalla scomparsa delle loro radici. In uno stile smagliante, che unisce eleganza a durezza, creatività ad avvolgente morbidezza, il giovane autore hawaiano racconta i destini diversi di vari magnifici personaggi,... -
Il codice della vendetta
Il ritorno di Franco Zanna in una Sardegna troppo carica di misterirnrn«Pasquale Ruju sa dare il ritmo adatto e i colpi di scena giusti per tenere alta la tensione e catturare il lettore». - La Repubblica - RobinsonrnrnFranco Zanna, paparazzo squattrinato e sempre in mezzo ai guai, tenta faticosamente di ricostruire il rapporto con Carla, la madre di sua figlia Valentina. Mentre l'accompagna all’aeroporto di Olbia intravede, però, una faccia tristemente conosciuta: quella di Alfio Di Girolamo. Il Catanese. Un killer al servizio del clan che lo costrinse ad abbandonare la donna della sua vita, il lavoro di reporter, perfino il suo vero nome, trasformando la sua esistenza in un inferno. Negli stessi giorni, durante un esclusivo concerto in Costa Smeralda, un furto milionario nella suite del famoso cantante scatena una serie di brutali omicidi. Il Catanese è responsabile di quei delitti? Zanna vuole scoprirlo. Ha un conto in sospeso con lui e intende saldarlo, ora che il destino li ha fatti incontrare. Ma ha poche possibilità di uscirne vivo. Solo un uomo può aiutare il nostro eroe a tenere testa a un simile assassino: l’ultimo dei banditi sardi. Il vecchio, temibile zio Gonario. -
Casa è dove fa male
Un romanzo da leggere con la lentezza con cui viene narrato: una parola alla volta, come in una confessione religiosa. Una storia che in qualche modo ci riguarda tutti e che, mostrandoci per quello che siamo, ci offre l'unica possibilità di salvezza: ammettere – per amare o tentare di correggere – la nostra natura imperfetta.«Cuomo, narratore acuto e ironico, crea personaggi indimenticabili, ritratti così nitidi da sembrare fotografie» – Corriere del Veneto«Cuomo ha una capacità sottile e lucida di osservare senza retorica, non forzando le barriere sentimentali ma evidenziando le ombre emotive, le frontiere delle anime, cogliendone gli strappi» – Avvenirern«In quest'universo chiuso e claustrofobico, nero nel finale, si vedono gli effetti, per il condominio-narratore e probabilmente per l'autore, di un errore fatale: ""imitare l'amore degli altri"""", perdendo quello per sé stessi» - Alessandro Beretta, la LetturarnLe nostre case ci osservano. Ascoltano, ricordano. Percepiscono anche pensieri ed emozioni per le vibrazioni dei corpi sul pavimento, la pressione delle dita sui mobili, gli sguardi davanti a uno specchio. E, certe volte, le case raccontano. Dalla nebbia della periferia di Mestre, come in un flusso di coscienza, in una rivelazione privata, emerge la voce di questo palazzo di tre piani che ci confessa le abitudini di chi lo abita. Uno sguardo lucido, impietoso, sui sette appartamenti e sulle famiglie, le coppie, sui singoli individui mostrati soltanto per ciò che nascondono oltre pareti e porte chiuse: manie, vizi, debolezze, fragilità, deviazioni e segreti occultati. Un documentario letterario nero eppure leggero. Un distillato poetico dei guai e dei guasti, delle colpe degli inquilini che degenerano in atteggiamenti di squilibrio e oscenità, in collisioni violente e passioni eccessive. Il lettore gode della seducente occasione di spiare nelle case degli altri. E, con la cadenza ritmica del miglior pettegolezzo, anche il condominio cede a una natura quasi umana, lasciandosi andare al giudizio, esprimendo opinioni con tono sentimentale mentre ci descrive chi lo popola in un affresco intimo dell'umanità e dei suoi peccati capitali. Uomini e donne così lontani eppure così vicini alla colonia di topi che vivono nel sotterraneo e che, per una misteriosa ragione, penetrano nelle abitazioni di notte, si addossano ai loro corpi addormentati. Un romanzo da leggere con la lentezza con cui viene narrato: una parola alla volta, come in una confessione religiosa. Una storia che in qualche modo ci riguarda tutti e che, mostrandoci per quello che siamo, ci offre l'unica possibilità di salvezza: ammettere – per amare o tentare di correggere – la nostra natura imperfetta."" -
Il ballo delle pazze
Una storia avventurosa e appassionata, un inno alla libertà delle donne in un mondo che ancora nell'Ottocento era dominato dagli uomini.«Con questo ballo in cui le ""pazze"""" sembrano le uniche in grado di sentire davvero Victoria Mas consegna al lettore un romanzo intenso e fiero, che obbliga a spostare i limiti tra normalità e follia e insieme a riconsiderare quanto caro, nel corso della storia, è stato il prezzo pagato dalle donne per essere legittimate a esistere» - Andrea Marcolongo, Tuttolibri«La casa editrice E/O pubblica quello che è stato il caso letterario del 2019 in Francia, Il ballo delle pazze di Victoria Mas, giovane autrice dalla bellezza molto francese al suo esordio nel romanzo, dopo aver lavorato nella scrittura per il cinema» - Eleonora Barbieri, il Giornale«Ciascuna delle protagoniste per sopravvivere, nel manicomio, si aggrappa alle proprie convinzioni, anche se sono verità dolorose e difficili da condividere. Ma nella serata surreale del ballo in maschera, quando follia e razionalità sembrano non avere più confini, tutto può diventare finalmente possibile» - Patrizia Violi, Corriere della SeraFine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall'illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può """"incontrare"""" e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l'ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate """"isteriche"""" e curate con l'ipnosi dall'illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l'esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c'è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il """"ballo delle pazze"""", ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell'occasione, mascherarsi farà cadere le maschere..."" -
La possessione di Mr Cave
Uno dei primi romanzi (2008) che hanno reso famoso il grande scrittore inglese.«Un libro travolgente.» – The Guardian«Agghiacciante, mozzafiato, spezza il cuore.» – The New York Times«Un devastante ritratto dell’inarrestabile autodistruzione di un uomo.» – The Times«Un romanzo lucido, ammaliante, che prova a sondare la condizione umana.» – Literary ReviewTerence Cave ha già affrontato diverse tragedie nella vita: il suicidio della madre e la morte della moglie nello spaventoso incidente in cui ha perso la vita anche il figlio adolescente, Reuben. La figlia superstite, Bryony, è sempre stato la cocca di casa e Terence quindi si rende conto che il suo dovere è quello di proteggerla dalle forze avverse del mondo, a qualsiasi costo. Ma quando comincia a seguire i movimenti della figlia, prostrata per queste perdite, imponendole una serie di regole molto rigide, il suo amore per Bryony diventa una forza possessiva e distruttiva.