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Per una nascita senza violenza. Il parto dal punto di vista del bambino
Quando questo piccolo libro uscì, nel 1974, era opinione comune che il neonato fosse una creaturina passiva e limitata, ancora troppo acerba per provare sensazioni e sentimenti. Paradossalmente, non era considerato il protagonista dell'evento-nascita né era ritenuta centrale la relazione con la madre nelle sue prime ore di vita. Contro questi pregiudizi Frédérick Leboyer ha combattuto per tutta la vita: primario della Clinica ostetrica dell'Università di Parigi, dopo avere assistito a migliaia di parti maturò la convinzione che i neonati possedessero invece una sensibilità acuta e che l'esperienza della nascita condizionasse la loro personalità in modo determinante, nel bene o nel male. Strenuo difensore del diritto della madre a un 'buon parto' e del diritto del bambino a una 'buona nascita', sviluppò i principi per prevenire i traumi e le violenze nelle sale parto. ""Per una nascita senza violenza"""" ha messo in moto una rivoluzione che ha investito i reparti maternità di tutto il mondo occidentale, convincendo genitori e operatori sanitari ad abbandonare pratiche ostetriche dannose e a considerare il bambino per quello che è: una persona completa, meritevole di attenzione e rispetto."" -
Vita activa. La condizione umana
Hannah Arendt anticipa la critica ecologica e denuncia un grave pericolo: l'«espropriazione del mondo» da parte dell'uomo moderno corrode prima lo spazio politico e poi minaccia il cosmo naturale.«Un'intelligenza bruciante e un rigore etico che toccano un vertice ineguagliato nella letteratura politica contemporanea» – Roberto Esposito, la RepubblicaIn condizioni di benessere economico e pace civile che ne è della libertà politica? Qual è lo spazio consentito a un agire politico che non sia solo angusta difesa degli interessi materiali o rituale comportamento elettorale? Domande ancora attuali che l'autrice ha posto, quasi sessant'anni fa, in questo libro divenuto ormai un classico della filosofia del pensiero politico. Una spregiudicata analisi della società di massa e un'accorata denuncia della condizione dell'uomo contemporaneo condannato a una sostanziale solitudine. -
Ciao!... E poi? La psicologia del destino umano
Il titolo sembra un indovinello, un gioco, uno dei tanti proposti in questo librornEric Berne, nella parte del terapeuta, attraverso i giochi che noi tutti conosciamo ci insegna a liberarci da ciò che limita la nostra piena espressività, utilizzando l'analisi transazionale da lui ideata che suddivide l'io nei tre stati di Genitore, Adulto, Bambino e con un insieme di transazioni esplicative dei rapporti tra due o più persone. Berne inserisce le regole dei giochi in un sistema più ampio che comprende l'intero arco dell'esistenza dell'individuo: dal ''gioco'', resoconto di un ''motto di spirito'', al ''copione'', modello ereditato dai genitori nella prima infanzia sotto forma di ordini e insegnamenti. Il gioco, se costrittivo, impedisce di giocare e il copione, inteso come modello del destino umano, se negativo impedisce di vivere; ma sia dal gioco, sia dal copione, ci si può liberare e grazie all'analisi transazionale ogni individuo può opporre alla programmazione parentale un piano di vita autonomo. -
Bestiari tardoantichi e medievali. I testi fondamentali della zoologia sacra cristiana. Testi originali a fronte
Questo volume offre la più ampia raccolta di bestiari tardoantichi e medievali che sia stata finora pubblicata. I lettori, per la prima volta, avranno a disposizione tutto il corpus fondamentale dei bestiari, in versi e in prosa, con il testo originale a fronte (greco, etiopico, latino, francese, occitano, anglosassone, islandese, tedesco e russo), nuove traduzioni e ricchi apparati (introduzioni, note, bibliografie). Si tratta di testi sorprendenti e affascinanti, che costituiscono una imprescindibile fonte di informazioni per lo studio di qualsiasi aspetto (religioso, storico, letterario, artistico) della cultura medievale. Nato ad Alessandria d'Egitto probabilmente nel II secolo d. C. con il ""Fisiologo greco"""" (il cui testo fu via via modificato, ampliato e rielaborato in numerosissime versioni in varie lingue), questo genere descrive la """"natura"""" (le caratteristiche) dell'animale e, nello stesso tempo, elabora interpretazioni allegoriche fondate su temi e figure della dottrina cristiana. Partendo dal principio che """"il mondo è un simbolo"""" (come suggerisce il grande storico dell'arte medievale Emile Mâle), i bestiari hanno il loro fondamento teologico nell'idea secondo cui tutte le realtà materiali sono immagini o specchi delle realtà spirituali e divine. Il volume è reso ancora più prezioso da un inserto iconografico a colori che raccoglie una settantina di miniature tratte da diversi manoscritti: una straordinaria testimonianza del valore artistico di queste splendide illustrazioni."" -
Gli oscillanti
Inseguendo le voci dei canti fino nel cuore del buio.rnrn«Davvero li sento oscillare, questi poveri abitanti di Grottarda, in ogni gesto, ogni giorno, e se li potessi osservare nel corso della loro vita li vedrei oscillare da quando nascono a quando muoiono, tra la loro esistenza ufficiale e il loro lato nascosto, tra il bisogno di luce, sempre troppo scarsa e precaria, e l'attrazione per il buio che li insegue fin nelle case, fin nel sonno.»rnrnIl viaggio, tra tornanti e gallerie, è interminabile, e all'arrivo si viene accolti dalle maschere spaventose con cui i paesani salutano i forestieri – eppure è proprio quassù che lei voleva arrivare: a Crottarda. La protagonista di questo racconto è una giovane etnomusicologa che ha deciso di condurre una ricerca sull'antico fenomeno dei canti notturni con cui i pastori crottardesi dialogano misteriosamente da una montagna all'altra. Posta sul versante in ombra, e in lotta feroce con Autelor, il villaggio dirimpettaio baciato dal sole, Crottarda è segnata da un'oscurità che, con il passare dei giorni, sembra invadere anche la mente. Anche la conformazione dei luoghi non è che uno specchio del temperamento degli abitanti: il suolo è poroso, l'acqua vi ha scavato doline profonde e tutta la solidità delle cime rischia di collassare in quella invisibile rete di vene. Come in un sogno o in una vivida fiaba, la protagonista insegue le voci dei canti affiancata da due singolari aiutanti – una ragazza strampalata e uno speleologo armato solo della sua lampada frontale – mentre ogni certezza, e la terra stessa, sembrano franare sotto i suoi passi leggeri. La vicenda ha luogo negli anni ottanta ma in un certo senso appare sospesa fuori dal tempo, in un eterno ripetersi delle stagioni: tragedia e commedia vi sono inestricabilmente unite, mutevoli come la luce sui versanti delle montagne. Claudio Morandini dà vita a un canto sulla nostra incapacità di dirci e, al tempo stesso, a un atto di fede nella parola come chiave di una possibile verità. -
Il Piccolo Principe
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordanornrnUna fiaba, una riflessione sul senso della vita e dei legami, semplicemente una storia: molto amato e apprezzato fin dalla sua uscita a New York nel 1943, ""Il Piccolo Principe"""" è diventato nel tempo una lettura universale e uno dei libri più venduti nel mondo, pegno d'amore e d'amicizia. Un aereo in panne nel deserto, un pilota in difficoltà, un principe biondo venuto da molto lontano, una volpe, una rosa: sono i protagonisti di una vicenda che si legge in un respiro e non si dimentica. Età di lettura: da 8 anni."" -
Orlando
Con le illustrazioni della prima edizione di Hogarth Press, 1928.rnrn«Un romanzo originalissimo. Senza dubbio il più intenso di Virginia Woolf, e uno dei più singolari e sconsolanti della nostra epoca» – Jorge Luis Borgesrnrn""Orlando"""" è la biografia che diventa romanzo di un eroe che diventa un'eroina e che vive parecchi secoli. Non ci vuole molto a capire che il suo tema non è l'immortalità né il sesso né la letteratura (o quella sua versione ministeriale che definiamo storia) né Vita Sackville-West a cui il libro è dedicato, amica intima di Virginia Woolf e scrittrice a sua volta. Il tema è piuttosto lo slittamento o, meglio ancora, la trasformazione, la metamorfosi: di un corpo nell'altro, di un sesso nell'altro, di un genere nell'altro (e alludo tanto all'identità di genere quanto al genere letterario). Ciò che il personaggio Orlando e la sua vita fantastica ci dicono è che dentro ognuno di noi non esiste un sé prestabilito e rigido, pietrificato nella propria identità, bensì molti sé fluidi, instabili, che, scivolando l'uno nell'altro e sull'altro, mutano incessantemente pur conservando al proprio interno elementi di continuità. Perciò la biografia non può che essere romanzo – un'idea che avrebbe probabilmente fatto inorridire il padre di Virginia, Leslie Stephen, autore del mastodontico e macchinoso """"Dictionary of National Biography"""" – così come il maschile è anche femminile, e viceversa. (Dall'introduzione di Mario Fortunato)"" -
La notte dei bambini cometa. Ediz. ampliata
«Io sono il suo migliore amico. Io, purtroppo, non esisto.»rnrnZeno Vivaldi ha un amico immaginario molto speciale, che lo accompagna per tutta l'infanzia: un mostro di nome Ulmer, che racconta al lettore la sua storia in prima persona. Un romanzo d'iniziazione contemporaneo dalle atmosfere fantastiche e ironiche e dal linguaggio ammaliante. Vampiri e fantasmi, i mostri della tradizione gotica, spuntano discretamente tra una riga e l'altra, accompagnati da nuove inquietanti apparizioni reali, come i poeti maledetti della musica punk, dando voce ai turbamenti della preadolescenza. La storia di uno di quei bambini troppo sensibili da cui spesso fuggiamo, narrata con estrema delicatezza, cogliendo proprio il momento in cui Zeno sta per diventare adulto: meravigliato di fronte al mondo reale, ai suoi misteri, agli imprevisti e alle situazioni incomprensibili che è naturalmente destinato a incontrare. Un piccolo classico dell'autore, che torna in versione riveduta e ampliata. -
L'infanzia del mondo. Opere (1946-2012)
Tonino Guerra (1920-2012) è stato poeta, scrittore e sceneggiatore. “L'infanzia del mondo” ne svela le molteplici anime: dalle fiabe al teatro, dai racconti di viaggio ai romanzi fino alle raccolte poetiche che, insieme all'attività di sceneggiatore, lo hanno reso celebre. Una lingua che è anche musica, intrisa della forza del dialetto romagnolo, una raccolta preziosa che riporta in primo piano un autore che ha attraversato con le sue opere tutto il Novecento. -
La luce dei giorni
Il maestoso epilogo della trilogia iniziata con Si spengono le luci e proseguita con Good Life, da un autore capace di esaltare il sogno americano e di rivelarci le sue ombrernrn«Sarà lui a rappresentare l'America di questo mezzo secolo, come è stato lui a studiarla, conoscerla e spiegarla più di chiunque altro» – Fernanda PivanornrnI matrimoni migliori, come le navi migliori, sono quelli in grado di superare le tempeste. Imbarcano acqua, tremano e si inclinano, quasi si capovolgono, e poi si raddrizzano e veleggiano verso l'orizzonte. La premessa è, dopotutto, nella buona o nella cattiva sorternrnMolti anni sono trascorsi dal loro arrivo, ma Corrine e Russell vivono ancora la vita dei loro sogni nella città dei loro sogni: New York. Russell è un editore indipendente di alto profilo a cui si presenta una grande opportunità, che potrebbe cambiare tutto. Corrine è una donna impegnata nelle crociate sociali finché non torna in città l’uomo che l'ha trascinata in una storia clandestina di intensa passione. Sullo sfondo, l'America depressa della crisi economica e una metropoli che muta e costringe i suoi abitanti a fare altrettanto. -
Il duello
"Mi avete costretto, per punto di onore, a tenere la mia vita a vostra disposizione, per dire così, per quindici anni.""""rnrnIn questo romanzo breve, incentrato su due ufficiali della Grande Armée di Napoleone che si sfidano a un'infinita serie di duelli per un futile pretesto, Joseph Conrad sfoggia tutta la propria sfolgorante ironia, capace di stemperare quella visione pessimistica della vita e dei drammi interiori dei personaggi che lo hanno reso celebre. Satirico eppure intimamente triste, questo capolavoro indaga la futilità della guerra ma anche l'assurdità del falso onore, che della guerra è complice fondamentale. Pubblicato per la prima volta nel 1908, viene ora riproposto in una nuova traduzione a cura di Benedetta Bini, che ne restituisce appieno tutta la modernissima potenza." -
La mia rivoluzione
La vita di una vera e propria leggenda del calcio mondiale.rnrn“Non sapevo nulla di calcio prima dirnincontrare Cruyff” - rnPep Guardiolarn“Se avesse voluto avrebbe potuto essere ilrnmiglior giocatore in ogni posizione del campo.” - rnÉric CantonarnrnrnLungo tutta la sua carriera Johan Cruyff è stato sinonimo di calcio totale, profeta di una nuova religione calcistica che unisce ordine e creatività, forza fisica e cervello, tradizione e rivoluzione. Capelli lunghi modello beat generation, idee libere e temperamento ribelle, quella del Pelé bianco è una storia straordinaria che parte dalla periferia di Amsterdam e arriva dritta all'olimpo del calcio: Cruyff entra giovanissimo nell'Ajax e con la maglia della squadra olandese vincerà tre Coppe dei Campioni consecutive prima di passare al Barcellona nel 1973 per una cifra record. Grazie a lui in quella stagione i blaugrana tornano a vincere la Liga dopo quattordici anni. Tre volte Pallone d'Oro, nel 1974 guida la nazionale olandese alla finale dei mondiali contro la Germania Ovest. Dopo essersi ritirato nel 1984, porta la rivoluzione sulle panchine di Ajax e Barcellona e con la sua filosofia influenzerà generazioni di allenatori a venire. Nel 1997 ha dato vita alla Cruyff Foundation che promuove progetti sportivi per i più giovani. In «La mia rivoluzione» Cruyff si racconta con l'umorismo e l'onestà che l'hanno sempre contraddistinto e consegna alla sua autobiografia la storia di un'incredibile eredità. -
Attraversare i muri. Un'autobiografia
"Avevo fatto esperienza di una libertà assoluta; avevo sentito che il mio corpo era senza limiti e confini; che il dolore non aveva importanza. Ed era inebriante.""""rnrn«Marina Abramovic è la performance/conceptual artist più celebrata al mondo ed è probabilmente l'unica dotata di sense of humor» – The Sunday TimesrnrnNel 2010, in occasione della retrospettiva che il MoMA dedicò a Marina Abramovic, più di 750mila persone aspettarono in fila fuori dal museo per avere la possibilità di sedersi di fronte all'artista e di comunicare con lei senza dire una parola, in una performance senza precedenti durata più di settecento ore. Una celebrazione di quasi cinquant'anni di performance art rivoluzionaria. Figlia di genitori comunisti, eroi di guerra sotto il regime di Tito nella Jugoslavia postbellica, Marina Abramovic fu cresciuta secondo una ferrea etica del lavoro. Agli esordi della sua carriera artistica internazionale viveva ancora con la madre e sotto il suo totale controllo, obbedendo a un rigido coprifuoco che la costringeva a rincasare entro le dieci di sera. Ma nulla poté placare la sua insaziabile curiosità, il suo desiderio di entrare in contatto con la gente e il suo senso dell'umorismo. Tutto ciò che ancora oggi la contraddistingue e dà forma alla sua vita. Al cuore di """"Attraversare i muri"""" c'è la storia d'amore con il collega perfomance artist Ulay: una relazione sentimentale e professionale durata dodici anni, molti dei quali passati a bordo di un furgone viaggiando attraverso l'Europa, senza un soldo. Un legame che arrivò al drammatico epilogo sulla Grande Muraglia cinese. La storia di Marina Abramovic, commovente, epica e ironica, parla di un'incomparabile carriera artistica che spinge il corpo oltre i limiti della paura, del dolore, dello sfinimento e del pericolo, in una ricerca assoluta della trasformazione emotiva e spirituale. Esso stesso straordinaria performance, """"Attraversare i muri"""" è la rappresentazione vivida e potente della vita di un'artista eccezionale." -
Saper vedere la città. Ferrara di Biagio Rossetti, «la prima città moderna d'Europa»
Quali eventi, quali strategie progettuali fecero della Ferrara estense, nel 1492, ""la prima città moderna d'Europa"""", come la definì Jacob Burckhardt? La domanda riguarda non solo l'eccezionalità dell'Addizione Erculea progettata dall'architetto Biagio Rossetti, ma l'intera tematica della pianificazione urbanistica. Bruno Zevi in questo fondamentale saggio critico pubblicato per la prima volta nel 1960 indaga le caratteristiche, i progetti e le finalità di uno dei capisaldi della storia dell'urbanistica e del Rinascimento italiano. Lo fa raccontando le meraviglie dell""""'officina ferrarese"""" ma anche insegnandoci a leggere e interpretare lo spazio urbano, inteso nel suo complesso come opera d'arte, dalle emergenze architettoniche all'arredo di piazze e strade, alla poetica del non-finito e dell'angolo. Zevi ci offre qui una lezione che a distanza di anni conserva intatta tutta la sua attualità e l'altissimo valore civico."" -
Lettere (1914-1973)
«È probabile che non scriverò mai una biografia ordinata: sarebbe contrario alla mia natura, che si esprime sulle cose sentite più profondamente tramite i racconti e il mito; ma qualcuno che mi sia vicino dovrebbe sapere qualcosa su quello che i documenti non documentano»(da una lettera al figlio Christopher)rnrnIn queste lettere emergono vividi tutti gli aspetti della vita di J.R.R. Tolkien: professore attento, filologo meticoloso, scrittore disponibile con i lettori e sprezzante con i critici, geniale inventore di lingue, padre presente e preoccupato, marito devoto e nipote affettuoso. Creatore di una mitologia e di storie che appassionano lettori di tutto il mondo, ma anche uomo del suo tempo, che viveva e frequentemente commentava la realtà che lo circondava: dall'ascesa del nazismo in Germania alla Seconda guerra mondiale, dagli accordi di Yalta alla bomba atomica, i suoi giudizi, spesso velati da riferimenti alle sue storie, sono sempre acuti e interessanti. Una lettura imprescindibile per gli studiosi e sorprendente per i lettori dei suoi libri. -
Di un'ingannevole bellezza. Le «cose» dell'arte
"Inganno che svela un altro inganno: questo sembra essere la bellezza""""rnrnDefinire cosa sia la bellezza è cosa ardua. Eppure proprio tutti ritengono di saperla riconoscere e di possedere un canone, forse con un po' di presunzione. Il bello non è mai stato un valore assoluto attraverso i secoli e le culture; eppure Massimo Donà ci spiega che è la bellezza la prova più evidente del fatto che le cose del mondo possono destabilizzarci, dicendoci di non essere quello che sono, quasi come in un dramma shakespeariano. Proprio in quanto bello, cioè, il mondo finirebbe per rivelare una natura costitutivamente illusoria e intrinsecamente ingannevole. Attraverso enigmi, riferimenti al fiabesco, alla grande letteratura (da Carroll a Balzac, da Shakespeare a Perec) e all'arte contemporanea (da De Chirico a Breton), questo libro gioca con l'idea di bellezza e ci invita a porci domande scomode e originali su un tema filosofico tra i più ardui da affrontare." -
Lo scrittore giovane. Pier Vittorio Tondelli e la nuova narrativa italiana
«Questo saggio rivela tracce nascoste e compone un ritratto critico di Tondelli. Essenziale e necessario» – Fulvio PanzerirnrnDagli anni ottanta si assiste in Italia all'avvento di una ricca produzione di opere scritte da autori giovani che raccontano storie di adolescenti o poco più, la ''nuova narrativa'' che determina uno svecchiamento delle forme letterarie tradizionali. Il principale protagonista di questa stagione è Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), divenuto uno degli scrittori più significativi dell'ultimo mezzo secolo. Nei suoi libri l'adolescenza e la prima età adulta sono rappresentate come un passaggio difficile, in cui la tensione verso la libertà si accompagna a un profondo senso di smarrimento. A quasi trent'anni dalla sua morte, Roberto Carnero ripercorre la vita e le opere di Tondelli delineando in modo chiaro e avvincente la rivoluzione postmoderna che ha innescato, la costante ricerca stilistica, il melting pot culturale, le contaminazioni linguistiche che informano i suoi libri e l'ambiziosa opera di scouting da lui condotta con il progetto Under 25, una vera e propria fucina di giovani talenti che ha impresso alla narrativa italiana una direzione tutt'oggi vitale. -
Il bene e gli altri. Dante e un'etica per il nuovo millennio
Un viaggio temerario nella ""Commedia"""" dantesca per dimostrare che il sommo poeta può ancora dialogare con noi e aiutarci a ridefinire un'etica per il terzo millenniornrnCome educare oggi un giovane, immerso in una cultura che ignora l'umanesimo e i tradizionali veicoli del sapere? In che modo riformulare i dilemmi dell'etica dopo che gli dei hanno abbandonato i nostri dieli? L'""""inattuale"""" Dante – uomo del Medioevo e abitante di un universo ancora stabile – può darci indicazioni preziose attraverso l'ausilio involontario di Simone Weil. La filosofa francese ha scritto: """"È bene ciò che dà maggiore realtà agli esseri e alle cose, male ciò che gliela toglie"""". Alla luce di questa intuizione La Porta individua l'idea morale all'origine della """"Commedia"""", dove i sette peccati capitali tolgono tutti realtà al prossimo. Così Dante può aiutarci a ridefinire un'etica che non consiste in imperativi categorici ma che ci permette di far esistere il mondo, nella sua inviolabile, corposa, mutevole alterità. E che ci chiede di """"ascoltare"""" gli altri proprio al fine di farli esistere, e di far esistere così anche noi."" -
Il maschio sgomento. Una postilla sulla questione femminile
Roberto Finzi torna con una nuova storia di diffamazione.rnrn""Ancora un libro sulla questione femminile? Un campo tanto arato da poter apparire quasi démodé. Così fosse davvero! Pensandovi vedo i terreni coltivati del nostro Appennino. Lavorati da secoli, ogni anno rigurgitano sassi e massi. E questo appunto continua a fare il pregiudizio dei pregiudizi: quello della supposta inferiorità della donna.""""rnrnRoberto Finzi torna con una nuova storia di diffamazione: dopo aver indagato l'antisemitismo e il linguaggio come tramite – attraverso gli animali – di duri preconcetti, con """"Il maschio sgomento"""" punta il dito sul pregiudizio dei pregiudizi, cioè quello sulla donna e la sua supposta inferiorità, e con piglio sapiente e curioso tenta di tracciarne la traiettoria nella storia della cultura occidentale. Ma la questione femminile, non scomparsa e dura a morire, si rivela anche e soprattutto una questione maschile: il maschio, sgomento di fronte alla scomparsa della donna creata dal suo ego, dissolta dalla presa di coscienza femminile e dallo sgretolamento del plurimillenario scudo della legge, deve confrontarsi con la realtà e costruire un altro, vero se stesso."" -
Dignità ed eccellenza dell'uomo. Testo latino a fronte
Il più rilevante e noto trattato rinascimentale sulle qualità morali, fisiche e divine dell'uomo fu redatto da uno fra i più poliedrici e dotti umanisti del Quattrocento. Il ""De dignitate et excellentia hominis"""" è l'opera capitale di Giannozzo Manetti (Firenze, 1396 - Napoli, 1459), ricco mercante, politico, autore di numerosi scritti in latino, e traduttore di Aristotele dal greco e dei Salmi dall'ebraico. Fu per un ventennio ambasciatore della repubblica fiorentina, quindi segretario pontificio e, infine, cortigiano presso la corte dei re d'Aragona a Napoli. Proprio su committenza di Alfonso il Magnanimo, Manetti portò a compimento nel 1452 la sua summa enciclopedica di quanto scritto dagli autori classici e cristiani sul miracolo del corpo umano e dello spirito divino che vi alberga. L'opera rappresenta un imperituro monumento alla più perfetta tra le creature divine, posta al centro delle meravigliose bellezze dell'Universo e dotata di un corpo e di un'anima che sono riflesso del macrocosmo. L'esaltazione dei prodotti dell'ingegno umano e delle arti figurative, la contestazione della tradizionale posizione medievale che individuava nella morte l'unica via d'uscita dalle sofferenze terrene, la glorificazione delle virtù e delle prerogative dell'uomo, e soprattutto la riflessione sui privilegi e gli oneri della """"dignitas hominis"""" fanno di questo scritto il manifesto del Rinascimento italiano. Il volume offre per la prima volta al lettore italiano una traduzione integrale dell'opera a cura di Giuseppe Marcellino, specialista della letteratura latina umanistica, preceduta da un saggio introduttivo di Stefano U. Baldassarri, Direttore dell'ISI Florence e studioso del Rinascimento di fama internazionale.""