Sfoglia il Catalogo feltrinelli013
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6361-6380 di 10000 Articoli:
-
La liberazione in vita (Jivanmuktiviveka)
Lo stato di chi si sottrae alla schiavitù degli opposti fu la mira, da sempre, di molti mistici. In India, di una intera civiltà. Fin dalle origini, attraverso una sequenza di testi che risalgono alle Upanisad, lIndia si è chiesta come si raggiunge la «liberazione in vita», quello stato paradossale in cui ancora si calcano le vie del mondo ma «dentro si è del tutto trasparenti, come il cielo», poiché in realtà si è scomparsi, si è uno spazio vuoto. Con tranquilla audacia e sconcertante ragionevolezza, Vidyaranya lo spiega in questopera per molti versi preziosa, dove viene minuziosamente descritto il cammino spirituale che dallabbandono del mondo la «rinuncia per amore della conoscenza» conduce allintuizione della propria identità con lAssoluto, il brahman, e quindi a uno stato nel quale le passioni, private del loro fascinoso potere coercitivo, divengono innocue «come un serpente a cui siano stati cavati i denti». Ma è possibile spingersi oltre, intraprendere la «rinuncia del sapiente» e, per mezzo di quello yoga già codificato nella sua forma classica da Patañjali, conquistare un potere definitivo sullesperienza, così da eludere anche lapparenza già riconosciuta come tale, e attingere infine la condizione di chi «ha occhi ed è come se non avesse occhi, ha orecchie ed è come se non avesse orecchie, ha una mente ed è come se non avesse una mente, ha la vita ed è come se non avesse vita». Finisce allora per delinearsi una figura sorprendente e irriducibile a ogni presupposto occidentale: quella del «liberato in vita (jivanmukta), colui che si chiama così «perché dal punto di vista della gente comune è vivo e dal suo punto di vista è liberato». Come il suo nome è un ossimoro, così la sua esistenza è una palese contraddizione: da un lato egli risiede nel brahman, nella coscienza non duale e senza limiti, priva dellopacità degli oggetti creata dallignoranza, senza un io né un corpo, dallaltra sembra vivere e comportarsi non dissimilmente dagli altri uomini. -
La morte di Belle
In un cottage di una tranquilla città americana, una ragazza diciottenne, Belle Sherman, viene uccisa. Quella sera, casualmente, il professor Spencer Ashby, che ospitava la giovane, figlia di un'amica della moglie, era rimasto solo in casa con lei. Questa circostanza fa di Ashby il principale indiziato del delitto e a poco a poco la scuola in cui insegna, la piccola comunità puritana, ""i giusti"""", cominciano a guardarlo con sospetto, a trovarlo """"diverso"""", a isolarlo. E' quanto basta per far risorgere in lui antichi turbamenti, fantasie sessuali, un disordine interiore che, dopo anni di vita senza scosse, credeva sopito, represso. Il coroner incalza con i suoi interrogatori e il precario equilibrio del professore si sfalda..."" -
Le leggende degli ebrei. Vol. 1: Dalla creazione al diluvio.
Dalla creazione al diluvio: in questo primo volume della monumentale opera di Louis Ginzberg sono intessute e raccontate di nuovo le innumerevoli storie, le parabole, le divagazioni che la tradizione ebraica ha elaborato e tramandato in margine al testo biblico. Ricercatore appassionato, nei primi anni del secolo Ginzberg comincia a studiare, catalogare, organizzare l'immenso materiale delle leggende ebraiche: individua e vaglia tutte le possibili fonti, dalle più note e classiche sino alle minime ed eccentriche, confronta varianti, interseca e riunisce momenti ed episodi, e con un sottile lavoro di analisi e sintesi giunge a dar vita a uno straordinario corpo di narrazioni organiche, corredato da un vasto apparato critico. -
Una via nel mondo
"Nel nostro sangue, nelle nostre ossa, nel nostro cervello portiamo i ricordi di migliaia di esseri"""". Si direbbe che sia innanzitutto la sfida di questo """"mistero dell'eredità"""" a spingere Naipaul di nuovo verso Trinidad, l'isola dove è nato, fonte primaria e privilegiata delle sue storie. La via che sceglie è singolare: una sorta di romanzo-non romanzo in cui confluiscono tutte le forme, dalla narrazione autobiografica al saggio al racconto di viaggio alla ricostruzione storica, che egli ha sperimentato nella sua opera. Anche i piani temporali si intrecciano, in un tessuto che annoda i fili della memoria storica con quelli del ricordo personale. All'inizio è la vita di un singolo, alla fine saranno molte le vite che qui trovano e perdono una """"via del mondo""""." -
Tautótes
L'Occidente si è condannato a pensare che il divenire sia l'emergere delle cose dal niente: e tale fede lo ha sospinto all'estremo limite del nichilismo. Intorno a questa precoce intuizione Severino ha dipanato con rigore la sua meditazione intorno all'essere e alla sua identità, al divenire e alla possibilità (o all'impossibilità) di dire senza contraddizione l'altro da sé, il diverso. In questo libro Severino torna sulla definizione aristotelica dell'identità (tautotes) come ""l'unità dell'essere di più cose"""", e da essa muove verso un originale approdo: come dire le differenze fra una cosa e un'altra senza per ciò stesso dire che """"questo non è quello"""" e cadere quindi nella contraddizione dell'Occidente di dire di qualcosa, cioè di un ente, che """"non è""""?"" -
Epistolario. Vol. 3: 1875 - 1879.
Questo volume dell'Epistolario copre un quinquennio fondamentale nella vita di Nietzsche. Dopo la stesura della Nascita della tragedia e delle Considerazioni inattuali, egli comincia ad avvertire il peso della filologia come mestiere e avvia quel processo di emancipazione della metafisica e di ricerca della ""libertà di pensiero"""" che lo allontanerà definitivamente da Schopenhauser e da Wagner."" -
La scuola del silenzio. Il senso delle immagini nel XVII secolo
E' un viaggio all'interno di un universo che Fumaroli rifiuta di ricondurre alla comoda ma generica etichetta di barocco: le tappe principali sono rappresentate da alcuni grandi, da Guido Reni a Caravaggio a Poussin, ma interessanti appaiono anche le soste di fronte alle incisioni delle scuole di Anversa e di Parigi, agli arazzi dei Gobelins. La loro lettura permette di ricostruire l'intero tessuto culturale del secolo, chiamando in causa tutte le arti e tutti i generi di discorso, dalla poesia frivola di Marino a quella dotta di Urbano VIII, dalle favole di La Fontaine alle ricerche in ambito musicale dettate dalle restrizioni del Concilio di Trento, dai trattati di eloquenza alle raccolte di prediche dei grandi artefici della riscossa cattolica. -
Perturbamento
«Il romanzo che rivelò Thomas Bernhard – e rimane «il suo libro più grande e inquietante, il suo capolavoro.» (Claudio Magris) -
La pietra lunare. Scena della vita di provincia
Il libro si apre su una ""scena della vita di provincia"""", grottesca e quasi allucinata, finché """"dal fondo dell'oscurità"""" il protagonista si sente guardato da """"due occhi neri, dilatati e selvaggi"""", che lo gettano nello stupore e nel terrore. """"Una ragazza ad ogni modo"""" osserva subito dopo. Così ci appare Gurù, la fanciulla-capra, che presto condurrà il giovane Giovancarlo e il lettore fra i """"lunari orrori"""" di creature diafane, fantomatiche, e fin nelle viscere della terra, nel regno arcano delle Madri. Con """"La pietra lunare"""", suo primo romanzo (1939), Landolfi presentava già tutti i registri fondamentali di un'opera che rimane, come scrisse Zanzotto, """"uno dei punti di riferimento più radiosi del nostro Novecento letterario""""."" -
Parigi o cara
Parigi negli anni Cinquanta era ancora piena di mostri sacri che non immaginavano di essere gli ultimi rappresentanti di una specie leggendaria. Céline, Mauriac, Cocteau, Jouhandeau, Simenon, Aron, Henry Miller, Julien Green, Renoir, Queneau, Klossowski, Robbe-Grillet, Barthes, erano tutti in giro, disposti alla confidenza e alla polemica. Il giovane Arbasino li va a trovare e li fa parlare, mettendo insieme una storica galleria di ritratti e incontri in appartamenti sontuosi e miserabili, in case editrici e ricevimenti ufficiali, redazioni di riviste e club notturni, studi cinematografici e parate militari, mostre, università, piscine, teatri e il Festival di Cannes... Gli estremi fuochi artificiali del Novecento francese. -
Cose trasparenti
Hugh Person, giovane redattore di una casa editrice americana, torna in Svizzera spinto da qualcosa che ha a che vedere con le apparizioni degli spettri, quello della moglie in particolare, da lui uccisa otto anni prima. Il caso muterà in castigo la catena delle coincidenze inseguite dall'involontario uxoricida nel suo viaggio a ritroso nel tempo. E la pietà del narratore assumerà Person, con il suo corpo goffo, la sua anima straziata dagli incubi più atroci, nell'altissimo cielo della trasparenza: una misteriosa dimensione dove a esseri e cose è dato spostarsi agevolmente nello spazio e nel tempo. Non attraverso la psicologia, attraverso piuttosto il prodigio di un linguaggio nel quale si comprenetrano nomi, sogni, fuochi, echi, ricordi. -
Museo delle cere. Figure e sfondi
Nel volume Roth volle raccogliere il meglio dei suoi scritti giornalistici: una trentina di feuilleton apparsi per la maggior parte nella ""Frankfurter Zeitung"""". E' una veloce panoramica delle esperienze fatte da Roth a Vienna e in Germania, ma anche in Francia e in Albania: """"figure e sfondi"""", come dice il sottotitolo. Tra le """"figure"""" sfilano i personaggi della vita d'albergo che sarebbe diventata la vita stessa di Roth, gli oscuri colleghi in giornalismo, le ombre indaffarate che partecipano a un solenne ma effimero congresso: profili che un giorno acquisteranno nome nei romanzi di Roth. Tra gli """"sfondi"""" emerge un ricordo che diviene una pagina memorabile: l'addio a tutto un mondo, con i funerali di Francesco Giuseppe."" -
L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano
Risale a Cartesio la separazione fra emozione e intelletto, ma le indagini sul cervello attualmente in corso muovono in tutt'altra direzione. Damasio è stato forse il primo a porre sotto esame le infauste conseguenze della separazione di Cartesio e oggi è possibile circoscrivere quell'errore sulla base anche di casi clinici e della valutazione di fatti neurologici sperimentali. Tutte le linee sembrano convergere verso uno stesso risultato: l'essenzialità del valore cognitivo del sentimento. Damasio usa la parola ""sentimento"""" per denotare qualcosa di concettualmente nuovo e introduce una distinzione importante fra il sentire di base e il sentire delle emozioni, fondata su osservazioni di architettura anatomico-funzionale."" -
Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana
Più di ogni altra civiltà l'India ha posto al vertice di tutto la conoscenza. Con l'aggiunta di una condizione peculiare: che la conoscenza deve portare alla liberazione. Ma che cos'è la liberazione e quali vie conducono ad essa? Molte le risposte, molte le vie nella tradizione indiana. Zolla ha voluto delineare alcuni tratti di tre di queste: il Vedanta, forse la più complessa e alta compagine metafisica dell'India; la bhakti, la via del cuore e dell'abbandono, dell'effusione mistica e lirica; e infine il tantrismo, paradossale, misteriosa e spesso equivocata via dell'oltraggio, dove l'infrazione della regola può diventare elemento intensificante, esaltante e, da ultimo, liberatorio. -
Parola data
Gli scritti dell'autore affrontano i temi più svariati: da Maria Antonietta ai Sette Dormienti, dai giardini ai tappeti, dall'uso delle metafore al lessico mistico. Le vicende e la morfologia delle civiltà appaiono sempre come una mutevole costellazione di ""intersignes"""", fino a comporre una """"storia gnostica, quella che ci manca"""". Massignon fu egli stesso un mistico e un uomo d'azione, coinvolto nelle operazioni più segrete sulla scena del Medio Oriente, un po' sulla falsariga di Lawrence d'Arabia, da lui venerato. Massignon è stato colui che ha compreso l'unità e la misteriosa tensione interna fra le tre Religioni del Libro, accomunate dalla figura di Abramo: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo."" -
La balera da due soldi
Alla vigilia dell'esecuzione Jean Lenoir, un famoso capobanda di Belleville ha voglia di confidarsi indicando a Maigret una ""balera da due soldi"""" dove avrebbe trovato un uomo colpevole di un vecchio assassinio. Dopo un mese dall'esecuzione Maigret incontra per caso un uomo che parla della """"balera da due soldi"""". Al commissario non resta che seguirlo. Sulla Senna, vicino a Morsang, trova questa balera e una festosa compagnia di benestanti parigini che ogni fine settimana si ritrova sul fiume per fare baldoria. Ma troverà anche un nuovo delitto e un'atmosfera angosciosa e assurda, in cui si cammina senza meta, """"senza sforzo, senza gioia, senza tristezza, brancolando in una coltre di nebbia""""."" -
La marcia di Radetzky
Il capolavoro di Joseph Roth, il romanzo in cui si elabora e si orchestra la fine dell'impero asburgico. Attraverso le vicende di tre generazioni della famiglia Trotta, uscita dall'oscurità con il gesto di un sottotenente che salva l'Imperatore sul campo di Solferino, percorriamo l'immenso corpo fantomatico che l'aquila bicipite custodiva. -
Il libro degli eroi. Leggende sui Narti
La variegata epopea degli Osseti, ultimi eredi degli antichi Sciti. Per Dumézil, un tesoro narrativo da metter sullo stesso piano del Mahabharata e del ciclo sulle origini di Roma, fra le testimonianze essenziali della civiltà indoeuropea. Suoi protagonisti sono i Narti, figure primordiali che dedicano la loro vita a gesta grandiose, buffonesche e feroci, muoiono e risorgono incessantemente, disponendo con disinvoltura delle leggi naturali, trasposte in un mondo surreale di prodigi. -
La sovrana
E' una storia fatta di piccoli tocchi crudeli, che lasciano il segno. Sullo sfondo, l'inconfondibile Parigi slavizzata, molle e malinconica, di cui la Berberova aveva il segreto. C'è un giovane russo emigrato, Sasa, pieno di sentimenti e slanci confusi e informi, da una parte, e dall'altra Lena, ""la sovrana"""", che ha pochi anni più di lui, """"indipendente, distaccata, affascinante, lontana"""". La distanza fra i due è quella, enorme, che creano la ricchezza e la spregiudicatezza. L'incontro amoroso è breve, ma basta a sconvolgere il precario equilibrio del ragazzo. Le felicità sfiorata aiuta a percepire la desolazione."" -
Il mare colore del vino
È un libro di racconti scritti fra il 1959 e il 1972. Così Sciascia stesso: ""... mi pare di avere messo assieme una specie di sommario della mia attività fino ad ora e da cui vien fuori... che in questi anni ho continuato per la mia strada, senza guardare né a destra né a sinistra (e cioè guardando a destra e a sinistra), senza incertezze, senza dubbi, senza crisi (e cioè con molte incertezze, con molti dubbi, con profonde crisi); e che tra il primo e l'ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarità"""". Una circolarità che non ha per nulla intaccato, e anzi esalta, la felicità e l'efficacia delle storie qui riunite come in un breve compendio delle molte voci narrative di Sciascia.""