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Manet e la Parigi moderna. Ediz. a colori
Le opere del grande pittore francese e degli altri maestri suoi contemporanei, da Renoir a Degas, ritraggono la Parigi fin de siècle.“Il pittore, il vero pittore sarà colui che saprà strappare alla vita odierna il suo lato epico…”: con queste parole Charles Baudelaire conclude il suo Salon del 1845 annunciando profeticamente l’avvento di una pittura nuova, capace di rendere epica la modernità delle città contemporanee, delle quali ovviamente la capitale non poteva che essere Parigi. rnDedicato al protagonista di questa stagione prefigurata dalle parole di Baudelaire e pubblicato in occasione della mostra milanese promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, Manet e la Parigi moderna racconta il percorso artistico del grande maestro (1832-1883) che, in poco più di due decenni di intensa attività, ha prodotto un corpus di opere in grado di rivoluzionare il concetto di arte moderna. Una vicenda la sua, che si intreccia a quella di altri celebri artisti, molti tra loro compagni di vita e di lavoro di Manet, frequentatori assieme a lui, di caffè, studi, residenze estive, teatri.rnCurato da Guy Cogeval, storico presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie di Parigi, con le due conservatrici del Museo Caroline Mathieu, conservatore generale onorario, e Isolde Pludermacher, conservatore del dipartimento di pittura, il volume celebra il ruolo centrale di Manet nella pittura moderna, attraverso un centinaio di opere appartenenti alla prestigiosa collezione del Musée d’Orsay di Parigi, comprendenti dipinti di Manet e di grandi maestri coevi (tra cui Boldini, Cézanne, Degas, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Signac, Tissot), oltre a una selezione di disegni, acquarelli di Manet e di altri artisti e a un nucleo di maquettes e sculture. rnIntrodotto dal saggio dei curatori Guy Cogeval e Isolde Pludermacher (L’enigma Manet), il volume presenta i contributi di Isolde Pludermacher (Manet, la pittura al femminile), Caroline Mathieu (La Parigi di Manet), Akiya Takahashi (Manet, fondatore della pittura moderna o piuttosto maestro dell’ambivalenza?), Leïla Jarbouai (Manet disegnatore: mano rapida, visione limpida), il catalogo delle opere suddiviso in dieci sezioni (Manet e la sua cerchia; “L’heure espagnole”; “Natura inanimata”; Sulle rive; Parigi città moderna; Il volto nascosto di Parigi; L’Opéra; Parigi in festa; L’universo femminile. In bianco…; … e nero. La passante e il suo mistero), le schede delle opere, la cronologia e la bibliografia. -
Guercino tra sacro e profano
La figura del pittore secentesco emiliano a quasi quattrocento anni dagli affreschi dipinti nella Cattedrale di Piacenza. Una monografia su uno dei pittori italiani del ‘600 più amati e collezionati a livello internazionale.Allorché, tra il 1626 e il 1627, sosta a Piacenza per porre mano a quello che sarà il suo ultimo consistente impegno nel campo della pittura su muro, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento, 1591 - Bologna, 1666) è un artista al culmine della sua fama, in grado non soltanto di incarnare al livello più alto i valori morali e civili della città che gli aveva dato i natali, ma anche di rispondere con spirito modernamente imprenditoriale alle richieste che gli giungevano dalle principali città della penisola e dalle grandi corti europee.rnAttraverso un nucleo limitato ma altamente significativo di dipinti a soggetto sacro e profano e un ricco “atlante” di immagini dedicato ai grandiosi murali che il Guercino ha lasciato nella cattedrale di Piacenza, questo volume rinnova il piacere dell’incontro con la pittura dell’artista e consente di ripercorrerne il lungo tragitto: dagli esordi a Cento, alla fama ottenuta grazie alla prestigiosa attività romana negli anni del pontificato di Gregorio XV Ludovisi (1621-1623), alla gloria cui lo consacra il definitivo trasferimento a Bologna (1642). In questo percorso il lettore è idealmente accompagnato da quanti, a partire da Sir Denis Mahon, hanno provveduto in età moderna a ristabilirne la centralità nel barocco italiano.rnPubblicato in occasione della grande esposizione a Piacenza, il volume presenta i saggi di Daniele Benati (“Purché vi sia il naturale dentro, ogn’uno è padrone della sua maniera”), Susanna Pighi (Il Guercino a Piacenza), le schede delle opere in mostra, l’atlante fotografico degli affreschi di Guercino nella cupola della cattedrale di Piacenza e gli approfondimenti a cura di Barbara Ghelfi, Maura Favali, Chiara Matteucci (Un caso di studio: il San Francesco dei cappuccini di Piacenza) e di Manuel Ferrari (Guercino visto da vicino. Salita alla cupola della cattedrale di Piacenza). -
Ricordi di un mercante d'arte
Heinz Berggruen è stato uno dei maggiori mercanti d'arte del secondo Novecento con la sua galleria di Parigi, e al tempo stesso un collezionista straordinario, la cui magnifica raccolta, dal 2000 proprietà dei Musei Statali berlinesi, è ospitata nella prestigiosa sede di Charlottenburg. Il suo talento si è espresso tuttavia, fin da ragazzo, anche nella scrittura. In questi brevi racconti autobiografici, arricchiti da aneddoti vivaci e spiritosi, l'autore ci fa entrare in confidenza con i suoi amici artisti, a cominciare da Pablo Picasso, cui lo ha legato un lungo rapporto personale; poi Henri Matisse, Alberto Giacometti, Joan Miró. Ma anche con i colleghi mercanti, con i clienti illustri e a volte capricciosi, con personalità speciali come Frida Kahlo, Gertrude Stein, Gianni Agnelli. Berggruen narra l'arte come dialogo e come passione, senza dimenticare il senso degli affari, attraverso i tre poli della sua vita: la Berlino pre-nazista della giovinezza, l'esilio in California, il ritorno in Europa. La sua storia diventa anche simbolo di una significativa riconciliazione con la Germania unita e democratica di oggi. -
Venere senza pelliccia. Quando il pop italiano s'è infilato le mutande
Perché il pop femminile italiano di oggi è così casto? Dove sono finite le cantanti sexi e provocatorie di qualche decennio fa? E come mai, fuori dai nostri confini, il corpo esibito della donna è sempre più protagonista della musica pop? rnrnC'era una volta, tanto tempo fa, un'Italia libera da censure e bigottismi: il corpo femminile era parte integrante dell'immaginario di chi faceva musica, che si trattasse dei testi delle canzoni o dell'estetica di chi le cantava. C'erano le Loredana Berté, le Anna Oxa, le Patty Pravo, sostituite oggi da una pletora di interpreti e autrici ""senza sesso"""", dedite a cantare sentimenti e presentarsi sul palco come fossero al bar con le amiche. In questo agile pamphlet il critico musicale """"più cattivo"""" d'Italia prova a raccontarci come il sesso sia sparito dal pop femminile nostrano proprio nel momento in cui, nel resto del mondo, è il pop a farsene carico, con figure come Lady Gaga, Miley Cyrus, Tove Lo e Amanda Palmer capaci di usare il corpo come base del proprio immaginario e della propria poetica."" -
J. J. Winckelmann (1717-1768). Monumenti antichi inediti. Storia di un'opera illustrata. Ediz. italiana e inglese
A 300 anni dalla nascita, la figura del grande bibliotecario, storico dell’arte e archeologo tedesco attraverso la sua più celebre opera. La nascita del Neoclassicismo nelle immagini del suo massimo esponente.rnrnIn occasione dei trecento anni dalla nascita di Johann Joachim Winckelmann (1717–1768) – uno fra i più raffinati studiosi della cultura classica, teorico e padre della disciplina della storia dell’arte – viene indagata la sua penultima opera a stampa dal titolo Monumenti antichi inediti. Finora poco studiata perché considerata incompiuta, risulta però fondamentale per comprendere il mondo dell’antico; per la prima volta, infatti, l’autore inserisce in maniera così significativa ben 208 grafiche dei Monumenti che descrive, in una visione assolutamente innovativa che combina, appunto, descrizioni e raffigurazioni. Vengono qui presentate sia l’editio princeps del 1767, sia quella del 1820 con gli addenda di Stefano Raffei del 1823, i manoscritti preparatori, venti matrici, quattordici prove di stampa, ritratti di Winckelmann, dipinti e reperti archeologici, nonché una sezione documentaria. Sebbene la morte prematura abbia impedito a Winckelmann di completarne lo sviluppo, i suoi principali continuatori, da Seroux d’Agincourt a Leopoldo Cicognara a Luigi Rossini a Giovanni Volpato, considerano i Monumenti un vero e proprio modello divulgativo per la storia dell’arte. rnPubblicato in occasione della mostra itinerante, il volume riunisce i testi di Stefano Ferrari, Nicoletta Ossanna Cavadini, Maria Rosaria Esposito, Valeria Sampaolo, Lorenzo Lattanzi, Massimiliano Massera e Gianmarco Raffaelli oltre al catalogo e all’elenco delle opere (a cura di Sharon Scimé) e alla bibliografia. -
Meret Oppenheim. Opere in dialogo da Max Ernst a Mona Hatoum
Meret Oppenheim (1913-1985) è una delle artiste più note del Novecento: una figura quasi leggendaria di donna che seppe affermarsi nel contesto prevalentemente maschile del surrealismo e sviluppare una ricerca dai caratteri del tutto autonomi. Questo catalogo ne presenta l'intera carriera, dagli anni trenta fino agli esiti più maturi. Si evidenzia così la fitta trama di rapporti personali e creativi che intrattenne con i più anziani e spesso già celebri colleghi del periodo parigino: Man Ray, Marcel Duchamp, Max Ernst, Alberto Giacometti, Hans Arp e altri ancora documentati attraverso alcune delle loro opere più significative. Ma emerge soprattutto quanto l'artista abbia contribuito con la propria personalità e il proprio fascino a influenzare l'immaginario surrealista in cui gli oggetti divengono feticci, si intrecciano fantasie oniriche ed erotiche, la donna è ora creatura candida ora ambigua sullo sfondo di una natura misteriosa. Negli anni del dopoguerra Meret Oppenheim condusse una ricerca che spazia dall'immagine figurativa all'astrazione, dall'assemblaggio alla pittura e sfugge a ogni etichetta. La sua libertà creativa e la straordinaria forza di suggestione delle sue opere ne hanno fatto un punto di riferimento per artisti di diverse generazioni come messo in luce dai paralleli, qui proposti, con creazioni di Daniel Spoerri, Birgit Jùrgenssen, Robert Gober e Mona Hatoum. -
I Longobardi. Un popolo che cambia la storia
La cultura e la civiltà dei Longobardi. rnLa centrale importanza di questo popolo nelle relazioni tra il mondo mediterraneo e quello bizantino.rnrnDopo la fine dell’Impero d’Occidente, l’Italia, sotto il dominio dei Goti, era rimasta il cuore economico, culturale e religioso dell’Europa grazie alla sua tradizione e al coinvolgimento delle aristocrazie romane nella gestione del potere. Il tentativo di Giustiniano di recuperare all’Impero il Mediterraneo occidentale si infrange, dopo vent’anni di guerra, a seguito dell’invasione dei Longobardi. L’Italia perde la sua unità e si frammenta, oltre che politicamente, anche in una contrapposizione ideologica tra Romani, cattolici e fedeli al papa di Roma, e conquistatori longobardi. Minoranza al potere, divisa tra ariani, cattolici e pagani, cercano di consolidarsi attraverso la creazione di una forte identità: nella gerarchia sociale (di liberi, aldii e servi), nelle sepolture, nei nomi dei luoghi, nella legislazione e nelle istituzioni.rnQuesto volume offre una riflessione su questi temi, riflessione che ha un significato anche per l’Europa di oggi, caratterizzata, come allora, da processi migratori che ne mettono in discussione secolari equilibri sociali e culturali. Pubblicato in occasione della grande esposizione internazionale itinerante, il volume è suddiviso in nove sezioni: I Longobardi in un’Italia divisa; Verso l’aldilà; Città, castelli e campagne in un’economia frammentata; Le architetture religiose: la scultura; La scrittura e le sue immagini: i codici; le epigrafi; La terra dell’impero: l’Italia nell’Europa franca; Il futuro è al sud: la Longobardia meridionale fra bizantini e arabi; Lo “specchio” dei longobardi: l’Italia bizantina e le sue culture; Pavia. -
Storia dei longobardi
L'""Historia Langobardorum"""" di Paolo Diacono, qui proposta in traduzione italiana, è considerata uno dei capolavori della storiografia antica. L'autore, in stretti rapporti con le corti ducali longobarde di Cividale e Pavia, imbevuto di cultura classica, risiedeva presso la corte di Carlo Magno, che dei Longobardi era stato il vincitore. Suddivisa in sei libri, narra la storia del popolo Longobardo dalle origini alla morte del re Liutprando, nel 744. Questa """"Storia"""" è anche un affresco di ampio respiro sul paesaggio europeo dell'epoca, sulle grandi migrazioni delle genti e lo scontro delle civiltà, raccontati talora con l'ingenuità tipica del cronista altomedievale, talora con l'acume politico del grande storiografo, in un'affascinante testimonianza del percorso di un popolo di conquistatori che, della cultura tardoromana e cristiana, furono allo stesso tempo vincitori e vinti."" -
Nanda Vigo. Exoteric Gate. Ediz. italiana e inglese
Nanda Vigo, artista milanese e internazionale, ha ideato Exoteric Gate, un monumentale progetto-luce (alto 10 metri) costituito da nove elementi distinti, otto piramidi di altezze diverse e un cilindro centrale. rnProtagonista di questo nuovo appuntamento del progetto “La Statale Arte” è l’installazione Exoteric Gate, appositamente concepita da Nanda Vigo per il cortile monumentale del Richini: le superfici a specchio delle piramidi e del cilindro centrale riflettono le architetture seicentesche illuminate dalla sua luce cangiante, suggerendo una nuova dimensione spazio-temporale.rnArtista, architetto, designer, Nanda Vigo ha attraversato l’arte italiana degli ultimi decenni con una cifra stilistica riconoscibile e costante, capace di anticipare la trasversalità dei saperi e dei linguaggi in una ricerca ininterrotta, ma coerente. -
Giovanna Giachetti. Ediz. italiana e inglese
È raro che un artista legato all'Africa come fondamento della propria cultura si liberi di ogni riferimento a essa esplicito nella carne e nel sangue del proprio lavoro. Giovanna non fa eccezione: ""Non posso negare mai il mio rapporto con l'Africa, ma in esso oggi si annida la ricerca dell'essenziale, cioè di quel che non è patinato, non è verniciato, non è edulcorato. Una verità che ambiento più agevolmente nella mia immagine dell'Africa. Oggi, il mio sforzo di artista è proprio concentrato sul togliere il superfluo"""". Che è, per altro, quanto avviene nel lavoro di alcuni tra i protagonisti dell'arte africana contemporanea: liquidare i riferimenti aneddotici e lasciar filtrare dell'Africa la sostanza profonda. Catalogo della mostra (Cuneo, 16 settembre-29 ottobre 2017; Torino, 29 settembre-8 ottobre 2017)."" -
Osvaldo Moi. Ediz. italiana e inglese
In ogni opera di Osvaldo Moi colpisce l'energia esistenziale, la vitalità che trasuda tanto dalle figure intere di bambini soldato che dai particolari di corpi che fuoriescono dalla massa virtuale dello spazio/tempo che circonda l'opera. Anche i pesci non appartengono alla scelta di un soggetto qualsiasi, essendo essi stessi vettori tradizionali di una vitalità inesausta, tanto più forte quanto enfatizzata dal silenzio e affondata negli abissi dei mari. E tuttavia il linguaggio di Moi è sempre controllato; semmai tende a una maggiore accentuazione espressiva nelle opere astratte, appunto prive di riferimenti diretti, dove dunque l'energia riflette su se stessa e non cerca più un'immagine nota su cui scaricarsi. Allora le forme vengono condotte a una condizione che le rende in-formi e che pulsa di materia, come nelle tele accartocciate e intrise di colore. Ma ogni qual volta oggetto della sua ricerca diventano personaggi e cose, persino particolari anatomici o connotazioni specifiche, la tensione vitalistica è tanto più forte quanto più la forma sembra sotto controllo. Catalogo della mostra (Cuneo, 16 settembre-29 ottobre 2017; Torino, 29 settembre-8 ottobre 2017). -
La rotonda di Rovigo. Restauri e valorizzazione. Ediz. illustrata
Il Tempio della Beata Vergine del Soccorso, meglio noto come ""la Rotonda"""" per la sua pianta ottagonale, sorge a ridosso dell'antica cinta muraria di Rovigo ed è ancora oggi monumento privilegiato delle memorie cittadine. Fu eretto alla fine del XVI secolo per conservare e onorare un'immagine della Madonna con Bambino affrescata sull'altare di un piccolo oratorio nelle vicinanze del Convento dei Frati Minori Conventuali di San Francesco: un'immagine che la devozione popolare ha sempre ritenuto miracolosa. Questa monografia inserisce la Rotonda nel contesto della devozione mariana in Polesine e nel più ampio panorama delle chiese a pianta centrale del Rinascimento. Attraverso lo studio e la presentazione di documenti inediti, il volume ripercorre tutte le fasi architettoniche dell'edificio: dal progetto di Francesco Zamberlan alla costruzione del Tempio (1594-1603), dai problemi di statica della cupola alla sua sostituzione con la copertura a spioventi realizzata da Johann Autrich (1606), fino al campanile costruito su disegno di Baldassare Longhena. Un ricco apparato iconografico illustra gli interni del Tempio, che includono un organo prestigioso, un originale coro ligneo e un cospicuo ciclo pittorico e scultoreo seicentesco: sono i teleri con i Podestà di Rovigo, in particolare, a fare della Rotonda una sorta di Pantheon laico, mentre il porticato esterno, con i suoi reperti archeologici, le iscrizioni funerarie e le lastre tombali celebrative sulle pareti, costituisce un vero e proprio museo cittadino all'aria aperta."" -
Carta preziosa. Il design del gioiello di carta. Ediz. italiana e inglese
Promosso da Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), questo volume è uno scrigno di 21 gioielli di carta da costruire, indossare, regalare e mostrare nei momenti speciali. 21 gioielli realizzati da altrettanti designer e artisti contemporanei di fama internazionale che da anni lavorano con la carta, riuniti qui per la prima volta per mostrare che la carta è preziosa: un bene da valorizzare e non sprecare. 21 gioielli ""preziosi"""", realizzati in carta 100% riciclata con processi ad alta sostenibilità ambientale, colorata in pasta con tinte di origine vegetale e sapientemente fustellata a mano. Le schede con i gioielli sono arricchite da testi inediti sulla storia del gioiello di carta e sulla manipolazione della carta nelle sue molteplici forme, dall'antichità fino a oggi. Introduzione di Carlo Montalbetti."" -
Giorgio Morandi. Tacita Dean. «Semplice come tuta la mia vita». Ediz. a colori
Un originale e inedito confronto tra l’essenzialità dell’opera di Morandi e le atmosfere solitarie e malinconiche dei film della Dean.Il volume propone una riflessione sul profondo legame tra Giorgio Morandi, maestro indiscusso della pittura italiana del Novecento, e l’artista inglese Tacita Dean che ha girato due film (Still Life e Day for Night, 2009) nello studio bolognese del pittore in via Fondazza. Questi lavori filmici si soffermano sugli oggetti dell’universo poetico di Morandi e sui segni tracciati con la matita su un foglio di carta dal maestro che, con un’attenzione matematica, calcolava, centrava, affiancava, spostava, ricollocava le sue bottiglie, i lumi, le caffettiere, le porcellane e i vetri. Il punto d’incontro tra i due è il processo di creazione artistica attivato dall’osservazione e dalla meditazione sulle cose: i film di Tacita Dean rivelano che Morandi non rappresenta il passato ma è ancora vivo nel lavoro del presente.Pubblicato in occasione della mostra mantovana, il volume propone un originale e inedito confronto tra l’essenzialità dell’opera di Morandi e le atmosfere solitarie e malinconiche dei film della Dean.rnCinquanta opere di Giorgio Morandi offrono il panorama dei suoi lavori più significativi realizzati tra il 1915 e il 1952. Bottiglie, lumi, caffettiere, tazze, porcellane e vetri, apparentemente avvolti da una severa serialità, entrano a far parte di un orizzonte più vasto e misterioso di quello domestico: è la metamorfosi di questi oggetti, forme e cose che attraverso l’espressione artistica raggiungono uno stile che, nel corso degli anni, ha raggiunto l’universalità di un linguaggio unico.rnTacita Dean ci restituisce con chiarezza nei suoi film queste atmosfere morandiane. Con serena malinconia la Dean afferra il senso melodioso di quegli ambienti, la loro dolcezza melodrammatica: la luce investe lo spettatore con calma e le ombre delle bottiglie dei vasi appaiono in una pallida penombra. I suoi film ci mostrano una sorta di solitudine, lo stato necessario per quei lunghi colloqui che si possono immaginare tra Morandi e le cose, forse inquieti e ansiosi, ma sempre taciuti e risolti nella liberata e concreta realtà dei suoi oggetti d’affezione. I film della Dean ritraggono un mondo limitato, polveroso, dimesso e domestico dove cose umili affiorano in penombre e rendono magiche le stanze, il carattere del luogo e l’arte di Morandi. -
Restauratori. I dottori dei quadri. Ediz. illustrata
Il restauro spiegato in maniera semplice, ma efficace ed esaustiva, ai ragazzi e ai non addetti ai lavori attraverso tavole, disegni e immagini fotografiche. Un libro rivolto a chi ama l’arte e ai curiosi di ogni età.rnrnVisitando un museo, può capitare di incontrare una persona con il camice bianco.rnNon è un vero medico, ma un restauratore: un dottore dei quadri!rnMa in pratica… cosa fa?rnIl restauratore non potrà mai far tornare i quadri antichi come quando il pittore li realizzò, semplicemente perché non si può far tornare indietro il tempo! Anche i dipinti infatti invecchiano, e compito del restauratore è quello di aiutarli a “vivere” ogni giorno. Conservarli con cura, studiarne i problemi, e quando serve curarli, perché possano essere esposti nei musei di tutto il mondo, mostrando la loro bellezza e i significati che il pittore ha nascosto in loro.rnMa come si può curare un dipinto? Attraverso le pagine di questo libro scopriremo insieme qual è l’attività del restauratore all’interno del museo, gli strumenti che utilizza nel lavoro quotidiano, le “malattie” dei quadri, le analisi e le cure per farli guarire. -
Senza utopia non si fa la realtà. Scritti sul museo (1952-1977)
A quarant’anni dalla prematura scomparsa di Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera dal 1957 e tra i più attivi promotori del rinnovamento della museologia italiana, il volume ripropone i suoi testi, di impressionante attualità, incentrati sul museo e le sue problematiche.rnSono accompagnati da un’introduzione di James Bradburne e da un saggio di Erica Bernardi, alla quale è stato affidato l’archivio di Franco Russoli dalla figlia Sandra nel 2012.rnrn«Un museo non è soltanto luogo sacrale, cassaforte o archivio per gli addetti ai lavori: anzi deve essere soprattutto scuola e laboratorio, cioè recinto in cui la contemplazione e la meditazione si facciano attività vitale, nella presa di coscienza del proprio stato presente attraverso l’esame della continuità storica, e il confronto con le testimonianze poetiche della condizione umana di altri luoghi e tempi. Quando l’opera d’arte non sarà più considerata un miracolo o un feticcio, ma quel prodotto dell’uomo che giunge a testimoniare la vita del proprio tempo nella dimensione assoluta dell’eterno, quando sarà intesa come un interlocutore sempre attuale, allora si comprenderà che il dovere di difenderla e ben conservarla non è noiosa pretesa di anime pie e di anacronistici eruditi, ma è impegno di ogni individuo che voglia essere politicamente cosciente del suo ruolo nella società in cui vive.» - Franco Russoli -
Giovanni Boldini. Catalogo della mostra (Roma, 4 marzo-16 luglio 2017). Ediz. a colori
Il geniale percorso artistico del grande maestro italo-francese attraverso capolavori assoluti, lettere inedite e opere di artisti suoi contemporanei. Un viaggio in una monografia di 400 pagineIl ferrarese Giovanni Boldini giunge a Parigi nel 1871 in un clima di energia creativa e fiducia ottimistica che rivoluzionano la storia europea tra Ottocento e Novecento. rnCelebrato come una star grazie a una pennellata inconfondibile che esprime bellezza e gioia di vivere, Boldini inventa meravigliosi ritratti delle personalità più in voga dell’epoca e trasforma le donne in “Divine”, creature sublimi ed eleganti, consapevoli del loro fascino, che alimentano a lungo l’immaginario artistico fino a incidere profondamente anche sulle avanguardie novecentesche.rnI suoi modi aristocratici, la vocazione per la mondanità, il numero altissimo di liaisons galanti e la frequentazione dei migliori ambienti borghesi ne fanno una personalità magnetica e attraente, di grande modernità e talento geniale.rnPubblicata in occasione della mostra romana, la monografia raccoglie quasi 160 opere di Boldini provenienti da circa 30 musei di tutto il mondo e dalle più importanti collezioni private nazionali e internazionali e costituisce un ulteriore arricchimento per la conoscenza del corpus pittorico del maestro ferrarese. L’opera critica presentata in catalogo, frutto di articolate ricerche storiche e di archivio, e le oltre venti lettere inedite di Boldini rappresentano inoltre un contributo fondamentale alla ricostruzione della sua biografia.rnAccanto ai saggi dei curatori Tiziano Panconi (“Le divine”: l’universo femminile nella Parigi di Boldini fra carteggi noti e il ritrovamento di documenti e lettere inediti) e Sergio Gaddi (Boldini e il rinnovamento dei primi anni francesi), il volume presenta i contributi di Loredana Angiolino (Giovanni Boldini e l’Esposizione Universale del 1889. Un inedito carteggio), Leo Lecci (Un consulente da Parigi per la prima Biennale. Giovanni Boldini e l’esposizione internazionale di Venezia del 1895), Marina Mattei (Boldini e Verdi due grandi italiani), oltre al catalogo delle opere suddiviso in quattro sezioni (La luce nuova della macchia 1864-1870; La Maison Goupil fra “chic” e “impressione” 1871-1878; La ricerca dell’attimo fuggente 1879-1891; Il ritratto Belle époque 1892-1924), le schede (a cura di Loredana Angiolino), l’epistolario inedito e la cronologia biografica di Giovanni Boldini (a cura di Tiziano Panconi e Loredana Angiolino). -
Pink Floyd. Their mortal remains. Ediz. a colori
Per celebrare i 50 anni dal primo singolo «Arnold Layne» e del primo LP, il rivoluzionario «The Piper At The Gates Of Dawn» e gli oltre 200 milioni di dischi venduti nel corso della carriera, questo libro propone un viaggio coinvolgente, multisensoriale e teatrale attraverso il mondo straordinario della mitica band britannica. Una cronaca della musica, ma anche delle immagini visionarie e delle performance del gruppo, dalla scena psichedelica e underground della Londra degli anni '60 fino ai giorni nostri. Una storia di suono, design, performance e tanto altro alla scoperta dell'uso innovativo degli effetti speciali, delle sperimentazioni sonore, delle immagini iconiche e delle critiche sociali di quella che è stata la prima band della storia della musica ad andare oltre l'aspetto sonoro dei propri brani e dei propri spettacoli, per offrire al proprio pubblico non dischi o concerti, ma esperienze totalizzanti e spiazzanti. «Pink Floyd. Their Mortal Remains» è realizzato con il pieno accesso all'archivio dei Pink Floyd e presenta i saggi di autori (da Jon Savage a Howard Goodall e Rob Young) che indagano cosa ha reso e rende i Pink Floyd assolutamente unici nel panorama musicale mondiale - dalla mitologia alla base della loro produzione, fino alla sperimentazione tecnologica alla ricerca di nuovi suoni con ogni genere di strumento. Il volume affronta anche i diversi aspetti della loro immensa eredità nel campo della musica e delle arti visive. -
Un secolo di jazz. La creatività estemporanea-A century of jazz. Impromptu creativity. Ediz. illustrata
100 anni di jazz in occasione del centenario della prima incisione jazz su disco (Original Dixieland Jass Band, nel 1917 “Jass” divenne “Jazz”)rnrnIl 26 febbraio 1917 l’Original Dixieland Jass Band, un complesso di New Orleans guidato dal trombettista italo-americano Dominic “Nick” LaRocca, incideva a New York per la casa Victor il primo disco della storia del jazz intitolato Livery Stable Blues. Di fatto, con la nascita dell’incisione di musica jazz, si apre una nuova era. rnNel centenario dalla prima incisione jazz viene qui presentato un patrimonio visivo di grande vivacità attraverso cover, manifesti, locandine, cartoline e copertine di libri, oltre a grammofoni dell’inizio del 1900, strumenti musicali, spartiti ed edizioni divenute celebri, foto di momenti e personaggi significativi e frames. rnPer elaborare la veste grafica di cover e poster raffinati e innovativi nelle loro soluzioni cromatiche e compositive, vengono coinvolti grafici e artisti di livello internazionale, che hanno una vera e propria passione per il nuovo genere musicale: da Josef Albers a Max Huber, da Andy Warhol a Niklaus Troxler. rnPubblicato in occasione della mostra a Chiasso, il volume riunisce i contributi di Luca Cerchiari (Un secolo di jazz. La creatività estemporanea), Bruce Boyd Raeburn (Da New Orleans a Parigi: il jazz come musica urbana e cosmopolita), Yvetta Kajanova (Il jazz come world music), Nicoletta Ossanna Cavadini (La grafica per le cover), Gianni Canova (The Jazz Singer e la nascita del jazz-film), Massimiliano Raffa (Il jazz e il disco: supporti, etichette, produttori. Un rapporto secolare), oltre alle tavole, all’elenco delle opere (a cura di Federica Castagna, Sharon Scimé) e alla bibliografia. -
Love. L'arte contemporanea incontra l'amore. Ediz. a colori
L'arte è sempre una grande dichiarazione d'amore. Anche nelle tragiche immagini di una crocifissione, nel commovente abbraccio del Sarcofago degli sposi al Museo Etrusco di Villa Giulia, nello spettrale biancore del cadavere di Cristo del Mantegna alla Pinacoteca di Brera, nella drammatica e segreta verità della Zattera di Géricault, nel dolce e silenzioso abbandono de L'isola dei morti di Böcklin, nelle carni invadenti e nei volti deformi di Freud e Bacon, o ancora, nella sconvolgente testa del figlio di Quinn realizzata con il sangue e la placenta della madre. Sono tutte profonde e disperate dichiarazioni d'amore: al valore del sacrificio come pertugio di salvezza, alla vita coniugale che sfida la transitorietà del tempo, alla fede nella resurrezione e alle gioie spirituali, alla caparbia lotta per una verità scomoda e negata, all'abbandono e al silenzio di una solitudine ricca di memorie, alla gioia per una nuova vita che attraversa il dolore per affacciarsi al mondo. In modo ancor più nitido, quando la narrazione si compie con figure serene e invitanti, l'arte si abbandona ancor di più alla sua dichiarazione d'amore. Lo fa nelle suggestive scenografie del teatro greco classico, nell'indescrivibile volto di Santa Teresa avvolto dai fluttui marmorei del Bernini, nel soffice dialogo del Quia respexit tra oboe e soprano per il Magnificat di Bach, nelle giovani e disinvolte Demoiselles di ""rue d'Avignon"""" di Picasso, nell'equilibrio teosofico dei colori di Mondrian o nelle atmosfere di Rothko.""