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La corona ferrea
Quasi tutte le corone delle case regnanti, o non più regnanti, d'Europa sono esposte nei musei. La corona del regno longobardo, la Corona Ferrea, no. È chiusa in un'edicola di marmo posta sopra l'altare nella cappella del duomo di Monza. A lungo ignorata, la corona fu riesumata da Napoleone, che se la mise in testa con le parole: ""Dio me l'ha data, guai a chi la tocca!"""". Per chi fu realizzata la corona? Siamo sicuri che il destinatario fosse un uomo? Perché è stata resa volutamente così piccola? Perché è stata tramandata per secoli come quella dei re dei Longobardi, visto che i re longobardi non portavano corone? La Corona Ferrea appare come un oggetto di oreficeria tardo antica, restaurato e ridimensionato intorno al IX secolo. Perché si è voluto riparare un vecchio gioiello anziché sostituirlo?"" -
Caravaggio e il comico. Alle origini del naturalismo
Questo studio affronta per la prima volta in modo approfondito il rapporto fra Caravaggio e la figurazione comica, che riveste una parte non secondaria nelle opere giovanili dell'artista. Accostandosi alla pittura comica, Caravaggio la trasforma; ne attenua l'intento satirico, ne elimina i toni grotteschi e la innalza a una dignità quasi classica. D'altra parte, essa sembra fecondare il nucleo più radicale della sua arte, che trascura i principi del decoro e si basa su una concezione non retorica e non gerarchica del mondo. La poetica comica infatti si oppone all'artificio, si sottrae alle gerarchie tematiche e insegue uno ""stile senz'arte, puro e piano"""", un'immagine o un verso che sembrino prodotti dalla natura stessa. Come Shakespeare, Cervantes e altri grandi artisti del suo tempo, Caravaggio si connette a una tradizione ricchissima di spunti realistici, che aveva custodito per secoli un rapporto privilegiato con il dato naturale e una visione lucida e disincantata del mondo. L'approccio al materiale comico comporta l'ingresso in un mondo basso e quotidiano, la rottura del confine fra i generi e un ampliamento tematico ed espressivo che, da Caravaggio in poi, fornirà la base del naturalismo moderno. Dalle pagine di questo saggio originale emerge dunque una prospettiva inedita sull'artista, che aiuta a comprendere meglio l'audacia e la libertà della sua opera."" -
Cronache dell'anno 1918
Nel centenario della Rivoluzione d’Ottobre, una testimonianza diretta dei drammatici eventi che segnarono la nascita dell’Unione Sovietica un anno dopo la presa del Palazzo d’Inverno.rnrnIn questa raccolta di brevi scritti dal sapore giornalistico, incentrati sulla realtà di Pietrogrado nei mesi drammatici dell’anno 1918, a un anno dalla rivoluzione d’Ottobre e nell’infuriare della guerra civile, Isaak Babel’, testimone attento e minuzioso, documenta quei giorni terribili senza retorica, soffermandosi sui problemi pratici e sulle difficoltà concrete della gente comune nel momento in cui le istituzioni– dalle scuole agli ospedali, dai macelli agli ospizi agli obitori – hanno smesso di funzionare.rn“Era rimasto il giovane reporter che andava per le strade della gelida e affamata Pietrogrado postrivoluzionaria fissando le ‘nuove abitudini’ in reportage più spaventosi di qualsiasi opera narrativa o memorialistica … con spoglia paratassi e lapidario laconismo” (Serena Vitale). -
Giovanni Rizzoli. Canto liquido. Ediz. a colori
Questa grande monografia ripercorre la ricerca artistica di Giovanni Rizzoli, dalle sue prime opere alla fine degli Ottanta fino alle sue più recenti creazioni. rnrnEsponente di punta della generazione degli artisti degli anni Novanta, Giovanni Rizzoli esprime il suo universo creativo in sculture, dipinti e disegni dalla forte potenza lirica ed evocativa. Il suo lavoro è una costante riflessione – modulata attraverso una varietà di linguaggi espressivi – sulla storia dell’arte e sulla necessità di essere attuale, di cogliere lo spirito del tempo. L’attenzione verso i dettagli, la scelta mai casuale dei materiali, lo studio di forme e fonti iconografiche sono alcune delle caratteristiche della ricerca di Rizzoli, motivata dall’impulso a ridefinire il linguaggio artistico contemporaneo. rnL’esplorazione di nuove possibilità plastiche si unisce nell’opera di Rizzoli alla poesia e allo stupore che l’artista scopre davanti alla bellezza. Il tempo e l’infinito, il piacere e il dolore, la fede e la conoscenza, eros e thanatos, concetti filosofici si trasformano in immagini a volte dolenti a volte gioiose cariche di riferimenti, in forme riconoscibili ma spesso con tratti immaginari. Parallelamente alla ricerca scultorea, dai primi anni Novanta Rizzoli ha affiancato quella che definisce pittura oggettiva, una serie di “dipinti” astratti realizzati con l’impiego della flebo su imbottiti di tessuto. La monografia comprende un approfondito saggio critico di Bruno Corà e contributi di Tommaso Trini, Werner Meyer, Renato Polacco, Marco Meneguzzo e Ilaria Porotto. rnNato a Venezia nel 1963, Giovanni Rizzoli vive e lavora a Milano. Ha partecipato a rassegne internazionali come la Biennale di Venezia (1999), la Biennale Internazionale di Scultura di Carrara (2002), la XV Quadriennale di Roma (2008) e a numerose esposizioni collettive. -
Anna Boghiguian. Ediz. italiana e inglese
Anna Boghiguian (Il Cairo, 1946) crea libri d'artista, disegni, dipinti e installazioni. Utilizzando forme e materiali diversi che comprendono la fotografia, la scrittura a mano, l'encausto, il collage e oggetti trovati, l'artista egiziano-canadese di origine armena interpreta l'esperienza del viaggio e la percezione dei luoghi tra passato e presente, finzione e documentazione. Osserva le condizioni sociali, umane e politiche della realtà contemporanea che incontra nel mondo. Esplora il mondo digitale e globalizzato alla ricerca di connessioni storiche. Prodotto in occasione della mostra retrospettiva al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e alla Sharjah Art Foundation, questo catalogo presenta poesie e testi inediti di Boghiguian, un nuovo progetto d'artista sviluppato attraverso gouache ispirate al soggiorno torinese di Friedrich Nietzsche (1888-1889), nuovi contributi critici di Carolyn Christov-Bakargiev, Marianna Vecellio, Hoor Al Qasimi e Chiara Vecchiarelli e una conversazione di Milovan Farronato con l'artista. Accanto a materiali d'archivio mai pubblicati prima, si presenta per la prima volta una cronologia scientifica completa delle mostre realizzate dall'artista. La selezione antologica raccoglie testi e interviste di Y. A., Natalie Bell, Cebé, Suzanne Cotter, Marie-Michèle Cron, Jacquelyn Davis, A. E., Nuria Enguita Mayo, Eric D. Girouard, Hassan Khan, Niki Marangou, Neery Melkonian, Gamal Nkrumah, Hans Ulrich Obrist, Christos Parides, Jean-Marc Prevost, Nigel Ryan, François Roux, Hossam Sakr, Eva Scharrer, Robert Shapazian, Alan Smart, Ingrid Wassmann, Axel Wieder e Kaelen Wilson-Goldie. Prefazione di Alberto Tazzetti e Hoor Al Qasimi. -
Tullio Pericoli. Le colline davanti. Viaggio nelle terre di Langhe, Roero e Monferrato. Ediz. a colori
La monografia presenta oltre ottanta opere dell'artista ispirate al paesaggio collinare di Langhe, Roero e Monferrato - i cui paesaggi vitivinicoli sono stati riconosciuti patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco - ritratto nelle varie stagioni. ""L'amicizia con Giorgio Bocca - racconta Pericoli - mi ha portato in questi luoghi già a partire dagli anni '90. Lo accompagnavo ogni tanto alla ricerca di vini, e coglievo nei suoi occhi, quando arrivavamo davanti a questi paesaggi, uno sguardo d'amore. Un invito recente mi ha spinto a tornarci e a rivedere queste terre attraverso i miei attrezzi: gli occhi, la mano, la matita, i pennelli."""" Pubblicato in occasione della personale albese, il volume illustra un lavoro di oltre due anni, tele, tavole e carte, utilizzando e spesso sovrapponendo tecniche varie, come l'olio, l'inchiostro, l'acquarello, il collage. """"Tutto è presente in questi dipinti per il piacere visibile e quasi tattile dell'occhio, scrive Giuseppe Montesano nel suo saggio, eppure tutto si sottrae, (...) una visione del mondo infranta, con irreparabile gentilezza, dalla danza che segni e arabeschi musicali scatenano intorno al vuoto strapieno di senso che si può dire solo con le immagini: e si esce da ognuno di questi dipinti con la sensazione che anche dopo aver consumato nel piacere le loro superfici belle, le immagini conservino integra la loro forza visionaria, e che potremmo ricominciare da capo a fissarle senza mai arrivare ad esaurirle."""" La monografia riunisce il testo di Giuseppe Montesano, un testo dello storico dell'arte Giovanni Romano e di Piercarlo Grimaldi, antropologo e rettore dell'Università degli studi di scienze gastronomiche (Alba, Cuneo, 23 settembre-26 novembre 2017)."" -
Salvatore Gregorietti. Un progetto lungo 50 anni- A fifty-year project. Ediz. a colori
50 anni di attività di Salvatore Gregorietti, uno dei massimi esponenti della grafica italiana e internazionale, responsabile dell‘immagine coordinata per grandi aziende e grafica editoriale per libri e periodici.rnrnrnL’attività professionale di Salvatore Gregorietti consente non solo di indagare in maniera scientifica il suo lavoro, ma di mettere a fuoco alcuni temi e questioni che connotano mezzo secolo di grafica italiana.rnQuesto volume ne offre una ricostruzione storica e analitica che risponde a precise intenzioni di metodo. L’esame del lavoro di Gregorietti, diviso cronologicamente in tre parti in modo da farne emergere le sfaccettature, gli anni della formazione, la collaborazione con Unimark e l’esperienza di Gregorietti Associati, è stato affidato a un gruppo di studiosi e specialisti nonché a testimoni di un percorso di vita, scelti in relazione alle diverse conoscenze e competenze. Inoltre proponendo un ricco regesto, strutturato per decenni suddivisi per ambiti d’intervento, ci si prefigge di ripercorrere puntualmente la sua attività fornendo indicazioni, il più possibile esaustive, sui singoli progetti. rnIl ricco apparato iconografico che accompagna sia i contributi di studio sia il regesto, inedito nelle modalità di ricostruzione visiva, fornisce infine una ulteriore possibilità di analisi e comprensione dei progetti di questo grande designer. -
Musei civici di Pavia
Il trecentesco Castello di Pavia, splendida dimora voluta da Galeazzo II Visconti, ospita dalla metà del XX secolo i Musei Civici, raccolte e collezioni formatesi ancora nel corso dell'Ottocento, la cui cronologia spazia dall'età preistorica al contemporaneo e la cui tipologia comprende dipinti, sculture, mosaici, arti minori, grafica e fotografia. A partire dal 2000 numerosi sono stati gli ampliamenti e i nuovi allestimenti che consentono di meglio conoscere il ricco patrimonio d'arte non solo relativo alla città di Pavia, ma anche di carattere e valore internazionali. -
Le nuove frontiere della pittura. The new frontiers of painting. Ediz. a colori
Le nuove generazioni dell’arte contemporanea attraverso oltre 30 opere di artisti internazionali affermati o emergentirnrnPubblicato in occasione della grande esposizione internazionale, la prima in Italia interamente incentrata sulle nuove tendenze della pittura figurativa contemporanea, il volume presenta oltre 30 i dipinti, per la maggior parte di grandi dimensioni, realizzati da oltre 30 artisti da 17 paesi.rnCurato da Demetrio Paparoni, uno dei più riconosciuti critici e curatori italiani, questo omaggio all’arte figurativa mette in evidenza il carattere innovativo e l’incidenza che la pittura riveste oggi nello scenario artistico internazionale, qualificandosi come un utile strumento di riflessione sull’arte dei nostri giorni.rnLe nuove frontiere della Pittura presenta opere realizzate negli ultimi anni da pittori nati in diverse parti del mondo perlopiù dopo il 1960: Francis Alÿs, Michaël Borremans, Kevin Cosgrove, Jules de Balincourt, Lars Elling, Inka Essenhigh, Laurent Grasso, Li Songsong, Liu Xiaodong, Victor Man, Margherita Manzelli, Rafael Megall, Justin Mortimer, Paulina Olowska, Alessandro Pessoli, Daniel Pitín, Pietro Roccasalva, Nicola Samorì, Wilhelm Sasnal, Markus Schinwald, David Schnell, Dana Schutz, Vibeke Slyngstad, Anj Smith, Nguyê˜n Thái Tuâ´n, Natee Utarit, Ronald Ventura, Nicola Verlato, Sophie von Hellermann, Ruprecht von Kaufmann, Wang Guangyi, Matthias Weischer, Yue Minjun, Zhang Huan.rnOltre al saggio introduttivo del curatore e alle riproduzioni delle opere esposte, il volume riunisce i testi sugli artisti e sulle opere scritti da Maria Cannarella, Pia Capelli, Elena Di Raddo, Alessandra Klimciuk, Gianni Mercurio, Tone Lyngstad Nyaas, Rischa Paterlini, Giulia Pra Floriani, Lorenzo Respi, Sabina Spada, Luigi Spagnol, Alberto Zanchetta e Giacomo Zaza. -
Franco Guerzoni. Oeuvre. Appunti per un manuale di pittura-Franco Guerzoni. Oeuvre. Notes for a painting manual. Ediz. a colori
"Quando fermare l'attenzione attiva verso il dipinto? Tema tanto trattato. Generalmente si abbandona il lavoro quando il dipinto sorride, ma il carattere soggettivo non consente una statistica. Nel mio caso in particolare, posso affermare con certezza che, dopo le innumerevoli prove, l'abbandono è provocato da una sorta di sfinimento. Non sempre il termine è carico di inflessioni negative: l'allontanamento può essere uno strappo, ma anche un patteggiamento col lavoro che abbandono in seguito alla promessa di un lavoro nuovo.""""" -
Il Golem
Mistero, alchimia e cabala sullo sfondo di una Praga magica. Un testo che per qualità letteraria si affianca ai maestri della letteratura mitteleuropea.rnrnIl Golem, essere artificiale creato dalla magia del Rabbino Loew, riprende vita grazie allo scambio di un cappello nel Duomo di Praga, squarciando il velo che separa il mondo reale da quello segreto e oscuro dei sogni. Il Golem, cui una parola infilata tra i denti conferisce una vita provvisoria e cui la stessa parola, privata della prima lettera, spegne l’esistenza (Emeth – verità, Meth – morte). -
Vampiri: Dracula-Carmilla-Il vampiro
Atmosfere sinistre e perturbanti nei tre straordinari romanzi che hanno creato il mito del vampiro. rnrnPer la prima volta, riuniti in un volume, i tre testi che nell’Ottocento hanno dato forma al canone della letteratura vampirica. Il Vampiro di Polidori (1819), scrittore e medico britannico, il primo racconto sul tema; Carmilla, dell’irlandese Joseph Sheridan Le Fanu (1872), la prima vampira donna, testo che ispirerà Bram Stoker per il suo Dracula (1897), il più celebre vampiro di tutti i tempi. -
Nel segno di Caravaggio. Ediz. illustrata
Tra le luci e le ombre di una pittura appassionata, Caravaggio ci chiama sulla scena, coinvolgendoci in un fatto che si sta compiendo hic et nunc, qui e adesso, sotto i nostri occhi. La sua pittura entra nella nostra vita.rnrnPittore e assassino sullo sfondo solenne della Roma del primo Seicento, Caravaggio (1571-1601) è uno degli artisti più appassionanti e potentemente espressivi: protagonista di una vera e propria Odissea mediterranea, ma insieme capace di rivoluzionare il corso della pittura europea. Il volume vuole avvicinarci a questo maestro dell'arte italiana da un punto di vista nuovo. Rinunciando per una volta alla consueta sequenza cronologica, le opere di Caravaggio sono qui considerate nel loro insieme, nei due decenni a cavallo dell'anno 1600. Di capitolo in capitolo, osserveremo aspetti particolari dell'arte del pittore milanese: la presenza di modelli ricorrenti, la passione per lame e pugnali, l'ossessione per le teste mozzate, l'eccezionale e pionieristica abilità nella natura morta, e così via. Fra le luci e le ombre di una pittura appassionata, Caravaggio ci chiama sulla scena, coinvolgendoci in un fatto che si sta compiendo hic et nunc, qui e adesso, sotto i nostri occhi. La sua pittura entra nella nostra vita. -
Rimbaud e la vedova
La storia di Rimbaud, da poeta geniale a trafficante d’armi, indagata attraverso il suo misterioso soggiorno a Milano, nell’anno della cesura dalla poesia alla vendita di fucili Remington.rn rn“Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi.”rnTra l’aprile e il maggio 1875 per alcune settimane Arthur Rimbaud, il grande autore di Vocali, Il Battello ebbro e Una stagione all’inferno, dall’esistenza scandalosa e ricca di colpi di scena, si ferma a Milano dove sembra essere ospitato nella casa di una misteriosa vedova, affacciata su piazza Duomo.rnIn quello stesso 1875, il giovane prende la definitiva decisione di rinunciare alla letteratura, trasformandosi, per dirla con Mallarmé, in “qualcuno che era stato lui, ma che non lo era più, in nessun modo”.rnEdgardo Franzosini evoca quei giorni con raffinata dovizia di particolari, ricostruendo come un investigatore tenace e sapiente il soggiorno di Rimbaud attraverso le tracce lievi e suggestive lasciate dal poeta nella Milano dell’epoca. -
Antonio Ligabue. Ediz. a colori
"Non ha ancora vent'anni, Antonio Ligabue, quando, nel 1919, viene espulso dalla Svizzera - era nato a Zurigo il 18 dicembre 1899, figlio di un'emigrante italiana, che lo dà in affido a una famiglia svizzero-tedesca quando Antonio ha nove mesi. Approda a Gualtieri (Reggio Emilia), paese d'origine dell'uomo che gli ha dato il proprio cognome, pur non essendone il padre, e viene catapultato in una realtà ignota e presto ostile di fronte alle sue """"stranezze"""". Antonio parla il tedesco, non conosce l'italiano: è da subito """"straniero in terra straniera"""". Perduta è la patria (che mai dimenticherà, raffigurandola nei suoi paesaggi padani che vedono, nella parte superiore, i borghi e i castelli natii) e iniziato è il tempo dell'esilio. Per sopravvivere, fa i lavori più umili, come lo scarriolante sugli argini del Po; dorme in un capanno nella golena, in qualche stalla e fienile della zona; talvolta, nella casa ospitale di qualche amico e nel ricovero di mendicità di Gualtieri. Lo salva l'insopprimibile volontà di essere artista: scolpisce con l'argilla che trova nei campi; disegna animali come già faceva a scuola, nell'adolescenza; dipinge intensamente dopo l'incontro, nel freddissimo inverno del 1928-1929, con Marino Mazzacurati, al quale candidamente subito dice: """"sono un artista"""". Subisce tre ricoveri nell'Istituto psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, ma sarebbe fuorviarne definirlo 'naif' (come troppo a lungo si è fatto e talvolta ancora si continua a fare) o artista da incasellare tra quelli segnati dalla follia: si tratta invece di un autentico """"espressionista tragico"""", cui si debbono opere di straordinario fascino e forza comunicativa, nelle quali convivono visionarietà e gusto decorativo. Lo testimoniano i dipinti delle lotte senza tregua tra gli animali selvaggi - trasfigurando con la fantasia fonti iconografiche quali i manuali di zoologia, le figurine Liebig, le stampe popolari, la frequentazione dei circhi e della sezione naturalistica dei Musei Civici di Reggio Emilia - e gli autoritratti, specchio impietoso di un disagio esistenziale, di una solitudine e di una sofferenza cupa che non possono trovare lenimento, nei quali lui registra l'inesorabile procedere verso l'esito finale. Il suo valore di artista è a lungo non riconosciuto, costretto a cedere le proprie opere in cambio di ciò che gli serve per vivere; solo negli anni cinquanta comincia a diffondersi l'interesse per i suoi lavori, ma prima la malattia e poi la morte battono alla porta: Antonio Ligabue scompare il 27 maggio 1965."""" (Sandro Parmiggiani). Catalogo della mostra (Napoli, 11 ottobre 2017-28 gennaio 2018)." -
Immaginazioni, invenzioni, gesti: gli anni cinquanta. Ediz. a colori
Al centro della settima e ultima mostra del ciclo ""L'arte in una stanza"""" vi sono artisti che nel secondo dopoguerra hanno condiviso le poetiche dell'astrattismo e dell'informale segnico e di gesto, italiano e internazionale, interpretandole ciascuno secondo un proprio inconfondibile linguaggio. L'universo immaginario di Osvaldo Licini, i buchi e i tagli """"spaziali"""" di Lucio Fontana e l'energia creativa sprigionata dal tedesco Hans Hartung, dal francese Georges Mathieu e dal canadese Jean-Paul Riopelle danno forma a un sentire profondo che si manifesta tra fulminanti espressività ed eleganze calligrafiche. Presentazione di Giuseppina Antognini. Catalogo della mostra """"Immaginazioni, invenzioni, gesti: gli anni cinquanta"""" (Milano, 20 ottobre-1 dicembre 2017)."" -
Gianfranco Ferré. Sotto un'altra luce. Gioielli. Ediz. italiana e inglese
Un insolito, e poco conosciuto aspetto, della multiforme creatività di Gianfranco Ferré: i gioielli e gli ornamenti.rnrnIn oltre cento immagini fotografiche, questo libro-catalogo racconta sotto un’altra luce un aspetto particolare della straordinaria creatività di Gianfranco Ferré, ovvero l’attenzione che lo stilista ha sempre dedicato all’oggetto-ornamento, sia in termini di ricerca applicata alla forma e alla materia, sia in termini di ispirazione, con risultati innovativi e sorprendenti.rnFerré stesso lo ha dichiarato: “Inteso come elemento decorativo dell’abito, il ‘mio’ gioiello diviene uno strumento per la sua interpretazione, per una lettura soggettiva e individuale del capo. Se l’abito è l’oggetto - il ‘cosa viene indossato’ - il gioiello è espressione del modo, quindi del ‘come viene indossato’ ”.rnCome la mostra in programma nella Sala del Senato di Palazzo Madama a Torino - che per la prima volta propone al pubblico circa duecento gioielli, gran parte dei quali raccontati nelle immagini di Andrea Passuello - il volume vuole attestare la piena appartenenza del bijoux all’universo progettuale ed emozionale dello stilista. A fronte dell’eterogenea identità degli oggetti presentati e interpretati nelle immagini, emerge l’assonanza tra la concezione delle collezioni di ornamenti e quelle di abiti, sempre concepite in parallelo, legate a un imprescindibile elemento di riferimento: il corpo umano, privilegiandone i punti-cardine, dal collo, ai polsi, al punto-vita.rnCostituiscono parte integrante e significativa del libro i contributi di Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra, teorico e critico d’arte, e Anna Maria Stillo Castro, studiosa di Moda e di Storia del Costume, insieme a numerosi appunti di Gianfranco Ferré su un aspetto della sua attività progettuale particolarmente sentita. -
Altagamma. Italian creativity and culture 25th anniversary. Ediz. a colori
Presentazioni di Andrea Illy, Dario Franceschini e Santo Versace. -
Altagamma. Strategie per l'Italia d'eccellenza
L'industria di alta gamma è il fiore all'occhiello dell'Italia, che detiene in questo comparto una leadership incontrastata nonché la più alta diversificazione settoriale con moda, design, alimentare, ospitalità, nautica, motori, gioielleria, sport, bellezza e cultura. Negli ultimi decenni, malgrado la crisi che ha attanagliato l'economia, questo settore si è rafforzato diventando una sorta di noblesse oblige per il nostro Paese. Le imprese culturali e creative registrano, infatti performance superiori alla media e l'immagine dei loro marchi traina il resto del Made in Italy creando preziose sinergie con settori strategici come il turismo. Oggi nuove sfide globali si stagliano all'orizzonte sia per il Paese che per il settore di alta gamma. Questo volume è uno sguardo al futuro e il tentativo di trovare, fra le idee e le analisi di coloro che da anni si occupano di questo settore, una proposta strategica per continuare ad alimentare il successo delle imprese e contribuire allo sviluppo economico dell'Italia. ""Altagamma. Strategie per l'Italia d'eccellenza"""" è una call to action per imprenditori e istituzioni per promuovere un cambiamento culturale, strutturale e istituzionale che renda l'Italia ancora più amata, ricercata e competitiva."" -
Francesco Clemente. The wall. Ravello 2017. Ediz. italiana e inglese
Perché mettere radici quando possiamo viaggiare? Perché proteggersi dal mondo se siamo chiamati qui a proteggere il mondo? Dipingere, dipingere l'interno di una tenda offre queste domande e questi pensieri. Ma non è forse il pensiero il primo muro? Il più insidioso di tutti?rnrnIl volume documenta l'installazione e performance realizzata da Francesco Clemente nell'estate 2017 a Villa Rufolo che richiama il grande tema dell'accoglienza e delle migrazioni. L'opera straordinaria dell'artista, con la sua tenda orientale e i suoi ""muri"""" da superare, ci ricorda che attraverso l'arte e la bellezza si possono stimolare idee e progetti per la nostra quotidianità, per le nostre emergenze e per il nostro futuro migliore. Con uno spettacolo di danza contemporanea coreografato dalla """"monella punk"""" della danza americana, Karole Armitage, e incentrato sul tema dei muri da abbattere, Francesco Clemente, uno dei maggiori artisti contemporanei, ha debuttato in un lavoro coreografico, dipingendo dal vivo un giardino idilliaco dove """"si può abitare e anche devastare"""" mentre la voce recitante di Alba Clemente, poco lontano, recitava i versi del poeta greco Konstantinos Kavafis.""