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Gilberto Zorio. Ediz. italiana e inglese
Nuove installazioni e opere storiche di uno tra i pionieri della storia dell’arte contemporanea e tra i protagonisti dell’Arte Povera.rnrnLe opere scultoree e le installazioni di Gilberto Zorio (Andorno Micca, Biella, 1944) sono campi inesauribili di energia e di materia in trasformazione. Attivando reazioni chimiche o fisiche, e occupando la dimensione sonora e lo spazio aereo, l’artista immette i propri lavori all’interno di un ciclo organico. Dagli anni sessanta al presente, Zorio volge la propria ricerca in direzione di una processualità che rende continuamente mutevole ciascuna opera per sottolineare la vitalità del mondo. Tra i pionieri dell’Arte povera, con il suo linguaggio rivoluzionario e sperimentale Zorio ha contribuito a cambiare la storia dell’arte. -
Strehler fra Goldoni e Mozart
Questo libro nasce dal lavoro appassionato e assiduo per preparare la mostra-laboratorio ""Strehler fra Goldoni e Mozart"""", allestita nella Sala delle Cariatidi dì Palazzo Reale di Milano dal 2 dicembre 2017 al 4 febbraio 2018. Ne rispecchia e propone racconti, discussioni, riflessioni: un grande artista del teatro nel suo allegro e doloroso confronto con il Settecento, fonte di rivelazioni. Ne ospita fotografie, documenti, notizie. Ha l'ambizione di mettere a contatto il pubblico che l'ha amato e quello che non l'ha conosciuto con Giorgio Strehler. Era un uomo di cultura inquieta, esigente, alla ricerca incantata e angosciata della bellezza, contro l'ingiustizia e il male della società e della vita. Era anche uno che conosceva l'arte e la gente con cui lavorava. Una volta, a una prova del """"Simon Boccanegra"""", ascoltava perplesso il coro che compativa la morte di una giovane donna importante. Intervenne: """"Voi siete attorno a un'edicola dove ci sono i giornali con l'improvvisa morte di Grace Kelly"""". Il coro intonò """"La bella prigioniera..."""". Fino a quel momento era un bellissimo canto. Ma, come ripresero a cantare e recitare, si sentì Verdi e loro entrare nella nostra storia. Presentazioni di Giuseppe Sala, Filippo Del Corno, Sergio Escobar e Alexander Pereira."" -
Mangiarsi le parole. 101 ricette autore
Uno straordinario viaggio sensoriale tra arte culinaria e letteratura.rnrnMangiarsi le parole raccoglie 101 ricette di scrittori italiani del Novecento (due i Nobel, Grazia Deledda e Giuseppe Ungaretti); la più antica risale al 1926 (il Balsamo di Ciprigna si legge nel curioso Manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi di Omero Rompini) e la più recente è del 2017, firmata da Stefania Giannotti.rnLe ricette sono organizzate in due serie, Menù alla carta e Menù a tema. La prima le propone suddivise per portate in ordine alfabetico, dall’aperitivo ai dolci, passando per Sughi, salse e farciture. Perché il volume non è solo un’antologia letteraria di testi rari e spesso sconosciuti ma anche un menù e un ricettario, e infatti questi sono tutti piatti che si possono cucinare. Ognuna delle sette sezioni è introdotta da un inedito di argomento culinario – racconto, ricordo, divagazione – firmato da uno scrittore contemporaneo. Apre Andrea Vitali con la rievocazione di un’antica leggenda (Il Sasso del Pane), chiude Michele Mari con In cauda, godibile e colto resoconto della formazione sub specie culinae dell’autore, alla Statale.rnPer equilibrio sono sette anche i Menù a tema, comprendendo il Menù del lettore con cui la serie finisce: pagine bianche lasciate a chi vorrà cimentarsi con le ricette, come in ogni libro di cucina che si rispetti. Si parte con il Menù afrodisiaco, seguito da quello dietetico, e poi di genere: nel Menù rosa ecco solo piatti firmati da donne. Gli ultimi due sono un gioco: se il Menù di soli primi in versi comprende le poesie in dialetto di Biagio Marin e di Arrigo Boito, il Metamenù è fatto di ricette “al quadrato”, e termina con una lettura quanto mai adatta, la Ricetta per far ricette di Giuseppe Prezzolini. Dopo il dolce ogni Menù a tema propone infatti le Letture da meditazione, versione letterariamente analcolica dei tradizionali vini da meditazione: passiti, sauternes, moscati. Ma i Menù a tema non esauriscono le rispettive proposte: alla carta si possono per esempio scegliere portate “gialle” (infallibile la Madeleine “dell’avvelenatrice che la fa franca” di Katia Brentani), ricette in versi e piatti afrodisiaci, come gli Spaghetti cu’ l’ova di rizzi di Giuseppina Torregrossa, illuminati dal rosso fuoco delle unghie della cuoca, maliziosamente esibite a piedi scalzi. E poi non manca qualche sorpresa: gli Spaghetti io di Vanni Scheiwiller fra i Contorni e le proposte di due non scrittori: Mario Sironi e Aimo Moroni, il noto chef.rnAi menù segue infine l’elenco in ordine alfabetico delle ricette – riprodotte nella più antica versione reperibile, in rivista o in volume – con indicazione delle relative fonti. Il libro è scandito da una serie di disegni di John Alcorn, a partire da quello di copertina, rielaborato graficamente. Queste tavole e tutti i documenti riprodotti provengono dal Centro APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) dell’Università degli Studi di Milano, così come le immagini “culinarie” – in gran parte inedite – raccolte nell’Album illustrato che completa il volume. Sono riproduzioni da libri per bambini e da... -
Giuseppe Veneziano. Mash-up. Ediz. inglese, italiana e tedesca
"In che cosa consiste la novità della pop art di Giuseppe Veneziano? il suo mezzo preferito è la pittura su tela, ma l'artista realizza anche acquerelli e sculture, sebbene in misura minore. L''oggettività' e l'appartenenza alla pop art sono caratteristiche centrali dell'arte di Veneziano, che presenta un numero ristretto di personaggi provenienti dalla politica, dalla religione o dalla cultura pop, ritratti con colori vivaci e circondati da pochi dettagli, a formare una costellazione che invita subito l'osservatore a confrontarsi più a lungo con l'opera."""" (Valeri Lalov)" -
Bruno Di Bello. «Digitale. Archeologico». Ediz. a colori
"L'arte cambia lo sguardo attraverso cui una cultura guarda il mondo, rivelandosi uno strumento di osservazione capace di costruire un paradigma conoscitivo della realtà coerente e attuale. È necessaria una consapevolezza teorica e critica come quella di Bruno Di Bello, fra gli artisti più significativi del panorama contemporaneo, per poter 'cambiare' la prospettiva con cui l'arte si rappresenta. Di Bello, che ha sviluppato il proprio percorso creativo sulla base di una meditata e consapevole adesione al paradigma avanguardistico, presenta un approccio conoscitivo e una sensibilità visiva fortemente condizionati dalle contaminazioni tra arte e nuove tecnologie digitali, traendo dalla avanguardia forme e contenuti che vanno ben oltre la semplice rivoluzione estetica. I suoi lavori si caratterizzano per una visione fondata su una modalità seriale, votata all'investigazione dello schematismo e della sequenzialità e trovano la loro coerenza nella costante ricerca dell'oggettività dell'opera."""" (Maria Savarese). Catalogo della mostra presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Napoli, 11 novembre-17 dicembre 2017)." -
Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura. Ediz. a colori
Artista poliedrico, rinascimentale - insieme scultore, pittore, ceramista, scrittore, grande appassionato di musica - Fausto Melotti (Rovereto 1901 - Milano 1986) è stato uno dei grandi protagonisti dell'arte del Novecento. Questa mostra desidera sottolineare i due principali aspetti della sua ricerca: da una parte la profonda ispirazione musicale, dall'altra la grande passione per il pensiero di Platone e l'arte dell'antica Grecia. Attraverso l'esposizione di oltre ottanta opere - dalle ben note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e alle opere dipinte, prevalentemente tecniche miste su carta e anche su pannelli in gesso - il percorso illustra il suo iter creativo, anche grazie ai suoi bellissimi pensieri e aforismi. Una sezione intitolata ""Assonanze"""" vedrà dialogare le opere di Fausto Melotti con quelle di un gruppo di importanti artisti a lui particolarmente affini: Depero, Martini, Klee, Kandinskij, Mirò, Calder, Licini, Fontana, Morandi, Munari, Novelli, Anselmo, Gribaudo, Paolini. Si racchiude così in Fausto Melotti, e nel volume a lui dedicato, un legame profondo tra le arti, tale da rispecchiare il lavoro della Fondazione Cosso che, dal 2008, propone occasioni di dialogo e contaminazione tra diverse espressioni e discipline artistiche. Catalogo della mostra a Castello di Mirandolo (San Secondo di Pinerolo, 11 novembre 2017-11 febbraio 2018)."" -
Nancy Genn. Architecture from within. Ediz. italana e inglese
Una monografia dedicata alle opere dell’artista californiana, architetture dell’anima chernci proiettano in una dimensione rarefatta,rnin continuo divenire.rnrnNancy Genn, artista californiana poliedrica e transnazionale, esprime in modo originale la propria interdisciplinarietà nel disegno, nella pittura, nella scultura come pure nella grafica. Il suo nomadismo culturale che l’ha portata a viaggiare estesamente in Europa, Asia e Medio Oriente ha influenzato la sua arte creando un’intrigante commistione tra culture orientali ed occidentali, proprie della città in cui è nata e tuttora opera, San Francisco. Nel corso della sua lunga carriera non ha mai cessato di sperimentare utilizzando materiali e tecniche diverse come l’acquerello, la gouache, il monotipo, il collage, lo strappo su carta fatta a mano dall’artista, senza escludere la scultura in bronzo a cera persa e la ceramica. Con una carriera che ha attraversato diverse generazioni di pittura astratta, Genn ha contribuito attivamente alla storia della pittura americana del secondo dopoguerra.rnLa sua produzione artistica è stata evidenziata a livello internazionale nel 1960 dal filosofo critico d’arte Michel Tapié, che pubblicò a Parigi Morphologie Autre, opera fondamentale che introdusse un nuovo concetto di percezione artistica basata su un’inedita morfologia astratta. Egli selezionò un certo numero di artisti operanti in Europa, Stati Uniti, Canada and Giappone e collocò Nancy Genn accanto a Burri, Fontana, Capogrossi, Tàpies, de Kooning, Motherwell, Pollock e Tanaka, fra gli altri.rnQuesta pubblicazione bilingue, a cura di Francesca Valente, offre una selezione di validi saggi sugli aspetti più disparati del lavoro dell’artista californiana e un repertorio iconografico di circa cento opere (comprendenti anche sculture in bronzo e opere a tecnica mista) provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. La monografia, prima nel suo genere, include astratti paesaggi romani e reminescenze di terre esotiche come Taiz, Samarcanda e la Patagonia, luoghi che hanno foggiato fasi diverse del suo iter creativo. -
Hiroshige
"Hiroshige appartiene alla generazione, successiva a quella di Utamaro, in cui si assiste al relativo trascolorare dell'importanza del soggetto rispetto alla qualità della concezione e dell'esecuzione, e in cui si afferma quella che per molti versi può essere definita un'arte di generi stabiliti. La fervida maturità ultima di Hokusai indica per certi versi la via, perché decanta la prolificità dei suoi anni precedenti nella ricerca rarefatta della vitalità lineare e coloristica delle immagini giungendo, oltre ogni stilizzazione convenzionale, a un vero e proprio stile, a un pensiero fatto immagine. [...] Hiroshige è figlio di Ando Genuemon, e gli viene dato il nome di Tokutard. Il padre è ufficiale della Brigata del Fuoco, un incarico ereditario che gli viene dal ruolo di samurai di rango minore al servizio dello shògun. Nella caserma dei pompieri vive anche Okajima Rinsai, il primo maestro che già nel 1806 gli insegna i rudimenti della scuola Kano, la pittura tradizionale per eccellenza che Kano Masanobu, il fondatore, aveva orientato nel Quattrocento come evoluzione della pittura cinese, ampliandoli alla conoscenza della prospettiva lineare europea e alle innovazioni naturalistiche introdotte dalla scuola Maruyama-Shijo di Kyoto [...]"""" (dal saggio di Flaminio Gualdoni). Presentazione di Guy de Maupassant." -
Musei civici di Pavia. Pavia longobarda e capitale di regno. Secoli VI-X
La città di Pavia assunse in età tardoantica una particolare importanza commerciale e strategica. Probabilmente per tale motivo fu scelta da Teodorico (490-526) quale seconda capitale, insieme con Verona, del Regno ostrogoto. Questa scelta venne confermata dai re goti successivi e poi ancora in periodo longobardo e carolingio, quando la città fu capitale del Regno italico. Con la distruzione del palazzo reale nel 1024 si diede avvio all'affermazione del libero Comune. Questa guida intende fornire un quadro storico di quei secoli, in cui questa sonnolenta città di provincia fu capitale di un regno, e accompagnare il lettore alla scoperta di reperti occasionali, indizi, testimonianze storiche che evochino i fantasmi di quel lontano passato. -
Hiroshige. Visioni del Giappone. Ediz. a colori
Un volume che raccoglie una selezione di oltre duecento opere che ben esemplificano l'intero percorso artistico del maestro Hiroshige.rnrnConsiderato uno dei maggiori maestri dell'ukiyoe, Utagawa Hiroshige (1797-1858) ha avuto una significativa influenza sulla pittura occidentale europea dell'Ottocento e le sue immagini silografiche e i suoi dipinti su rotolo hanno saputo esprimere al meglio la sensibilità giapponese verso il paesaggio e la natura. Rispetto a Hokusai, con cui si confronta continuamente avendo una trentina d'anni di meno, Hiroshige riesce a portare il paesaggio e la natura al centro della sua opera trasmettendo quel senso di calma e armonia che ancora oggi tutti apprezzano e per le cui qualità è considerato il “maestro della natura”. Hiroshige infatti tratta la figura umana con segni veloci, spediti che talvolta ricordano ai nostri occhi i bozzetti dei manga o delle animazioni (""anime""""), semplificati ed essenziali. Pubblicato in occasione della mostra romana, il volume presenta una selezione di oltre duecento opere che ben esemplificano l'intero percorso artistico del maestro Hiroshige e comprende famose serie di stampe policrome, quali le """"Cento vedute di luoghi celebri di Edo"""" o le """"Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō"""", che raffigurano affascinanti paesaggi di varie località del Giappone e la vivace società dell'epoca; dipinti su rotolo e disegni preparatori raffiguranti immagini di animali, fiori e insetti offrono una panoramica delle migliori tecniche dell'artista. Introdotta dai saggi di Rossella Menegazzo (""""La natura calma di Hiroshige: silografie e dipinti"""") e Sarah E. Thompson (""""Le stampe di Hiroshige al Museum of Fine Arts di Boston. La storia della collezione""""), la monografia è suddivisa in sette sezioni tematiche all'interno delle quali si affrontano le singole serie più significative in modo esemplificativo ed esaustivo: """"Le prime opere""""; """"Immagini di viaggio: Tōkaidō e Kisokaidō (Tōkaidō Hōeidō)""""; """"Fiori, uccelli e pesci""""; """"Vedute di luoghi lontani""""; """"Parodie e umorismo""""; """"Vedute della Capitale Orientale (Cento vedute di luoghi celebri di Edo)""""; """"La produzione pittorica""""."" -
Una fornace a Marsiglia-A furnace in Marseille. Cirva. Ediz. illustrata
Trent'anni di storia del Cirva, il centro internazionale di ricerca e sperimentazione sul Vetro nell'ambito dell'arte contemporanearnrnProgettato come un laboratorio di ricerca, il Cirva - Centre international de recherche sur le verre et les artes plastiques nasce a Marsiglia nel 1986 come un ente statale senza fini di lucro per ospitare artisti, designer e architetti internazionali che desiderano introdurre il vetro nel loro processo creativo: questi artisti, che spesso si confrontano per la prima volta con una materia difficile da padroneggiare, sviluppano i loro progetti assistiti dal team tecnico del Cirva.rnIn questi trent’anni il Cirva ha ospitato circa 200 artisti per vari progetti nei campi dell’arte contemporanea, del design e delle arti decorative: possiede, inoltre, una collezione di 700 opere esposte in musei e centri d’arte in tutto il mondo.rnPubblicato in occasione della mostra veneziana e curato da Isabelle Reiher, direttrice del Cirva di Marsiglia, e da Chiara Bertola, responsabile per l’arte contemporanea della Fondazione Querini Stampalia, il volume propone un’interessante riflessione sulla straordinaria relazione tra arte contemporanea e vetro. Introdotto da un saggio di Norman Rosenthal, Una fornace a Marsiglia ripercorre tre decenni di attività del Cirva attraverso le opere di 17 artisti e designers, in residenza al Cirva negli ultimi trent’anni: Dove Allouche, Larry Bell, Lieven De Boeck, James Lee Byars, Giuseppe Caccavale, Pierre Charpin, Erik Dietman, Hreinn Fridfinnsson, Thomas Kovachevich, Philippe Parreno, Giuseppe Penone, Remo Salvadori, Jana Sterbak, Martin Szekely, Francisco Tropa, Robert Wilson, Terry Winters. -
Lo scrittore inglese
Dopo Il giardiniere inglese (2013), Il viaggiatore inglese (2014) e L’infermiera inglese (2015), Masolino d’Amico torna a raccontare i grandi personaggi che hanno plasmato la cultura inglesernrnUna nuova storia incuriosisce il nostro amico De Witt Henry III, ricercatore maldestro ma entusiasta: quella dei primi grandi romanzieri del passato, i quali appena pubblicati i loro scritti venivano assillati dai lettori che volevano “mettere il naso” e condizionare il destino dei personaggi principali, ai quali si erano affezionati come a persone vive. rnA Samuel Richardson, celebre autore di Clarissa, da lui pubblicato via via che lo scriveva, capitò così di ricevere lettere curiose e vivaci sul capolavoro in corso firmate da una signora anonima. Ne nacque un’amicizia duratura, nonostante la sconosciuta facesse passare quasi due anni prima di rivelarsi allo scrittore... Il giovane studioso americano decide di indagare sulla vicenda, narrandocela a modo suo.rnDopo Il giardiniere inglese, Il viaggiatore inglese e L’infermiera inglese, Masolino d’Amico torna a raccontare i grandi personaggi che hanno plasmato la cultura inglese. -
La mia America
Dopo Gli artisti che ho incontrato, il grande critico d‘arte racconta la sua America: i grandi studiosi, gli architetti, gli artistirnrnA partire dal secondo dopoguerra, Gillo Dorfles viaggia negli States dove incontra personalità di primo piano: conosce i più noti studiosi di problemi estetici e critici d’arte (Thomas Munro, Clement Greenberg, James Sweeney, Alfred Barr, Rudolf Arnheim, György Kepes) e dialoga con alcuni tra i maggiori architetti della East e West Coast (Frank Lloyd Wright, Mies van der Rohe, Louis Kahn, Frederick Kiesler). rnDai suoi soggiorni Dorfles trae spunto per numerosi articoli sulla società, la pittura, l’architettura, il design e l’estetica americana, all’epoca pubblicati su “Domus”, “Casabella”, “Aut Aut”, “La Lettura”, “Metro” e in numerosi cataloghi, articoli che, raccolti ora assieme ad altri scritti inediti in questo volume, ci permettono di approfondire uno dei periodi più significativi e stimolanti della cultura USA, attraverso i racconti e le memorie del grande critico d’arte. rnrn“Dorfles è stato tra i primi critici d’arte a recarsi negli Stati Uniti negli anni immediatamente successivi al conflitto mondiale per approfondire la sua conoscenza sull’arte, l’architettura e la vita negli USA. L’Italia dopo un lungo periodo di oscuramento culturale dovuto alla guerra e alle note vicende politiche che la precedettero, aveva la necessità di aprirsi al resto del mondo per spezzare quell’isolamento che per oltre un ventennio ne aveva condizionato lo sviluppo in molti settori, non ultimo quello socio-culturale. rnGli anni Cinquanta vedono un infittirsi di scambi artistici tra l’Italia e gli Stati Uniti, scambi che avevano iniziato a intensificarsi dopo la presentazione nel 1948 alla Biennale di Venezia della Collezione di Peggy Guggenheim che includeva, tra le altre, opere dei maggiori esponenti dell’Espressionismo Astratto americano…” -(dalla Prefazione di Luigi Sansone) -
Super. Pino Pascali e il sogno americano
"Superman"""", """"supermarket"""", """"superstar"""", """"super power"""". L'affermazione dell'immaginario americano, all'indomani della seconda guerra mondiale, si misura con l'ostentazione di un'egemonica superiorità, non solo economica e politica, ma anche e soprattutto culturale. Nel bozzetto """"Super"""" dei primi anni sessanta, Pino Pascali, da sempre affascinato dall'immaginario pop statunitense - specie nei ripetuti e dichiarati omaggi a Jasper Johns - sembra tracciare i segni distintivi della cultura visuale americana, anticipando molti dei processi della progressiva influenza postcoloniale in tutto l'Occidente. Questo volume racconta le vicende di quel bozzetto a pastello, oggetto di un attento restauro, e ne offre una riattualizzazione in grado di ricostruire il problematico """"sogno americano"""" preconizzato dallo stesso Pascali: ne deriva una narrazione allegorica che tiene insieme il dollaro e i simboli della democrazia americana, 10 zio Sam di """"I Want You"""" e quello evocato da Bob Dylan, 11 western e le armi, la Coca-Cola e la pubblicità, la letteratura di Foster Wallace, il jazz di Billie Holiday, il teatro dei Living Theatre e l'immaginario cinematografico, fino a raccordare, con ironica preveggenza, la parabola del potere federale da Abraham Lincoln a Donald J. Trump. Postfazione di Francesco Paolo Sisto." -
Enrico Baj. Dal «De rerum natura» alle «Montagne»
Con questo volume si inaugura la collana ""Visti da vicino"""", curata dalla Direzione della Casa Museo Boschi di Stefano, per promuovere e divulgare i nuovi studi e le più recenti ricerche dedicate alle opere della collezione di Antonio Boschi e Marieda Di Stefano e alle questioni di museologia inerenti la Casa Museo. Argomento del libro sono le opere di Baj oggi esposte nelle stanze della ex scuola di ceramica, aperta per l'occasione al pubblico nel dicembre 2017. L'indagine approfondisce il legame che unisce le tavole del De rerum natura al ciclo pittorico delle Montagne, fra i due cicli viene riconosciuta una relazione che potrebbe essere alla base dell'interesse collezionistico dei coniugi Boschi Di Stefano. Mentre Martina Corgnati approfondisce il contesto artistico in cui Baj ha operato, oltre che il linguaggio e il significato del De rerum natura nella produzione dell'artista, Alessandra Tibiletti analizza le opere dal punto di vista materico, rintracciando nelle peculiarità dei mezzi espressivi usati dall'artista i presupposti necessari alla messa a punto delle soluzioni espressive delle Montagne, che dalle opere grafiche traggono il fondamento poetico dell'universo germinale della pittura. Le ricerche sono arricchite dalle informazioni reperite tra i documenti ritrovati nelle stanze della ex scuola di ceramica e da una accurata bibliografia delle singole opere."" -
Renzo Piano, G124. Diario delle periferie. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: Marghera.
Dopo il quartiere Giambellino di Milano, continua il “rammendo” delle periferie italiane ad opera di Renzo Piano e del suo gruppo di lavoro, il G124.rnrnDopo il lavoro del 2015 sul multietnico quartiere Giambellino, una delle storiche periferie milanesi, il progetto di Renzo Piano che prende il nome G124 dalla stanza al Senato del “Geometra” (copyright suo, autoironico) ha puntato nel 2016 su Marghera con un obiettivo ambizioso. Realizzare, con un tutor entusiasta (Raul Pantaleo) e una squadra di giovani architetti motivatissimi (Laura Mazzei, Anna Merci, Nicola Di Croce), piccoli-grandi interventi per dimostrare che “anche nel posto più brutto c’è qualche angolo dove puoi vedere la bellezza. E Marghera non è una delle periferie più brutte”.rnI numerosi sopralluoghi, un’attenta lettura della struttura urbana e i primi incontri informali effettuati per indagare le dinamiche sociali hanno consentito al gruppo G124 di individuare nel tessuto di Marghera quelle aree di margine che mostrano una prossimità inedita tra contesti e funzioni. L’area industriale di Porto Marghera rappresenta oggi una vera e propria barriera invalicabile, un confine che segna rigidamente il limite del quartiere residenziale, e che ne impedisce l’affaccio sulla laguna. Lo sviluppo industriale degli anni trenta del secolo scorso, culminato alla fine degli anni novanta, ha generato danni ambientali irreversibili a cui soltanto lunghe e costosissime bonifiche possono porre rimedio.rnPartendo da queste premesse, per ciascun ambito il gruppo G124 ha immaginato una visione su cui strutturare la proposta progettuale. Questo libro ne racconta la storia. -
Turner. Opere dalla Tate. Ediz. a colori
Il volume presenta oltre novanta opere d'arte, tra schizzi, studi, acquerelli, disegni e una selezione di oli, di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), famoso per le sue opere a olio e ad acquerello, nonché uno dei più grandi maestri britannici nella pittura di paesaggio, tanto da meritare il soprannome di ""pittore della luce"""" e da essere considerato un anticipatore del movimento impressionista. Conservate presso la Tate Britain di Londra e conosciute oggi come Lascito Turner, le opere provengono dallo studio personale del pittore e sono state """"realizzate per suo proprio diletto"""", secondo la bella espressione del critico John Ruskin: un piacere estetico e visivo che conserva ricordi di viaggi, emozioni e frammenti di paesaggi visti durante i suoi soggiorni all'estero. La monografia curata da David Blayney Brown, uno dei maggiori esperti mondiali dell'artista inglese, permette di esaminare l'intera produzione di J.M.W Turner e di penetrare in modo unico nella mente, nell'immaginazione e nei risvolti privati di uno dei più grandi artisti del romanticismo, che con la sua pittura influenzò più di una generazione di artisti e, appunto, pose le basi per la nascita dell'impressionismo."" -
Divina sezione. L'architettura italiana per la Divina Commedia. Ediz. a colori
La rappresentazione dei tre mondi attraversati da Dante all'interno della Divina Commedia ha appassionato per secoli artisti, illustratori e scienziati visionari. Da Botticelli a Galileo passando per Gustave Doré e Dalí, sono stati in tanti a cercare di riprodurre, attraverso potenti immagini, spazi, atmosfere e paesaggi dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Nel '900 Giuseppe Terragni è stato il primo a dare forma architettonica all'immaginario dantesco attraverso il progetto mai costruito del Danteum a Roma, immaginando il viaggio ultraterreno come fosse un'esperienza spaziale oltre che spirituale, resa tangibile attraverso gli strumenti dell'architettura. Il volume che accompagna la mostra ""Sezioni. L'architettura Italiana per la Divina Commedia"""", ospitata come prima tappa alla Reggia di Caserta, si propone di dare spazio a una visione contemporanea dell'escatologia dantesca, presentandp i disegni di oltre settanta architetti di diverse generazioni che hanno creato una personale visione contemporanea dei mondi raccontati nella Divina Commedia. Autori come Francesco Venezia, Paolo Portoghesi, Cherubino Gambardella, Aimaro Isola, Francesco Librizzi, Andrea Branzi e Franco Purini sono solo alcuni degli architetti che hanno contribuito con disegni originali a questa sfida visiva e intellettuale. Il libro è arricchito da contributi critici del dantista Riccardo Bruscagli oltre che da una serie di saggi di Alfonso Gambardella, Chiara Ingrosso, Simona Ottieri e Luca Molinari. La relazione visiva e concettuale tra l'immaginario tradizionale dantesco e una sua interpretazione attuale viene utilizzata come spunto per una riflessione più ampia che guarda al complesso e mutevole confronto tra racconto e immagine, filtrata attraverso visioni potenti e originali che riflettono sulla fragile natura del mondo contemporaneo riletto attraverso gli occhi di Dante."" -
I misteri della cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere. Ediz. a colori
La visione di testi medievali di straordinaria rarità, esposti nell'ideale labirinto della Cattedrale di Piacenza, altro non è che la rappresentazione del labirinto del sapere, metafora del tentativo dell'uomo di afferrare la conoscenza. Il volume offre un coinvolgente e articolato percorso, un viaggio attraverso la città e il suo territorio nel Medioevo, esplorandone la società, l'arte, la letteratura, la musica, la filosofia, le scienze in uno dei periodi più complessi e affascinanti della storia della civiltà europea. -
I manifesti del maggio francese. Ediz. illustrata
Un pianoforte a coda nel cortile della Sorbona. Le barricate nel Quartiere latino. Dieci milioni di lavoratori in sciopero e gli studenti al loro fianco in un grande movimento che paralizza Parigi e catalizza l'attenzione del mondo intero. Sui muri della capitale slogan e ""affiches"""" che incitano alla rivolta e all'amore. È l'immaginazione al potere. Più di trecento manifesti, ognuno dei quali creato, stampato e affisso per le strade nel giro di qualche ora, in risposta alle provocazioni dell'establishment. Un confronto serrato tra gli studenti dell'""""Atelier Populaire"""" e il potere, che porta l'arte del cartellone a un livello di dialettica con l'attualità senza precedenti. Bruno Stucchi, designer e editore di musica d'avanguardia ci conduce alla (ri)scoperta di una delle espressioni più vitali e ancora attuali della grafica di protesta. Se quella febbrile produzione di pochi mesi è ancora viva allo sguardo è infatti per il senso di urgenza che esprimeva, perché quelle istanze e quei bisogni sono ancora qui.""