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Francesco Borromini. La vita e le opere. Ediz. illustrata
Francesco Borromini è diventato negli ultimi decenni una delle figure centrali nel dibattito sulla storia dell'architettura occidentale, e al suo profilo di artista e alle sue opere sono stati dedicati libri, convegni, un numero impressionante di saggi e persino diversi romanzi ispirati alla sua vita e alla rivalità rispetto a Bernini. Nato a Bissone, sulle sponde del lago di Lugano, nel 1599, Borromini trascorre la sua adolescenza a Milano iniziando la sua formazione intellettuale nel clima creativo della città borromaica. Giunto a Roma intorno ai vent'anni, inizia a lavorare nella Fabbrica di San Pietro come scarpellino e incontra Carlo Maderno, suo lontano parente, che ne scopre le doti di architetto avvalendosi della sua collaborazione nella chiesa di Sant'Andrea della Valle. Alla morte del Maderno Bernini lo sceglie come collaboratore per il baldacchino di San Pietro e per il palazzo Barberini, fino a che, nel 1636, avviene tra i due una rottura che segna l'inizio di una rivalità destinata a diventare leggendaria. Le sue opere principali sono le chiese di San Carlo alle Quattro Fontane, di Sant'Ivo alla Sapienza, di Santa Maria dei Sette Dolori e di Sant'Andrea delle Fratte e gli interventi nei palazzi Falconieri, Giustiniani, Carpegna e di Propaganda Fide. Innocenzo X, nell'imminenza del giubileo del 1650, gli affida l'incarico più importante della sua vita, il restauro della costantiniana basilica lateranense. Nonostante il valore e il significato di questo restauro, che conserva come reliquie le mura della basilica paleocristiana, Borromini rimane insoddisfatto per la mancata realizzazione della volta che aveva progettato. Negli ultimi anni della sua vita il lavoro diminuisce e l'architetto, pur realizzando ancora dei capolavori come il campanile e la cupola di Sant'Andrea delle Fratte, la cappella dei Re Magi e la facciata del palazzo di Propaganda Fide, diventa sempre più malinconico e inquieto fino al gesto estremo del suicidio avvenuto nel 1667, che non gli impedisce però, prima di morire, di ravvedersi e di raccontare il tragico evento in una drammatica confessione rilasciata al suo medico, messa in musica da due musicisti contemporanei, Salvatore Sciarrino e Peter Maxwell Davies. -
Lorenzo Lotto. Catalogo generale dei dipinti. Ediz. illustrata
Su Lorenzo Lotto negli ultimi decenni si sono moltiplicati gli studi, anche in virtù di un'intensa offerta espositiva, culminata di recente nella mostra dedicata ai suoi Ritratti dal Museo del Prado di Madrid e della National Gallery di Londra (2018-19). Tuttavia gli ultimi cataloghi completi ragionati dei suoi dipinti sono quelli confezionati nel 1975 da Rodolfo Pallucchini e Giordana Mariani Canova (per la collana ""Classici dell'arte Rizzoli"""": L'opera completa del Lotto) e da Flavio Caroli (Lorenzo Lotto, Edizioni d'Arte Il Fiorino, Firenze; riedito nel 1980 con il titolo Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna, Fabbri, Milano). Nel frattempo la bibliografia sull'artista è letteralmente esplosa, ci si è avvalsi di nuove tecniche e di nuovi metodi interpretativi e sono riemerse opere, anche importanti, fino ad allora sconosciute o dimenticate. Il volume offre, nella forma canonica dei Catalogues raisonnées, uno strumento aggiornato sui dipinti attribuiti al maestro (ripartiti in varie sezioni: autografi, dubbi, di bottega, espunti, perduti, nonché copie da originali perduti), che vengono analizzati anche sulla base di un regesto documentario completo e con un ricchissimo apparato illustrativo. L'impresa è stata realizzata da Enrico Maria Dal Pozzolo - autore di vari studi sul maestro, nonché curatore delle ultime mostre a lui dedicate - con la collaborazione di Raffaella Poltronieri e Marta Paraventi."" -
Humanitas campus. Architettura per la società e la conoscenza. Ediz. italiana e inglese
La modernità dell'architettura pensata per l'uomo, dunque la bellezza mai fine a se stessa ma sempre con l'uomo al centro. Un ospedale architettonicamente bello e innovativo, un Policlinico e un Politecnico: attività clinica, ricerca, didattica sono da sempre le tre anime di Humanitas. Humanitas nasce ed è così. -
Eros Bonamini. Ediz. italiana e inglese
Una monografia completa e aggiornata dedicata all'opera di Eros Bonamini (1942-2012). Eros Bonamini è stato un protagonista nel panorama dell'arte del XX secolo; fin dai suoi esordi, agli inizi degli anni Settanta, nella ricerca di Eros Bonamini si palesavano consapevolezza e coerenza, unite in una ricerca continuativa ed in costante tensione progettuale. Nel 1975, esponeva le sue Tabelle pittoriche nella veronese Galleria dello Scudo: opere inaugurali dell'intero suo percorso creativo, campi monocromi l'uno in successione all'altro, capaci di porre in discussione, fino all'ipotesi d'abbandono, le possibilità rappresentative del dipingere. Curata da Francesco Tedeschi, la monografia ripercorre la lunga carriera dell'artista dalle opere della serie dei Cementi, dei Nastri e degli Inchiostri realizzate fra il 1975 e il 1978 ai lavori degli anni 1980-1990 in cui la tela si impregna di colore, per contatto o iniezione, alle celebri Cronotopografie (letteralmente scritture di spazio e tempo): da quelle pittoriche (caratterizzate da una costante tendenza alla semplificazione) a quelle realizzate con i plexiglas, neutri o colorati, da quelle costruite con la furia dell'azione sui metalli specchianti (dove l'oggetto contundente è metronomo dell'azione reiterata e violenta) all'indagine sulle carte e sulle tele bruciate, sovrapposte le une sulle altre in composizioni che contemplano dittici di ampie dimensioni, verificando il confronto di linguaggio e di temporalità tra pitture, bruciature, addensamenti e rarefazioni nei perimetri del supporto. Introdotta dai contributi di Klaus Wolbert (Perì Physeos. Philosophia naturalis di Eros Bonamini tra osservazione sperimentale e riflessione filosofica) e Francesco Tedeschi (Tempo Numeri Spazi), la monografia presenta un'ampia sezione dedicata alle opere (a cura di Francesco Tedeschi) suddivisa in capitoli: Pittura (Monocroma); Stesure e Cronotopografie su cemento; Le ""Acque ossigenate"""" come processi oggettivi di temporalità; Cronotopografia come misurazione del Tempo individuale; Le varianti del """"Segno traccia"""";""""Vanitas"""" come consumazione del Tempo. Combustioni, incisioni, plexiglass e acciai. Seguono due dichiarazioni di poetica di Eros Bonamini, l'Antologia di testi critici, la biografia (a cura di Ilaria Bignotti) e gli apparati (a cura di Chiara Rigolli) comprendenti l'elenco delle mostre personali e collettive rilevanti per l'opera di Eros Bonamini e la bibliografia."" -
#HashtagArt. Dallo stile alla neutralizzazione. Ediz. italiana e inglese
Questo saggio non ha pretese di verità assoluta, è stato scritto come un piccolo abbecedario e raccoglie una selezione delle analisi comparative dell'autore tra gli artisti di maggior successo (con qualche emergente)che hanno determinato un'evoluzione artistica e sociale nel percorso di 118 anni che il presente scritto racconta e illustra. Vedremo, quindi, il secondo e il terzo Novecento dell'arte evolversi attraverso cinque principali scenari temporali: dai Baby Boomers alla Generazione X, per arrivare alle Generazioni Xennial, Y e Millennial, che sempre più spesso sperimentano nuovi e vecchi media, intesi come sistemi atti a ""neutralizzare l'opera d'arte"""" per renderla universale e riconoscibile per il vasto pubblico. Con comparazioni grafiche tra arte, cinema, musica e costume, Gabriele Romeo racconta, per mezzo di una narrazione di facile comprensione, molti dei protagonisti che hanno attraversato e valicano tutt'oggi gli atteggiamenti stilistici che oggi, più che mai, riscontriamo nella concretezza oggettuale di un'opera d'arte come elementi di neutralizzazione. L'autore smonta e dimostra, opera per opera, autore per autore, probabili soluzioni alle incognite che vedono il manifestarsi dell'arte contemporanea con un gioco attivo dentro il ruolo sociale ed antropologico svolto dall'uomo del nostro tempo."" -
Ex Africa. Storie e identità di un'arte universale. Ediz. illustrata
"Dall'Africa sempre qualche sorpresa"""", lo segnalava già Plinio il Vecchio scrivendo """"ex Africa semper aliquid novi"""". Qui, il titolo """"Ex Africa"""" allude anche a qualcosa d'altro, a un mondo che ormai non esiste più, definitivamente mutato nell'impatto con la modernità e con il modello culturale occidentale. Il sottotitolo, Storie e identità di un'arte universale, è la chiave interpretativa del racconto, fatto di storie d'arte e non solo; quindi anche storie di uomini e di incontri, di passato e di presente, a testimonianza del carattere contemporaneo di queste tematiche. Il volume, con oltre duecentocinquanta opere, raffinate testimonianze di grandi culture, traccia un viaggio nel tempo e nei luoghi tra l'XI e il XXI secolo, documentando, in nove sezioni, le, storie delle esplorazioni portoghesi del XV e XVI secolo e quelle dei grandi regni africani, l'eredità stilistica che le avanguardie storiche e la cultura europea hanno rielaborato nel secolo scorso e le dirompenti proposte di un'arte africana contemporanea." -
Storie dell'arte per quasi principianti
I numeri dei visitatori di mostre e di musei vanno di giorno in giorno aumentando, tanto da farci interrogare sulla richiesta di un'offerta culturale che sembrerebbe essere più urgente, ma che, con sempre maggiore frequenza, si esaurisce nella superficialità e nella frettolosità. L'interrogativo di cosa rimanga dell'esperienza di visita ai milioni di turisti che si trascinano stancamente nelle sale dei grandi musei o che si accalcano negli spazi dell'ennesima mostra dedicata agli impressionisti è alla base dell'idea di questo libro, con l'ambizione di trasformare l'incontro con l'opera d'arte in una festa dove consapevolezza e godimento dialogano tra loro. Decifrare e raccontare il concetto mutevole dell'opera d'arte e della bellezza, attraversarne la storia, è operazione di certo non facile, ma è possibile coniugare la conoscenza con l'emozione. Si tratta di fornire, anche ai non addetti ai lavori, alcuni strumenti disciplinari e alcune riflessioni metodologiche servendosi della chiave narrativa che, come scrive Tahar Ben Jelloun, ""è un omaggio all'inesauribilità del reale e apre porte e finestre su un universo più intimo"""". Articolato in cinque capitoli che affrontano tematicamente la Storia dell'Arte tra Quattrocento e Settecento (contesto, """"etichette"""" storico-artistiche, soggetto, stile, eredità artistiche), con alcune incursioni finali nel XXI secolo, questo libro è rivolto a studenti e """"principianti"""" che vogliano scoprire i molteplici codici interpretativi dell'arte, riflettendo al contempo sugli strumenti che possono renderci maggiormente familiari musei e monumenti che costellano le nostre città e il nostro territorio."" -
Hildegard von Bingen. Viaggio nelle immagini. Ediz. a colori
Il significato del complesso testo profetico di Hildegard von Bingen, tra simbolismi e visioni.rnrn“Le cose che non vedo non le conosco.”rnrnCosì Hildegard von Bingen (1098-1179) descrive le visioni mediante le quali attinge alla conoscenza delle realtà cosmiche, umane e divine.rnQuando l’urgenza di trasmettere questo messaggio si fa ineludibile, Hildegard dà inizio alla scrittura di Scivias – “conosci le vie” –, nel tentativo di trasformare in linguaggio umano quello che vede e ode.rnA distanza di quasi novecento anni, Viaggio nelle immagini è il primo libro che, a partire dall’elemento iconografico, illustra il complesso testo profetico della santa e dottore della Chiesa.rnDi grande rilevanza il capitolo che presenta le 35 miniature riprodotte a grandezza originale, accompagnate da un sintetico racconto della visione e da una legenda che ne chiarisce il significato simbolico. A queste tavole, che offrono una Grammatica del simbolo, seguono le pagine riccamente illustrate della Retorica, dove la lettura per temi che attraversa tutta l’opera di Hildegard è resa evidente.rnGrazie a un prezioso lavoro analitico, frutto di sette anni di ricerca, la profondità dello scritto originale della mistica tedesca trova in questo volume uno strumento unico nel suo genere per raggiungere il lettore. rnIn questo modo la bellezza ritrovata delle immagini scopre una nuova potenza, che, giungendo fino al nostro tempo, risulta più che mai attuale per guidarci nelle complesse vie della conoscenza e della sapienza. -
Hito Steyerl. The city of broken windows. Ediz. italiana
Artista visiva e film-maker, Hito Steyerl (Monaco di Baviera, 1966) è tra le figure più influenti del nostro tempo. Le sue opere sono riflessioni critiche sull'epoca digitale contemporanea e si concentrano sul ruolo pervasivo della tecnologia e della circolazione delle immagini nell'era della globalizzazione. Le sue installazioni, sconfinando dal cinema all'arte visiva, sono ambienti architettonici immersivi che indagano quanto la tecnologia e l'Intelligenza Artificiale plasmino oggi il reale e la sua esperienza. Questo catalogo accompagna la mostra The city of broken windows (La città delle finestre rotte, 2018) al Castello di Rivoli e contiene saggi inediti di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio, curatori della mostra, e della storica dell'arte femminista Griselda Pollock. Per l'occasione sono pubblicati per la prima volta i testi dell'artista ""The city of broken windows"""" (""""La città delle finestre rotte"""", 2018) e """"The city of unbroken windows"""" (""""La città delle finestre non rotte"""", 2018) nonché la traduzione italiana dell'importante saggio """"In defense of the poor image"""" (""""In difesa dell'immagine povera"""", 2009). Riccamente corredato da un'ampia sezione di immagini della mostra, il volume ospita una cronologia scientifica delle esposizioni, delle proiezioni e delle conferenze dell'artista accompagnata da un'antologia di saggi critici e interviste dal 1998 a oggi, con scritti di Anna Altman, Manuela Ammer, Julieta Aranda, Marius Babias, Camila Bechelany, Jochen Becker, Franco """"Bifo"""" Berardi, Fred Camper, Lauren Cornell, T.J. Demos, Thomas Elsaesser, Harun Farocki, Joào Fernandes, Alwin Franke, Lynn Hershman Leeson, Marvin Jordan, Ann Kaneko, Heinz Kersten, Adam Kleinman, Brian Kuan Wood, Pablo Lafuente, Gil Leung, Maria Lind, Sven Liitticken, Anja Osswald, Trevor Paglen, Laura Poitras, Bert Rebhandl, Isabella Reicher, David Riff, Daniel Rourke, Berta Sichel, Roberta Smith, Kerstin Stakemeier, Anton Vidokle e Reinhard W. Wolf. Catalogo della mostra (Rivoli, 1 novembre 2018-30 giugno 2019)."" -
Leoncillo. Materia radicale. Opere 1958-1968. Ediz. illustrata
Il catalogo, con una selezione di sculture di grandi e medie dimensioni scelte tra le più significative del periodo, realizzate in terracotta o in grès, propone un percorso scandito dalle tematiche che connotano la ricerca di quegli anni, oggetto di costante interesse da parte della critica più autorevole sia italiana che straniera. Le opere, eseguite tra il 1958 e il 1968, vantano un curriculum espositivo di prim'ordine, segnato dalla loro presenza in varie edizioni della Biennale di Venezia, in rassegne allestite in importanti musei di tutta Europa, comprese le iniziative dedicate alla scultura italiana promosse da Palma Bucarelli. Dai numerosi rimandi iconografici scelti a illustrare i testi emerge la tensione di Leoncillo nel conferire alla creta un impulso vitale pur in un linguaggio aniconico, alla ricerca di un cromatismo che nasce dall'interno, dalla natura stessa della materia, che si fa ""radicale"""", appunto, nel dare piena espressione alle sue componenti primarie. Ricco di notizie inedite relative soprattutto ai riscontri d'oltreoceano, Leoncillo, materia radicale. Opere 1858-1968 è introdotto dal saggio del curatore Enrico Mascelloni, che analizza la ricerca dell'artista inquadrandola in un ampio contesto denso di riferimenti. Segue l'indagine elaborata da Martina Corgnati sulle fonti arcaiche e classiche che hanno ispirato l'immaginario dello scultore, stabilendo collegamenti diretti con la statuaria etrusca, greco-romana e medievale. Marco Tonelli affronta una rilettura critica del Piccolo diario redatto da Leoncillo tra il 1957 e il 1964, oggetto di una pubblicazione separata in cui il documento è riprodotto per la prima volta in copia anastatica. Le opere esposte sono illustrate dalle fotografie di Agostino Osio e corredate da schede critiche con una puntuale ricostruzione della vicenda espositiva e bibliografica. Completano il volume ulteriori approfondimenti: Alessandra Caponi affronta l'impegno dell'artista per committenze pubbliche e private; Lorenzo Fiorucci commenta la corrispondenza con figure di spicco della critica dell'epoca come Roberto Longhi e Cesare Brandi; Laura Lorenzoni ripercorre l'iter biografico dello scultore relativamente al periodo preso in esame. In chiusura figurano il repertorio delle mostre personali tra il 1958 e il 1968 e un'antologia critica a cura di Elena Dalla Costa, oltre a un'ampia e aggiornata sezione di apparati."" -
«Senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell'organizzazione». 1919-1981
"Il suo congedo alla vita fu inaspettato. La morte lo colse all'età di sessantuno anni. Aveva vissuto tre, forse quattro vite; forse aveva ancora molto da dare, questo non si può dire; di certo, esce di scena come uno sconfitto sul breve periodo, ma come un vincente lungo tutto il secolo e oltre. Infatti, l'eleganza innata, la versatilità oratoria al pari della tracotante difesa delle sue idee e dell'ingombrante presenza per quarant'anni sulla scena culturale italiana, ne fanno uno dei protagonisti del XX secolo. Sta ora a noi cogliere gli aspetti più innovativi del suo discorso, che non si arresta a quelli esclusivamente teatrali, ma all'intera società, avendo lui vissuto alcuni degli sconvolgimenti più tragici ed entusiasmanti della nostra modernità."""" (Fabio Francione)" -
Noi. Non erano solo canzonette (1958-1982). Ediz. a colori
Penso che un sogno così non ritorni mai più. Gli anni che hanno rivoluzionato tutti gli aspetti sociali, etici ed economici del nostro Paese, raccontati dalla musica che ha saputo parlarne il linguaggio, descriverne i fatti, respirarne il clima e restituirne le emozioni. Dall'abbraccio di Domenico Modugno sul palco di Sanremo nel 1958 a quello di Paolo Rossi nella notte di Madrid del 1982, che laureò l'Italia campione del mondo, ""Noi. Non erano solo canzonette"""" tocca ogni aspetto della vita sociale, del costume, della cronaca, del lavoro e dei cambiamenti nelle convinzioni etiche e morali di quegli anni. A costante contrappunto, cento canzoni italiane selezionate nel repertorio di quel periodo costituiscono una chiave di lettura e di approfondimento. Un """"passo a due"""" fra musica e società, dove gli stili di vita, le mode, le relazioni interpersonali e perfino le stesse istanze sociali si influenzano reciprocamente. Nel volume, curato da Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna e Lucio Salvini, con la partecipazione di Fabri Fibra, Vittorio Nocenzi, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini, sfileranno il mutare del profilo delle città e delle campagne (Il boom), l'avvento del consumismo (Carosello), la conquista del tempo libero e delle vacanze di massa (Abbronzatissimi), l'emancipazione femminile (Pensiero stupendo) e giovanile (L'esercito del surf), le rivendicazioni sociali e i movimenti studenteschi (C'era un ragazzo che come me), le contrapposizioni tra laici e cattolici (Dio è morto), le lotte operaie (Contessa), il terrorismo (La locomotiva), le radio libere (Musica ribelle), le discoteche (La febbre del sabato sera) e infine il riflusso, che darà inizio agli edonistici anni ottanta (Splendido splendente). Catalogo della mostra (Torino, 22 marzo-7 luglio 2019)."" -
Maurice Marinot. Il vetro 1911-1934. Ediz. illustrata
Un omaggio al grande artista francese che ha posto le basi del vetro contemporaneo grazie alla sua personale sperimentazione su forma e tecnica. Pubblicato in occasione della mostra organizzata da ""Le stanze del vetro"""" in collaborazione con il Museo di Arti Decorative di Parigi, il volume indaga questa figura fondamentale per la storia del vetro moderno attraverso oltre 200 pezzi unici provenienti da prestigiosi musei e oltre cento disegni preparatori, tra schizzi e progetti per oggetti e per allestimenti. Protagonista di una rivoluzione, nella tecnica quanto nel gusto, infaticabile sperimentatore, Maurice Marinot (1882-1960) ha inventato formule di lavorazioni della materia emulate nei decenni a venire. Dopo una formazione parigina, la sua carriera prende avvio come pittore fauve, esponendo sovente col gruppo, ma è col vetro, al quale si avvicina quasi casualmente nel 1911, che trova la via della sua unicità. Già le sue prime prove presentano una forte unicità, poiché distanti da modelli precedenti e perché i motivi decorativi scelti dialogavano con eventuali anomalie della materia. Nel 1912 partecipa al Salon e dall'anno seguente inizia ad essere rappresentato dalla prestigiosa Galleria Hébrard (1913). Il rapporto col vetro diviene negli anni sempre più fisico e Marinot arriva a padroneggiare la tecnica e, a partire dal 1922-1923, soffia egli stesso creando pezzi unici dalle forme originali e dalle colorazioni raffinatissime. Passa da forme pulite dalle superficie lisce, che giocano con le bolle d'aria sospese nello spessore, a flaconi e vasi che incide con tagli profondi, o corrode con lunghi passaggi nell'acido. Anche quando mantiene il vetro trasparente, sottolineando la fluidità della massa lavorata a caldo, permane una forte sensualità tattile. Il volume documenta l'intera produzione del maestro vetraio, dalle prime realizzazioni a smalto ai vetri soffiati e modellati, e presenta i contributi di Pasquale Gagliardi, Olivier Gabet, Jean-Luc Olivié, Cristina Beltrami, Véronique Ayroles, Rossella Froissart, Jared Goss, Maurice Marinot."" -
Marco Bravura. Ardea purpurea. Ediz. italiana, inglese e russa
"Il mosaico è una fenice: come l'uccello mitico muore e rinasce costantemente. Carl Gustav Jung le dedica una attenta analisi nel suo testo fondamentale 'Symbole der Wandlung', e spiega la genesi del sogno che è pure la sorgente dell'arte: 'come dice la credenza antica la divinità o il demone parla una lingua simbolica al dormiente e l'interprete deve risolvere l'enigma'. È questa la sfida che Marco Bravura ha raccolto e che ha portato alla massima esaltazione nella realizzazione della grande Fenice posta nella sua Ravenna. Trasformare il mosaico in scultura è di per sé una scommessa: trasfigura una pratica antichissima e la proietta in dimensioni che gli antenati non avrebbero mai osato affrontare."""" (Philippe Daverio)" -
Romualdo Locatelli. Viaggio artistico da Roma, la Città Eterna a Bali, l'Isola degli Dei. Ediz. italiana e inglese
Romualdo Locatelli (1905-1943) è l'artista italiano più rappresentativo di quel particolare panorama pittorico orientalista denominato ""Mooi Indië"""". Dai primi successi all'Accademia Carrara e poi a Brera, infine con lo studio romano nella celebre via Margutta, diventò il ritrattista del Vaticano e della famiglia reale italiana, ma raggiunse l'apice della sua produzione artistica a Bali, l'Isola degli Dei. Tutto il sud-est asiatico è stato una musa per Locatelli, ipnotizzato dalla natura selvaggia e incontaminata, dalla sensualità intensa e sofisticata delle donne, dal mistero e dalla diversità di queste terre sconosciute. L'esperienza orientale, insieme alla sua passione per l'osservazione della natura umana e la continua ricerca, attraverso la pittura, della sua essenza più profonda, possono essere considerate allo stesso tempo il pilastro e lo spartiacque della sua vita. Questo volume, grazie a una straordinaria selezione di opere dell'artista, alcune delle quali ancora inedite, e arricchito da foto d'epoca, lettere e documenti raccolti nell'Archivio Locatelli, introdurrà il lettore nel tormentato e meraviglioso mondo interiore di Romualdo Locatelli, dalle origini in Italia, dove mosse i primi passi grazie alla straordinaria formazione artistica ereditata dalla sua famiglia, sino ai viaggi in Oriente: qui trovò la dimora ideale per il suo essere e una cassa di risonanza per il suo grande talento e la sua affascinante personalità."" -
Prato. Fabbrica natura. Il nuovo piano operativo. Ediz. a colori
La molteplicità di operazioni prodotte negli ultimi anni a Prato, principalmente attraverso il recente Piano Operativo, è testimonianza di un fenomeno che merita di essere osservato e studiato. Il caso di Prato, attraverso la sua originale visione del tema ambientale, la sua intrinseca vocazione alla trasformazione e al riuso, l'imponente percorso partecipativo e comunicativo, ha messo in luce una nuova modalità di pensare la pianificazione urbanistica, delineando un nuovo approccio teorico/applicativo per la città contemporanea. Inscrivibile nella parentesi disciplinare nordamericana del Landscape Urbanism, il Piano Operativo evidenzia una specifica originalità metodologica, espressa attraverso il corpus degli obiettivi e delle strategie espresse, inquadrati principalmente in una lente transdisciplinare e innovativa, al punto da poter diventare un modello esportabile e virtuoso di pianificazione contemporanea. Già luogo di sperimentazioni urbane d'eccellenza ispirate dalla sua struttura di città fabbrica - tra le quali le tesi di Laurea di Branzi e Morozzi sulla piana tra Prato e Firenze, la celebre No-Stop City, gli studi sulla Città Operaia di Paolo Deganello, il Piano Strutturale di Bernardo Secchi - il nuovo Piano Operativo rinnova Prato come laboratorio urbano permanente, attraverso due strategie: la tecnologia della Natura e il progetto come ologramma del piano. Grazie alla solida esperienza, alle scelte operate dall'Ufficio di Piano e alle consulenze eccellenti - tra le quali quella di Stefano Mancuso sui Green benefit e di Stefano Boeri sulla Forestazione Urbana - Prato formula quindi una città integralmente ""resiliente"""" pur nel suo """"sviluppo"""", e attraverso l'ecologia rispondere alle sfide globali del climate change ma anche a quelle locali del benessere dei cittadini, ripensando le scale, i metodi e gli strumenti dell'urbanistica come tradizionalmente intesa."" -
Alfred Hitchcock. Il cinema ai bordi del nulla. Ediz. illustrata
Rappresentante supremo della settima arte, regista di grandi capolavori, pietra miliare del cinema mondiale, nel corso della sua carriera Alfred Hitchcock (1899-1980) ha girato oltre cinquanta film, dagli esordi nel cinema muto alle pellicole degli anni Settanta che hanno terrorizzato intere generazioni.rnrn«Interessante è soprattutto il punto di vista, che si sposta dalle immagini approdate sullo schermo al ""dietro la camera"""" mostrandoci momenti cruciali della elaborazione dei film» - Irene Bignardi, Il Venerdìrn Trame avvincenti, montaggio originale, ingegno, abilità magistrale nel tenere viva la tensione fotogramma dopo fotogramma: questi gli ingredienti che hanno reso Hitchcock una vera e propria icona della storia del cinema, venerato e adorato da una schiera di ammiratori che ancora oggi imitano e studiano le sue tecniche innovative. Attraverso un'ampia selezione di fotografie e contenuti originali tratti dai set di capolavori come """"Psyco"""" (1960), """"La finestra sul cortile"""" (1954), """"Gli uccelli"""" (1963), """"La donna che visse due volte"""" (1958), """"Intrigo internazionale"""" (1959), """"Il delitto perfetto"""" (1954), il lettore potrà immergersi nei backstage, scoprire particolari curiosi e conoscere meglio la vita privata del maestro del brivido."" -
Falsari illustri
Un viaggio che talvolta sconcerta, spesso diverte e sempre appassiona, nel mondo dei falsi d’arte. rnrn“Quando Thomas Hoving, ex direttore del Metropolitan Museum di New York, dichiarò nel 1997 che il 40% delle opere nel suo museo erano false, pensammo a un’esagerazione tipicamente americana. Di fatto, ci si domanda invece se la cifra non sia inferiore alla verità […].rnSe i falsi possono turbare o mettere in ridicolo gli studiosi, accumulare croste attribuendole a un nome importante può nuocere a lungo non solo alla reputazione dell’artista e al suo diritto morale, ma anche alle ricerche su di lui e sull’epoca in cui ha vissuto. Eppure, ogni nuovo caso suscita l’entusiasmo del pubblico. Artista fallito, ma falsario ‘geniale’ che riesce a ingannare studiosi e intenditori, il contraffattore passa per un eroe, una sorta di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo che possedeva la Gioconda autentica e la Tiara di Saitaferne (che usava come copritelefono), mentre il Louvre ne custodiva solo le copie…”rnrnUn viaggio che talvolta sconcerta, spesso diverte e sempre appassiona, nel mondo dei falsi d’arte. Si attraversano casi affascinanti, dalle truffe che nell’antichità il greco Pasitele escogitava ai danni di collezionisti Romani, a Michelangelo, che in gioventù non disdegnò pratiche altrettanto discutibili, fino ai casi più recenti, eclatanti e a volte tragici di personaggi come Han van Meegeren, “Vermeer redivivo” che beffò Hermann Göring, o l’inglese Eric Hebborn, geniale autore di disegni capaci di ingannare i maggiori esperti dei maestri rinascimentali.rnDa queste vicende, sostiene l’autore, emergono due verità: il falsario “geniale” non esiste (a eccezione di quelli che non si sono fatti prendere) e… sì, i falsi si trovano ovunque, e sono assai difficili da scoprire. -
Maledette belle arti
"Maledette belle arti"""" è un viaggio critico, ironico, talvolta forse crudele, attraverso il più che variegato territorio dell'Art World, un mondo svuotato di teorie e teorici, che vive oggi nella scomparsa anche di gruppi, movimenti e affinità. L'artista si aggira solo, a caccia di indicazioni e pensieri-guida che non siano soltanto i tristi diktat del diabolico mercato. Sono testi dai quali emerge chiaro il desiderio dell'autore di porre in primo piano la figura dell'artista come intellettuale, quasi per mettere in guardia dalla falsa idea che le opere d'arte siano soltanto il frutto della mano. Temi non consueti, avanguardie vitali e sotterranee come Fluxus, Patafisica, Lettrismo e Situazionismo sono qui rivisitati e riproposti come gesti di totale libertà e ricerca, lontano dalle falsità del """"ciò che più costa più vale"""" e dalle false libertà dell'""""everything goes"""". Presentazione di Felice Cimatti." -
Life is a vortex
Cinquant'anni di esperienza professionale di una delle figure più riconosciute a livello internazionale nel settore della formazione della moda Un libro di Linda Loppa non può essere semplicemente un'autobiografia. Diventa un ""oggetto"""". Bianco su nero, piccolo formato come una scatola da aprire con cura. Pagine nere e parole bianche per raccontare la scoperta di una filosofia di vita, un metodo di lavoro o pensieri scritti in momenti speciali della sua vita. Il suo linguaggio è semplice, fresco e diretto. Riflette i suoi stati d'animo e il suo carattere ed è supportato da immagini, diagrammi e didascalie. Irrequieta, indagatrice e progressista, Linda Loppa scrive mentre aspetta in aeroporto o seduta in treno, scrive quando è arrabbiata o delusa, ma anche, e soprattutto, per ispirare e motivare le persone. Cinquant'anni di esperienza professionale vivono al fianco di immagini dell'infanzia e dell'adolescenza mentre scopre, impara e trova istintivamente nel mondo e una nicchia al suo interno; il risultato è un viaggio alla scoperta della sua vita privata e professionale in cui i momenti privati e sociali si mescolano con le esperienze culturali, fondendosi per creare una storia personale. L'architettura, l'arte e la moda sono i leitmotiv nella vita di Linda e in queste pagine, ma anche gli incontri memorabili con le persone fantastiche che l'hanno ispirata. Condividere frammenti, intuizioni, conoscenze e dubbi può stimolare e ispirare; a volte viene rispettata una cronologia, a volte no, perché ogni giorno è un nuovo inizio e un processo di apprendimento senza regole.""