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Giulio Romano a Mantova. «Con nuova e stravagante maniera». Ediz. illustrata
«La mostra ""Con nuova e stravagante maniera: Giulio Romano a Mantova"""" è il frutto di un partenariato eccezionale che unisce il musée du Louvre e il Palazzo Ducale di Mantova. Questo accordo permette di presentare nelle sale di Palazzo Ducale settantadue disegni di Giulio Romano scelti all'interno del ricco fondo di disegni dell'artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto. Un po' più della metà di questo insieme proviene dall'acquisto, nel 1671, per le collezioni reali di Luigi XIV, della prestigiosa raccolta riunita dal banchiere di origine tedesca Everhard labacn (1618-1695), all'epoca considerata come una delle più belle in Europa. Il fondo di disegni di Giulio Romano del Louvre venne quindi arricchito nel corso dei secoli. Di eccezionale qualità fin dagli inizi, esso rivela la grandezza di un artista che fu certamente un pittore degno di nota, ma soprattutto un disegnatore straordinario. La presentazione dei disegni del Louvre, accompagnati da una quarantina di opere provenienti da altre istituzioni, offre al pubblico la possibilità di percorrere tutta la carriera di Giulio Romano, l'allievo di Raffaello che più di tutti fu influenzato dal suo stile e dal suo modo di lavorare. Entrato giovanissimo nella bottega del maestro, Giulio, alla scomparsa di Raffaello nel 1520, assunse la direzione di tutti i grandi cantieri di cui il Sanzio era responsabile. Poi, nel 1524 si trasferì alla corte di Federico II Gonzaga a Mantova, luogo in cui, con la benevolenza del marchese, riuscì a esprimere al meglio la propria creatività. Rapidamente, Giulio assunse la direzione di tutte le opere di architettura e decorazione, creando così numerosi capolavori come Palazzo Te visto fare da Raffaello a Roma, Giulio seppe onorare le numerose richieste del marchese riservandosi l'esclusività dei progetti grafici e posizionandosi alla testa di una bottega capace di tradurre a stucco e a fresco i suoi disegni. Questa mostra, presentando al pubblico i disegni del Louvre preparatori all'apparato decorativo di Palazzo Ducale, si propone di ricreare oggi i legami tra le opere e i luoghi. Eccezionalmente, questi fogli verranno esposti accanto alle opere finite per illustrare le relazioni che all' epoca esistevano sui cantieri gonzagheschi tra il maestro, i collaboratori e gli allievi: tra questi pensiamo a Fermo Ghisoni, Anselmo Guazzi e in particolare a Giovan Battista Bertani, colui che gli succederà in quanto """"prefetto delle fabriche"""" del duca di Mantova a partire dal 1549. Vari disegni della mano di questo artista verranno presentati nell'ultima parte della mostra dedicata all'eredità di Giulio Romano in seno al Palazzo Ducale e nel territorio mantovano. In questa sezione il pubblico potrà in particolare ammirare alcuni disegni inediti delle collezioni del Louvre preparatori alle decorazioni dell'appartamento della Rustica eseguiti alla """"maniera del maestro"""" sotto la direzione di Bertani.» (Xavier Salmon)"" -
Dismisura. La teoria e il progetto nell'architettura italiana
Stiamo vivendo un tempo senza ""mezze misure"""": tutto sembra dominato da un diffuso senso di spaesamento che riporta al centro l'importanza dell'architettura come potenziale luogo d'incontro e dialogo tra comunità sempre più fluide. Non appare quindi sorprendente il richiamo al termine """"dismisura"""" per questa sequenza di saggi legati dal bisogno di riflettere su temi e momenti recenti dell'architettura italiana e dei suoi paesaggi contemporanei. L'obiettivo è quello di generare un'inedita visione teorica che riporti al centro uno sguardo laterale e originale sulla realtà, oltre che capace di rilanciare la ricchezza e la complessità del progetto come costruttore di frammenti possibili di un futuro da abitare in maniera píù consapevole e sostenibile. In questi due ultimi decenni Luca Molinari ha raccontato attraverso scritti, articoli e mostre l'architettura italiana contemporanea, utilizzando l'esercizio critico come forma di costruzione di una teoria del progetto costruita per frammenti e desunta dall'osservazione diretta di un Paese in profondo cambiamento."" -
Nell'antro di Efesto a fonder linguaggi. Ediz. illustrata
Giorgio Riva è un architetto che coltiva l'arte fin dagli esordi, guardando alle radici dei linguaggi e alle articolazioni della mente, ""Nella confusa temperie delle culture che regna attualmente è fondamentale essere vigili e pronti a navigare controvento. La mia rotta mi ha condotto su un dosso del Parco di Montevecchia a fare un luogo destinato all'intreccio delle arti"""". Villa 3 Tetti di Sirtori non è tanto una raccolta di opere, è piuttosto un'opera complessiva dentro la quale si cammina. Arte del paesaggio, arte della luce, architettura, scultura, pittura vi s'intrecciano con poesia e musica: qui il vero protagonista è il metalinguaggio che le unisce. Prefazione di Stella Casiraghi."" -
UniFor. Una vocazione per l'architettura- A commitment to architecture. Ediz. illustrata
In occasione del 50° anniversario di UniFor, il volume ripercorre cinque decenni fondamentali per la storia del design italiano.rnrn50 anni di una storia italiana di successo: la vita di un’azienda, UniFor, che ha reso grande il design italiano nel mondo. Progetti, prodotti, architetti e designer raccontati in un libro che ricostruisce il backstage e l’originalità di un metodo e di un sistema di produzione che pongono al centro lo spazio delle comunità. rnUniFor nasce con una vocazione specifica: il progetto di un interior landscape che interpreta e traduce in realtà indicazioni ed esigenze dei committenti e degli architetti contemporanei.rnUn impegno che trasporta la tradizione artigianale della Brianza, nata dallo stretto rapporto tra industria e autore, verso una direzione globale, di allestimento organico e coordinato di spazi pubblici e privati con una propria identità. rnUniFor progetta, infatti, sistemi di arredi custom made, all’insegna di una sofisticata qualità. Un impegno che comporta lavoro sui materiali, sulle loro resistenze, sulle loro performatività estetiche, tecniche e funzionali, per produrre ambienti complessi e completi. La specializzazione nei grandi progetti, la vocazione internazionale e lo stretto rapporto di collaborazione con i più prestigiosi studi di architettura, caratterizzano l’attività di UniFor che sin dalla sua nascita, nel 1969, si presenta come una fabbrica-laboratorio a disposizione dei migliori talenti creativi.rnAttraverso i saggi di Fulvio Irace, Cristiana Colli, Giovanni Anceschi, Daniele Vitale, Jean Nouvel, Renzo Piano, il volume illustra la peculiarità di UniFor, mettendone in risalto l’assoluta singolarità del metodo di lavoro e ricostruendone l’identità attraverso alcuni momenti esemplari, dalla collaborazione con le firme più prestigiose dell’architettura (come Michele De Lucchi, Foster + Partners, Jean Nouvel, Renzo Piano, Aldo Rossi, Álvaro Siza, per citarne alcuni) alla strategia di comunicazione, con la grafica di Pierluigi Cerri come strumento di unificazione del messaggio. -
Caravaggio. San Girolamo. Ediz. italiana e inglese
Il rinvenimento di una tela con un San Girolamo, che per motivi stilistici può essere attribuito a Caravaggio, ripresenta il quesito - frequente nell'esegesi caravaggesca - di collegare le opere note alle fonti, sia edite che documentarie. Appartenuto nel XIX secolo all'incisore, tipografo e libraio Garnet Terry, del dipinto si ignorano però le vicende più antiche. Passati in rassegna i quadri noti o anche solo documentati con quel soggetto, viene qui proposto il collegamento con una tela eseguita a Napoli nella primavera del 1607 per ordine di Girolamo Mastrillo, esponente di spicco della recente nobiltà partenopea. La cospicua collezione Mastrillo conservata nel Palazzo a Via degli Impisi rimase pressoché intatta fino al 1764, quando morì Filippo Ceva Grimaldi, erede in via collaterale. Alla sua scomparsa senza eredi i beni di famiglia vennero messi all'incanto dalla Camera Sommaria di Napoli. Il quadro fu allora acquistato dal pittore napoletano Giuseppe Bonito per poi finire nei circuiti del mercato delle opere d'arte. -
Gabriele Maquignaz. La porta dell'aldilà. Ediz. italiana, inglese e francese
La nuova dimensione dell’arte dell’originale maestro contemporaneo che da sempre rielabora il concetto di forma-volume-tempo-spazio in scultura e pittura.rnrn“Un giorno, seduto sotto il Cervino, guardando davanti a me, perso nel vuoto ho una grande intuizione: mi accorgo che lo spazio non basta più. L’arte necessita di un’evoluzione, oltre lo spazio, oltre il tempo, oltre l’universo e oltre l’infinito.rnSolo con la creazione della ‘Porta dell’Aldilà’ ho messo le basi per una nuova arte.rnCreo una connessione perpetua tra lo spazio-tempo e l’aldilà attraverso un taglio codificato e ragionato nell’arte.rnPer la prima volta supero il limite dello spazio e dello Spazialismo.rnDevo guardare lo spazio da fuori, da un’altra dimensione, quella spirituale dell’aldilà.rnLa tela e il taglio, codificato e ragionato, diventano per me il supporto e l’azione per andare nella nuova dimensione spirituale permettendomi di superare e uscire dalla dimensione spaziale e temporale.rnSupero in via definitiva il limite dello spazio-tempo nell’arte.rnApro attraverso la ‘Porta dell’Aldilà’ il varco tra la dimensione conosciuta spaziale-temporale e quella spirituale dell’Aldilà.rnRicerca, innovazione ed intuizione mi hanno permesso, per la prima volta nell’arte, di operare nelle tre dimensioni: SPAZIO-TEMPO-ALDILÀ.”rnGabriele Maquignaz -
L' officina Benedetto Antelami della Cattedrale di Fidenza. Studi, ricerche e restauro. Ediz. a colori
Un apparato documentario e fotografico illustra le recenti scoperte sulle origini e sull'evoluzione di una della cattedrali romaniche più significative del mondo. Il restauro, eseguito da un'equipe specializzata affiancata dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e diretto dalla curatrice del volume, Barbara Zilocchi, insieme a una nuova lettura scientifica dell'architettura costituisce un punto di arrivo e nello stesso tempo un punto di partenza nella conoscenza della cattedrale fidentina. Il volume raccoglie i risultati delle ricerche, degli studi, dei restauri delle sculture di Benedetto Antelami e della sua officina. -
Altan (autobiografia non autorizzata). Ediz. a colori
Nato a Treviso, nel mezzo della seconda guerra mondiale, Altan già da piccolo ama moltissimo disegnare e raccontare storie illustrate. Dice che il caso ha orientato le sue scelte di vita, che seguono percorsi vari e avventurosi. In questa conversazione con Roberto Moisio Altan racconta il suo percorso, tira fuori dal cassetto disegni mai visti e lavori divenuti iconici, offre al lettore il suo modo di sentire l'odore delle cose. Prefazione di Michele Serra. -
L' Italia fatta a mano. I beni culturali viventi. Dialogo con Antonio Carnevale
«Sarebbe un errore pensare ai beni culturali soltanto in termini di oggetti d'arte. Beni culturali non sono solo la pittura, la scultura e l'architettura che secoli di storia ci hanno lasciato in eredità e che si aggiungono alle creazioni di artisti del presente. Esiste un altro patrimonio, meno conosciuto e meno valorizzato, che merita questa definizione, ed è il lavoro manuale dell'uomo: quell'insieme di attività che ha trasformato il territorio in frutti dell'agricoltura e in risultati dell'allevamento; che ha fatto rivivere i materiali in prodotti dell'artigianato; che ha saputo coniugare la tradizione con l'innovazione, attraverso i secoli, fino a oggi. L'Italia è anche questo. E forse l'Italia dei beni culturali è oggi soprattutto questo, visto che il nostro Paese ha ceduto il primato della creatività artistica ormai da qualche secolo, mentre le tradizioni dell'Italia fatta a mano"" hanno saputo rivivere attraverso le generazioni, assegnando al nostro Paese una reputazione planetaria legata al saper fare, alla qualità dei prodotti, alla loro unicità e rarità. È di questi beni culturali che si parla in questo libro. E sono beni culturali """"viventi"""" perché l'accento - in queste pagine - cade sempre sull'uomo: non soltanto sul suo lavoro, ma anche sul modo in cui, nelle storie di persone diverse, il mestiere, la vita, i luoghi, la memoria e un'idea personale di futuro si sono legati e hanno dato un significato nuovo alle parole """"tradizione"""", """"innovazione"""", """"qualità""""». (Antonio Carnevale). Prefazione di Ilvo Diamanti."" -
Habitat 5.0. L'architettura nel Lungo Presente
Quali abiti o scarpe disegnati negli anni Ottanta e ancora prima possono essere oggi indossati senza apparire vecchi o fuori dal tempo? Quanti mobili, case, o quartieri urbani di quel periodo sono ancora oggi attuali? Quasi tutti, potremmo dire. In questi anni le forme dell'abitare non sono molto cambiate. Ancor meno è cambiato il loro disegno e la maniera di progettarle. Da sessant'anni, la moda, la musica e l'architettura sembrano esprimere sempre le stesse aspirazioni, le stesse attese. È possibile che siano rimaste così indifferenti ai grandi mutamenti tecnologici e sociali dell'ultimo mezzo secolo? Mentre tutto cambia vorticosamente nella rete e nei dispositivi digitali nel mondo materiale non è così. È saltato il paradigma che lega l'estetica alla proiezione del tempo. La distanza tra ""gestalt"""" e """"zeitgeist"""" non è mai stata così drammatica. Si vive come in un eterno presente dove le forme sensibili dello spazio solido non realizzano più un'idea di futuro. Sembrano sempre le stesse. Immutabili e svuotate di senso nel turbine della rivoluzione informatica. Come cambiano/cambieranno gli spazi dell'abitare? L'architettura può ancora proporre innovazione e senso nell'era della tecnologia 5.0? Questa fase richiede nuovi paradigmi, come nuovi punti di vista sul futuro e una nuova idea di progetto dello spazio fisico. Si tratta di una sfida che nel valorizzare l'esistente utilizzi dispositivi concettuali capaci di operare sul senso e sui nuovi cicli di vita degli spazi abitabili. Una sfida che consideri il contesto come progetto, il paesaggio come un'infrastruttura ecologica e il futuro della città un progetto collettivo e non autoriale. Questo libro racconta la fine della modernità e gli effetti della rivoluzione digitale sugli spazi fisici dell'architettura e della città al tempo del lungo presente. Contrappunti di Andrea Branzi, Nicola Pugno, Carlo Ratti."" -
Memorie. La vita movimentata di un grande soprintendente di Brera
La vita movimentata di un grande soprintendente di BrerarnrnLe Memorie di Ettore Modigliani (1873-1947), sino a oggi inedite, rappresentano un’eccezionale testimonianza di una vita davvero “movimentata”, intensa e a tratti autenticamente avventurosa, che venne interamente spesa al servizio del patrimonio artistico italiano. Direttore della Pinacoteca di Brera dal 1908 al 1935, soprintendente della Lombardia dal 1910 al 1935 e organizzatore della mostra più importante mai realizzata sull’arte antica italiana (che si tenne a Londra nel 1930), Ettore Modigliani ha avuto il privilegio (ma anche il peso) di attraversare tutta la prima parte del Novecento vivendo esaltanti momenti professionali, come l’esposizione a Brera della Gioconda di Leonardo da Vinci (1913), il recupero delle opere d’arte trafugate dall’Austria all’Italia (1920), il grande riordino della Pinacoteca Braidense (1925) e la fondazione dell’Associazione degli Amici di Brera (1926). Lo stesso Modigliani, però, fu costretto a subire cocenti umiliazioni, come l’allontanamento forzato dalla sua amatissima Brera nel 1935 e il trasferimento a L’Aquila (a seguito di uno scontro frontale con il potente “quadrumviro” fascista Cesare Maria De Vecchi), e come la vergognosa espulsione dall’amministrazione pubblica (lui cittadino e funzionario modello) per gli effetti delle infauste leggi razziali del 1938, che lo costrinsero nel 1943 a nascondersi tra i monti delle Marche per sopravvivere alle persecuzioni. rnModigliani superò la catastrofe ed ebbe la soddisfazione di ritornare a Brera come ispettore incaricato nel 1945. Dotato di una scrittura brillante e coinvolgente, il direttore utilizzò i suoi ultimi anni di vita per redigere questo libro, che stese per far conoscere che cosa si nasconda dietro una professione ritenuta contemplativa, per “soddisfare la curiosità del prossimo” e per non cadere nell’oblio, dopo essere stato così “ferocemente imbavagliato”. Modigliani terminò il racconto delle sue Memorie l’11 febbraio 1946 (giorno del suo reintegro come soprintendente a Brera) con un messaggio di grande speranza: Brera “è un ammasso di macerie”, “eppure tutti questi beni culturali risorgeranno a gloria della città, come prima e migliori di prima. Io ringrazio la sorte di avermi concesso, innanzi lo scoccare della mia ora fatale, di essere un operaio di questa ricostruzione. Possano le forze assistermi! Non chiedo altro”. Modigliani morì nel 1947. Sarà Fernanda Wittgens, la sua più fedele e stretta collaboratrice, a portare a compimento il sogno del suo “mentore”: nel 1950 Brera riaprirà, più bella e più viva di prima. -
Racconti di fantasmi di un antiquario
Le antiche carte, le lapidi, le iscrizioni sono tutt'altro che un passatempo da studioso. Nelle parole dettate da antiche maligne volontà, si cela un ambiguo segreto. Occorre poco perché una passione erudita si trasformi in un incubo, mettendo a nudo le debolezze di coloro che si danno alla ricerca per soddisfare le proprie ambizioni scientifiche. Montague Rhodes James è il maggiore poeta del gotico all'inglese, nutrito di mezze voci, di ambigui baluginii al crepuscolo, di creature che nascono dal vento. Le opere d'arte, in questa visione, si fanno portavoce di un mondo oscuro e misterioso, in cui è facile entrare, ma da cui è difficilissimo allontanarsi. Profondo conoscitore della storia britannica, traeva spunti da fonti remote, linfa per racconti come La mezzatinta, in cui un'opera di un ignoto illustratore si anima sinistramente, la notte, per rivelare le vicende di un antico quanto efferato delitto. Da un dato di ricerca, si sviluppano le trame del Maligno, sempre in agguato per punire l'eccessiva sicumera dei sapienti, che non vedono, nel loro accanimento, dove si celano trappole e insidie. -
Falsa partenza
"Falsa partenza"""" (False Dawn) fa parte di una collezione di quattro racconti lunghi, usciti nella raccolta """"Vecchia New York"""" nel 1924. Al centro della vicenda è il viaggio di Lewis Ray, giovane rampollo di un ricco magnate, inviato in Europa per acquistare dipinti di rango per la casa paterna. Il giovane è sotto l'incantesimo di John Ruskin, di cui segue alla lettera il vangelo estetico. Acquista quindi opere dei maestri del Trecento e del Quattrocento, appassionandosi a fondi oro e angeliche madonne, infervorato per la spiritualità dei tempi antichi. Il padre, infuriato perché non ha acquistato grandi tele barocche, che avrebbero dato assai più lustro alla famiglia, lo disereda. Raycie finisce povero, con i capolavori in soffitta... ma il tempo e il gusto riservano imprevisti capovolgimenti. In queste pagine Edith Wharton disegna un """"morality tale"""" sul potere devastante dell'Arte, contro le convenzioni delle mode e le giravolte del gusto." -
Van Cleef & Arpels. Il tempo, la natura, l'amore. Ediz. illustrata
Questo libro presenta i leggendari gioielli e gli oggetti preziosi di Van Cleef & Arpels nel loro rapporto con il tempo, la natura e l'amore. Il tempo è un elemento cardine tanto per la creatività quanto per la manifattura: plasma la forma degli oggetti, determina la loro funzione e utilità sociale, definisce lo stile, la scelta dei materiali e delle tecniche, indica l'origine, stratifica il gusto e rivela il contesto. Il tempo è interpretato secondo otto valori che traggono ispirazione dalle ""Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio"""" di Italo Calvino per rendere omaggio alle icone di Van Cleef & Arpels, dai capolavori Déco all'incredibile Zip o alla tecnica del Serti Mystérieux fino alle Minaudières, alcune tra le innovazioni più importanti nella storia della gioielleria del XX secolo. La natura ha un ruolo altrettanto importante per la Maison, in quanto costante ispirazione e omaggio, incarnata dalle gemme uniche e dai capolavori senza tempo ispirati alla flora e alla fauna. Van Cleef & Arpels si fonda sull'amore, la più potente energia del mondo. Ogni oggetto è realizzato artigianalmente con amore e i gioielli di Van Cleef & Arpels hanno suggellato alcune delle storie d'amore più leggendarie del secolo. In un saggio storico e critico, accompagnato da una selezione iconografica di magnifici gioielli, oggetti preziosi e materiali d'archivio inediti, questo volume descrive gli eterni valori del tempo, della natura e dell'amore di Van Cleef & Arpels."" -
Barça. Més que un club. 120 years 1899-2019. Ediz. inglese. Ediz. illustrata
Il libro ufficiale del FC Barcelona in occasione del suo 120° anniversario. 120 anni di passioni ed emozioni illustrate nelle pagine di questo volume commemorativo ufficiale. Un must per ogni tifoso del Barça! -
Barça. Més que un club. 120 años 1899-2019. Ediz. spagnola. Ediz. illustrata
Il libro ufficiale del FC Barcelona in occasione del suo 120° anniversario. 120 anni di passioni ed emozioni illustrate nelle pagine di questo volume commemorativo ufficiale. Un must per ogni tifoso del Barça! -
Thomas Stearns alla Venini 1960-1962. Ediz. illustrata
Alla fine del 1960 Thomas Stearns (1936-2006) giunse a Murano, con una borsa di studio del governo italiano e una Fulbright Travel Grant, per sviluppare le sue ricerche sul vetro, avviate durante gli anni della sua formazione prima alla Vemphis Academy of Art e successivamente alla prestigiosa Cranbrook Academy of Art, Bloomfield Hills, MI. Grazie alla notevole apertura di Ludovico de Santillana - succeduto nella direzione della vetreria a Paolo Venini dopo la sua morte (1959) -, l'artista americano poté sperimentare le potenzialità del vetro soffiato avvalendosi della straordinaria perizia di ""Checco"""" Ongaro, unico tra i maestri che si rese disponibile alla realizzazione dei suoi progetti. Durante i due anni di permanenza alla Venini, dove dalla fine del 1961 fu assunto come guest designer, Stearns ebbe la possibilità di dedicarsi alle sue ricerche artistiche, accanto alle quali sviluppò anche serie di carattere commerciale. Egli realizzò opere estremamente originali, spesso distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e l'impiego di colori opachi di grande matericità, generalmente accostati al vetro trasparente. Nel 1962, in occasione della XXXI triennale di Venezia, la Venini scelse di presentare anche sei pezzi dell'artista giudicati meritevoli della medaglia d'oro, che però non gli venne assegnata quando si seppe che l'autore non era italiano. Il volume illustra per la prima volta l'intera produzione vetraria di Thomas Stearns, che comprende prove, prototipi, pezzi unici, piccole serie, ma anche manufatti entrati nel catalogo della fornace. Si passa da opere come il celebre """"Cappello del Doge"""" alle suggestive """"Facciate di Venezia"""" per arrivare alla """"Sentinella di Venezia"""", straordinaria scultura in vetro di grande ricchezza policroma che rappresenta l'apice della sua ricerca artistica compiuta a Murano."" -
Leonor Antunes. The last days in Galliate. Ediz. italiana e inglese
Con le sue sculture Leonor Antunes (Lisbona, 1972) reinterpreta la storia dell’arte, del design e dell’architettura del XX secolo, e in particolare la tradizione del Modernismo, nelle sue istanze più radicali e di sperimentazione. Ispirandosi al lavoro di artisti, architetti e designer, Antunes conduce un’attenta ricerca sui loro progetti, ne studia le proporzioni e misure e, selezionati alcuni dettagli e frammenti, li trasforma in nuove forme ed eleganti opere d’arte. Create in materiali naturali e organici su cui restano visibili i segni del passare del tempo (come corda, legno, cuoio, ottone, gomma e sughero), le sue sculture fanno ricorso esclusivamente a tecniche di lavorazione artigianali e vernacolari, in netta contrapposizione alla produzione di massa, e nel tentativo continuo di preservare e tramandare saperi e conoscenze tradizionali. Milano e la sua ricca tradizione modernista, in particolare il lavoro degli architetti Franca Helg (1920-1989) e Franco Albini (1905-1977), costituiscono una fonte di grande ispirazione per l’artista che intreccia le loro storie al retaggio culturale di aziende come Pirelli e Olivetti e ai progetti realizzati in collaborazione con la casa manifatturiera Bonacina, tutt’oggi attiva nella produzione di mobili ed elementi di arredo in giunco e midollino. Leonor Antunes, interrogandosi sul significato degli oggetti di uso quotidiano e sul ruolo sociale dell’arte e del design come mezzi di emancipazione e di miglioramento della qualità della vita, crea un complesso e stratificato racconto visivo che guida il visitatore all’interno di un’inedita coreografia. rnGià protagonista della scorsa edizione, Leonor Antunes rappresenta il Portogallo alla Biennale d’Arte di Venezia 2019 con un progetto sulla storia dell’architettura veneziana del Novecento. -
Anri Sala. As you go. Ediz, italiana e inglese. Ediz. a colori
Anri Sala (Tirana, 1974) realizza installazioni filmiche e musicali, sculture, fotografie e disegni che indagano le fratture, gli intervalli, le sovrapposizioni e gli echi attraverso i quali la realtà si snoda nel tempo e gli eventi acquisiscono significato. L'artista utilizza lo spazio architettonico per modulare elementi visivi, sonori e tattili al fine di generare nuove interpretazioni del reale e inedite possibilità percettive. Il riferimento alla musica è parte integrante della sua ricerca e uno degli elementi che accomunano le sue opere più recenti. Questo catalogo approfondisce ""As you go"""", l'inedito progetto ideato da Sala per il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea nella forma di una mostra che si configura anche come un'unica nuova opera, estesa nel tempo e nello spazio espositivo e capace di coinvolgere gli spettatori in un'esperienza percettiva senza precedenti. Oltre che nuovi testi di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, il volume include la più ricca selezione di scritti dell'artista mai pubblicata. Il catalogo è corredato da una cronologia scientifica delle mostre personali e collettive e da un'antologia di saggi critici relativa all'intero percorso di Sala, dal 2000 al presente, con testi di Natalie Bell, Svetlana Boym, Julia Garimorth, Boris Groys, Christine Macel, Edi Muka, Molly Nesbit, Hans Ulrich Obrist, Philippe Parreno, Vladimir Perisic, Nicolaus Schafhausen, Noam Segal, Joshua Simon e Peter Szendy."" -
Francesco Arena, 5468 giorni. Ediz. illustrata
Il volume racconta le tappe più significative di due decenni di carriera dell'artista attraverso oltre sessanta opere.rnrn5.468 giorni sono quelli che intercorrono tra le date della prima e dell'ultima opera di Francesco Arena documentate in questa monografia. Il libro raccoglie una selezione di oltre sessanta opere realizzate da Francesco Arena dal 2004 al 2019, oltre ai due testi critici di Vincenzo De Bellis (curatore e direttore associato dei programmi del Walker Art Center di Minneapolis) e Jacopo Crivelli Visconti (curatore della 34 Biennale di San Paolo). Questi saggi analizzano i temi fondamentali della ricerca dell'artista come il rapporto tra l'uomo e il tempo e di come questo condizioni gli spazi nei quali viviamo. La monografia è completata da una conversazione tra Francesco Arena e Ines Goldbach («Perduto nel significato») e dalle schede tecniche di tutte le opere, corredate di immagini e brevi testi redatti direttamente dall'artista. Formatosi presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce, Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978) vive e lavora a Cassano delle Murge in provincia di Bari e da lì si confronta con la storia generando forme scultoree essenziali e metaforiche. La sua ricerca si muove spesso lungo due binari – quello della storia collettiva, in particolare nazionale, e quello della storia personale – che formano due linee che si toccano, si sovrappongono, si incrociano. Nelle sue performance, installazioni e sculture, la cronaca “in-forma” gli oggetti, siano essi oggetti del quotidiano – agende, sigari, mobili da salotto – o realizzati con materiali tradizionali della scultura (marmo, ardesia, bronzo).