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Il viaggio in Italia di Goethe. Un omaggio a un paese mai esistito. Ediz. a colori
Ogni anno, i turisti del nord Europa cercano di fuggire dalla loro vita quotidiana nel mondo apparentemente intatto a sud delle Alpi; fuggono verso il ""dolce far niente"""", verso il sole eternamente splendente, verso la divertente vita da spiaggia. Per secoli, la comprensione dell'Italia è stata plasmata da idee stereotipate della vita mediterranea. Prendendo spunto dal Viaggio in Italia di Goethe, questo volume dimostra come già nel XVIII secolo ci fosse un abisso tra le aspettative e le idee sulla natura dell'Italia e la situazione spesso fosca di un Paese politicamente frammentato. Nell'autunno del 1786, il poeta tedesco parte per l'Italia, fuggendo dai confini del suo ufficio verso l'apparente libertà di una vita allegra e spensierata; il viaggio si configura quasi come una fuga e segna un passaggio decisivo per la vita e l'ispirazione del poeta. Nel """"paese dei limoni"""", l'Italia classica del meridione e, più ancora, a Roma, Goethe trova realizzata quella sintesi di natura e arte, passato e presente, spiritualità e sensualità verso cui era proteso, e sente rifiorire tutte le aspirazioni poetiche che il decennio attivistico di Weimar aveva in buona parte represso. Il suo libro """"Viaggio in Italia"""", scritto molto tempo dopo il viaggio, non è un reportage o un diario di viaggio, ma un'opera letteraria e una testimonianza senza tempo del desiderio di un mondo ideale. Un'apposita sezione del volume è infine dedicata alle difficoltà legate a un elaborato e complesso viaggio verso sud nell'era della diligenza. """"Viaggio in Italia"""" (Italienische Reise) è un'opera che Johann Wolfgang von Goethe scrisse tra il 1813 e il 1817 e pubblicò in due volumi, il primo dei quali uscì nel 1816 e il secondo nel 1817. I due volumi contengono il resoconto di un Grand Tour che l'autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788. A essi se ne aggiunse un terzo, pubblicato nel 1829, ma inferiore ai primi due, sulla sua seconda visita a Roma."" -
Gianni Arnaudo anti design. Ediz. italiana e inglese
Gianni Arnaudo è un architetto e designer dalla forte espressione crea-tiva. Laureato nel 1971 presso il Politecnico di Torino, inizia la propria attività professionale nello Studio65, di cui è uno dei primi e principali animatori negli anni Settanta. Di quegli anni sono infatti le prime espressioni di ""architettura radica- le"""" e la collaborazione con Gufram, con cui realizza i """"Multipli"""", che si affermano sul piano internazionale a seguito di esposizioni quali """"New Domestic Italian Landscape"""" al Moma di New York: è solo il primo di tanti prodotti che rientreranno nelle collezioni permanenti dei più importanti musei mondiali. Collabora dagli anni Ottanta fino ad oggi con importanti brand, italiani e stranieri, occupandosi di design e architettura, e ha ricevuto diversi premi per la sua lunga ed eclettica carriera. Per l'influenza svolta con la sua opera nel campo dell'architettura e del design, la figura di Gianni Arnaudo è stata collocata fra le personalità che hanno caratterizzato le svolte più significative in campo artistico nel XX secolo."" -
Villa Sordi. Ediz. illustrata
"In questa casa sono felice. E la mattina, quando mi sveglio e mi affaccio alla finestra, vedendo Caracalla e il campanile romanico con le mura, sento che lì sono proprio a Roma, nel cuore della città, ma lontano dalla contaminazione del caotico centro"""". (Alberto Sordi). L'amore di Sordi per la sua città è la premessa per parlare di un altro rapporto vissuto dall'attore in forma altrettanto viscerale: quello con la sua casa. Che non è stata e non è un'abitazione qualunque, ma un simbolo per tutti i romani: una villa maestosa affacciata sulle Terme di Caracalla, impossibile da ignorare per chiunque percorra l'incrocio di strade tra piazzale Numa Pompilio, via di Porta San Sebastiano e le grandiose terme imperiali. La villa di via Druso n. 45 a Roma, nel rione XIX Celio (primo municipio), oggi nota come Villa di Alberto Sordi, è stata progettata dall'ingegnere architetto Clemente Busiri Vici (Roma 1887-1965) che la realizzò nel 1928-1929, tra le due guerre, per la cooperativa ASCESA (Società Anonima Cooperativa Edilizia Amministrazioni Statali) e il primo proprietario, """"socio assegnatario"""", fu il ministro Alessandro Chiavolini; nel 1954 la acquistò Alberto Sordi. La villa si presenta come un'alternativa agli esempi razionalisti dell'epoca (anni venti del secolo scorso) esprimendo, senza volontà esibizionistica, il tema residenziale privato in maniera funzionale, evitando limiti geometrici prestabiliti, con un'articolazione spaziale concepita in base alla conformazione del terreno in declivio e all'ampia panoramica circostante. La villa è arricchita di opere di Giorgio de Chirico ('Trovatore', 'Ettore e Andromaca' e 'Cavalieri nel paesaggio') e di altri protagonisti dell'arte italiana del '900, oltre ad alcuni dipinti di antichi maestri (Vernet, Panini), sculture e oggetti d'arte applicata." -
Franco Guerzoni. L'immagine sottratta. Ediz. illustrata
«Una decina di anni fa nello studio di Franco Guerzoni prende corpo una serie di lavori intitolati Impossibi, restauri. Il titolo continua a interessare l'artista per almeno un biennio, incrociando l'emergenza di alcuni altri momenti e passaggi segnalati da denominazioni diverse, quali Epistola e poi, più nitidamente, Museo ideale. È da questi cicli che prende le mosse l'esposizione accompagnata da questo libro, che riporta a Milano Franco Guerzoni dopo un certo tempo. Non un'antologica, naturalmente, tracciato operativo a cui Guerzoi immancabilmente si sottrae, ma piuttosto una ricognizione nei cicli ultimi della ricerca, forse ancora non abbastanza condivisi e certamente meno commentati di altri. Frammenti esemplari di questo itinerario sono qui, al Museo del Novecento, in dialogo con alcune opere delle origini: quelle origini già per molti aspetti produttive e di certo ancora attive.» (Martina Corgnati) -
Tom of Finland. Made in Germany. Ediz. inglese e tedesca
Nato Touko Laaksonen nel 1920, la sua iconica rappresentazione di una sessualità sicura di sé e che afferma la vita ha dato impulsi decisivi ai movimenti gay internazionali dagli anni '60 in poi. Anche se associamo chiaramente i suoi ritratti di cowboy sensuali e potenti, braccianti, soldati e pellettieri con gli Stati Uniti, l'ascesa di Tom di Finlandia a icona gay ha ricevuto lo slancio rivoluzionario né nella sua nativa Finlandia né negli Stati Uniti. È stata, tra tutti i luoghi, la città di Amburgo e l'amicizia di Tom con i principali esponenti della scena gay locale nei primi anni '70 che lo hanno aiutato alla sua prima mostra in assoluto. Ha persino creato un grande murale per il leggendario ""Tom's Bar"""", fino ad oggi l'unico legittimamente intitolato a lui. Le commissioni regolari per progettare poster e annunci per eventi gay ad Amburgo gli hanno permesso di avviare la sua carriera artistica dopo aver lasciato il suo lavoro quotidiano come dirigente pubblicitario e hanno portato alla creazione della più vasta collezione privata di suoi disegni fino ad oggi. Il libro include testi di Juerg Judin, Pay Matthis Karstens, Kati Mustola e Alice Delage, conversazioni con Durk Dehner e Michael P. Hartleben e un facsimile del diario di viaggio tedesco dell'artista del 1955."" -
Consagra. Seduzione e libertà della pittura. Ediz. illustrata
Il volume presenta oltre quaranta opere di Pietro Consagra, dipinti posti in dialogo con alcune sue sculture, così da verificare, nel confronto tra pittura e scultura, quell'unicità indivisa dell'ispirazione dell'artista avvertita dalla critica più accorta. Scultore, pittore, teorico e artefice degli edifici della Città frontale, Pietro Consagra è stato uno degli artisti più importanti del panorama italiano e internazionale del secondo Novecento. Dagli inizi degli anni settanta del secolo scorso, la pittura assunse un ruolo di crescente importanza nell'opera di questo grande maestro siciliano, da sempre artefice di un'intensa attività grafica, soprattutto in funzione della scultura ma ugualmente dotata di una sua specifica autonomia, sino a divenire, come egli stesso ebbe a scrivere, una diversa componente di libertà e di avventura. Allo stesso tempo, la pittura gli permise di esplorare in altri modi quel sentimento del colore che si era manifestato nella sua ricerca a partire dagli anni sessanta, prima con i Piani sospesi in metallo dipinto e in seguito con i Ferri trasparenti e quindi, dal decennio successivo, con le pietre e i marmi, esposti per la prima volta nella grande antologica allestita a Palazzo dei Normanni nel 1973. La sua produzione pittorica attraversa tanta parte dell'arte del secolo scorso, recependo nel senso costruttivo del colore la lezione di alcuni grandi artisti: da Magnelli a Matisse e a Calder. Queste suggestioni vengono accolte e rielaborate da Consagra coerentemente con gli assunti storici della sua opera, prima fra tutti la frontalità degli elementi figurali: in accordo personalissimo con la grande tradizione del Novecento, un'identità tra struttura, segno e decorazione. -
Almo Collegio Borromeo
L'Almo Collegio Borromeo è il collegio universitario di merito più antico d'Italia, e uno dei palazzi più belli della Lombardia. Fondato nel 1561 da San Carlo Borromeo, è nato con l'intento, che da allora ha sempre perseguito, di offrire agli studenti particolarmente meritevoli, privi di mezzi economici, la possibilità di studiare all'Università di Pavia. Oggi è una Fondazione privata riconosciuta a livello internazionale; è socio fondatore della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito accreditati presso il Ministero dell'Università e della Ricerca e dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia confederato con la Scuola Normale e Scuola Sant'Anna di Pisa. L'Almo Collegio Borromeo accoglie quasi 200 alunni e alunne (tra laureandi, masteristi e ricercatori) provenienti da tutto il mondo. Offre una ricca proposta formativa organizzando corsi, seminari, workshop, concerti, spettacoli teatrali, attività sportive e conferenze con importanti personalità del mondo accademico, politico, culturale e imprenditoriale, e ha attivi numerosi scambi internazionali. Contenuti di realtà aumentata Questo volume ha dei contenuti in realtà aumentata che consentiranno ai lettori di visitare virtualmente le più belle sale del Collegio Borromeo. -
Collezionisti e valore dell'arte in Italia
"Collezionisti e valore dell'arte in Italia"""" è la prima edizione di una serie di studi dedicati al mercato dell'arte promossi, da Intesa Sanpaolo Private Banking, banca del Gruppo Intesa Sanpaolo che da molti anni fa dell'arte e della cultura parte integrante del proprio modo di """"fare banca"""". Il mercato dell'arte e dei beni da collezione è considerato, ormai da più di un decennio, un settore economico consolidato, oggetto di crescenti attenzioni da parte di analisti, studiosi, istituti di credito e investitori istituzionali. Se prima i collectables erano percepiti come """"beni rifugio"""", sebbene pochi collezionisti acquistassero per investire, ora sono reputati strumenti finanziari e investimenti autonomi, alternativi - o per meglio dire complementari - a quelli più tradizionali, in rappresentanza di una distinta asset class. Il volume si divide in cinque capitoli, ciascuno dedicato a un argomento del collezionismo: con la prima indagine sui collezionisti tricolori, esemplata sulle principali ricerche condotte all'estero sul tema, Intesa Sanpaolo intende testare un metodo di rilevazione, ottenere dati affidabili e analizzare informazioni inedite riguardanti il collezionismo di arte moderna e contemporanea in Italia. Nel volume testi di: Guido Guerzoni, Università Bocconi; Flaminia Iacobucci, Studio DCAI; Alberto Fiz, Silvia Anna Barrilà, Eikonos Arte; Paola Musile Tanzi, SDA Bocconi e Università di Perugia; Francesca Bacis, Andrea de' Mozzi, Enrico Maria Mancuso, Federica Menga, Edoardo Pedersoli, Mattia Pivato, Pedersoli Studio Legale; Michele Coppola, Intesa Sanpaolo." -
Chen Zhen. «Short-circuits». Ediz. italiana e inglese
Come accompagnamento all'omonima mostra, il catalogo ""Short-circuits"""" include una documentazione approfondita di un'ampia selezione di installazioni realizzate da Chen Zhen dal 1991 al 2000, anno della sua prematura scomparsa. La pubblicazione contiene materiali di rilievo, tra cui saggi di autori quali Alexandra Munroe, capo curatore, arte asiatica, e senior advisor, Global Arts, Solomon R. Guggenheim Museum, e direttore, Curatorial Affairs, Guggenheim Abu Dhabi Project, e Marco Scotini, direttore del Dipartimento di arti visive e studi curatoriali alla NABA, Milano, e direttore artistico di FM Centroper l'Arte Contemporanea, Milano. Il volume si apre con un testo di Vicente Todolí, curatore della mostra, che introduce concetti chiave coniati da Chen Zhen, presentati attraverso le parole dell'artista stesso. Il libro si conclude con i testi di approfondimento di ciascuna opera esposta, e con la presentazione di una selezione di disegni preparatori e schizzi realizzati dall'artista. Chen Zhen (1955, Shanghai - 2000, Parigi) sviluppa la sua pratica artistica a partire dalla fine degli anni Settanta. Nato e cresciuto a Shanghai, in Cina, attraversa la Rivoluzione Culturale e, nel 1986, si trasferisce a Parigi. Qui si avvicina progressivamente alla realizzazione di installazioni, presentando oggetti della vita quotidiana assemblati in composizioni che attribuiscono a questi elementi una dimensione metaforica. La produzione di Chen Zhen riflette in maniera paradigmatica il suo desiderio di trovare una sintesi visiva che integri le caratteristiche estetiche del suo paese di origine con quelle dei luoghi con cui entra in contatto, in uno scambio fluido e costante tra pensiero orientale e quello occidentale."" -
Architettura in quarantena
Una riflessione sul futuro dell'architettura dopo il periodo di quaratena. «In questo diario dei giorni della quarantena ho descritto alcuni fatti nuovi e imprevisti che di certo ci indurranno a fare delle riflessioni approfondite sulle prospettive dell'architettura e, uscendo da questa reclusione forzata, a chiederci perché sembra che il normale diventi straordinario. Il clamoroso evento di piazza San Pietro - la preghiera solitaria di papa Francesco sul sagrato della basilica - ha imposto una riconsiderazione sui luoghi altri, luoghi investiti da una particolare inversione dei rapporti usuali, le cosiddette ""eterotopie"""" che, si dice, sarebbero il frutto di un pensiero sin troppo intellettualistico. La nozione di eterotopia formulata negli anni sessanta e considerata sinora come una semplice distorsione postmoderna della città, in effetti, si è imposta in una maniera del tutto imprevista come una nozione generale.» (l'autore)"" -
Juan Navarro Baldeweg. Architettura, pittura, scultura. Ediz. illustrata
La Vittoria alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana sarà ufficialmente restituita a Brescia nel Capitolium a novembre 2020 in un allestimento museale curato dall'architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg. E proprio all'architetto Navarro Baldeweg, a settembre viene dedicata una esaustiva mostra-omaggio e questa importante monografia che presenta una serie di opere (modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture) che ne ripercorrono la poliedrica carriera come architetto, pittore e scultore, e che consentono di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti. ""In un'epoca che premia sempre di più la specializzazione è raro incontrare architetti che fondano il loro lavoro su una pratica artistica a tutto campo, come avveniva nel Rinascimento - afferma il curatore Pierre-Alain Croset - e come solo pochissimi architetti hanno saputo fare in epoca contemporanea. La monografia evidenzia la straordinaria coerenza e continuità dell'opera di Navarro Baldeweg, insieme architettonica e artistica, e la sua capacità rara di saper dialogare con le preesistenze storiche come lo straordinario palinsesto architettonico di Santa Giulia"""". In apertura, il volume propone una lunga e interessante conversazione tra Baldeweg e Croset: vengono affrontate le ragioni e le motivazioni di una pratica artistica divisa tra pittura, scultura e architettura, nonché esplorati i riferimenti artistici (e l'idea d'arte in sé) che alimentano il lavoro di Baldeweg. Il catalogo delle opere si articola in tre sezioni, quanti sono gli ambiti di sperimentazione e interesse di Baldeweg: Pittura Immagini del fare e dei modi del fare; Scultura Metafore dell'orizzonte e della natura, Visualizzare fenomeni fisici, Il gioco delle ombre, Sculture di equilibrio e gravitazione, Scarabocchi nell'aria, Installazioni di luce, Strutture e unità di luce; Architettura Una casa dentro un'altra casa."" -
La Vittoria Alata. «Non ho visto nulla di più bello». Ediz. illustrata
Dopo quasi due anni di lavori di restauro, la Vittoria alata, una dellernpiù straordinarie statue di epoca romana, sarà ufficialmente restituitarna Brescia a novembre 2020.rnLa grande statua in bronzo, amata da Giosuè Carducci che la celebròrnnell’ode Alla Vittoria, ammirata da Gabriele d’Annunzio e da NapoleonernIII che ne vollero una copia, che per composizione, materiale ernconservazione è una delle opere più importanti della romanità, avràrnuna nuova collocazione nella cella orientale del Capitolium, in un allestimentornmuseale curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldewegrnnella cella orientale del Capitolium.rnÈ proprio presso il Capitolium che nel 1826, durante gli scavi archeologicirncondotti dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti dirnBrescia, venne ritrovata all’interno di un’intercapedine dell’anticorntempio romano, insieme a sei teste imperiali e ad altri reperti, forsernper preservarla da eventuali distruzioni.rnDedicato a quest’opera d’arte di straordinaria bellezza, il volume nernracconta la storia e il recente restauro da parte di numerosi professionistirnche a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sonornstati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazionerndel bronzo. Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla puliturarndella scultura, quindi sulla rimozione controllata dei materialirnche riempivano la statua e della struttura interna a cui si agganciavanornle ali e le braccia della Vittoria, sulla progettazione del sostegno internorna garanzia della statica del bronzo, e sulla stesura di un materialernprotettivo, scelto anche in base alle caratteristiche dell’ambiente espositivo.rnNel volume presenti i seguenti testi: La statua e la sua storia dirnFrancesca Morandini; La Vittoria Alata e il nuovo Capitolium di JuanrnNavarro Baldeweg, intervista di Pierre-Alain Croset; Viaggio iconografico,rnmodelli, e fortuna -
Le signore dell'arte. Storie di donne tra '500 e '600. Ediz. a colori
Sulla pittura italiana tra Cinquecento e Seicento tanto è stato scritto ma sulle artiste di quel periodo molto è ancora da svelare: si tratta di figure femminili straordinarie con storie personali incredibili, spesso misconosciute. Il catalogo della grande mostra milanese, vuole affrontare il tema e raccontare l'arte e la vita di 34 diverse artiste attraverso le 150 opere esposte. Oltre alle più note, l'incredibile lavoro di ricerca svolto dai curatori dà la possibilità di ammirare artiste italiane meno conosciute al grande pubblico e nuove scoperte, le cui opere vengono esposte per la prima volta. Insieme ad Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, pittrice lombarda apprezzata da Van Dyck, Lavinia Fontana, Fede Galizia, Marietta Robusti, detta ""la Tintoretta"""" e tante altre. Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 diversi prestatori, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell'Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia). Nel catalogo i seguenti testi: """"Se Pablo fosse stato Pablita"""" Artiste italiane del Rinascimento e del Barocco, tra storia e mito di Gioia Mori; Le signore del barocco tra ritratto e autoritratto. La trasgressione dei generi di Alain Tapié; Giovanna Garzoni alla corte sabauda: i ritratti di Emanuele Filiberto e di Carlo Emanuele I attraverso la diagnostica per immagini; Giovanna Garzoni a Torino di Annamaria Bava; Una lettura per immagini attraverso le indagini diagnostiche: i ritratti dei duchi Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I di Marco Gargano, Matteo Interlenghi, Tiziana Cavaleri, Christian Salvatore e Isabella Castiglioni. Le opere in mostra come nel catalogo sono divise nelle seguenti sezioni: Artiste del Vasari, Artiste in convento, Storie di famiglia, Le accademiche, Artemisia Gentileschi """"valente pittrice quanto mai altra femmina""""."" -
Tiepolo. Venezia, Milano, l'Europa. Ediz. a colori
In occasione dei duecentocinquanta anni dalla morte di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 - Madrid 1770), le Gallerie d'Italia ospitano la prima mostra milanese interamente dedicata al grande pittore del settanta opere tra quelle del Tiepolo e di importanti artisti suoi contemporanei (tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani) e ripercorre la vicenda artistica del maestro veneziano. Pittore amatissimo e stimato non solo in Italia, Tiepolo vantò committenze a Milano, sotto il dominio asburgico; alla corte di Desdra dove l'amico filosofo, letterato e conoscitore Francesco Algarotti, suo strenuo sostenitore e ammiratore, svolgeva il ruolo del consigliere di Augusto III; e infine in Spagna, sotto l'ala del sovrano Carlo III Borbone. Aprono il volume i saggi di: Fabrizio Magani ""Fatica grande certamente, ma per tal opera ci vuol coraggio"""" Cinquant'anni di carriera di Giambattista Tiepolo; Alessandro Morandotti Tiepolo e Milano, prove generali per l'affermazione in Europa; Andrés Úbeda de los Cobos Dn Juan Batta. Tiepolo inv. et pinx La bottega dei Tiepolo in Spagna; Fernando Mazzocca Da Hayez a Tito e da Selvatico a Molmenti, La controversa riscoperta di Tiepolo nella pittura. Le sezioni della mostra e del catalogo ripercorrono le fasi della vita di Tiepolo e si segue così, lungo il percorso espositivo, la messa a punto progressiva del suo repertorio di inventore di iconografie senza uguali, e si apprezzano le sue scelte di stile, maturate grazie allo studio dei classici della tradizione veneziana (Tintoretto e Veronese tra i primi) e al confronto con i talenti a lui contemporanei, da Piazzetta a Pellegrini."" -
La Fiera di Milano 1920-2020. Cento anni, infinite storie. Ediz. illustrata
"Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni di un linguaggio; le città sono luoghi di scambio ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi"""" (Italo Calvino). La Fiera di Milano è tutto questo: è il passato, la memoria di una città che voleva crescere e per crescere apriva con le prime esposizioni le sue porte all'Europa; ma è soprattutto il futuro, la capacità di rigenerarsi trasformandosi in modo forte, con progetti innovativi che ogni giorno la rendono sempre più attrattiva e internazionale. Tutto ebbe inizio il 12 aprile 1920, su iniziativa di otto imprenditori, quando nacque la prima Fiera Campionaria, organizzata sui bastioni di Porta Venezia, con 1200 espositori, di cui quasi un terzo stranieri. Già allora, un evento internazionale. La parola """"internazionale"""" è quella che indica la visione e la lungimiranza con cui ci si apriva subito al mondo nel segno del """"fare"""" e dell'intraprendere guardando all'innovazione e a quel mondo nuovo che si è sempre intrecciato con la storia di Milano. Oggi Fiera Milano è uno dei più grandi player fieristici e congressuali a livello internazionale e ha il compito coraggioso di accompagnare le imprese nel futuro """"piantando"""" dentro e fuori i padiglioni i semi dell'innovazione e della creatività che derivano dall'incontro delle diverse culture aziendali, dallo scambio di conoscenze ed esperienze. Il volume contiene testi di: Roberto Arditti; Stefano Baia Curioni; Giorgio Bigatti; Gianpietro Borghini; Ferruccio de Bortoli; Luca Masia; Luca Molinari; Ferruccio Resta; Donata Sartorio; Fabio M. Storer; Anja Visini. Prefazioni di Carlo Bonomi, Attilio Fontana, Enrico Pazzali, Giuseppe Sala." -
The Scrovegni Chapel. Giotto's revolution. Ediz. illustrata
Giuliano Pisani ci accompagna nel cuore di uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale: gli affreschi dipinti da Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Tessera dopo tessera ci svela il mosaico affascinante e complesso della storia sacra, individuando le fonti di riferimento e fornendo una lettura finalmente unitaria e coerente dell'intero ciclo. Ne risultano chiariti i numerosi simboli e si individua nel frate eremitano Alberto da Padova colui che fornì al pittore le linee concettuali e il programma teologico. La loro intesa dà vita al capolavoro. Questo mirabile scrigno ci chiama a meditare sulle nostre scelte; ci invita al senso di responsabilità, individuale collettiva; ci indica la via del bene, della giustizia, della speranza, dell'amore. Nella Cappella degli Scrovegni, Giotto rivoluziona il linguaggio della pittura, introducendo il realismo, descrivendo i sentimenti, curando la resa minuziosa dei dettagli, l'esattezza architettonica, la scansione dello spazio, la prospettiva che scandisce i piani e crea profondità. E soprattutto il trionfo del colore e della luce. -
Trisha Baga. The eye, the eye and the ear. Ediz. italiana e inglese
Primo volume monografico dedicato a Trisha Baga, realizzato in occasione della mostra personale in Pirelli HangarBicocca, Milano. La pubblicazione è una occasione per approfondire il lavoro dell'artista, tra le maggiori filmmaker americane contemporanee. Pubblicato in occasione dell'omonima mostra ""The eye, the eye and the ear"""" presentata in Pirelli HangarBicocca, il catalogo è concepito come un racconto fantascientifico nell'universo personale dell'artista. Realizzato come una sorta di meta-libro, il volume di mostra alterna frammenti di scritti provenienti dal mondo scientifico, letterario e artistico. Il libro presenta diversi contributi critici: un testo di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli, curatrici della mostra, un visual essay in collaborazione con Trisha Baga, a cura di Herb Tam, curatore del Museum of Chinese in America (MOCA) di New York, un saggio di Pavel Pys, curatore presso il Walker Art Center di Minneapolis, una conversazione tra Trisha Baga e l'artista Lucy Raven e un testo di Elisabeth Sherman, assistente curatrice al Whitney Museum di New York. Il catalogo contiene inoltre un'ampia documentazione fotografica dell'esposizione milanese e la filmografia completa dell'artista. Trisha Baga (Venice, Florida, 1985, vive e lavora a New York), americana di origini filippine, è tra le artiste e filmmaker più innovative della sua generazione. Nelle sue opere combina linguaggi e media differenti e attinge dall'immaginario televisivo, cinematografico e da filmati amatoriali per trattare temi come l'identità di genere e il rapporto tra mondo reale e digitale, facendo emergere una diversa prospettiva della contemporaneità."" -
Raffaello. L'invenzione del «divino pittore». Ediz. illustrata
La mostra ""Raffaello. L'invenzione del divino pittore"""" rinsalda il profondo legame tra Raffaello Sanzio e la città di Brescia nell'anno del cinquecentenario della morte del maestro di Urbino. Il progetto """"Raffaello. L'invenzione del divino pittore"""" intende ragionare sul concetto di creazione ed elaborazione del Mito, sulla sua custodia e conservazione, e sugli aspetti che hanno determinato l'avvio dell'""""industria culturale"""", a partire da una delle icone più rappresentative dell'Europa moderna, e puntando l'attenzione sull'eredità di Paolo Tosio e di Giuseppe Bossi e sul loro contributo al culto della memoria raffaellesca. La mostra e il catalogo danno la possibilità di valorizzare le maestose collezioni grafiche bresciane che attestano l'ininterrotta fortuna dei modelli raffaelleschi nelle arti e presso i collezionisti dal Cinquecento all'Ottocento, nonché la nascita di un vero e proprio 'mito del divino pittore', che raggiunge il suo massimo sviluppo nel XIX secolo, nel contesto della temperie culturale neoclassica e romantica. L'ininterrotta fortuna di Raffaello nell'arco di cinque secoli fu un fenomeno non solo pittorico e le stampe presentate costituirono l'ordito su cui andò tessendosi la trama di questo mito: alle incisioni infatti, prima ancora che alla diretta conoscenza degli originali, fu affidata la trasmissione della cultura figurativa raffaellesca. Nel volume i testi """"Per omaggio al divino Raffaele e per incoraggiamento alle Belle Arti"""": cultura figurativa e gusto collezionistico a Brescia tra Sette e Ottocento di Roberta D'Adda; Faustino Anderloni, Pietro Anderloni e Giovita Garavaglia: l'incisione neoclassica di traduzione nella Raccolta Emilio Anderloni di Alberto Crespi; Inventario delle stampe raffaellesche del Gabinetto Disegni e Stampe dei Musei Civici di Brescia a cura di Chiara. Chiude la ricca bibliografia a cura di Giulia Paletti."" -
Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco di Milano. Ediz. illustrata
Realizzato in occasione della mostra che il Castello di Milano organizza per celebrare i 500 anni dalla morte di Raffaello, il volume presenta i risultati di alcune indagini sulla storia delle raccolte civiche milanesi e sulla figura di Giuseppe Bossi nel quadro di uno studio dedicato alla sua produzione come artista e collezionista di opere d'arte ispirate alle invenzioni dell'urbinate. Il tema dell'interesse per Raffaello da parte degli artisti e nel collezionismo a Milano tra fine Sette e inizio Ottocento, è delineato attraverso un focus sul nucleo di disegni di Giuseppe Bossi conservati al Castello e una serie di maioliche del Cinquecento a lui appartenute, dove l'impronta del maestro del Rinascimento è ben riconoscibile attraverso il confronto con i modelli a stampa che Marcantonio Raimondi ha realizzato a bulino a partire dai suoi disegni nell'ambito di uno straordinario sodalizio con l'incisore che Raffaello aveva promosso per diffondere le proprie creazioni. Dopo un periodo trascorso a Roma a disegnare copie dal vero dagli affreschi delle stanze vaticane, Bossi ha elaborato nella sua fase matura una personale lettura delle idee raffaellesche, trasponendole in opere di nuova creazione, secondo un codice stilistico e con uno spirito a tratti di grande modernità. -
A cosa serve la storia dell'arte
La storia dell'arte ha bisogno non soltanto di studi specifici su singoli artisti, movimenti, stili, secoli, geografie, tendenze, ma anche di libri che meditino sulle fondamenta, sulle questioni fondative, sulle domande prime: a cosa serve la storia dell'arte? Qual è il compito dello storico dell'arte? Perché si conservano i manufatti e le opere? Che cosa muove le comunità e i popoli quando preservano o distruggono i simboli e le testimonianze ricevuti dal passato? Nel libro, approfondendo il rapporto tra patrimonio storico artistico, persona e comunità, Luca Nannipieri riflette sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d'arte, mettendo a confronto il suo pensiero non solo con i fondatori o punti di riferimento della disciplina, da Johann Joachim Winckelmann a Arnold Hauser, da Alois Riegl a Erwin Panofsky, da Max Dvor'ák a Bernard Berenson e Heinrich Wölfflin, ma anche con i direttori storici di alcuni dei più autorevoli musei italiani ed europei, come Palma Bucarelli, Franco Russoli, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens, e con figure, come il soprintendente Pasquale Rotondi, che sono rimaste nella storia per i capolavori che hanno salvato dalle distruzioni e dalle guerre. Dunque un libro di teoria dell'arte e di militanza.