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Enrico Della Torre. Catalogo ragionato dell'opera pittorica 1953-2020. Ediz. italiana e inglese
Enrico Della Torre è uno dei più raffinati autori dell'arte italiana dal secondo Novecento. La sua indagine sulle forme, il colore, la linea e la composizione ha prodotto, nel corso di oltre sessant'anni di attività, una multiforme congerie di soluzioni originali, in costante mutazione, che hanno attraversato le vicende dell'arte dal secondo dopoguerra a oggi, con un'impronta fortemente personale. Sempre teso al risultato sintetico nella costruzione delle soluzioni pittoriche, nella sua pittura permane un dialogo fra immagine (nei vari periodi paesaggistica, zoomorfa, architettonica) e autonomia del segno-colore. Il catalogo delle opere pittoriche di Enrico Della Torre è curato da Francesco Tedeschi e si inserisce fra le iniziative avviate dal Centro di Ricerca sull'Astrattismo in Italia (CRA.IT), attivo presso il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università Cattolica. Hanno collaborato alla ricerca riguardante lo studio delle opere e alla realizzazione del loro catalogo Federica Boragina, Bianca Trevisan e Margherita Mauri. Un contributo sulla fortuna critica è fornito da Luca Pietro Nicoletti. Il catalogo presenta le circa 1500 opere pittoriche realizzate da Enrico Della Torre in un percorso cronologico, organizzato tenendo conto anche dei caratteri tematici che caratterizzano i diversi momenti della sua produzione, dalla fase iniziale, dei primi anni cinquanta, quando, dopo la frequentazione dell'Accademia di Brera, muove da una pittura di carattere tonalista, per passare presto a forme di sintesi del paesaggio, che si rapportano alle ricerche del ""naturalismo informale"""", e sviluppare in seguito una semplificazione materica che fa emergere il valore segnico di filamenti, allusioni organiche che generano presenze metamorfiche, alla fine degli anni sessanta. In seguito, la sua pittura va definendo una più decisa volontà strutturale, in una fase di maggiore affinità con le forme dell'astrazione, fino a istituire rapporti di carattere """"architettonico"""" tra forma e colore. In ogni momento della sua attività, però, Della Torre ha saputo lavorare sulla variazione più che sull'iterazione del segno, dando vita a composizioni anche molto diversificate. Il riconoscimento critico che la sua opera ha ottenuto è oggetto di attenzione, in un libro che intende dare il carattere complessivo dell'opera dell'artista."" -
1000 vases. Ediz. italiana e inglese
Vases presenta pezzi unici di artisti e designer indipendenti di oltre 35 paesi. L'ambizione di presentare un così grande numero di pezzi che da soli esprimono quanta creatività e diversità possibile realizzare su un singolo tema. -
Artisti per Frescobaldi. Castelgiocondo. Andrew Dadson, Erica Mahinay, Gian Maria Tosatti. Ediz. bilingue
"Andrew Dadson Erica Mahinay Gian Maria Tosatti. Artisti per Frescobaldi"""" è un progetto di arte contemporanea che comprende un premio e una collezione. Nato nel 2012 e ormai giunto alla quinta edizione, il premio si rivolge ad artisti internazionali delle ultime generazioni ed è legato alla tradizione del mecenatismo che caratterizza la famiglia Frescobaldi da più di settecento anni. Grazie al premio è stata avviata la collezione di arte contemporanea esposta nella tenuta di CastelGiocondo, che riunisce quindici opere collocate in diversi spazi, dalle cantine al castello, realizzate con tecniche e linguaggi diversi, dalla fotografia al video, dal disegno all'installazione. Ispirate alla cultura del vino, protagonista del paesaggio toscano e del territorio italiano, le opere sono allo stesso tempo legate alla tradizione e rivolte verso il futuro." -
Enigma Raffaello. Fortuna, rivalità, contrasti: il mistero della morte del Sanzio. Ediz. italiana e inglese
Raffaello Sanzio da Urbino, attraverso la sua opera immortale, ha segnato per sempre il tempo della storia dell'arte. A distanza di cinquecento anni dalla sua prematura scomparsa, avvenuta il 6 aprile del 1520 all'età di trentasette anni, la morte dell'artista resta ancora avvolta nel mistero e fonte inesauribile di interrogativi da parte degli studiosi di varie discipline. L'Urbinate è stato vittima solo dei suoi stessi vizi amorosi, come racconta Giorgio Vasari nelle Vite, oppure dietro la fine di quel giovane talentuoso, bello, pieno di riconoscimenti e di incarichi, dai modi raffinati e apparentemente amato da tutti, si celano il rancore, l'animosità e l'invidia dei suoi rivali? Enigma Raffaello propone una serie di riflessioni sulla cerchia dei potenziali nemici del Sanzio, analizzando più criticamente la personalità dell'artista. I contributi di studiosi, sia del campo storico-artistico sia del settore scientifico-medico, affrontano i vari aspetti connessi alla sepoltura e al decesso di Raffaello: la riesumazione delle sue presunte spoglie nel 1833; la realizzazione di un calco del teschio dai quei resti; la ricostruzione del suo volto attraverso le nuove tecnologie dell'antropologia forense. In caso di una nuova apertura del sepolcro, grazie al recupero di piccoli ossei, oggi la scienza è in grado di ricostruire alcune fasi della vita di Raffaello e le cause della sua morte. In queste pagine, dunque, storia dell'arte, ricerca archivistica e bibliografica, scienza del restauro, antropologia, medicina legale, tecnologie biomediche e bioarcheologiche, scienze anatomopatologiche si uniscono e si confrontano per dare un nuovo risvolto alle ricerche e ai quesiti sull'esistenza e sulla fine di uno degli artisti più celebrati della storia. Introdotto dalle presentazioni di Pio Baldi, Eugenio Gaudio, Barbara Jatta, Tiziana D'Acchille, il volume presenta i saggi di Pio Baldi, Sylvia Ferino-Pagden, Flavia Cantatore, Matteo Lafranconi, Alice Militello, Alfonso Ricca, Marco Bussagli, Chantal Milani, Valentina Gazzaniga, Paolo Frati, Marco Cilione, Vittorio Fineschi, Gino Fornaciari e cinque domande di Pio Baldi a Ulderico Santamaria su metodologie e tecniche microinvasive applicabili alla tomba di Raffaello. -
Spaces of light. Piero Dorazio and the International ZERO movement-Piero Dorazio e il movimento internazionale ZERO. Ediz. illustrata
Piero Dorazio (Roma, 1927 - Perugia, 2005) è una figura fondamentale nell'arte della seconda metà del XX secolo: questa monografia è dedicata alle sue relazioni con il movimento internazionale Zero, una rete di artisti europei che alla fine degli anni cinquanta intendevano superare l'identità gestuale e soggettiva dell'Informale per stabilire un rapporto più oggettivo e diretto dell'arte con il mondo. Dorazio si afferma precocemente come pioniere dell'astrazione del secondo dopoguerra grazie alla ridefinizione della sua tecnica pittorica, che attribuisce un nuovo significato a luce, colore, spazio e struttura. Parallelamente e in dialogo con lui, vari artisti in Europa e in particolare tra Germania, Italia, Olanda, Belgio e Francia danno vita a una nuova concezione artistica, realizzando superfici monocrome, trame, griglie; ma anche oggetti che modulano, riflettono o proiettano la luce. Così luce e movimento, struttura e vibrazione diventano elementi centrali nella ricerca di artisti geograficamente distanti, di cui questa pubblicazione vuole evidenziare le connessioni. Oltre a un saggio critico, il libro riporta una significativa selezione di scritti dell'artista, preziose fotografie e documenti d'epoca in larga parte inediti, una mappatura iconografica selezionata di opere di Dorazio storicamente legate al tema e un'appendice bio-bibliografica. -
Brescia Museo di Santa Giulia. Un viaggio nel tempo
Un viaggio alla scoperta del complesso monumentale di Santa Giulia e delle sue collezioni. Il Museo di Santa Giulia a Brescia è allestito all'interno del monastero benedettino femminile di San Salvatore-Santa Giulia, fondato nel 753 d.C. dal duca Desiderio, poi ultimo re dei Longobardi (dal 757), e dalla moglie Ansa. Oggi al suo interno, senza soluzione di continuità, si snodano percorsi di visita che attraversano gli spazi storici del monastero (basilica di San Salvatore, Oratorio romanico di Santa Maria in Solario, Coro delle monache, chiostri) e delle fasi insediative che ne hanno preceduto la costruzione (domus romane), e le sezioni museali, permettendo un viaggio all'interno della storia della città e anche dell'Europa stessa dal III millennio a. C. sino al XVIII secolo. Alessandro Manzoni ambienta proprio nel monastero le pagine finali della tragedia Adelchi, dedicata al popolo dei Longobardi; Ermengarda, una delle figlie di Desiderio, ripudiata da Carlo Magno al quale era andata in sposa, spira proprio sotto un tiglio in uno dei chiostri di Santa Giulia. Unico per la sequenza architettonica che lo costituisce e per la storia che racchiude, il complesso monumentale di Santa Giulia ha attraversato i secoli sino alla soppressione avvenuta in età napoleonica. Aperto al pubblico nel 1998, dopo svariate destinazioni d'uso e a seguito di imponenti scavi archeologici e interventi di restauro, ospita il Museo della città. Dal 2011 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dall'UNESCO. Questa guida presenta i luoghi e le opere più significative di Santa Giulia, che consentono di seguire la storia non solo della città ma anche della cultura europea attraverso capolavori artisti unici e mirabilmente ambientati. -
I talenti del fare. Altagamma
La seconda edizione de I Talenti Del Fare aggiorna lo scenario descritto nell'edizione del 2019 circa i lavori manifatturieri e ne valorizza la rilevanza per le industrie culturali e creative del Made in Italy. Vengono qui tracciate la situazione occupazionale dell'industria italiana d'eccellenza, la sfida delle competenze 4.0 così come la carenza di giovani appassionati a questi mestieri. Molte Imprese Altagamma si sono assunte la responsabilità di contribuire direttamente alla formazione dei futuri protagonisti della manifattura e dei servizi con la creazione delle Altagamma Corporate Academy, qui rappresentate quali importanti motori formativi per il Paese. Fra le novità di questa edizione vi sono una sintetica illustrazione di quanto avviene negli altri Paesi Europei e la descrizione del progetto Adotta una Scuola che, lanciato nel 2021, propone un nuovo modello di dialogo fra imprese e scuole tecniche e professionali. La notorietà e l'autorevolezza delle aziende coinvolte, unitamente alla loro passione per la protezione delle filiere e delle competenze manifatturiere, sono la migliore testimonianza della rilevanza di questi temi per tutto il comparto di alta gamma, per il nostro Paese e per l'Europa intera. Introduzione di Matteo Lunelli. -
Wilhelm Senoner. Ediz. italiana, inglese e tedesca
Quando lo scrittore svizzero Gottfried Keller scrisse la sua novella ironica Kleider machen Leute (sono le vesti che fanno le persone) avrebbe già potuto anticipare gran parte del lavoro scultoreo di Wilhelm Senoner. Sapeva egli che forma e sostanza non sono la medesima cosa, ma che possono generare facili illusioni. Ora l'arte è proprio una di queste. Wilhelm Senoner intende infatti illudere, le sue vesti fanno persone e personaggi, quelli delle sue sculture... Con gli anni ha creato tutto un mondo di esseri diversi, fra di loro apparentati, fra di loro in dialogo. Donne e uomini che deambulano non più solo nel suo immaginario, ma sono presenti nelle quotidianità della nostra vita terrena. Ovviamente purché si sappia, oltre che vedere, guardare con l'occhio pronto alla sorpresa. -
Cesare Peverelli. L'avanguardia autocritica. Ediz. a colori
Un omaggio al lavoro colto, raffinato e profondo di Cesare Peverelli, artista trait d'union fra mondi diversi: Parigi dove si trasferisce stabilmente nel 1957, e Milano dove continua esporre regolarmente dagli anni sessanta al duemila. A un secolo dalla nascita di Cesare Peverelli (1922-2000), le opere collezionate da Antonio Boschi e Marieda Di Stefano permettono di ripercorrere gli anni della formazione del giovane artista e le tappe della sua evoluzione fino alla stagione della sua fortuna critica: le nature morte degli esordi e il ritratto della madre degli anni quaranta; i primi paesaggi figurativi e la loro progressiva trasformazione in spazi intensi e complessi, tracciati con rapidi segni gestuali e nervosi; i corpi inquietanti e dai colori accesi degli insetti, creature da incubo dalle cui forme prendono vita una figurazione e una narrativa nutrite di suggestioni letterarie e di interessi compositi nel clima del surrealismo; e infine i grandi mazzi di fiori dove i segni si infittiscono e aggrovigliano in cromie che esplodono gloriose sulla tela. Attraverso queste esperienze si definisce la figura di un artista dall'inesauribile curiosità, sperimentale e tecnica, che sfiorò in modo personale diverse correnti, senza tuttavia venirvi completamente assorbito, in una ricerca che non si è interrotta mai e non ha mai abdicato al proprio impegno fino alla fine. -
Alfredo Chighine. Le origini
Il presente volume della serie ""Visti da vicino"""" costituisce un approfondimento monografico sulle origini dell'opera di Alfredo Chighine, seguendo una serie di riflessioni che hanno per filo conduttore la selezione di opere della collezione Boschi Di Stefano, che per qualità e quantità documenta egregiamente le fasi giovanili dell'artista e le sue tappe di avvicinamento all'informale. A cura di Cristina Casero ed Elisabetta Longari, tanto la mostra quanto il libro puntano a mettere in evidenza gli elementi fondanti del suo fare maturo, già presenti nelle opere degli anni quaranta. Attraverso la ricca collezione che i coniugi Boschi Di Stefano hanno messo insieme negli anni, è possibile individuare la dinamica segno/ disegno/luce/colore che già innerva i primi lavori di Chighine, prestando attenzione a quella particolare accezione """"scultorea"""" della forma che caratterizza la produzione informale e che, chiaramente, si manifesta nelle rare prove plastiche dell'artista, acutamente raccolte proprio dai Boschi. Alfredo Chighine (Milano, 1914 - Pisa, 1974) frequenta negli anni trenta i corsi d'incisione all'Umanitaria e le lezioni di Giacomo Manzù all'Accademia di Brera. Negli anni quaranta si dedica alla scultura e parallelamente dipinge figure, in gran parte acquistate da Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, e negli anni cinquanta è tra i primi in Italia ad avvicinarsi all'informale. Autore complesso, Chighine ha saputo inserirsi a pieno titolo nel dibattito culturale italiano del secolo scorso, evidenziando una propria autonomia linguistica."" -
Mario Bionda. Immagini, erosioni, spazi (1950-1964). Ediz. illustrata
L'opera di Mario Bionda (Torino 1913 - Penango 1985) Tra i protagonisti della stagione informale, Mario Bionda (Torino, 1913 - Penango, 1985) è autore di una pittura che esprime l'intimo dramma umano, tra contemplazione della natura e rarefazione dell'immagine. Le opere degli anni cinquanta e sessanta, alle quali è dedicato il volume, stratificano materiali naturali e pigmento, colori allusivi agli elementi della natura (fuoco, acqua, terra), nei toni dei bruni e dei verdi dei boschi e delle paludi, o nei bianchi, grigi e azzurri del cielo e del mare. I frottage su carta colgono le tracce vive delle forme naturali e della superficie della materia. I dipinti dell'artista raccolti attorno alle due opere della Collezione Boschi Di Stefano, Immagine bruna ed Elemento marino, entrambe del 1962, sono realizzati tra il 1950 e il 1964 e ben esemplificano l'intensità del suo periodo informale. Nato a Torino nel 1913, Mario Bionda dal 1927 al 1933 frequenta lo studio di Felice Casorati e partecipa alle mostre collettive organizzate dal Maestro in alcune città italiane. Nel 1930, a soli 17 anni, espone alla XVII Biennale di Venezia e, nel 1935, alla sua prima Quadriennale di Roma dove sarà presente altre due volte, nel 1959 e nel 1965. Lasciato lo studio di Casorati, si trasferisce prima nel Monferrato, poi a Milano, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale lo costringe ad allontanarsi dalla pittura. Alla fine della guerra inizia a creare giocattoli e nel 1954 si dedica esclusivamente alla pittura. A partire dal 1950 condivide con Alfredo Chighine lo studio milanese; è proprio Chighine che, in occasione della personale alla Galleria Pater di Milano, lo presenta a Gino Ghiringhelli, della Galleria Il Milione, che decide di iniziare a lavorare con lui. Il sodalizio con Il Milione lo porta ad allestire molte esposizioni personali e collettive in Italia e all'estero. Nel 1958 partecipa per la seconda volta alla Biennale di Venezia e nel 1963 si trasferisce nel ""Quartiere delle Botteghe"""" di Sesto San Giovanni, frequentato da molti altri artisti fra cui Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Claudio Papola, Arturo Vermi, Lino Marzulli. Nel 1983 torna a vivere nella campagna astigiana, a Penango, dove morirà pochi anni dopo, nel 1985."" -
Noi leggiavamo un giorno per diletto. Ancona per Dante. Ediz. illustrata
Pubblicato in occasione del settimo centenario dalla morte di Dante e realizzato in collaborazione tra la Pinacoteca Comunale, la Biblioteca Comunale e il Museo della Città di Ancona, ""Noi leggiavamo un giorno per diletto"""" presenta opere abitualmente non accessibili, come i volumi storici della Biblioteca o le opere conservate nei depositi della Pinacoteca. Il titolo richiama il celebre episodio di Paolo e Francesca, uno dei passaggi più esplicitamente """"marchigiani"""" del poema: il romantico dipinto di Godeardo Bonarelli che ritrae i due celebri amanti nella rocca malatestiana di Gradara è stato scelto come immagine-guida. Fra le edizioni della Divina Commedia, tutte illustrate, si segnalano due diversi e splendidi esemplari (pubblicati rispettivamente nel 1568 e nel 1574) della monumentale impresa editoriale curata a Venezia da Francesco Sansovino. Curioso è il contrasto tra un volumetto tascabile di primo Ottocento e il classico, inconfondibile Dante illustrato magistralmente da Gustave Doré per un'edizione con i commenti del letterato anconetano Eugenio Salomone Camerini. Il magnetico ritratto inciso da Adolfo De Carolis seguendo le indicazioni """"adriatiche"""" di Gabriele d'Annunzio guida i riferimenti danteschi riferibili all'area di Ancona. Il bassorilievo con il profilo quattrocentesco di Ciriaco Pizzecolli d'Ancona, attento lettore di Dante, ricorda il ruolo della Commedia nella cultura umanistica e più specificamente in quella anconetana. Fra i dipinti, prevalentemente del XIX secolo, vanno segnalati i raffinati paesaggi di Filippo Boni, dedicati alla chiesa romanica di Santa Maria in Portonovo e alla costa del Conero. Spettacolare è la grande Incoronazione della Vergine, di evidente richiamo raffaellesco, opera di Francesco Podesti. A proposito di Francesco Podesti, la mostra anconetana ha offerto l'occasione per ricercare un dipinto importante, con la Visita di Dante alla bottega di Giotto, di cui dalla metà dell'Ottocento sembravano perse le tracce; gli studi compiuti hanno permesso di indentificare la tela in una collezione privata francese. Il volume presenta anche un'interpretazione figurativa contemporanea delle tre cantiche dantesche nell'opera della pittrice lombarda Patrizia Comand, ricca di personaggi, colori e di suggestione."" -
Il destino di un amore. Tiziano Vecellio e Cecilia
Questo libro è la storia che sta dietro a uno dei più potenti dipinti del Rinascimento: la Venere di Tiziano Vecellio. Lei è Cecilia Soldani, la moglie dell'artista, uno dei più acclamati del suo tempo. È incinta del terzo figlio: una gravidanza complicata. Cecilia vorrebbe abortire per continuare ad amare il pittore, ma muore scegliendo di dare al mondo la creatura che il marito vuole, invece, con forza. Alla nascita della piccola Lavinia, Tiziano, che fino ad allora ha seguito solo gloria e denaro, è travolto dall'improvvisa coscienza di un sentimento immenso e unico, scoperto solo con la morte della moglie. Inizia, così, a cercare Cecilia nei suoi quadri, dipingendola con tutto l'amore che negli anni non è riuscito a darle. La Venere – realizzata nel 1538 e oggi conservata agli Uffizi – è ancora, per chiunque la osservi, la scintilla palpitante di quel dolore e di quell'amore. -
Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco. Ediz. illustrata
Un viaggio alla scoperta dell'arte genovese del Sei-Settecento e di quella che rappresenta non soltanto un'importante scuola pittorica, ma una raffinata e poliedrica civiltà artistica Il Barocco a Genova non va visto solo come fase di sviluppo di una scuola regionale o come declinazione locale di un più ampio stile europeo. Diverso da quello di qualsiasi altra tradizione artistica italiana di comparabile grandezza e vitalità - Bologna, Napoli, Torino, e Roma soprattutto -, rappresenta per la città un periodo di produzione artistica di altissima qualità, per circa un secolo e mezzo: dalle prime visite alla Superba di Pieter Paul Rubens, nei primi anni del Seicento, alla morte di Alessandro Magnasco (1749) e alla fondazione della prima ufficiale accademia d'arte cittadina (1751). Il volume offre una consistente sintesi degli studi sul Barocco genovese, con il fine dichiarato di stimolare approfondimenti e ricerche a livello internazionale. Ma un obiettivo non meno ambizioso è quello di far apprezzare a un più vasto pubblico il grande fascino e le sorprendenti peculiarità della produzione artistica della Superba. Realizzato grazie all'eccezionale collaborazione con la National Gallery of Art di Washington in occasione dell'esposizione romana, Superbarocco presenta una splendida selezione di capolavori che testimoniano il ruolo centrale della città di Genova nello spazio economico e geopolitico del Seicento. Introdotto dai contributi dei curatori della mostra Jonathan Bober, Piero Boccardo, Franco Boggero e di Andrea Zanini, Giulio Sommariva e Peter M. Lukehart, il volume presenta il catalogo delle opere suddiviso in dieci sezioni tematiche: Un crocevia del Barocco; Esordi genovesi; Van Dyck, altri maestri fiamminghi e la nascita della pittura di genere; Esiti naturalistici; Forme visionarie; Un Barocco superbo; La scultura; La grande decorazione; Un Barocco sontuoso; Un epilogo imprevedibile: Alessandro Magnasco. -
La Cina non è vicina. Badiucao. Opere di un artista dissidente
Dagli esordi alle opere più recenti, la carriera dell'artistaattivista cinese in occasione della prima personale a lui dedicata Badiucao è lo pseudonimo dell'artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta e attualmente operante in esilio in Australia. L'artista, spesso conosciuto come il Banksy cinese, si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, con i quali diffonde la propria arte in tutto il mondo (il suo account twitter @badiucao è seguito da più 80 mila persone) e sfida costantemente il governo e la censura cinese. Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall'Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l'unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020. Nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature. Pubblicato in occasione della prima mostra personale dedicata a questo poliedrico autore capace di lavorare con differenti mezzi artistici, ""La Cina non è vicina"""" presenta una selezione di oltre settanta opere dagli esordi ai lavori più recenti - comprendenti installazioni, video, stampe ad alta definizione, poster - suddivise in cinque sezioni."" -
Private portraits of living Porta Nuova - Milano. Ediz. illustrata
Quattro realizzazioni milanesi dei celebri studi di architettura e interior design. Personalità diverse, ma accomunate dallo stesso intento, i due studi di architettura e interior design COIMA Image e GioPagani, da anni lavorano fianco a fianco per progettare bellezza e creare inedite suggestioni abitative, tra sperimentazioni estetiche e un'ostinata ricerca di un nuovo stile di vita. Dalla loro collaborazione sono nati anche gli appartamenti presentati in questo libro, in quello che da molti è considerato uno dei quartieri più vivaci di Milano, Porta Nuova. -
The Italian legacy in the United Arab Emirates: the urban and industrial landscape. Ediz. italiana e inglese
L'eredità italiana negli Emirati Arabi Uniti: il paesaggio urbano e industriale. Negli ultimi vent’anni, le città di Dubai e Abu Dhabi hanno accelerato il loro sviluppo urbano, impiegando una forte interazione di influenze internazionali. Architetti, ingegneri, costruttori, designer, produttori e aziende energetiche internazionali – molte delle quali italiane – hanno sviluppato le loro reti professionali qui, nel crocevia globale deglirnEmirati Arabi Uniti, un luogo di flusso dove idee, persone e culture si incontrano e si mescolano. Questo libro presenta i risultati del fondamentale contributo delle aziende italiane nel plasmare il paesaggio urbano e industriale deglirnEmirati Arabi Uniti. Un viaggio che parte dagli anni precedenti all’unificazione ufficiale degli Emirati (1971) per arrivare ai giorni nostri, compreso il recente Giubileo d’Oro degli Emirati e l’Expo 2020 di Dubai, la prima esposizione internazionale tenutasi nelle regioni del Medio Oriente, nord Africa e sud Asia.rnIl volume mette in luce le competenze e le innovazioni introdotte dalle aziende italiane e conferma la vitale collaborazione creativa instaurata tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti. -
L' arte nelle istituzioni. Opere ritrovate nei palazzi del potere. Ediz. illustrata
Il racconto di un'esperienza professionale ai vertici delle Istituzioni. Le opere d'arte delle collezioni del Senato, tra tesori nascosti e intrighi di palazzo, in un avvincente mystery. Tiziana Ferrari è stata la prima curatrice delle collezioni d'arte presso la presidenza del Senato italiano. Il libro racconta la parabola di un proposito in anticipo sui tempi: quello di censire le opere d'arte custodite e celate nei palazzi della politica. L'autrice è stata artefice, a partire dal 2009, di un progetto pilota nell'ambito della valorizzazione dei beni artistici della camera alta del Parlamento. L'intento era pionieristico: la creazione di un vero e proprio archivio scientifico delle opere d'arte giunte al Senato dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Tiziana Ferrari racconta la sua storia, piena di colpi di scena e intrighi ""di Palazzo"""", in un saggio scientificamente fondato ma dal passo narrativo. La storia, fatta di entusiasmo e determinazione, dello scontro a volte solitario con i gangli di alcuni ambienti governativi. Non solo: questo volume vuole essere un sasso gettato dentro lo stagno di un dibattito attuale, quello che investe la valorizzazione moderna di uno spaccato dell'arte celato al grande pubblico - opere clandestine, testimoni silenti della nostra storia nazionale. Con spirito d'innovazione, in questa pubblicazione l'autrice vuole anche indicare un metodo efficiente di gestione e valorizzazione dei beni culturali. Un libro che interessa non solo il cultore della materia, ma in genere tutto il pubblico curioso di conoscere i meccanismi segreti che si celano dentro l'arte e dietro le porte dei palazzi del potere."" -
Palcoscenici archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli
Tra archeologia e arte contemporanea, le creazioni Francesco Vezzoli in dialogo con le opere dell'antica Brescia romana. Tra gli autori italiani più conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale, Vezzoli racconta nella sua città natale la continuità tra archeologia e contemporaneo, protagonista nella duplice veste di artista e curatore di un percorso che vede le aree archeologiche di Fondazione Brescia Musei popolarsi di otto opere da lui realizzate. “Si tratta di un progetto diffuso ardito – spiega Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei – che parla una lingua contemporanea, pop, ma è pieno di allusioni e citazioni, da De Chirico, a Brancusi, dal classico al neoclassico.” Questi “giochi di antico presente”, presenze che attivano lo slittamento dell’arte dalla classicità al glamour, si snodano attraverso il Parco Archeologico di Brescia Romana, dove grandeggia la Vittoria Alata, l’affascinante bronzo romano che, dopo il recente restauro, è stato restituito alla città e riposizionato nella sua antica collocazione nel Capitolium. Le opere di Francesco Vezzoli comprendono l’inedito progetto espositivo site-specific dell’artista per salutare il ritorno della Vittoria Alata, e altre otto sculture che dialogano con le vestigia romane e longobarde, in un originale percorso attraverso quasi mille anni di storia dell’arte e dell’architettura. Vengono poi presentati il ritratto dorato di Sophia Loren come Musa dell’Antichità; C-CUT Homo ab homine natus, una scultura da giardino del XX secolo, nel cui mantello dorato è incastonata una testa in marmo originale di epoca romana; la statua in bronzo Portrait of Kim Kardashian (Ante Litteram) che riproduce il corpo in bronzo della paleolitica Venere di Willendorf alla quale è stata integrata una testa marmorea romana del III secolo d.C. (corredata dell’iconica lacrima, tipica dell’artista); Achille!, un busto settecentesco dell’eroe greco celebrato da Omero rielaborato da Vezzoli in chiave contemporanea; La Colonne Avec Fin, una statua in bronzo con un’originale testa romana antica; la Nike Metafisica, un omaggio a Giorgio De Chirico, fil-rouge del lavoro di Vezzoli; Lo sguardo di Adriano, in cui gli occhi l’imperatore esteta, soggetto ricorrente nella produzione di Vezzoli, si colorano di blu accendendosi di nuova vita. -
Torino metropolitana viva metropolitana
«Le Vetrofanie sono disegni pensati per decorare le vetrate delle banchine delle varie stazioni della Linea 1 della Metropolitana di Torino. Ogni stazione porta il nome della zona, della strada o della piazza in cui è collocata, ognuna evoca un luogo, un avvenimento, un personaggio, un periodo storico. In questo libro sono presenti i decori di tutte le stazioni, comprese quelle in costruzione tra Collegno e Cascine Vica, sul prolungamento Ovest. Per realizzare le ventisei Vetrofanie ho proceduto a un'indagine storico-geografica alla ricerca dell'""etimologia"""" del luogo, traendo poi gli elementi che potevano sembrare più significativi per raccontare alla gente, con un segno essenziale e diretto, il nome dato a ogni stazione. È nato così un """"viaggio"""" nella realtà torinese, piemontese e italiana attraverso le epoche, un percorso che include arte, paesaggio, storia antica e recente, scienza, vocazione industriale e non solo. Alcune Vetrofanie colgono la vita che oggi si svolge intorno alle fermate della Metropolitana.» (Ugo Nespolo)""