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Denaro e vita. Senso e forme dell'esistere
La riflessione di Simmel sul denaro non è nulla di economico né ha alcun aspetto sociologico, ma coinvolge l'ambito filosofico dell'esistenza umana. In questo senso la filosofia del denaro è una filosofia della forma che manifesta in modo emblematico l'essenza della vita. Nessuna ricostruzione storica né alcuna legge economica può ridare la complessità del problema del valore del denaro per la vita. Lontano tanto dalla scuola classica inglese quanto dal marxismo, come dalla riflessione weberiana sull'economia monetaria, Simmel propone una visione del fenomeno del denaro analizzato 'sub specie philosophiae', in tutte le sue poliedriche sfaccettature non solo vitalistiche ma anche estetiche. La forma denaro è dunque quella che meglio di altre manifesta il movimento della vita dell'uomo e la sua drammatica e insuperabile essenza conflittuale. In ciò consiste l'attualità della sua riflessione che da sempre ha pensato il denaro come il più potente livellatore dell'esistenza. -
Sulle reliquie
A metà del cinquecento in pochi credevano all'autenticità della Sindone. Lo stesso drappo che oggi a Torino viene contemplato in religioso silenzio da migliaia di visitatori è chiaramente additato come un falso in questo lavoro puntiglioso di Giovanni Calvino. Teorico di una delle due grandi riforme del cristianesimo, Calvino spiega il danno fatto dal culto di questi oggetti. Idolatrare delle cose solo perché appartenute per ipotesi ai santi o ai martiri è una forma di superstizione che allontana dal vero messaggio cristiano. La fede interiore e la contemplazione dell'opera dell'universo è il modo degno di onorare il supremo. Il testo fu scritto nel 1543 ed è un prezioso documento dei valori della riforma protestante. Ma letto oggi mostra quanto la Chiesa cattolica e i suoi ideologi contemporanei stiano nutrendo credenze sfatate da secoli. Un testo antico e vicino, quindi, che permette di riflettere sul senso profondo delle nostre credenze, sulle particolarità tutte italiane del sentimento religioso. -
Contro padre Pio
I rapporti confidenziali che Agostino Gemelli scrive contro padre Pio hanno lo scopo di allarmare gli alti vertici della Chiesa e indurli a reprimere un fenomeno inquietante che svela un cattolicesimo delle campagne, della provincia, per nulla uscito dalle sue forme medievali più oscurantiste. Il suo giudizio ""clinico"""" è nettissimo: padre Pio sarebbe """"uno psicopatico ignorante che induce in automutilazione e si procura artificialmente le stigmate allo scopo di sfruttare la credulità della gente"""". L'intervento di Gemelli ebbe una certa efficacia nel mettere ai margini dell'ufficialità padre Pio, in un periodo in cui la Chiesa promuoveva una nuova cultura cattolica """"al passo coi tempi"""". Nell'epoca attuale, in cui il santo con le stigmate è divenuto una suggestionante immagine globalizzata, osannata ufficialmente, i documenti, pubblicati qui integralmente, disvelano una lotta spietata e spesso occultata all'interno di una Chiesa pronta a favorire con opportunismo il volto più vincente."" -
Iran contro Iran. Elezioni e rivolta a Teheran
Le arterie stradali di Teheran sembrano i bulbi oculari tumefatti di una lucertola che cuoce al sole sulla sabbia del deserto, nello shock onirico e stralunato di una Las Vegas iraniana, come ai tempi dello Sha. Il discorso del Leder Supremo ha lasciato la sua traccia. Pensano che vogliamo americanizzare l'Iran. In TV ripetono ogni giorno che ""il governo è per il popolo, che i Basij aiutano la gente, che la vera democrazia è la nostra, che in occidente non c'è democrazia. Dicono che Moussavi vuole fare una rivoluzione, e che gli americani lo appoggiano. Dicono che la ragazza morta qualche giorno fa per strada è stata uccisa dai servizi segreti americani per permettere all'inviato di BBC di screditare l'Iran e il suo legittimo governo! Nessuno vuole una rivoluzione! Vogliamo solo riforme! Ora sì che l'unico modo per cambiare le cose è una rivoluzione! Se Ahmadinejad è davvero il vincitore delle elezióni che bisogno c'è di arrestare Moussavi? Di uccidere la gente per strada? Di chiudere i partiti riformisti? Di bloccare internet e i cellulari? Non c'è più legge. Io lavoro per un partito regolare, e ora la sede del partito è chiusa. Il mio telefono è sotto controllo, e potrebbero arrestarmi da un momento all'altro. Possono trovarmi ovunque, uccidere chiunque, capisci? Questo è un colpo di stato, non sono elezioni! Mohamed guarda sua moglie. Gli occhi di Nilou sono due cerniere consumate dalle lacrime. Stanno uccidendo il mio popolo. Tutti i miei amici sono in prigione, e potrebbero essere impiccati""""."" -
Cézanne. Dialogo di un'amicizia
La novità e l'importanza del gesto che Cézanne introdusse nella storia della pittura hanno dato luogo non soltanto a un numero enorme di interpretazioni e imitazioni, ma anche a numerosi testi che hanno cercato di presentare la figura del ""personaggio"""" Cézanne, per rendere non soltanto più comprensibile la sua arte ma anche per tentare di avvicinare il suo carattere. Tra le varie testimonianze che documentano le idee e le passioni del pittore il libro di Gasquet spicca per il suo stile originale, che ha attirato su di esso curiosità, interessi e critiche. Si offre qui al lettore una traduzione integrale del testo, per collocare di nuovo al centro del dibattito estetico e critico l'arte e la vita di uno dei più grandi artisti dell'Europa moderna. Postfazione di Luca Taddio."" -
Parva aesthetica. Saggi 1958-1967
Nell'ultimo decennio di vita Adorno torna più volte su temi di carattere estetico che caratterizzano non solo il suo approccio all'arte moderna, ma il rapporto con il pensiero filosofico nel suo complesso. Il concetto di Aesthetica, volutamente citato in latino, costituisce una porta d'accesso a questioni di carattere metodologico, gnoseologico, ontologico e sociale, in un continuo confronto con la negatività che abita all'interno della stessa cultura. La formulazione di un'estetica normativa appare impropria agli occhi del filosofo tedesco: per questo motivo egli ritiene impossibile affidare al pensiero il compito di costruire modelli e valori artistici universali. La scelta di Adorno, nei saggi qui raccolti, consiste piuttosto nell'elaborare forme di pensiero critico, nella convinzione che di norme e modelli non si potrà parlare come valori assoluti, ma unicamente come dimensioni problematiche. -
Un' etica di suoni. Musica, morale e metafisica in Thomas Mann
L'argomento musicale investe l'opera e il pensiero di Thomas Mann costituendo una chiave di lettura privilegiata delle tematiche propriamente filosofiche messe in gioco dallo scrittore nella sua vasta produzione letteraria e saggistica. Lo statuto metafisico che la musica vi assume permette di dare una peculiare collocazione ad argomenti come l'eros, la soggettività, la morte, la libertà, l'arte e la sua 'morale', alla luce dell'apporto fornito dai numerosi referenti e modelli filosofici, musicali e letterari, che confluiscono nell'opera di Mann secondo una prospettiva critica saldamente radicata nella realtà storico-culturale del suo tempo. -
Breve apologia dell'esperienza estetica
I temi della fruizione dell'opera d'arte e il suo ruolo all'interno della società sono non soltanto ancora attuali ma dotati di una centralità sempre maggiore, alla costante ricerca di risposte e chiarimenti. Dopo il tramonto delle estetiche ""negative"""" e ascetiche, il ritorno al dato fruitivo appare ancora oggi una possibile fuoriuscita dalle sovrastrutture ideologiche e concettualiste che hanno interessato il mondo dell'estetica, della critica e dell'arte. Con questo agile trattato, Hans Robert Jauss seppe riportare l'attenzione sulle reali questioni che interessano il dato estetico, contribuendo in maniera decisiva alla riabilitazione delle categorie classiche sia aristoteliche sia kantiane, all'interno di una prospettiva che conferisce all'estetica un ruolo tutt'altro che secondario."" -
L' affermazione dell'architettura. Una riflessione introduttiva
La chiave di lettura che questo libro sviluppa per interpretare l'architettura contemporanea è offerta dalla parola affermazione, che rappresenta il punto di incontro tra la dimensione architettonica e quella filosofica. Ciò non deve essere inteso come se da un lato vi sia l'architetto e dall'altro il filosofo che riflette, quanto piuttosto come la presa di coscienza che nel piano immanente del fare e del produrre vi è in gioco un sapere, intrinseco al produrre stesso, che oltrepassa le competenze specifiche dell'architettura. È tale necessario sconfinamento che può diventare oggetto d'analisi critica sia da parte del filosofo sia dell'architetto. -
Tra Oriente ed Occidente. Interviste sull'intercultura ed il pensiero orientale
In un tempo che è sempre più ossessionato dalla costruzione di identità in cui rispecchiare le proprie miserie e nobiltà, è necessario ricominciare da principio. La forma dell'intervista o del dialogo con gli studenti, semplice e lontana da tecnicismi, costituisce la migliore introduzione ad un diverso modo di pensare che, concentrandosi sugli elementi fondamentali, fa emergere la portata concettuale delle esperienze filosofiche orientali, evitando le secche dell'esotismo e del monoculturalismo. -
Ludovico Geymonat epistemologo. Con documenti inediti e rari
Ludovico Geymonat (1908-1991), il padre riconosciuto della Filosofia della scienza del Novecento in Italia. In questo volume l'opera specificatamente epistemologica di Geymonat viene sottoposta ad una disamina critica sistematica che ne studia la dinamica intrinseca e la specificità, dipanando le differenti ""anime"""" teoretiche che si sono variamente intrecciate nel corso della straordinaria biografia intellettuale di questo epistemologo. Il filo rosso che unifica le varie forme della sua riflessione filosofica è qui individuato nella costante difesa di una razionalità critica costituente uno strumento umano che, per quanto flebile e claudicante, configura tuttavia l'unica possibilità di costante approfondimento critico del nostro sapere oggettivo e della nostra stessa consapevolezza filosofica. I documenti inediti pubblicati - il carteggio completo intercorso tra Moritz Schlick e Geymonat, le lettere inviate da Geymonat ad Antonio Banfi e Mario Dal Pra, un prezioso testo inedito di Geymonat del 1936 e una lettera di Remo Cantoni - offrono inoltre molteplici e nuovi elementi per meglio intendere le movenze più riposte di una coraggiosa """"battaglia culturale"""" come quella di Geymonat, che ha sempre considerato e praticato la filosofia quale effettiva ricerca della verità."" -
Il cigno magico. Diario di un educatore
Viene qui presentato un ricchissimo materiale, che riporta alla luce un servizio d’avanguardia - l’“Asilo di Piazza Aquileia” - diventato poi “Centro Studi e ricerche di psicopedagogia della prima e seconda infanzia”. La ricerca del suo fondatore Loris Rosenholz, che pone al centro del suo lavoro la “pedagogia della relazione”, è iniziata a Milano negli anni ’60 e si è conclusa negli anni ’80, sviluppandosi poi a Trieste e in altre Regioni. Il Cigno Magico ci porta a riflettere, ancora una volta, sulla necessità di offrire ai bambini - nel settore privato e pubblico - un ambiente ottimale dove l’accudimento emotivo favorisca la loro crescita intellettuale e sociale, prima del loro ingresso a scuola. Dott.ssa Mimma Noziglia -
La sovranità scomposta. Sull'attualità del leviatano
Una lunga tradizione interpretativa considera il Leviatano di Thomas Hobbes il testo in cui ha preso forma il dispositivo logico-concettuale con cui la modernità ha pensato la politica. I tre studi qui contenuti “scompongono” la teoria hobbesiana per metterne in evidenza alcune aporie che manifestano oggi, nell’apparente crisi della sovranità statale, una cogente attualità. Nella dottrina di Hobbes l’individuo, presentato come presupposto della sovranità, è anche prodotto di una biopolitica che della sovranità è correlato essenziale; la natura umana è segnata dalla scissione tra bisogno di riconoscimento e affermazione di quella individualità irrelata che è premessa necessaria della rappresentanza politica; la condizione umana viene sospesa in un presente astorico pensato come intrascendibile, per eliminare ogni pulsione al mutamento. Senza voler risolvere le tensioni tra sovranità e biopolitica, riconoscimento e rappresentanza, eternità e mutamento, questo libro mostra la centralità di queste aporie tanto nel momento di affermazione della scienza politica moderna, quanto negli odierni processi di soggettivazione. -
Come la vita si mette al lavoro. Forme di dominio nella società neoliberale
Che alla precarizzazione del lavoro si accompagni da tempo, paradossalmente, l’estensione della logiche manageriali ai più svariati aspetti della vita, è un fatto riconosciuto. Nonostante le dure repliche della crisi economica, una diffusa retorica continua a spingerci ad accogliere con entusiasmo la flessibilità e il rischio, a trattare le nostre capacità cognitive, creative, persino affettive, come un capitale da investire, lasciandoci alle spalle il fardello delle solidarietà e dei diritti. Tuttavia, più ancora dei dispositivi di controllo e persuasione messi in campo, impressiona la facilità con cui ad essi ci assoggettiamo. Che piega devono prendere desiderio e godimento affinché l’intera esistenza si metta al lavoro? È questa una tra le domande di fondo che, nei saggi qui pubblicati, legano tra loro prospettive diverse, filosofiche, sociologiche, psicoanalitiche, volte tutte a riflettere sui modi in cui il nostro essere e sentirci soggetti si costruisce, si modella e si dissolve attraverso il lavoro, la sua mancanza o il suo eccesso, lo sfumare dei suoi confini, in un rapporto sempre più ambiguo tra lavoro e libertà. Testi di Giovanni Leghissa, Federico Chicchi, Marco Focchi, Massimiliano Roveretto, Massimiliano Nicoli, Beatrice Bonato, Graziella Berto. -
Il valore dei concetti. Filosofia e criticà
Negli ultimi scritti, Foucault ripete che il lavoro storico-filosofico va orientato verso una critica della ragione politica. Cosa significa orientarsi, teoricamente, verso questo compito? Il volume inquadra la problematica della critica della ragione attraverso la riscoperta dei fondamenti teorici della storia delle scienze di Bachelard, Canguilhem e Cavaillès, la cui «filosofia del concetto, della razionalità e del sapere» ne rappresenta una delle più profonde elaborazioni. Contro lo storicismo hegeliano e attraverso la ripresa della filosofia di Kant e Nietzsche, gli epistemologi propongono una storia nella forma della non-identità, la cui vocazione è di essere al servizio della reale portata comprensiva dei concetti. Il volume ricostruisce, da un lato, l’intricato rapporto tra la riflessione degli epistemologi e la rinascita dell’hegelismo francese in Koyré, Kojève, Hyppolite, Wahl; e dall’altro cerca di tracciare una possibile genealogia di questa singolare tecnica di lavoro sui concetti, soffermandosi su alcuni aspetti del pensiero di Althusser, Lacan e Foucault. Solo una storia dei concetti nella forma della non-identità permette di accedere alla storicità della vita e della conoscenza della vita; solo sostituendo il reale dei concetti alla loro idealità, è possibile tracciare una storia del governo dei viventi, senza gettare sul rapporto tra vita e politica uno sguardo da fine del mondo. Solo preservando i diritti della critica contro quelli della logica della storia, il pensiero si libera da quell’erudizione che stordisce, per tornare al servizio della vita. -
I due misteri. Da Magritte alla natura della rappresentazione pittorica
Quale rapporto intercorre tra il mondo e la sua rappresentazione? Le opere pittoriche di Magritte parlano di una relazione di somiglianza tra le cose e le loro immagini. I suoi quadri rendono visibili per come sono in verità gli oggetti che popolano la realtà esterna. Questo libro attraversa l'opera del pittore al fine di proporre una nuova concezione teorica della natura della raffigurazione pittorica. Alla base di questa indagine troviamo il nesso tra immagine e percezione, il cui intreccio costituisce la trama della realtà iscritta nella pittura. L'arte per Magritte deve evocare il mistero: l'autore segue le orme del pittore non per portare alla luce ciò che è nascosto, ma per mostrare ciò che già di per sé è evidente, alla luce del sole. -
Sul materialismo leopardiano. Tra pensiero poetante e poetare pensante
Questo studio attraverso il cristallo della scrittura, riscopre la filosofia di Leopardi, osserva la luce e le rifrazioni del suo pensiero, ne rintraccia le origini e i cromatismi, scomponendone il ricco spettro, in grado di unire le tonalità più profonde della filosofia al chiarore lattiginoso della poesia. Innanzitutto, è un’osservazione che mira a delineare la complessità dello status specifico del Leopardi pensatore-poeta, al fine di meglio comprendere quanto ancora il recanatese abbia da dire alla nostra società contemporanea, non solo da cantore, ma da acuto esploratore del mondo. Il percorso si dirige direttamente al cuore pulsante del meditare leopardiano. Attraverso un viaggio diacronico, l’analisi penetra nei meandri del pensiero, seguendone l’evoluzione, risalendo alle matrici prime del suo interrogare, ancora acerbo negli scritti giovanili, e tra questi le Dissertazioni filosofiche, per poi riscontrare il graduale affinarsi degli strumenti e degli interessi propri del filosofo. L’indagine allora si concentra principalmente all’interno del diario intellettuale dello Zibaldone, vera fucina dove il riflettere diviene profonda analisi materialista del reale. Un ultimo piano d’indagine consiste, poi, nell’osservare il mondo leopardiano come luogo d’incontro tra generazioni, tra culture, come classico della modernità che valica i confini, talvolta eccessivamente angusti, delle nazioni e dei saperi, risuonando in ogni uomo come eco cosmica del proprio io interrogante. -
Memoria fra biologia, identità, etica
Nel quadro generale di un approccio che vede strettamente connesse l'indagine delle neuroscienze e la riflessione filosofica, i saggi raccolti nel volume sviluppano nel loro insieme due linee di ricerca. Una è quella che, grazie al contributo di scienziati e psicologi (Alberto Oliverio, Micaela Morelli e Riccardo Manzotti), di psicanalisti (Simona Argentieri) e bioingegneri (Aldo Vanini), consente di fissare l'attenzione sugli aspetti neurobiologici, psicologici, psicanalitici e fisici del ricordare. L'altra, più specificamente filosofica, viene declinata secondo tre direzioni. La prima - con i saggi di Stefania Achella, Giuseppe D'Anna e Rosario Diana - si indirizza all'analisi della funzione svolta dal rammemorare e dal prefigurare nei processi di costruzione dell'identità. La seconda - con i contributi di Fiorella Battaglia, Anna Donise, Sabine Marienberg e Sara Fortuna - si incentra sul ruolo del ricordare nell'antropologia e nella linguistica, nonché sulla individuazione di alcune patologie della memoria. La terza, infine - con i contributi di Gabriella Baptist, Chiara de Luzenberger e Marco Boninu -, tende a definire la funzione normativa del ricordo. Il volume si conclude con un'intervista a Katja Crone e Julian Nida-Rümelin sulle questioni filosofiche suscitate dal potenziamento farmacologico delle funzioni umane: un problema che, per essere affrontato, richiede l'istituzione di un rapporto normativamente corretto fra memoria ed etica. -
Molte vite in multiversi. Nuovi media e arte quotidiana
Il nuovo mondo estetico si pone come una sorta di sconfinata ""mostra-ovunque"""": abbattuto il confine fra arte e vita, appaiono forme ancora indecidibili, oscillanti fra quotidianità e spettacolo. Questo libro ne considera alcune, ad esempio i giochi di ruolo online, le biennali e gli ipermercati, le collezioni, i flash mob, le liste, i libri d'artista, le grafie distorte degli SMS e altre forme di """"artigianato digitale"""", il diffondersi di remix e mashup, le vicende dell'immagine dalla fotografia alla videoarte. Il libro traccia così alcuni lineamenti genealogici della moltiplicazione dei """"punti di vista"""", dalla prospettiva al cinema, dall'icona al videogioco; le """"molte vite"""" dei multiversi odierni sono osservate con attenzione al dettaglio e all'insieme, seguendo un percorso critico (parkour critique) innovativo e appassionato."" -
Post. Vol. 2: Letterature. Su alcune intersezioni, tangenze e asintoti tra filosofia e letteratura
“Io sono fatto di acqua. Non ve ne potete accorgere perché faccio in modo che non esca fuori. Anche i miei amici sono fatti di acqua. Tutti quanti. Il nostro problema è che non solo dobbiamo andarcene in giro senza essere assorbiti dal terreno ma, anche, che dobbiamo guadagnarci da vivere. In realtà c’è un problema ancora più grosso. Dovunque andiamo non ci sentiamo a casa nostra. Perché?” Philip Dick Unite in molti dipartimenti, protocolli di ricerca, scaffali accademici e librari, filosofia e letteratura – “pratiche del vero” e “pratiche del bello”, come si potrebbe approssimativamente definirle – sono segmenti noti del nostro universo culturale. Ma che spazio vi occupano esattamente? Si dice “letteratura” e si pensa a Pavese; “filosofia” e si pensa a Cartesio. Eppure, c’è del filosofico in Pavese e del letterario nei filosofemi cartesiani. Di più: i contorni di quei due grandi contenitori che chiamiamo “filosofia” e “letteratura” sono perennemente oggetto di contesa, tra definizioni, creazioni di canoni, sovrapposizioni e trinceramenti, tangenze e cerniere. La metaforica matematica adottata in copertina suggerisce alcune modalità, sondate dai diversi contributi del numero, in cui questa relazione si può dispiegare. Jean-Luc Nancy, nome di spicco dell’attuale scenario filosofico francese, ci aiuta nell’esplorazione di questi territori: una ricca intervista colora alcune delle pagine di questa seconda uscita di Post.