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Colloqui al «circolo di Vienna». Annotati di Friedrich Waismann
Tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta Ludwig Wittgenstein si incontrò con alcuni esponenti di quel ""Circolo di Vienna"""" che aveva trovato nel """"Tractatus logico-philosophicus"""" una delle sue essenziali fonti di ispirazione. Friedrich Waismann, un esponente del Circolo profondamente segnato dall'incontro con Wittgenstein, la sua personalità e la sua filosofia, annotò quei colloqui lasciandoci così una preziosa e insostituibile testimonianza sia di una fase tormentata della vicenda filosofica di Wittgenstein (il suo ritorno alla filosofia dopo il silenzio seguito alla pubblicazione del Tractatus) sia della complessità, l'ambivalenza e talora la profonda differenza tra la sua concezione e pratica della filosofia e quella dei filosofi del """"Circolo di Vienna""""."" -
Società civile in Iraq. Retoriche sullo «scontro di civiltà»: una ricerca sul campo
Di Iraq, oggi, si parla assai meno, l'agenda setting dei grandi media internazionali ha ormai mutato di rotta: l'escalation afghana, ma soprattutto la tremenda crisi economica che stringe in una morsa l'Occidente e la bruciante sensazione di fallimento che accompagna ormai le sensazioni del pubblico sull'Iraq, hanno condotto a un progressivo abbandono del tema. Dallo schermo scompare non solo la politica irachena con le sue contraddizioni: si offuscano progressivamente volti e paesaggi umani, quella società alle cui vicende e al cambiamento epocale che le attendeva, pure, i media di tutto il mondo ci avevano così lungamente appassionati. Cosa ne è dunque di quella società? Cosa ne è, oggi, di quel cambiamento? Larga parte dell'incomprensione occidentale del ""mosaico Iraq"""" sembra fondarsi sull'assolutizzazione dell'elemento geopolitico da un lato e di quello culturale dall'altro: un paese dotato di """"risorse strategiche ingentissime"""", preda di un popolo animato da atavici risentimenti etnico-religiosi e/o tribali... In aperta contrapposizione a tale schema """"orientalista"""", la presente ricerca, condotta attraverso la somministrazione di questionari sul terreno e numerose interviste a testimoni privilegiati, tenta di restituire un volto concreto alla società locale, testandone i legami complessi con la cultura """"globale"""" e con le dinamiche politiche proprie del dopoguerra e della resistenza all'occupazione. Con molte sorprese..."" -
Politica 2.0. Blog, Facebook, Wikileaks: ripensare la sfera pubblica
Il campo nel quale si svolgono i confronti e gli scontri tra i diversi interessi sociali e che, da Habermas in poi, chiamiamo sfera pubblica è cambiato profondamente con l'avvento delle reti telematiche e ancor di più con l'emergere delle piattaforme del web 2.0. Quali sono i protagonisti, le dinamiche, i codici della sfera pubblica contemporanea? E questo cambiamento che impatto ha sulla nostra sfera privata? ""Questo libro è una continua messa a fuoco di problemi ineludibili, e così ci consegna anche una agenda culturale e politica né contingente né burocratica, che svela quale sia la dimensione della politica nella quale siamo immersi e con la quale dobbiamo misurarci. Seguendo questo itinerario, possiamo riscattarci dal riduzionismo che ci affligge, dalla segmentazione dei saperi che ci offre un ingannevole possesso specialistico e ci nega la forza della visione complessiva. Non è un caso che si parta dal corpo, e che da questo possesso del sé si dirami poi l'osservazione di dinamiche più generali"""" (dalla prefazione di Stefano Rodotà)."" -
L' occhio della rivoluzione. Scritti dal 1922 al 1942
Negli anni venti del secolo scorso Dziga Vertov (1896-1954) ideò un progetto di cinema politico di cui solo oggi, nell'epoca della rete, riusciamo a cogliere l'eccezionale produttività. I testi teorici e gli interventi militanti di Vertov, qui presentati in un'ampia raccolta, configurano non solo un'interpretazione rigorosa e innovativa dell'immagine mediale ma anche una lucida concezione critica dell'interattività che può fornire istruzioni tuttora decisive per orientarsi nella cultura del web 2.0. -
Verso l'Arca d'argento. I misteri del cammino di Santiago. Il viaggio verso Compostela di un alchimista del nostro tempo alla ricerca dei segni dell'arte regia
"Come ci si purifica in Dio? Noi (alchimisti) abbiamo, prescindendo da tutte le regole e regolette, che cambiano da cultura a cultura, un sistema specifico molto preciso ed è la quiete interna. Puoi ingannare gli altri ma non te stesso, perché lo sai. La quiete dipende da una infinità di cose, dalla tua cultura, dalla religione, dagli insegnamenti. Se tu sei in quiete tutto va bene, anche tu stai bene. Questo è un insegnamento che trovi dappertutto, è molto vecchio. Però la cosa fondamentale è un'altra, cioè non è che puoi decidere tu le cose che disturbano la tua quiete, perché ormai, alla tua età, hai una serie di vincoli che dipendono dalla tua educazione, e dalla vita che hai fatto. Senza rendertene conto ci sono cose in cui credi, e cose che reputi sbagliate, che fanno parte della tua intima essenza. Allora cercare di arrivare a liberarsi completamente dai propri pregiudizi è più faticoso e lungo che non accettarli serenamente e gestirseli, tanto poi se ne vanno da soli. È quello che spiego in termini operativi. Cercare di purificare al massimo i materiali all'inizio, come fanno alcuni, non serve a niente, perché durante l'opera la materia si libera da sola delle sue impurezze. Mettili dentro (al forno) come viene, certo decentemente puri... poi ci pensa lei (la natura) a eliminare le impurità. Questo vale per l'operatore, per l'artista. La natura fa lei le cose! Non le devi fare tu. Non puoi, non devi sostituirti alla natura"""". (da un colloquio con Paolo Lucarelli)" -
Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin
L'evento della crisi ecologica che sta mettendo seriamente a rischio la vita sull'intero pianeta, ha fornito lo spunto per una riflessione filosofica attorno alla frattura fra l'""umano"""" e l'""""animale"""" che circoscrive il campo della biopolitica contemporanea, laddove essa si converte in biocidio generalizzato. Che relazione c'è fra il potere e la vita (umana e non-umana) nella modernità? Murray Bookchin, una delle voci più note della controcultura americana odierna, ha dedicato la sua intera opera all'esplorazione di questi ambiti, in un percorso che inteseca il pensiero di Adorno e quello di Foucault. Questo saggio si propone di ripercorrere in una lettura critica, i testi di Bookchin e di fornire un'archeologia dei concetti fondamentali dell'ecologia che sia utile al dibattito animalista, ambientalista o ecologista, che quotidianamente ne fa la propria attrezzatura pratica."" -
Corporeità. La corporeità nelle Ergazungen al Die Welt di Schopenhauer e altri scritti
Il tema della corporeità è sempre stato un argomento molto caro alla riflessione di Leonardo Casini, il quale le ha dedicato una ricchissima produzione e moltissimi spunti ermeneutici. Questa pubblicazione nasce allora con l’intento di offrire al lettore una visione d’insieme, soprattutto alla luce della scoperta di uno scritto inedito, “La corporeità nelle Ergänzungen al Die Welt”, il quale accostandosi a tutti gli articoli e saggi brevi sull’argomento, garantisce un ulteriore ed importante approfondimento. Porre a confronto questi scritti, prodotti in un arco temporale complessivo di quasi un ventennio e per la prima volta riuniti in un’unica pubblicazione, ci permette di assistere alla trasformazione del concetto di corporeità in una vera e propria lente interpretativa e filtro ermeneutico dei molteplici stimoli e problemi che Leonardo Casini ha affrontato nel suo percorso intellettuale e filosofico, nonchè delle diverse suggestioni e posizioni via via assunte dal Nostro che spaziano dallo studio di autori quali Schopenhauer, Feuerbach e Nietzsche, al confronto col nichilismo sino alla dimensione religiosa. Se è vero che Casini già in due opere monografiche ha garantito una visione d’insieme estremamente convincente dell’argomento, è altrettanto interessante osservare la metamorfosi di questo tema in queste trattazioni quanto mai “aperte” che permettono di scorgere proprio in “quel filo conduttore del corpo” una delle sfide che Casini ha lanciato alla ramificazione di senso contemporanea. -
Un salto nell'alto. Vol. 1026: Il problema del contemplare.
"L'umanità dell'uomo non è un dato di fatto o una conquista definitiva, ma qualcosa che si tocca e poi si perde, che alcuni assumono e altri non raggiungono mai. Lo stato di uomo è assai più della figura eretta pressocché sgombra di peli che ci costituisce: è una condizione spirituale che si acquisisce con lunga fatica. Dentro la forma uomo si contano pochissimi uomini: ma se parlo di contemplare e di ciò che contemplare produce, evidentemente non dispero che la crescita dell'uomo sia possibile. La contemplazione così è una voce di speranza: l'uomo non è compiuto, ma la contemplazione può compierlo, aiutandolo a vincere le debolezze, le perversioni, le paure, le presunzioni, le superbie, gli eccessi, tutte le bestialità insomma.""""" -
Un salto nell'alto. Vol. 410: Tema supremo.
"Si può morire per cose da niente: per un ferro, per una fiamma, per un soffio, per una spina, per un boccone. Un oggetto che vale pochi spiccioli può troncare facilmente la vita di un animale o la vita di un uomo. Un paio di forbici possono recidere la trachea di un pollo e poi servire - nette e brillanti - per un'infinità di lavori casalinghi. Un acino d'uva, che un dito mignolo avrebbe potuto render poltiglia, ha soffocato un fiore di bambina. Dappertutto, nella quasi generalità dei casi, si muore.""""" -
Liberi di scegliere. Due racconti teatrali
"Due storie: quella di una collaboratrice di giustizia e quella di un prete di borgata. Due personaggi: Carmela, figlia, moglie, madre, con un vissuto di donna che si articola in un ambiente saturo di presenze maschili e di violenza mafiosa, dove la ribellione vuol dire perdita del riconoscimento sociale, emarginazione o morte sicura. E poi c'è Don Pino, prete per vocazione e parroco per convinzione. Nel territorio della sua parrocchia il potere è in mano a un clan che utilizza la sopraffazione e l'illegalità a proprio piacimento, sostituendosi alla legge. Carmela e Don Pino sono i protagonisti di due narrazioni teatrali, due figure che, attraverso un faticoso percorso individuale, si sono riappropriate della propria identità, esprimendola con il coraggio di una scelta di cui sono disponibili ad accettare tutte le drammatiche conseguenze che essa comporta."""" (dalla prefazione di Filippo Amoroso)" -
Oltre Babele. Architetture per linguaggi vivi
Lo sviluppo delle comunicazioni e le mutazioni recenti delle dinamiche socioeconomiche hanno profondamente segnato le modalità espressive dell’architettura contemporanea, caratterizzate da oscillazioni che vanno dall’astrazione alla ricerca esasperata dell’originalità formale e delle prestazioni tecnologiche. La scomparsa, nel pensiero progettuale delle rassicuranti certezze della Modernità, non compensata affatto dalla “condition postmoderne”, rende abbastanza plausibile evocare l’immagine della torre di Babele. Andare “oltre Babele” significa approfondire il tema del linguaggio sia come strumento di conoscenza teorica sia come modalità di espressione della forma. Significa anche indagare le ragioni delle scelte formali nei fondamenti costruttivi e concettuali dell’architettura ovvero nella coerenza tra costruzione e espressione. Il campo di ricerca riguarda sia il versante teorico che quello della pratica professionale in contesti liminari, fra i quali assume una certa rilevanza il territorio della Sardegna. -
Le ragioni della forma
Sono molte le ""ragioni della forma"""" che si sostengono in questo libro, a partire dal romanticismo tedesco per venire sino alla crisi novecentesca della bellezza. La possibilità di un'intelligenza che tragga le proprie risorse dall'intuizione e dalle forme naturali, che si misuri alla pari con quella concettuale, percorre la tradizione filosofica e artistica da Goethe a Spengler. Ma essa va poi incontro a un declino apparentemente inevitabile nel Novecento maturo. Tuttavia l'idea di una ragione meno invadente e arrembante, più attenta ai luoghi e ai contesti sembra riaffacciarsi oggi, per esempio nella ricerca biologica e nei visual studies, e fornire il modello di una razionalità meno violenta, più attenta all'ecosistema, più favorevole alla natura, rivolta infine a una più matura abitazione dell'uomo nel mondo."" -
La distruzione della ragione
Il Lukàcs della maturità, in particolare quello legato all'esperienza de La distruzione della ragione, è stato di fatto dimenticato se non addirittura rimosso. L'assunzione di un modello di storia hegelianeggiante e di razionalità ""forte"""" in controtendenza con le prese di posizione giovanili, quando Lukàcs si trova a difendere con estremo rigore una forma radicale di """"etica della convinzione"""", in polemica contro coloro che vogliono sovrapporre ad essa una """"mitica"""" dimensione storica che non risolverebbe nessuno dei problemi che si pongono alla coscienza individuale, è stata drasticamente e in maniera semplificatoria liquidata come una comprensione acritica dello status quo. La rilettura dell'irrazionalismo filosofico, pur nel suo estremismo e nei suoi limiti, rimane tuttora una denuncia imprescindibile in un momento storico in cui la voce della filosofia sembra essere assente dal dibattito sulla contemporaneità. La distruzione della ragione continua ad essere un'opera di straordinaria attualità per la coerenza rivendicata sulla commensurabilità compiuta tra opzioni teoriche e comportamenti pratico-politici, una coerenza, purtroppo, oggi troppo spesso disattesa. Con un'introduzione di Elio Matassi."" -
Hikikomori e adolescenza. Fenomenologia dell'autoreclusione
Ragazzi che si isolano dal mondo, auto-reclusi tra le pareti della loro stanza, circondati da videogiochi computer e fumetti. Tra i comportamenti adolescenziali che creano disagio psichico in chi li pratica e in chi sta loro vicino, senza dubbio l'Hikikomori, che in giapponese significa ""isolarsi, ritirarsi"""" e, più in generale, l'autoreclusione, stanno diventando, negli ultimi anni, oggetto di indubbio spunto di riflessione e di studio. Questo tipo di espressione di disagio della nostra civiltà, così come molte altre di pertinenza dell'età giovanile, richiedono un tipo di analisi che non riduca tali fenomeni a """"indice di follia"""", così come accade già per i tentativi di suicidio, le fughe, i disturbi del comportamento alimentare, i comportamenti autolesivi o altri tipi di comportamento a rischio comuni fra le giovani generazioni. Questo studio, primo in Italia sull'argomento, rilegge la sintomatologia Hikikomori, non solo come forma di lotta contro il male di vivere, che segnala l'inadeguatezza, soprattutto durante l'età adolescenziale, della parola e del pensiero, ma anche in un'ottica trans-culturale, inquadrandolo nelle complesse coordinate dell'onore e della vergogna della cultura giapponese."" -
Buio nell'isola del sole: Rodi 1943-1945. La tragedia dei militari italiani e l'annientamento degli ebrei
Un libro appassionato sulle dimenticate vicende che si sono svolte nell'isola dove è nata la scrittrice e dove per secoli sono vissuti i suoi antenati. Nella prima parte del testo si indaga sui tragici eventi che, dopo l'8 settembre 1943, colpirono i militari italiani travolti dai nuovi nemici tedeschi, a cominciare dal loro comandante, l'ammiraglio Inigo Campioni, deportato in Polonia e fucilato nella Repubblica Sociale Italiana per volere di Mussolini; la seconda invece si concentra sulla deportazione degli ebrei locali, destinazione Auschwitz, il 23 luglio 1944 e sulla ""liquidazione"""" di nove decimi di quella comunità vissuta sotto Roma, Bisanzio, gli Ospedalieri, il Gran Turco prima di passare sotto il Tricolore nel 1912. L'autrice ridà voce a due microcosmi che subirono ogni sorta di violenze da parte dei nazisti per lungo tempo rimaste nell'oblio."" -
L' arte in azione. Proudhon e gli artisti della Comune
È trascorsa poco più di una settimana dalla proclamazione ufficiale della Comune, il 28 marzo 1871, quando Courbet invita gli artisti parigini a un'assemblea pubblica per discutere della nascente Federazione degli Artisti. Appena due mesi dopo, una dura repressione soffoca nel sangue i programmi e le aspirazioni di quei giovani impegnati a rivoluzionare anche il loro specifico ambito artistico. Per ricostruire le deboli tracce di quegli straordinari artisti, ben noti alla società del tempo e oggi quasi dimenticati, l'autrice ha analizzato l'opera del filosofo più amato e criticato dagli ambienti culturali e politici dell'epoca: Pierre-Joseph Proudhon, autore di un inusuale scritto di estetica alla base della visione artistica e politica dei giovani comunardi, per il suo richiamo a un'arte attiva, morale, in situazione con il proprio tempo. Uno scritto che sembra rivelare una forte influenza anche sulle generazioni artistiche successive e che, pur pagando la stessa ""damnatio memoriae"""" di quegli artisti, appare ancora vitale e stimolante per le questioni fondamentali che intrecciano l'arte e le sue forme alla realtà."" -
Meditazione sulla tecnica e altri saggi su scienza e filosofia
La presente raccolta di saggi di Ortega y Gasset ruota attorno al più peculiare fenomeno dell'epoca contemporanea, ossia l'ingombrante e onnipervasiva presenza della tecnica. Più in particolare, essa mira a inserire la riflessione del filosofo iberico sulla tecnica nel più ampio contesto dell'antropologia filosofica di Ortega. Da una condizione iniziale di carenza e di dipendenza dall'ambiente circostante, l'uomo compie un atto inaudito: inventa la tecnica, cioè un'impresa che mira non tanto ad adattare l'individuo all'ambiente, ma piuttosto quest'ultimo all'individuo, finendo così letteralmente per ""riformare"""" la natura. Lungi dall'essere un'aggiunta tardiva alla condizione umana, la tecnica è parte essenziale della nostra stessa natura, e ci distingue in modo netto da qualunque altro ente."" -
Eupalinos o l'architetto
Valéry pubblicò Eupalinos o l'architetto nel 1921, come prefazione al sontuoso Album Architectures (edizione a cura di L. Suë e A. Mare). ""Scritto di circostanza"""", ovvero opera su commissione, questo moderno dialogo platonico ha l'ambizione di mostrare """"che il pensiero puro e la ricerca della verità in sé possono aspirare solo alla scoperta o alla costruzione di qualche forma"""". Vi incontriamo Socrate e Fedro che ancora dialogano tra loro nel """"pallido soggiorno"""" dell'Ade; essi rievocano i precetti dell'architetto Eupalinos di Megara al fine di indagare """"quel gusto dell'eterno che si osserva a volte nei vivi"""". Tra le ombre, essi cercano di scoprire l'""""ombra di qualche verità"""" intorno alle creazioni dell'uomo, siano quest'ultime artistiche o filosofiche. """"Costruirsi, conoscersi: sono, o no, due atti?"""" Trova qui espressione, ai più alti livelli, il problema centrale dell'intera riflessione di Valéry, quello che ruota intorno al """"terribile"""" e """"capitale"""" affaire de la forme e muove dall'esperienza poietica alla conoscenza completa di se stessi, per giungere alla piena realizzazione del proprio potenziale."" -
Una sola voce: scritti e discorsi contro l'oblio
Il libro raccoglie una selezione di scritti e discorsi di Gianfranco Maris (Milano 1921) nati durante la sua lunga e tuttora impegnata attività di Presidente nazionale dell'ANED e della Fondazione Memoria della Deportazione Biblioteca archivio ""Pina e Aldo Ravelli"""". Arrestato il 20 gennaio del 1944 a Lecco dalle SS per attività partigiana, trasferito nelle carceri di Bergamo e poi di S. Vittore a Milano, sarà tradotto nel campo di Fossoli, in seguito a Bolzano e infine deportato nel Lager di Mauthausen (matricola n. 82394), con destinazione successiva al sottocampo di Gusen 1. Qui sarà liberato il 5 maggio 1945 dall'esercito americano. Nel dopoguerra ha svolto attività politica (eletto senatore nella IV e V Legislatura per il PCI), oltre ad esercitare l'avvocatura come penalista. È stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura."" -
Sensibilia. Vol. 3: Spazio fisico-spazio vissuto.
Lo spazio può essere argomento non poco imbarazzante, soprattutto quando vi prestiamo attenzione. Ma non solo perché talvolta ci accorgiamo che di spazio ce n’è troppo, o troppo poco, e può diventare allora motivo di disagio, se non addirittura di opposte fobie. Anche con un più rigoroso e meno soggettivo spazio quantifi cabile, tuttavia, le cose non vanno necessariamente meglio, come impara a proprie spese, per esempio, l’Achille del proverbiale paradosso zenoniano. Non è detto, perciò, che lo spazio puramente inteso quale entità anonima e astratta, uniforme e oggettiva, debba destare meno perplessità di un più intimo spazio personale, sfumato da tonalità cangianti e deformato da singolari idiosincrasie. Anzi, su questo terreno, gli interrogativi più suggestivi e fecondi scaturiscono forse proprio dall’incontro, per non dire dalla collisione, delle nostre diverse intuizioni preteoretiche in materia di spazio fi sico – che non è ancora immediatamente lo spazio della Fisica, non sempre così intuitivo – e di spazio vissuto. Ma ciò che conta, soprattutto, è che il luogo proprio di questo confronto, o di questa non sempre scontata “commisurazione”, designa comunque una dimensione estetica, sentita, percepita, avvertita, secondo modalità variabili e complementari, ma non per questo irrazionali o arbitrare. I saggi raccolti nel presente volume intendono allora esplorare proprio questa dimensione, che in quanto estetica è in realtà tutt’altro che “nascosta”, ma che certo resta spesso implicita, e anche più spesso inesplicata, insieme alle complesse implicazioni che comporta. Una dimensione che merita, appunto per questo, una più aperta tematizzazione. Saggi di: Brunella Antomarini, Marc Augé, Anselmo Aportone, Demis Basso, Gernot Böhme, Luca Bortolotti, Rossana Buono, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Francesca Dragotto, Elio Franzini, Tonino Griffero, Andrea Pinotti, Heleni Porfyriou, Manrica Rotili, Carlo Rovelli, Francesco Sorce, Massimo Venturi Ferriolo.