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A Milano e a Napoli: biografia, cultura storica, filosofia in Vincenzo Cuoco
Il volume, ripercorrendo alcuni aspetti della ricca e complessa produzione scientifica e giornalistica di Vincenzo Cuoco, ne ricostruisce la dimensione filosofica e politica mostrandone la centralità e originalità nella tradizione culturale italiana e il ruolo assunto all’interno della riflessione del primo risorgimento. -
La simmetria nascosta. L'ordine soggiacente nella meccanica quantistica
La meccanica quantistica ha sempre fornito ottime misurazioni riguardo la dinamica degli oggetti subatomici garantendo, seppur solo per via statistica e probabilistica, un elevato grado predittivo e dunque funzionando positivamente dal punto di vista pragmatico e operativo. Tuttavia essa non ha mai costituito una teoria adeguata e plausibile del mondo della microfisica e, non essendo in grado di risolvere i suoi dilemmi e paradossi (inerenti la dualità onda/corpuscolo e il problema del determinismo/indeterminismo), si è limitata alle proprie risultanze operative e in certo modo fenomeniche, dichiarando inessenziale e priva di senso ogni altra questione ontologica riguardo la struttura e la natura del reale, e giungendo ad asserire «assurda» la natura pur di non riconoscere l'inadeguatezza dei modelli scientifici nel decifrarne la trama. Ma in realtà molteplici segni e indizi rivelano che il mondo delle particelle non è il regno dell'assurdo e del caos, poiché il disordine apparente rinvia ad un ordine nascosto e soggiacente non totalmente incomprensibile, seppur del pari non totalmente trasparente alla ragione. -
Etica, utilità, contratto
Cinque saggi per esplorare i nessi tra metaetica, utilitarismo, contrattualismo. -
Jean Renoir
"Non dovete contare su di me per presentare questo libro con pudore, discrezione e misura. André Bazin e Jean Renoir hanno avuto troppa importanza nella mia vita perché possa parlare di loro senza passione; questo """"Jean Renoir"""" di André Bazin è quindi in modo del tutto naturale per me il miglior libro di cinema, scritto dal miglior critico sul miglior regista. André Bazin è morto a quarant'anni, l'undici novembre 1958. Prima di essere un """"critico"""", era uno """"scrittore di cinema"""", che si sforzava di descrivere i film più che di giudicarli; gli studi di Bazin su Bresson, Chaplin, Rossellini, Buhuel, Stroheim, Fellini sono stati tradotti in tutto il mondo, così come il magnifico piccolo libro su Orson Welles. La morte di Bazin ha interrotto i suoi due progetti più interessanti, prima di tutto questo libro sull'opera di Jean Renoir e poi un cortometraggio che voleva girare sulle chiese romaniche."""" (François Truffaut)" -
La socialità della ragione. Scritti in onore di Luigi Ruggiu
Con questo volume amici e allievi di Luigi Ruggiu intendono rendere omaggio al collega e al maestro in occasione del suo congedo dall’insegnamento attivo presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Al suo magistero si sono formati moltiallievi di diverse generazioni e non casualmente i curatori appartengono a tre differenti fasi temporali della sua attività di professore. Il volume si articola in quattro sezioni nelle quali abbiamo voluto raccogliere i percorsi fondamentali degli studi sviluppati da Luigi Ruggiu per quasi mezzo secolo e sui quali abbiamo chiamato a contribuire, con la loro riflessione, studiosi di filosofia di differente orientamento. Le prime due sezioni corrispondono alle due grandi fasi storico-filosofiche sulle quali Ruggiu si è soffermato più intensamente: Aristotele e il pensiero antico e L’attualità di Hegel. Le sezioni terza e quarta individuano invece le due aree tematiche sulle quali più a lungo Ruggiu ha sviluppato la sua riflessione filosofica: Ontologia e temporalità, Comunità Economia e Società. -
Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla
Lo scritto mette in luce l'importanza filosofica della soluzione severiniana dell'aporetica del nulla, interrogandosi sia sui motivi per cui l'aporia sorge e resta irrisolta per due millenni, sia sui motivi per cui tale soluzione viene rifiutata dalla riflessione filosofica contemporanea. Emerge che tanto l'insorgenza e l'irrisolvibilità dell'aporia quanto il suo rifiuto dipendono da un certo modo di concepire l'""ente"""", inaugurato da Platone e da allora divenuto fondamentale, che isola il """"ciò che"""" dal suo """"è"""". Radicato su questa millenaria logica """"isolante"""", il pensiero contemporaneo non può che rifiutare la soluzione severiniana, che afferma l'originarietà della sintesi tra i momenti che costituiscono il significato """"nulla"""". Ma nel tentativo di negare la soluzione severiniana, il pensiero contemporaneo non fa altro che portare a galla l'intima ed essenziale contraddittorietà del proprio dire."" -
Ostilità. Il mosaico del conflitto
L'ostilità è un indicatore di fenomeni e di eventi che non appartengono solo alla condizione estrema della guerra e che con quest'ultima intrattengono anzi un rapporto spesso remoto. Eppure le immagini del nemico, anche quando non sono appariscenti, non cessano di determinare le forme di convivenza sociale e le architetture istituzionali. In quanto tale ( l'ostilità contiene sempre la possibilità dell'eccesso: può concretizzarsi come annientamento, come sterminio, come volontà di cancellazione del nemico. Ma questa minaccia permanente di sconfinamento può essere frenata da controtendenze che sembrano ripristinare una perduta armonia o almeno una tregua non evanescente. Da un lato vanno accantonate le illusioni della ""integrazione attraverso il conflitto"""", cioè le illusioni che riducono il conflitto ad uno stimolo incruento e perfino benefico, quasi ad un esperimento ludico: sarebbe così accreditata l'idea che la coesistenza sia, all'interno dei collettivi umani, un dato scontato e accessibile e non - come di fatto è - assolutamente improbabile. Dall'altro lato è necessario monitorare i punti in cui situazioni di ostilità che non trovano piena espressione in un conflitto aperto e leale rischiano di travolgere ogni equilibrio. Accarino convoca un autore classico (Kant) e alcuni protagonisti del pensiero politico-sociale del Novecento (da Georg Simmel a Niklas Luhmann, da René Girard a Michel Serres)."" -
Libertà di pensiero. Genesi ed evoluzione delle libertà di manifestazioni del pensiero negli ordinamenti politici dal V secolo A.C.
Il volume ripercorre la genesi e l'evoluzione delle libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti politici, a partire dal V secolo a.C, analizzando, nel contesto storico, gli aspetti filosofici e giuridici di quello che è divenuto oggi un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale. L'opera analizza, quindi, il connubio indissolubile tra libertà di stampa e costituzionalismo e i limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, in particolare in relazione all'istituto della privacy. L'evoluzione millenaria del pensiero filosofico, politico e del diritto, a partire dalla pòlis greca, ha portato a considerare il diritto a manifestare liberamente il pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (art. 21 Cost. italiana), tra i diritti naturali (e per questo fondamentali). Non si tratta di un diritto riconosciuto ai soli cittadini di uno Stato, ma a tutti gli uomini. La libertà di manifestazione del pensiero è riconosciuta da tutte le moderne Costituzioni adottate degli Stati democratici, sancita dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dell'Onu del 1948 e tutelata dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950 e dal Patto internazionale di New York sui diritti civili e politici del 1966. L -
Ágalma. Vol. 22: Divismo e antidivismo.
Questo nuovo numero di ""Ágalma"""", la rivista di studi culturali e di estetica diretta da Mario Perniola, raccoglie gli articoli di Veronica Pravadelli, Giorgio Bertellini, Raffaele De Berti, francesco Pitassio, Cristina Jandelli, Lucia Cardone, Monica Dall'Asta, Maria Paola Pierini, Silvio Alovisio, Luca Mazzei, Denis Lotti, Valentina Colet, Donatella Orcchia, Filippo Ferraresi, Paolo Bartoloni, Massimo Fusillo."" -
Berlusconi o il '68 realizzato
Berlusconi ha realizzato gli ideali del Sessantotto. Questo libro non parte da una provocazione, ma da un'attenta analisi senza paura di scandalizzare. Come solo un grande filosofo può fare, Mario Perniola mostra in Berlusconi tutti gli obiettivi da cui il Sessantotto fu pervaso: fine del lavoro e della famiglia, distruzione dell'università, deregolamentazione della sessualità, discredito della competenze mediche, ostilità nei confronti delle istituzioni giudiziarie, vitalismo giovanilistico, trionfo della comunicazione massmediatica e oblio della storia. Ed ecco che tutto ciò con Berlusconi è ormai diventato realtà. -
La seconda chance
Ettore ed Irene si incontrano nel primo decennio degli anni duemila, a Roma. Si piacciono subito e, frequentandosi, scopriranno che le loro strade si sono incrociate più di una volta negli ultimi quaranta anni. Sono sopravvissuti agli esaltanti anni settanta sfiorandosi spesso e vivendo le stesse situazioni senza mai però parlarsi e conoscersi, allora. La narrazione fluttua avanti e indietro nel tempo, alternando i ricordi di lui a quelli di lei. I fatti narrati e le atmosfere appartengono ad una generazione privilegiata che ha visto coincidere gli eventi del privato con un'epoca storica dinamica e rivoluzionaria. La seconda opportunità offerta ai protagonisti sarà quella di recuperare il tempo perso, riuscendo a rimettersi in gioco sentimentalmente e a far funzionare una coppia di reduci. Ogni capitolo è accompagnato da un'illustrazione in paintbrush e dal suggerimento di una canzone come possibile colonna sonora a commento del contenuto. -
Lo spettacolo delle ombre. Un itinerario tra cinema, filosofia e letteratura
"Oggi il cinema è stato fortunatamente affrancato dalle ipoteche negative che ne avevano impedito una adeguata valorizzazione. Alle opere cinematografiche è stata, così, riconosciuta una valenza in senso lato """"filosofica"""" per il semplice fatto che esse raccontano storie attraverso le quali si ripropongono i grandi problemi della tradizione del pensiero occidentale. """"Lo spettacolo delle ombre"""" si inserisce in questo rinnovato clima culturale con mostrando fino a che punto la deliberata e sistematica contaminazione di registri di lettura - la letteratura e l'arte figurativa, la filosofia e la mitologia, ma anche la poesia e la musica - siano non solo utili, ma appaiano perfino indispensabili, per consentire di affondare nel cuore delle diverse opere cinematografiche analizzate."""" (Dalla prefazione di Umberto Curi)" -
La giustizia come conflitto. Crisi della politica e stato dei giudici
Nei saggi raccolti in questo volume si affronta il problema della involuzione della forma teorica, delle tecniche e delle istituzioni tradizionali dello Stato costituzionale contemporaneo (parlamento e governo, partito politico, alternativa federalista, principio di uguaglianza e tutela delle libertà) fra tradizione liberale e trasformazione democratica. L'analisi si svolge sullo sfondo della crescente difficoltà di una rappresentanza politica in grado di legittimare la capacità di decisione delle istanze di governo, messa in crisi dal superamento della forma-partito e dalla erosione dello Stato nazionale. Fino a che punto il rischio di uno Stato dei giudici come sostituto del classico Stato di diritto liberale è soltanto una conseguenza dei limiti della democrazia quale forma di governo e non anche l'effetto di una radicale perdita di autonomia del politico in quanto tale? L'autore ripercorre i nodi problematici di un progetto politico, quello moderno, sempre più incapace, nell'età della globalizzazione, di tenere fede alle proprie promesse di liberazione dell'individuo e delle comunità. -
Il mondo che appare. Storie di fenomeni
L’idea di fenomeno, così come è stato inteso da alcune correnti di pensiero (“parvenza ingannevole”, “effervescenza superficiale delle cose”, ecc.), presuppone una teoria della duplicazione del mondo. Da una parte il mondo ‘vero’ ed ‘oggettivo’ della scienza, la quale ci direbbe come stanno realmente le cose; dall’altro il mondo delle apparenze soggettive, transitorie ed irreali. Un mondo finto, falso, ‘estetizzato’ (di cui il cosiddetto ‘mondo dell’arte’ sarebbe una versione esemplare). Ma davvero ciò che colpisce i nostri sensi, ciò che è presente e sta di fronte a noi, che si lascia vedere, udire, toccare, ecc. sarebbe ingannevole e falso, mentre solo ciò che pensiamo ed elaboriamo in concetti sarebbe vero? Il libro, attraverso una storia rapida e parziale dell’idea di ‘fenomeno’, propone una decisa rivalutazione del mondo che appare, sulla base della convinzione che tutto ciò che è, e che costituisce il mondo, proprio in quanto è, deve anche apparire, o poter apparire. -
Lo spirito della politica. Letture di Montesquieu
Il nome e l’opera di Montesquieu paiono aver ormai acquisito, anche in Italia, una vasta risonanza. Ciò è indubbiamente un gran bene per tutti. Ma comporta anche svariati rischi, come in particolare una eccessiva semplificazione e banalizzazione del suo pensiero. Allo scopo di efficacemente scongiurare una simile evenienza – la peggiore che possa capitare a chi, come lui, ha condotto una vita intensamente “pensata” – il volume ripropone, per la prima volta tutti insieme, i più signifi cativi scritti sulle sue riflessioni apparsi negli ultimi decenni: a partire dai magistrali studi di Isaiah Berlin e di Raymond Aron, passando per le brillanti analisi di tre grandi protagonisti della cultura italiana del secolo scorso (Norberto Bobbio, Federico Chabod, Sergio Cotta) e concludendo con alcune celebri pagine di Jean Starobinski e di Hannah Arendt, quest’ultima la figura intellettuale contemporanea in assoluto più prossima (in tutti i sensi) all’autore dello Spirito delle leggi (1748). Il lettore, anche non specialista, ha così a disposizione la migliore ‘guida’ fino a questo momento mai apparsa sul più profondo anatomista del dispotismo che la storia della filosofia annoveri, nonché il teorico per eccellenza del principio della divisione dei poteri e di quello, indissolubilmente connesso, dell’autonomia della giustizia. -
Shakespeare filosofo dell'essere. L'influenza del poeta drammaturgo sul mondo moderno e contemporaneo
Il massimo poeta e drammaturgo inglese è stato anche un abissale filosofo, che più di ogni altro ha presagito il pensiero moderno-contemporaneo, influenzandolo in maniera determinante: anticipando la rivoluzione filosofico-poetica di Nietzsche, Shakespeare ha sedimentato la problematica sollevata, seppure in maniera diversa, da Heidegger, Jaspers, Sartre, Anders, Gadamer, Lévinas, Severino: la riflessione sul senso dell'essere. È questo il grande leitmotiv del teatro shakespeariano, l'oscillazione continua fra l'essere e il nulla, che si stempera in tutta la sua drammaturgia, collocandola a metà fra Eschilo e Leopardi, i due poeti-filosofi che proprio Severino ha indicato come l'inizio e il compimento del nichilismo occidentale. Il libro di Ricordi prende in esame l'intero corpus shakespeariano, in una suddivisione geografica che concepisce la drammaturgia di Shakespeare ""più filosofica e più elevata della storia"""", e intravedendo in essa la denuncia di un nuovo """"totalitarismo spettacolare"""". Prefazione di Emanuele Severino."" -
L' ultimo pomeriggio di Agnes. Saggio sull'opera di Milan Kundera
Agnes è la protagonista de ""L'immortalità"""". C'è un momento dell'opera in cui Agnes, dopo aver passato due giorni in Svizzera, decide di tornare a Parigi. Prima di mettersi in auto, si attarda qualche ora a contemplare le montagne. La sera morirà in un incidente stradale. Seguendo lo svolgimento dell'ultimo pomeriggio di Agnes, il critico compie una lettura dell'intera opera romanzesca di Milan Kundera, dallo """"Scherzo"""" all'""""Ignoranza"""". François Ricard traccia una linea di confine tra il """"romanzo della lotta"""" di matrice romantica e il """"romanzo dell'esilio"""" che dai personaggi kafkiani, presi in un universo la cui forza sovrastante rende ogni loro lotta priva di senso, giunge a quelli kunderiani, che, negando la loro condizione di eroi, desolidarizzano perfino con il genere umano; analizza la ricchezza epica e musicale dei motivi e dei temi dell'opera kunderiana che formano, al di là di ogni cesura linguistica, un solo e unico paesaggio; illumina la loro scoperta di territori inesplorati dell'esistenza; si confronta con la loro onnipresente sfida formale - il testamento che il romanziere non ha mai inteso tradire. Il libro di François Ricard su Milan Kundera non è soltanto il più importante contributo del migliore dei suoi interpreti, ma il resoconto inatteso di un'esperienza estetica, una lettura interiore che, riannodandosi con la grande tradizione del saggio, considera l'opera non come un """"oggetto"""" da spiegare ma come un """"luogo"""" in cui meditare."" -
Martin Heidegger. La provincia dell'uomo. Critica della civiltà e crisi dell'umanesimo (1927-1946)
Martin Heidegger è sicuramente il filosofo che più di ogni altro ha affrontato in maniera radicale il problema di una ricomprensione dell’essenza dell’uomo che si lasci alle spalle la definizione metafisica di animal rationale. Il volume di Francesco Mora ha il merito di mettere in luce i passaggi chiave della critica demolitiva che dal 1927 al 1946 Heidegger elabora nei confronti dell’umanismo. Lontano tanto da una lettura antropologica quanto dalle interpretazioni ‘politiche’, il testo propone, attraverso una rigorosa contestualizzazione storico-filosofica e un serrato confronto con gli esponenti della cosiddetta rivoluzione conservatrice, un’originale ricostruzione teoretica del pensiero heideggeriano. La lettura ‘impolitica’ che emerge descrive Heidegger come un camminatore solitario, un Waldgänger della filosofia, che tuttavia, traccia le linee direttrici della nostra esistenza e del nostro pensare. Con le parole del filosofo si potrebbe dire che critica di ogni umanismo non significa sostenere l’inumanità, caratterizzante al contrario proprio quell’Uomo che vuole sapersi come l’animale dotato di ratio. -
Tragicomico e melodramma. Studi secenteschi
La nascita del melodramma (1600) è connessa intimamente con lo sviluppo del tragicomico nel teatro europeo. Ma tragicomico è espressione che indica una complessità, non solo di genere, ma di lettura della realtà in rapporto alla scena. Inoltre può offrire semplice alternanza di registro, per un piacere del pubblico sempre più obbligante, ma può essere - ed è spesso, all'alba della modernità - sostanza, cioè ambivalenza, e quindi inquietudine. Il volume cerca di verificare queste dinamiche delicate su numerosi esemplari della librettistica della prima metà del Seicento, concentrandosi fra l'altro sui testi dedicati al mito di Orfeo, ma non solo. Vari gli autori protagonisti del genere che vengono evocati: Rinuccini, Rospigliosi, Vittori, Busenello e altri. Un'appendice di documenti e testi, fra cui il cruciale ""Eumelio"""" gesuitico del 1606, completa il libro."" -
Paesaggi della complessità. La trama delle cose e gli intrecci tra natura e cultura
Il libro propone riflessioni sul tema della complessità in generale e sulla questione della complessità ambientale in particolare, a partire da un approccio dinamico e sistemico. Piuttosto che affrontarla in termini formali e generici, gli autori dei saggi riconducono la complessità alle questioni cruciali del paesaggio (inteso come concetto paradigmatico), della biodiversità e della sostenibilità ambientale. Le prospettive teoriche sondano i fondali comuni delle conoscenze. Le proposte concrete affrontano le questioni del degrado della Biosfera e dell'esaurimento di molte risorse energetiche e alimentari primarie. La teoria della complessità costituisce indubbiamente una delle più grandi trasformazioni che hanno investito il pensiero scientifico durante gli ultimi decenni del secolo scorso. Interdisciplinarietà e trasversalità sono fra gli aspetti più interessanti della complessità. Basta guardarsi intorno per scoprire che i sistemi complessi esistono dappertutto e a tutti i livelli della realtà. Essi intervengono in ogni campo della ricerca scientifica, così come nella vita quotidiana. La teoria della complessità rappresenta oggi il linguaggio più ricco e adatto per studiare e capire il funzionamento e i comportamenti di oggetti e fenomeni solo in apparenza molto disparati, quali alberi, nuvole, dune, battiti del cuore, stormi d'uccelli e branchi di pesci, ma anche fenomeni catastrofici come terremoti, epidemie, lingue che spariscono, tumori.