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Il Protagora. Vol. 15: Giovanni Vailati e Federico Enriques filosofi della scienza.
STUDI GIOVANNI VAILATI E FEDERIGO ENRIQUES FILOSOFI DELLA SCIENZAFabio Minazzi, Vailati e la filosofia della scienza Ivan Pozzoni, La «ragion moderata» di Giovanni Vailati tra conoscenza e azione Mario Quaranta, Vailati e Popper dopo l’eclissi dell’epistemologia Massimo Galuzzi, Il tentativo di Federigo Enriques Arcangelo Rossi, Sull’insegnamento dinamico nella riflessione di Federigo EnriquesINEDITIFabio Minazzi, Per il centenario della nascita di Giulio Preti (1911-1972) Giulio Preti, Notizie sull’operosità scientifica e sulla carriera didattica, a cura di Fabio Minazzi Appendice. Eugenio Garin, Gulio Preti Giulio Preti, Filosofare onestamente, andando là dove il pensiero ci porta. Lettere a Giovanni Gentile del 1938, a cura di Fabio Minazzi Giulio Preti, Ci terrei tanto a venire a Firenze Lettere ad Eugenio Garin (1953-1958), a cura di Fabio Minazzi Giulio Preti, Qui a Firenze si muore nel silenzio e nella solitudine. Lettere a Mario Dal Pra (1951-1971), a cura di Fabio MinazziNOTE E DISCUSSIONIUmberto Eco, Il problema filosofico delle strutture trascendentali a priori nella riflessione neoilluminista di Jean Petitot Fulvio Papi, La filosofia e la civiltà del denaro in crisi Rolando Bellini, Filosofarte 2011, ovvero sulla 54ma Biennale d’Arte di Venezia Marina Lazzari, Ricordo di Antonio ErbettaPROBLEMI DELLA SCUOLATiziano Tussi, Sul decreto-Brunetta nel mondo della scuolaCRONACHEBrigida Bonghi, Forms of intersubjectivity. A proposito di un recente seminario -
Finitezza e crisi del senso
Tocca al nostro tempo sperimentare una vertiginosa insecuritas, segnata dal disincanto riguardo a tanti idoli di stabilità costruiti utilizzando il nome di Dio o inneggiando al potere umano. Un vento di liberazione mette sotto accusa ogni ricorso a principi dal carattere prepotente-rassicurante, mentre si affaccia il serio dubbio di essere ormai “viandanti votati all’incertezza” (E. Morin). Soprattutto, però, riceve una nuova chance quella che, da sempre, è l’attitudine più preziosa e sofferta di cui è capace la finitezza umana. Ovvero la disponibilità a lasciarsi misurare da ciò che spiazza i nostri schemi e piani di controllo: il richiamo dell’assenza proveniente dall’enigma del mondo, dall’irruzione dei volti, dal possibile celato donarsi di Dio. Che ne è, in tutto ciò, della domanda di senso? Nel testo si vorrebbe tenere aperta una questione decisiva: “custodire la finitezza” (Heidegger) implica riconoscere sfondi di ricchezza ontologica, di verità e di bene che eccedono il piano del finito e per questo donano senso, cioè ospitalità e orientamento, al prodigio e alla responsabilità del nostro cammino? Oppure è la dimensione di un senso solo umano, fasciato di contingenza, alimentato dall’errare solidale e da speranze congetturali, a dover diventare la stella di riferimento per l’avventura esistenziale? Mettendo a fuoco le difficoltà di un percorso che intende respingere sia un modo oggettivante di imbrigliare l’infinito sia la chiusura in un soddisfatto finitismo, il lavoro sviluppa analisi intorno a posizioni di Heidegger, di Gadamer, di Apel, di Levinas, e affronta poi alcune versioni attuali di ermeneutica della finitezza: quelle proposte da S. Natoli, G. Vattimo, M. Ruggenini. -
Relatività e fondamento. Saggio su Aristotele
Prefazione di Emanuele Severino. -
La filosofia di Indiana Jones
Dall'Arca dell'Alleanza al segreto dei teschi di cristallo, dall'America all'India passando per il Vecchio Continente, sfidando predatori, spie e militari, ora nazisti, ora sovietici: attraverso l'immaginario storico, geografico, ma soprattutto mitico a cui attinge la saga di Indiana Jones - quattro film di immenso successo, ma anche telefilm, fumetti, videogiochi il genio di Lucas e Spielberg si cimenta in una sfida creativa che ha pochi analoghi nella cosiddetta cultura di massa. Una cultura rivolta all'entertainment ma non per questo ingenua o superficiale. Non stupisce dunque che nelle avventure di Indiana Jones sia presente una vera e propria visione del mondo, articolata e complessa. Un'immagine dell'uomo, un senso della vita, delle vicende terrene, del potere e della forza, che trovano espressione nella formazione e nelle avventure di questo personaggio che affonda le sue radici sia nel mondo del mito e del simbolo che in quello della cultura di una epoca: di quel ""secolo breve"""" in cui le società sono mutate radicalmente. Ecco perché, se un grande filosofo come Heidegger sosteneva che bisognava trovare le radici del pensiero genuino nel linguaggio poetico, altrettanto si potrebbe dire per quello filmico, perché non diversamente dal primo quest'ultimo trae ispirazione da quel mondo immediato e inconscio da cui emergono le immagini primordiali, la trama subliminale che ispira ogni grande pensiero e ogni grande cultura."" -
L' onda araba. I documenti delle rivolte
Gli scorsi mesi numerosi paesi del mondo arabo sono stati scossi da ribellioni che hanno segnato una svolta politica, in taluni casi sino all'abbattimento di regimi percepiti come autocratici e dittatoriali, sebbene considerati affidabili e democratici dai paesi occidentali. Ancora oggi, rivolte e conflitti continuano a caratterizzare l'accelerazione del ritmo della vita sociale e politica nel mondo arabo, con risultati contrastanti e dagli esiti tuttora incerti. Protagonisti sono stati soprattutto le giovani generazioni grazie all'uso sapiente dei nuovi media che innovano le usuali pratiche di aggregazione e mobilitazione. Ma cosa vogliono i giovani del mondo arabo, da Tunisi al Cairo, dalla Siria allo Yemen? Per la prima volta in Italia, riportiamo i documenti espressi dalle varie piazze di ribellione, non solo la ormai celebre piazza Tahrir del Cairo, ma le piazze di Tunisi, Damasco, Sana'a, Gaza, Doha, con il coacervo di associazioni e comitati che esprimono sogni, tensioni e proposte politiche. Accanto ai numerosi documenti, tradotti dall'arabo originario, assembliamo una sezione di commenti non cronachistici, di analisi di tendenza, auspicabilmente non frettolosa né caduca, di contributi alla riflessione da parte di osservatori attenti alle dinamiche del mondo arabo. -
Gli Schiudimenti della bellezza e i profumi della maestà
Un altro affascinante testo di metafisica del sufismo. Najm al-Din Kubra(1146-1221) di Khiva, in Asia Centrale, è con Suhrawardi e Ibn 'Arabi uno dei caposcuola della mistica islamica medievale. Questo libro presenta in modo chiaro e diretto uno dei punti più alti del pensiero e dell'immaginazione religiosa dell'Islam nel medioevo. Capolavoro della mistica musulmana, è stato letto, commentato e meditato dai sufi di ogni generazione. Grandi interpreti ne sono gli appartenenti alla confraternita Kubrawiyya che prende il nome proprio dal grande mistico. Lungi dall'annoiare con prolisse spiegazioni o prediche pedanti, Kubra sa coniugare l'analisi psicologica degli ""stati mistici"""" attraversati dal viandante spirituale con le più ardite e fantasmagoriche visioni dell'aldilà. Di uno spazio ultramondano in cui la natura parla allo spirito con cerchi luminosi, arcani alfabeti e colori simbolici. Una dimensione in cui le entità naturali e metafisiche si animano misteriosamente o si lasciano compenetrare da colui che s'è messo alla ricerca del divino. Un percorso spirituale ed estetico alla portata di tutti. Uno strumento per la conoscenza del pensiero orientale antico e moderno."" -
Attraversare le emozioni. Vol. 1: Neuroscienze e psicologia dello sviluppo.
Una storia antica racconta di due pesci che si incontrano. Uno chiede all'altro: ""come è l'acqua dalla tua parte? """". L'altro gli risponde: """"l'acqua, che cosa è l'acqua?"""". Le emozioni costituiscono una componente fondamentale dell'ambiente esperienziale in cui siamo sempre immersi anche se ne ignoriamo l'esistenza, così come il pesce della storia ignora l'esistenza dell'acqua in cui vive. Questo libro costituisce l'espressione editoriale più recente di una complessa disciplina volta, tra l'altro, alla comprensione delle emozioni: tale disciplina viene definita da Daniel Siegel come IPNB, Interpersonal Neurobiology. Tale disciplina è costituita dall'integrazione di differenti branche scientifiche, quali ad esempio la neurobiologia, la psicologia clinica, la psicologia dello sviluppo, le neuroscienze cognitive. Comprendere le emozioni e sviluppare, quindi, una competenza emotiva, costituisce un passaggio decisivo per lo sviluppo del benessere psicologico e la cura di eventuali disagi."" -
Lo jettatore
Una vera storia archelogica della jettatura. Seguendo le orme di Michel Foucault, lo storico delle idee, Sergio Benvenuto affronta il tema spassoso e allo stesso tempo drammatico di questa superstizione. Dal popolo napoletano al musicista Bellini, da Mussolini ai ministri della seconda Repubblica, la credenza nella jettatura sembra trovare grande accordo. Persino intellettuali di fama mondiale, ai nostri tempi, ne sono dimostrati vittima. Ma chi è lo jettatore? Che origine ha? E ancora: perché la superstizione è così popolare ancora oggi, all'epoca del trionfo della scienza? Senza giudizi moralistici questo divertente e documentato libro è un viaggio nelle pieghe nascoste dell'animo umano. -
Critica della tolleranza
La tolleranza è una buona cosa sempre e comunque? Il grande filosofo e sociologo Herbert Marcuse non lo crede. Questo libro spiega il suo punto di vista teorico, quanto mai attuale. Dietro il godibile discorso filosofico, c'è tutta la critica ferma a quel che oggi chiamiamo il politicamente corretto a tutti i costi. Il vero problema, secondo Marcuse, è il grande potere dell'informazione e lo strapotere di chi la controlla. Ancora una volta l'attualità di questo libro è sorprendente. Le motivazioni di Marcuse sono chiare e penetranti: oggi l'intervallo tra parola e azione è diventato brevissimo. Quindi, certe opinioni regressive o fasciste vanno semplicemente stroncate sul nascere. -
Lo sguardo di Kafka. I dispositivi di visione e l'immagine nello spazio della scrittura
Con quali occhi è scritta la letteratura? Figure, paesaggi e architetture che si stagliano all’orizzonte dei testi ne definiscono certamente i contenuti, ma sono le istituzioni e gli apparati che veicolano le informazioni a modificare la percezione di quello stesso orizzonte. E quale luce lo illumina? A partire dalla definizione di “dispositivo” di Foucault e fondendo studi sui media, saggi di critica letteraria e di teoria della cultura, questo libro indaga il modo in cui le forme di trasmissione e fruizione dell’immagine nella Praga di inizio Novecento hanno modellato la scrittura di Kafka. Il percorso di analisi si snoda dai primi racconti fino al Castello, dove frammenti di dispositivo disseminati nello spazio narrativo kafkiano si ricombinano e si ricompongono nei gangli di un potere invisibile ma palpabile. E inesorabilmente pervasivo. -
Il cinema è un sogno. Le nuove immagini e i principi della modernità
La nascita e la diffusione delle nuove immagini - fotografia, cinema, televisione-e video - hanno realizzato un'importante rivoluzione epistemologica: hanno orientato l'uomo contemporaneo ad assumere un atteggiamento fiducioso non solo nei riguardi dell'immagine ma anche nei riguardi del reale. Il sapere moderno che fece deflagrare le certezze dell'uomo in centinaia di verità relative è stato rimosso; il perfetto doppio del reale offerto dai nuovi media ha silenziosamente cancellato il dubbio verso la fedele restituzione della realtà in immagine, e, di riflesso, verso le manifestazioni del mondo esterno; è subentrato così un atteggiamento disponibile ad accogliere la supposta verità delle apparenze, offerta sia attraverso le immagini sia attraverso i fenomeni del reale. Questo atteggiamento fa sì che le potenzialità delle nuove immagini conducano lo spettatore a vivere un inganno estatico, che si realizza non solo nell'ambito della comunicazione, ma anche nell'ambito artistico. Per contrastare questa credulità, questa degradazione mentale, così definita da Joseph Conrad, diffusasi nella società contemporanea, necessiterà recuperare i principi e le tematiche del pensiero moderno nato nel Seicento. Un recupero, questo, che servirà non solo ad opporsi alle illusioni e agli inganni, ma anche per comprendere meglio la natura delle nuove immagini, le quali si dimostrano figlie delle modernità. -
Alterazioni. Introduzione alle sociologie delle omosessualità
Il volume mira ad arricchire la limitata produzione editoriale sul tema delle omosessualità nel contesto italiano, presenta gli svariati temi e i percorsi nonché le diverse prospettive di ricerca di un campo semantico assai complesso definito sociologie delle omosessualità. Il testo attraverso il contributo di studiosi, di attivisti e di ricercatori di fama internazionale, per la prima volta tradotti in lingua italiana, pluralizza gli sguardi su un settore di ricerca {le omosessualità), trascurato dall'accademia e spesso appiattito su rappresentazioni monolitiche e stereotipate. Rivolto al pubblico vasto ed eterogeneo di studenti, di studiosi e di operatori sociali, esso problematizza il tema delle (omo)sessualità, critica gli approcci dominanti, evidenzia i limiti delle rappresentazioni monodisciplinari delle omosessualità, introducendo istanze e riflessioni quanto mai necessarie all'interno del dibattito sulle differenze nella società italiana contemporanea. -
Il carteggio Bellavitis-Tardy (1852-1880)
Il volume comprende 110 lettere che il matematico Giusto Bellavitis scrisse, tra il 1852 e il 1880, a Placido Tardy e una lettera di Tardy a Bellavitis del 12 luglio 1864. Oltre ad argomenti riguardanti l’evoluzione della matematica e della fisica del tempo, nelle lettere sono trattate questioni politiche, culturali e sociali, e sono riferite opinioni su questioni di vita quotidiana, riflessioni sulla mentalità e i costumi, sull’amicizia e gli affetti. I due matematici, figure rilevanti dell’ambiente accademico italiano, in rapporto scientifico con importanti studiosi europei, ebbero un ruolo significativo nella nascita della Scuola Italiana di Matematica della seconda metà dell’Ottocento. La loro corrispondenza, iniziata quando appartenevano l’uno all’Impero Austriaco e l’altro al Regno di Sardegna, consente allo storico e, in generale, al lettore di seguire gli sviluppi, le tensioni e le emozioni degli eventi risorgimentali. -
Outis! Rivista di filosofia (post)europea (2011). Ediz. italiana e francese. Vol. 1: Rivolte migranti.
Il primo numero della rivista ""Outis!"""", un'inchiesta di matrice filosofica del movimento dei migranti in Europa e nel mondo, assume una prospettiva singolare: contro l'ordine del discorso vigente, riconosce alle insurrezioni dei migranti un carattere politico in grado di sconvolgere il senso e il valore delle istituzioni democratiche. Le rivolte sul territorio italiano di Lampedusa, di Rosarno, le tante rivolte che in questi anni sono scoppiate ovunque nel mondo, rappresentano forme di insubordinazione contro la nuova schiavitù e il razzismo di Stato. Il primo numero di """"Outis!"""" si domanda se non siano l'espressione indeterminata di una nuova soggettività politica estranea a qualsiasi forma di soggetto politico prestabilito. Una figura destituente che da carne a una politica dell'esistenza in grado di provocare il potere. L'inchiesta sulle migrazioni globale non è condotta soltanto verificando il suo profilo geografico ed economico-politico, ma valutando il contraccolpo a livello estetico e culturale in generale che il movimento collettivo degli esseri umani per il mondo impone."" -
Nichilismo sacro comunità
La questione dell’Europa . Un’interrogazione etica e politica che, diversamente posta e sviluppata da Nietzsche e Heidegger, sollecita la nostra contemporaneità a ripensare il nihilismo articolandolo al pensiero della comunità e del sacro in una relazione che non sia più di mera contrapposizione o esclusione. Ciò che è in gioco, per noi, è la possibilità di rispondere alla domanda di un’identità europea che ha posto e continua a porre in grande imbarazzo politici, intellettuali, uomini di fede e di scienza nella misura in cui la necessità di un’intesa capace di risolvere conflitti e contrapposizioni sembra essere generata più che da una volontà disposta a incontrare-ascoltare gli altri, dalla caparbia egoità che sostiene e garantisce particolarismi individuali e collettivi. Questione spinosa ma urgente in una realtà politica, religiosa e culturale dove l’unità della politica economica mostra tutta la sua fragilità. In quest’ottica i saggi qui proposti sondano la fecondità che i termini sacro e comunità hanno – se sottratti al circolo del nihilismo reattivo – di arginare l’arroganza e l’intolleranza del Pensiero Unico, quella di un nihilismo che ha generato forme del pensare e dell’agire che hanno aperto nel secolo appena trascorso un vuoto di senso e di valori che, nell’estremismo violento di un’ideologia del terrore che grida «viva la morte», invera la fredda e lucida affermazione con cui Horkheimer e Adorno aprono Dialettica dell’illuminismo . -
La leggenda dei tordi ubriachi. Un viaggio iniziatico
La metafora regge ogni conoscenza, che appare come continua ricapitolazione del già conosciuto attraverso linguaggi diversi. La vita nel suo scorrere incarna la fondamentale ed unica vera iniziazione alla vita medesima; ma a cosa inizia ed, ancora, a cosa serve essere iniziati, ossia nascere e vivere? Nessuna risposta può essere offerta, ma ciascuno è in grado di trovare la propria, ritrovando in questo modo la parola perduta, ma anche incomunicabile. Qui emerge il vero segreto esoterico ed iniziatico, che governa ogni dimensione del reale, anche quella dei simpatici ed esuberanti Tordi. -
Educazione e pace. Dalla Shoah al dialogo interculturale
La scuola deve promuovere la pedagogia dell'incontro, dell'accoglienza reciproca, del dialogo costruttivo, per evitare il conflitto a livello individuale e collettivo, per incentivare una predisposizione alla pace in un mondo che si concepisca privo di guerre e di scontri armati. L'educazione alle differenze comporta la capacità di oltrepassare i propri confini, i propri particolarismi e di imparare a ricercare e a interconnettere le differenze attraverso un pensiero transitivo, capace di interagire dialetticamente e trasversalmente tra lingue, culture, fedi, valori, riconoscendo la creatività delle differenze, del pluralismo di forme e colori, di suoni e odori, di idee e valori apportati dalle genti che attraversano i nostri territori. -
Pretense. A relativist account
Pretending is a puzzling activity. Why should we waste our time building up representations of an imaginary world when it would be better to acquire more information about the real one and avoid getting confused? Engaging in games of make believe, however, also means to be faced with new, possible situations, and thus to anticipate what could happen if something were the case, how we or other people could react, what decisions we should take, etc. In a word, pretense plays are a kind of gym, a space where children exercise themselves with unusual situations, in order to be ready to face with whatever life could present them. This book aims to offer an account of the architecture of the mind that is required in order to engage in and understand pretense, paying special attention to the nature of our imaginings, their power to motivate our actions, and the kinds of metarepresentational abilities that are required in order to keep our imaginary representations distinct from the representations of reality. If pretense is a uniquely human ability, understanding it means to understand what it is that makes us so peculiar. -
Febbrili transiti. Frammenti di etica
L'unica cosa che conti del pensiero è la sua altezza: la sua ambizione di riflettere sul bene e sul male. Per questo, il pensiero è insieme un metodo e un esercizio di vita. Questo libro viaggia fra le statue greche antiche e la riflessione stoica; affronta con perizia ermeneutica la figura biblica di Isacco e di Rebecca: entra nei labirinti della morte di Carlo Michelstaedter e in quelli della filologia di Curtius, come nello sguardo definitivo di Saramago e Fellini. È un viaggio famelico e innamorato dentro la pittura antica e moderna (Leonardo, Orazio Gentileschi, la fotografia americana di inizio Novecento); è la tenacia verifica della forza contemporanea e anticonformista di autori diversi come Manzoni, Leopardi, Rebora, Tommaseo ma anche Auden, Kafka, Moravia, Wittgenstein. ""Febbrili transiti"""", in definitiva, è un diario bellico rivolto ai giovani. Con l'obiettivo tutto spirituale di riconquistare il senso di ciò che sempre più appare perduto: l'unità della vita al pensiero."" -
Prima introduzione alla «Critica del giudizio». Testo tedesco a fronte
La prima introduzione alla ""Critica del giudizio"""" venne scritta, ma non pubblicata, da Kant. Fu rinvenuta da Dilthey nel 1889 presso l'università di Rostock ed editata solo nel 1914. L'opera viene considerata essenziale in quanto chiave interpretativa per comprendere la """"Critica del giudizio"""" come tentativo diretto a creare un sistema filosofico mediando tra la """"Critica della ragione pura"""" e la """"Critica della ragione pratica"""".""