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Lo sguardo dalla torre. Favole
Lo sguardo dalla torre raccoglie le favole che Günther Anders scrisse tra il 1931 e il '68. In un tempo in cui l'umanità fatica a mantenere il passo con lo sviluppo della tecnica, occorre rivedere radicalmente il nostro modo di pensare, abbandonando le tradizionali categorie del discorso. Così questa scelta narrativa del filosofo tedesco non è dovuta a una semplice ragione di stile, ma a un'esigenza concreta di resistenza all'impoverimento del linguaggio che l'incontrastata proliferazione degli apparati tecnici porta con sé. Per far fronte al senso d'inferiorità originato dalla sempre più autonoma funzionalità dei prodotti da lui stesso creati - ciò che Anders definisce ""vergogna prometeica"""" - l'uomo tende ad assorbire le modalità univoche e immediate dei segnali delle macchine, perdendo quella capacità dialogica e riflessiva di comunicare che costituisce il fondamento dell'essere umano, e dalla quale dipende la possibilità di immaginare e di provare sentimenti. Le favole diventano allora uno strumento, tanto critico quanto salvifico, di riflessione, a partire da uno sguardo rinvigorito, fantasioso quanto provocatorio che soltanto la forma favolistica è in grado di offrire. Prefazione di Goffredo Fofi."" -
Il mistero di Maria. La filosofia, la De Filippi e la televisione
Una moda. Un linguaggio. Uno stile di vita. Un'intera comunità che abbraccia in maniera trasversale una larga fetta di italiani: questo è l'universo di Maria De Filippi. Un universo che, nel corso degli anni, si è costruito intorno a tre programmi: Amici, Uomini e Donne, C'è posta per te. ""Il mistero di Maria"""" è un tentativo di analisi filosofica dell'universo De Filippi"""", che va dai programmi al personaggio stesso della presentatrice. La finalità, e insieme la novità, del saggio è """"leggere"""" questo tipo di televisione con gli occhi della riflessione. Ogni programma rielabora, televisivamente, un principio fondamentale che concorre alla creazione dell'identità dello spettatore (e della collettività): il principio di formazione (Amici), di competizione (Uomini e donne) e di riconciliazione (C'è posta per te). Chi li guarda non usufruisce quindi di un semplice prodotto televisivo, ma costruisce la propria personalità (Amici), si confronta con un oppositore (Uomini e donne), per arrivare infine a perdonarlo (C'è posta per te)."" -
Volgersi verso il cuore. Risveglio alla via del sufismo. Quaranta domande e risposte
Shaykh Hazrat Azad Rasul (m. 2006) è una figura rappresentativa della cultura indiana contemporanea. Ha studiato filosofia alla Aligarh Muslim University, approfondendo la metafisica hindu e il Vedanta. Ha terminato la sua esperienza accademica come professore alla Jamia Millia University di Delhi, ma è stato soprattutto un autorevole rappresentante e un maestro della Naqshbandiyya Mujaddidiyya, importante confraternita sufi indiana. Hazrat Azad Rasul ha dedicato tutta la sua vita alla divulgazione delle dottrine e delle pratiche del Sufismo in gran parte del mondo occidentale, attraverso la fondazione della School of Sufi Teaching, con sedi in India, Stati Uniti ed Europa. In questo libro-intervista egli dà risposte chiare ed essenziali su questioni riguardanti la nascita e la storia del Sufismo, sulle sue regole e la sua attualità, offrendo un quadro semplificato del suo metodo di realizzazione. Da esperto rappresentante di una via iniziatica (tariqa), Hazrat Azad Rasul esprime il suo punto di vista su temi come la conoscenza, il perfezionamento di sé, il destino dell'essere umano e gli stadi della vita spirituale. Pur descrivendo in questo testo alcune delle tecniche di ""meditazione"""" tradizionali (dhikr, muràqaba) in modo informale, nella sua narrazione vi è la conferma di come questo genere particolare di insegnamenti sia sempre, in realtà, il passaggio diretto di una conoscenza tra la figura indispensabile di un maestro vivente e un discepolo autorizzato."" -
Pinocchio. Nuove avventure tra segni e linguaggi
"Le avventure di Pinocchio"""" di Collodi è un testo esemplare. Manifesta un'inesauribile vitalità e una straordinaria capacità di rigenerazione: continuamente riproposto in innumerevoli traduzioni, riduzioni, rielaborazioni creative in altri linguaggi (come il cinema o il teatro, l'illustrazione o la pittura, i prodotti mediali), è anche all'origine di molte e autorevoli letture critiche, che non ne esauriscono i motivi di interesse e le possibilità di scoperta. Gli autori dei saggi raccolti in questo volume da un lato si propongono di cogliere, con rinnovati strumenti di analisi, le radici testuali di tanta fortuna e produttività. D'altro canto esplorano versioni, letture, rielaborazioni anche poco note, nell'ipotesi che nel loro insieme costituiscano un vero e proprio complesso mitico. Arricchisce il libro il celebre tautogramma """"Povero Pinocchio"""", del laboratorio di scrittura di Umberto Eco." -
Piccolo manuale di controeducazione
Un piccolo libro per scuotere la polvere, il cemento e il gesso che soffocano i sensi, i corpi e i gesti nei reclusori scolastici, negli obitori del sapere e negli annessi feretri in forma di libro, così come troppo spesso anche negli attori al perenne tramonto della gran tragicommedia dell'educazione. Idee inattese e istruzioni necessarie per rovesciare credenze ossificate, ideologie aberranti e poteri inamovibili e ritrovare l'appetito bruciante, sessuato e nervoso di capire, di fare e di pronunciare il violento sì alla vita che le nostre diseducazioni ci hanno intimato di tacere. -
Gheddafi. La rivoluzione tradita
1 Settembre 1969: un colpo di stato incruento rovescia la corrotta monarchia feudale di re Idriss e scaccia i colossi petroliferi multinazionali dal suolo libico. A guidare gli insorti, nel nome del pensiero nasseriano di unità araba contro il neo colonialismo occidentale, un pugno di giovani figli del deserto sirtico comandati da un ventisettenne idealista e sconosciuto. Il loro progetto, costruire una nuova Libia indipendente, islamica nel senso più puro del termine, esperimento di democrazia diretta e padrona delle proprie immense fonti di ricchezza. È il sogno della rivoluzione verde, non gradito dal sistema internazionale, temuto dai paesi arabi e presto tradito da tutti i suoi principali propugnatori. Conclusosi, infine, tragicamente con la morte in diretta mondiale del suo principale protagonista: Muammar El Gheddafi. -
Medicalizzazione, sorveglianza e biopolitica. A partire da Michel Foucault
A partire dall'opera di Michel Foucault, in questo volume studiosi di varia provenienza si confrontano sull'intreccio tra medicalizzazione, biopolitica e potere. L'intento è quello di sviluppare un'indagine critica che sia, al tempo stesso, un'ermeneutica dell'opera dell'autore francese e un'ontologia del presente in grado di mettere in relazione la riflessione filosofica con la soggettività in carne ed ossa. Le forme odierne assunte dalla normalizzazione del vivente, infatti, non ci pongono di fronte all'alternativa secca tra controllo e perdita di controllo, sottomissione e rifiuto, conformità e trasgressione, ma si articolano sempre di più intorno ad una complessa relazione tra sorveglianza e autosorveglianza. Più che far prevalere le suggestioni di un'onnisciente 'machine de contròie', gli scritti qui raccolti cercano di offrire un contributo all'indagine sui molteplici e variegati sentieri percorsi dalla società ""post-panottica""""."" -
L' uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità. Nuova serie. Vol. 7-8
Materiali per una storia delle arti della modernità N.S., anno VIII, n. 7-8, settembre 2011 Antonello Negri L’uomo nero va in edicola Arte, artisti e riviste Giovanna Ginex Scalarini incognito: testi, vignette e disegni per il “Corriere dei Piccoli” e “La Domenica del Corriere” Benedetta Spadaccini “Ars et Labor” e le altre riviste della Casa Editrice Ricordi Roberta Proserpio “Les Chroniques du Jour” (1925-1931) Roberta Prosapio “I Tessili Nuovi” e la propaganda Snia Viscosa dal 1934 al 1939 Marta Sironi Le fotografie di Giovanni Scheiwiller e le riviste degli anni Trenta Maria Giovanna Lanfranchi Milton Gendel e gli articoli degli anni Cinquanta per “Art News” Davide Colombo “Arti Visive” e Ann Salzman: un ponte tra Italia e America sulla scena artistica degli anni Cinquanta Roberto Mottadelli “Data” (1971-1978). Teoria e critica in una rivista milanese d’arte contemporanea Giulia Polizzotti “B?t. Arte oggi in Italia”. La rivista della “nuova-nuova avanguardia” Stella Succi “α∼βeta”, contenitore di arte Valentina Russo Giulio Paolini in Rai Elena Salza “TAU/MA” o Della Meraviglia Album Fuoritema Iconografie Erminio Caprotti Illustratori moderni di nove favole antiche. Una lettura grafica di La Fontaine Arte pubblica Marco Cavenago Le sculture di Benedetto Cacciatori nella chiesa parrocchiale di Gorgonzola (1819-1849) Arte e produzione industriale Anna Bianchi Antonio Boggeri, fotografia modernista e pubbicità Mostrare l’arte Laura Calvi Guido Le Noci “capitano dei commandos delle arti belle” Jacopo Galimberti Antonio Recalcati e il 1968. Alcune riflessioni intorno a una mostra Arte e scrittura Zeno Birolli “La sua scrittura...” scrive Boccioni a Roberto Longhi Luigi Ernesto Arrigoni Percorsi figurativi nelle illustrazioni letterarie di Renato Birolli Rarità e riscoperte Ana Gonçalves Magalhães Achille Funi nella collezione del MAC-USP Daniela Pacchiana Lina Arpesani e la vicenda della Vittoria fascista Silvia Vacca Il futurista Osvaldo Peruzzi nelle carte dell’Archivio di Stato di Milano Enzo Maiolino Una visita a Paulette Jourdain. Monte Carlo, 5 luglio 1969 Silvia Bignami, Paolo Rusconi Severini racconta Modigliani (con la partecipazione di Scheiwiller e Salmon) Luca Pietro Nicoletti “Buona notte Guttuso!” Uno scritto inedito di Vanni Scheiwiller su Dimitri Plescan Antonello Negri Rosee brecce Gli autori dell’Uomo nero -
Narrativa, memoria e identità. Il volto femminile d'Israele
Lo Stato d'Israele, la sua cultura sono ormai un'entità forte. Ma qual è stato e qual è il contributo delle donne ebree? Da sempre voce critica, alle prese con vecchi e nuovi modelli, la voce delle donne si distingue e si leva in tutta la sua forza alternativa. Questo volume è una riflessione sulle donne d'Israele a cavallo tra diverse generazioni. Lo sguardo è puntato sulle scrittrici, sulle donne di cultura sul loro contributo alla vita, alla lingua, alla memoria di un paese sempre in via di definizione. A metà del guado tra tradizione e nuove libertà, le donne della cultura ebraica hanno avuto un compito doppiamente impegnativo: contribuire all'identità d'Israele, pur volendo cambiare il loro ruolo stereotipato in una società sempre in bilico tra slancio innovativo e un bagaglio culturale millenario. -
Raffigurare l'invisibile. Cusano e l'arte del tempo
In tutta la sua opera, Cusano ricorre a esempi riferiti all'arte e a giochi di carattere sociale - il gioco della palla, quello della trottola e dell'icona del Cristo onniveggente. Nel suo pensiero è presente un momento ""immaginale"""" che lo accosta, del tutto naturalmente, all'arte e alla rappresentazione artistica. Alcuni artisti e tenaci dell'arte, tra cui Alberti e Jan van Eyck, sembrano avergli suggerito esempi e formule feconde a livello filosofico; altri, come Dürer e Leonardo da Vinci, paiono aver ripreso dai suoi scritti dottrine facilmente assimilabili al linguaggio dell'arte. In un caso soltanto questo rapporto risulta documentabile: quello tra Cusano e il pittore Leonardo da Bressanone, autore di un sorprendente affresco del Dio trivultus. Centrale, anche in questo caso, è la raffigurazione pittorica del """"non raffigurabile"""", di quanto supera ogni figura e immagine. In questo episodio, dunque, una pittura mistica - che, a rigore, """"non raffigura nulla"""" - s'incontra con un pensiero filosofico il cui oggetto eccede ogni nome, immagine e concetto."" -
Sociologia del segreto
I fatti dei segreti sembrano ""colpire"""" diversamente, esistono, e non è possibile fare nulla, indipendentemente dagli schemi concettuali e dagli apparati percettivi: di fronte al segreto non è possibile chiudere gli occhi ma occorre probabilmente separare per aprire un possibile confronto fra mondi interiori e mondi esteriori. Da un punto di vista strettamente cognitivo, ogni persona tende a confondere la propria verità con le proprie certezze e con i propri segreti. La mente dell'attore sociale si costruisce in opinioni, ovvero di giudizi critici circa le relazioni che via via costruisce. Non esistono i fatti ma interpretazione di fatti, allora negli scambi, nelle comunicazioni, le persone si interpretano, ricercano motivazioni, e, a loro volta, i loro sguardi diventano una inafferrabile cascata di interpretazioni di stati d'animo e di esperienze vissute: visibili e non visibili, dette o nascoste dal segreto. Il segreto è un luogo, non solo un fatto, è il luogo dello scambio: vale a dire un rapporto a-simmetrico di mutua influenza. Forme osservabili solo cambiando prospettiva: non più attraverso la rigidità delle categorie interpretative a cui la scienza ha abituato l'osservatore ma attraverso le gelatinose, sulfuree e porose suggestioni che rimandano ad un ordito sociale mediatizzato, confuso e disordinato."" -
L' idea dell'India nell'Europa moderna (secoli XVII-XX)
Con ""L'idea dell'India nell'Europa moderna"""", Massimiliano Vaghi affronta il problema della formazione, nel Vecchio Continente, di un'idea - variamente condivisa - circa gli uomini, le civiltà e le istituzioni del subcontinente indiano, all'interno di un arco cronologico che dal XVII secolo giunge sino al principio del Novecento. Mediante un accorto utilizzo di fonti di diversa natura (dalle lettere e relazioni dei missionari cristiani, alle memorie di politici, militari e viaggiatori, sino alle opere di eruditi e di intellettuali), l'autore fornisce un quadro vivace dell'ambiente culturale europeo in cui sono nati da un lato la moderna indologia, e dall'altro una lunga serie di topoi e di preconcetti orientalistici che a lungo hanno caratterizzato l'idea che gli Europei hanno avuto dell'India."" -
Quaderno dell'Istituto di psicoterapia del bambino e dell'adolescente. Vol. 34: L'adulto di fronte all'adolescente.
La tortura, la violenza, la traumatizzazione, l’abuso sessuale, l’omicidio, l’infanticidio e qualunque forma di violazione dei confini psicologici o fisici dell’altro inevitabilmente avviluppano, invadono, sovvertono l’ordine atteso delle situazioni, le leggi morali che fondano il vivere comune, il rapporto intimo con l’umanità che è iscritta in ognuno di noi, provocando forti reazioni nella coscienza individuale e collettiva. Questa raccolta di seminari ed esperienze è un approfondimento che si anima, dialoga, interroga e lotta con e contro l’idea di un determinismo della psiche e della violenza, tentando di circoscrivere criticamente il pensiero comune e le teorie rigide che descrivono l’uomo come una vittima inerme in balia delle sue angosce, dei suoi circuiti psicopatologici, dei suoi agiti. -
Sensibilia. Ediz. bilingue. Vol. 4: Il dolore-The pain.
Che cos’è il dolore? C’è un solo tipo di dolore o ce ne sono molti? Il dolore psichico è diverso dal dolore fisico? Come lo si può curare? È possibile, ed è giusto, fare a meno del dolore? Si può comprendere il dolore altrui? Lo si può condividere? Quali sono e quali sono stati i modi per rappresentarlo? E quali i modi per dirlo, per comunicarlo e per esprimerlo? Di tali interrogativi, tra gli altri, si nutre la discussione condotta dal quarto ciclo annuale e interdisciplinare del seminario permanente Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience , di cui questo volume raccoglie gli atti. Facendo leva sulle specificità disciplinari e sulle suggestive diversità metodologiche, sulla varietà dei modi di definire, concettualizzare, analizzare il dolore, e soprattutto sulla sovrapposizione e sul fecondo sconfinamento semantico che vive la nozione attraversando ambiti tanto differenti (filosofia, medicina, psicologia, storia dell’arte, letteratura, linguistica, antropologia, cinema, ecc.), Sensibilia ha cercato non solo di valorizzare le eventuali divergenze o analogie, ma anche di individuare le ragioni della parziale rimozione di una condizione psicofisica ed esistenziale tanto ubiqua quanto relativamente poco indagata. Saggi di: Brunella Antomarini, Luca Bortolotti, Dario Cecchi, Alessia Cervini, Felice Cimatti, Gilberto Corbellini e Elisabetta Sirgiovanni, Stefano Cracolici, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Francesca Dragotto, Elio Franzini, Tonino Griffero, Alessandro Ialenti, Micaela Latini, C. Bruna Mancini, Marcello Massenzio, Maddalena Mazzocut-Mis, Carmela Morabito e Gloria Galloni, Alessandro Fabrizio Sabato, Antonio Somaini, Francesco Sorce. Numeri precedenti: Sensibilia 1, Potere delle immagini? A cura di Tonino Griffero e Michele Di Monte Sensibilia 2, Vincoli/Constraints A cura di Michele Di Monte e Manrica Rotili Sensibilia 3, Spazio fisico/Spazio vissuto A cura di Michele Di Monte e Manrica Rotili -
Arte e pensiero in Giappone. Corpo, immagine, gesto
Cos'è l'arte nella cultura giapponese? E in che modo si lega alle pratiche di pensiero che la ispirano e che da essa traggono nuova linfa? Questo libro ricostruisce il senso del gesto artistico nel Giappone moderno e contemporaneo, tra continuità e innovazione, tra persistenze della tradizione e contaminazioni con modelli occidentali. In un percorso attraverso discipline come l'architettura, il teatro-danza, le arti marziali, la calligrafia, l'autore fa emergere l'intreccio che mette in rapporto dialettico l'esperienza del gesto con quella dell'immagine e del corpo. Quest'ultimo sarà infine da intendersi come momento sorgivo di creazioni e trasformazioni, emergenza di uno sfondo originario e inoggettivabile che in ogni atto estetico trova l'occasione del suo accadere: l'atteggiamento promosso dall'attenzione estetica si converte così in una dimensione etica nei confronti del mondo, del sé, dell'altro. -
La questione del dire. Saggi di ermeneutica di Graziano Ripanti
Nato come gesto di riconoscimento del lavoro accademico svolto, questo testo ha poi preso le sembianze di un bilancio filosofico sullo stato attuale della moderna filosofia ermeneutica. Molte sono le sollecitazioni che il lettore vi potrà trovare per soddisfare la propria curiosità culturale sia rispetto alla cura del linguaggio ordinario, sia nei confronti del piano pratico della riflessione. -
L' estetizzazione del quotidiano. Dall'arts and crafts all'art design
Il “salto filosofico” tra l’Estetica della ricezione e la sua attualizzazione sottoforma di ciò che si è inteso chiamare “estetizzazione del quotidiano” è affidato, seppur provvisoriamente, al concetto di art design, in sé affatto controverso ma, si ritiene, sufficientemente attuale, puntuale e descrittivo. Partendo dalla considerazione secondo la quale le Avanguardie sono nate in contrapposizione all’Estetismo e hanno ascritto al proprio ambito la tendenza scientifica a “scomporre per capire”, si è giunti alla conclusione che tale processo abbia dato vita a forme artistiche sempre più specializzate, parziali e “decifrabili per necessità”. Ma abbandonare il piacere per la comprensione razionale presupponeva un eudemonismo che, tra le sue vittime sacrificali, contò la connessione tra arte e vita. Una volta percorso il cammino della scomposizione razionale delle varie parti dell’opera, non è stato più possibile ricomporre l’unitarietà iniziale e quindi recuperare il senso di pacificazione individuato, ai tempi, nel concetto di grande stile. Tuttavia è possibile ipotizzare una lettura positiva di tale scomposizione: una lettura catartica in virtù della quale l’arte può tornare ciclicamente al proprio ruolo vitale e comunicante, proprio perché purificata dallo sforzo analitico da tutti gli elementi di impurità e dalle incrostazioni che, nel corso dei secoli, ne hanno indebolito il nucleo originario. In ultima istanza, la soluzione per fuoriuscire dal problema kantiano dell’esemplarità teorica di una forma che è invece vivente, e come tale refrattaria al teorema, potrebbe consistere nel ricondurre l’arte all’interno del flusso della volontà e della vita, e solo così, contestualizzandola, concederle di farsi-da-parte in senso compiuto come l’Estetismo intuì, e di ricreare così quelle divisioni e quelle incomprensibili diversità senza le quali non vi è altro destino per la forma, se non la dispersione. -
Congetture e approssimazione. Forme del sapere in Aristotele
Si chiedeva Carlo Ginzburg in un celebre saggio della fine degli anni settanta: “Può un paradigma indiziario essere rigoroso?”. Questo libro tenta di dare una risposta a questa domanda a partire da un’analisi dei testi aristotelici. In particolare cerca di mettere a fuoco una nozione centrale ma ancora poco tematizzata nelle opere di Aristotele, il per lo più, la modalità del contingente che è regolare e al tempo stesso variabile, e che caratterizza la maggior parte delle realtà con cui viene a contatto l’essere umano. Di fronte a ciò che è per lo più, la forma di conoscenza più adeguata è la congettura, che si presenta come una modalità conoscitiva rigorosa, seppur fallibile, proprio perché adeguata al suo oggetto. Questo libro cerca di mostrare come la posizione aristotelica nei confronti del sapere congetturale e del ruolo dell’errore nella conoscenza umana rappresenti una risorsa teorica assai attuale, in grado di fornirci, inevitabilmente, anche una visione complessiva dell’idea aristotelica di uomo. Chi riesce a tenere insieme regolarità ed eccezione, chi sa dar conto della natura per lo più delle realtà tipicamente umane, sostiene Aristotele, è un uomo eccellente, pur essendo in ogni momento egli stesso soggetto alla possibilità dell’errore, o forse proprio per questo. -
Metropolitania. Aspetti e forme di vita delle città postmoderne
Individualismo e indifferenza nelle relazioni interpersonali; distanza fisica e spirituale dalla natura; progressiva e costante occupazione della natura circostante; eccesso di offerte e opportunità di ogni genere, che rende improbabile l’approfondimento di qualsiasi conoscenza o esperienza; drastiche separazioni e differenze crescenti di condizione materiale tra le diverse classi e gruppi sociali; insicurezza reale e, insieme, senso immaginario di insicurezza creato ad arte dalle forze economico-sociali dominanti; soddisfacimento delle esigenze, sia pure spesso alienate, solo degli umani, anzi solo di certi umani, e non anche, in particolare, di soggetti (umani e non umani) che vivono una condizione di debolezza e fragilità, come, fra gli altri, animali, bambini, immigrati, nuovi poveri. Questi aspetti, insieme ad altri, tutti egualmente tipici della città postmoderna, vengono presi in esame nei saggi raccolti in questo volume dedicato al luogo (la città, appunto, e soprattutto la metropoli) nel quale massimamente le società postmoderne hanno dispiegato i propri tratti più caratteristici: narcisismo, edonismo, chiusura dell’orizzonte temporale sul presente, instabilità e fluttuazione dell’identità individuale, superamento del problema del “senso” dell’esistenza e della storia, frammentazione e precarietà dei rapporti affettivi e, in genere, interpersonali e sociali, così come dei rapporti di lavoro. Nello stesso tempo, il volume dà conto di processi e movimenti di carattere politico-sociale, etico e culturale che, nella città postmoderna, particolarmente negli ultimi anni, si sono sviluppati in controtendenza rispetto agli orientamenti prevalenti, lasciando per essa intravedere nuove, per quanto difficili, possibilità di definizione. -
Orme sull'acqua, orme nella terra. Temi di natura e di metodo in archeologia
L’ispirazione del passato seguita a mantenere una propria ragion d’essere nel campo delle scienze umane: attraverso una selezione di questioni di metodo desunte dal grande corpus tematico delle discipline archeologiche, con occasionali incursioni in ambiti affini e paralleli, il volume accoglie una serie di nozioni classiche e non classiche sui percorsi teorici e pratici dell’archeologia e a proposito delle sue geneaologie e delle sue finalità naturali. Un itinerario condotto a mosaico nell’attualità della speculazione teorica: digressioni strumentali nelle suggestioni dell’etnologia e riferimenti ad alcune figure significative degli studi antichistici offrono spunti per una riflessione sul ruolo vitale dei temi che incrociano le vie sulle quali l’uomo moderno mira a ricostruire la propria essenza nella tensione retrospettiva verso l’antico.