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Tetsuo: the Iron Man. La filosofia di Tsukamoto Shin'ya
Questo volume intende esplorare attraverso un'eterogeneità di sguardi e di approcci, le problematiche filosofiche scaturite da uno dei corpus cinematografici più dirompenti e densi di significati che sono apparsi negli ultimi decenni nel panorama mondiale, quello di Tsukamoto Shin'ya. Il suo cinema ha la potenza di porre delle domande che incrinano il fondamento stesso della nostra realtà e delle nostre vite riuscendo, con l'intensità e la violenza visiva che lo caratterizza, ad indicare anche delle nuove e possibili piste di esplorazione. Tutto ciò che emerge dai lavori del regista nipponico tocca così degli snodi cruciali con cui il pensiero contemporaneo deve, volente o nolente, fare i conti: i mille significati del corpo, l'ibrido dell'umano con il metallico, la potenza dell'inorganico, la figura femminile, i processi di trasformazione che da ogni parte ci attraversano ed infine lo spazio urbano, il luogo dove forse tutte queste tematiche finiscono per svilupparsi ed esplodere. -
Letteratura e strategie di critica. Frammenti I
"Il critico è stratega nella battaglia letteraria"""". Così suona una delle massime più famose di Walter Benjamin che l'ha ispirato nell'indefessa attività di critico letterario, condotta tra mille traversie economiche, politiche ed esistenziali. Sono qui raccolti alcuni scritti di Benjamin - la maggior parte tradotti per la prima volta in italiano - riguardanti le sue letture, i progetti culturali, e le riflessioni personali, rimasti inediti in vita e pubblicati postumi dai curatori tedeschi del lascito nel VI volume delle opere complete edite da Suhrkamp. Si tratta di frammenti per lo più centrati su questioni di ordine culturale e letterario che mostrano in controluce anche le frequentazioni intellettuali di Benjamin: da Hugo von Hofmannsthal a Joseph Roth, da Baudelaire alla letteratura francese, da Strindberg a Dostoevskij. Si delineano e s'illuminano così le coordinate culturali e letterarie che hanno costituito una costante della riflessione di Benjamin che, in questi scritti, è sempre pronto a una riflessione filosofica sulla sua pratica culturale, spaziando dalla recensione alla ricognizione sociologica del campo letterario del suo tempo. Ciò conferma la sua natura ancipite - sia interprete critico che attore intellettuale in prima persona della letteratura di lingua tedesca - che lo situa in una posizione unica nel panorama intellettuale tedesco della prima metà del XX secolo." -
La Russia nuova. Economia e storia da Gorbacëv a Putin
Il secolo scorso è stato caratterizzato dal duello globale fra Stati Uniti e Unione Sovietica, una guerra fredda che si è conclusa con la clamorosa implosione della superpotenza sovietica e il naufragio delle sue derive ideologiche. La storia però non è finita: dalle ceneri dell'URSS è nata la Russia contemporanea, capitalistica, non più portatrice di un progetto alternativo di società, non più nemica dell'occidente, ma ancora una volta destinata a essere protagonista dei destini del mondo. Questo è avvenuto attraverso un processo inedito in cui è stato necessario rifondare l'organizzazione sociale, economica e statale. Il libro racconta, in una chiave economica ma non solo, il drammatico passaggio che ha portato la società russa dalle riforme di Gorbacëv alle terapie shock di Eltsin, per approdare oggi alla rinascita sotto il segno di Putin e Medvedev. Un'analisi indispensabile per capire la Russia degli anni duemila superando i luoghi comuni e gli stereotipi, e per comprendere i rapporti economici e politici fra questo grande paese e il resto del mondo. -
Liala, dal romanzo al fotoromanzo. Le scelte linguistiche, lo stile, i temi
Oltre alla fluviale produzione romanzesca e all'attività giornalistica in senso lato, Liala non tralasciò di cimentarsi con il fotoromanzo. Lo fece nei primissimi anni Cinquanta e, preferendovi la misura distesa del romanzo, quasi tappandosi il naso. ""Quale concentrato di idiozia ci vuole per amare quella roba! Non si può fare una bella frase, né una pagina gentile, né una descrizione intelligente. Mi pare di essere monca facendo fumetti: e anche acefala"""", si sfogava ad esempio scrivendo ad Arnoldo Mondadori. Dopo un capitolo iniziale dedicato a Liala - alla sua biografia, alla produzione letteraria e ai temi continuamente, spudoratamente riproposti -, questo libro si incentra sui fotoromanzi della regina italiana del rosa in una prospettiva linguistico-stilistica e tematica. Nonostante che i fotoromanzi studiati rechino in bella evidenza la firma di Liala, la maternità di alcuni di loro appare dubbia o quantomeno ridimensionabile, per via di certa disomogeneità nell'opzione tematica e soprattutto nel trattamento linguistico dei soggetti: come viene mostrato, Liala presenta delle specificità che la rendono inconfondibile. Chiude il volume una più ravvicinata caratterizzazione linguistica dei fotoromanzi in oggetto, articolata secondo i livelli del lettering, della fonetica, della morfologia, del lessico, della sintassi e della retorica."" -
La possibilità di cambiare. Azioni umane e libertà morali
Se vogliamo scoprire che cosa sia un'azione dal punto di vista biologico, dobbiamo interrogarci sul processo di trasformazione dell'informazione visiva, relativa ad un oggetto/soggetto, negli atti motori necessari per interagire con esso. Ma che rapporto sussiste tra le azioni, analizzate da un punto di vista biologico, e le azioni come entità filosofiche decisive per lo sviluppo culturale dell'umano? Da tempo alcune questioni filosofiche riguardo la libertà d'azione sembrano essere inficiate dai progressi della ricerca scientifica in ambito neurologico. Tali questioni, che minano dalle fondamenta il concetto di ""libero arbitrio"""", sembrano sorgere dalla confusione tra questi due modi di discutere delle azioni. Tanto da un punto di vista scientifico, che da un punto di vista filosofico, la ricerca in teoria dell'azione sembra trovare un beneficio consistente entro un modello in grado di far interagire dimensione biologica e culturale dell'agire chiarendo l'indispensabilità del concetto di libera volontà e dei benefici, teorici e pratici, che etica e metaetica possono trarre dalla """"possibilità di cambiare""""."" -
Cocoliche e lunfardo: l'italiano degli argentini. Storia e lessico di una migrazione linguistica
Quella ""strana lingua"""" degli italiani in Argentina è il cocoliche, nata verso la fine dell'Ottocento e proseguita fino ai giorni nostri. Subito divenne un nuovo linguaggio, quale sintesi linguistica italiana introdotta nel lessico argentino che, all'improvviso, diventò una sorte di unità idiomatica tra gli italiani avvenuta subito dopo il Risorgimento, ma non nel Regno d'Italia dove quell'unità fallì, bensì oltreoceano, dove gli italiani d'Argentina si ritrovarono in un caratteristico e strano linguaggio che li accomunò. Il lunfardo invece, l'altro fenomeno lessicale argentino emerso da un multilinguismo arricchito dalla vivace sonorità migrante italiana, sembrerebbe, al primo ascolto, una sorta di socioletto che, a differenza del cocoliche, non è """"una strana lingua"""". Neppure è una lingua, neanche è un dialetto, né un gergo, meno ancora un argot dei malviventi. È un vocabolario composto di parole di origini diverse che gli argentini e in particolare gli abitanti di Buenos Aires utilizzano, mutandole, in opposizione alla lingua ufficiale, il castigliano. L'autore rileva, da questo vocabolario argentino ancora dinamico, circa mille parole emigrate dall'Italia."" -
L' azione dei vermi
Ultima opera di Charles Darwin, questo studio sulle piccole creature della terra convalida la teoria dell'evoluzione. Come una metafora dell'intero sistema, il lombrico agisce allo stesso modo della selezione naturale: lavora in modo nascosto e instancabile, e con la complicità del tempo è in grado di trasformare la faccia del pianeta. Dedicato appunto allo studio delle creature più ordinarie e umili, il testo del grande naturalista rivela come i lombrichi, nel loro inesausto impegno nel rivoltare e vagliare la terra, producano alla lunga vasti e inaspettati effetti, dalla formazione dell'humus al dissodamento del suolo, alla trasformazione del paesaggio stesso. Tutt'altro che esseri spregevoli, nonostante l'aspetto, i lombrichi delle pagine di Darwin, dalle quali trapela una poeticità profonda, dimostrano anche barlumi di quella che chiamiamo intelligenza. Qual è allora il lascito di Darwin, in quest'opera che precede di poco la sua scomparsa? Che la selezione naturale è come un verme, cieca e instancabile. Che l'uomo non è l'unico detentore dell'intelletto. Che esiste nel regno animale una scala nella distribuzione di facoltà e disposizioni, ma nessun salto, poiché la nostra origine è comune. Anche se tocca alla specie umana il dovere di salvaguardare e preservare il mondo vivente. -
Semiotica della natura (natura della semiotica)
La natura: tutti ne parlano, tutti la vogliono. Ma di che cosa si tratta? Come il tempo secondo Agostino, non appena si prova a definirla, la natura ci mette in disaccordo e non sappiamo più a quale oggetto corrisponda quel nome. In questo libro, un gruppo di semiologi prova a farlo, ripensandola non come essenza o come idea, ma come un insieme di significati che si oppone alla cultura. E se la natura esistesse solo quando riusciamo a parlarne? Quando una certa cultura riesce a darne una narrazione più o meno condivisa. Viene fuori che è tutto un problema di incroci di culture, di ibridazioni, di traduzioni. Di società, insomma. Testi di: Pierluigi Cervelli, Paolo Fabbri, Giacomo Festi, Massimo Leone, Gianfranco Marrone, Francesco Marsciani, Alessandro Mongili, Federico Montanari, Claudio Paolucci, Isabella Pezzini, Maria Pia Pozzato, Mario Ricca, Franciscu Sedda, Luca Taddio, Ilaria Ventura. -
La via mistica. Itinerario filosofico in quindici stazioni
Il detto eracliteo «tutto è uno» racchiude in sé il senso profondo di ciò che potrebbe definirsi “mistica speculativa”. L’istanza di Unità, diventata neoplatonismo, innerva di sé, in modo sotterraneo, e parte della riflessione filosofica e parte del pensiero cristiano. Il percorso delineato in questo volume, attraverso “stazioni” che rinviano alla suggestione della via crucis, cerca di evidenziare la presenza di un filo conduttore che lega momenti significativi del pensiero filosofico a figure emblematiche della cultura occidentale. L’itinerario prende in esame alcuni “luoghi” del pensiero dell’Unità cercando di svelarne le trasformazioni, le “cadute”, le riprese e il suo odierno possibile ritorno secondo modalità inaudite. -
Dare un volto al potere. Gianfranco Miglio fra scienza e politica
La suggestione della “doppia vita” non è estranea alla vicenda personale di Gianfranco Miglio: una vita dedicata agli studi, che tutti apprezzano, l’altra alla politica, santificata da alcuni, maledetta da molti; da un lato, la purezza dell’ideale della conoscenza, dall’altro lo studioso con Le mani sporche, per dirla con il titolo della famosa pièce teatrale di Jean-Paul Sartre. Quindi la domanda: il Miglio politico vale il Miglio universitario? Lo studio e la politica: due momenti radicalmente diversi a giudizio dei più, tanto divergenti che – nel caso del politologo comasco – nessuno ha mai voluto tenere insieme per leggerli in modo unitario. Chi per ragioni professionali conosce la sua produzione scientifica, sovente indica nel “neo-federalismo” il passo falso del suo percorso teorico; chi ne fa l’agiografia, perché condivide la medesima scelta di campo sul piano politico, il più delle volte non conosce adeguatamente i suoi scritti scientifici. Due mondi che non comunicano, ma non per questo privi di assoanze. Mettere in evidenza, e spiegare, le linee di continuità del suo lavoro è quanto si è proposto di fare questo libro, per offrire al lettore un’interpretazione complessiva della figura intellettuale e politica di Gianfranco Miglio, senza dubbio uno dei più acuti, e certamente originali, studiosi del potere e delle istituzioni che il nostro Paese abbia avuto nel Novecento. -
Filosofie della traduzione
Filosofie della traduzione si inserisce nell'attuale dibattito internazionale dei Translation Studies entro una prospettiva interculturale e interdisciplinare, e ripensa alcuni concetti filosofici classici come quelli di identità, soggettività e cultura, proponendo uno spostamento dello sguardo dalle categorie consolidate, tendenti a operare secondo opposizioni binarie e dicotomiche, e aprendo invece lo spazio tra i diversi concetti, trasformandoli in un campo di tensione in cui coesistano senza perdere la propria singolarità. Seguendo alcuni lemmi di un glossario consapevolmente incompleto, si va così delineando un'idea relazionale di traduzione, come pratica che vuole unire e non disgiungere, mescolare e non separare, creare soglie e distruggere confini. -
Religio III. Logica e follia
Nel progetto Religio Emiliano Bazzanella è partito da una fenomenologia del senso, con particolare riferimento alla religione, per allargare la propria prospettiva ai dispositivi di sapere che sostanziano la nostra cultura (Religio I). Successivamente, sulla falsariga del pensiero di Foucault, egli ha incentrato la sua analisi sui rapporti che intercorrono tra questi dispositivi e il soggetto, scorgendovi paradossali movimenti di desoggettivazione e di assoggettamento (Religio II). In Religio III infine l’autore si pone lo scopo indubbiamente ambizioso di descrivere la genesi del ????? a partire dalle prime esperienze oggettuali del bambino, le quali da un lato appaiono di tipo mimetico e puramente relazionale, mentre dall’altro integrano un processo di sistematica “immunizzazione”. Attraverso quella che Bazzanella definisce propriamente fenomenologia immunologica, quindi, la stessa “logica” si scopre così intramata costitutivamente dall’??????, cioè da una testura originariamente a-logica o estranea a ogni forma di ????? che, tuttavia, l’uomo non cessa di occultare e dissimulare. Ritorna l’idea, peraltro già espressa in altri contesti, di un senso che coabita intimamente con il proprio altro, in un continuo gioco di equilibrio con un’insensatezza che non solo lo contorna e lo confina, ma che pure ne costituisce la stoffa e la “carne”. -
A lezione di Wittgenstein e Derrida. Ovvero come diventa reale un dialogo impossibile
Un dialogo che cresce d’intensità al crescere della confi denza: così i due autori hanno pensato di dar vita al confronto ‘impossibile’ tra Wittgenstein e Derrida. Formatisi alla ‘lezione’ dei due grandi filosofi, hanno inteso realizzarne il ‘magistero’ attraverso un dialogo che li ha spinti sempre più a parlare in prima persona. Infatti, per paradossale che possa sembrare, essere fedeli al pensiero di Wittgenstein e Derrida significa anzitutto affrancarsi da qualunque forma di ossequio estrinseco o di pregiudiziale chiusura, da operazioni compilative o semplici imitazioni. Significa dunque, inevitabilmente, filosofare con libertà o, se si preferisce - visto che alla fine sono quattro le voci - con-fi losofare. Ecco perché questo lavoro, oltre che uno studio su due eminenti figure del novecento, è anche un esercizio di pratica filosofica. -
Umanesimo radicale di Edward W. Said
La riflessione di Edward W. Said sulla letteratura e sullo statuto della critica letteraria è spesso messa in ombra da un’immagine unilaterale e limitante dello studioso palestinese, che lo relega ai campi degli studi postcoloniali e del giornalismo politico. In realtà, non è possibile disgiungere l’impegno civile di Said dal suo attivismo culturale, così come è scorretto rubricare i suoi sforzi teorici a una semplificativa etichetta di scuola. Questo libro intende dimostrare come l’impegno di Said per un umanesimo radicale si saldi fortemente a una critica delle rappresentazioni letterarie e culturali, il cui risvolto politico consiste nella conquista del carattere inclusivo e non-coercitivo di un sapere realmente democratico. Il ritorno a una filologia capace di garantire un’interpretazione rispettosa del testo, l’idea che gli oggetti culturali siano intimamente attraversati dalle forze storiche, la prospettiva gramsciana di un intellettuale capace di accettare la propria residualità per farne un punto di forza: concetti e riflessioni che fanno di Said un modello intellettuale di grande attualità e interesse, anche e soprattutto per il pubblico italiano. -
Jacques Derrida. Sotto il segno della mancanza
Jacques Derrida è uno dei filosofi più importanti del nostro tempo. Il suo pensiero ha lasciato il segno, pur nella mancanza del suo portavoce. E proprio di segno e di mancanza parlano queste pagine, che si ripropongono di indagare il pensiero del filosofo, tanto esposto al tema della mancanza, proprio quando lui ci manca. -
Il segno irraggiungibile. Martino Oberto (OM)
Il libro costituisce la prima monografia completa sull’opera e il pensiero di Martino Oberto (OM), artista della “avanguardia nascosta” genovese, come egli stesso definiva l’ambiente culturale degli anni cinquanta nel quale fondò la sua personalissima idea di scrittura, di filosofia astratta e di riflessione artistica sul linguaggio. I testi percorrono con intenzioni e stili differenti la vitalità culturale, l’opera artistica, il pensiero articolato e l’amore per la parola come principale veicolo (ma che è anche il più fragile e critico) di comunicazione e libertà dell’uomo. “Martino ha lavorato tutta la vita intorno al medesimo progetto, quello di disfare il linguaggio, la politica, la poesia allo scopo di accogliere una lingua, una politica, una poesia di un mondo nuovo. Anche la sua pittura è un’attesa del nuovo e le sue tele sembrano più preparare e offrire aperture che non mostrare pittura.” Dal saggio di A. Accattino -
Il duca di Sabbioneta. Guerre e amori di un europeo errante
Frutto di una lunghissima gestazione, il libro ricostruisce, con rigore scientifico e piglio narrativo, la vita di Vespasiano Gonzaga Colonna (restituendogli, fin dalla prima edizione, la sua dimensione politica continentale). Troviamo così il protagonista ora alla testa di eserciti nella campagna romana come in Spagna, ora impegnato in delicate missioni, in Germania come sulle coste africane, sempre accompagnato dal sogno di dar vita a una città ideale, una “Piccola Atene”. Un sogno coronato di successo. Il fondatore della città Stato di Sabbioneta fu uomo al confine tra realtà e leggenda: su di lui pende il sospetto di avere ucciso la moglie e, involontariamente, il figlio; ebbe amori sofferti, ispirò Torquato Tasso e William Shakespeare, e formò una raccolta d’arte tra le maggiori d’Europa. Introspezione psicologica e antropologia di luoghi e personaggi sono amalgamati nella semplicità del racconto (che non diventa mai romanzo perché non ce n’è bisogno). Attraverso un ritratto del XVI secolo nei suoi vari aspetti, il volume offre una chiave di lettura di fenomeni presenti ancora oggi: eurocentrismo, autonomismo, conflitti etnici e religiosi, forme di colonialismo (come nel caso del Monferrato di allora, che può ricordare la Grecia di oggi) perpetrate col ricatto del debito. Un invito insomma a comprendere il sostrato politico e umano della nostra Europa, e a riflettere sull’aspirazione ad uno Stato, ad una patria (sullo sfondo, il tormentato, ineludibile rapporto con l’Africa). Congiure di principi e di popolo, banchetti, viaggi sulle due sponde del Mediterraneo s’intrecciano in un racconto appassionante ed attuale. -
Intrecci filosofici
La questione del “sé” ricorre in ogni profonda indagine sull’essere umano: culture e religioni diverse convergono nel pronunciare questa sillaba, sino a considerarla sacra o trasformarla in concetto. Il presente volume raccoglie contributi di filosofi e orientalisti che, radunatisi a Trieste, città di convergenze tra ovest ed est, si sono confrontati sul senso della ricerca di sé. Il quadro che ne emerge spazia dalla riflessione su verità, destino, assoluto e trascendenza, attestata in Occidente, al pensiero sullo spirito e l’identità, formulato in epoche e contesti diversi in Oriente. È messo a tema l’intreccio, a cominciare dall’intrigo dell’”io” con se stesso, della filosofia con la religione, degli autori tra loro, come nel caso di Maurizio Pagano e Aldo Magris, che incrociano qui le loro considerazioni facendo perno sulla libertà di essere se stessi. Il consiglio delfico della conoscenza di sé trova inesausta eco in queste pagine. -
Fisica dell'anima. Estetica e antropologia in Johann Gottfried Herder
«Si tratta della lingua naturale dell’anima, la quale parla attraverso il nostro intero corpo.» Nell’ampio dibattito filosofico e scientifico settecentesco l’estetica herderiana vale come filo conduttore privilegiato del progetto di rifondazione della filosofia su basi antropologiche e psicologiche, condotto a partire dal pieno riconoscimento del radicamento storico, sensibile, corporeo dell’uomo, nella sua interezza fisica e spirituale e nei modi concreti della sua formazione naturale e storica. In questo volume la riflessione antropologica ed estetica del giovane Herder appare nel singolare intreccio di filosofia della natura, morfologia della storia, teoria della sensibilità e del linguaggio e indagine sulla specificità delle singole arti. In particolare, l’esperienza della bellezza plastica – nella versione herderiana di una fisiologia e fisiognomica di Pigmalione, capace di mostrare l’intima congiunzione tra sensibile e spirituale, il mutuo rapporto tra la «sostanza vivente» della statua e la «creatura con-senziente» del fruitore amante – viene indagata come paradigma del processo ontogenetico mediante in cui l’anima si è data un corpo, ed è attestazione esemplare di un’antropologia del corpo vivente e della genesi al contempo storica, naturale, sensibile-corporea di ogni forza o impulso formativo. -
Il segreto dei Fratelli del Libero Spirito. Pagine di esoterismo medievale
I Fratelli del Libero Spirito rappresentarono, lungo il Basso Medioevo, un movimento esoterico di difficile individuazione. Solo la condanna da parte del Concilio di Vienne (1311-1312) in qualche modo li individua, dando loro il nome stesso con cui sono ricordati ed elencandone alcune proposizioni, bollate come eretiche e in grado di condurre all'apostasia. La contestuale soppressione dei Templari, da parte di quel Concilio, farà passare in secondo piano la condanna del Libero Spirito. Vienne segnò la fine di un mondo e di un progetto culturale. Grandi figure, che orbitarono intorno a questo movimento, furono in particolare quelle di Margherita Porete e Meister Eckhart, ma anche del beato Enrico Suso e Giovanni Taulero. Dallo studio dei documenti emerge l'ascendenza soprattutto gnostica, oltre che neoplatonica ed ermetica, presente nel progetto culturale di questa ""scuola segreta"""", che raccoglieva così l'eredità morale e spirituale del catarismo e del millenarismo giochimita. Gli echi del Libero Spirito si potranno udire ancora nel quietismo del Settecento e, attraverso esso, giungeranno inconfondibili alla contemporaneità.""