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Apartheid in Palestina. Il rapporto Human Rights Watch sui territori arabi occupati da Israele
Questo rapporto si incentra sugli aspetti meno esaminati di quelle leggi e politiche israeliane in Cisgiordania che discriminano la popolazione palestinese a vantaggio dei coloni. Il rapporto mette in evidenza le pratiche israeliane che sembrano avere come unico scopo comprensibile la promozione della vita nelle colonie, laddove in molti casi soffoca la crescita delle comunità palestinesi e arriva a trasferirne forzosamente gli abitanti. Le politiche Israeliane controllano molti aspetti della vita quotidiana dei palestinesi che vivono in Area C e a Gerusalemme Est. Tali politiche spesso non hanno giustificazioni di sicurezza plausibili per i danni che causano: ad esempio negano l'accesso alle reti elettriche, idriche e stradali, respingono le richieste di permessi edilizi per case, scuole, ambulatori e infrastrutture, demoliscono case e perfino intere comunità. Per contro, le politiche israeliane, ad esempio gli enormi incentivi finanziari del governo, promuovono gli insediamenti ebraici e ne incoraggiano l'espansione nell'""Area C"""" in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, spesso utilizzando terre e altre risorse che di fatto sono vietate ai Palestinesi. In alcuni casi, le politiche discriminatorie d'Israele hanno portato allo sgombero forzoso dei palestinesi da quelle stesse aree poi usurpate dagli insediamenti."" -
Filosofia delle serie TV. Dalla scena del crimine al Trono di Spade
Al volgere del secolo le serie tv si sono imposte come nuova forma d'arte capace di sfidare il cinema sul suo stesso terreno, quello della narrazione attraverso le immagini e i suoni. Titoli come CSI, 24, Dexter, Mad Men, Il Trono di Spade hanno raggiunto livelli di elaborazione stilistica, di articolazione narrativa e di profondità tematica con cui pochi film contemporanei sono in grado di competere. Le serie tv hanno riportato al centro della cultura popolare le nozioni di mimesi, di epos e di grande narrazione, delle quali i teorici del postmoderno avevano avventatamente proclamato l'obsolescenza. In quanto nuova forma d'arte, la serialità televisiva richiede una nuova filosofia che sia in grado da una parte di individuare i tratti peculiari delle serie tv, dall'altra di mostrare la rilevanza filosofica delle riflessioni narrative sui ruoli degli individui all'interno della comunità, sulla natura della forza e delle norme, sulla costruzione della realtà sociale. -
Da Berlusconi a Monti. Disaccordi imperfetti
Dopo ""Berlusconi o il '68 realizzato"""", Mario Perniola prosegue la sua analisi del nostro tempo e in presa diretta continua a stupire. Con l'avvento del governo tecnico credevamo di essere entrati in un'altra era. C'è chi ha tratto un sospiro di sollievo, chi ha detto che siamo passati dalla padella alla brace. Ma al di là della politica spicciola, Perniola sa svelare il non detto dell'azione di governo. Chi sottolineava la novità della presidenza Monti verrà smentito. Chi giova almeno per la fine dell'era della spettacolarizzazione della politica, troverà pane per i suoi denti. Questo nuovo volume promette un nuovo grande seguito, garantito da una riflessione illuminate e illuminata, accessibile al grande pubblico e densa del potere delle parole che sanno di svelare."" -
Filosofia del bacio. La teatralità dell'amore nella storia dell'Occidente
In questo saggio l'autore concepisce il bacio in bocca come un atto di fondamentale libertà esistenziale: il bacio è la più alta sintesi della relazione con l'Altro o con l'Altra, la possibilità di quell'unione da cui scaturisce l'amore, e quindi la vita che continua. Il bacio d'amore è un evento fatale, che incrementa la strada di quella grande avventura umana che, nel XX secolo, è stata per la prima volta minacciata. Tuttavia la storia del bacio ha conosciuto almeno tre grandi epoche, che si possono definire filosofiche e teatrali al contempo, cui corrispondono tre fasi esistenziali della sua quintessenza: il bacio incolpevole dell'epoca tragica; quello peccaminoso dell'era teologica cristiana; infine il bacio pornografico del mondo economico, la sua dispersione e definitiva alienazione nel nichilismo spettacolare che viviamo. -
Tempo ciclico e gnosi ismailita
Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in quest'opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali studi sullo shi'ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbin dedica ""Tempo ciclico e gnosi ismailita"""" allo studio dell'altro ramo dello shi'ismo, quello ismailita. Gli ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti coranici e degli Imam con la profonda eredità dello zoroastrismo, la tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche. Introduzione di Bernardo Nante."" -
Kafka a Milano. Le città, la testimonianza, la legge
Il volume raccoglie interventi su Kafka, o connessi al mondo kafkiano. Riguardano ""Il Processo"""" (testimonianza, legge, colpa, situazioni estreme), racconti quali """"Il messaggio dell'imperatore"""" (malattia della tradizione e tramonto del narrare), """"Giuseppina la cantante"""" (eclissi del canto), """"La """"verità intorno a Sancio Pancia"""" (liberarsi di Don Chisciotte?), il brano sul """"negativo del mio tempo"""", temi quali l'iconoclastia, la citazione, la speranza, la deformazione, l'oblio, lo studio. Ampio spazio è dato alle letture di Kafka di George Steiner e, nel contesto milanese, di allievi di Banfi quali Remo Cantoni ed Enzo Paci. A far da cerniera è il tema della città, articolato su più piani. Nel panorama delle città che Kafka incontrò ovviamente di gran lunga preminente è la sua città, Praga; ma tra le città che Kafka visitò un rilievo particolare assume Milano, la città italiana che Kafka meglio conobbe; non pochi, e pour cause, ipotizzano che il penultimo capitolo del """"Processo"""" sia ambientato nell'interno del duomo di Milano. Milano fu anche la prima città in Italia che gli dedicò un'attenzione non trascurabile."" -
Il tempo di sapere. Saggio sull'inconscio freudiano
Si può definire l'inconscio freudiano? Forse non in modo completo, se è vero che è un sapere che non si sa di sapere. Si convoca allora il tempo necessario per venire a sapere quel sapere che non si sapeva di sapere. In questo saggio l'autore dimostra che il tempo di sapere segue una propria logica, debolmente binaria e costruttiva. In quest'ottica l'inconscio segue una logica affine a quella intuizionista, proposta agli inizi del secolo scorso da Brouwer, sospendendo, tra l'altro, il principio del terzo escluso. -
Il senso del futuro. La fantascienza nella letteratura americana
La fantascienza ha ispirato il cinema, soprattutto nell'epoca degli effetti speciali. Ma questo affascinante genere ha le sue origini nobili nella letteratura. Questo libro ci guida alle radici della fantascienza, nei romanzi soprattutto di lingua anglosassone. Il primo romanzo del genere ""I Viaggi di Gulliver"""" di Jonathan Swift. Questa la tesi di Carlo Pagetti, uno dei più brillanti esperti del settore che ha il merito di aver portato studio della fantascienza nelle università italiane. Da Swift si passa poi a Herbert George Wells, fino ai classici dei nostri tempi come Ray Bradbury, Philip K. Dick e William Burroughs. Un affascinante viaggio che scopre genere nei suoi ingredienti artigianali, nella struttura narrativa più genuina, cui la macchina tecnologica del cinema ha solo aggiunto elementi spettacolari. Questo libro è l'opportunità di immergersi in un'arte che parla direttamente alla nostra immaginazione, che scava nell'idea sempre in movimento del futuro possibile."" -
L' uomo della luna. Su Ernst Jünger
L'edizione completa degli scritti che Blumenberg, nell'arco di più di quarant'anni, ha dedicato a Ernst Jünger, testimonia un persistente e singolare interesse del teorico della metaforologia per l'opera di uno tra i più significativi e controversi autori tedeschi del XX secolo. Si tratta di articoli e brevi interventi apparsi su quotidiani, ma anche di inediti, in cui Blumenberg, senza prendere parte alla polemica sull'opera e la figura di Jünger, fornisce una lettura originale e spesso accattivante, in quanto calata nella comune attualità storica e culturale, di alcuni temi cruciali dei suoi scritti: la guerra, la tecnica ed il corrispondente tipo umano dell'operaio, la resistenza 'letteraria' al nazismo (preziosa è la testimonianza di Blumenberg della 'consolazione' fornita dalla pubblicazione del romanzo ""Sulle scogliere di marmo""""), il nichilismo e la """"nuova teologia"""". All'apprezzamento per la scrittura diaristica jüngeriana, giudicata la migliore in lingua tedesca del Novecento, si unisce un crescente sospetto per le doti autenticamente narrative ed inventive di Jünger che, tuttavia, alla luce della generale interpretazione neoplatonica della sua opera, sembra giustificarsi con la potenza sinottica della sua parola, costantemente rivolta a cogliere l'unità profonda che sta dietro la molteplicità dei fenomeni, e con l'impazienza del suo stile, sempre teso a """"saltare dall'apparenza all'idea""""."" -
L' idea di America Latina. Geostoria di una teoria decoloniale
Il termine ""America latina"""" suggerisce l'esistenza di un'America che è """"latina"""" e di un'altra che, di contro, non lo è. In questo vibrante manifesto geopolitico, Walter Mignolo recupera l'idea di """"latinità"""" e ne analizza la storia dalla nascita nel XIX secolo ai giorni nostri, con particolare attenzione alle appropriazioni e rielaborazioni da parte delle élites iberoamericane nella seconda metà del XIX secolo. Rivalutando la storia delle popolazioni indigene, lo straordinario contributo della componente africana e la presenza dei quaranta milioni di latinos residenti negli Stati Uniti, l'autore si interroga sugli elementi che spiegano il persistere, nel mondo globalizzato, dell'""""idea"""" che ha gerarchizzato e diviso lo spazio americano. E propone, sulla scia dei più recenti fenomeni di cambiamento politico, di percorrere la strada dell'opzione decoloniale, un progetto politico e culturale capace di fare dei popoli del continente i protagonisti del loro destino."" -
L' Algeria e il Maghreb. La guerra di liberazione e l'unità regionale
A cinquant'anni dalla fine della guerra d'Algeria nuovi scenari si aprono per la ricerca storica del conflitto che per più di sette anni ha insanguinato l'Algeria coinvolgendo tutto il Maghreb. Avvalendosi di fonti inedite, questa ricerca si concentra sulla dimensione internazionale della guerra di liberazione nazionale algerina, prediligendo l'analisi del versante maghrebino e segnando così la differenza rispetto alla gran parte della letteratura esistente, focalizzata per lo più sul versante francese del conflitto. Dal 1956 il Marocco e la Tunisia, appena divenuti indipendenti, ospitano le basi del Fronte di Liberazione Nazionale algerino e del suo braccio armato, l'Armata di Liberazione Nazionale: singolari relazioni tra i combattenti e i dirigenti algerini ""dell'interno"""" e """"dell'esterno"""" da un lato e i due governi """"fratelli"""", dall'altro, si intrecciano fino al 1962. In questo contesto, la possibilità della fine della guerra d'Algeria, attraverso il progetto di una Federazione nordafricana che avrebbe garantito l'indipendenza algerina, è stata vicina alla realizzazione in diverse occasioni, prima degli accordi di Evian. La conferenza tripartita prevista a Tunisi per l'ottobre 1956 e sabotata dal dirottamento aereo francese, gli incontri """"a tre"""" di Tangeri e di Tunisi del 1958 sono i momenti in cui i partiti nazionalisti dei tre paesi mostrano un fronte compatto unito alla potenza coloniale, che tenta di mantenere la """"questione algerina"""" entro i """"confini"""" francesi."" -
La strega, ovvero degli inganni dei demoni
Questo volume è la prima traduzione moderna dal latino ed edizione critica dell'opera demonologia di un laico rinascimentale, il conte Giovanfrancesco Pico della Mirandola, che fu protagonista accanto all'autorità religiosa di un processo per stregoneria che suscitò, caso pressoché unico negli episodi di caccia alle streghe, scalpore e proteste nei territori di Mirandola e Concordia. Un testo illuminante per quanto riguarda la forma mentis rinascimentale circa le credenze e le teorie demonologiche che, al pari De la Demonomanie des Sorciers di Jean Bodin, testimonia il coinvolgimento di un umanista nello sforzo di comprovare la realtà dei poteri delle streghe, del volo magico e del Sabba non solo attraverso le fonti scritturali e i trattati degli inquisitori, ma anche attraverso le fonti classiche. Il testo può interessare non solo quanti si occupano di demonologia e di caccia alle streghe, ma anche quanti sono curiosi di comprendere le ragioni esistenziali e spirituali per le quali un dotto e raffinato uomo di cultura finisce con il condividere e fare propria quella credenza nel magico e nel sovrannaturale che si è soliti attribuire a frati ignoranti, popolani superstiziosi e teologi morbosi. -
Teologia dei quattro elementi. Manifesto per un politeismo politico
Perché mai occuparsi di teologia e nella fattispecie di teologia politica all'epoca della crisi e del suo governo ""tecnico""""? Precisamente perché l'economia ha occupato il trono del Dio-persona, dell'Uno platonico e di tutti i surrogati sovrani che ne sono discesi. In alternativa al monoteismo politico, che rappresenta la trascendenza del potere con strumenti sempre più sofisticati, si propone un politeismo dei valori che, nella crisi della sovranità, esprima sul piano simbolico il pluralismo politico e istituzionale. Acqua, terra, aria e fuoco sono riletti in tale prospettiva anti-teologica come luoghi di controllo, conflitto sociale, migrazione e guerra."" -
Follia e creazione. Il caso clinico come esperienza letteraria
Come si presenta il caso, come si scrive, si racconta, come le memorie e le riflessioni autobiografiche, il confronto tra molteplici testimoni, tra diversi stili di scrittura e conversazione, assumono posizioni prospettiche differenti; queste le questioni chiave del libro. L'idea di caso non si limita al caso clinico; si tratta di ridisegnare la riflessione sull'evento (la contingenza) partendo dalla letteratura, immaginare alcune forme del racconto clinico diretto e indiretto per far emergere l'unicità preziosa, spesso dimenticata dalla foga esplicativa, dalla categorizzazione che cancella il singolare. Il libro si presenta anche come una critica radicale ai modi riduttivi del discorso clinico dominante nell'epoca post-moderna, neoliberale, al cinismo scientista nascosto dietro la tecnologia, che emerge nell'intertestualità di pratiche oppressive. -
Xenofobia, sicurezza, resistenze. L'ordine pubblico in una città «rossa». Il caso Pisa
Il presente volume analizza il processo di costruzione di politiche sicuritarie legate ai fenomeni di migrazione e di marginalità sociale nel contesto urbano e il ruolo svolto da comitati civici, associazioni e centri sociali nell'affermazione o decostruzione di queste stesse politiche. Si evidenzia come la lotta per contrastare o affermare l'idea forza del sicuritarismo, sia un conflitto sociale e politico di primaria importanza destinato a procrastinarsi nel tempo e a caratterizzare particolarmente lo spazio urbano contemporaneo, costituendo un aspetto ineludibile di qualsiasi riflessione teorica sull'odierna azione collettiva urbana. Per questo l'autore ha ritenuto fondamentale far emergere in termini foucaultiani le pratiche discorsive e le relazioni di potere presenti in una città emblematica come Pisa, dove, accanto ad una persistente retorica solidaristica tipica della subcultura rossa toscana, è andata crescendo negli ultimi anni una politica della stigmatizzazione e della discriminazione nei confronti dei migranti poveri e - come direbbe Sayad - ""non sottomessi e non ubbidienti"""". In una città storicamente considerata luogo di conflitto e di mutamento si scontrano frame dominanti, promossi soprattutto da comitati securitari e da attori sociali strutturati, e codici simbolici alternativi, sostenuti in particolare dalle aree subculturali e dai movimenti sociali antirazzisti e solidaristici. Prefazione di Salvatore Palidda, postfazione di Pietro Saitta."" -
Il fascino dell'obbedienza. Servitù volontaria e società depressa
Che cosa rende così diffusa e convinta l'obbedienza al Potere? Perché gli uomini lottano per la propria servitù come se si trattasse della propria salvezza? Partendo da una rilettura del ""Discorso sulla servitù volontaria"""", testo abbagliante e lungimirante, redatto a metà del Cinquecento da Étienne de La Boétie, il libro ne ricostruisce dapprima il contesto originario (il passaggio dalla tirannia antica alla tirannia moderna, resa possibile da raffinate tecnologie di disciplinamento sociale), per poi mostrarne l'inquietante attualità nella nostra epoca, caratterizzata dal dilagare della depressione tanto socio-economica che psichica. La servitù volontaria, denunciata da La Boétie, non dipende dagli sforzi del tiranno ma dall'attività stessa dei dominati che si rivelano gli artefici del proprio asservimento. Allo stesso modo il diffondersi di demotivazione, disinteresse e sfiducia appare un fenomeno che la società democratica può imputare soltanto a se stessa, ma proprio questa sua 'responsabilità"""" può renderne possibile il superamento."" -
Stili di vita. Qualche istruzione per l'uso
"Stile di vita"""": il nome di un campo di battaglia in cui il comune cittadino è strattonato da parti opposte. Fino a poco fa slogan seducente a distinguersi con consumi originali, oggi leitmotiv di invito alla sobrietà nel tempo della crisi. Sconcerta una imperturbabile continuità nella retorica della 'creatività': ieri per emergere, oggi per sopravvivere. Ma l'ipocrisia non toglie interesse al tema dello stile di vita, che si colloca fra personale e pubblico, attraversando etica, economia, estetica. Se la filosofia ha troppo spesso considerato questo argomento mera questione empirica, questo volume ne rivendica la rilevanza non solo antropologica, ma anche etica e politica nel senso alto del termine." -
Il serpente nel Big Bang
Come erano i serpenti prima che la punizione divina si abbattesse su di loro trasformandoli geneticamente in esseri striscianti? La costola di Adamo da cui nacque Eva era il prototipo di una cellula staminale? Sono alcune delle domande cui ""Il serpente nel Big Bang"""" cerca di rispondere. Fuori da ogni teoria creazionista il testo mette in luce alcuni difficili rapporti e percorsi di pensiero fra Scienza e Fede. A ricercare le cause della vita ma anche le cause di una delle domande che da sempre assilla gli uomini di polvere, perché la morte? Il concetto d'immortalità da ritrovare e perseguire come una nuova energia per rivoluzionare i poteri che della morte abusano per edificarci sistemi di pensiero, di fede e di coercizione. """"Uomini di polvere o uomini di particelle?"""""" -
Essere il nemico. Discorso sulla via estetica alla liberazione
L'età della tecnica ha chiuso l'epoca umanistica, e l'essere umano non conta più niente, è qualcosa di antiquato. La sua sorte interessa sempre meno al capitale. Contro questa società che ha espulso ogni considerazione umana, è sempre più difficile opporsi. Tanto che torna legittima la domanda: come fare? ""Essere il nemico"""" è il resoconto del cammino che va compiuto sulla via estetica alla liberazione; ovvero sulla strada tracciata da Leopardi, quando il poeta, come scrive Cesare Galimberti nella sua introduzione alle Operette morali, """"anziché condurre una battaglia di retroguardia, votata all'insuccesso, opera una disperata sortita dalla rocca delle illusioni, per non più rientrarvi; per attraversare invece, fino in fondo, le linee nemiche, usando le armi del nemico, fingendosi il nemico e anzi, in qualche modo, essendo il nemico""""."" -
Ragionare nel quotidiano. Argomentare, valutare informazioni, prendere decisioni
Da qualche anno, con un ritardo più che ventennale rispetto al mondo anglosassone, anche in Italia inizia a manifestarsi l'esigenza di fornire competenze logico-argomentative in modo trasversale, quindi per gli studenti della scuola e nei programmi di lite long learning. L'argomentazione è sempre più intesa come una competenza chiave di cittadinanza che dev'essere acquisita da chiunque. In questo senso si muovono anche le direttive del Ministero della Pubblica Istruzione elaborate negli ultimi dieci anni sul rafforzamento delle competenze trasversali. Questo volume si propone di accompagnare il lettore, con tono divertito e leggero, verso l'apprendimento delle tecniche argomentative, di persuasione, di ragionamento e di decision making che sono indispensabili per sopravvivere nella società odierna, non solo sul posto di lavoro ma anche nelle relazioni sociali - in famiglia, con gli amici, nel tempo libero. Si propone altresì di fornire un ""manuale di autodifesa"""" al fine di evitare le trappole che i cosiddetti """"persuasori occulti"""" - dal venditore disonesto al pubblicitario creatore di bisogni artificiali, sino al mago della comunicazione politica - ci tendono ogni giorno, spesso senza che ne siamo neppure consapevoli. Corredano il volume alcune appendici più """"seriose"""", destinate agli studenti universitari e liceali.""