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Non per viltade. Papi sull'orlo di una crisi
L'autore di questo saggio ha provato a misurare l'effetto ecolalico delle parole dimissionarie di papa Benedetto XVI nella vasta landa della letteratura, isolando il suono tuonante di tale risoluzione nella cassa armonica dei romanzi, dei versi e dei saggi degli autori meglio conosciuti, quasi tutti di anagrafe novecentesca. Muovendosi dunque da una sponda d'inchiostro all'altra, Salvatore Ferlita ha verificato in che modo la figura del papa rinunciatario, pencolante, privo di forze, a volte bersaglio di strali velenosi, insomma sull'orlo di una crisi vaticana, sia stata declinata. Dal papa in volo sul monoplano di Filippo Tommaso Marinetti a Celestino V, messo alle strette da Bonifacio VIII nelle pagine di Ignazio Silone o ""riabilitato"""" da Carlo Emilio Gadda; dal sommo pontefice vecchio e malfermo in uno dei romanzi più sorprendenti di Giorgio Saviane al Giovanni XXIV di Guido Morselli, che fa i bagagli per trasferirsi a Zagarolo o ancora all'ultimo papa, immaginato da Sergio Quinzio: Pietro II, che si ritira al chiuso del Laterano per promulgare l'enciclica Mysterium Iniquitatis, nella quale prende atto del fallimento del cristianesimo nella storia del mondo. Dai versi risentiti di Pasolini a quelli profetici di David Maria Turoldo, senza ignorare lo sguardo romanzesco o drammaturgico d'oltralpe (quello di André Gide, di Reinhold Schneider e di Frederick Rolfe); dalle lettere apocalittiche di Papini al paesaggio dell'anima disegnato da Santucci."" -
Apple come esperienza religiosa
Culto della mela, comunità d'iniziati, fedeltà assoluta. Apple rappresenta per molti suoi appassionati qualcosa in più di una corporation dell'informatica: nella maniera di presentarsi al pubblico e nei sentimenti suscitati nei Mac-user, mostra somiglianze con quanto viene tradizionalmente attribuito alle religioni. Dalla scelta della mela, simbolo del peccato e della conoscenza, alla volontà di differenziarsi in modo eretico-rivoluzionario dall'ortodossia di IBM e Microsoft, Apple ha instillato e sfruttato il desiderio di appartenere a un gruppo elitario, accomunato dalla conoscenza di una verità nascosta ai più. Questo piccolo ma documentato libro si addentra in simili scenari con l'intento di verificare quel che di realmente religioso vi sia nel ""culto"""" di Apple e nell'ammirazione, e quasi devozione, di tanti per la figura di Steve Jobs."" -
Sentire e pensare. Tra Kant e Husserl
Nella tradizione filosofica sembrano fronteggiarsi due posizioni: una, che considera la sfera della sensibilità – sia sul versante conoscitivo sia su quello etico – come il controcanto della ragione, ritenendo che il logos debba mantenersi puro, non contagiato da quel sentire che finisce con l’essere considerato meramente irrazionale; l’altra, che opera in direzione opposta e per certi aspetti speculare, riabilitando i diritti del sensibile fino a proclamarne la superiorità rispetto al razionale. I saggi raccolti in questo volume si propongono di sfuggire a questa dicotomia. Non si è trattato, quindi, di decidere in favore della priorità o dei diritti dell’una sfera rispetto all’altra, quanto piuttosto di accettare il loro irrimediabile intreccio, di mettere in evidenza la relazione senza primato che sussiste tra essi, di non dimenticare o cancellare la differenza di modi e stili che attraversa questi territori. -
Episteme. Un laboratorio dei saperi e delle pratiche educative nella scuola superiore. Vol. 6
Episteme, ovvero il sapere scientifico. Abbiamo scelto questo antico termine per indicare un vero e proprio laboratorio dei saperi e delle pratiche educative. E un simbolo, il labirinto delle monete di Creta. Perché questo simbolo? Il labirinto è un problema, rappresenta infatti la ricerca dell’unico percorso che conduce a una meta, la quale può essere all’esterno (in tal caso l’abilità consisterà nell’attraversare il labirinto uscendo dalla parte giusta) oppure al centro del labirinto (da dove poi si può uscire ripercorrendo a ritroso il cammino percorso). Quest’ultimo è il caso del labirinto di Creta, che nella sua iconografia tradizionale è unicursale, ovvero è un falso labirinto, consistente in una sola strada tortuosamente aggrovigliata, del tutto priva di biforcazioni o incroci: non è possibile perdervisi, perché non ci sono alternative o scelte. Il significato della parola “labirinto” sembra richiamare un luogo nel quale ci si perde per via delle molte strade alternative. Questo significato è coerente con il nostro: un percorso lungo, tortuoso e ineluttabile verso una meta definita, che non si sa se sia buona o cattiva. Forse, una volta raggiunta la meta, scopriremo che i nostri problemi sono appena iniziati. -
La forma della verità. Logica e filosofia nell'opera di Alfred Tarski
Il problema della verità è antico quanto la filosofia stessa: in questo cammino una tappa fondamentale è costituita dall'opera di Alfred Tarski. Ogni lavoro filosofico che si interessi al tema della verità non può non prendere in considerazione - magari anche in senso assolutamente negativo - la concezione semantica della verità. Il volume indaga se, e in che misura, la teoria di Tarski possa essere considerata una teoria della verità come corrispondenza e come l'apparato logico tarskiano possa gettare luce sul problema dell'essenza della verità intesa come una particolare relazione tra linguaggio e mondo. Attraverso l'analisi di alcune teorie formali della verità (che rispecchiano le intuizioni di Tarski) si mostreranno le criticità delle posizioni deflazioniste, affermando al contrario la portata epistemica, ontologica e fondazionale di una concezione sostanziale della verità. -
Orlando in ordine sparso. Poesie (1983-2013)
Le poesie (1983-2013) di Nicla Vassallo si trovano raccolte in questo volume ""Orlando in ordine sparso"""". Poesie, prima inedite, che ci restituiscono la nostra contemporaneità, il nostro essere nel mondo, poesie che sostano sulle tante emozioni e le tante ragioni dell'esistenza umana. Se nelle poesie di Nicla Vassallo si rintraccia un'eco, in traduzione audace, odierna, quotidiana, dei temi dell'""""Orlando innamorato"""" di Matteo Maria Boiardo e dell'""""Orlando furioso"""" di Ludovico Ariosto, è soprattutto una prepotente interpretazione dell'""""Orlando"""" di Virginia Woolf a ricomparire spesso per la chiarezza interiorizzata, nei versi resa palese, delle vicende cui andiamo incontro, del loro susseguirsi eterno, quieto e inquieto, nel nostro essere donne e nel nostro essere uomini, senza dover appartenere, infine, né alle une, né agli altri. Poesie luminose, d'amore e di dolore. Poesie pure e impure. Poesie che segnano il nostro corpo e la nostra mente. Con coraggio, delicatezza, vigore. E con la saggia consapevolezza di Ludwig Wittgenstein: """"Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere""""."" -
Le mamme vengono prima. Il lavoro e gli affetti delle educatrici di nido
I nidi famiglia sono sempre più numerosi. Ogni giorno tante mamme in tutta Italia affidano i loro piccoli a questi ambienti accoglienti e a dimensione familiare. Ma chi sono le persone che ci lavorano? Qual è il loro ruolo nella crescita dei piccoli? Fino a che punto possono arrivare nell'influenza sui bimbi? Che cosa e come è possibile chiedere a queste figure? Questo libro prende per mano chi legge, conducendolo a vedere l'importanza e le contraddizioni cui è esposto il lavoro di chi, trovandosi in una posizione meno centrale di quella della madre e del padre (insegnanti, educatrici, zie, nonni), può dare il proprio contributo essenziale alla crescita dei più piccoli. Le domande più urgenti, i dubbi e le paure legate a un'esperienza precoce fuori dalla famiglia, vengono affrontate con rispetto e competenza da Letizia Bianchi, esperta d'educazione, ma soprattutto maestra e quindi coinvolta in prima persona. Questo libro è sia un manuale degli affetti che una valida guida per imparare a tirare fuori le domande più pressanti e apparentemente scomode sulla vita dei nostri figli. -
La fragilità del potere. L'uomo, la vita, la morte
Il potere è fragile e oneroso. È fragile, perché dipende dagli ""altri"""", che pur deve materialmente dominare. È oneroso, perché l'obbedienza ha un suo prezzo: la minaccia o la lusinga, la paura o il consenso. Appartiene all'uomo, alla sua ambizione e alla sua ignoranza. L'ambizione lo spinge alla conquista, l'ignoranza gli cela la causa della precarietà di ciò che ha ottenuto. Tutto dipende dall'uomo, dalla sua mente, dal suo carattere, dalla sua psiche, dalla sua immaginazione, dalla sua parola, dai suoi muscoli, dalla sua destrezza: dalla sua """"testa"""" e dal suo """"corpo"""". Vi sono epoche in cui l'uomo onora l'esistenza, pur vivendo in mezzo alla miseria ed alle persecuzioni; e tempi nei quali non sperimenta altro, ad ogni livello, che la propria mediocrità. Il saggio è pensato, dunque, in una chiave, che definisco """"antropologico-esistenziale"""": il potere, infatti, è una dimensione esclusivamente umana, che ha la sua cifra nel non accettare la propria finitudine. Non è effettivo se non si pensa """"assoluto"""", ma la tensione dell """"io"""" per realizzare quell'assolutezza incontra sul suo percorso l'""""alterità""""; e la incontra sempre di nuovo, nonostante ogni tentativo per eluderla, schiacciarla, renderla inoffensiva e impotente. Di qui una ineliminabile """"fragilità"""": il potere che l'""""io"""" accumula, quali che siano le forme materiali in cui si manifesta, incrocia strutturalmente l'""""alterità"""" e da essa, oggettivamente, dipende."" -
Specchio delle mie trame. La vita secondo dieci scrittori italiani
C'è un dibattito che non si è mai spento, quanto meno nei fatti, a proposito della composizione di genere degli autori di poliziesco, nel senso più ampio del termine, in Italia. Senza voler entrare nel merito di una questione che ha un impatto indubbio sia sulle politiche editoriali che sui percorsi di lettura, questo volume raccoglie interviste ad autori di poliziesco italiani, con una specifica scelta di soli autori uomini che vengono però intervistati da una donna. Curiosamente, nelle interviste emergono due tessiture comuni, a prescindere dalle origini diverse, dalle diverse appartenenze e dalle differenti affiliazioni, degli autori prescelti. Vi è per esempio un debito comune nei confronti delle madri, cui tutti gli autori riconoscono, povere o benestanti che fossero, una grande lungimiranza e sensibilità. Molti scrittori riconoscono nelle figure femminili che li hanno accompagnati nella vita l'origine della loro passione per la scrittura e la responsabilità di averli avviati verso l'amore per la parola scritta e detta, che poi si sarebbe fatta, nel tempo, narrazione. Il secondo aspetto complessivo è inoltre il modo in cui, nel loro insieme, queste interviste disegnano il paesaggio di un'Italia difficile, spesso povera e marginale, e con analoghe caratteristiche sia a Nord che a Sud. L'ambizione di questo testo è mostrare un aspetto inedito di profili molto noti, tutti scrittori di successo, spesso con esperienze professionali che spaziano molto oltre i confini del poliziesco letterario. -
Il metodo e la via
Maestro della scuola filosofica di Milano, Carlo Sini ha formato le menti di diverse generazioni di giovani che gli devono la passione per la bella fatica del pensiero. In questo libro denso di teoria e poesia Sini spiega l'essenza di ogni riflessione. Il pensiero è carne e forma di se stesso. La distinzione tra il contenuto e il metodo della riflessione filosofica è artificiosa, oltre che dannosa. In un percorso a tutto tondo nella filosofia, da Platone a Nietzsche, Sini fa toccare con mano le alte vette della teoresi, dove l'aria pungente diventa la materia stessa del pensiero. Un itinerario che ci restituisce a noi stessi, cresciuti e forti della capacità di pensare con mente indipendente. -
La ragazza del cinematografo. Mary Pickford e la costruzione della diva internazionale
Quali sono le pratiche di costruzione e comunicazione del divo? Qual è l'impatto del divismo americano nel contesto europeo e italiano degli albori? Dall'attore al divo, dall'America all'Europa, uno dei primi testi che si interroga sull'immagine divistica in relazione al processi di promozione e vendita del film negli anni Dieci e Venti. Attraverso uno studio di caso esemplare, Mary Pickford, il libro ci guida attraverso la costruzione di un modello divistico sfaccettato e complesso, che impara strategicamente a rivolgersi a target molto differenti e quindi a pubblici geograficamente distanti in contesti stranieri. Dopo aver indagato il ruolo sempre più cruciale del divo nel processi di promozione e distribuzione della pellicola nel nascente scenario industriale hollywoodiano, la ricerca affronta la colonizzazione dei mercati stranieri, con particolare attenzione all'Europa e all'Italia. Da un lato si analizza il necessario smussamente dell'immagine del divo internazionale, dall'altro si indagano i processi di recezione e appropriazione degli spettatori europei e la trasformazione indelebile impressa dall'arrivo delle stelle americane nel vecchio continente. -
Il seduttore. Adattamento teatrale dal «Diario del seduttore» di Soren Kierkegaard
Seguendo in controluce le pagine del ""Diario del seduttore"""" di Kierkegaard, l'adattamento teatrale narra la costruzione della trama sottile in cui Giovanni avvolge progressivamente Cordelia, traendo alimento di seduzione estetica dalla sua immaginazione poetica e dalle altre vicende di seduzione che contornano, come in una danza, quella principale. La seduzione di Cordelia coinvolge così la Zia, risvegliata alle potenze d'amore dopo una lunga vedovanza, l'amico-pretendente Edoardo, iniziato all'arte, purtroppo inutile per lui, di un corteggiamento più poetico, il teologo Hausen e la sua giovane fidanzata Carlotta, sedotti reciprocamente - e nei confronti di Giovanni - con l'ingresso nelle magnificenze del gran mondo del potere dello spirito, della politica e del denaro. Contemporaneamente, alcuni movimenti collaterali - una ragazza a teatro, una giovane sotto la pioggia, una servetta che si atteggia a gran signora per via delle attenzioni che Giovanni le rivolge - ricevono valore estetico, dapprima come prefigurazione e anticipazione della vicenda principale, poi nella rappresentazione di Amore e Psiche, dove tutti i protagonisti del movimento si trovano trasfigurati in una sorta di transustanziazione estetica. La seduzione di Giovanni delinea così, progressivamente e in maniera concentrica, i confini poetici di una fedeltà estetica alla quale, inizialmente in modo inconsapevole, ma infine apertamente, aspirerà anche Cordelia..."" -
Che cos'è la filosofia?
Il celebre corso, ""Che cos'è la filosofia?"""" (1929) - svolto in un teatro a causa delle contestazioni studentesche alle quali partecipò anche Ortega costituisce il manifesto della ragione vitale e storica in dialogo con Dilthey, Husserl e soprattutto Heidegger. L'occupazione filosofica, di indole rigorosamente teoretica, non è priva di audacia ed é caratterizzata da una dimensione ludico-sportiva, a cui si dedicano gli uomini liberi; perciò essa è un'attività superflua dell'uomo 'nobile' che nondimeno la giudica indispensabile per vivere una vita qualitativamente umana ed all'altezza del tempo."" -
Zagreus. Studi intorno all'orfismo
"Zagreus"""" di Vittorio Macchioro è un'opera innovatrice nella storia della cultura italiana dei primi del Novecento. Questa edizione, ricca di documenti inediti, è frutto di una ricerca appassionata, che intende riportare in vita la voce di uno dei più brillanti - e rimossi - studiosi della Scienza dell'Antichità. Al centro dell'ispirazione di """"Zagreus"""" è il motivo salvifico: la palingenesi dell'uomo, lungo uno sviluppo storico che trova nell'orfismo e nella teologia di Paolo di Tarso i due momenti decisivi. Il tipo di approccio ermeneutico si ascrive all'impostazione fenomenologica, facendo di """"Zagreus"""" un esempio ante litteram di quella """"filologia esistenziale"""" che ha tra i suoi esponenti principali Walter Otto, Karl Kerényi e Leo Frobenius. La voce del mondo antico e delle sue religioni si ascolta, in questo saggio, all'interno di una prospettiva storica radicale: capace di ricondurre la percezione di un evento del passato alla dimensione ontologica presente. È questo il senso che attirò a Macchioro le giovani menti di Mircea Eliade e di Ernesto de Martino, futuri discepoli di un maestro che avrebbero poi saputo dimenticare. È tuttavia destino delle grandi opere additare, a distanza di decenni, una possibile via di rigenerazione: via che dovrebbe prendere in carico, ogni volta, i motivi più profondi della storia umana e culturale che l'hanno preceduta e determinata. In appendice lettere inedite di Aby Warburg." -
Il teatro dell'Elfo (1973-2013). Quarant'anni di teatro d'arte contemporaneo. Con CD-ROM
"Il libro di Alberto Bentoglio, Alessia Rondelli e Silvia Tisano racconta così l'Elfo e Milano: gli anni Settanta e l'inizio dell'avventura degli Elfi, la recitazione itinerante per le vie e nei Teatri autonomi, le dirette su Radio Popolare, l'approdo alla sede comunale di Via Ciro Menotti, l'esperienza di Teatridithalia con il Portaromana fino ad oggi. Una storia complessa, ricca e insieme unitaria: perché i ragazzi di allora, che a vent'anni con Gabriele Salvatores, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni ci hanno regalato l'Elfo sono cambiati rimanendo se stessi: come fa Milano, che oggi continua a camminare con loro."""" (Dalla prefazione di Giuliano Pisapia)" -
L' estasi della scrittura. «Emily L.» di Margerite Duras
"Emily L."""" è uno degli ultimi romanzi di Marguerite Duras. Pubblicato nel 1987 intreccia la vicenda di due donne: quella di una scrittrice anziana che vive un amore tormentato con un uomo molto più giovane di lei, quella di una poetessa a cui il marito ha distrutto per gelosia la sua poesia più importante. Si tratta di un romanzo scritto in due tempi, Duras stessa rivelerà di aver inserito la vicenda della poetessa solo in un secondo momento e quando già il romanzo era terminato. Il testo è esito dunque di un decoupage, di cui non si sospetterebbe l'artificio se la sua autrice non lo avesse confessato. Si dipana infatti attraverso una vertiginosa mise en abyme, dispiegata attraverso un gioco di rimandi speculari che tendono a confondere e disorientare la lettura. Rappresenta insomma un oggetto di studio complesso che tende a sfidare le possibilità stessa di analisi non solo semiotiche ma anche critico-letterarie. Il romanzo appartiene alla fase ultima della produzione letteraria di Duras ed è stato accusato di risentire della decadenza intellettuale e fisica della sua autrice... Eppure proprio in questo limite risiede anche la sua segreta risorsa. Intessuto su un dialogo tra la narratrice e il suo interlocutore, l'uomo di cui lei è innamorata, questo sofferto racconto traduce e trasferisce nella e attraverso la scrittura, il vissuto e la vicenda autobiografica di Duras con Yann Andrea, giovane scrittore che condividerà con lei l'ultimo periodo della sua vita." -
Celebrità 2.0. Sociologia delle star nell'epoca dei new media
Nell’ultimo decennio il mondo delle celebrità è andato incontro a trasformazioni che ne hanno mutato alcune caratteristiche salienti. La diffusione di internet e l’introduzione dei reality show hanno contribuito a rendere la “carriera” della celebrità apparentemente più facile e meno legata a grandi strutture produttive. Tutto questo ha però anche dei contraccolpi: se la produzione di celebrità è diventata più frenetica ed estesa, la deperibilità della stessa, già caratterizzata da un alto tasso di obsolescenza, è diventata ancora più rapida. Molte celebrità sono entrate così nel mondo contemporaneo della precarietà: molto più facile arrivare sotto la luce dei riflettori, ancora più facile uscirne. -
Genealogie del presente. Lessico politico per tempi interessanti
Viviamo oggi in tempi politicamente interessanti: tempi in cui vecchie parole d'ordine, significanti di appartenenze precise, vengono rimbalzate da un campo all'altro, svuotate di senso e di significato, appiattite su una dimensione astorica e acritica, in nome del mito della fine delle ideologie, oppure strumentalizzate ai fini della ragione neoliberale. In questo scenario, ""Genealogie del presente"""" intende riaprire lo spazio di un pensiero critico in grado di svelare la profondità semantica e ideologica delle parole del discorso politico, bucando la superficie della retorica ufficiale, portando alla luce le sue ambiguità ed esasperando le sue aporie. Diciotto interpreti acuti del presente, uniti in un comune percorso di ricerca che si snoda lungo un lessico di diciotto voci, bene comune, costituzione, crisi, democrazia, destra/sinistra, eccellenza, eguaglianza, governabilità, legalità, movimento, popolo, povertà, precarietà, responsabilità, sacrificio, società, trasparenza, futuro, la cui analisi critica appare fondamentale per una comprensione delle poste in gioco della nostra epoca. Con saggi di: Pierandrea Amato, Adalgiso Amendola, Laura Bazzicalupo, Lorenzo Bernini, Sandro Chignola, Lorenzo Coccoli, Marianna Esposito, Bruna Giacomini, Federica Giardini, Maria Rosaria Marella, Ugo Mattei, Cristina Morini, Valeria Pinto, Francesco Remotti, Maurizio Ricciardi, Michele Spanò, Marco Tabacchini, Gianfrancesco Zanetti, Federico Zappino."" -
«Noi buoni europei». Herder, Nietzsche e le risorse del senso storico
Prima che sorgesse la domanda se l'Europa possa essere qualcosa di più di un'unione economica e monetaria, Friedrich Nietzsche (1844-1900) ha proposto l'affascinante ideale culturale del ""buon Europeo"""". Vi è giunto - questa l'ipotesi fondamentale del volume - riprendendo un'impostazione di pensiero sorprendentemente vicina a quella di Johann Gottfried Herder (1744-1803). Sia l'ideale del """"buon Europeo"""" sia quello herderiano """"dell'Umanità"""" acquisiscono infatti plausibilità solo al seguito di un articolato percorso in cui la riflessione sull'origine del linguaggio si collega non solo ad un'antropologia filosofica d'ispirazione naturalistica, ma anche a un radicale esercizio del senso storico. In tale prospettiva, """"buono"""" è l'Europeo che non rinnega le sue molteplici origini e provenienze, ma, confrontandosi criticamente con esse, vi riconosce gli elementi vitali di una mobile e problematica identità."" -
Il segreto all'opera. Pratiche di riguardo per un'educazione del silenzio
Il silenzio, se accade ed è evento di cui è possibile parlare (ovvero se si esclude dal panorama del nostro ragionamento il silenzio assoluto), è luogo di margine e di possibilità. È territorio inquieto di un crinale di scambio tra ciò che si dice e non si dice, tra il pensabile, l'eventuale e la libertà di ogni altrimenti. Imparare ad educare sguardo ed ascolto al silenzio sviluppa pratiche di conversazione con la retorica segreta dell'altro, in quello spazio che il tacere ci insegna ad abitare. Il silenzio, infatti, dischiude la dimensione difficile del segreto, creando occasioni di dialogo con l'imprendibilità propria e altrui e come pratica delicata e attenta di ospitalità per il mistero. Attraverso parole e immagini - artistiche, cinematografiche e fotografiche - il testo percorre le tentazioni della traduzione del silenzio, proponendo di bonificare il terreno di visione e ascolto dalle urgenze della definizione, mediante i gesti e le cure di una ""pedagogia del senso sospeso"""".""