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Il mockumentary. La fiction si maschera da documentario
Da quando il britannico Peter Watkins, con The War Game (ld., 1965), ha dato vita al primo vero e proprio mockumentary della storia del cinema, il finto documentario è andato dilagando sia sul grande sia sul piccolo schermo. Queste opere, affascinanti in quanto falsificano le estetiche del cinema del reale per raccontare vicende di finzione, in Italia sono ancora poco indagate. Il volume, che si propone di contribuire a colmare questo vuoto, condurrà il lettore alla scoperta di tali ibridi, delineandone anatomia, storia e funzionamento per mettere in luce come, più che un genere, il mockumentary sia uno stile narrativo trasversale a generi e poetiche autoriali, nonché a diversi media. -
Una genesi ininterrotta. Autobiografia e pensiero in Jean-Jacques Rousseau
Il percorso autobiografico di Rousseau nelle sue Confessioni si presenta ricco di sorprese. Qui si rinvengono le prime tracce delle idee poi teorizzate nei suoi scritti filosofici; da qui si torna a innervare di tensione i suoi concetti, in un processo di genesi ininterrotta. L’autobiografia poi, che ci si aspetta come luogo della rappresentazione enfatica dell’identità, viene ribaltata. Come racconto veridico di sé (auto-biografia), essa si scopre invece intramata dalla finzione; come scrittura di sé (auto-biografia), si riconosce invece percorsa dal rapporto con l’altro. L’ultimo segmento del termine, la –grafia, aiuta a comprendere i possibili motivi di questi ribaltamenti. La scrittura di sé che ci affida Rousseau contempla tutti gli elementi della sua impossibilità: la scrittura di un sé alla fine invisibile, ma in grado di rendere visibile a noi stessi la nostra stessa invisibilità. L’autobiografia perfetta. -
Primum philosophari. Verità di tutti i tempi per la vita di tutti i giorni
Il volume presenta una selezione di brani antologici, con relativi commenti, che possono esser d'ispirazione per le pratiche filosofiche contemporanee. Si passa da filosofi classici antichi (Socrate e Platone), a pensatori contemporanei (Bateson e Foucault), da mistici orientali (Krishnamurti) a santi occidentali (Francesco), da temi classici della filosofia (Severino) alla questione del pensiero delle donne (Irigaray) e così via. Il lettore potrà così, grazie alla panoramica proposta, scegliere di praticare e di approfondire le vie che sente più vicine alla propria esperienza e di mettersi in discussione grazie al riconoscimento di una prospettiva differente. ""Primum philosophari"""" è quindi un esercizio di ascolto, di pensiero critico e di pratica filosofica. Il classico adagio per il quale """"primum vivere, deinde philosophari"""" è qui rovesciato per esprimere nel titolo un invito a individuare nella filosofia una pratica per la vita quotidiana. Il pensiero, e in particolare quello filosofico, se autenticamente compreso, appartiene infatti alla dimensione di ciò che è primo all'interno dell'esperienza della vita vissuta nella sua pienezza."" -
La bocca immagina. I poteri della traduzione artistica
La traduzione dell'opera letteraria dà avvio in ""La bocca immagina"""" a uno svolgimento teorico originale, il cui margine elusivo è accostato in un linguaggio specifico ed evocatore; la riflessione si snoda nelle anse della discussione sugli sviluppi storici e contemporanei della disciplina, da un'inedita angolatura estetico-fenomenologica: dalle radici premoderne della fedeltà ai retaggi dell'epoca Romantica, l'inquadramento diacronico delle tematiche ne esplicita gli assunti nelle teorizzazioni recenti, di cui è tracciato anche un primo bilancio. In un'essenziale legittimazione della traduzione artistica, a fondamento di quest'ultima è per la prima volta davvero analizzata e posta la mediazione dell'immagine - con un ribaltamento dell'ottica che tradizionalmente prescrive doveri al traduttore, si scoprono così anche i suoi """"poteri"""" o """"facoltà"""" spirituali che realmente ne delimitano l'atto."" -
Le vite del romanzo
"Le vite del romanzo. Una storia"""" di Thomas G. Pavel, studioso fra i più affermati nel panorama internazionale degli studi letterari, esce finalmente anche in Italia. Si tratta di una versione aggiornata e arricchita di un libro, """"La Pensée du roman"""", che in Francia, ormai più di dieci anni fa, rappresentò un vero evento critico letterario e che negli Stati Uniti dal 2013, quando è uscita l'edizione inglese, ha ricevuto molti riconoscimenti prestigiosi: vincitore del premio dell'International Society for the Study of Narrative nel 2013 e del Barbara Perkins and George Perkins Prize nel 2015. Secondo moltissimi studiosi di ieri e di oggi, romanzi come """"Le Etiopiche"""", """"Amadigi di Gaula"""" o """"L'Astrea"""", legati meno ai dettagli empirici della condizione umana e più agli ideali che questa persegue, rappresenterebbero uno stato imperfetto del romanzo, felicemente corretto e rivisto dal realismo del Settecento e dell'Ottocento. Pavel, invece, in questo libro, constatando il persistere dell'idealismo nel corso dell'intera storia del romanzo - una storia che inizia molto prima di Defoe, ma anche di Cervantes e Rabelais mostra, attraverso una straordinaria vastità di esempi, che il motore di tale storia è """"il dialogo secolare tra la rappresentazione idealizzata dell'esistenza umana e quella della difficoltà di misurarsi con questo ideale""""." -
L' evoluzione dell'altruismo reciproco
Benché una prospettiva etica non paia essere quella più adeguata ad affrontare la lettura di questo testo, benché lo stesso autore definisca in esso l'inganno di un ingrato semplicemente come ""fallimento della reciprocità"""" senza volergli attribuire alcuna connotazione morale, risulta pressoché immediato avvicinarsi a queste pagine attraverso un simile punto di vista. Lo stesso titolo, nell'evocare il termine """"altruismo"""", sia pure mitigato dall'aggettivo """"reciproco"""", indirizza in tal senso. Il vocabolo """"altruismo"""" rinvia con immediatezza al semplice aiuto per giungere persino a suggerire il più generoso dono di sé della santità più autolesiva. Sembra arduo, semmai, il contrario, ovvero leggere di altruismo senza associarvi una valenza etica. Questo, a ben vedere, nonostante le più mirabolanti, sperticate presunzioni di disponibilità verso gli altri, può far sorridere, non per cinismo, non soltanto, almeno, ma per una lucida consapevolezza di quanto si sia in realtà intimamente interessati a se stessi ed alle proprie vicende."" -
La fenomenologia di Hegel. La socialità della ragione
Il merito delle soluzioni teoriche che una rilettura di Hegel mette ancor oggi a nostra disposizione. Impostosi a livello internazionale come il più influente commentario alla ""Fenomenologia dello spirito"""" degli ultimi decenni, questo lavoro presenta una nuova immagine - maturata sotto la spinta degli scritti di Wilfrid Sellars, Richard Rorty, Robert Brandom, John McDowell e Robert Pippin - del capolavoro di Hegel, analizzato alla luce della svolta intersoggettiva e pragmatica, della concezione antirappresentazionalista della conoscenza, dell'approccio inferenziale al ragionamento, della considerazione normativa, sociale e storica dell'""""agency."""""" -
Tempio vuoto. Crisi e disintegrazione dell'Europa
Se l'Europa e le sue classi dirigenti intendono affrontare seriamente la crisi che si è manifestata negli ultimi anni con una violenza e radicalità inattese, devono avere il coraggio di pronunciare parole di verità e mettere in discussione i presupposti, spesso sottaciuti, che hanno sostenuto l'edificazione della costruzione europea. In particolare, la crisi sembra aver smentito radicalmente l'idea che l'integrazione economica si autosostenga e possa condurre all'emergere di una comunità politica. L'abbandono di ogni principio di identità a favore di una cieca omologazione alle forme dell'organizzazione tecnico-economica, insieme con una crescente fede nella capacità della tecnica di trovare risposta ad ogni problema, stanno svuotando la costruzione europea della sua anima, annunciandone la dissoluzione. Questo libro tenta una via diversa per svelare quanto di non detto si cela nella retorica dell'Europa e della sua moneta, provando al contempo a indicare su quali 'nuovi' presupposti sarebbe immaginabile dare compimento ad un sogno che dura da secoli. -
Scrivere le cose stesse. Merleau-Ponty, il letterario, il politico
Cos'è la scrittura? Qual è il suo rapporto con il pensiero? Come restituire le cose nella parola? E qual è il legame fra questa parola e la relazione con gli altri, l'agire collettivo? La filosofia ha sempre incontrato queste domande, ma le ha spesso aggirate, concependo il suo linguaggio come un semplice strumento, trasposizione di qualcosa già pensato e posseduto in modo chiaro e distinto. Maurice Merleau-Ponty ci ha mostrato invece una filosofia che mette in questione il suo essere scrittura, che ragiona attraverso la letteratura e usa consapevolmente formulazioni letterarie per tentare di rendere la vitalità dei fenomeni e l'esperienza delle «cose stesse». Con Merleau-Ponty non solo la riflessione intorno all'espressione - da intendere come cifra dell'avventura umana e forma di comunicazione che lega esseri e cose - si impone con tutta la sua forza, ma lo stesso testo filosofico è costretto a spingersi ai suoi limiti, per dire la nostra commistione con il mondo ed esibire il carattere produttivo e intimamente sociale della parola. Così, esplorando il rapporto fra la filosofia e la dimensione letteraria in Merleau-Ponty, analizzando le figure che utilizza e cercando di individuare una sua particolare retorica, facendo leva sui suoi testi meno conosciuti, postumi, inediti e sui più recenti studi critici, questo lavoro non si propone solo di gettare un nuovo sguardo su uno dei pensieri più affascinanti del Novecento, ma anche di riprendere il suo sforzo per esplorare il rapporto fra scrittura e filosofia nelle sue profonde implicazioni ontologiche e politiche, per arrivare a pensare nuove istituzioni dell'essere sociale. Prefazione di Renaud Barbaras. -
Le pietre sono parole. Architetture dei luoghi oltre le frontiere della diversità: Mostar, Neretva, Spalato e Costa Dalmata. Ediz. italiana e inglese
Presentazione di Attilio Petruccioli, Mauro Bertagnin. Saggi di Mauro Bertagnin, Federica Cecconi, Alice Covatta, Désirée De Antoni, Elena Feruglio, Bruno Maran, Calogero Montalbano, Giulia Annalinda Neglia, Attilio Petruccioli, Giuseppe Francesco Rociola, Claudio Rubini. -
La società consumata. Come il consumo influenza le appartenenze sociali
La “rivoluzione dei consumi” è uno dei fenomeni sociali più importanti dell’ultimo mezzo secolo. Spesso viene attaccata per l’eccesso di consumismo e di edonismo che ha prodotto, oppure se ne tessono gli elogi per il benessere diffuso dai suoi beni. Poca attenzione è invece stata dedicata alle conseguenze che questa “rivoluzione pacifica” ha avuto sulle appartenenze sociali delle persone, sulla loro percezione delle differenze e/o sulle disuguaglianze nelle società contemporanee. In questo libro, frutto del lavoro collettivo di un gruppo di studiosi che operano presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, le pratiche di consumo – tra centri commerciali, flussi migratori, bilanci delle famiglie italiane e costruzione delle proprie diete culturali – diventano una leva importante per comprendere la scomposizione e ricomposizione dei ceti e degli strati della società italiana, e quindi del modo in cui le persone si sentono oggi parte della vita collettiva. -
Il rischio della libertà. Etica, fenomenologia, politica in Jan Patocka
Al fondo di questo studio è il tema della libertà, del suo emergere sotto forma di esperienza difficile e rischiosa. Saggiando la profondità di tale questione diviene possibile individuare l'autentico contenuto etico dell'opera di Jan Patoska, chiarendone i legami con la fenomenologia, la storia della filosofia, la politica, la pratica del dissenso. La disamina si arricchisce ulteriormente attraverso il confronto con altre tradizioni di pensiero, come il lavoro intellettuale di Karel Kosík e la tradizione fenomenologica milanese, più volte intersecatesi con la vita e la filosofia di Patoska, fino a definire una trama concettuale raramente tematizzata. Procedendo da queste premesse, Il rischio della libertà - espressione che parafrasa quanto lo stesso filosofo ceco scrisse negli anni cinquanta - si propone di ripercorrere l'itinerario del pensiero pato kiano, con l'intento di fornire una nuova chiave di lettura in grado di delinearne gli aspetti più noti e chiari, così come di metterne in luce i contenuti più problematici e meno evidenti. -
Con i dervisci. Otto incontri sul campo
Il sufismo è anche, e forse soprattutto, trasmissione viva di un sapere che viene consegnato in maniera orale/aurale da maestro ad allievo, da derviscio a derviscio. Per rendere una simile impalpabile e poco dicibile trasmissione, un approccio possibile è sembrato essere quello antropologico: il libro è infatti composto da diversi articoli tratti dalle esperienze, dai viaggi e dagli incontri sul campo (da qui il titolo) avuti da giovani studiosi italiani in discipline antropologiche, etnomusicologiche ed orientalistiche. Alla luce del noto verso del poeta di lingua persiana Mowlana Jalal ud-Din Rumi (1207-1273) che canta ""in realtà, il ramo è giunto ad esistere in vista del frutto"""", ad ognuno è stato chiesto di riconsiderare i propri incontri con esponenti viventi del sufismo, ossia con i frutti di un passato che è tutto presente. Dall'insieme dei contributi emerge un panorama fatto di paesaggi, viaggi, cibi, immagini, colloqui, impressioni ed incontri in un'area che, andando da occidente ad oriente, va dal Marocco, all'Albania, all'Etiopia, alla Siria, al Kurdistan iraniano, all'Iran, all'Asia centrale per arrivare sino in India."" -
Il mistero dell'esperienza estetica. Gabriel Marcel e la musica
Una costante nell'itinerario biografico di Gabriel Marcel è rappresentata dalla musica. L'improvvisazione al pianoforte riveste una grande importanza nella sua non secondaria attività di musicista. L'improvvisazione vissuta come preghiera, estasi mistica che lo proverà anche fisicamente; la testimonianza di una reale coalescenza di ipseità e di trascendentalità, che cercano di congiungersi in un punto x della concrezione sonora. Affidandosi alla trasgressività del logos estetico, il filosofo pone su un piano d'intelligibilità metafisica l'altrimenti indicibile dell'essere, il già e non ancora, il destino della polarità dialettica tra esistenza e trascendenza. Il rapporto di Marcel con la musica è un rapporto complesso che non può assolutamente ridursi a un aspetto del suo itinerario, ma rappresenta, come lui amava definire, un nucleo vivo e incandescente della sua vita, che ha orientato intimamente le sue scelte e il suo percorso, e che si è via via chiarificato e problematizzato con l'evento della sua conversione al cattolicesimo. -
Rilke e l'Oriente
"Oriente"""" è, per Rilke, un """"mondo a sé, un mondo di nuance"""", in cui sono rintracciabili i segni di un """"esserci"""" differente da quello occidentale. Differente perché non è """"espressione"""" di una soggettività potente che su tutto esercita il suo desiderio di possesso e la sua volontà di dominio, quanto, piuttosto, di un io che, senza alcun privilegio, è parte impermanente del mondo ed è quindi capace di esperirlo interamente. Una pluralità di Orienti assai diversi tra loro è così divenuta, per Rilke, strumento essenziale per sottoporre a critica radicale l'idea di soggetto e per attuare un """"rivolgimento"""" del modo stesso di esercitare la sfera del sentire." -
Il daimon di architettura. Vol. 2: Manuale.
Due grandi ambiti del sapere strutturano l'opera: il ""dominabile-tecnologico"""", l'""""indonninabile-theologico"""". Metodo e rituale. I 143 articoli del Manuale dipendono da 4 topiche, che funzionano come un gigantesco asse cardanico dell'""""invisibile""""."" -
Il daimon di architettura. Ediz. illustrata. Vol. 3: Parva mundi.
Le potenze della forma sono immagini invisibili. Portano in superficie l'intimità dello sfondo intangibile. La dimensione del ""sacro"""" che J. L. Nancy chiama il """"distinto"""", mentre W. Benjamin il """"teologico"""". Sono quelle lontananze dove dimorano le potenze iconologiche che appartengono all'universo esterno a noi, come all'infinito interno a noi."" -
Lacan, oggi. Sette conversazioni per capire Lacan
Jacques Lacan, con Freud e Jung, è lo psicanalista più interessante del nostro tempo. Il suo lavoro e la sua personalità interpretano e incarnano le pulsioni di una società che per tanti versi proprio Lacan ci aiuta a decifrare. In questo libro due appassionati studiosi del pensiero di Lacan lo rimettono in gioco e lo attualizzano in un dialogo tra pratica psicoanalitica, scienze sociali e filosofia. Le ragioni dell'inconscio non sono mai state tanto sotto i riflettori come nella nostra epoca, nell'epoca in cui il quarto d'ora di notorietà riservato a ciascuno ci vede pronti a mettere in piazza i nostri desideri più profondi. In questo contesto, conoscere Lacan, dialogare con lui, è come andare a cena con un vecchio amico che non si frequentava da tanto, ma che ci stupisce sempre con la sua intelligenza, memoria e attenzione. In questo libro scritto per tutti e in un linguaggio chiaro e accessibile anche ai ""non iniziati"""", si possono capire i principi fondamentali - utili anche nella vita quotidiana - del pensiero di un grande interprete dell'inconscio che ha lasciato un marchio indelebile nella cultura del nostro tempo."" -
Per la critica dell'ideologia. Filosofia e storia in Marx
Il primo autore a essersi dichiarato “non marxista” è stato Marx. È la posizione marx-“ista” stessa a essere inconciliabile, come ogni “-ismo”, con una prospettiva filosofica critica. Un pensiero consapevole dei propri limiti è una delle condizioni per affrontare le difficoltà in cui incorre la critica dell’ideologia. Fondamentale è anche la storia, capace di smascherare la genesi effettiva di ogni pretesa ideologica e di mostrare che ogni cosa è ciò che è non per necessità, ma perché lo è diventata, dunque potrebbe essere diversa. Contro l’ordine costituito occorre pensare utopicamente un luogo altro, ma, secondo Marx, non oltre, nella storia. L’ostinato residuo messianico, l’utopia di un mondo giusto e di un uomo libero, costituiscono il senso ultimo della filosofia, di Marx e non solo. -
L' arcipelago malese
"L'arcipelago malese"""" di Alfred Russel Wallace, qui per la prima volta tradotto in italiano, è uno dei più affascinanti e ben riusciti racconti di viaggio naturalistico dell'Ottocento inglese e non solo. Otto anni di vagabondaggi nella maestosa vegetazione tropicale delle isole delle spezie, dal 1854 al 1862, vengono ricostruiti secondo una perlustrazione spaziale che trasforma i quaranta capitoli dell'opera in un'avvincente esplorazione letteraria, in un viaggio che il lettore può seguire passo dopo passo fra i paesaggi di Sumatra, Giava, Borneo, Bali, Lombock, Timor, Celebes, Ternate, Nuova Guinea, delle Aru, delle Molucche e di molte altre isole della frastagliata regione che va dall'Indocina all'Australia. Nel frattempo a Londra divampa il dibattito sulla teoria dell'evoluzione, ma qui il co-scopritore della selezione naturale e fondatore della biogeografia, di cui ricorre il centenario della morte, è concentrato sulle flore e sulle faune, sui paesaggi, sugli odori, sui sapori e sui volti umani di queste terre inesplorate, alla ricerca di elusive creature come l'orango e l'uccello del paradiso. Un diario esotico dedicato all'amico e collega Charles Darwin."