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Alchimia del segno. Rousseau e le metamorfosi del soggetto moderno
Nello scenario della cultura contemporanea l'""inquiétante étrangeté"""" della scrittura di Jean-Jacques Rousseau rimane ancora un problema. Cifra e traccia della complessità reale della soggettività moderna, la scrittura rousseauiana, pur nelle sue irresolubili antinomie filosofico-politiche e nella sua prorompente e vibrante tensione autobiografica, ontologica ed etica, si pone progettualmente come destinata a oltrepassare l'ostacolo tra verità, apparenza e menzogna e fra teoria, filosofia e letteratura, dimostrando, nel suo stesso farsi, quanto sia complesso l'intreccio di filosofia, politica e vita con i modi della loro espressione. Eccentrico, rispetto ai percorsi segnati dalle mappe del sapere filosofico classico, l'itinerario della scrittura di Rousseau si insinua negli interstizi del reale, nelle pieghe dell'immaginario, nelle metafore vissute, nella semantica dei tempi storici e politici, nei campi di un sapere-pensare post-cartesiano. C'è un Rousseau errante che, a causa delle sue vicende personali, biografiche, viaggia alla ricerca delle condizioni più favorevoli per vivere la propria individuale esistenza. Nella dimensione errante non si iscrive soltanto la personale esperienza di Jean-Jacques, ma prende corpo, nel labirinto della scrittura, il viaggio """"pericoloso"""", solitario e immaginario della riflessione che pervade l'intera sua oeuvre. C'è, infine, il viaggio che, dopo Rousseau, è stato fatto compiere al suo pensiero attraverso una continua riappropriazione e riscrittura..."" -
Asia-Pacifico: regione emergente. Luoghi, culture, relazioni
Il tema di ""Asia-Pacifico: regione emergente. Luoghi, Culture, Relazioni"""" sottolinea la crescente importanza acquisita dalla regione cosiddetta """"Asia-Pacifico"""" negli equilibri demografici, economici, politici e socioculturali del nostro pianeta nel terzo Millennio. Le potenzialità di quest'area geografica e il suo nuovo ruolo di perno degli equilibri globali hanno spinto i numerosi autori di diverse discipline a interrogarsi e a discutere intorno a questo argomento. I temi approntati nel volume sono molteplici e spaziano dalle principali caratteristiche geopolitiche dell'Asia-Pacifico alla storia regionale; dal ruolo dell'Asia-Pacifico nel passato, nel presente e nel futuro, dall'analisi dei principali attori interni alla regione (Cina, Australia, Corea del Nord ecc.) alle più rilevanti tendenze politiche, economiche, sociali o culturali presenti nell'Asia-Pacifico. Questi temi, cruciali per gli attuali e i prossimi equilibri mondiali sono declinati anche in chiave didattica, attraverso l'apporto di docenti ed esperti operatori nel campo della scuola italiana."" -
La musica come bene comune. Ontologia ed etica
“Pensare la musica come un bene comune significa, in primo luogo, considerarla come un patrimonio condiviso e condivisibile da ognuno, un linguaggio universale capace di coinvolgere significativamente una comunità di ascoltatori, che non può essere pregiudizialmente de-limitata da appartenenze specifiche. Un linguaggio, dunque, sempre inclusivo, in grado di creare partecipazione, armonia, condivisione. è con questo spirito che si è svolta a Roma, il 12 e il 13 aprile 2012, la V edizione del Convegno internazionale di studi Il fondamento filosofico del fare musica tutti nel sistema formativo, contrassegnata dal titolo Musica e bene comune. La musica vi è concepita quale elemento essenziale di una Bildung caratterizzata da una forte dimensione relazionale, intersoggettiva ed espressiva, che la musica è propriamente in grado di restituire”. -
Il mio corpo estraneo. Carni e immagini in Valerio Magrelli
L'opera in prosa di Valerio Magrelli, inaugurata nel 2003 da ""Nel condominio di carne"""", ma preannunciata già quasi dieci anni prima negli """"Esercizi di tiptologia"""", è una macchina minuziosa che si innesta su altre due macchine: quella del corpo da una parte, quella della tradizione letteraria e artistica occidentale dall'altra. E processando pezzi di queste macchine, e attraversando modi diversi come la malattia, la metamorfosi, l'instabilità dei confini identitari, ma anche la memoria, personale e non solo, di un uomo sempre più tecnicizzato e artificiale, produce immagini e le combina in paesaggi insieme visivi e sonori. Questo libro, analizzando soprattutto i due esiti maggiori della prosa magrelliana, il """"Condominio"""" e il recente """"Geologia di un padre"""", ma con frequenti agganci alla scrittura in versi, cerca di sottolineare la portata sia letteraria sia concettuale di uno degli autori più importanti della letteratura italiana contemporanea; lo fa scegliendo come territorio di indagine uno dei procedimenti che Magrelli ha saputo portare ad un altissimo livello di complessità e di peso, ossia quello delle citazioni. Sempre, ma in Magrelli più che mai, le citazioni sono interventi, molto imparentati con la chirurgia e la clinica: selezioni e prelievi da corpi propri e altrui, reimpianti, adattamenti e rigetti. Perché Magrelli continua ad autocitarsi, cambiando sottilmente, ad ogni intervento, il senso del suo prelievo?"" -
Teatri di confine. Il postdrammatico al carcere di Bollate
I detenuti non sono persone fuori dalla società, ne hanno fatto parte e ritorneranno a farne parte. La Costituzione italiana prevede il reinserimento sociale di chi ha sbagliato, ha cioè fiducia nella possibilità di cambiamento e di evoluzione degli individui. A tale proposito il teatro in carcere rappresenta una delle espressioni più efficaci di un modello educativo ""non formale"""" che può stimolare il percorso rieducativo nei luoghi di detenzione. Questo volume si propone come sintesi di una delle molteplici esperienze teatrali in Italia, l'attività della cooperativa e.s.t.i.a. al carcere di Bollate, dove da dieci anni è presente una compagnia formata in larga parte da detenuti. Attraverso la drammaturgia, i laboratori, le esperienze e le performances che ivi sono nate, è possibile capire il valore pedagogico del teatro al fine di fronteggiare l'isolamento e la marginalità socioculturale propria dei luoghi di pena e creare un senso di appartenenza e una prospettiva destinati a durare ben oltre la breve parentesi di una messinscena."" -
L'eccentrico. Filosofia della natura e antropologia in Helmuth Plessner
Helmuth Plessner, filosofo, sociologo e studioso della natura umana, è ormai noto a tutti coloro che si interessano alla filosofia e all’antropologia filosofica dell’ultimo secolo. Il suo pensiero ha attraversato il Novecento europeo e appartiene a pieno titolo al complesso confronto tra le maggiori correnti della filosofia e le diverse esperienze del sapere scientifico. Sullo sfondo di una originale filosofia della natura, le sue osservazioni sulla realtà dell’uomo mettono in luce i tratti di un essere che è al contempo il più prossimo e il più lontano da se stesso. Un essere eccentrico, che a partire da questa posizione paradossale scopre le proprie peculiarità e, insieme, il proprio destino. -
Un'archeologia personale. Biografie di figure carismatiche e discusse del Novecento
Il volume raccoglie una serie di ritratti di studiosi dai cinque Continenti e dai più disparati ambiti di ricerca, che hanno profondamente segnato i percorsi dell'archeologia del Novecento. Gli itinerari della vita personale di ognuno emergono sullo sfondo della compagine sociale e politica dell'epoca e si incrociano con le scelte di pensiero che ne hanno contraddistinto le teorie, le inclinazioni metodologiche, le soluzioni speculative. Il concetto di biografia scientifica viene qui rivisitato in chiave umana ed esperienziale, con la finalità di restituire tridimensionalità alle singole stature, affiancando alle personalità più celebri e note alcune figure meno conosciute, ma di altrettanta rilevanza, per l'evoluzione dell'archeologia mondiale. -
A teatro negli anni Settanta. Scritti per l'«Avanti!» (1969-1976)
Nel 1968 Ugo Intini, allora caporedattore dell'edizione milanese dell'""Avanti!"""", è alla ricerca di un critico teatrale per il giornale. Si rivolge per un consiglio a Paolo Grassi, il teatrante più autorevole, che suggerisce un nome: Carlo Fontana. Nella Milano degli anni Settanta, palcoscenico di una stagione teatrale assolutamente irripetibile, il poco più che ventenne Fontana diviene così titolare della rubrica di critica teatrale dello storico quotidiano socialista e, nonostante gli studi universitari e la collaborazione con il Piccolo Teatro, trova tempo e energie per esercitare con grande serietà la professione di critico. Non limitandosi mai alla """"cronaca"""" degli spettacoli ai quali ha assistito, Fontana, da buon operatore culturale, fa di ogni sua pagina l'occasione per discutere di cultura, società e politica, affermandosi come uno fra i talenti critici più lucidi e originali nel panorama del giornalismo teatrale nazionale."" -
Fiumi reali fiumi immaginari
I fiumi hanno svolto e svolgono un ruolo cruciale nella vita del nostro pianeta, sia dal punto di vista fisico e geografico che da quello culturale e immaginativo. L’interazione delle popolazioni di tutte le regioni della terra con i corsi d’acqua ha influenzato aspetti essenziali della civiltà nel corso del tempo; esplorazioni e scoperte, flussi commerciali e turistici sono legati in maniera inestricabile ai fiumi, che non sono solo entità geografiche, ma anche strutture culturali e costruzioni dell’immaginario. Se la simbologia del fiume si inserisce nei miti fondativi del mondo, il viaggio sul fiume è una metafora ricorrente nelle letterature di molti paesi. Il volume indaga, attraverso l’apporto di contributi che derivano da ambiti disciplinari diversi, la dimensione geografica, storica, culturale e letteraria dei fiumi. Gli autori dei saggi raccolti nel volume sono: Davide Bigalli, Nicoletta Brazzelli, Mario Maffi, Carlo Pagetti, Silvia Riva, Giuseppe Rocca, Guglielmo Scaramellini, William Spaggiari. -
Conoscenza e linguaggio. Frammenti II
Sono qui raccolti i frammenti e gli appunti di Walter Benjamin che affrontano i temi della critica della conoscenza e della filosofia del linguaggio. Essi coprono un arco di tempo che va dal 1916 al 1926 e sono stati pubblicati nel VI volume delle ""Opere complete"""" edite da Suhrkamp nel 1985. Questi appunti frammentari ci permettono di comprendere meglio opere importanti di Benjamin quali """"Sulla lingua in generale e sulla lingua dell'uomo"""" (1916), """"Sul programma della filosofia futura"""" ( 1917-1918) e la """"Premessa gnoseologica"""" a """"II dramma barocco tedesco"""" (1925). La curatrice indica nel suo saggio introduttivo alcune possibili strade d'accesso ai frammenti ponendo l'accento sulla ricezione benjaminiana di Kant, del neokantismo e della fenomenologia, e sull'influenza del rapporto con Gershom Scholem nell'elaborazione di temi in cui cultura ebraico-cabbalistica, matematica e filosofia si legano in modo inestricabile."" -
Charis. Essai sur Jankélévitch
Filosofo ""inimitabile"""", secondo le parole di Levinas, Jankélévitch si staglia sul quadrante del Novecento come un pensatore volutamente inattuale - perché diversamente orientato rispetto ai vettori caratteristici di esso. Proprio in ciò risiede la sua attualità, racchiusa nella cifra di una riflessione intensa e originale. Alla individuazione delle nascoste e non consumate potenzialità di tale riflessione è rivolto questo saggio. In un momento in cui diverse strategie teoriche paiono esaurirsi e viceversa il pensiero torna ad interrogarsi su quel flusso mobile che è la vita stessa, Jankélévitch, da sempre infaticabile esploratore dell-inquieto fascino del reale, della misteriosa """"grazia"""" (charis) da cui prendono forma le cose - e proprio perciò attento alla responsabilità dell'agire pratico -, si rivela un interlocutore col quale oggi, forse più che mai, è importante confrontarsi."" -
Il progetto che è l'io. Studi su identità, sguardo, scrittura
In questo libro di saggi, Micla Petrelli esplora il tema dell'identità riscoprendo esperienze esemplari di spersonalizzazione biografica, stilistica, estetica che nel corso del Novecento hanno contribuito a reinventare le forme della scrittura e dell'immagine. In tal senso, l'autrice mostra come taluni processi espressivi, nel momento in cui vengono affidati alla parola - alla lingua -, ""progettano"""" il nostro io, orientano la percezione di sé, la memoria, e attivano la capacità tutta visiva della scrittura di allestire spazi interiori, di produrre immagini diffratte dell'io, dislocare lo sguardo, figurare il proprio volto. Gli autori indagati, per i quali le """"prese di distanza"""" e i """"ricongiungimenti"""" sperimentati sulla pagina si confondono con quelli vissuti nelle storie personali di migrazione e di dépaysement psicologico, alimentate, queste ultime, dal sentimento del pudore, della noia, o della nostalgia per ciò che non è mai stato, sono: Fernando Pessoa, Clarice Lispector, Luis Cernuda, Antonio Delfini. Gli apporti teorici provengono dalla fenomenologia, dalla psicologia della percezione, dagli studi di linguistica e retorica, e dalle voci eterodosse di filosofi-scrittori come José Ortega y Gasset, María Zambrano, Octavio Paz, Paul Valéry, Édouard Glissant."" -
Pasolini filosofo della libertà. Il cedimento dell'essere e l'apologia dell'apparire
Come disse Moravia al suo funerale, Pasolini fu probabilmente l'ultimo grande poeta (e profeta) italiano. Franco Ricordi, che in questo solco interpretativo lo avvicina a Dante, Foscolo e Leopardi, ne rileva insieme anche la forte autorità filosofica. Ma quella di Pasolini fu una saggistica intuitiva delle condizioni di verità e libertà in cui si trovava, e ancora si trova, il nostro paese. Egli ha per primo denunciato il ""Potere dell'Apparire"""" che, soprattutto a ridosso del fenomeno televisivo, si è imposto in maniera totalitaria e devastante al di sopra di ogni parte politica e ideologica. Più che mai vicino alle tesi di Heidegger, della Arendt e di Gunther Anders, il suo pensiero poetico si sforza di recuperare quella """"Parola"""" (e il suo Teatro si rivela essenziale viatico) che distingue in maniera categorica la diversità dell'essere dall'omologazione dell'apparire nella nostra epoca."" -
Chi ha ucciso il PD (e cosa si può fare per salvare quel che ne resta)
Una lucida analisi della crisi dei Partito Democratico, promessa non mantenuta del panorama politico italiano. Un testo appassionato e arrabbiato, critico ma propositivo. Un diario in pubblico, anche. Le parole di un osservatore partecipante, che le vicende democratiche le ha vissute da dentro e dal basso. Che analizza con progressivo scoramento il fallimento di un ceto dirigente, il suo progressivo allontanarsi dall'idea fondativa del PD, lo sfaldamento dall'alto di un progetto: accompagnando la frustrazione a una non spenta motivazione verso un cambio di direzione, di visione, di metodo. Per far tornare il PD quello che aveva dichiarato di voler essere, e non è stato. -
La filosofia degli U2. Il conflitto tra «eros» e «agape»
Un problema filosofico innerva di sé gran parte della produzione degli U2: il problema del conflitto tra eros e agape, le due facce dell'amore. Si può rinvenire, album dopo album, un percorso abbastanza chiaro che un lui (la cui concezione dell'amore è incentrata su agape) e una lei (discepola di eros) compiono riguardo all'amore: un percorso tragico, poiché tragica è la necessità di scegliere tra due opzioni apparentemente inconciliabili, che vengono entrambe riconosciute come dotate di valore e che reclamano con forza la loro autorità sugli individui. La lotta principale dell'io cantante degli U2 consiste allora nel tentativo, sempre rinnovato, di tenere insieme quelle due parti del sé e di poter celebrare l'amore - eros e agape insieme - come fondamento e senso della vita. Forse si può stare stanotte in una bugia, sapendo che è tale, e che è necessaria per sentirsi a casa, senza però essere spinti troppo lontano tramite la pretesa che la bugia sia invece la verità, il centro intorno al quale far ruotare tutto. -
Poesie rubate
Gli autori si servono di altri autori da sempre: ciascuno può attingere dove vuole e dichiarare o non dichiarare il proprio prelievo. Penso che tutto sia ammissibile per una ragione fondamentale: dopo che si è compiuta la sottrazione, il testo è ancora quel che era prima. Anzi, i libri davvero utili sono quelli più spietatamente manomessi; ecco un segno del loro valore e della loro utilità: quanto più sono saccheggiati tanto più restano intatti e addirittura crescono. Mando dunque assolti tutti gli imputati di furto letterario e ideale. -
Storia di un'utopia. La religione dell'umanità di Comte e la sua circolazione nel mondo
All’interno di un pensiero volto alla coordinazione delle varie qualità umane (conoscenza, attività, sentimento), a partire dal 1848 Auguste Comte indicava come coronamento della filosofia positiva la fondazione di una nuova religione. Intitolato all’Umanità, il nuovo culto avrebbe dovuto sostituire le indimostrabili credenze teologiche delle religioni tradizionali e fare da traino per la costruzione di una società solidale, fondata sul concorso di amore, ordine e progresso. Rimasta come tutte le utopie al di sotto delle speranze del suo propugnatore, la religione dell’Umanità ha tuttavia esercitato nel secondo Ottocento un’influenza significativa, seppur elitaria, nella storia culturale dell’Occidente, talvolta con importanti ricadute anche in ambito politico e sociale. -
Viaggi in Italia
Questa scelta antologica dei corposi Diari di Harry Kessler raccoglie le impressioni registrate dall’autore durante i suoi diversi Viaggi in Italia, avvenuti tra il 1892 e il 1930. Pur presentando lacune anche di anni, gli appunti qui riuniti permettono di seguire l’evoluzione di questo poliedrico intellettuale, che si trovò a vivere anche nel nostro paese esperienze fondamentali per la sua maturazione di storico, storico dell’arte, politico e scrittore. Il volume offre una messe di informazioni e di competenti valutazioni relative a innumerevoli opere architettoniche, pittoriche e scultoree, presenta una serie di microritratti di personalità che ebbero ruoli di spicco nei campi più diversi, nonché uno spaccato della difficile situazione che si venne a creare fra vincitori e vinti alla fine della Prima Guerra Mondiale e che preparò il terreno all’avvento in Europa dei diversi fascismi. -
Un salto nell'alto. Vol. 2/5: Artista nella società e in solitudine
Se si libera dall’ossessione del tempo e dei costi, la produzione si spinge verso la fattura d’arte e sconvolge i principi che governavano la vecchia economia e il vecchio mercato. Ciò significa anzitutto che nella produzione d’arte poco incidono i tentativi di globalizzazione e di conquista messi in atto da potenti gruppi, in quanto vige la propensione alla differenziazione che è l’eterna ricerca del nuovo e dell’originale. I grandi gruppi sono irresistibili nell’invadere i mercati con i loro prodotti uniformi, ma non sono altrettanto elastici per differenziarli continuamente. La loro forza e potenza li imbarazza nella mobilità poiché sono mastodontici ma poco flessibili e di fronte a una domanda sempre variabile e esigente risultano inefficaci. -
Figure di città. Spazi urbani e discorsi sociali
C’è un mito che fortemente lega architetti e linguisti, urbanisti e semiologi: è la storia della Torre di Babele. Basta per aver presente quanto la sfida lanciata da questo libro – la città è come la lingua, la lingua è come la città – sia immensa e pericolosa, possibile soltanto per approssimazione. Ci sono molteplici ragioni per accostare la forma e il senso della città a quelli della lingua, e questo libro le racconta, ricostruendo la fisionomia di alcune delle principali figure della città tradizionale e di quella contemporanea: la circolazione automobilistica, l’aeroporto, la promozione politica e territoriale, le affissioni pubblicitarie, il waterfront e i parchi, i miti d’origine, le tecnologie comunicative portatili, i villaggi vacanze, i centri commerciali. E lo fa, al modo della semiotica, prendendo ogni volta come riferimento esemplare un testo differente, sia esso direttamente spaziale e urbano oppure filtrato da altri linguaggi e altri media.