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Zoologia politiche. Favole, mostri e macchine
Le metafore animali accompagnano da sempre l'evoluzione della civiltà politica, ora rassicurando gli uomini sulla loro incontestabile superiorità naturale, ora, al contrario, invitandoli a prendere atto delle ineguagliabili soluzioni escogitate dal mondo animale per la soluzione di conflitti e per l'organizzazione della vita sociale. Un ricchissimo patrimonio di simboli, favole, allegorie, metafore - dal lupo al gregge, dalla volpe alle api - si è formato e trasformato in un fitto dialogo con le istituzioni politiche, passando spesso al vaglio di interpreti d'eccezione come Hans Blumenberg, Jacques Derrida, Michel Serres. Oggi la svolta sembra essere data dall'ingresso degli animali in un circuito cognitivo in gran parte nuovo, che si interroga sui temi della tecnica, del potere, della sovranità e della post-sovranità, proponendo scenari inquietanti e toccando i confini dell'ibrido e del post-umano. -
Posizione e movimento. Pensiero strategico e politico della Grande Guerra
Questo libro ricostruisce gli sviluppi del pensiero strategico all'epoca della Grande Guerra. Non mere questioni di ""Ars bellica"""", ma una discussione che riguardò insieme militare e civile, istituzioni e società, tecnica e politica. Non a caso protagonisti ne furono da Churchill a Jünger, da Lenin a Schmitt, da Douhet a Gramsci. Biografie eccezionali del '900 politico europeo, affrontate in questo saggio. Lo """"Stategiestreit"""" della prima guerra mondiale è visto infatti in relazione a ciò che avvenne successivamente in campo politico: dalla crisi dei sistemi liberali, alla rivoluzione comunista, alla nascita del fascismo. Il dibattito italiano ebbe in questo quadro un rilievo tutto particolare, che aspetta ancora di essere riconosciuto e apprezzato nella sua portata universale. Episodi dell'ottobre 1917 come la disfatta di Caporetto e la rivoluzione russa, visti insieme e da vicino, dettero infatti alla riflessione italiana su """"guerra di posizione"""" e """"guerra di movimento"""" un valore e una originalità che ne hanno fatto un momento alto dell'autocoscienza del '900. Tanto che ancora oggi, a cento anni dagli eventi che li determinarono, quei pensieri non smettono di interrogare l'intelligenza occidentale sulla natura, la storia, la politica e più in generale il destino della civiltà."" -
Antigone
Scritta in trincea durante la prima guerra mondiale, l'Antigone di Walter Hasenclever denuncia l'insensatezza di tutte le guerre ed è un grido pacifista nel mezzo dell'orrore. L'Antigone greca, che paga con la vita la sua ribellione alle leggi dello Stato in nome di una legge divina non scritta ma inderogabile, diventa in questo dramma espressionista una profetica e rassegnata martire della violenza politica di ogni genere. È la vittima non solo di un sanguinario potere tirannico, ma anche di un proletariato sbandato e assetato di vendetta. Questa tragedia giovanile esprime l'oscuro presagio di una schiera di 'demoni' che avrebbero saputo conquistare le masse e portare alla catastrofe il mondo già provato da una prima, terribile guerra. Quella di Hasenclever è dunque la prima Antigone politica del XX secolo, stranamente sfuggita alla censura: va accostata all'Antigone del romanzo Novembre 1918 di Alfred Döblin e alla più celebre Antigone di Bertolt Brecht (1948). L'Antigone di Hasenclever da una parte, quella di Brecht dall'altra, sono infatti erme poste a confine di due momenti decisivi nella storia della cultura tedesca e, pur in una visione pessimistica della storia, esprimono attraverso il riuso di un mito antico la possibilità di ripartire dall'arte dopo essere giunti al punto zero della 'civiltà' europea. -
Gli occhi e la lingua della satira. Studi sull'eroe satirico in Luciano di Samosata
La satira è critica dei costumi, delle convenzioni sociali, della politica, delle fedi religiose, della cultura. Di tutto ciò che siamo e crediamo. Dalle cose più banali della vita quotidiana a quelle più importanti, è satira dei valori condivisi da tutti, come la ricchezza, il potere, la fama, il successo. Ma c'è bisogno di uno sguardo diverso per farci vedere altre verità. Ed è necessario il coraggio della ""parrhesia"""", della libertà del pensiero e della parola, che possono essere scomodi e difficili. La satira e le sperimentazioni letterarie di Luciano di Samosata mettono in gioco, tra l'autore, i suoi alias problematici e gli eroi paradossali, queste e altre virtù. Lo straniero che viene dai margini del mondo greco-romano del II sec. d.C. diverrà così il paradigma della satira dell'Europa moderna tra Leon Battista Alberti, Erasmo da Rotterdam, Cervantes, Swift, Voltaire e Leopardi."" -
Religione & economie. Idee ed esperienze
Anche le religioni sono sottoposte a un cambiamento incessante. Oggi siamo dinanzi a una secolarizzazione e a una ""religione"""" del mercato. E se è vero che fra religione ed economia non vi è rapporto causale, ci troviamo spesso di fronte a un consumatore religioso, a un orientamento dato dal mercato e al problema della sostenibilità delle attività religiose. Religione ed economia rimangono ordini simbolici autonomi e distinti anche se entrambi agiscono nella coscienza e nei mondi vitali delle persone. Il destino delle religioni e dell'economia è stato, è, sarà, sempre separato. Nessuna religione apparterrà mai a un sistema economico poiché esse non sono morali e non sono attori del mercato, bensì sono dimensioni della vita personale. Sempre più si presentano però in concorrenza in quello che potremmo definire il """"mercato delle religioni"""". In questo libro le religioni appaiono nel loro volto multiforme e nelle loro infinite sfaccettature e l'economia è una dimensione culturale che molti pretendono si costituisca come una """"fede"""" capace di modellare la vita individuale e sociale."" -
La persona e l'Occidente. Filosofia, religione e politica in Denis de Rougemont
L'obiettivo dichiarato, dunque, è quello di colmare un gap. Prima di tutto, allora, si tratta di evidenziare che un gap effettivamente c'è: un concavo giustifica un convesso che lo colmi. Ecco perché, anzitutto, Bondi si impegna a sottolineare l'importanza di un filosofo che in Italia è conosciuto soltanto come autore di un'opera fondamentale sul fenomeno erotico, ""L'Amour et l'Occident"""" (1939). Chi si trovasse a visitare i palazzi europei di Strasburgo, in effetti, rimarrebbe stupito di imbattersi in una statua monumentale a lui dedicata. Il filosofo della passione celebrato come padre dell'Europa? Ecco che allora, ad un'analisi appena più approfondita, si verrebbe a scoprire che Rougemont non solo fu l'autore di uno dei volumi più citati del Novecento, ma anche il relatore della Commissione culturale del Congresso dell'Aia nel 1948, e addirittura il presidente della prima Tavola Rotonda del Consiglio d'Europa,nel 1952. È dunque possibile stabilire un possibile comune denominatore tra questi due orientamenti del suo pensiero, l'erotico e il politico? Bondi lo trova nella filosofia della persona, fondamento saldo e perenne di tutta la successiva costruzione teoretica del filosofo di Neuchâtel."" -
La misura della finitezza. Evento e linguaggio in Heidegger e Wittgenstein
Quello tra Heidegger e Wittgenstein non è soltanto un confronto tra due grandi pensatori, ma il confronto che segna le sorti della filosofia del Novecento in tutta la loro complessità, considerato che in esso convergono i temi basilari delle esperienze di pensiero più significative del secolo scorso, dall’ontologia al pragmatismo, dall’estetica alla logica, dall’etica all’ermeneutica. Il presente volume pone al centro del proprio interesse tale confronto, sondando, tra l’altro, le reciproche influenze dirette e soprattutto quelle indirette, e approfondendo una riproblematizzazione di questioni che va la di là delle rigide e sterili differenziazioni categoriali che vedrebbero i due autori opposti per tradizione di pensiero. Alla domanda iniziale del Tractatus circa i limiti e le possibilità della filosofia risponde e corrisponde l’analitica esistenziale di Essere e tempo, che delinea il rapporto tra esserci e mondo che è alla base delle Ricerche filosofiche, la cui idea centrale di linguaggio viene ulteriormente sviluppata nella prospettiva tautologico-pragmatica che traccia Heidegger dopo la svolta. Sulla scorta di tale confronto vengono analizzati i lineamenti di una teoresi che si riappropria della propria identità antiteoreticistica, facendo emergere in tutta la loro rilevanza ermeneutica questioni come quelle dell’evento e del linguaggio, che si intrecciano anche con un nuovo modo di pensare lo statuto della possibilità e quello della soggettività. -
Nuovo ordine carnevale. Conferenze, saggi, recensioni, esercizi di memoria
Chi domina la nostra società, ha compreso la natura profonda della festa del Carnevale. Concedendo più volte al giorno attimi di rovesciamento e d’inversione di tutti i valori, confonde e debilita l’individuo, rendendolo incapace di stabilire su quale piano di realtà avvengono gran parte degli eventi nel quale è coinvolto. Delirio carnevalesco in stati alterati di coscienza ordinaria in cui è impossibile distinguere il serio dal faceto, il bello dal brutto, il morale dall’amorale. -
Disaggregazioni. Forme e spazi di governance
I contributi raccolti in questo volume indagano, da differenti prospettive di ricerca, le trasformazioni dello scenario politico-giuridico globale, con l’intento comune di mettere alla prova la persistenza delle istituzioni e dei poteri sedimentati nella tradizione moderna. Negli attuali processi di governance, le categorie e i concetti centrali in quella tradizione, se reggono sul piano dell’enunciazione e della citazione, vengono però ripensati e rielaborati dentro nuove logiche che ne rifiutano l’originario carattere unitario, ricompositivo e universalistico. Sfuma il nucleo normativo e ordinamentale entro il quale sovranità, cittadinanza, diritti e soggetti venivano pensati come universali giuridico-politici, per emergere e definirsi in modo contingente e immanente nelle pratiche effettive di concrete relazioni di potere. La disaggregazione e disarticolazione delle forme e degli spazi restituisce tutta la complessità e duttilità dei concetti che pur sopravvivono ai contesti stessi che li avevano generati: residui del passato vengono riletti e riutilizzati in forme profondamente diverse. -
The darkness of this times. Ethics, politics, and religion in Wittgenstein
The present book is a collection of 9 essays, emerging from a long and intense research collaboration amongst scholars coming from different backgrounds and traditions. As the book subtitle suggests, these essays focus on the ethical, religious, and political aspects or dimensions of Wittgenstein’s thought, which are illustrated and investigated not only for themselves, or separately, but rather with reference to their complex interaction with Wittgenstein’s philosophical method and his conception of philosophical work, on one hand, and with his conception of language and human agency on the other. -
La mimesi e la traccia. Contributi per un'ontologia dell'attualità
La riflessione elaborata in queste pagine, fuggendo ogni sottomissione alle retoriche ormai abusate dell’economicismo imperante, rintraccia nelle opere di René Girard – il più serio pretendente all’eredità dei maestri del sospetto – e di Jacques Derrida – l’ultimo grande filosofo del Novecento – gli elementi costitutivi di un paradigma critico con cui interpretare il tempo presente. Il volume indaga le molteplici corrispondenze tra i diversi retaggi della decostruzione e i più recenti sviluppi della teoria mimetica attraverso la ricostruzione articolata delle riflessioni, ancora poco note in Italia, di alcuni dei più brillanti esponenti contemporanei di quelle tradizioni. Formulando i lineamenti di un’ontologia dell’attualità incardinata sulle nozioni di mimesi e traccia, l’autore propone una diagnosi filosofica che riconosce nel nostro tempo un’epoca in preda al panico. -
Essere insieme in un luogo. Etica, politica, diritto nel pensiero di Emmanuel Levinas
«Essere-insieme-in-un-luogo»: con questa espressione Levinas intende porre l’esigenza, oggi più che mai ineludibile, di ripensare la forma, innanzitutto politica e giuridica, della convivenza umana. Se queste parole alludono allo spazio della Città, pensato come luogo della sincronia e della simmetria, nel quale necessariamente tutti i cittadini sono uguali di fronte alla Legge, la provocatoria proposta di Levinas è quella di pensare un’altra origine del Politico, più antica della guerra di tutti contro tutti, combattuta da lupi desiderosi soltanto di affermare la propria individuale libertà e il proprio conatus essendi. Prima di questo insanabile conflitto, il Volto dell’altro, nella sua inerme nudità, rivela la vulnerabilità dell’umano che chiede di essere difesa, protetta, accolta, reclamando un’infinita responsabilità per l’altro cui nessun io può sottrarsi. «Essere-insieme-in-un-luogo» significherà, allora, non tanto limitare la sfrenata libertà di ciascuno, ma la dismisura di un obbligo incondizionato, in virtù del quale il Diritto sarà sempre dell’altro e la Giustizia una promessa mai fino in fondo esaudita, benché non rinviabile. Al di là del Politico, nel Politico, Levinas intende far risuonare nell’«essere-insieme-in-un-luogo» l’esigenza di un’eteronomia radicale, quella che proviene dalla singolarità e dalla differenza irriducibile di ogni altro, che nessuna comunità può cancellare; l’irrompere di un’altra Legge, al di là del Diritto, che Levinas, a partire dalla sua eredità ebraica, chiama Giustizia: la possibilità, inaudita, ma non per questo irrealizzabile, di una «politica messianica». -
L' innesto. Realtà e finzioni da Matrix a 1Q84
In quale mondo viviamo? Che tipi di mondo esistono? Cos’è un mondo, e chi siamo noi? Questi gli interrogativi che sorgono di fronte a Matrix o a 1Q84, a Inceptiono ai Canti del caos. È possibile trovare una risposta a queste domande o sono destinate a rimanere insolute? Come comportarci di fronte al caos al quale alludono film e libri? Accettarlo e imparare a conviverci o rifiutarlo e ritrovare il nostro ordine e le nostre certezze? Questo libro decide di accettarlo, e prova anzi a trasformarlo in occasione per riflettere sui molti modi in cui gli universi plurali delle finzioni, letterarie e cinematografiche, partecipano alla costruzione del nostro “senso della realtà”. -
Outis! Rivista di filosofia (post)europea (2014). Ediz. italiana e francese. Vol. 4: Deconstructing democracy.
Nel quarto numero di ""Outis!"""" si concepisce un'analitica della democrazia contemporanea ostile alle correnti dominanti della filosofia politica. Non ci si domanda, in particolare, che cosa sia un vero regime democratico, quali siano le norme della cultura democratica, a quali valori si riferiscano gli usi della democrazia, cosa sia la via democratica, quali siano le istituzioni che le sono proprie. Piuttosto, si affronta una questione totalmente diversa: in che cosa consiste l'operazione contemporanea che mira a imporre il nome della democrazia come l'unica figura di organizzazione e di vita politica accettabile e conforme alle esigenze di una vita civile? Di cosa è la cifra o il sintomo quest'uso della parola democrazia? Evidentemente, una decostruzione della democrazia si associa alla ricerca di un altro nome per pensare un'altra politica tutta da inventare che non si lasci catturare sotto il termine buono per tutti gli usi di democrazia. Quello che si tratta di destituire non è """"la democrazia"""", oggetto introvabile, ma innanzitutto le pratiche discorsive implicate con questa parola/feticcio."" -
Una vita radicalmente altra. Saggio sulla filosofia di Michel Foucault
Viviamo in un’epoca in cui sembra che qualsiasi disciplina classica possa essere declinata a partire dal prefisso bio. Si parla costantemente di bioetica, biopolitica o bioeconomia – tanto per fare gli esempi più riusciti. In tutto questo Foucault c’entra qualcosa e il punto di partenza da cui muove questo saggio è nella sua semplicità lampante, Foucault è il pensatore della modernità all’interno del quale la problematizzazione della vita ha raggiunto il livello più elevato di consapevolezza. E così abbiamo la vita come “indicatore epistemologico”, la vita come ciò che è attraversato e plasmato dalle relazioni di potere, ma anche la vita come elemento plastico in vista di nuove forme di soggettivazione, il bios come produttore di differenze nella sua relazione con la verità e il mondo. La tensione fondamentale nella riflessione foucaultiana riguarda, allora, quella che lui stesso definisce la ricerca di “una vita radicalmente altra”. Ed è questa tensione a determinare sin dall’inizio l’attenzione per le esperienze marginali di folli, delinquenti, ermafroditi e perversi sessuali, ed è la medesima tensione ad essere alla base del suo testamento filosofico dedicato al Cinismo antico. In poche parole, è questo il senso della “militanza filosofica” secondo Foucault, del suo originale modo di intendere l’engagement. A partire da tali presupposti, questo studio attua un attraversamento dell’intera opera foucaultiana non soltanto con l’intenzione di restituire la complessità di una filosofia, ma anche perché mosso dalla convinzione che questa tensione continua in vista di “una vita radicalmente altra” ci riguardi, riguardi il senso dell’epoca in cui viviamo. -
L'intenzionalità all'opera. Studi sul pensiero pratico di Husserl
Quali sono i tratti caratteristici di un’etica fenomenologica? Quali le strutture fondamentali dell’intenzionalità pratica? A partire da un confronto serrato con i testi editi e i manoscritti inediti di Husserl, i saggi del presente volume cercano di ricostruire alcune linee fondamentali della riflessione etica del fondatore della fenomenologia. Si tratta di una riflessione che, pur dispiegandosi quasi esclusivamente attraverso lezioni universitarie e manoscritti di ricerca, manifesta una notevole organicità, tanto in riferimento alla miriade di analisi di cui si costituisce, quanto più in generale in relazione alle principali questioni teoretiche del pensiero husserliano. Al suo interno spiccano per importanza le indagini sulla peculiarità degli atti valutanti, sul rapporto tra volere e agire, sul dovere come idea etica centrale, sul carattere personale della decisione, sui margini della responsabilità all’interno di un orizzonte tecnico come quello attuale. Tutti questi motivi concorrono alla delineazione di una nuova razionalità pratica su basi fenomenologiche, in cui sia possibile fondere insieme i contenuti conoscitivi e la scelta di una piena responsabilità verso di sé e il mondo. Cioè la scienza e la vita. -
Con i tuoi occhi sull'intersoggettività
Qual è la struttura dell'intersoggettività? Come conoscere quel particolare essere che è insieme soggetto e oggetto di studio? E qual è il nucleo centrale dell'intersoggettività? Dove affondano le radici l'amarsi, il conoscersi, l'essere-per-gli-altri? Cosa significa incontrarsi, perdersi, ritrovarsi? Vivere la nostalgia dell'altro e di se stessi? E qual è il senso dell'incontro nelle condizioni tragiche dell'esistenza, nella sofferenza? Questo libro intende confrontarsi, sul piano storico e problematico, con i temi fondamentali dell'intersoggettività, vale a dire del rapporto tra le persone, da cui deriva la conoscenza stessa, il senso delle cose, del nostro esistere, nel tempo, nei luoghi vissuti. -
La lingua traveste il pensiero. Immagine, logica e giochi linguistici in Wittgenstein
La lingua traveste il pensiero sottopone ad analisi uno dei principi guida del pensiero di Wittgenstein dal Tractatus fino alle ultime opere: il pensiero non viene espresso ma trasformato dal parlare. Il tema viene indagato attraverso la chiarificazione di nozioni centrali per la riflessione del filosofo: l'immagine, il gioco linguistico, il linguaggio privato. Per ognuna di queste nozioni viene proposta una lettura teoricamente avvertita che tiene conto dell'attuale dibattito tra letture resolute e letture ""sostanziali"""". Vengono, così, ribaltate alcune tesi tradizionalmente attribuite a Wittgenstein in merito alla possibilità di confrontare direttamente immagini e fatti. Un intermezzo dedicato alla logica come linguaggio perfetto mette in dialogo la posizione di Wittgenstein con le attuali teorie sulla complessità computazionale."" -
La vita delle idee. Il problema dell'astrazione nella teoria della conoscenza
Quando la professoressa di matematica dimostra alla lavagna che la somma degli angoli interni di un triangolo è di 180° lo fa utilizzando un esemplare di triangolo che spesso altro non è che un oggetto materiale, abbastanza imperfetto, disegnato su qualche supporto. Dal triangolo particolare noi possiamo astrarre l’idea generale di triangolo e lavorare su di esso come se rappresentasse tutti i triangoli esistenti. Tra il concetto che desumiamo dall’esperienza percettiva e l’oggetto empirico individuale di questa esperienza si instaura una relazione categoriale di condivisione di proprietà definitorie. Così quello che dimostro sull’oggetto vale per tutti gli altri esemplari che rientrano nell’ idea ricavata da quell’oggetto. Se però nella dimostrazione utilizziamo un triangolo equilatero e operando su questo oggetto particolare concludiamo che tutti i triangoli hanno gli angoli interni uguali a 60°, allora qualcosa non è andato per il verso giusto. E, se potessero, i triangoli scaleni e isosceli si scatenerebbero subito contro i privilegi del loro cugino prossimo e si ergerebbero contro la dimostrazione, come accade in un icastico esempio di Hume. Sin dai banchi di scuola abbiamo avuto a che fare con il problema della generalità che è strettamente connesso al problema dell’astrazione. La maestra di matematica forse era arcigna e scostante, ma alla sua scienza dobbiamo se non ci siamo imbattuti nelle spinose conseguenze di un uso scorretto delle idee generali astratte. Non a caso la filosofia è impegnata a discutere la questione, a trovare una giustificazione all’uso di questi concetti e a spiegare come è possibile produrre idee generali a partire dalla percezione di oggetti singolari (problema dell’astrazione) e come è possibile che l’idea di un oggetto singolare possa rappresentare molti altri oggetti similari (problema della generalità). Mettendo in dialogo la gnoseologia filosofica e la psicologia cognitiva questo saggio speculativo e teoretico mostra come la conoscenza non consista solo in una via ascendente che parte dal sensibile, spoglia gli oggetti delle loro caratteristiche individuanti e termina la sua attività generando idee rarefatte e indeterminate. La conoscenza è frutto di un continuo scambio tra concreto e astratto, particolare e generale, empirico e intellegibile. È questa la vita delle idee. -
Archivio cinema arte
Ogni pratica artistica agisce entro l'""archivio"""". Molte agiscono anche su di esso, piuttosto che intorno ad esso, attraverso interventi che dischiudono diversi livelli di possibilità politiche ed estetiche. Interventi che, pur nelle loro differenze (non unificabili e non sovrapponibili), vanno a formare un reticolo teorico in espansione, che qui sarà percorso rispetto agli snodi in cui sembra insistere, nel campo stesso dei discorsi sull'""""archivio"""", un certo pensiero del tempo e della storia. Tra cinema e arte si tratterà di mettere a fuoco, per """"frammenti, regioni e livelli"""", la dimensione dell'""""archivio"""" alla luce della definizione di Michel Foucault, riferendola al deposito memoriale, alla catalogazione del """"già detto"""" e delle sue tracce in rapporto alle interrogazioni su di essa portate, in differenti modi, dal fare artistico. Tali interrogazioni attengono alla storia e al tempo, alla memoria, all'oblio.""