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Follia e disciplina. Lo spettacolo dell'isteria
L'isteria è scomparsa dai prontuari medici e dalle corsie degli ospedali, dove era in voga tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo. Viceversa, i palcoscenici del teatro e della danza, già a partire dai primi del Novecento, accolgono sempre più spesso una gestualità dirompente, patologica, virulenta. In questo saggio, l'autore analizza il fenomeno incrociando la storia dello spettacolo con le scienze sociali e la storia del costume. Dalle avanguardie teatrali al Tanztheater fino alle più recenti espressioni della danza e del teatro contemporaneo, la performance isterica riemerge costantemente nel lavoro di molti registi e coreografi, che hanno cercato di disciplinare la follia sulla scena: da Pina Bausch a Sasha Waltz, da Romeo Castellucci a Pippo Delbono ed Emma Dante, fino a Jan Fabre e Alain Platel, ai quali è dedicata un'ampia appendice. -
Daniel N. Stern. Sviluppo e struttura dell'esperienza umana in una prospettiva intersoggettiva
In quanti e quali modi percepiamo noi stessi e gli altri? Come è strutturata la nostra esperienza soggettiva e come si sviluppa nel corso della nostra vita? Come è possibile produrre un cambiamento nell'altro attraverso la relazione interpersonale? Nel tentativo di affrontare queste vertiginose questioni, proponiamo una riflessione sull'autorevole e innovativo contributo di Daniel N. Stern che ci condurrà attraverso l'esplorazione dei molteplici territori sui quali avviene l'incontro con il Sé e con l'altro. A due anni dalla sua morte è doveroso celebrare uno dei più grandi protagonisti della psicologia del nostro tempo che, in modo ingiusto, è stato spesso esclusivamente associato ai suoi studi sullo sviluppo del bambino, trascurando una visione d'insieme della sua opera che rivela un interesse di più ampio respiro grazie al quale egli si è spinto a indagare l'esperienza umana in quanto tale. Alcuni dei capisaldi della sua teoria come il concetto di senso del Sé, l'idea di una stratificazione dell'esperienza, il raffinato intreccio tra implicito ed esplicito, la separazione tra forma e contenuto dell'esperienza e il tema dell'intersoggettività sono coerenti con le nuove scoperte neuroscientifiche e con i dati forniti dalla psicologia dello sviluppo e affondano le proprie radici in un retroterra filosofico di stampo fenomenologico. Emerge una teoria sterniana dell'esperienza che, oltre a essere di grande interesse per la psicologia e la filosofia contemporanee... -
Estetica del potere. Figure dell'ordine e del disordine
Le figure dell'autorità, del dominio e del comando sono segni di un Potere che, per esercitare la sua influenza, deve, da sempre, rappresentarsi visivamente. I segni di questa visibilità appartengono alla sfera dell'ordine, contro cui, ma, più spesso, assieme a cui, si manifesta la dimensione del disordine. Il saggio riesamina criticamente, a partire dall'osservazione di una vasta documentazione iconografica, la relazione ambigua tra il consenso e la ribellione al potere, due categorie concettuali che appartengono all'universo del mito, della religione e della politica, per comprendere come tale rapporto abbia oggi acquistato inedite connotazioni a causa dell'utilizzazione di particolari strategie persuasive. -
Penne e pellicole. Gli animali, la letteratura e il cinema
"L'Umano"""" si è sempre definito come differenza da """"l'Animale"""" e, in questa differenza, gli animali, quelli realmente esistenti, sono stati persi di vista per essere trasformati in merce, forza lavoro, divertimento e spettacolo. Anche la recente proliferazione degli animali in ogni produzione dell'immaginario umano (dai saggi ai romanzi, dalla pubblicità ai fumetti, dal cinema all'arte figurativa) non sembra tanto essere il segno di una ripresa di interesse verso di loro, quanto piuttosto un'operazione di ulteriore occultamento per moltiplicazione della """"questione animale"""" e delle conseguenze morali e politiche che richiederebbero una radicale modificazione dei rapporti di forza che regolano la nostra società. Senza questa consapevolezza, che ci riporta a terra tra gli animali, poco cambia che si parli sugli animali, degli animali o per gli animali. Rimaniamo comunque presi in un'immensa scenografia pornografica dove uno sguardo, che continua a concupire la carne, arresta i corpi animali in posture preconfezionate, trasformandoli in oggetti pronti per essere venduti - in libreria, al cinematografo o in macelleria. Questo libro, tenendo dritta la barra in direzione della liberazione animale e non dimenticandosi che gli umani altro non sono che altri animali, cerca di smarcarsi da questa prospettiva, da questo mangiare con lo sguardo. Frutto del lavoro degli ultimi anni, il volume è una raccolta di saggi che hanno inseguito animali in carne..." -
Cinema senza fine. Un viaggio cinefilo attraverso 25 film
Il cinema è morto? Funerale rimandato a data da destinarsi.""Che cosa è il cinema?"""", continua ad essere una domanda inevasa, e per quanto ancora molti cerchino la risposta con la lanterna magica, a nessuno interessa più una sua definizione. La sua originalità ne permette reviviscenza e sviluppi, la sua immortalità gli consente di uscire dalla tomba in cui era stato sepolto, vivo. E se esiste - anzi si rilancia - una nuova cinefilia è perché vediamo film ovunque, in tv, su satellite, su web, su tablet, su smartphone, su schermi urbani, in aereo, in treno, in nave, e non per questo ne perdiamo l'aura. Una metamorfosi perfetta e soprattutto spontanea. Il cinema si è riprogrammato da solo e ha generato una cultura che gli cresce intorno, sempre imprevedibile. Attraverso questi 25 film, tra i più rappresentativi (e spesso misconosciuti) capolavori del contemporaneo, scopriamo come il cinema pensa a se stesso e al mondo. Postfazione di Enrico Ghezzi."" -
Memorie traumatiche. EMDR e strategie avanzate in psicoterapia e psicotraumatologia
La letteratura contemporanea più avanzata pone al centro dell'interesse psicoterapeutico il ruolo svolto dalle cosiddette ""memorie somatiche"""" nella genesi e del mantenimento di ampia parte della psicopatologia, non solo di tipo post-traumatico. Oltre a ciò, è sempre più evidente la necessità di ricorrere (anche) ad approcci psicoterapeutici che utilizzino il linguaggio per andare al di là di esso, e accedere - dietro e dentro alle parole - al vasto e complessivamente indicibile regno delle emozioni e soprattutto delle sensazioni fisiche e viscerali, impermeabili al linguaggio, alla costruzione di significati e alla razionalità, e potenzialmente immortali. L'EMDR è certamente uno tra gli approcci maggiormente consolidati e verificati in sede di ricerca evidence-based per il trattamento del PTSD, ma la fenomenologia caleidoscopica dei disturbi post-traumatici e connessi alla storia di attaccamento richiede necessariamente uno sguardo clinico ampio e sofisticato, nonché l'adattamento delle procedure standard che hanno consentito una così ampia diffusione dell'EMDR. Può dunque rivelarsi utile, se non indispensabile, modificare le procedure standard dell'EMDR, integrarle, alternarle o sostituirle con altri approcci che """"dialogano"""" con il corpo del paziente, adattando cioè il procedere clinico alle esigenze del paziente, e non a quelle (talvolta scolastiche) del terapeuta. Prefazione di Alessandro Vassalli, nota introduttiva di Roger M. Solomn."" -
La filosofia futura (2014). Vol. 2: Libertà, azione, tecnica.
In questo numero contributi di: Francesco Berto, Massimiliano Cabella, Adalberto Coltelluccio, Nicoletta Cusano, Umberto Galimberti, Federico Perelda, Francesco Totaro. -
I grandi problemi dell'estetica teatrale
"Il testo affronta in maniera sistematica i diversi tipi di teatro (classico, radiofonico, di marionette...) e le sue diverse componenti (testo, scena, attori, personaggi, azione...). Considera quest'arte nella sua organicità, ponendo particolare attenzione al tema della messa in scena e alle diverse concezioni del tempo che essa implica. Sono menzionate tutte le principali teorie del teatro, e le grandi controversie tipiche sono riprese e discusse. L'intento di Souriau è sempre quello di distinguere tra le questioni filosofiche che il teatro solleva, e quelle più genericamente culturali, psicologiche, spettacolari. Trattandosi di lezioni rivolte a un pubblico di studenti universitari, l'andamento della discussione è molto preciso, piano, ricco di esempi. Manca di un apparato di note, indispensabili, al quale provvederò come curatore.""""" -
La filosofia di Carlo Sini. Semiotica, ermeneutica e pensiero delle pratiche
Il pensiero di Sini diviene miccia, esplosivo e, insieme, apertura di una fenditura che permette di vedere in modo più perspicuo le stanze del pensiero contemporaneo. Tout se tient, secondo l'autore, nella riflessione del maestro: la partenza fenomenologica e l'approdo al tema del segno, l'analisi del circolo ermeneutico heideggeriano e la sua assimilazione alla semiosi infinita peirceana, l'individuazione di un'interna differenza tra relazione segnica e relazione simbolica, e il conseguimento della fondamentale distinzione evento-significato. Infine, il prodursi del pensiero delle pratiche e del tema del transito della verità. Ogni aspetto illumina l'altro, in un rinvio continuo che moltiplica esponenzialmente le occasioni di indagine, piuttosto che produrre smarrimento nel lettore. Nulla appare 'sorpassato', pur nello scorrere degli anni, eppure l'approdo finale rimescola completamente le carte che erano state distribuite all'origine. Cristiano riesce così mirabilmente a tenere insieme l'alfa e l'omega della produzione di Sini, mostrando con grande lucidità come l'attenzione al segno, al mondo dei simboli, delle interpretazioni e delle pratiche sia da leggersi produttivamente solo come una freccia, un indizio: verso una filosofia da vivere come un impegno etico, un abito comportamentale, un piano immanente di esperienza viva. Potremmo dire e cito le stesse parole finali dell'autore - come un'azione politica. -
Una teoria negativa della giustizia. Per un'etica del conflitto controi mali comuni
La tradizione filosofica occidentale identifica di norma l'ingiustizia con l'assenza di quelle proprietà ideali che definiscono una società come perfettamente giusta. Ma cosa impedisce di pensare all'ingiustizia in altri termini rispetto alla pura e semplice assenza di giustizia? Muovendo da questo interrogativo, il libro sviluppa un'originale prospettiva teorica per affrontare alcune delle questioni più urgenti che assillano le società contemporanee. Il baricentro dell'analisi si sposta infatti sulle asimmetrie di potere che offendono la dignità di milioni di esseri umani su scala globale. Sui mali comuni della crudeltà fisica, dell'umiliazione simbolica, del dominio culturale, economico e politico. È la negazione pratica di queste ingiustizie a definire l'idea di giustizia, rappresentando così la migliore premessa teorica per la costruzione conflittuale di una società più giusta. Prefazione di Pier Paolo Portinaro. -
Il mito della perfezione. Fragilità e bellezza nei disturbi del comportamento alimentare
Il cibo è vita, e l'atto di nutrirsi è carico di significati affettivi profondi. Elena Riva racconta il rifiuto del cibo in alcune donne celebri: da Santa Caterina da Siena a Simone Weil, da Maria Callas a Lady Diana, astenersi dai piaceri del palato è un modo per esprimere non solo un disagio emotivo, ma anche una ricerca di pienezza che non riguarda il corpo, ma la mente e i valori. Un'aspirazione alla perfezione etica che può diventare malattia. -
Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino
Rivolgendosi al ""cuore che non trema della ben recintata verità"""", Parmenide afferma l'eternità dell'essere. Portandosi oltre Parmenide, il filosofo Emanuele Severino sostiene che ad essere eterno è ogni essente, quale che sia la modalità del suo """"essere"""", e chiama """"struttura originaria"""" la dimensione del sapere che attesta questa eternità in modo incontrovertibile. Il presente volume intende anzitutto riflettere sulle implicazioni della proposta di Severino, anche attraverso l'esposizione e l'esame di alcune delle principali critiche mosse alla tesi dell'eternità dell'ente. A partire dal dialogo di metafisica tra Gustavo Bontadini, Severino e i loro allievi, il testo offre poi uno spaccato del fermento teoretico sollevato da questi grandi maestri del pensiero con i quali si sono confrontati, per la determinazione del senso della verità, filosofi e teologi di diversa provenienza."" -
Estetica e differenza in Wittgenstein. Studi per un'estetica wittgensteiniana
Il libro ripercorre alcune tappe del pensiero di Wittgenstein per svelare la possibilità di un'estetica come riflessione sulle condizioni di senso dell'esperienza. La ricerca si concentra sul complesso rapporto tra l'unità dell'esperienza e la molteplicità dei fenomeni, cogliendo nella differenza tra senso e non-senso il 'luogo' in cui si istituisce la domanda sull'opera d'arte e sul suo apparire non solo visivo, ma anche uditivo. Proprio l'apparenza sembra diventare l'oggetto di una comprensione estetica che non rinuncia a mostrare il dovere del senso, in un piano su cui l'estetica incontra l'etica. -
Narrazione e cura
Il presente volume nasce dagli studi, dagli interessi di ricerca, dagli interventi di formazione, ecc., e soprattutto, dalla riflessione condivisa e dal confronto di un gruppo di docenti, ricercatori, professionisti della cura e formatori che da anni operano nell'ambito educativo, della cura e medico-sanitario, con uno sguardo attento alle dimensioni narrative, autoriflessive e autobiografiche, secondo un orientamento umanistico alla cura, qui restituita nella complessità e profondità esistenziale che la riguarda, dentro anche la più ampia cornice delle Medical Humanities. Molti sono i punti di attenzione e gli interrogativi che il testo solleva tramite i quali interpellare criticamente il pensare e l'agire della cura, nei vari contesti considerati, in particolare, quello medico-sanitario, avendo sempre la preoccupazione di rimettere al centro e di ritematizzare la nozione di narrazione e di narratività. Di qui, la fondazione del Gruppo di Ricerca Inter-ateneo IRAKLIA sulle pratiche narrative e di cura nei contesti medico-sanitari, presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, di cui gli autori di questo testo fanno parte. -
Atelier d'artista. Gli spazi di creazione dell'arte dall'età moderna al presente
Spazio di vita e di creazione, l'atelier è da sempre figura cruciale all'interno del sistema dell'arte. Che sia bottega o factory, alcova o letterario salotto, immacolato ufficio o caotica officina di immagini e fallimenti, mansarda, piazza o scrivania, lo studio dell'artista rappresenta un oggetto di riflessione complesso, una sfida e una promessa per chi pensa la storia dell'arte come un'interrogazione non soltanto dell'opera e della sua tradizione ma anche delle relazioni plurali che ne hanno di volta in volta orientato la produzione. I saggi raccolti in questo volume, frutto di un seminario promosso dal Laboratorio Archivio di Storia dell'Arte dell'Università di Salerno, affrontano secondo metodi e angolazioni plurali l'analisi dell'atelier e dei suoi significati, disegnando lungo un ampio arco cronologico - dal XVI secolo al presente - un inedito percorso critico, un'indagine puntuale su un luogo, fisico e simbolico, al confine fra il pubblico e il privato. -
L' invincibile estate. Albert Camus
Fatta dall’uomo, la storia si mostra con il volto dell’ineluttabile. Novella Edipo, la civiltà contemporanea accetta la sfida e si rivolta contro il destino. Invincibile ritorna l’estate che, da sempre, ridiscende nel cuore dell’uomo. -
Culture del lavoro e dello svago in Lombardia
Questo libro nasce dalla collaborazione tra le aree di ricerca antropologica ed etnomusicologica della Facoltà di Studi Umanistici dell'Università di Milano e l'Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS) della Regione Lombardia, nell'ambito della realizzazione del Registro delle Eredità Immateriali della Lombardia (REIL). I saggi qui raccolti sono il frutto delle riflessioni scaturite a partire dai materiali di ricerca etnografica e si condensano intorno a due temi specifici, distinti e allo stesso tempo profondamente interrelati: le culture del lavoro e le culture dello svago. Nel dettaglio, dopo un'introduzione rivolta a offrire un inquadramento antropologico di questi due macro-temi, il volume è strutturato in tre sezioni: la prima sezione riguarda le trasformazioni del lavoro agricolo con un'attenzione alle identità professionali, alla diversificazione delle strategie produttive, dei canali di vendita, di gestione della terra e delle acque, e delle pratiche tradizionali. La seconda sezione è dedicata al tema dello svago attraverso contributi che fanno emergere soprattutto i cambiamenti nella vita culturale delle feste, della danza, delle pratiche applicate e delle memorie audiovisive degli operai delle grandi fabbriche di Sesto San Giovanni. Infine, l'ultima sezione accoglie due contributi relativi al lavoro di archiviazione dei materiali raccolti, alla loro classificazione e valorizzazione nell'ambito della candidatura UNESCO. -
L' inquietudine dell'esistenza. Le radici luterane dell'ontologia della vita di Martin Heidegger
Nei corsi friburghesi degli anni Venti la lettura heideggeriana non solo degli autori cristiani (Paolo e Agostino), ma anche del ""pagano"""" Aristotele, subisce la decisiva influenza - spesso ignorata o misconosciuta - del giovane Lutero, colui che mette in atto una destructio radicale del """"vecchio Adamo"""", l'uomo del peccato, in vista della sua rinascita, nonché della theologia gloriae, la teologia scolastica, in vista di una theologia crucis, l'esperienza storica di un Dio che si fa uomo e muore crocifisso. In modo analogo Heidegger decostruisce la filosofia speculativa della vita ed elabora una comprensione della vita fattizia, storico-concreta, realizzabile solo attraverso la metánoia dell'esistenza. Nel solco dell'interpretazione luterana, Heidegger ricava dalle Lettere paoline, dalle Confessioni agostiniane e dagli scritti aristotelici le categorie proto-cristiane e proto-fenomenologiche, che indicano formalmente come la vita si attua, lacerata tra possibilità opposte di cui quella più propria, da assumere o fuggire, è la morte -, che la rendono massimamente in-quieta. Tali categorie rappresentano il laboratorio da cui sorgerà l'analitica esistenziale di Essere e tempo, l'analitica di un Dasein finito, gettato-nel-mondo, che non è una """"sostanza"""" fissa e immobile, ma, in quanto apertura al possibile, un a-venire."" -
Un' escursione nella terra dei Ranqueles
Nel 1870 un colonnello dell'esercito argentino di stanza presso la frontiera sud del paese decide di incontrare personalmente il capo della popolazione indigena con cui ha appena stipulato un trattato di pace. Per farlo deve addentrarsi in territori quasi sconosciuti, in una pacifica escursione militare destinata a trasformarsi in un viaggio di conoscenza, che lo condurrà a demolire l'antinomia tra civiltà e barbarie e, al contempo, a sovvertire le convenzioni della sua rappresentazione letteraria. Il risultato è uno dei libri più importanti, corrosivi e rivelatori, sull'altra frontiera americana, quella dell'estremo sud del continente, i cui limiti sfumano nelle fredde regioni incognite della Patagonia. La voce di Mansilla non è soltanto l'ultima testimonianza di una civiltà indigena destinata a scomparire, poco più tardi, in quella che verrà denominata la ""Conquista del Deserto"""", ma si configura come una monumentale e anticipatoria sintesi di tutte le contraddizioni della modernità latinoamericana."" -
L' eco delle immagini e il dominio della forma. Ernst e Friedrich Georg Jünger e la «visual culture»
Il volume si concentra sul rapporto di Ernst e Friedrich Georg Jünger con la visualità, offrendone una ricognizione articolata e sfaccettata nelle sue molteplici direttrici interpretative, ma sempre legata all'istanza filosofica che sta alla base del rapporto tra parola e immagine. Oggetto di questi saggi - a loro volta il prodotto di un seminario tenutosi il 13 aprile 2012 presso l'Università degli Studi di Roma Tre - è la ricerca di possibili risposte all'interrogativo circa l'esistenza di una vera e propria visual culture all'interno della produzione letteraria e filosofica dei due fratelli Jünger. Il tema delle immagini appare, infatti, centrale in Ernst Jünger (ma anche nel fratello Friedrich Georg e nella sua percezione del mito), sia nella sua declinazione più latamente concettuale e soggettiva (il tema dell'osservatore, la centralità dello sguardo e della visione e, a livello quasi metodologico, il concetto di ""sguardo stereoscopico"""" - solo per citare alcuni dei temi e motivi che affiorano nella sua opera), che nella sua articolazione più strettamente iconografica o storico-artistica.""