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La generazione di Gesù Cristo nel Vangelo secondo Matteo. Vol. 7: La consegna del figlio dell'Adamo.
L'argomento è l'ultimo di questa generazione. Lo chiamo senza esitazione paravdosi? ""consegna"""", """"trasmissione"""" del Figlio dell'adamo, a differenza, davvero incomprensibile, da come lo hanno chiamato per secoli molti fratelli, e cioè """"Passione e Risurrezione"""" di Gesù. Da quale esegesi gli è stato dato questo titolo e come si è andato affermando? La risposta può venire soltanto da una semplice considerazione: il titolo """"Passione e Risurrezione"""" è facile e riscalda il cuore dei piccoli, mentre """"consegna"""", pur avendolo già usato a indicare brevissimamente l'ultima """"ora"""" di Giovanni il battezzatore, condizione perché apparisse Gesù, è difficile per i piccoli; dice impegno di vita, mentre l'altro commuove."" -
Rappresentazione e realtà. Psicologia fenomenologica dell'immaginario e degli atti rappresentativi
I limiti di ciò che possiamo immaginare sono anche limiti del nostro mondo? Ciò che è rappresentabile definisce l'ambito di ciò che è possibile? E, se sì: in che senso? Questi sono gli interrogativi di fondo che supportano e motivano la scrittura di questo libro. Il percorso che conduce dalle domande alle tesi conclusive passa attraverso tre principali nuclei argomentativi. Il primo nucleo concerne il rapporto tra immaginazione e percezione. Si tratta qui di capire in che misura la sfera dell'immaginario sia in grado di ricreare, ed anticipare, la sfera della realtà sensibile. In seconda istanza viene esaminata la transizione tra immaginario di tipo sensibile e rappresentazione concettuale. Questo punto viene affrontato attraverso un'analisi della genesi e delle potenzialità della significazione linguistica. Il terzo nucleo argomentativo riguarda il rapporto tra gli apriori della rappresentazione (ciò che è rappresentativamente necessario o rappresentativamente impossibile) e la sfera dei possibili (ontologici, epistemici e metafisici). Queste analisi confluiscono nell'illustrare le condizioni per una rappresentazione dotata di senso, e nel chiarificare il senso dell'attività rappresentativa in quanto tale. Su questa base si profilano le conclusioni del lavoro, che ridefiniscono il rapporto tra rappresentazione, realtà e verità. Tale ridefinizione porta a rivendicare un senso ed una funzione essenzialmente differenti per l'uso scientifico delle rappresentazioni rispetto all'uso filosofico delle medesime. -
Fra diagnosi e peccato. La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione
Questo testo propone un approfondimento del legame fra la disciplina psichiatrica e gli ambiti religiosi. Emerge una pianificata incoerenza fra gli intenti dichiarati e una prassi, sia storica che attuale, legittimata nell'amministrare un'esclusione sociale edificata sul controllo e sul profitto. Attraverso il labile concetto di ""norma comportamentale"""" viene sancita ogni devianza, declinandola sui peccati e sulle diagnosi. Fra senso di colpa, paura, emarginazione, conformismo, paradossi filosofici, punizioni e sofferenza si collocano le esperienze eccezionali di chi ha saputo resistere, di chi non ha accettato l'annientamento della propria libertà. La volontà di ricostruire una memoria cancellata dai timbri maschili darà voce a un coro femminile che ridipingerà contesti storici e pensieri scomodi. Se l'umanità non temesse l'imprevedibilità, potrebbe non delegare le soluzioni a elaborazioni totalitarie. L'analisi è completata da un'intervista a un esorcista e dalle conversazioni con il medico Giorgio Antonucci e con l'antropologa Michela Zucca."" -
Victorien Sardou. Polifonie della rappresentazione. Ediz. multilingue
"Io non ho cambiato mestiere, ho cambiato ruolo, ecco tutto"""", così Sardou descrive la sua Teodora, divenuta imperatrice di Bisanzio dopo essere stata una cortigiana e una famosa attrice di spettacoli licenziosi. Opera del 1884, la """"Théodora"""" di Victorien Sardou si presenta immediatamente agli spettatori dell'epoca come un'opera ricca, quasi maestosa. La ricchezza si riscontra nella scenografia, nella recitazione, ma anche nella sua ricezione e nella sua diffusione. La """"Théodora"""" può essere, quindi, considerata come una via privilegiata d'accesso non soltanto alla produzione di Sardou ma anche a quel contesto, particolarmente vivo, che è il mondo teatrale francese della seconda metà del XIX secolo. L'intento del presente volume è allora quello di riflettere la ricchezza che contraddistingue quest'opera teatrale e raccogliere differenti letture che si collocano non soltanto nella storia del teatro o nell'ambito dell'estetica, ma anche nella storia del cinema e dell'arte, negli studi di genere e nella storia dei media. Nel testo saggi, in italiano e in francese, di: Maddalena Mazzocut-Mis, Maria Ida Biggi, Isabelle Moindrot, Olivier Bara, Raffaele De Berti, Elisabetta Gagetti, Carla Castelli, Gemma Beretta, Claudio Toscani, Mariagabriella Cambiaghi, Aline Marchadier, Guy Ducrey." -
In cinquecento parole. La storia del mondo, la filosofia, l'igiene. Testo spagnolo a fronte
Per i saggi in cinquecento parole di Eugenio d'Ors risulta sempre inadeguata qualsiasi definizione: impossibile parlare di vere e proprie trattazioni, ma al tempo stesso non possono nemmeno essere considerati una collezione di aforismi. Assomigliano molto a dei sistemi in miniatura, se si passa l'espressione, sembrano dei bonsai del pensiero, dove intuizioni di genio attraversano e Illuminano come folgori l'intera storia della civiltà e dello spirito. In queste brevissime opere, interamente pervase da una sottilissima ironia, la ricerca della sintesi si fa estrema, una sfida alle stesse capacità umane, per spingerle massimamente verso il loro ""limite superiore"""", verso la dimensione sopracoscienziale, verso l'""""Angelo"""". Le sinossi in cinquecento parole di d'Ors si possono leggere forse proprio come l'eroico tentativo di far parlare l'""""Angelo"""", quella """"sopra-coscienza"""" che con maggior economia di parole è in grado di raccogliere nei suoi concetti e nelle sue espressioni una visione più vasta di quella raggiungibile dalla semplice umana coscienza. Il fine di questo sforzo sovrumano ha poi un rilievo eminentemente pratico: l'invito costante a coniugare l'intelligenza"""" e il """"servizio"""", l'intelligenza e la diakonia. Gli scritti costituiscono una naturale introduzione al pensiero di uno dei filosofi più originali nel panorama spagnolo del primo Novecento."" -
Reportage dal silenzio. L'India, lo yoga, i guru e altre cose che ci sfuggono
Piuttosto che scrivere e parlare del silenzio sarebbe meglio praticarlo, quindi tacere. Si potrebbe poi evitare l'India, e tutto il caos che comporta. Tuttavia qualche parola la si può anche spendere per elogiarne l'assenza, e per descrivere come nella tradizione dello yoga si sia conservata la memoria di una serie di pratiche psicofisiche che sono in relazione con gli effetti positivi di una rinuncia che oggi appare curiosa, anacronistica. Così l'idea di questo libro nasce quando il maestro indiano Swami Veda Bharati comunica la decisione di voler entrare in un periodo di silenzio di cinque anni accompagnato dal silenzio praticato collettivamente per nove giorni da quattrocentocinquanta persone. Alla descrizione di questo evento centrale si affiancano notazioni sull'India e i suoi guru carismatici, sullo yoga e i suoi fasti originari (e sulle confusioni odierne che circondano questa disciplina in Occidente). Un immenso paese visto da vicino e raccontato con uno stile a metà fra cronaca e racconto, un luogo esotico sulla carta geografica che somiglia più a uno spazio immutabile dell'anima, e che non sempre è facile riconoscere e comprendere. -
L' idolo. Teoria di una tentazione. Dalla Bibbia a Lacan
Il giudizio sulla figura dell'idolo e sulla pratica dell'idolatria è unanime e costante: si tratta, sempre e per tutti, di qualcosa di negativo, di pericoloso, di una realtà con la quale è bene non avere nulla a che fare. La parola d'ordine è dunque sempre la stessa: gli idoli devono essere distrutti. Eppure gli uomini, della nostra come di ogni altra epoca, siano essi credenti o non credenti, ricchi o poveri, colti o ignoranti, non smettono un istante di fabbricarli e adorarli. Come spiegare l'universalità di tale legge? Perché ""il bisogno di comunione nell'adorazione è il più grande tormento di ogni uomo singolo, come dell'intera umanità, fin dal principio dei secoli"""" (F. Dostoevskij)? Perché """"vi sono nel mondo più idoli che realtà"""" (F. Nietzsche)? Il volume cerca di rispondere a queste domande elaborando una teoria che pone la figura dell'idolo e la pratica dell'idolatria non in relazione con una determinata scelta del soggetto, ma più essenzialmente con il suo stesso modo d'essere. Nell'ultima parte dello studio si propone un'originale interpretazione della società dei consumi la cui natura più profonda viene individuata nell'essere ultimamente """"una comoda idolatria per le masse a basso costo"""". Una stimolante opera filosofica alimentata dal costante e fecondo dialogo con la psicoanalisi, l'esegesi biblica e la letteratura."" -
La democrazia diretta vista da vicino
Il sistema politico svizzero fa parlare di sé l'Europa intera, per esempio quando i cittadini impongono di rinegoziare gli accordi di libera circolazione, oppure quando abrogano la decisione di acquistare 22 aeroplani da caccia. La democrazia diretta moderna, di tipo svizzero, affianca e non sostituisce la democrazia rappresentativa. Essa abolisce il monopolio del potere legislativo e questo contribuisce a creare un dialogo tra rappresentanti e cittadini e a tenere sana ed effettivamente ""rappresentativa"""" la democrazia. In questo piccolo paese, pieno di montagne, l'unica risorsa naturale estraibile dal sottosuolo è l'acqua. Negli indici sulla competitività industriale svetta però al primo posto nel mondo. Ho scoperto che, nei secoli, si è sedimentato qui un ricchissimo """"giacimento di democrazia""""."" -
Scenari. Quadrimestrale di approfondimento culturale (2015). Vol. 1
Nell'editoriale che inaugurava, quattro mesi or sono, la versione on line della rivista ""Scenari"""", si faceva già menzione dell'edizione cartacea che, con cadenza quadrimestrale, raccoglie gli interventi più significativi dei redattori e degli autori che hanno voluto inviarci il loro materiale. È stata data la possibilità ai collaboratori di sfruttare uno spazio più ampio per le loro riflessioni, e infatti il presente numero riporta alcuni interventi già presenti sul sito, rivisti e corretti, e anche molti pezzi nuovi, nei quali gli autori fanno il punto sui dibattiti nei quali sono stati coinvolti. La versione cartacea dunque si presenta come una sorta di archivio dei temi più importanti dei quattro mesi precedenti, ai quali viene offerto l'andamento più disteso che inevitabilmente possiede un testo pensato per la lettura sua carta piuttosto che in formato elettronico. Ovviamente la scommessa rimane quella di considerare il mondo dei dibattiti on line e quello delle riflessioni di taglio saggistico in continuità, e non in sdegnosa contrapposizione. Continuità tuttavia non significa nemmeno identità, dato che ci è ben chiaro che le due forme di lettura richiedono diversi tempi di fruizione e modi di interazione con gli autori. Quello che rivendichiamo come comune, invece, è la spinta alla riflessione sul presente, che rimane ancora una sfida nella quale la tecnologia deve restare lo strumento, e non l'arbitro del pensare."" -
L' interrogazione del simbolo
Il problema del simbolo e la riflessione su di esso che fin dall'antichità occupano, nutrono e interrogano il pensiero hanno conosciuto nella modernità significativi sviluppi e nuove modulazioni che innervano anche la ricerca contemporanea. Se di primo acchito il simbolo viene collegato all'area, da un lato, dell'estetica e, dall'altro, del religioso o, più precisamente, del sacro, in realtà esso è sia fungente sia tematizzato in molti altri ambiti: oltre a quello filosofico in tutte le sue declinazioni, vanno menzionati quello politico, sociologico, giuridico, antropologico-culturale, paleoantropologico, psicosociale e psicoanalitico, pedagogico, religionistico, teologico, matematico, delle scienze cognitive, delle neuroscienze, dell'architettura e dell'urbanistica, delle scienze visuali. Senza pretesa di esaustività, il presente volume offre una trattazione del tema in alcuni dei principali pensatori moderno-contemporanei che se ne sono occupati e in alcune delle più significative prospettive in cui va considerato, nell'intento di contribuire a far comunicare tra loro ambiti che spesso si ignorano, mentre la comprensione integrale del simbolico esige l'interlocuzione tra i diversi vertici di considerazione della questione, in una prospettiva che, da multidisciplinare, diventi transdisciplinare. -
Italo-Berliner. Gli italiani che cambiano la capitale tedesca
Il fenomeno della presenza italiana a Berlino è da tempo sotto i riflettori dei mass media. Sul tema sono usciti articoli di giornale, instantbook, servizi tv, segnati spesso da semplificazioni e mitizzazioni. Il volume ""Italo-Berliner"""", curato da Elettra de Salvo, Laura Priori e Gherardo Ugolini, si propone come obiettivo una radiografia approfondita della comunità italiana residente a Berlino, analizzandone lo spessore storico, le dinamiche evolutive, le tipologie sociali, le motivazioni personali e i percorsi collettivi e individuali. Attraverso saggi di esperti, interviste con italo-berlinesi """"vecchi"""" e """"nuovi"""" e una galleria d'immagini che documenta le tracce d'italianità sparse per la metropoli, il libro illustra il contributo che gli italiani hanno dato e danno al cambiamento della capitale tedesca."" -
Religione e religiosità. Germanicità, ebraismo, mistica nell'opera predialogica di Martin Buber
Solcando il mare aperto dell'Europa all'alba del Ventesimo secolo, il giovane Martin Buber (1878-1965) ha sopra di sé diverse costellazioni, offerte tanto dal filosofare di Nietzsche, Dilthey e Simmel, quanto dalla letteratura della Jung Wien, quanto ancora da un ebraismo personale e sotterraneo, oscillante tra sionismo culturale e chassidismo. L'antitesi tra religione e religiosità offre a lui - come a noi - il sestante con il quale orientarsi in una così ardua navigazione. Forte di ciò, Buber veleggia in direzione dei lidi, talora ascosi, della mistica, approdando a Cusano e a Böhme, a Laozi e al Baal Schem. La pluralità delle vie, da lui attraversate in questa stagione della sua vita e del suo pensiero, è fedelmente ripercorsa nella presente monografia, in cui il giovane Buber assurge a paradigmatico testimone della simbiosi ebraico-tedesca d'inizio Novecento e della sua irripetibile Stimmung. -
La dialettica e i suoi riformatori. Spaventa, Croce, Gentile a confronto con Hegel
Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento, il sistema hegeliano entra in crisi a causa degli attacchi che le maggiori correnti filosofiche dell’epoca gli rivolgono in nome del finito, del concreto, dell’individuale, della temporalità e del sensibile. In particolare, le Ricerche Logiche (1840) di Trendelenburg, che riscuotono una straordinaria fortuna, mettono radicalmente in discussione il pensiero di Hegel, costringendo anche la scuola hegeliana a prendere posizione e a correggere l’impianto del maestro per salvarlo dal naufragio. A partire dalle prime riforme del sistema compiute da Karl Werder (1841) e Kuno Fischer (1852), incentrate su una rilettura del classico tema del cominciamento logico, la dialettica hegeliana si trova al centro di un animato dibattito che, in Italia, coinvolge grandi pensatori quali Bertrando Spaventa, Benedetto Croce e Giovanni Gentile. Attraverso il confronto sistematico tra i loro programmi riformatori e il testo hegeliano, questo volume ripercorre le tappe della presenza di Hegel nel nostro paese, indagandone le ragioni della persistente attualità. -
Architettura della conoscenza e ontologia
Nell'attuale dibattito filosofico il tema della rinascita dell'ontologia è molto presente. Troppo spesso prescinde però da un'esigenza basilare nella determinazione di un'ontologia: esprimere con chiarezza i modi in cui gli esseri umani pensano il proprio mondo. E questo il denominatore comune dei capitoli di questo volume, ciascuno dei quali applica tale esigenza basilare a un diverso ambito conoscitivo. E si tratta anche del fondamento dell'architettura della conoscenza, ossia della disciplina che consente di spiegare e giustificare la scelta di una determinata modellazione ontologica. -
Nella distanza della luce-In the distance of light
Nell'incontro fra scrittura e pittura si snoda una ricerca estetica sulla linea, il tratto e lo sfondo che resiste alla sua trasposizione in immagine. Riflessione teorica e pratica artistica si intrecciano; segno scritto e segno pittorico si stagliano dal fondo che li accoglie e li comprende, fondo che l'occhio e la mano cercano di mettere in figura. Le parole e le immagini raccolte in questo libro si propongono come un tentativo di realizzare icone, senza trasformarle in idoli: iconostasi della lontananza, luogo in cui riuscire a sopportare e a custodire la distanza della luce. -
Spazi e tempi del capitale
La geografia economica di ispirazione marxiana fornisce una ricostruzione teoricamente illuminante delle configurazioni spaziali del capitalismo. Questa antologia raccoglie ed integra le riflessioni sullo spazio con quelle sul tempo. Gli autori qui presentati, sia pure con accenti diversi, ritengono che, nel modo di produzione capitalistico, il rapporto centrale e conflittuale capitale-lavoro si ""traduca"""" spazialmente nel rapporto centro-periferia, estendendosi a tutte le scale geografiche: da quella internazionale (primo vs. terzo mondo) a quella locale (città vs. campagna); e, dal punto di vista temporale, in una pluralità di ritmi e velocità che si relazionano in termini conflittuali. Ne è un esempio il conflitto odierno tra le temporalità del mercato e quelle della politica. Spazio e tempo vengono qui trattati come costruzioni sociali che svolgono un ruolo attivo nella generazione dei profitti e, dunque, nella dinamica capitalistica. Per questo il capitale deve incessantemente modellare e rimodellare lo spazio, come un serpente deve cambiare pelle per sopravvivere. In questo processo, lo spazio viene anche temporalizzato, cosicché il capitale mette a profitto tempi e velocità diverse della valorizzazione nel mercato mondiale. I testi raccolti in questa antologia non si limitano a un discorso su categorie astratte, ma si rivelano una valida bussola per comprendere l'attuale fase di accumulazione capitalistica."" -
L' infinito intreccio. Esempi ed esperienze di geografia umana
La Geografia umana si occupa delle forme che gli spazi assumono per effetto dell'azione umana sulla superficie terrestre ma anche del modo in cui l'uomo fruisce e si relaziona con i luoghi in cui vive. L'ambiente, in questo modo, diviene ""territorio"""" le cui forme visibili si creano e si trasformano continuamente nel tempo, in risposta ad un infinito intreccio di stimoli demografici, economici, culturali, sociali e geopolitici che non solo agiscono verso l'esterno ma che, contemporaneamente, reagiscono tra loro in un complesso sistema di connessioni e relazioni causa-effetto. Il presente volume intende esplorare come, in diversi contesti temporali e a differenti scale, alcuni di tali intrecci agiscano per dare vita a realtà che conosciamo e rappresentiamo."" -
Il soggetto riflesso. Itinerari del corpo e della mente
L'attualità del dibattito filosofico sul rapporto tra mente e corpo impone di attraversare, ancora una volta, la fecondità di domande mai sopite a partire dall'intreccio di una pluralità di prospettive, senza tralasciare contaminazioni e senza rivendicare risultati definitivi. La storia del pensiero filosofico moderno e contemporaneo, infatti, proprio intorno alle domande relative al legame tra mente e corpo ha elaborato un sapere che investe le radici della soggettività e del suo agire nel mondo. I contributi di questo volume, senza rinunciare al rigore metodologico proprio di ogni ambito, individuano momenti e moventi di un rapporto che, talvolta inconsapevolmente, orienta l'agire stesso dell'uomo e lo conduce verso paesaggi del pensiero ancora inesplorati. -
Narrare la grande crisi. Tempeste finanziarie, paure e rovine sociali nella letteratura e nel cinema
Molti romanzi e film furono ambientati nelle grandi crisi: la recessione che segna questo nuovo millennio, ma assai più la depressione degli anni trenta, con la tragedia di grandi masse impoverite, con le inquietanti svolte politiche che ne seguirono. E che in qualche forma parrebbero ancora ripresentarsi. Alcune opere riguardano quanto ha preceduto e in parte prodotto gli eventi in questione: le tempeste finanziarie, le rischiose scelte dei loro protagonisti, i crolli delle borse, le emozioni (specie la paura) che pericolosamente segnano un gran numero di azioni individuali e di comportamenti collettivi. Postfazione di Lelio Demichelis. -
Berlino. Tra ostalgie, muro e città socialista
Nel 1914 in Germania solo coloro che daranno vita al movimento spartachista si oppongono alla guerra e ai crediti pretesi dall'imperatore per finanziarla. Le ragioni dell'internazionalismo proletario sono tradite dai socialdemocratici europei, sarà allora la Rivoluzione d'Ottobre a raccogliere la rossa bandiera. Berlino nel tempo di Weimar, tra crisi e contraddizioni, diventa luogo di fermenti culturali e di lotta politica, i comunisti diventano protagonisti, primo partito con il 33% dei voti nel 1930 in una città in cui la rivoluzione sembra alle porte, tra modernità, innovazione, trasgressione. Tina Modotti qui arriva dal Messico, stringendo amicizia con gli scrittori proletari tra cui Anna Seghers, con Bertolt Brecht, che mette in scena le sue opere al Volksbühne, il teatro del popolo, il primo al mondo ad avere palcoscenici girevoli, col regista Slatan Dudow, autore del film operaio Kuhle Wampe, coi giornalisti comunisti dell'AIZ, Arbeiter Illustrierte Zeitung, inventori del fotogiornalismo. Dopo il '45 una parte di Berlino diventa capitale della DDR, Seghers, Brecht, Dudow e molte e molti altri insieme a loro cercano di costruire il socialismo nella terra di Karl Marx, riprendendo con slancio il lavoro violentemente interrotto dal nazismo e dalla guerra. Quest'esperienza si chiude nell'89 con la caduta del Muro, ma i luoghi capaci di conservare la memoria del tempo socialista vincono ogni revisionismo, alimentano l'Ostalgie del tempo dell'eguaglianza e diventano parte della nuova identità.