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L'anarca. La libertà del singolo tra anarchia e nichilismo
L'interrogativo che sottende questo libro è se sia possibile pensare l'anarchia, non tanto o non solo come una prassi politica, quanto come un'ontologia che, abbandonata ogni nostalgia di un'età dell'oro e ogni speranza di salvezza messianica, sia capace di affrontare la distruzione di ogni fondamento valoriale messa in atto dal nichilismo. La figura dell'anarca, esplicitamente ripresa dall'opera di Ernst Jünger, diviene l'emblema del singolo, del contemplatore solitario, che osserva le ceneri del mondo contemporaneo cercando di ricollocarle all'interno di un più vasto ciclo cosmico nel quale il nulla di principio (l'an-arché) diviene una sorta di motore immobile dell'intera esistenza. Questo cambiamento di unità di misura, questo cambiamento di scala, tanto nello spazio quanto nel tempo, mostra sotto una prospettiva inedita lo spettacolo di decomposizione di una civiltà, a cui assistiamo da più di cento anni. Attraverso una scrittura a tratti aforistica e prossima a una prosa poetica, come in una gigantesca anamorfosi, l'immagine spettrale del nichilismo assume una nuova fisionomia, i cui contorni, pur restando inquietanti, divengono allo stesso tempo evanescenti e, nel loro svanire, aprono spazi di libertà riservati al singolo e alla sua ricerca di una felicità qui e adesso. -
Arte e socialismo
In questi quattro brevi saggi pubblicati sul finire del XIX secolo, William Morris, di fronte alla crisi dell'arte dovuta alla commercializzazione, propone un'arte per tutti, un'arte popolare, fonte e indizio di vero benessere. Prefazione di Roberto Bertoldo. -
Anarchia contro socialismo
Al di là di quanto viene detto circa il socialismo e l'anarchismo e al di là della posizione anarchica sostenuta, questo pamphlet del 1908 di Owen è di una attualità sorprendente per lo scenario che delinea e per le scelleratezze politiche che denuncia. Prefazione di Roberto Bertoldo. -
Manifestazioni. I manifesti avanguardisti tra performance e performatività
La durevole fascinazione esercitata dal manifesto avanguardista nasce dalla particolare modalità comunicativa che esso realizza, abbattendo le barriere tra realtà e letteratura. Espressione di forti tensioni ideologiche in ambito letterario, politico e sociale, il manifesto avanguardista si ripromette di rielaborarle per il pubblico in maniera diretta e spesso polemica. È atto performativo, in senso sia teatrale che retorico, messa in scena dalla fruizione interattiva e atto linguistico perlocutorio e illocutorio, che non si limita a prefigurare bensì istituisce una nuova realtà. Mentre dice cos'è e come va fatta la letteratura, il manifesto è e fa letteratura: affermando, esso compie, e la parola tradotta in (re)azione diventa ""manifestAzione"""". Riunendo studi dedicati al manifesto avanguardista in varie aree linguistico-culturali, questo volume mira a fornire un contributo alla definizione concettuale di tale """"oggetto culturale"""" in una prospettiva multidisciplinare come genere interstiziale e ibridazione di modalità espressive, retoriche e codici differenti all'insegna della performatività."" -
Galateo per uomini e donne. Nuove adultità nel contemporaneo
Perché proporre un nuovo galateo per i rapporti tra donne e uomini? Perché proporre un testo che nel suo titolo sembra evocare qualcosa di così inattuale e superato dai tempi in cui viviamo? Perché crediamo che suggerire comportamenti e pratiche di buone maniere abbia il senso di indicare quali sono le aree di attenzione sociale in questo momento storico, individuarne le problematicità, le paure e le ansie, ma anche le ricerche e le conquiste, rendendo più condivise le comunicazioni e interazioni tra persone, adeguandole ai mutamenti attraverso nuove prassi e linguaggi. Queste considerazioni motivano la scelta di scrivere un libro che registri il mutamento avvenuto nei rapporti tra donne e uomini - a partire dal lavoro che le donne hanno fatto su di sé - e tenti di rispondere alla necessità di individuare nuovi modi dello stare nel mondo insieme, nei luoghi, nelle situazioni quotidiane e continue che i due sessi condividono. Nei periodi in cui le trasformazioni appaiono accelerare e i timori e le incertezze aumentano, poiché sembrano mancare i tradizionali riferimenti sociali, si sentono minacciate o disorientate le singole soggettività e i segnali comunicativi sembrano confusi, occorre ripercorrere i significati del proprio essere nel mondo, dell'esservi in relazione con altri e altre, per imparare che senso abbia per ognuno il divenire donna o uomo nel contemporaneo. Per imparare che senso abbia, ora, costruire nuove relazioni tra i due sessi... -
L' arte del comico
"L'arte del comico"""" costituisce un compendio pratico e teorico sull'arte dell'attore, opera di uno dei più importanti e poliedrici uomini del teatro italiano a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Ricco di esercizi e di aneddoti teatrali, il volume tratta la sfera dell'attore con una prospettiva a tutto campo: dal gesto allo studio della parola e delle intonazioni, dall'interpretazione alla fisionomia e al costume. Il testo si conclude infine con un capitolo dedicato agli artisti di canto. Il volume ci offre inoltre una testimonianza su uno dei capitoli più dimenticati, eppure centrali, della nostra tradizione teatrale: l'arte della lettura e la declamazione in versi. A oltre un secolo dalla prima stampa, questa riedizione si presenta con un apparato di note, una prefazione e un saggio introduttivo che gettano nuova luce sul valore dell'insegnamento e dell'opera artistica di Luigi Rasi." -
La pratica della libertà e i suoi limiti
Che cosa contraddistingue i movimenti alternativi? La fantasia. Ricordate lo slogan tanto ""antico"""" quanto sempre attuale """"l'immaginazione al potere""""? Proprio rilanciando questo modo di pensare e di agire è possibile superare """"i limiti"""" della pratica della libertà. Passando dalla contestazione dei potenti di turno alla formulazione di alternative già praticabili, ma capaci di contenere il germe dell'utopia. E cosa bisogna assolutamente evitare? Ovvio: la ripetitività. Perché, come tutti sappiamo, questa è la premessa della trasformazione dei movimenti in istituzioni. O, peggio, in una parodia delle istituzioni. E proprio grazie alla fantasia l'anarchismo, critica radicale del dominio, si fa pratica quotidiana."" -
Il terreno scabro. Wittgenstein su regole e forme di vita
Il terreno scabro è una espressione che Wittgenstein usa nelle Ricerche filosofiche per segnare una frattura teorica dalla quale nasce una nuova filosofia. In questa e attraverso questa, egli vuole allontanarsi dal mondo ideale che la purezza cristallina della logica immagina, quel mondo ideale che era stato pensato durante le riflessioni giovanili e che aveva trovato espressione nel Tractatus logico-philosophicus. Il filosofo viennese vuole allontanarsi da un mondo ideale dove non esiste movimento, cioè trasformazione e mutamento. La fase filosofica di Wittgenstein post Tractatus, incarnata nelle Ricerche filosofiche, nasce all'insegna della volontà di osservare il linguaggio reale, non la sua versione immaginaria, ideale e semplificata. Wittgenstein desidera osservare il linguaggio che si parla tutti i giorni e non solo il linguaggio studiato dai logici. Cosa significa muoversi sul terreno scabro del linguaggio reale? In primo luogo, l'attrito del terreno scabro frena il movimento filosofico verso l'alto, verso la metafisica del linguaggio, il quale, piuttosto che diventare ideale, rimane sempre ancorato all'immanenza della realtà. L'attrito evita che si spicchi il volo verso un fuori trascendente, ideale e metafisico, dove tutto fila liscio come su una lastra di ghiaccio. Il terreno dell'immanenza è, invece, il terreno delle relazioni linguistiche, delle pratiche umane che si concretizzano nella prassi delle forme di vita: nell'antropologia delle forme di vita. -
Il movente dell'esperienza. Costituzione, pulsione ed etica in Edmund Husserl
Il libro svolge il filo della fenomenologia come analisi motivazionale dell’esperienza. Il tema husserliano della costituzione punta a far emergere la dinamica sommersa, i moventi, gli aspetti processuali della formazione del senso. In questo contesto le pulsioni indicano non forze arazionali e prive di regolamentazione, ma una forma primordiale e antepredicativa di ordinamento dell’esperienza. In campo etico, l’analisi fenomenologica ritrova la costituzione come condizione di possibilità dell’autonomia. Questa è vista come una forma di risonanza interiore, precondizione sia dei processi di individuazione sia della relazione interpersonale, in un’intima dinamica con la vulnerabilità del soggetto. Prende le mosse così una riflessione fenomenologico-antropologica che guarda ai problemi della bioetica. -
Il rompicapo della realtà. Metafisica, ontologia e filosofia della mente in E. J. Lowe
Con la prematura scomparsa di E.J. Lowe, il dibattito filosofico contemporaneo ha perso uno dei protagonisti più significativi degli ultimi trentacinque anni, un pensatore che ha contribuito al rilancio della metafisica e dell’ontologia in area analitica, e ha fornito una proposta sistematica nella sua eterogeneità. Obiettivo di questo saggio è ricostruire le sue principali tesi in metafisica, ontologia e filosofia della mente. Si intende mostrare, insieme alla stretta connessione tra queste aree di ricerca e alla loro apertura ai risultati delle discipline scientifiche e intellettuali, come la proposta metafisica di Lowe costituisca uno sfondo concettuale imprescindibile sul quale l’autore struttura la propria riflessione, e come la realtà, considerata come unitaria e auto-coerente, e le nozioni di sostanza e di risorse esplicative ne costituiscano tre presupposti imprescindibili. -
L' erede che ride. Parodia ed etica della consumazione in Max Stirner
Che significa ereditare e, più radicalmente, l'eredità può coniugarsi con la risata? Quando ciò avviene, il comico può rilevarsi un paradigma non solo interpretativo, ma anche euristico e performativo, un mezzo per confrontarsi con la storia, addirittura per fare la propria storia. Pochi, nello sviluppo del pensiero occidentale, hanno incarnato il paradosso del ridere unito all'ereditare con maggiore incidenza di Max Stirner (1806-1856). Rileggerne oggi la proposta teoretica, affrontando la duplice istanza di un confronto con la letteratura critica e con l'orizzonte speculativo del giovane hegelismo, significa in primo luogo ricostruire, sotto questo aspetto, le profondità di una stagione di pensiero non ancora pienamente indagata e, in secondo luogo, restituire senso all'unico riconoscimento che a Stirner è sempre stato tributato, ossia il suo essere estremo. Significa cioè mostrare che l'estremismo stirneriano non fa segno agli abissi del nichilismo passivo, bensì a una cuspide della strategia parodica che attinge il piano metafisico e apre al futuro di un'etica inedita - un'etica della consumazione. -
Diderot e il demone dell'arte
L'orizzonte della riflessione estetica di Diderot, con particolare riferimento alle arti della rappresentazione, al teatro e alla pittura, è stato oggetto nella seconda metà del Novecento di una serie di letture critiche che hanno colto nell'opera del grande enciclopedista uno snodo decisivo per la formazione di uno sguardo estetico della modernità, capace di dialogare con le istanze contemporanee che attraversano gli studi di cultura visuale, le svolte metodologiche della storia e della critica d'arte novecentesche (Fried, Marin. Arasse), la riflessione sulla rappresentazione teatrale e sul ruolo dell'attore (Szondi, Barthes, Ejzenstejn) così come l'interrogazione nei confronti del soggetto e del linguaggio rivolta dal pensiero filosofico contemporaneo (Lyotard, Lacoue-Labarthe). Dall'incontro fra il Novecento e Diderot, qui ricostruito attraverso una selezione di saggi per lo più inediti in italiano, emerge l'immagine di un pensatore al tempo stesso a noi prossimo e distante, capace di parlare alla contemporaneità con forza attraverso la polifonia della sua scrittura, l'apertura alle differenze e alla molteplicità dei saperi e dei discorsi che rendono i suoi testi degli organismi ibridi, dei mostri testuali capaci di dare voce alla ""parola degli altri"""" (Starobinski), come di intercettare e catturare nelle maglie della scrittura le immagini del suo tempo, mettendo in opera un esercizio dello sguardo che lavora negli interstizi fra il visibile e il dicibile."" -
Il sogno e il tempo. Due saggi su Wenders
Il cinema è il nostro sogno più vivido. È la quinta arte dell'immaginario che ha intrecciato la sua nascita con quella della psicanalisi freudiana. Il regista tedesco Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino, Fino alla fine del mondo) mette a fuoco in molti suoi film proprio quest'intreccio. Un dialogo vitale che, come sempre, dà origine a feconde dicotomie. -
Vittorio Beretta. Un segno per la città
Il volume ripercorre la biografia di Vittorio Beretta, classe 1928, sullo sfondo dei cambiamenti della città di Cinisello Balsamo dagli anni Trenta fino alla prima decade del 2010. Vittorio Beretta, originario di Cinisello, diviene così la memoria vivente di un mondo sommerso dallo sviluppo industriale e dalla trasformazione prodotta dai grandi flussi migratori degli anni Sessanta. In questo mondo che cambia, la sua vita si pone come testimonianza attiva e profonda di una cultura e di valori che affondano le loro radici nel mondo dell'Ottocento e si propendono nel terzo millennio, consegnando un'eredità importante per le generazioni del tempo presente. -
Outis! Rivista di filosofia (post)europea (2014). Ediz. italiana e francese. Vol. 5: L'Europa? L'impossibile?.
L'Europa? L'impossibile? L'Europa oggi non può rappresentare un sostegno in grado di promuovere una radicale forma di democratizzazione economica, sociale, culturale del processo di globalizzazione. Bisogna allora tentare di essere all'altezza del naufragio europeo, della sua rovina che ricorda, in forme diverse, la carneficina della Grande guerra scoppiata cento anni fa. Per questo motivo, il quinto numero di Outis, non si limita a indagare il pur decisivo lavoro di disarticolazione e rifiuto del sistema dell'Europa di Brussel, che, in nome della Necessità, scatena una catastrofe sociale e culturale pesantissima (vedi la tragica condizione della Grecia). Piuttosto, esprime l'esigenza di sottrarsi alla logica che determina la filosofia europea. Non immagina, in questo senso, un'ennesima forma di dover-essere utopico, ossia il topos secondo cui un'altra Europa sarebbe possibile. La (post)Europa è l'impossibilità dell'Europa di oggi. Farla finalmente con l'Europa vuol dire consegnare un'altra storia all'Europa - una storia differente, migrante e minore. -
Esperienza, natura e arte
Il saggio, del 1925, costituisce un'agile ed esaustiva introduzione ai temi dell'estetica di John Dewey, che troveranno sviluppo in ""Arte come esperienza"""" (1934). I temi fondamentali dell'estetica di Dewey sono: il recupero dell'esperienza nell'arte; l'esteticità diffusa dell'esperienza ordinaria; il valore """"vitale"""" dell'estetico; la relazione tra dimensione cognitiva e dimensione estetica dell'esperienza. Il saggio non offre solo un accesso immediato all'estetica di Dewey - oltre a essere l'unico suo saggio di estetica non disponibile in italiano: una prima traduzione degli anni '70 è da tempo fuori catalogo - ma è anche il saggio in cui Dewey pone maggiormente l'accento sull'intreccio tra strumentalità dell'agire umano e godimento estetico: ne emerge l'immagine di un soggetto che, mentre trae piacere dall'esperienza che fa, seleziona le competenze necessarie a una più stretta interazione con l'ambiente; parallelamente l'attività artistica è pensata come momento di apprendimento e di costruzione di modelli di conoscenza."" -
Philosophical news (2014). Vol. 8: Anima.
"Philosopbical News"""", rivista semestrale di filosofia, nasce dalla collaborazione di più studiosi a livello internazionale e da un intenso lavoro di redazione. Obiettivo della rivista è di favorire la ricerca e la riflessione con particolare attenzione al dibattito contemporaneo, in tutte le sue diverse manifestazioni culturali. Per questo, la redazione sollecita in modo particolare contributi attinenti al dibattito attuale, siano essi di carattere teorico o storico. I numeri, oltre ad essere composti da articoli e recensioni, ospitano anche interviste e resoconti di works in progress: con ciò si vuole ribadire l'attenzione per gli sviluppi recenti che contraddistingue questo progetto editoriale. Al tempo stesso si è scelto di privilegiare grandi temi, conferendo a ciascun numero un taglio monografico: è soltanto a partire dall'unità di cui il pensiero consiste nella sua origine, da un pensiero radicato nel terreno dell esperienza e conscio della sua provenienza, che è inlatti possibile uno sviluppo, un progresso, un lavoro capace di portar frutto con quella pacatezza poi assolta e trasformata dal 'nuovo'. Così, l'armonia che talvolta trapela tra le pagine dei classici sembra poter divenire cardine di un lavoro sempre più proficuo." -
Come la teoria finì per diventare realtà. Sulla politica come geometria della socializzazione
Perché la politica è incapace di risolvere ""i problemi della gente""""? Perché il Palazzo di pasoliniana memoria latita, distante, dalla """"realtà quotidiana""""? Il volume cerca di dare una risposta a tali quesiti attuali a partire dall'inattuale storia di alcuni concetti politici (diffidenza, rivoluzione, voto). La loro genesi rivela che la moderna scienza politica, in quanto teoria modellata sulla geometria e il cui principe è Hobbes, funge da fondamento delle nostre istituzioni politiche, intese come apparati di gestione del potere coercitivo a garanzia degli uguali diritti di tutti i cittadini. Per impedire, che l'azione politica sfoci in abusi e privilegi, la teoria le prescrive di astenersi dall'ingerenza nella vita privata, di modo che la politica esaurisce il proprio compito nell'esatta geometria della socializzazione."" -
Crisi della democrazia
L'urgente attualità della crisi della democrazia sollecita una risposta riflessiva della comunità dei filosofi politici, che non può non assumere il compito 'civile' di lavorare sul senso comune che in modo opaco esprime la sua insofferenza e sfiducia. Il volume raccoglie una problematizzazione, da prospettive metodologiche e politico-culturali molto diverse, dei lemmi della democrazia contemporanea, globalmente trionfante eppure così fragile. La sfida è pensare il presente senza perdere l'attrito e il disagio, ma senza nemmeno perdersi in esso: suggerendo aperture, possibilità, cogliendo il dinamismo che movimenta il presente. Tutti i saggi si confrontano con l'erosione dell'istanza egualitaria che marcava la democrazia moderna. La radicalità della trasformazione viene colta nella sua ambivalenza carica di minacce ampiamente sottolineate, ma anche aperta a nuove fragili possibilità. Un potenziale di rinnovamento è incluso nelle nuove configurazioni di rapporti di potere cosi sfuggenti per le classiche categorie della teoria politica. -
Frontiere mobili. Implicazioni etiche della ricerca biotecnologica
Il C.I.R.B. (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), cui aderiscono tutte le Università campane, è un organismo di ricerca nel quale - con metodo rigorosamente scientifico, grazie al concorso di qualificati cultori delle varie discipline interessate e in un clima di costante e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle diverse posizioni culturali - è possibile delineare le trame di una serena e ponderata riflessione comune su tematiche che coinvolgono l'identità stessa della persona umana e il destino delle generazioni future.