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Il povero
"Il povero"""", pubblicato per la prima volta nel 1906 e successivamente incluso nella """"Soziologie del 1908"""", rappresenta uno degli scritti più importanti di Georg Simmel. Con la capacità di analisi che gli è propria, il sociologo tedesco dimostra che non è una mancanza personale o una semplice condizione di privazione a fare di qualcuno un povero, al contrario si entra a far parte di una cerchia sociale caratterizzata dalla povertà solo nel momento in cui si riceve un determinato tipo di assistenza. E quindi una """"reazione sociale"""", più o meno intensa, a dare forma concreta ad una figura complessa come quella del povero e a delineare le dinamiche di un fenomeno, come quello della povertà, che attraverso forme diverse continua a caratterizzare tutte le società finora conosciute." -
Costumi e mode
"Chiunque abbia studiato la fisionomia dei raduni politici non può non aver notato la connessione tra le idee democratiche e le peculiarità dell'abbigliamento"""". Con queste parole si apre il saggio di Herbert Spencer, """"Costumi e Mode"""", presentato per la prima volta nella traduzione italiana. Il confronto tra moda e costume è poco più di uno spunto per parlare della libertà dell'uomo dai vincoli sociali, dal momento che ogni norma - religiosa, politica e sociale - introduce un elemento di coercizione rispetto alla libertà di espressione del soggetto. Spencer stabilisce così uno stretto rapporto tra l'emancipazione da tali vincoli e il processo politico che ha condotto all'affermazione della democrazia moderna." -
L' avvenire del capitalismo
Quale sarà l'avvenire del capitalismo? E perché chiederselo già nel 1932? Secondo Werner Sombart un tardo capitalismo (Spätkapitalismus) si era imposto sin dalla Prima guerra mondiale come capitalismo declinante dell'Europa che marcava le relazioni economiche internazionali dell'economia mondiale. Anticipando con sorprendente lungimiranza gran parte delle dinamiche più costitutive delle società contemporanee, in questo saggio l'autore si interroga sul futuro a partire dalla diagnosi del presente e la previsione lo porta dritto nel cuore dell'attualità: l'economia non è il nostro destino. Ma può diventarlo. -
Clinica della tv. I dieci virus del tele-capitalismo. Filosofia della grande mutazione
La Tele-Polis del terzo millennio è frutto di controllo e sincronizzazione di desideri e abitudini. I suoi format più popolari ci insegnano che diventare chef milionari è il top del momento, che è redditizio vendere cocaina, che immagine e consumi sono in ogni nodo dei comportamenti e del linguaggio, che i delitti sono come telenovelas sudamericane, che se si finge amore si diventa famosi, che gossip e sciocchezze valgono le prime pagine, che si esiste solo se ci si ""mitraglia"""" di selfie, che la dissidenza e la diversità sono reperti giurassici o rischi che non possiamo correre. Verità e Fiction in un unico abbraccio chimico per farci solo marciare e marcire in un inquietante Panopliticon, dove si è tutti preda dello stesso Congegno statico ed elettrizzante. Spettacolo come Spectracolo e Spettacolo: Anonima Sequestri dei fatti e Regno degli uomini-ombra. """"Clinica della Tv"""" è un vero e proprio manuale filosofico di auto-difesa da condizionamenti e patologie virali indotti dagli schermi e dalla Rete, sempre più veicoli di """"infezione"""" profonda di un Tele-Capitalismo che non ci vuole servi, stanchi e disinteressati, ma atleti del futuro, idioti aggiornati, clienti compulsivi, concorrenti ambiziosi di casting e show, satelliti impazziti e contenti di un Mondo 3.0 dove l'ottica e il riciclaggio delle forze assorbono tutta la nostra vita."" -
L' essere per l'amore
Con quest'opera Franco Ricordi, filosofo che proviene da una fondamentale esperienza artistica nel mondo del teatro, ha inteso indicare un nuovo corso del pensiero occidentale: il nichilismo, dopo Nietzsche, Heidegger, Severino, è giunto ad un bivio teoretico analogo a quello denunciato da Jaspers di fronte alla bomba atomica. Pertanto la riflessione sull'Amore, che solo pochi grandi poeti-filosofi hanno inteso (tra questi Dante, Shakespeare, Leopardi, Kleist), diviene la via maestra per inoltrarsi in un nuovo ambito del pensiero. L'uomo è proteso a disconoscere l'essenza dell'Amore, pur essendo da esso sovrastato (Omnia vincit Amor). Solo la riflessione sul ""Nulla eterno"""", scrigno dell'Amore e possibilità di superamento del nichilismo, lascia intravedere la crisi estetica, nel venir meno poetico e teatrale del """"verso endecasillabo"""", e la crisi etica, nell'impossibilità di una """"Sovrapolitica"""", dopo la devastante esperienza del secolo XX."" -
Benjamin Fondane: una voce singolare
Voce singolare, quella di Benjamin Fondane. Essa riecheggia nella sua poesia, in cui emerge un viso d'uomo, nel suo pensiero esistenziale all'interno del quale si elabora una metafisica del singolare. Contraddistinta e arricchita dall'incontro di tre culture (ebraica, romena, francese) la sua opera polimorfa si articola, oltre che nella poesia e nella filosofia, anche in ambiti come quelli del teatro e del cinema. Attento a tutti gli aspetti innovativi della sua epoca, capace di inoltrarsi entro un complesso dialogo tra i saperi, il suo sguardo penetrante filtra tutti gli elementi attraverso il prisma della sua singolarità. I soggetti dei contributi ivi raccolti variano dalla produzione poetico-critico-filosofica giovanile e romena a quella matura, dalla disamina di temi cardine della scrittura poetico-filosofica fondaniana all'esame delle fonti che hanno condizionato la costruzione del suo patrimonio culturale; dalla relazione che Fondane stesso istituisce con alcune di esse, all'analisi del contesto culturale (tanto romeno che parigino) in cui Fondane si muove e con cui si confronta, sino all'indagine dei rapporti culturali ed umani che in tali contesti si radicano. -
Genitori come gli altri e tra gli altri. Essere genitori omosessuali in Italia
Nel nostro paese l'omogenitorialità sta occupando il discorso e l'immaginario pubblico suscitando reazioni di sdegno, passione, rabbia, desiderio di riscatto e, recentemente, interventi legislativi che hanno (finalmente) sancito il riconoscimento delle unioni civili tra coppie dello stesso sesso. Ma a che punto è la ricerca su questo tema in Italia? I professionisti, che strumenti hanno per fare fronte alle richieste delle famiglie omogenitoriali? E le istituzioni politico-legislative stanno davvero accogliendo le rivendicazioni delle persone omosessuali, quali quelle di essere riconosciute cittadini al pari degli altri, ma anche genitori come gli altri e tra gli altri? Il volume intende rispondere a questi interrogativi raccogliendo i contributi di ricercatori, professionisti, rappresentanti delle istituzioni politico-legislative per fornire una panoramica su che cosa significa essere genitori omosessuali oggi in Italia. La prima parte è dedicata alle ricerche scientifiche che hanno preso in esame le dinamiche della coppia e della genitorialità omosessuale. La seconda parte fornisce strumenti operativi attraverso le esperienze di professionisti dei servizi educativi, clinici e sociali che hanno iniziato ad interrogarsi su come rispondere in modo adeguato ai bisogni delle nuove famiglie. Infine, la terza parte si proietta verso il futuro e interpella i rappresentanti delle istituzioni giuridiche e politiche e dell'associazionismo sulla necessità di un cambiamento a livello sociale. -
Intimità o integrità. Filosofia e differenza culturale
Avvantaggiandosi della doppia prospettiva di filosofo e nipponista, Thomas P. Kasulis traccia nuove prospettive euristiche nel campo degli studi interculturali. L'autore identifica due tendenze fondamentali, una verso l'intimità"" e una verso l'Integrità"""", che operano dietro alle differenze culturali che più sembrano stridere tra di loro. Il modo di conoscere il mondo, il modo di porsi nei confronti di persone e cose, la percezione artistica e la concezione della politica; queste e altre direttive che formano il profilo caratteristico di una data cultura (o sottocultura) vengono determinate da una o dall'altra tendenza. Entrambe tuttavia, una volta analizzate, hanno una loro coerenza e razionalità, pur essendo fondamentalmente così diverse nei loro assunti di base. Questo libro offre un nuovo approccio all'intercultura, superando sia l'universalismo che un mero relativismo culturale, in favore di un ri-orientamento verso valori in realtà non estranei, ma semplicemente in secondo piano, permettendo un migliore confronto con contesti culturali diversi."" -
Corpi in rivolta. Spazi urbani, conflitti e nuove forme della politica
Cosa significa protestare per le strade, perché occupare uno spazio nella città? Veniamo da un recente risveglio, da anni che hanno riportato la politica nelle piazze e nelle strade. In tutto il mondo uomini e donne sono scesi in piazza manifestando un'urgenza condivisa di resistenza, di riappropriazione degli spazi e della capacità di agire e fare politica a partire dalle vite. Come comprendere la specificità di queste esperienze? Perché chiamarle rivolte urbane e non rivoluzioni? Quali sono gli strumenti per leggere una rivolta senza astrarre, generalizzare, neutralizzare? Stare per le strade è la pratica di 'stasis' che crea lo spazio per la rivolta e contemporaneamente dispone un modo affettivo di vivere lo spazio urbano. Durante una protesta, la corporeità è esposta in tutta la sua intensità appassionata e vulnerabile. Il corpo al centro permette di cogliere la relazione che questi eventi intessono con gli spazi urbani, il nuovo senso della politica che propongono e i rapporti tra uomini e donne nel momento della protesta. -
Per una teoria dell'ascolto musicale. Tra soglie vegetative e immaginario eccentrico
Nell'accezione comune l'ascolto musicale è riportato a percezione, ricezione, finanche fruizione. Spontanea o ingenua l'una o l'altra dizione? Suppongono diversi modi di accesso alla musica? Per avviarci a chiarimenti s'è preferito adottare l'etimo latino di ""auditio"""" che consente, col bisturi dell'analisi, di osservare l'accesso a brani musicali che talora, per allusive funzioni rappresentative, sono tali da implicare sensi dubbiamente esplicabili. Per sua natura la musica è soggetta a performances (etimologicamente 'dar forma') costitutivamente portate a sinestesia e diacronicità. Il che implica una faglia di varianti interpretative d'un """"opus"""" non proprio in assoluto, essendo l'opera musicale legata a strutture formali e simboli integrativamente portati a farsi oggetto d'un processo ri-creativo di cui l'""""auditio"""" è luogo configurativo d'un immaginario musicale a suo modo eccentrico. Con una postfazione in inglese."" -
Colore di pelle colore di casta. Persona, rituale, società in India
Persona, corpo, gesto, rituale, dipendenza, gerarchia... Il complesso culturale e simbolico dell'antropologia hindu definisce l'essere e l'agire degli uomini, dei gruppi, delle classi. Varna, il ""colore"""", non designa propriamente il colore come caratteristica sensibile, ma la classe castale, la natura, lo spirito, l'indole della persona. Il colore della pelle, d'altra parte, qualifica un'identità di razza, di natura, e vale come distinzione di pregio e di carattere morale. Le identità di casta e di """"tribù"""" (degli Àdivàsi, Santal) si confrontano sull'incerto confine tra assimilazione e contrapposizione. I saggi qui raccolti percorrono questi temi, con richiami a brevi resoconti etnografici nelle aree rurali del Bengala Occidentale, fra rito, cultura, tecnica ed estetica."" -
Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle guerre contro i civili, la dissoluzione della ex Jugoslavia, i pacifisti, l'ONU (1990-1999)
Una tragedia rimossa quella della ex Jugoslavia. Non guerre di tutti contro tutti, né guerre dei buoni contro i cattivi: guerre tra nazionalisti e guerrafondai sulla pelle e contro la stragrande maggioranza delle popolazioni civili. Un promemoria, in forma di narrazione collettiva e come orazione corale contro la follia della guerra. In primo piano anche una solidarietà senza precedenti verso le popolazioni e un nuovo pacifismo; significative esperienze di ""diplomazia dal basso"""" e di interposizione tra belligeranti. Migliaia di volontari, italiani e non, sono andati sul campo per missioni di pace, portare aiuti, soccorrere le vittime. Un impegno concreto e ideale contrapposto alle politiche dei governi europei e Usa, dediti ai giochi diplomatici, alle compromissioni a fianco di parti del conflitto, all'indebolimento delle Nazioni Unite, alle soluzioni militari. E a fianco dell'altra Jugoslavia, che ha resistito e tanto si è battuta contro la sbornia nazionalista e i contro i signori della guerra. Prefazione di Lidia Menapace. Introduzione di Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi."" -
Le voci del corpo
Il tema del corpo umano è da sempre oggetto di riflessioni e di studi approfonditi in ogni ambito disciplinare. Il libro propone una serie di spunti per tenere aperta una riflessione sul tema, cercando di articolare insieme più punti di vista, che attraversano varie discipline: dalla filosofia all'arte, dalla letteratura alla psicoanalisi, dallo sport alla vibroacustica. Non si tratta solo di fornire informazioni sui saperi e le pratiche rivolte ai corpi o di delineare le tecniche della loro ""fabbricazione"""", spesso condizionate dai """"valori"""" della prestazione e della perfezione, ma anche di promuovere effetti di sorpresa e di domanda con cui scalfire e aprire le più ovvie rappresentazioni del corpo. Il volume ripropone e sviluppa gli interventi presentati nel ciclo di conferenze """"Le voci del corpo"""", promosso dalla Società Filosofica Italiana - Sezione Friuli Venezia Giulia e dal Liceo """"Leopardi-Majorana"""" di Pordenone."" -
Lo specchio infedele. Prospettive per il paradigma teatrale in antropologia
Diversi decenni fa, Clifford Geertz, in un saggio divenuto celebre (Generi confusi), rilevava un grande cambiamento in atto nelle scienze sociali, che finalmente riconoscevano la loro scientificità nella parentela con le scienze umane. Da quel momento iniziò un processo che ha portato a trovare nell'analogia, nella metafora, nella traduzione culturale gli strumenti propri di una disciplina, l'antropologia, che si occupa di soggetti viventi capaci di senso nel loro dire e nelle loro azioni. Il presente studio si pone come un'indagine critica delle linee di ricerca aperte dal paradigma teatrale sorto sulla scorta di Goffman, Turner e Schechner, che ha inaugurato nuove prospettive attingendo dal teatro - inteso come spettacolo e come performance - metafore illuminanti e pratiche di socialità originali per comprendere i processi culturali, in un'ottica di dialogo trasversale tra le discipline, auspicato da più parti ma spesso disatteso. -
Requiescere noctem. Forme e linguaggi dell'ospitalità
Discorsi sull'ospitalità pervadono in misura crescente la cultura contemporanea, intrecciandosi con numerose costellazioni affini (amicizia, convivialità, accoglienza) e assumendo un orientamento sempre più articolato e plurale. Sulla prospettiva dell'ospitante e su quella dell'ospitato ricadono due ermeneutiche autonome ma interdipendenti. Esse mirano a riconoscere i condizionamenti storico-culturali che determinano la posizione identitaria degli attori coinvolti nel meccanismo dell'ospitalità e a suggerire possibili percorsi di ibridazione e di incontro. Storici della letteratura, linguisti, storici della filosofia e dell'arte riflettono qui sulle forme finzionali e sugli statuti teorici che dal Quattrocento in poi si sono addensati su questo motivo così ricco di implicazioni pragmatiche. -
La visione di Bergson. Tempo ed esperienza del limite
La mente, nella cultura filosofico-scientifica occidentale, è stata per lungo tempo rappresentata come un sistema di specchi installati di fronte a una realtà in progressione dinamica. Come potrebbe uno specchio - costitutivamente estraneo alla realtà che fronteggia - riflettere di questa non solo immagini superficiali, ma anche configurazioni in grado di riprodurre fedelmente i processi interni, non visibili, della sua formazione? Dopo Kant ed Hegel, Bergson attinge ad un ""pensiero-limite"""" che gli consente di leggere il mondo della coscienza come un modo d'essere """"estremo"""". Guardando con coraggio nei fondali oceanici del """"moi profond"""", Bergson inaugura un originale percorso di riscoperta dell'assoluto nel limite spazio-temporale del """"moi social"""" attraverso un nuovo modo di vivere il tempo e il rapporto mente/corpo. In questa cornice, il distacco del soggetto dalla realtà intuita mediante l'atto della visione, consente a Bergson di sviluppare l'indagine dello sfondo virtuale della percezione e dei suoi universi di senso anteriori. Agli occhi del filosofo, il fenomeno anomalo della """"vision panoramique des mourants"""" acquista così la funzione di ricordare al soggetto che le proprie azioni devono essere prese sul serio, perché tutto ciò che egli è stato e che sarà si conserva fatalmente nel ricordo, fino all'ultimo istante di vita..."" -
«Mai non mi diero gli dei senza un egual disastro una ventura». La «Merope» di Scipione Maffei nel terzo centenario (1713-2013)
Nel corso del Settecento la ""Merope"""" del veronese Scipione Maffei non è stata soltanto investita del ruolo di tragedia di riferimento per la creazione di un canone drammaturgico italiano, ma ha costituito anche il motore fondamentale di una discussione, di rilievo europeo, sulla funzione del teatro in età moderna. Allo straordinario successo dell'opera, tuttavia, fece seguito sin dal XIX secolo un rapido oblio, da parte sia del pubblico che della critica. In questo senso, i due versi pronunciati da Merope e scelti come titolo del convegno """"Mai non mi diero i Dei / Senza un ugual disastro una ventura"""" sintetizzano al meglio la contrastata fortuna della tragedia maffeiana, di cui il presente volume offre una rilettura critica in occasione del terzo centenario dalla sua prima messa in scena (Modena, 1713)."" -
In gioco e fuori gioco. Il ludico nella cultura e nei media contemporanei
"In gioco e fuorigioco"""" indaga uno dei fenomeni che meglio definisce il nostro presente, la progressiva ludicizzazione della realtà, un processo declinato in forme diverse e spesso non immediatamente evidenti. In esso coesistono l'idea di gamification, legata al marketing e all'affermazione del potere del gioco in senso pervasivo e critico, e la considerazione dell'universo mediale contemporaneo come ambiente ideale per il realizzarsi di un più generale """"fare ludico"""". Attraverso un approccio a cavallo fra media studies, semiotica dell'esperienza e teorie del gioco, il testo indaga oggetti e fenomeni significativi che ci circondano, da un lato per ridiscutere la sfuggente definizione generale di """"ludico"""", dall'altro per osservare e descrivere la situazione della realtà contemporanea sotto la lente del paradigma """"semi-ludico""""." -
Realismo neorealismo e altre storie
Il volume ripercorre le vicende storiche, artistiche e culturali italiane del secondo dopoguerra. Gli anni dal 1945 al 1952/53 sono quelli della ricostruzione morale e civile, prima che economica, del paese. In questo periodo storico gli intellettuali e gli artisti svolgono un ruolo di primo piano nella società, diventandone la coscienza critica attraverso correnti quali il Realismo letterario e figurativo e il Neorealismo cinematografico. Non sono fatti nuovi quelli che vengono analizzati, ma diverso è il punto di vista con cui si cerca di considerare opere, artisti e critici, focalizzando l'attenzione sul valore introspettivo dell'opera d'arte. Nel secondo dopoguerra il dibattito ideologico informava le coscienze degli artisti e degli intellettuali in tutto il mondo: in Italia il peso della politica e della filosofia d'ispirazione marxista era molto forte, tanto quanto il desiderio di reinserirsi nell'alveo della cultura europea e mondiale dopo il periodo dell'autarchia fascista che aveva isolato moralmente e culturalmente il nostro paese per vent'anni. L'arte allora divenne testimonianza storica, consapevolezza della realtà, autentico desiderio di verità e di sincerità, ma soprattutto bisogno di libertà e di apertura verso l'altro. Il libro approfondisce il dibattito allora dominante tra astrattisti e realisti mettendo in evidenza relazioni e intrecci del pensiero filosofico e critico. -
Convocare esperienze, immagini, narrazioni. Dare senso al paesaggio. Vol. 2
"Una porta aperta verso tutta la Terra, una finestra aperta su possibilità illimitate: un orizzonte"""". È così, in uno slancio lirico e delicato, che Éric Dardel, ne L'Homme et la Terre, definisce il paesaggio. È a questa finestra aperta sul mondo e alle molte direzioni in cui l'esperienza paesaggistica può articolarsi che il volume intende richiamarsi, proponendo una riflessione a più voci sul """"senso"""" e sui possibili """"sensi"""" del paesaggio. Il focus si concentra in particolare sui linguaggi, le forme, i significati possibili che l'esperienza paesaggistica assume nella geografia, nella letteratura, nel cinema e nella fotografia, e così pure nella filosofia, nell'arte e nella musica, indagandone i risvolti in un'ottica il più possibile interdisciplinare e polisemica. È così che alla prima parte (""""Paesaggi che raccontano storie, storie che raccontano paesaggi"""") in cui a predominare sono le analisi letterarie, segue una seconda sezione (""""Sentire, esperire, abitare"""") nella quale gli strumenti di indagine si moltiplicano, includendo esperienze significative come quelle rappresentate dalla popular music, dalla fotografia di Basilico e dal cinema di Victor Erice - modalità diverse e preziose di guardare, interrogare e raccontare quel grande palinsesto dinamico che è il paesaggio."