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Silenzi d'amore. Scrivere i sentimenti taciuti
Il saggio si sofferma sui sentimenti d'amore alla luce dei momenti di silenzio che connotano ogni relazione affettiva. In particolare sarà però la coppia il luogo prevalente di queste pagine: nella varietà dell'esperienza amorosa, passionale, coniugale, spirituale; nei rituali dell'innamoramento e dell'addio. La problematicità filosofica del silenzio è evidenziata in rapporto all'importanza di scriverne e di scriversi reciprocamente: per sfidare l'oblio anche quando vorremmo tacere per sempre. Per inimicizia sopraggiunta, per non riaprire le ferite, per rimuovere quanto invece la scrittura può restituirci nella poetica dei sentimenti che non sapemmo pienamente pronunciare. -
Humanitas mundi. Scritti su Karl Jaspers
"Come tornare a casa"""": questo provava Hannah Arendt ogni volta che, in occasione dei suoi ritorni in Europa, faceva visita a Karl Jaspers a Basilea. Prima un legame di discepolato, poi un sodalizio intellettuale, infine una profonda amicizia: ecco le tappe di un irripetibile confronto umano e spirituale durato più di quarant'anni e qualche volta messo alla prova da aspre polemiche, come quelle sulla """"essenza tedesca"""" negli anni trenta e sulla """"questione della colpa"""" negli anni quaranta. Espressione di questa singolare amicizia filosofica tra un uomo e una donna, prima ancora che tra due grandi personalità del pensiero del Novecento, sono i tre contributi arendtiani dedicati a Jaspers qui presentati per la prima volta al pubblico italiano: lo """"Jaspers cittadino del mondo?"""" (1957) che propone una lettura della storia universale jaspersiana in chiave cosmopolitica; """"Il futuro della Germania"""" (1967), in cui la Arendt, sulla scia di Jaspers, denuncia i rischi della democrazia tedesca post-bellica; infine """"Jaspers a ottantacinque anni"""" (1968), un toccante ritratto del filosofo un anno prima della morte, da cui emergono due vibranti testimonianze arendtiane sulle esemplari virtù della """"fedeltà"""" e della """"gratitudine""""." -
Sognare tra le mura. Silenzi che si fanno parole
"La scrittura, se amata, se perseguita, se ci muta essa stessa in un sognare, può condurci verso un diverso risveglio, in un'attesa meno infelice che più non spaventi. Questa è la storia di un gruppo di uomini che ora sanno sognare con minor sofferenza, perché i loro sogni li hanno - per merito loro trasformati in parole da donare ad altri, e senza più vergogna."""" (dalla prefazione di Duccio Demetrio)" -
Teoria di una catastrofe. Dal comunismo al capitalismo
Questo saggio, ""Dal comunismo al capitalismo"""", fu pubblicato l'indomani della caduta del muro di Berlino, 1989; in esso Michel Henry evidenzia la ragione ultima della caduta dei regimi comunisti dell'Est, ragione per certi versi non diversa, nonostante le apparenze storico-sociali e politiche, di quella che segnerà, a suo giudizio, la fine dei regimi occidentali: """"Si tratterà ... di riconoscere chiaramente nel marxismo il principio del fallimento economico del comunismo. Questo principio è l'annullamento dell'individuo, la sua sostituzione con una serie di astrazioni incapaci, vista la loro natura, di produrre una qualsiasi azione """"reale"""", di """"lavorare"""". Si capisce allora come ogni regime che pone all'origine dell'organizzazione sociale un'astrazione di questo tipo, una classe, un partito sia condannato all'impotenza, all'indigenza che risulta immancabilmente col mettere fuori gioco la sola forza vera che è quella dell'individuo stesso. [...] Pensiero arcaico, così antico quasi quanto l'umanità, ma comunque pensiero che uccide la vita, le sue determinazioni viventi, per sostituirle con una costellazione di astrazioni morte: il valore, il denaro, il capitale, il guadagno, l'interesse. Sono queste astrazioni e le loro molteplici variabili che hanno sostituito gli individui viventi, i loro desideri, le loro passioni, i loro bisogni profondi. Sono leggi, quelle che fanno girare il mondo, ormai altre da quelle della vita."""""" -
Elio Petri e il cinema politico italiano. La piazza carnevalizzata
Il cinema politico ha segnato una stagione fondamentale della nostra cinematografia. Elio Petri si differenzia da tutti i registi che hanno dato testimonianza di impegno civile in virtù di una ricerca sempre più spericolata e innovatrice non tanto della rappresentazione della politica reale, come Rosi e altri, quanto del Politico stesso, intendendosi per tale il luogo della relazione immaginaria che il soggetto instaura con la realtà della politica, rappresentandosi in essa come Cittadino coinvolto nel desiderio psicotico nei confronti del Potere, all'interno del rito carnevalesco delle mascherature dove ogni sovversione risulta codificata. Petri, intellettuale di sinistra, mette in questione il Soggetto, scisso in ogni suo possibile scenario, del pubblico e del privato, in cui è giocato dalle contraddizioni dell'ideologia e della sessualità, attraverso l'esercizio di un pensiero ed una pratica di scrittura estremi, sperimentali e solitari nel cinema italiano. Contiene lettere e scritti di Elio Petri, interventi di Goffredo Fofi, Franco Ferrini e Oreste De Fornari. -
Il populismo nella politica italiana. Da Bossi a Berlusconi, da Grillo a Renzi
Se la stabilità del sistema dei partiti italiani nel dopoguerra aveva offerto opportunità molto limitate per il successo di movimenti populisti, dopo la fine della Prima repubblica lo spazio per l'agitazione e la politica populista è diventato il più ampio d'Europa. Per la prima volta attraverso un'analisi globale e comparativa, nei capitoli di questo libro viene spiegato come il populismo politico si sia sviluppato secondo quattro tipi di esperienze: quella della Lega Nord, quella del Movimento 5 Stelle e le due esperienze di ""telepopulismo"""" guidate rispettivamente da Silvio Berlusconi e da Matteo Renzi. In tutte queste esperienze, gli attivisti e i loro leader hanno cercato di ritrovare nuovi contatti, di ascoltare e di parlare direttamente ai cittadini, proponendosi come portavoce non solo delle proteste contro la """"partitocrazia"""", ma anche delle loro richieste e dei loro problemi. È però necessario cogliere l'ambivalenza che caratterizza molte esperienze populiste italiane che cercano di rappresentare nella politica le aspirazioni popolari. Una serie di idee e proposte possono favorire un miglioramento della democrazia nel nostro paese, mentre altre possono offrire spazio e legittimazione a tendenze nazionaliste, xenofobe e razziste, simili a quelle proposte e propagandate dalla destra populista in altri paesi europei."" -
Pascoli e l'inconscio
"Quanto è incredibile e intollerabile come ideologo e come persuasore, altrettanto però Pascoli è inquietante, incantevole e a volte potente come gestore di un'epifania del profondo. La sua importanza sta principalmente in ciò, che nel grembo di una società ormai quasi completamente industrializzata, colta e scettica, che si illude di essersi lasciati per sempre alle spalle i simulacri del proprio primitivo passato, egli fa riemergere all'improvviso una perturbante verità d'origine. Il fanciullo che vede nel buio vede nella nostra notte primigenia, e vi legge sbigottito i segni di una preistoria emozionale che ancora non cessa di assalirci e turba ogni giorno le nostre vene e torna a spezzarci il respiro come in una prima alba. Di questa preistoria attuale e radicale, che forse non si convertirà mai in storia ed è dunque segreta e indistruttibile, Pascoli è un testimone poetico al tempo stesso abbagliato e infallibile."""" (Fausto Curi)" -
Postumani per scelta. Verso un'ecosofia dei collettivi
Il discorso contemporaneo sul postumano ormai si declina in molti modi. Da un lato, si articola a partire dalla domanda seguente: cosa significa considerare l'uomo un animale tra altri animali? Si è sviluppata in tal modo un'esperienza non solo densa di significati esistenziali, ma anche intrisa di una forte componente spirituale, che ruota attorno a una profonda fratellanza con gli animali di altre specie. D'altro lato, i transumanisti si chiedono invece - e in maniera opposta - come superare la finitezza e la precarietà che caratterizza i viventi e aspirano, grazie all'impiego della bioingegneria e delle scienze dell'artificiale, a produrre un uomo totalmente ibridato con gli artefatti tecnologici. In entrambi i casi, la posta in gioco consiste nel ridefinire i confini dell'umano e il senso della convivenza tra viventi e artefatti entro la nicchia ecologica da tutti condivisa. -
Sulla colonna. Le basi corporee dell'esperienza ascetica
Lo stilitismo, che costituisce il tema del presente lavoro, viene generalmente ritenuto una delle più bizzarre (e 'aberranti') esperienze ascetiche. Praticato in Siria a partire dal V secolo d.C, veniva esercitato sulla sommità di una colonna: ivi lo stilita soggiornava per decenni, fino al termine della vita. Era caratterizzato da una serie di pratiche motorie che - pur apparendo ispirate a devozione religiosa - sembrano per molti versi rappresentare la risposta a pulsioni interne all'asceta. L'alternarsi incessante di una postura eretta immobile e di prosternazioni si colloca, per lo stilita, su di uno sfondo di giustificazioni e di valori (e dei relativi vissuti) che ben si configura come una 'spiritualità del corpo'. Una spiritualità, tuttavia, religiosamente inspiegabile, senza alcun legame con le Sacre Scritture o con l'insegnamento della Chiesa: come se in questi soggetti, che pure apparivano interamente rivolti a Dio, la pratica della colonna fosse qualcosa che essi facevano per se stessi. -
Manifesto del nuovo realismo analogico
Il nuovo realismo analogico bilancia il peso di un certo pensiero postmoderno che sostiene un equivocismo estremo, opponendosi al realismo e pretendendo che la realtà sia esclusivamente una costruzione epistemica e sociale - una posizione costantemente minacciata dalla deriva di un relativismo estremo. Questo libro propone di riabilitare e recuperare un'ontologia per l'ermeneutica attuale che, senza un fondamento che la sostenga, rischia di diventare mero equivocismo. Una simile proposta può spingere più di un pensatore a sostenere l'ideale di una filosofia seria e impegnata che cerchi, tra l'altro, di assumersi le proprie responsabilità nei confronti della situazione socio-economica dei paesi latinoamericani. -
Machiavelli Cinquecento. Mezzo millennio del «Principe»
I saggi riuniti in questo volume rappresentano non solo un omaggio, peraltro largamente dovuto, a uno dei più grandi ingegni della tradizione intellettuale europea nell'occasione dei cinquecento anni della composizione del suo celeberrimo libello, ma sono anche e soprattutto uno sforzo non comune per organizzare uno specchio sufficientemente rappresentativo di parecchie delle attuali tendenze della ricerca internazionale su Machiavelli. Dall'Italia, dall'Europa, dall'America, italianisti, filosofi e storici riflettono sulle frontiere più avanzate della Machiavelli-Forschung, proponendo questioni filologiche, indagini sulla eccezionale e multiforme fortuna - nei più diversi contesti geografici e storico-politici - di uno degli autori più letti e più influenti dell'età moderna, e analisi ravvicinate delle questioni più radicali implicite nel suo pensiero. -
L' uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità. Vol. 11-12
Il volume presenta i contributi di: Giuliana Altea, Antonella Camarda, Sara Catenacci, Giacinta Cavagna di Gualdana, Sergio Cortesini, Giulia De Falco, Ilaria De Palma, Eleonora Di Iulio, Jacopo Galimberti, Giovanna Ginex, Giuditta Lojacono, Nicol M. Mocchi, Alessandra Nappo, Vanessa Righettoni, Renata Dias ferraretto Moura Rocco, Daniela Sbaraglia, Marta Sironi. -
Medico, cura te spesso
La medicina, almeno secondo la nostra odierna concezione, non esiste da sempre. Al contrario, fin dall'apparizione dell'uomo sulla terra, sono sempre esistiti la sofferenza, il dolore, la malattia. Qualunque tentativo sia stato fatto in un lontanissimo passato per guarire o lenire anche solo in parte le sofferenze di un essere umano può essere considerato legittimamente medicina. I primordiali atti medici dell'uomo sono stati i più semplici gesti di pietà, di solidarietà, di preghiera o di assistenza fisica e psicologica verso altri esseri umani. Solo molto tempo dopo, attraverso la trasmissione prima orale e poi scritta delle conoscenze mediche, la medicina è passata da pratica empirica a scienza, ""ma la radice filosofica della medicina è quindi stata in origine prima empatica che scientifica; la medicina è nata dalla solidarietà dell'uomo con l'uomo e dal desiderio di sollevare un essere umano dal disagio, dal bisogno e dalla sofferenza"""". Questo saggio ripercorre la nascita della pratica medica come attività prima etica che tecnica e ribadisce l'inscindibile rapporto """"simpatico"""", di sofferenza comune tra curante e curato, tra uomo sofferente e guaritore di fronte alla scoperta della propria comune morbilità e all'aggressione della malattia. Il rapporto duale tra medico e paziente, uniti nell'irripetibile esperienza della malattia, è stato fondante per la medicina per secoli ma oggi, ad onta delle indubbie conquiste della scienza medica, questa relazione rischia di sgretolarsi..."" -
Contro la cultura. Esseri e universi ben invisibili
Alcuni aspetti della cultura occidentale, ben invisibili sotto i nostri occhi, sono il continuo fluire che non diviene della vita intima dell'individuo, l'apparenza di una società dinamica che invece rimane immobile, l'incessante ricomporsi del mondo mentre mima una decomposizione, un illusorio arretrare che non si arrende. Il saggio si addentra nel congegno che muove tutto e non si mostra, nell'apparato che non si fa interrogare, anzi, che non deve essere interrogato perché finge di fare come la rosa del distico di Angelus Silesius: ""è senza perché; fiorisce perché fiorisce, a se stessa non bada, che tu la guardi non chiede"""". La cultura dichiara ricattatoriamente che il mondo non può essere diverso da quello che è. Senza il passato il presente cadrebbe nel silenzio e il futuro prenderebbe la scorciatoia del buio assoluto. Nel suo essere, la natura della cultura permette il ripetersi di consuetudini e modelli non pericolosi per gli assetti sociali. Il continuo peregrinare del passato verso il presente, e viceversa, si candida come futuro, sfida il corso delle cose e si ripropone come fatto iniziale, con la riproduzione apocrifa di una tradizione, con illusori sovvertimenti estetici privi di ogni elemento capace di rinnovamento e cambiamento concreto della vita sociale e individuale. Nell'apparente variabilità, la cultura, intesa come civiltà, nasconde il perpetuo processo di restaurazione delle convenzioni."" -
Dal diritto alla privacy al diritto di matrimonio. L'omosessualità nella giurisprudenza costituzionale statunitense
Attraverso l'analisi della più importante giurisprudenza costituzionale statunitense dagli anni '60 a oggi, il volume ripercorre la genesi e lo sviluppo del diritto alla privacy e la sua importanza per la decriminalizzazione della sodomia, fino ad arrivare ai suoi primi paradossi all'interno della libertà di associazione e della più recente politica del Congresso verso i militari omosessuali. Il volume mette inoltre in evidenza uno dei temi più discussi nell'agone politico e più dibattuti nelle aule di tribunale: il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Con un'analisi che spazia dalle prime sentenze degli anni 70 fino all'abolizione del Defense of Marriage Act, viene messo in luce il conflitto tra diritto alla privacy e principio di uguaglianza nella battaglia per la dignità e la piena cittadinanza. -
Montaigne o la profondità della carne
Montaigne o la profondità della carne indaga l'atteggiamento non vinto, e anzi quasi ginnico, che il grande scrittore francese ostenta davanti ai morsi del mal de la pierre (oggi parleremmo di calcolosi renale) unitamente al veleno di giudizi tranchant, suoi e importati, coi quali egli intende demolire la possibilità stessa di un'epistemologia medica. Dopo Petrarca, Montaigne rinnovava dunque i termini di una polemica contra medicos a cui peraltro il Cinquecento fu partecipe con notevole lena. Nel doppio nodo della malattia e dell'assoluta vacuità delle diagnosi e delle prognosi rifilate a caro prezzo da dottori inchiodati all'incompetenza, si raccolgono innumerevoli problemi, al fondo dei quali non è difficile riconoscere la questione del corpo, del suo statuto, della sua pesantezza e, ciò che più conta, del nesso inspiegabile e indubitabile con l'esprit. Fatto di pezzetti, ognuno dei quali va per conto suo, il corpo non è un oggetto o una rappresentazione di cui ritrovare la verità oltre le cose sensibili. Uomo del Rinascimento, Montaigne si colloca agli antipodi del progetto medievale di disincarnare l'anima allontanandola dal corpo. Il corpo è il campo totale delle nostre esperienze volontarie e involontarie, non la prigione dell'anima. Detto in estrema sintesi, il corpo è il nostro vissuto e la nostra memoria. L'autore dei Saggi vi scorge anche l'anamnesi incarnata del padre. Infatti, ha derivato da lui il mal de la pierre che lo molesta, ma senza che il suo esprit sia ammutolito dal male... -
Islam e mascolinità. La definizione della soggettività di genere nella diaspora musulmana nel Mediterraneo
Gli studi sulle mascolinità islamiche egemoniche, in particolare quelle diasporiche, le legano a fenomeni di violenza, esclusione sociale, terrorismo e devianza, considerando il religioso non come una delle possibili costituenti, ma come una causale problematica. Il testo capovolge questa prospettiva, cercando di individuare le condizioni di emergenza e le caratteristiche del modello prevalente di mascolinità islamica in Europa, proprio a partire dall'islam, inteso come un elemento processuale, influenzato da elementi sociali, culturali, storici, teologici. La costruzione delle mascolinità islamiche legate direttamente o indirettamente alla migrazione appare, così, multiforme, esito dell'interazione tra il concetto di maschile nella religione, i modelli di mascolinità nei paesi del Maghreb e i processi che hanno contribuito a definirli; l'esperienza della migrazione e le condizioni sociali, culturali e religiose che nello spazio europeo influenzano l'elaborazione delle mascolinità diasporiche; le soggettività che partecipano a rielaborarne gli elementi. Il modello che sarà tracciato alla luce di tale interazione costituisce un idealtipo che, se non esaurisce le soggettività maschili musulmane possibili né le declinazioni individuali, ciò che i maschi musulmani europei sono, ne illumina le caratteristiche desiderabili, ciò che i musulmani europei vorrebbero o dovrebbero essere nella costruzione sociale e comunitaria dominante. -
Dopo la guerra. Democrazia, sviluppo e migrazioni in Somalia
I saggi contenuti in questo volume si concentrano su un aspetto poco presente in un dibattito contemporaneo in cui il tema della guerra e del conflitto è, per necessità di cose, centrale: il tema di ciò che accade dopo le guerre e dei processi che a partire da situazioni di conflittualità producono forme di transizione e pacificazione. Esaminando nel dettaglio una serie di processi di stabilizzazione dispiegatisi all'interno del conflitto somalo e riconoscendo come guerra e conflitto siano principalmente dei processi di trasformazione delle società, il testo si sofferma su alcune dinamiche centrali delle transizioni post-conflitto contemporanee: il ripristino di istituzioni democratiche, tra esercizi elettorali e la mediazione di forme tradizionali di autorità, la formazione di società diasporiche come effetto delle migrazioni forzate e il loro profondo impatto sullo sviluppo locale, la memoria della guerra e le forme attraverso cui essa ridefinisce la vita quotidiana degli individui e contribuisce a forgiare nuove identità collettive. -
Al cuore dell'Europa. Una rilettura dell'opera di Marija Gimbutas
A vent'anni dalla morte dell'archeologa lituana Marija Gimbutas, il suo originale contributo alle ricerche archeologiche attende ancora di essere pienamente valorizzato. La sua vasta produzione scientifica, dedicata soprattutto al tema della grande dea madre e alle sue simbologie, grazie alle raffigurazioni plastiche che ella stessa portò in luce durante la sua carriera di archeologa sul campo nei maggiori siti neolitici europei, in questo volume viene analizzata, per la prima volta integralmente, nel significato che essa rivestì in un'epoca in cui le discipline storiche avevano conosciuto un incremento di tecnicismi e nella quale la Gimbutas rappresentò una eccezione assoluta, spesso isolata e dibattuta nella comunità scientifica. -
Tra arte e vita. Percorsi fra testi, immagini, suoni
Il volume è il risultato di una ricerca di Ateneo svolta presso la Sapienza Università di Roma. Muovendo da prospettive scientifico-disciplinari diverse, gli autori dei vari contributi proposti – filosofi, storici dell’arte e della letteratura, archeologi, architetti – tracciano una serie di stimolanti percorsi storico-critici e teorici dando così voce a un’esigenza di ricomprensione di quel rapporto tra arte e vita, e quindi tra arte e realtà, che oggi, in un contesto sempre più dominato dal prevalere di logiche omologanti e massificanti, costituisce un tema di indubbia attualità, a livello sia estetico che etico. A essere in gioco infatti è la possibilità di riconoscere all’arte quella funzione conoscitiva, ossia quel “contenuto di verità”, che la produzione artistica contemporanea tende spesso a negare, e che rappresenta invece l’unica dimensione capace di garantire la funzione critica dell’opera.