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Edith Stein ponte di verità
L'intento di questa ricerca è di prendere ""sul serio"""", forse anche """"sul serissimo"""" e di dimostrarlo, l'itinerario filosofico e teologico di Edith Stein, ponendo in parallelo le voci di chi l'ha conosciuta e ha vissuto un tratto d'esistenza, condividendolo, con lei. L'angolo prospettico presenta un punto di condensazione, il Blickwendung della notte di Bergzabern, il punto di discrimine creatosi con la lettura della Vita di Teresa di Gesù che mutò la vita intellettuale ed esistenziale della giovane fenomenologa e la fece divenire """"ponte"""" nel confronto con la scolastica nell'esperienza della Verità. """"Ponte"""" che tante voci hanno attraversato con lei, nei diversi momenti cronologici della storia, proprio perché vivendo i decenni oscuri dell'Europa ed essendosene lasciata attraversare, ha reso se stessa """"ponte incarnato"""", che ognuno/a può percorrere e attraversare, per giungere alla conoscenza di sé ed aprirsi al mistero dell'irruzione di Dio. Edith Stein, scoperta la sua vocazione di """"ponte"""" intellettuale fra fenomenologia e scolastica, ritenuta dal suo contemporaneo prof. Dyroff dell'Università di Bonn, """"la più grande donna del cielo dei filosofi tedeschi"""", diviene anche """"ponte"""" fra Israele e la Chiesa cattolica, nell'efferata tragedia della Shoah scagliata sull'Europa e sul mondo dall'ideologia nazista e perpetrata dalla macchina burocratica della """"banalità del male"""" nazista."" -
L' antropologia di Anselmo d'Aosta. Tra fondamento ontologico e istanza teologica
Questo studio presenta la concezione antropologica di Anselmo d'Aosta attraverso una lettura ermeneutica e storico-teoretica della quasi totalità dei suoi testi fondamentali. L'originalità di Anselmo emerge nel preciso riferimento e nella parziale discontinuità con l'impianto antropologico e teologico agostiniano. Lo studio si articola in cinque capitoli che mostrano come l'imprescindibile fondamento di Dio, da cui tutto procede, passi, attraverso l'icona del Cristo e della sua incarnazione, all'uomo, riconducendo nuovamente a Dio. Infine, attraverso una ripresa del Proslogion, si sottolinea come anche l'id quo maius acquisti valenza ancor più ricca attraverso i riflessi antropologici che suggeriscono stimoli di profondo interesse anche per l'uomo contemporaneo. -
Soggetto, persona e fabbricazione dell'identità. Casi antropologici e concetti filosofici
Recentemente il concetto d'identità è stato messo in discussione: l'identità dell'uomo moderno con la sua pretesa autonomia e la libertà di un sé pienamente sviluppato; l'identità collettiva con i suoi pericolosi sviluppi verso forme di riconoscimento chiuse, ripiegate su se stesse o congelate nei fantasmi delle identità nazionali. La questione dell'identità rinvia alle concezioni moderne del soggetto e della persona. Per rivisitarla in modo critico, i saggi raccolti in questo volume ricorrono alla prospettiva antropologica della fabbricazione dell'umano o antropopoiesi. In questa prospettiva, il soggetto si mostra nella sua identità individuale come prodotto delle relazioni intessute con il contesto ecologico, sociale e culturale, ma appare ugualmente dotato di intenzionalità, della possibilità di dire ""io"""" e di una riflessività che gli permette di costruirsi in interazione con il suo ambiente. Centro instabile ed effimero di pratiche antropopoietiche di costruzione di sé in rapporto con gli altri, il """"soggetto"""" è anche un concetto che richiede la comprensione delle dinamiche identitarie. Di qui i due approcci proposti in questo volume in vista di una definizione plurale e polivalente del soggetto e della sua identità. Da una parte una prospettiva antropologica, interessata a cogliere l'impatto identitario delle pratiche e delle rappresentazioni della persona in diverse culture."" -
Sulla sublimazione. Un percorso del destino del desiderio nella teoria e nella cura
"L'umanità 'sublima meno'? La Psicoanalisi oggi utilizza con interesse apparentemente minore il concetto di sublimazione nella teoria, nella pratica clinica e nella tecnica? In questo lavoro ben documentato internazionalmente, uno dei più perspicaci e stimolanti che ho avuto occasione di leggere in anni recenti, una psicoanalista appassionata, estremamente sensibile agli urgenti cambiamenti che stanno avvenendo, esplora l'evoluzione e gli alti e bassi di un concetto che è stato in parte dimenticato ma che rivela una segreta e potente connessione - più forte di quanto non si potesse immaginare - con le trasformazioni dello stile di vivere nel mondo contemporaneo. Cultura, stili di vita, tratti di personalità, modelli educativi, percorsi terapeutici, la dimensione estetica e i contratti sociali sono guardati alla luce delle vicessitudini della sublimazione: ancora una volta prova che la prospettiva psicoanalitica, se rigorosa e va in profondità, è capace di contribuire all'interpretazione di una realtà più complessa, così come al continuo sviluppo delle sue stesse pietre angolari teoriche e cliniche."""" (Stefano Bolognini)" -
Un salto nell'alto. Vol. 12: L'uomo-lingua e la poesia.
La questione della lingua pone la domanda se convenga approfondire la propria lingua originale, considerata la familiarità e la prossimità che ce la rendono disponibile; si articola poi nella considerazione dei risultati e dei vantaggi che da tale approfondimento si possono ottenere; infine restano da esaminare i modi in cui condurre tale studio. L'approfondimento della propria lingua consiste in una consapevole ricognizione delle sue proprietà, per cui chi la usa mentre la usa ne avverte i diversi stati e strati, le connessioni e possibilità. Nulla più allora avviene macchinalmente nell'espressione, ma tutto viene percepito e valutato: ne deriva un incremento nella coscienza del parlante circa le possibilità del suo parlare. -
Un salto nell'alto. Vol. 26: Pensare l'impensabile e altre aporie.
Viviamo nell'incertezza e pure nasce ogni cosa nell'incertezza: abitiamo isole galleggianti che le correnti spostano, cambiando la conformazione dell'arcipelago. Dobbiamo continuamente disegnare le mappe, però, appena solleviamo la punta della nostra penna, esse non sono già più fedeli. Un'instabilità dentro e fuori di noi ci sottrae persino la possibilità di tenere un punto d'osservazione. Stiamo appostati su un punto tutt'altro che fermo. Di una medesima instabilità soffrono i quattro saggi di materia elementare che compongono questo libro: La creatività primitiva, Scrivere e pensare, L'improvvisazione in pittura, La poesia visiva. Dalla loro hanno però la carica intatta di un inizio, la freschezza della marginalità, la sorpresa dell'improvvisazione; hanno fatto esperienza dell'impensabile. Non abbiamo nulla da temere. -
Proprietà di parola. Derrida e la metafora
La metafora è un concetto decisivo nella concezione e nel metodo di lavoro di Jacques Derrida, decisivo nella tessitura del suo linguaggio. Non solo perché la metafora è il luogo e il banco di prova privilegiato del fatto che il significante precede il significato, assicurandone il funzionamento. Ma anche perché lo stile di lavoro di Derrida consiste nel circoscrivere il significato, analizzando (de-costruendo, nel linguaggio derridiano) il luogo e le leggi della sua costituzione, che riposano non sulla trasparenza di un logos, ma sull'intreccio originario di un rimando, di una dislocazione non visibile a un colpo d'occhio. La metafora è pensata da Derrida come l'origine, come il movimento generativo del suo stesso discorso. Qui si radica l'originario articolarsi della unità e insieme del differire delle classiche opposizioni: sensibile/intelligibile, esteriore/interiore, trascendentale/empirico, tempo/spazio. ""In questo giunto imprendibile, in questo grafico irrappresentabile Ilaria Vigorelli, alla scuola di Derrida, lavora a rintracciare i segni di questa azione unitiva, abissalmente sui generis, nella struttura stessa del logos occidentale"""" (dalla Prefazione di Gianfranco Dalmasso)."" -
Ponti-Ponts. Langues Littératures. Civilisations des Pays Francophones . Vol. 15
COMITÉ SCIENTIFIQUE: MARCO MODENESI Directeur RAOUL BOUDREAU CRISTINA BRANCAGLION ANDRÉ BROCHU MARIA COLOMBO TIMELLI MANDÉ ALPHA DIARRA GIAN LUIGI DI BERNARDINI JACQUES DUBOIS ALESSANDRA FERRARO DANIELA MAURI MARCO MODENESI SILVIA RIVA SIMONETTA VALENTI COMITÉ DE RÉDACTION: CRISTINA BRANCAGLION Secrétaire BARBARA FERRARI MARIA BENEDETTA COLLINI FRANCESCA PARABOSCHI JADA MICONI ELISABETTA BEVILACQUA NOTES DE LECTURE: Études linguistiques CRISTINA BRANCAGLION Francophonie européenne SIMONETTA VALENTI Francophonie du Maghreb DANIELA MAURI Francophonie de l’Afrique subsaharienne MARIA BENEDETTA COLLINI Francophonie du Québec et du Canada ALESSANDRA FERRARO Francophonie des Caraïbes MARCO MODENESI OEuvres générales et autres francophonies SILVIA RIVA -
La Resistenza in una grande fabbrica milanese. Il diario di Angelo Pampuri operaio della Breda
Nella vasta memorialistica resistenziale non sono molte le testimonianze sulla realtà viva delle grandi fabbriche. Felice eccezione dunque il diario di Angelo Pampuri, operaio specializzato della I sezione dello stabilimento Breda di Sesto San Giovanni, conservato presso la Fondazione Isec, ora integralmente pubblicato a cura di Giuseppe Vignati, con la presentazione di Gianni Cervetti. Dalle annotazioni di Pampuri, con la loro scansione quotidiana, emerge un quadro dettagliato delle durissime condizioni di vita e di lavoro degli operai di fabbrica nei drammatici mesi dell'occupazione tedesca. Ma anche la capillare attività di propaganda e di resistenza da parte dei lavoratori, militanti e no, e il loro impegno per realizzare le speranze di un futuro di democrazia. Un impegno che sarebbe costato a molti di loro la deportazione, come documenta il volume di Giuseppe Valota, ""Dalla fabbrica ai lager. Testimonianze di familiari di deportati dall'area industriale di Sesto San Giovanni"""" (Fondazione ISEC, Mimesis, 2015)."" -
Dalla fabbrica ai lager. Testimonianze di familiari di deportati politici dall'area industriale di Sesto San Giovanni
La deportazione nei campi nazisti dei lavoratori dell'area industriale di Sesto San Giovanni vista con gli occhi di chi è rimasto a casa. In questo libro parlano le madri, le mogli, i figli dei lavoratori che vennero presi dai fascisti per essere consegnati ai nazisti e deportati. Un viaggio per i più senza ritorno. Giuseppe Valota nell'arco di oltre vent'anni di paziente lavoro ha composto il racconto della classe operaia, della vita che ruotava attorno alla fabbrica, della vita vera, concreta, dolorosa, di tante famiglie private dell'unico sostegno. Ma anche il racconto della solidarietà, che sfidava il coprifuoco per dare alla famiglia del deportato un frutto, un pezzo di pane, qualche soldo: mani anonime che ti dicevano che non eri solo e si poteva resistere. -
Stranieri, ospiti, alieni, alienati e pluralismo culturale
Tra alieno e alienato corre lo stesso filo sottile che unisce l'ospite, lo straniero, al nemico. Il confine tra l'accettazione e il rifiuto, tra l'apprezzamento e la condanna non è quasi mai visibile, perché nessuno può pienamente comprendere la propria identità e cosa possa fargliela perdere. È la società stessa a generare alienazione poiché include, sottraendo parte dell'essere dell'individuo, e insieme esclude, producendo diversità e marginalità. L'ambiguità è nella tragedia stessa della vita, come spiega il mito di Edipo: eroe del potere che impone una legittimità normativa e, al contempo, la viola per poi tornare a purificarla. Allo stesso modo, oggi, l'immigrato, come eroe del lavoro, sopperisce alla carenza di manodopera, come sottopagato o clandestino attenta al benessere dei lavoratori autoctoni e, come capro espiatorio, subisce il peso di una sicurezza sociale mai garantita. -
Il valore della letteratura. Scritture in onore di Luigi Sampietro
La fede nell'esistenza della letteratura e nel prezioso valore del sapere che essa incarna ed esprime è alla base della ricerca e dell'insegnamento pluridecennale di Luigi Sampietro, professore ordinario di Letteratura inglese e poi angloamericana presso l'Università Statale di Milano dal 1981 al 2013. Questo volume, che raccoglie l'omaggio di colleghi, allievi e amici, è ispirato allo stesso valore e per questo è composto di ""scritture"""" di varia natura, che spaziano dai saggi accademici di critica letteraria della sezione degli Scritti ai tributi creativi - espressi nei diversi linguaggi della narrativa, della poesia, della traduzione, ma anche della pittura e della fotografia - della sezione delle Scritture. Molti contributi rivisitano luoghi della letteratura cari al professore (la poesia di Derek Walcott, una poetessa coloniale, Alice Munro, la traduzione poetica, la letteratura come forma di conoscenza), altri ne esplorano di nuovi, o nuovi aspetti di quelli già noti e consacrati dalla critica (Shakespeare, William Carlos Williams, Hemingway, Shirley Jackson, Jean-Noél Pancrazi, il pittoresco, il posto della letteratura nel discorso pubblico europeo e internazionale). Il desiderio di tutti gli autori è di riconoscere, e festeggiare, la testimonianza di uno studioso e maestro che è stata, ed è, feconda in tutte le sue manifestazioni."" -
Manifesto per una buona sanità
"Manifesto per una buona sanità"""" è la proposta di una grande riforma. Il volume delinea i contesti della situazione critica del sistema italiano e ne indica la possibile soluzione. Scrive Giorgio Moretti: """"La riforma radicale del sistema sanitario e del sistema di salute è la riforma delle riforme e deve essere affrontata subito; con la riforma del sistema sanitario si attacca il grande tema della corruzione, che discende dal """"maneggiare"""" oltre 65 miliardi di acquisti; si attacca l'evasione fiscale, cambiando il modello di finanziamento; si attacca il consociativismo e il """"poltronificio""""; si ridisegna il sistema Paese in una logica meritocratica. Insomma, la riforma del sistema sanitario, per chi non lo avesse capito è, per così dire, la """"madre di tutte le riforme"""". Portiamo avanti l'orologio, teniamo conto dei vettori evolutivi, epidemiologici e scientifici dei prossimi dieci anni e liberiamoci dagli interessi dei singoli, legittimi e da rispettare, per raggiungere una sintesi a favore dei molti, obbligata e ineludibile""""." -
Lacan e l'estetica. Lemmi
L’epoca contemporanea chiama a un nuovo pensiero estetico, oltre i confini del sistema dell’Arte e al di là del sentire cosciente. L’insegnamento della psicoanalisi lacaniana ci offre l’occasione per corrispondere a questa chiamata. Non si tratta di “applicare” la psicoanalisi all’Arte o all’Estetica in generale. Si tratta di ripensare alcune delle nozioni chiave con cui la modernità ha definito le coordinate simboliche del sentire attraverso un lavoro di costruzione concettuale che convenga all’esperienza analitica e all’elaborazione che Lacan ne ha offerto. È per sviluppare questa esigenza che, all’interno delle attività di Orbis Tertius, abbiamo progettato il presente volume, aprendo un campo d’indagine sul possibile innesto tra psicoanalisi lacaniana ed estetica. Il volume si apre con due delle nozioni chiave, forse più note, dell’insegnamento di Lacan: linguaggio e desiderio. E prosegue con nozioni altrettanto “classiche”, come l’immaginario, lo sguardo e la voce, per poi esplorare nozioni che interessano più da vicino l’ultimo insegnamento di Lacan, come lo stile, il corpo e la lettera. -
Ágalma. Vol. 29: Autoinganni, autofinzioni.
Questo nuovo numero di ""Ágalma"""", la rivista di studi culturali e di estetica diretta da Mario Perniola, raccoglie gli articoli di Miki Okubo, Fabrizio Scrivano, Sergio Benvenuto, Paolo Bartoloni, Antonio Romano, Marco Viscomi, Cristina Formenti."" -
Il respiro della fiducia. Pratica di consapevolezza e visione materna
La fiducia è lo spago che tiene insieme l'inizio e la fine del giorno, l'inizio e la fine delle cose. La fiducia non è dogmatica, né ha pretesa di essere dimostrata attraverso verità più o meno assolute; non ha la dignità di una voce filosofica, né può vantare il numero di studi che conta invece il concetto di fede. Non ha schierato eserciti, né in suo nome sono stati condotti guerre o massacri. 'Fiducia' è parola pudica e sempre giovane, che inizia ogni giorno, che si rinnova nel qui e ora, perché da sempre c'è bisogno di fiducia per cominciare il giorno e continuarlo... Fiducia è apertura all'attesa che sono/che siamo, all'infinito di esistenza possibile. La fiducia si dà tempo, conosce l'attesa e, nel tempo dell'attesa, lavora di opera. Conosce fatica. La sfiducia non fatica, ma è faticosa, questo sì, bagaglio portato appresso, ingombrante di peso e senza futuro. Né debole oppure buonista, né mansueta o passiva, la fiducia è determinata e coraggiosa, tenace e pronta di azione. È da sempre archetipicamente femminile e materna. -
Storia e progetto. Il completamento di Cremona nell'intervento City Hub
Il consolidarsi della cultura ambientale, le mutevoli dinamiche economiche e le recenti trasformazioni sociali e culturali hanno spostato il baricentro del progetto dalla ""centralità della funzione"""" alla """"centralità del luogo"""", attivando nuove linee di ricerca attorno alla questione del fenomeno urbano, componente essenziale dell'organizzazione del territorio e campo di applicazione privilegiato per la sperimentazione tipologica e tecnico-costruttiva. Lo scenario contemporaneo presenta logiche spesso ingiustificate di espansione insediativa e un sempre più evidente spreco di suolo rendendo la città sempre più complicata, sofferente e disincantata. Al fine di arginare tali processi diviene essenziale recuperare un concetto di paesaggio inteso quale ambito economico e sociale, spazio di vita associata e di lavoro i cui simboli subiscono un continuo mutamento parallelo alla società della quale sono la viva espressione. Una costante, mutevole relazione tra società e ambiente fisico, tra uomo e territorio, che produce una trama di connessioni molteplici tra i singoli differenti elementi di un quadro comunque unitario e organico. Progettare architetture per una città sana, armonica e integrata significa innescare possibili scenari insediativi che contemplino l'impiego di tecniche e risorse contemporanee all'interno del complesso di relazioni evidenti nella lezione della trama storica consolidata."" -
Performance divino-umana. La concettualità del drammatico nella proposta teologica di H. U. Von Balthasar
Il testo offre uno studio sistematico del ruolo del drammatico nell'ermeneutica teologica di H.U. von Balthasar, recuperando in tale ottica i riferimenti alla storia del teatro, alla problematica del suo rapporto con le istituzioni ecclesiastiche, e le sollecitazioni provenienti dai principali drammaturghi occidentali. Il drammatico è così studiato non nei prolegomena alla teologia o dal punto di vista della comprensione dell'esistenza storica del soggetto, bensì nell'esposizione della dogmatica (cristologia, soteriologia, escatologia), verificando se esso si esaurisce in un riferimento estrinseco o se dispiega un autentico potenziale ermeneutico per la teologia. Il testo determina quindi il concetto di dramma che abbraccia la produzione dell'autore (dramma come incontro di libertà), e indaga quale modello drammaturgico sia effettivamente impiegato in sede teologica, sostenendo che, nell'esposizione della dogmatica, Balthasar abbandona il teatro della rappresentazione per impiegare un paradigma di riferimento più prossimo alla drammaturgia della performance. -
Pharmageddon. Eclissi della cura e marketing della medicina
Malattie, vaccini, psicofarmaci, pubblicità e denaro. L'intreccio da cui può risultare o meno la nostra salute è molto complesso. Professore di psichiatria presso l'Università di Bangor del Galles nel Regno Unito, David Healy è un protagonista e testimone della rivoluzione avvenuta in psichiatria con la scoperta e l'introduzione nella pratica clinica degli psicofarmaci, che hanno cambiato il destino dei malati mentali, la medicina e la società stessa. Si è inoltrato con coraggio nella variegata architettura della sanità occidentale tra case farmaceutiche, agenzie pubbliche di controllo come i ministeri della sanità e campagne mediatiche. In questo volume, l'autore passa in rassegna i numerosi problemi posti dal controllo che l'industria farmaceutica esercita sulla medicina moderna, mettendo in luce un sistema a incastro, che a volte diventa una ragnatela di errori pagati dai pazienti. Con il coraggio della sua competenza, Healy suggerisce alcune vie d'uscita a partire da una lettura diversa dell'efficacia dei farmaci. In un momento storico in cui l'abuso di farmaci viene scambiato per cura, la riflessione culturale suscitata da questo inedito restituisce dei fondamentali interrogativi sulla funzione sociale della medicina. -
Da Twin Peaks a Twin Peaks. Piccola guida pratica al mondo di David Lynch
"Ci rivedremo tra 25 anni"""". Con questa promessa, nell'estate del 1991, Laura Palmer dava appuntamento all'agente Dale Cooper in un lontano futuro. Era l'ultima puntata della seconda stagione di Twin Peaks, ed è stato necessario aspettare davvero 25 anni o giù di lì, prima che la terza stagione fosse finalmente annunciata. Ma quanti ricordano ancora che cosa era successo nelle prime due stagioni? Quale occasione migliore di questa per rispolverare le vicende di Twin Peaks? Questo libro nasce per fornire una guida pratica al cinema di Lynch, che aiuti a districarsi tra nani, giganti, logge ultraterrene, mostri deformi, sogni, perversioni, tradimenti, misteriosi cowboy, conigli antropomorfi, sedute spiritiche e zingari polacchi. Ma anche dall'idea che, più che realizzare tanti film, nell'arco della sua produzione David Lynch abbia composto un'unica grande opera. Per capire il regista bisogna entrare nel suo mondo. Qui si cerca di spiegare perché e di fornire un riferimento per orientarsi."