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L' anima e il campo. La produzione del sentire
Anima è un'antica parola per indicare ciò che nella cultura occidentale sta alle spalle del soggetto, un'entità che sente, titolare di aisthesis e matrice dell'estetico. Oggi però, dopo il soggetto moderno, il sentire dell'aisthesis non è solo una premessa o la prima tappa della soggettivazione ma piuttosto ciò che ne rimane: un resto o un movimento di fuga. Come pensare l'anima oggi? Oltre l'Estetica come filosofia dell'arte, si tratta di descrivere i caratteri del campo estetico, l'esterno che affetta l'anima: uno spazio sociale dove operano specifici meccanismi di produzione che ci fanno sentire. L'anima: un effetto o una perturbazione del campo. -
Dall'attestazione al riconoscimento. In ricordo di Paul Ricoeur
I testi qui raccolti permettono di cogliere la natura del percorso filosofico compiuto fra il 1989 e il 1998 dalla Sezione FVG della SFI assieme a Paul Ricoeur. Questi scritti, talora presentati dall'autore in anteprima anche rispetto alla pubblicazione francese delle opere maggiori sull'argomento, affrontano snodi cruciali del suo pensiero. In alcuni di essi la riflessione sulla pluralità appare centrale: pluralità dei sensi dell'essere in Aristotele per pensare un'ontologia oltre Heidegger e Lévinas; pluralità delle prospettive della verità e dei livelli dell'agire umano; pluralità dei generi letterari della Bibbia e, dunque, dei nomi di Dio. In altri, la riflessione sulla fondamentale storicità della condizione umana accompagna, pur attraverso l'esperienza della sofferenza, la tensione alla felicità, mentre dalla difficoltà di porre in relazione vissuto e istituzione sorge la ricerca della giustizia e del riconoscimento. Contiene interventi di Beatrice Bonato, Guido Gorgoni, Francesca Scaramuzza, Fabrizio Turoldo, Elianna Viallalta. -
Alza la posta! Saggi storici sul bioregionalismo
Il libro contiene dodici brani che, nelle intenzioni del curatore, ben rappresentano il percorso di Peter Berg nell'articolazione e nella diffusione del concetto bioregionale. Dopo i primi due testi che hanno la funzione di manifesto del bioregionalismo, i successivi ne svelano progressivamente il significato, rimanendo comunque sempre ben ancorati ai luoghi e ai fatti: è il caso, per esempio, del contributo intitolato ""Riabitare la California"""", in cui viene definito il concetto di bioregione, partendo proprio dalla realtà statunitense. La finalità del pensiero bioregionale è quella di considerare l'umanità da un punto di vista storico-antropologico e di tracciare le linee guida per un post-ambientalismo che abbia come obiettivo quello di avanzare proposte per lo sviluppo di politiche localmente appropriate nel cui ambito anche le grandi città, in cui vive gran parte della popolazione mondiale, possano diventare luoghi sempre più verdi e integrati con l'ambiente circostante. Chiude il volume un'intervista con Richard Evanoff che costituisce la sintesi degli argomenti trattati da Peter Berg nel corso di questa antologia."" -
Danze. Poesie 1993-2016
"Delfino ci chiede di pensare la vita come unità, ci induce a pensare la vita senza fare penitenza, ci indica che il valore dell'esistenza sta lì, nella vita stessa. Con la danza, l'essere umano si avvezza alla vita terrena, al suo essere terreno. La danza interviene e agisce sull'esistenza, è essa stessa vita, forse è la potenza che governa lo scorrere della vita. Tra chi scrive e chi danza ha luogo un moto di avvicinamento interminabile. Quando le parole prendono un'abissale pausa dal buon senso comune e politico, la danza comincia a incarnare le vie d'uscita possibili. Più comune all'uomo del suo corpo non esiste luogo. La poesia è l'unica forma di compromesso accettabile tra le Danze indomabili e la parola, data."""" (Dalla Prefazione di Flavio Ermini)." -
Forma sinarum. Personaggi cinesi nella letteratura italiana
In maniera sotterranea e persistente, un preciso immaginario intorno alla Cina e ai cinesi matura nell'opera di numerosi autori italiani. Da Marco Polo a Ermanno Rea, passando per l'opera di Boccaccio, Ariosto, Metastasio, Leopardi, Calvino, Malerba, fino alla nutrita produzione di scritti di viaggio che nel corso del Ventesimo secolo ha raccontato dal vivo quella regione del mondo e i suoi abitanti. Un affresco in continua mutazione, ricco di figure in primo piano, ma anche di comprimari e di sfondi frastagliati dove hanno trovato collocazione, nel corso di una storia lunga quanto avvincente, personaggi e paesaggi perlopiù scomparsi dalla memoria. ""Forma Sinarum"""" tenta di individuare in un unico disegno, quasi una costellazione di senso, le maschere, gli stereotipi, le utopie che hanno materializzato agli occhi dei lettori il Centro del Mondo e le sue meraviglie."" -
La rappresentazione incorporata. Una etnografia del corpo tra stereotipi coloniali e arte contemporanea
Il corpo è sempre stato un oggetto di studio sfuggente, pericoloso e indocile per le scienze sociali. Occorre smettere di pensarlo come un oggetto e considerarlo come soggetto di produzione di senso, raccogliendo le sfide epistemologiche che pone con urgenza ai recinti disciplinari e agli sguardi riduzionisti coi quali si è spesso tentato di mapparne la complessità. A partire dal superamento della radicale separazione tra corpo e mente sulla quale si sono fondati i diversi sguardi della modernità (scientifico, antropologico, coloniale), il concetto di incorporazione ha da tempo aperto la possibilità di ripensare gli approcci classici allo studio del corpo. Attraverso un'analisi dello stereotipo coloniale come strumento di costruzione dell'identità che passa per la rappresentazione del corpo, questo studio esplora le possibilità di una sua sovversione nel lavoro delle artiste contemporanee Lorna Simpson e Kara Walker. Utilizzando un approccio interdisciplinare tra antropologia, sociologia, studi culturali e postcoloniali, studi visuali e storia dell'arte contemporanea, questa analisi esplora il modo in cui le opere delle artiste smascherano e disinnescano lo stereotipo di matrice coloniale sul corpo. Le opere analizzate ""impongono"""" all'osservatore una modalità percettiva che non è più un'attività prettamente razionale ma un'attività incorporata, che coinvolge il corpo dell'osservatore, considerando gli aspetti emozionali nella loro capacità di produrre senso."" -
La psicologia critica e i rapporti tra economia, storia e psicologia
Nel vasto panorama della psicologia gli studi sui suoi rapporti con l'economia, vista soprattutto dall'angolazione storica, sono rari. Più in generale, i punti di incontro non occasionali tra psicologia e storia sono pochi. Questo volume vuole colmare, almeno in parte, questa lacuna mostrando la latitudine delle possibili aree di approfondimento e le strette interconnessioni con vari ambiti di studio, tra i quali - in primo luogo - la psicologia critica, ma anche con settori apparentemente estranei e remoti, come la psicologia dei consumi. -
Lo spettro della fine. Pensare l'Apocalisse tra filosofia e cinema
Pensare l'Apocalisse significa avvicinarsi, inevitabilmente, alla fine. Fine che implica anche etimologicamente il termine ultimo, il traguardo in cui l'individuo come il mondo (la collettività) trova non sempre il suo compimento, ma la possibilità di riscatto e di ricominciamento. Certamente l'immaginario apocalittico - sia esso mitico che religioso che narrativo che culturale che cinematografico - evoca un momento di crisi e di rottura: insomma una catastrofe che viene rappresentata in varie forme ma che preclude e lascia spazio alla trasformazione. Pensare e ripensare l'Apocalisse attraverso strumenti ermeneutici diversi da quelli canonici è il filrouge che lega l'analisi del libro: una chiave di lettura della fine del mondo attraverso il cinema e la filmografia, ovvero attraverso quelle immagini che si trasformano in pensiero, in concetti. Premessa di Claudio Bonvecchio. -
«Lo Stato libero e democratico». La fondazione della politica nello Zibaldone
"Lo stato libero e democratico è certamente il migliore di tutti"""". Così Giacomo Leopardi scriveva nello Zibaldone, lo sconfinato palinsesto in cui aveva riversato e ordinato i suoi pensieri filosofici, storici, filologici, letterari. La presente antologia è una selezione dei passaggi più significativi sul piano politico e storico-politico, che si fonda sul lavoro di indicizzazione lemmatica e concettuale realizzato sul corpus da Leopardi stesso. Un ampio apparato di commento ai passi dello Zibaldone completa l'antologia. Trascurando ogni aspetto di politique politicienne, l'attenzione è stata concentrata sull'obiettivo forse più notevole del Leopardi pensatore: la rifondazione della politica dopo la Rivoluzione francese e dopo la Restaurazione. Libertà, democrazia, eguaglianza, conflitto sono solo alcune delle """"categorie della politica"""" di un discorso critico-sistematico che costituisce un unicum non solo per la nostra autocoscienza nazionale, ma per l'insieme della cultura politica e civile della modernità." -
Paul Schrader. Il cinema della trascendenza
Il volume vuole restituire la statura e la complessità di uno dei più importanti autori americani della sua generazione, un cineasta fortemente influenzato dal cinema e dalla cultura europea, uno sceneggiatore rigorosamente indipendente ma capace di lavorare anche su committenza per alcuni generi e di muoversi con disinvoltura nel sistema hollywoodiano. Conosciuto più come sceneggiatore che come regista per aver scritto film di autori come Pollack (Yakuza), Scorsese (Taxi Driver, Toro scatenato, L'ultima tentazione di Cristo), De Palma (Complesso di colpa), in realtà Schrader fin dal suo film d'esordio Tuta Blu (1978) s'impone come un regista a tutto tondo, capace di ritagliarsi un percorso artistico ed espressivo intorno a temi profondi e stimolanti, di fare un cinema riflessivo e anche provocatorio segnato da una forte personalità autoriale. Il libro prova a (ri)leggere l'opera di Schrader attraversandola in lungo e in largo dalle angolazioni più diverse e sviscerandone i temi più evidenti ma anche i motivi più nascosti. Gli autori tracciano così un percorso interpretativo-analitico che apre l'universo del regista ad audaci e stimolanti chiavi di lettura ed esplora zone anche oscure ed enigmatiche del suo complesso rapporto con il cinema e con la realtà. E quindi: lo Schrader sceneggiatore, la religione, l'erotismo e il sesso presenti nel suo cinema, le colonne sonore, le influenze europee, lo spazio, il rapporto con la letteratura e con i generi. -
Corpo e carattere. Il dramma del contatto a ripartire da Reich
Un concetto ampio di salute, vista come un modello le cui funzioni fisiche e psichiche insieme si esprimono così armonicamente da farci provare un profondo senso di benessere, consente di rilevare i pericoli insiti nell'oggettivazione della nostra realtà corporea. Solo la facoltà autoriflessiva di ciò che definiamo ""mente"""" può giungere a concepire il """"suo"""" corpo come uno strumento, inducendoci a perdere di vista la reale coincidenza fra il corpo e ciò che lo """"anima"""". In questa riflessione su di sé, sin dalle origini della nostra cultura, si è insinuato un dramma, ossia quello della perdita di contatto fra ciò che è visto come meramente """"organico"""" e ciò che è concepito come """"spirituale"""" e """"razionale"""". Il funzionalismo di Wilhelm Reich è in tal senso paradigmatico, teso com'è a dimostrare la completa identità fra le funzioni fisiche e psichiche di tutto il vivente, pertanto compreso l'Uomo. Tale concezione ha fatto sì che gli interventi terapeutici, attraverso il fondamentale apporto della sua caratterologia, potessero evolvere dalla """"cura con le parole"""", la psicoanalisi di Freud, sino alla bioenergetica di Alexander Lowen il quale, com'è noto, ha nuovamente posto in primo piano i corpi, del paziente e del terapeuta, ed è in debito con Reich dei suoi principali fondamenti teorici. Presentazione di Luigi Vero Tarca, Prefazione di Giuseppe Goisis."" -
Il dispositivo estetico e la funzione politica della gerarchia in cui è evoluto
Contro ogni pretesa di normatività, l'estetico va ricondotto alle operazioni mentali che lo costituiscono come tale. Tuttavia, l'insieme di queste operazioni ha una sua storia e un posto nella gerarchia dei dispositivi mentali che gli esseri viventi hanno generato in un processo di adattamento biologico e culturale - prima biologico, poi culturale, senza però che sia mai chiaro dove e quando una certa categorizzazione possa sostituirsi all'altra. La consapevolezza in ordine alle priorità di questi molteplici dispositivi è questione di responsabilità politica. -
L' inutile fatica. Soggettività e disagio psichico nell'ethos capitalistico contemporaneo
Questo volume raccoglie i contributi rielaborati a partire da un seminario di studi organizzato nel 2014 a Palermo dal titolo ""L'inutile fatica di essere se stessi"""". Tanto quell'incontro, quanto questo testo, mettendo a confronto riflessioni di psicoterapeuti, filosofi ed attivisti sociali, vogliono essere un tentativo di indagare i dispositivi attraverso cui il neoliberismo produce forme di disuguaglianza sociale e di sofferenza esistenziale. Al tempo stesso, guardare in faccia la """"crisi"""", rappresenta una strada per non considerare l'infelicità solitaria un dato ineludibile della nostra società ed andare alla ricerca di nuove vie solidaristiche."" -
Il «Wortsatz» di Philipp Wegener. Ovvero dell'unità comunicativa minima
Negli studi sul linguaggio condotti in ambito tedesco dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento ha avuto un ruolo significativo il dibattito sulla nozione di frase. Uno dei nodi centrali del dibattito riguarda la natura della ""frase-parola"""", ovvero delle espressioni costituite da un unico elemento. Tali espressioni hanno dignità di frase oppure no? Un'interpretazione ampia e articolata delle espressioni unimembri è avanzata da Philipp Wegener nel saggio Der Wortsatz, pubblicato nel 1921. In questo volume è proposta la traduzione italiana dell'articolo di Wegener, preceduta da un ampio saggio che contestualizza la sua proposta teorica all'interno del succitato dibattito e presenta i capisaldi della sua teoria."" -
Estasi.com. Diario India Thaiti
Diario, narrazione, saggio, poesia: una scrittura plurale, eclettica e insieme cordiale descrive i paesaggi naturali, umani e spirituali percorsi dall'autore. Di luoghi e sentieri mistici, ormai fruibili anche online, Licciardello confida ed affida al lettore la memoria delle origini, le immagini e il brivido dell'irripetibile - rivelandone la complementarietà, la potenza e la grazia. Un'opera che a buon diritto può annoverarsi fra i romanzi di trasformazione della coscienza, ""requisito di ogni azione responsabile per l'evoluzione umana""""."" -
Il perverso ritorno del reale. William T. Vollman e Roberto Saviano
Nel contesto dell'ampio dibattito letterario, filosofico e culturale relativo alla possibilità di definire l'attuale congiuntura storica del tardo-capitalismo globale attraverso la formula del ""ritorno del reale"""", il volume problematizza la questione del Reale attraverso il riferimento alla critica lacaniana e post-marxista di Slavoj Zizek, allo scopo di illustrare come l'apparente ritorno anacronistico al """"realismo"""" costituisca una fuga dalla dimensione """"impossibile"""" del Reale, in senso lacaniano. L'inchiesta problematizza il rinnovato interesse per alcuni specifici generi letterari, come il noir, l'auto-finzione, il romanzo storico-documentario e la docu-fiction di carattere testimoniale, la cui fortuna editoriale riflette la crescente domanda di storie che raccontino, nei suoi più feroci e truculenti dettagli, la realtà di cui si è partecipi. In questo contesto il libro sviluppa un'analisi comparatistica dell'opera di due autori ritenuti, sotto questo profilo, paradigmatici: William T. Vollmann e Roberto Saviano. La loro visionarietà, che si realizza in un'inedita e traumatica commistione di fiction e non-fiction imperniata sulla figura perturbante dell'autore-protagonista, impone alle coscienze anestetizzate dei lettori una lucida e violenta critica ideologica del sistema storico-culturale del tardo-capitalismo globale, mettendo a nudo quel grumo di fantasie perverse che ne sorreggono l'impianto simbolico e l'economia libidinale."" -
Il desiderio del cinema. Ferdinando Maria Poggioli
Obiettivo di questo lavoro, condotto sull'esperienza cinematografica di Ferdinando Maria Poggioli, è stato l'elaborazione di nuove strategie di analisi utili al superamento dell'etichetta formalista, inevitabilmente circoscrivibile a una particolare epoca storica caratterizzata dall'ingerenza di specifiche categorie estetiche, per aprire nuovi orizzonti interpretativi su fotogrammi che hanno condizionato l'immaginario di un'epoca, aderendo perfettamente alle dinamiche storiche dell'industria culturale, governandone i desideri ed evidenziandone i traumi. Lo sguardo di ieri ha infatti fortemente influenzato l'analisi di film quali La bisbetica domata, Sorelle Materassi, Il cappello da prete. Oggi un nuovo sguardo percorre gli stessi fotogrammi, inevitabilmente adeguato alle nuove istanze della fruizione contemporanea. Attraverso diverse prospettive metodologiche (tematica, iconografica, discorsiva, produttiva, ricettiva) si propone una ricollocazione di questo autore nel quadro più generale della Storia del cinema italiano e una sua nuova sistemazione nei meccanismi dello spettacolo tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta. Dopo una analisi dei lungometraggi che ambisce alla ridefinizione estetica del lavoro poggioliano, sono state riportate e trascritte le lettere indirizzate a Visconti, tra il 1937 e il 1938, attraverso cui è stato possibile ricostruire le diverse stesure del trattamento di un film, Racconto d'agosto, che tuttavia non è stato mai realizzato. La grande rilevanza di queste lettere consiste, oltre che nell'offrire uno spaccato di storia dell'industria culturale italiana, anche nel testimoniare la relazione stretta tra due artisti le cui vicende private e professionali sembrano intrecciarsi inesorabilmente. -
Platform capitalism e confini del lavoro negli spazi digitali
Come si configura il lavoro al tempo del capitalismo delle piattaforme? E quali sono le possibili forme di resistenza negli spazi digitali? Questo lavoro collettaneo offre uno sguardo critico ai processi di produzione del valore mediati dalla digitalizzazione e a come i suoi confini siano socialmente costruiti. Se negli anni '90 proliferavano descrizioni entusiastiche della rete, caratterizzate dai tratti libertari della californian ideology, oggi le metafore usate per descrivere gli spazi digitali sono significativamente mutate. Si può parlare infatti di walled garden, giardini recintati in cui accesso e circolazione dei contenuti non sono affatto liberi, ma soggetti a molteplici e cangianti forme di controllo. In questa nuova cornice, che mira a interpretare la moltiplicazione di spazi chiusi e fondati sull'espropriazione di beni comuni, i confini del lavoro - e le pratiche sociali che lo caratterizzano - vengono radicalmente ridefiniti. Da un lato si rafforza la mercificazione di testi, composizioni e immagini che sono presenti nella rete e di uso comune, dall'altro sono le interazioni sociali e le esperienze condivise ad essere messe a valore. Il volume mette a fuoco tali dinamiche e propone un confronto sulle possibilità per sottrarvisi, attraverso modalità di organizzazione collaborativa all'interno di importanti ambiti dei processi sociali ed economici. -
Camillo e gli altri
La silloge, con una nota di Giampiero Neri, appartiene al genere del prosimetro. Il protagonista è il gatto Camillo; gli altri, persone, situazioni, paesaggi, stati d'animo, si ricollegano alla lettera d'amore a lui dedicata. La presenza di questo intelligente felino è costante perché sembra ascoltare le rievocazioni di eventi e memorie. Il tempo è una dimensione fondamentale nel corso del testo, in cui rivivono luoghi, figure, ricordi. Dall'io narrante si passa alla coralità delle donne e della piazza. Prevale il verso libero, ma ha un suo breve spazio il sonetto con qualche licenza nell'uso della dialefe, sinalefe e degli accenti interni al verso. Lo stile è conciso e asciutto anche nelle prose che introducono i temi della raccolta. -
Teologia linguistica e diritto laico
Il nesso tra linguaggio e religioni è ancestrale ma ancora oggi in grado di riverberarsi sul potenziale normativo delle grandi religioni mondiali: le matrici linguistiche delle rivelazioni sacre custodiscono il nucleo di senso e di valore dei sistemi di diritto religiosi e questi, quotidianamente, incrociano il diritto degli stati e delle organizzazioni internazionali. Simili assunti teorici sono oggetto centrale di questo volume, le cui indagini si dipanano lungo quattro direttrici: la prima illustra lo studio fenomenologico della religione quale ipotesi scientifica per ampliare l'ambito pluralistico della libertà religiosa. La seconda affronta una digressione storiografica nel diritto coloniale europeo, atta a rileggerne in chiave contemporanea le norme sulla subalternità giuridica, le politiche linguistiche, gli statuti personali. La terza si concentra sull'utilizzo rituale delle lingue sacre e sulle conseguenze che tale uso comporta sul riconoscimento dei diritti umani. La quarta cerca di risemantizzare - in senso cosmopolita - la soggettività giuridica, al cospetto di un orizzonte laico del diritto in via di globale trasformazione.