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Adolescenza e violenza. Il bullismo omofobico come formazione alla maschilità
La letteratura scientifica sul bullismo, sia quella italiana sia quella straniera, si limita a una trattazione generale del fenomeno, senza analizzare le variabili rappresentate dalle caratteristiche delle vittime. Questo libro si concentra invece sulla costruzione sociale e relazionale del bullismo omofobjco al fine di individuare possibili spiegazioni di come esso nasca e perché. L'autore studia i legami tra genere maschile, orientamento sessuale e violenza in adolescenza, sulla base dell'ipotesi - assolutamente innovativa - che il bullismo omofobico possa costituire in adolescenza una tappa della costruzione della maschilità e che alcuni ragazzi ricavino un ""vantaggio"""" dall'esercìtarlo. Il bullismo omofobico emerge quindi come un modo per produrre (e sottolineare) la differenza tra eterosessuali e omosessuali in quel periodo nodale nella costruzione dell'identità sessuale che è l'adolescenza. La violenza si mostra allora come performance utilizzata per affrontare i compiti di sviluppo connessi all'identità maschile, come manifestazione di genere, come uno dei modi per costruire e mettere in scena la virilità."" -
Uddhava-Gita. Il grande dialogo della liberazione
Lo studio dell'' Uddhava-gita rappresenta una sintesi straordinaria che permette al neofita di cogliere in panoramica l'intera cultura dei Veda e delle Upanisad. È questo il ""testamento"""" finale di Krishna; egli, prima di tornare nel suo regno dal fascino infinito, ha rivolto ad Ud-dhava un invito per ogni essere vivente: è l'invito della bellezza eterna, della pura contemplazione nell'azione, è il segnale per andare oltre ogni illusione... Nell'Uddhava-gita sono presenti alcuni temi già trattati nel dialogo con Arjuna, ma tali temi vengono qui approfonditi e svelati secondo prospettive esoteriche ignote all'altra gita. In particolare il tema fondamentale della Bhakti (devozione) viene esaminato in modo così dettagliato da rappresentare un unicum rispetto ad ogni altra scrittura devozionale vedica."" -
Trans/vitae. Le politiche dell'ambiguità
Come vive la sua esperienza una persona transessuale in Iran? E come è ostacolato o favorito un cambio di genere in un paese dove l'omosessualità è condannata? La psicoanalisi si è mossa da un approccio riduzionista e patologizzante ad una visione conformistica e acritica lontana dal sovversivo discorso psicoanalitico sulla differenza. L'autrice Homayounpour si muove verso la considerazione di ""un'etica dell'ambiguità"""" che sostenga la possibilità di sopportare il perturbante di questa condizione. Come pure è richiesta una grande capacità di tolleranza dell'estraneità per poter accettare un organo da un'altra persona nell'esperienza dei trapianti o per una donna che offre il proprio utero ad altre coppie per portare avanti la gestazione dei loro bambini nel proprio corpo. Wolff Bernstein si interroga su come il senso di estraneità e alterità debba essere superata o desiderata per permettere che una parte interna di un Altro possa diventare parte di se stesso/stessa e si interroga sul significato anche psichico del commercio ormai usuale di parti del corpo."" -
Lettere inedite o disperse
Un intreccio da cui emerge la misura di uno straordinario rigore intellettuale e morale, in una commistione di finezza e ironia, di determinazione e speranza, sullo sfondo, imprescindibile per il Manzoni, dello scontro risorgimentale.rnrnLe settantadue lettere qui riunite e commentate in maniera organica, costituiscono un ulteriore complemento, dopo i due procurati da Dante Isella, all'edizione delle ""Lettere"""" curata da Cesare Arieti (1970 e 1986). Iscritte entro un arco temporale i cui estremi coprono sessant'anni di vita dello scrittore, esse consentono uno sguardo privilegiato su una vicenda biografica all'apparenza uniforme. Ma nel susseguirsi dei corrispondenti e dei temi il lettore diviene spettatore partecipe dell'ultima grande stagione creativa manzoniana ? la revisione del romanzo, l'elaborazione delle """"Opere varie"""", l'eterno lavoro degli scritti sulla lingua e il saggio sulla Rivoluzione francese ? e insieme di dolorosi avvenimenti privati."" -
Gitanjali
L'oriente incontra l'occidente in questa raffinata raccolta di poesie introdotte da W. B. Yeats e tradotte in italiano da Arundel del Re. Quando Tagore scrisse queste liriche l'India era sotto il brutale dominio coloniale inglese, esattamente come lo era l'Irlanda di Yeats: dall'affinità elettiva di due eccezionali sensibilità nasce una raccolta destinata, secondo il bardo irlandese, a essere cantata per le strade: un'offerta (""anjali"""") di poesia (""""geet"""") per il mondo."" -
L' ombra e il corpo. Applicazioni cliniche delle teorie di Carl Gustav Jung e di Malcolm Brown
In questo saggio inedito l'autrice analizza in modo originale e con uno sguardo al femminile i rapporti tra la teoria psicodinamica di Carl Gustav Jung e quella psicocorporea di Malcolm Brown nell'idea che l'unità organismica di corpo e mente richieda un rapporto funzionale tra le dimensioni consce e inconsce del corpo e della psiche. L'analisi di alcune sedute di psicoterapia organismica con una paziente mostrano i modi creativi in cui la sintesi delle posizioni teorico-pratiche di Jung e di Brown possa essere usata per capire i fenomeni del corpo-mente e facilitare il ristabilirsi della totalità organismica. Katherine Brown riprende il concetto junghiano di Ombra, le parti inaccettabili o non sviluppate della personalità, e mette in evidenza come questo metodo terapeutico offra delle eccellenti opportunità per una ristrutturazione dell'Io, includendo nella sua esposizione gli effetti distruttivi dell'Ombra del terapeuta nella relazione con il cliente. In appendice l'impegno dell'autrice a fare in modo che la psicoterapia corporea non trascuri l'anima e la femminilità nella considerazione che la vita sia in fondo il luogo dove si costruisce l'anima. -
L' audacissimo viaggio. I media, il deserto e il cinema nella microstoria della spedizione Tripoli-Addis Abeba 1937
L'""Audacissimo viaggio"""" è l'avventura dimenticata di tre giovani amici in una terra selvaggia, nel pieno degli sfrenati anni Trenta e del trionfo delle nuove tecnologie. È il 1937 e i tre giovani, appena ventenni, sono i rampolli delle famiglie nobili più in vista del Regno d'Italia. Per la prima volta delle automobili da turismo, due Ford, senza l'aiuto di cingolati, vengono condotte attraverso il deserto del Sahara. Questo libro è un'introduzione ai materiali recuperati, che mira a valorizzare uno degli aspetti più pregnanti della vicenda: l'esperienza della modernità attraverso i media, nel """"laboratorio vivente"""" dell'Africa coloniale. Una microstoria dei media dove il cinema, la fotografia e i """"vecchi media"""" vengono indagati in un vero e proprio network-, mobilità, nomadismo, globalità, velocità, ridefinizione delle coordinate spazio-temporali rendono la spedizione Tripoli-Addis Abeba una testimonianza preziosa e ricca dell'esperienza dei media all'inizio del Novecento e di riflesso della nostra contemporaneità."" -
Sensibilia. Vol. 9: Genius loci.
«Nullus enim locus sine genio»: così Servio Mario Onorato osservava commentando il V libro dell'Eneide. Frase emblematica e fondativo del mito del genius loci, la cui vitalità è testimoniata dal fatto che ancora nel mondo moderno e fino a oggi i suoi significati non hanno smesso di essere recuperati e sviluppati sotto profili molteplici e inattesi. Di questo i contributi raccolti nel presente volume costituiscono una prova e al contempo un tentativo di indagarne radicalmente i fondamenti antropologici e culturali. Saggi di: Giulia Andioni, Karim Ben Hamida, Stefano Bevacqua, Gerardo De Simone, Michele Di Monte, Silvia Ferretti, Riccardo Finocchi, Elio Franzini, Federica Frattaroli, Tonino Griffero, Marco Innamorati, Micaela Latini, Lorenzo Marinucci, Massimiliano Napoli, Lorenzo Perilli, Giulio Piatti, Tiziana Proietti, Vittorio Ricci, Mateusz Salwa, Richard Shusterman, Gabriele Simongini, Marco Tedeschini, Franco Zagari. -
Radicare il cosmopolitismo. La sociologia cosmopolita di fronte alla sfide del futuro
Il cosmopolitismo non è soltanto una teoria, è soprattutto un punto di vista sul mondo e un orientamento normativo sulle relazioni. Le sue radici sono fondamentalmente filosofiche, e utopiche, per quanto ciò non significhi che esso non abbia effetti sulla vita concreta delle persone. Compito della sociologia, e obiettivo di questo volume, è riportare queste idee in terra, farle vivere senza che esse siano delle imposizioni e osservarne il delinearsi concreto in modo che venga fuori il carattere situato, radicato appunto, del cosmopolitismo. Il libro si compone di due parti: la prima è volta ad ampliare la narrazione standard del cosmopolitismo e a sostenere con forza l'apporto sostanziale della sociologia classica a questa particolare visione del mondo; la seconda propone alla comunità scientifica la categoria analitica del 'cosmopolitismo sociale' e l'applica al caso dell'Europa. -
Terragni ultimo
Il titolo di questo volume intende evocare quello del romanzo ""Eva ultima"""" di Bontempelli, articolato sul gioco tra simulazione e dissimulazione delle forme, mondo finzionale delle definizioni e loro aspirazione a cogliere il reale, che segna anche l'intera opera di Giuseppe Terragni. L'intento del testo è di risalire ai motivi profondi che uniscono la cultura italiana post-unitaria, slegata dagli sviluppi del mondo industriale e borghese europeo ma non priva di significative elaborazioni, e agli sviluppi dell'architettura nell'interpretazione del suo maggiore protagonista. Le insoddisfacenti spiegazioni sulla contraddizione, nell'architetto lariano, tra il professato fascismo e il respiro internazionale, o sul suo modernismo contaminato dalle esperienze novecentiste, hanno condotto a indagare sui temi culturali che dalla fine dell'Ottocento si erano dilungati in Italia sin dentro il fascismo, su cui si sono tessute anche trame oppositive al regime. E se il complesso rapporto tra architettura e rappresentazione sociale, la difficoltà a individuare un referente per i segni costruttivi, Dio, il Principe, il Popolo, che si manifesta nei progetti di Terragni, ha indotto negli anni, con analoghe incertezze, ad analizzare la sua opera, oggi, nella babele dei linguaggi architettonici, nella conclamata perdita di ruolo dell'architettura, appare forse utile rievocarne la rinuncia, la capacità di manifestare il silenzio forse, seguendo l'analisi di Tafuri, ancora «inattualmente» essenziale nell'inessenzialità dell'attuale pro-gettare, non solo architettonico."" -
Il conflitto delle élites. Atene 508-403 a.C.
Nella tarda primavera del 411 a.C. Atene divenne un'oligarchia dopo cento anni di democrazia. La rivoluzione oligarchica non fu una sorpresa per gli ateniesi del tempo, ma fu l'esito di un'accesa competizione fra i capi del popolo che per decenni aveva caratterizzato la vita politica ateniese. Dopo la morte di Pericle e durante la guerra del Peloponneso, i conflitti crebbero d'intensità fino a provocare un cambio di regime. L'oligarchia della fine del V secolo non è una parentesi nella storia ateniese, ma un episodio importante per comprendere il significato delle vicende politiche della città attica dalla fondazione della democrazia nel 508 fino alla restaurazione di un regime popolare nel 403. -
Il territorio messo in scena. Turismo, consumi, luoghi
Attraverso prospettive che attingono alle varie anime delle scienze sociali, e prevalentemente dalla geografia umana, il volume analizza come i turisti e le loro pratiche di consumo di oggetti, cibi e servizi trasformino i luoghi e le strategie di sviluppo dei territori. Molti spazi geografici sono infatti prodotti e plasmati in profondità da questi fenomeni. Non a caso numerose strategie di promozione del territorio in Europa si basano oggi proprio sulla costruzione di marchi e immaginari che mescolano merci e paesaggi, idee di autenticità e geografie del consumo transnazionali. In questo scenario, si avanza la tesi che la promozione turistica dei luoghi possa essere intesa non solo come costruzione di politiche istituzionali sollecitate dall'alto, ma anche come un insieme di strategie complesse che consentono la ""messa in scena"""" di performance da parte di un'ampia gamma di attori, inclusi i turisti."" -
Giochi video. Performance, spettacolo, streaming
Termine ombrello che indica le pratiche di produzione, distribuzione e consumo di audiovisivi inerenti al videogioco - dai live stream di Twitch alla videoarte del machinima, dai walkthrough ai Let's Play, dagli speedrun ai tutorial - il game video oggi rappresenta un importante fenomeno culturale, artistico ed economico. ""Giochi video. Performance, spettacolo, streaming"""" propone una mappatura di un territorio dai confini fluidi attraverso i contributi di studiosi internazionali. Applicando un approccio innovativo alle metodologie di ricerca e di analisi, gli autori esaminano numerosi nodi teorici, con una forte attenzione all'evoluzione del medium. Tra i temi portanti spiccano le trasformazioni delle modalità spettatoriali, le influenze crossmediali e le contaminazioni estetiche, a conferma che oggi il videogioco si configura innanzitutto in chiave performativa e spettacolare. Il libro si rivolge agli appassionati di nuovi media, cinema, televisione e arte contemporanea. L'orientamento pluridisciplinare e il prisma dei punti di osservazione applicati ai fenomeni considerati offrono spazi di riflessione originali all'interno dei game studies."" -
Samar. La luce azzurra a Itaca, Roma, Baghdad
Samar è una parola araba di difficile traduzione anche nella bella lingua italiana. Vuol dire raccontare parlando dolcemente alla notte, all'ombra della luna, con la maestria immaginativa di cui era esperta Shahrazad, ma anche le tante donne recluse che, con la voce, trovavano insieme salvezza e libertà. Samar vuol dire anche ascoltare, partecipare a una festa notturna che era una vera e propria cerimonia dell'ospitalità, durante la quale la famiglia riunita riceveva, dallo straniero di passaggio, il dono della sua fantasia e i lontani echi di amori perduti e di incontri magici con la natura. Samar però è una parola non solo araba ma greca, romana, ebrea, egiziana, insomma mediterranea, perché in tutto l'antico Mediterraneo raccontare e ascoltare era il dono e controdono dell'ospitalità: lo sa il naufrago Ulisse, appena sbarcato nell'isola con il suo gommone da rifugiati, che di notte dona alla Regina Arete le storie delle sue meravigliose imprese di viaggio; e lo sa Eumolpo, che dona ai marinai che stanno per fare naufragio, la storia di una Matrona, un po' romana e un po' asiatica, che sceglie la vita e l'amore al posto del conformismo e della morte. Perché Samar, infine, vuol proprio significare ogni parola di libertà, ogni parola che non si chiude nei pregiudizi e tantomeno alle frontiere. Essa è in viaggio e si tinge di poesia, non solo la poesia dei poeti, ma la poesia dei popoli che ha incontrato, struggente per la sua luce azzurra, quella luce che viene dal cielo e dal mare e di cui parla uno dei più grandi poeti contemporanei marocchini, uno dei sostenitori dell'utopia politica di una civiltà materna, meticcia e affabulatrice, in cui possa risorgere un nuovo umanesimo integrale e una convivenza pacifica fra le culture e le società. -
Fuori dalla bolla. Politica e vita quotidiana nell'era della post-verità
Dalla Brexit all'elezione di Trump, dal referendum costituzionale al dibattito politico quotidiano, le bolle informative della Rete stanno trasformando il processo politico e democratico con una radicaliz-zazione delle posizioni in campo e un assottigliamento degli spazi di confronto o sintesi. Un meccanismo che favorisce le narrative populiste, mentre quelle riformiste sì mostrano incerte, senza una propria prospettiva culturale sul modo di abitare la Rete. Ma quali sono le leve socio-psicologiche alla base di tali dinamiche? E cosa si può fare per scongiurare la regressione cui - sembra irreversibilmente condannata la nostra democrazia? -
Antropologia dell'estetico
Importanti ritrovamenti archeologici e indagini etnografiche mettono in evidenza come le condotte estetiche costituiscano un elemento essenziale dei processi attraverso i quali la nostra specie ha costruito e incessantemente costruisce il proprio mondo e la propria identità. Considerazioni come questa ci spingono ad abbandonare la tradizionale concezione dell'estetico come elemento marginale nello studio delle culture umane, riportandolo nel cuore dell'esistenza concreta degli individui e delle società. Questo libro inaugura una riflessione antropologica fondamentale sulla complessità e diversità dei fenomeni estetici da un punto di vista cognitivo e comportamentale, sociale e individuale, storico ed evolutivo. Nella sua ambizione interdisciplinare, l'autore ha l'obiettivo di parlare non solo agli specialisti dell'estetica filosofica ma anche agli studiosi di scienze umane che nelle loro ricerche entrano quotidianamente in contatto con i fenomeni e le categorie dell'estetico. -
Elogio della dolcezza. Misura e velo del gusto e del legame
Il saggio di Beatrice Balsamo ci introduce in un orizzonte di senso, quello della dolcezza, che permette di comprendere come la sfera dei sentimenti sia un tema essenziale da recuperare e studiare nel nostro tempornQuesto saggio è molto importante oggi, epoca di precarietà e incertezze, dove determinante è la confusione, anche nelle relazioni: predominano rapporti immaturi, violenti, disorganizzati. Il testo analizza le radici umane della dolcezza s-temperante, del ""sentirsi amati e sicuri"""" come stimoli a un maggiore discernimento vitale. Ma, la dolcezza è anche quell'argine che consente di saper distinguere e differenziare nel gusto, ponendo una misura, un limite, di contro a una """"fusion"""" indifferenziata che sregola la capacità gustativa e conviviale. Tali riflessioni sono condotte attraverso l'approccio della psicanalisi, del pensiero filosofico e sociologico. La dolcezza, infatti, dà forma e ha a che fare con la bellezza e con una estetica condivisa. Prefazione di Elio Franzini e appendice di Massimo Montanari."" -
Dal greto del fiume
Questo libro non è una raccolta di racconti ma un viaggio di e nella vita con le sue scansioni, i suoi sprofondamenti, le sue vertiginose ascensioni. Suddiviso in quattro sezioni collegate tra loro come da un filo invisibile, attraversa e unisce nella stessa tensione umani e non umani, natura e visione, rendendoci partecipi, sin dalle prime battute, di un cammino corale di consapevolezza e di affrancamento. Il greto di un fiume, come si sa, può restare in secca, inaridito, oppure ospitare la dinamicità dell'acqua, accogliere la spinta (a volte impetuosa, altre, invece, più calma, ma, comunque, sempre costante) ad oltrepassare il facile adagiarsi sulla superficie. Spetta al viandante affinare sguardo ed ascolto per scorgere bagliori iniziatici nella massa che scorre. Queste pagine traboccano di dolore ma anche di speranza, convertono la sofferenza in passione d'illuminazione. Intrise, dalla prima all'ultima, di accesa spiritualità, costituiscono una sorta di viatico per accedere, con umiltà, ad una sfolgorante luce trasformatrice. -
Un Prometeo male incatenato. Gian Pietro Lucini, le opere, le carte
Nel gennaio del 1914, qualche mese prima di morire, Gian Pietro Lucini confessò di avere in sé un ""Prometeo male incatenato"""", cui la sua opera era idealmente dedicata. Mito dell'antiveggenza e dell'assalto al cielo, Prometeo incarna bene, in emblema, la produzione luciniana, caratterizzata dal rovello perpetuo di progetti concepiti, modificati, abortiti, ma anche felicemente e pienamente realizzati. Presentate in diverse occasioni, a Genova, tra il 2015 e il 2016, nell'ambito del progetto di ricerca """"Per una nuova lettura dell'opera di Gian Pietro Lucini"""", le indagini raccolte in questo volume muovono da un confronto serrato con l'opera e le carte d'archivio dello scrittore lariano, per approdare alla definizione di nuove e coerenti piste di ricerca. Dai saggi di Marco Berisso, Livia Cavaglieri, Lia Raffaella Cresci, Fausto Curi, Pier Luigi Ferro, Manuela Manfredini, Francesco Muzzioli, Gian Luca Picconi, Francesco Sberla-ti, Erminio Risso, Fabio Romanini e Franco Vazzoler emerge uno scrittore dal profilo complesso e multiforme, inquieto e fremente, ma anche razionale e analitico, che ha saputo oltrepassare la consuetudine."" -
Popolo, cultura, politica. Saggio su Wilhelm Wundt
Considerato uno dei padri fondatori della psicologia sperimentale, Wilhelm Wundt lavorò per più di vent'anni alla redazione alla Psicologia dei popoli, un tentativo di lettura dei comportamenti collettivi che prendono corpo nelle culture dei diversi insiemi umani. Si tratta di una ricerca che, sulla scorta di un'analisi storico-antropologica, doveva integrare la psicologia individuale e svelare gli aspetti più evoluti e complessi dell'uomo per come si manifestano non solo nella lingua e nella religione, ma anche nel diritto, nella società e nella politica. Sono proprio questi campi d'indagine a rivelare l'interesse di questo studioso per quei dibattiti sui comportamenti collettivi ai quali hanno contributo autori come Freud, Le Bon, Tarde, la nascente sociologia e il pensiero politico del suo tempo.